PROVINCIA DE CASTEDDU RASSEGNA STAMPA 20 SETTEMBRE

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1 PROVINCIA DI CAGLIARI PROVINCIA DE CASTEDDU RASSEGNA STAMPA 20 SETTEMBRE Prime pagine Taccuino avvenimenti Provincia di Cagliari Cronaca e politica regionale Mobilità e trasporti Scuola e istruzione Manovra ed enti locali Pag. 2 Pag. 6 Pag. 7 Pag. 12 Pag. 23 Pag. 29 Pag. 30 La rassegna stampa è stata ultimata alle ore

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6 TACCUINO AVVENIMENTI DI OGGI SERRI - Area fieristica Santa Lucia Conclusione Fiera di Santa Lucia - La Festa del Sarcidano. Mostra-mercato produzioni enogastronomiche e lavori artigianali TEMPIO PAUSANIA - Sede Agris, via Limbara Convegno promosso dalla Asl di Olbia su "Appropriatezza in medicina riabilitativa nell'ambito delle disabilità secondarie a patologia neurologica e ortopedica" CAGLIARI - Consiglio regionale Riunione commissione Industria del Consiglio regionale con audizione dell'assessore dell'industria, Alessandra Zedda ALGHERO - Museo Diocesano Conferenza stampa di presentazione della manifestazione culturale "Il Confine Gridato" CAGLIARI - Consiglio regionale Riunione commissione Bilancio del Consiglio regionale su servizio idrico integrato e cessione immobile al Comune di Tempio Pausania SASSARI - Assessorato comunale Cultura Conferenza stampa di presentazione dell'8/a edizione del Festival internazionale dedicato alla musica corale, in programma dal 22 settembre TEMPIO PAUSANIA - Palazzo Comunale, piazza Gallura Conferenza stampa Avis Tempio su manifestazioni in programma in occasione del 40/o anniversario della sua fondazione CAGLIARI - Davanti Prefettura Presidio lavoratori Keller di Villacidro TEULADA - Caserma Pisano Celebrazione 75/o anniversario costituzione 1/o Reggimento Corazzato GUSPINI - Aula consiliare Comune Conferenza stampa di presentazione della manifestazione "Autunno d'autore" CAGLIARI - Teatro Lirico, via Sant'Alenixedda Conferenza stampa di presentazione della Stagione concertistica del Teatro Lirico di Cagliari CAGLIARI - Consiglio regionale Riunione commissione Cultura del Consiglio regionale con audizione del direttore dell'ufficio scolastico regionale, Enrico Tocco CAGLIARI - Centro culturale Il Ghetto, via S. Croce 18 Chiusura mostra "Manicomi Aperti" CAGLIARI - Centro culturale ExMà, via S. Lucifero 71 Apertura Festa nazionale dell'università e della Ricerca del Partito democratico. Alle intervento del capogruppo del al Senato, Anna Finocchiaro CAGLIARI - Consiglio regionale Riunione Consiglio regionale PULA - Aula consiliare Comune Seminario informativo per illustrare bando regionale Impresa donna-sviluppo dell'imprenditoria femminile CAGLIARI - Aula consiliare Comune, via Roma 145 Riunione Consiglio comunale GESICO - Centro servizi S'Ulivariu Seminario sui bandi della Regione sul microcredito e imprenditoria femminile ALGHERO - Piazza dei Mercati, via Lo Frasso 1 Inaugurazione della nuova sala slot Winpalace. Ospite il cabarettista Paolo Cevoli CAGLIARI - Basilica S. Saturnino Proseguono appuntamenti 20/a edizione del Festival di musica vocale "Concordia Vocis" con il concerto dell'ensemble giapponese Chamber Choir Vox Gaudiosa. (ANSA). 6

7 pag. 19 Storie di ordinaria persecuzione Nel 2011 sono 36 le vittime di stalking nell isola CAGLIARI. Cresce l allarme stalking: secondo i dati Istat un italiano su cinque è vittima di atti persecutori. Soltanto in Sardegna sono trentasei le persone che nel primo quadrimestre del 2011 si sono rivolte al centro nazionale di ascolto e consulenza psicologica e legale gratuita. E sono nove sette donne e due uomini - le persone che hanno chiesto consulenza legale e psicologica allo sportello di Cagliari. Il centro, con sei sedi in tutta Italia, è rivolto a uomini e donne, presunte vittime e presunti autori di stalking e violenza psicologica. Fa parte della rete italiana che si occupa di prevenire e riabilitare la persona, vittima e carnefice. Si inserisce in questo contesto il workshop teorico esperienziale intensivo sulla prevenzione e Gestione casi stalking e violenza psicologica, un iniziativa realizzata dall assessorato provinciale alle Politiche sociali, dalla commissione pari opportunità, dall associazione italiana di Psicologia e Criminologia (Aipc) in collaborazione con l osservatorio nazionale sullo stalking (Ons), il sindacato di polizia Coisp e l associazione onlus Libera. Obiettivo del seminario, che si è svolto sabato scorso all Hotel Mediterraneo, è stabilire una rete di intervento nazionale con l adozione di un protocollo preventivo-riparativo. Il protocollo, applicato dal 2005 dallo staff dell Ons, il dipartimento dell Aipc istituito dallo psicoterapeuta Massimo Lattanzi nel 2002, ha permesso nel settanta per cento dei casi in tutta Italia di prevenire la recidiva. Uscire dalla ragnatela di una relazione malata e dalle attenzioni ossessive di una persona manipolatrice, è possibile. Facendo i conti con il passato: «Dalle diverse consulenze è emerso che l insieme dei comportamenti che precedono gli atti persecutori, che poi sono la fine di una violenza psichica - spiega il fondatore dell Osservatorio nazionale sullo stalking, Massimo Lattanzi - si evidenziano a partire dalla nascita dell individuo che subisce dei condizionamenti tali in grado di abbassare il livello di autostima, di innalzare l assertività e creare negli anni una forma di isolamento che nel caso della vittima la porta a dubitare della sua sanità mentale». (b.c) 7

8 Pag. 24 Via brigata sassari Donne e impresa: un convegno Impresa Donna - Sostegno all'avvio e allo sviluppo di attività imprenditoriali. È il tema del seminario che si terrà domani alle 16,30 nella sala Michelangelo Pira in via Brigata Sassari. L'incontro è organizzato dall'assessorato alle Politiche del lavoro della Provincia, dal Comitato imprenditoria femminile della Camera di commercio di Cagliari e dal Comune di Quartu in collaborazione con la Commissione provinciale alle Pari opportunità. Dopo i saluti delle autorità sono previsti, tra gli altri, gli interventi del responsabile del centro servizi lavoro di Muravera Antonello Ariu e del consulente autoimpiego del centro servizi lavoro Patrizia Giancola. Per informazioni è possibile rivolgersi al centro servizi per l'impiego in via Bizet o inviare una mail all'indirizzo cslquartu@provincia.cagliari.it. (g. da.) 8

9 Pag. 29 ASSEMINI. Il sindaco: «Non modificheremo proprio nulla» Piano urbanistico bocciato dall'anas e dalla Provincia Aspettando il responso decisivo della Regione, dall'anas e dalla Provincia già arriva una sonora bocciatura al Piano urbanistico comunale approvato due mesi fa dal Consiglio comunale con sette voti a due. In questi giorni è arrivato infatti il carteggio sulla conferenza di servizio riguardanti il processo di Valutazione ambientale strategica (Vas) e i giudizi e le indicazioni fornite suonano come autentiche bocciature. IL NO «Ma non me ne importa niente» replica deciso il sindaco Paolo Mereu «e io sarò in prima linea a fare tutte le obiezioni per le scelte politiche fatte dalla nostra amministrazione comunale in totale autonomia così come hanno fatto i centri a noi vicini». LE OBIEZIONI Ma quali sono le obiezioni fatte? L'Anas nella missiva arrivate in questi giorni in Municipio richiede «che venga osservato il distacco dal confine stradale di 40 metri per le edificazioni dalla 130 in relazione al previsto ammodernamento». Richiesta contestata dal sindaco: «Il distacco lo dovevano chiedere prima e non ora che le costruzioni sono già state realizzate» replica piccato il primo cittadino «e poi cosa vuole da noi l'anas dopo che sono 13 anni che aspettiamo di veder messa in sicurezza la 130?». Ma non è solo l'anas a criticare il Puc. Il settore Programmazione e pianificazione territoriale della Provincia critica «gli 80 ettari di insediamenti produttivi artigianali lungo la 130 al confine con Elmas» aggiungendovi gli altri 120 ettari in prossimità del centro Agroalimentare di Sestu. «Occorre richiamare l'attenzione sull'offerta complessiva di aree a destinazione produttiva» sottolinea la Provincia «tuttora prive di concrete iniziative di attuazione e infrastrutturazione». Tutto questo considerando «come il Puc di Sestu lungo la 131» insiste la Provincia «presenta un'offerta insediativa di 500 ettari di territorio di cui meno della metà risulta al momento insediata». Rilievi che non piacciono per niente al sindaco. «Ma perché se Sestu ha troppa area artigianale e Elmas ha scelto di destinare le sue aree agricole allo stesso indirizzo» replica il sindaco «noi ora dovremmo condizionare il futuro sviluppo del nostro territorio?». CATEGORICO Nessuna intenzione di modifica. «Difenderò le scelte politiche fatte e sono pronto a confrontare le nostre indicazioni con quelle proposte dagli altri enti ma non sono disposto a piegarmi a tutto ciò che ci stanno richiedendo». Gian Luigi Pala 9

10 Pag. 29 Selargius Assemblea pubblica sul futuro della città Un nuovo passo avanti per il piano urbanistico comunale: oggi alle 16, nell'aula consiliare del Muncipio, si terrà l'assemblea pubblica sul rapporto ambientale legato al pianificazione del territorio: la cosiddetta valutazione ambientale strategica "Vas". È una delle tappe fondamentali per l'entrata in vigore del Puc: il rapporto ambientale contiene gli aspetti che riguardano l'inquinamento, il rischio idrogeologico, ma anche siti archeologici e così via. Cittadini, associazioni ambientaliste e culturali potranno fornire le proprie osservazioni che saranno raccolte in un apposito verbale. Gli enti pubblici competenti, invece, si riuniranno in Provincia il 26 settembre per fornire le rispettive osservazioni: è l'ente intermedio che esprime il parere di congruità sul Piano urbanistico che successivamente il Comune presenterà in Regione per il via libera definitivo. Sul fronte politico, il Partito democratico cittadino ha organizzato una serie di incontri per raccogliere le osservazioni al Puc da parte dei cittadini. (g. mdn.) 10

11 Pag. 47 L'eclisse della democrazia presentato a Cagliari G8, le verità nascoste e il racconto a più voci di Vittorio Agnoletto Scuola Diaz, caserma Bolzaneto, Carlo Giuliani. G8 di Genova e ancora verità celate. «Ci sono cose che non devono essere scritte e alcune avvenute in nove anni di procedimento non se ne deve parlare». Eppure Vittorio Agnoletto, che nel 2001 fu portavoce del Genoa Social Forum, il libro l'ha scritto e firmato con il giornalista Lorenzo Guadagnucci, che invece fu vittima del blitz alla Diaz, dove venne picchiato e in seguito trattenuto in stato d'arresto. Al pubblico cagliaritano accorso per la presentazione de L'eclisse della democrazia - Le verità nascoste sul G di Genova (Feltrinelli) ci tiene a dirlo che è un'opera realizzata grazie al contributo di più voci. E tra queste quella di Enrico Zucca, pm al processo Diaz, che agli autori svela i retroscena dell'inchiesta genovese. «Gli era stato detto che si doveva chiudere tutto e non indagare più sulla polizia. Ma i magistrati ricordarono che c'è una Costituzione e decisero di procedere». Nell'incontro, presentato dal giornalista Vito Biolchini e da Antonello Zanda, direttore della Cineteca Sarda Società Umanitaria di Cagliari (organizzazione artefice dell'iniziativa assieme alla Biblioteca provinciale), si ripercorrono i fatti di dieci anni fa. Un ventitreenne, Carlo Giuliani, ucciso in piazza Alimonda da un carabiniere. La tortura praticata nella caserma di Polizia di Bolzaneto. La perquisizione con pestaggi sistematici alla scuola Diaz e l'arresto di 93 persone sulla base di prove false. «Duecento poliziotti entrando nella Diaz si sono dimenticati della Costituzione. Era evidente che qualcuno a Roma aveva deciso che così doveva andare e che era garantita l'impunità», afferma Agnoletto. E aggiunge sulla censura: «Per anni ho cercato di far sì che queste cose uscissero nel giornali». Le inchieste della magistratura hanno portato alla condanna in secondo grado di decine di agenti, funzionari e dirigenti delle forze dell'ordine (inclusi i massimi vertici della Polizia di Stato e dei servizi segreti) con i condannati che sono rimasti al loro posto, protetti dall'intero arco parlamentare. «Nel libro raccontiamo solo le cose di cui abbiamo le prove e facciamo i nomi. Vediamo che ininterrottamente i governi seguiti dal 2001 a oggi hanno persino promosso queste persone». Cita Gianni Di Gennaro, all'epoca capo della Polizia, condannato per induzione alla falsa testimonianza dei suoi sottoposti, che non si è dimesso allora e che oggi è capo dei servizi segreti. E cita il medico genovese Giacomo Toccafondi, coordinatore del servizio sanitario di Bolzaneto, che visitava in tuta mimetica e raccoglieva oggetti ricordo alle persone visitate (nel libro a pagina 146 e seguenti). Ha ottenuto la prescrizione anche se dovrà rispondere civilmente, ma Agnoletto si stupisce che non sia stato radiato dall'ordine dei Medici e che oggi sia ai vertici dell'asl genovese: «Io non trovo lavoro perché sono quello del G8 e altri fanno carriera». Parla poi del movimento noglobal: «Cresce ed è l'unica opposizione al modello global-liberalista. È decisione internazionale di reprimere questo movimento». Ipotesi contemplata nella pubblicazione di cui sottolinea il rigore. «Il nostro vuole essere un libro di storia», precisa. Manuela Vacca 11

12 pag. 2 Ppr, meno regole e niente più «intese» La revisione dell Urbanistica: norme più semplici con la metà degli articoli di legge ALFREDO FRANCHINI CAGLIARI. L assessore Rassu illustrerà alla Giunta il nuovo Ppr. L intenzione di modificare il Piano paesaggistico era stata annunciata con le pagine acquistate sui quotidiani. Giovedì Cappellacci risponderà in aula sulle spese per la comunicazione istituzionale. L esecutivo regionale avrebbe dovuto riunirsi oggi e la riunione era attesa proprio per le modifiche al Ppr; però a tarda serata è stato deciso di rinviarla (probabilmente a venerdì). Il piano paesaggistico è stato discusso ieri in una riunione del gruppo Pdl. L assessore Rassu ha spiegato ai consiglieri del suo gruppo che, in realtà, non si tratta di un nuovo piano ma della revisione e l aggiornamento delle norme anche a seguito delle modifiche che sono state apportate dalle molteplici sentenze del Tar. Per questo è prevista una sensibile riduzione degli articoli, da 114 a settanta, una semplificazione delle procedure e maggiore chiarezza delle norme. Il Pdl, in sostanza, ha respinto le accuse mosse dal Centrosinistra che si tratti di un piano per favorire la cementificazione. Modificare la legge è per la Giunta Cappellacci un punto imprenscindibile e del resto era stata giudicata una delle priorità del governatore subentrato a Soru. Ieri non ci sono state dichiarazioni ufficiali, l assessore dovrebbe illustrare il piano oggi, ma l assicurazione è che non ci sarà «alcuna deregulation sul territorio», né saranno cancellati i capisaldi del vecchio Ppr. Rassu ha spiegato al gruppo Pdl che la revisione è contemplata dalla legge 4 e che tutte le novità si basano sulle leggi esistenti. Sarà abolita l intesa prevista tra gli enti? Rassu ha parlato di possibili «aggiustamenti» che se ci fossero costringerebbero la legge ad essere trasmessa prima alla Commissione consiliare e poi all assemblea regionale. Il nuovo Piano paesaggistico regionale sarà adeguato secondo le modalità già previste nel «tagliando» biennale del provvedimento. L eliminazione delle intese, ritenute discrezionali, è la maggiroe novità. Poi lo snellimento delle procedure e dei passaggi burocratici all interno della tutela degli ambiti. Indicazioni che erano state date in un recente vertice di maggioranza e avvalorate ieri dal gruppo. La giunta ritiene, infatti, di aver operato una sintesi delle proposte che sono arrivate dai territori coinvolti nel processo di ascolto denominato «Sardegna nuove idee». L obiettivo, ribadito dalla presidenza della Regione anche nelle pagine pubblicate a pagamento, è quello di arrivare a dettare regole che siano uguali per tutti. All opposizione che contesta la legittimità della giunta di procedere senza un mandato consiliare, Mario Diana ha risposto che il governo regionale sta agendo nel pieno delle proprie prerogative, in attuazione del programma con il quale ha vinto le elezioni regionali due anni e mezzo fa. La maggioranza si fa forte anche di pareri ottenuti dall ufficio legale e delle interlocuzioni con la Soprintendenza. La posizione del presidente della Regione, Cappellacci, è chiara: il piano redatto durante la legislatura Soru - secondo l attuale giunta - non ha dato risultati adeguati alle aspettative suscitate da chi lo aveva approvato. «Non ha agevolato il sistema economico, non ha fornito un quadro di norme certe», aveva spiegato Cappellacci. Il Centrosinistra è pronto a dare battaglia: «La maggioranza mal sopporta le forme di disciplina e di regolazione della vita collettiva», ha affermato Gian Valerio Sanna, artefice del Ppr in vigore, «è vero che Cappellacci aveva promesso di cancellare il PPr in due mesi ma credevamo che il vincolo elettorale con la cricca degli immobiliaristi regionali non fosse più così determinante e che eventi mondiali di fallimento della politica immobiliarista degli ultimi dieci anni avessero portato a migliori consigli». 12

13 pag. 2 Ora è proprio guerra tra Pdl e Cappellacci Duro scontro con Nizzi. Clima più unitario nel centrosinistra CAGLIARI. A un mese e mezzo dalla clamorosa autosospensione, ora è guerra ufficiale e senza esclusione di colpi tra Ugo Cappellacci e il Pdl. Ieri pomeriggio, prima della riunione del coordinamento del partito, Settimo Nizzi, preso atto dell assenza del presidente della Regione, gli ha inviato un ultimatum: «Bisogna mettere un termine nel decidere se stare dentro o fuori». La replica di Cappellacci non si è fatta attendere sotto due diverse forme: la prima è la convocazione del gruppo consiliare a due ore dal coordinamento, la seconda è il nuovo attacco a chi, ha dichiarato il governatore, continua a non difendere i veri interessi della Sardegna ma solo posizione di privilegio. A quel punto, il coordinamento - per una buona metà rimasta ostile anche a Nizzi - ha ritrovato l unità nel dire «basta» a Cappellacci: il caso sarà riportato in maniera conclusiva all attenzione di Angelino Alfano. E probabile che lo scontro degeneri già nei prossimi giorni: Cappellacci ha detto di voler aprire la maggioranza di centrodestra al rientro dei finiani di Fli, ieri il coordinamento regionale ha detto «no» e ha rivendicato il diritto di definire la coalizione politica. La tesissima giornata politica ha registrato, mai come prima d ora, le spaccature verticali del Pdl di Nizzi. Oltre che Cappellacci e agli uomini più vicini a Beppe Pisanu, non si è presentata al coordinamento neanche l area di Salvatore Cicu, che sembra essere in posizione equidistante tra il presidente e il coordinatore. E Mauro Pili è stato severo con entrambi, pur aprendo alla nuova gestione del partito ma proponendo una sorta di tregua con la nascita di un direttorio unitario. Mentre Bruno Murgia non si è pronunciato per evitare di entrare nello scontro a due, altri parlamentari, come Carmelo Porcu e Fedele Sanciu, hanno avuto parole dure nei confronti di Cappellacci. Tutti hanno evidenziato l esigenza di evitare il continuo logoramento del Pdl. Nizzi ha trovato nel coordinamento l appoggio molto forte della presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo. E anche il capogruppo Mario Diana ha rinnovato la presa di distanze da Cappellacci. Molte assenze sono state rilevate nella riunione del gruppo consiliare del Pdl, a Villa Devoto sul nuovo Ppr: presenti un terzo dei consiglieri, soprattutto i fuori sede. Quello che è successo nel Pdl ha messo in ombra il contemporaneo vertice del centrosinistra. Nella sede del Pd assieme al padrone di casa Silvio Lai, c erano Michele Piras (Sel), Federico Palomba (Idv), Peppino Balia (Ps), Alessandro Corona (Federazione della sinistra), Enrico Piras (Upc) e Gesuino Muledda (Rossomori). Il nuovo corso delle opposizione è iniziato con il «no» ad alleanze con gli «alleati-puntello» del Pdl, vale a dire Udc, Psd Az e Riformatori: chi sta in maggioranza oggi non potrà allearsi col centrosinistra. La decisione ha soddisfatto soprattutto Palomba, che da termo aveva posto la pregiudiziale. In un clima più sereno che alla vigilia, anche sul caso Anci, il centrosinistra ha deciso di fare verifiche territoriali sulle amministrative del 2012 (Alghero, Oristano e Selargius) e di prevedere le primarie. Si è inoltre discusso delle imminenti elezioni del Consiglio delle autonomie con l intesa di non ripetere le divisioni sull Anci. 13

14 Pag. 2 Cappellacci-Nizzi, sfida aperta Il deputato: dica con chi sta. Il presidente: sto con i sardi Botta, risposta e così via. Una serata che spacca il partito, quella passata ieri dal Pdl. Ormai si è arrivati in cima alla crisi, con questa sfida a colpi di comunicati fra il coordinatore del partito, Settimo Nizzi, e il leader della maggioranza, Ugo Cappellacci, che governa la Regione con l'appoggio decisivo del Pdl. Quell'autospensione estiva del presidente dal partito ha dominato la scena, all'assemblea regionale. Le scelte politiche, l'organizzazione del partito sul territorio, il rapporto con gli alleati, tutto questo è passato in secondo piano rispetto allo scontro fra Nizzi e Cappellacci. A Villa Devoto, poi, il Pdl ha conosciuto dal governatore e dall'assessore all'urbanistica, Nicola Rassu, le novità sul Piano paesaggistico: 70 articoli (contro i 114 di quello soriano ) e massimo impegno nel disbrigo delle 8 mila pratiche inevase. UNO CONTRO UNO Nel pomeriggio, alla riunione del coordinamento regionale (presenti quasi tutti i parlamentari e la una ventina di consiglieri) Nizzi lancia il primo segnale: «Il presidente esca dal limbo, decida se resta nel Pdl». Passa un'oretta e da Villa Devoto arriva la prima replica: «La mia posizione è motivata e non cambia: prima c'è la Sardegna e poi l'appartenenza al partito». Cappellacci è chiaro, irremovibile. Le sue parole generano una seconda chiamata, questa volta è un ultimatum: «L'autosospensione deve avere un limite temporale, non può essere a vita. Chiederò consigli alla direzione del partito». Nel coordinamento, c'è chi avvalora la tesi del coordinatore (Porcu, Lombardo, Diana) ma i toni sono meno ruvidi. Da Villa Devoto, al termine del vertice paesaggistico del Pdl, l'ultima risposta del presidente: «Se l'onorevole Nizzi vuole che un eventuale conto alla rovescia susciti l'interesse di qualcuno che vive all'esterno dei palazzi della politica, renda utile il suo affanno e lo faccia, spendendo la stessa determinazione per questioni che stanno realmente a cuore ai sardi». Con un'ultima stilettata: «Aspetto di conoscere i contenuti delle proposte politiche dell'onorevole Nizzi perché al momento ho letto solo considerazioni sul sottoscritto». I RETROSCENA Il partito più forte dell'isola è nella bufera e le spallate fra i leader non aiutano a ritrovare serenità. L'anno terribile trascorso dalla sconfitta alle provinciali di Cagliari fino al tonfo delle comunali ha lasciato segni difficili da eliminare. Nel partito c'è anche chi cerca di deviare l'attenzione sui contenuti, dall'organizzazione sul territorio ai rapporti con gli alleati. Unanime, nel coordinamento, una posizione critica nei confronti dei sardisti: «Dicano se sono dentro o fuori dalla maggioranza». PPR, LE NOVITÀ Cappellacci, Rassu e una decina di consiglieri regionali hanno affrontato in serata la questione delle novità del Ppr. «Non sarà uno stravolgimento del precedente, ma un aggiornamento e una revisione imposti dalla legge», ha detto Rassu. L'obiettivo è quello di fornire un supporto chiaro per i Comuni, ora che l'80 per cento dei sindaci ha espresso il proprio parere. Gli articoli saranno 70 e con l'operazione di semplificazione si potranno evadere in fretta le 8 mila domande pendenti negli uffici di tutela del paesaggio, proprio a causa delle incertezze sulle norme. Enrico Pilia 14

15 Pag. 2 Per i candidati sindaci. Festa Pd, stasera a Cagliari Anna Finocchiaro Centrosinistra, sì alle primarie Nel breve periodo, il Consiglio delle autonomie locali e l'ups. Nel medio, le Comunali del 2012: Oristano, Alghero, Selargius e così via. Sulla lunga distanza, la partita più importante: le Regionali. Il vertice cagliaritano del centrosinistra lancia tre volate ben distinte, e per ora si concentra soprattutto della seconda: si conferma la scelta in favore delle primarie, anche se qualcuno, al di fuori di Pd e Sel, non sembra d'accordo. IL METODO Certo, la coalizione cercherà - nei vari casi - un'indicazione unitaria per il candidato sindaco. Ma se non dovesse imporsi un solo nome, non si rinuncerà a dare la parola al proprio elettorato. Un metodo che ha portato bene nell'ultima tornata amministrativa, non solo in Sardegna. La coalizione cerca compattezza anche in vista del rinnovo del Consiglio delle autonomie locali (in calendario lunedì 26) e dell'unione delle Province. In linea di principio l'alleanza sembra concedere al Pd - che esprime i presidenti uscenti, Graziano Milia e Roberto Deriu - il diritto di proporre i nomi dei successori, ma bisognerà verificare se i democratici troveranno un orientamento unitario, a differenza di quanto successo per l'anci. «Solo condividendo previamente le decisioni si possono evitare nuove spaccature e divisioni», sottolinea il leader dell'idv Federico Palomba. L'ALLEANZA Sicuramente, scrivono i segretari in una nota diffusa al termine del vertice, i partiti restano «indisponibili ad alcun tipo di messaggio o azione che possa rendere confusi i confini e le scelte del centrosinistra», a partire proprio dagli «appuntamenti istituzionali di rappresentanza degli enti locali». Sembra chiudersi sempre più la porta - anche in vista della terza volata, per la Regione - ad alleati esterni all'attuale perimetro del centrosinistra: perché la coalizione, si dice parlando delle amministrative, «non ha posto per accogliere chi continua a essere compromesso con la giunta di centrodestra e non si assume la responsabilità di staccare la spina». «Questo è positivo», commenta il segretario Prc Simona Lobina, «ma dobbiamo iniziare a pensare al programma per le Regionali. Noi, per esempio, vorremmo le primarie sul programma, più che sul leader». FESTA PD Oggi intanto il Pd apre all'exmà di Cagliari la Festa democratica: alle la presentazione, a cura del responsabile nazionale per l'università (tema centrale della Festa), Marco Meloni. Alle un dibattito sugli atenei sardi, alle parla il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro. 15

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18 Pag. 6 All'Isola il record della solidarietà In testa nella graduatoria nazionale Centomila sardi impegnati con un'associazione ogni mille abitanti La Sardegna è in testa nella classifica nazionale della solidarietà: centomila volontari e 1612 associazioni, una ogni mille abitanti. Isola da record per quantità ma anche per qualità. Superata la malattia infantile dello spontaneismo, in oltre trent'anni, la generosità si è fatta sistema, organizzato, attrezzato, competente. Sono mille le palestre in cui si allena il buon cuore. Davanti al grande pubblico si materializza soprattutto l'impegno nelle tragedie, quando televisioni e giornali raccontano di colonne di mezzi e centinaia di uomini e donne che partono per dare una mano a terremotati, alluvionati, senzatetto con le case distrutte dall'ennesima frana nell'italia che si sfalda sotto il peso della cementificazione selvaggia. Oppure le facce stravolte nella guerra agli incendiari, tra lingue di fuoco e nubi di fumo. Rischiano, i volontari, e lo fanno gratis. Ovviamente. Così come gli operatori del soccorso, pronti a intervenire con le ambulanze. O quelli che camminano per ore nei boschi alla ricerca di turisti poco avveduti che l'imprudenza trasforma in dispersi. Altri si calano nelle viscere della terra per riportare in superficie appassionati di speleologia, spesso ricchi di interesse ma poveri di esperienza, rimasti intrappolati in grotte o cunicoli sotterranei. Tanti, forse la maggioranza, però, si danno da fare giorno dopo giorno, con una devozione che non accende i riflettori, non fa notizia. Sono quelli che si prendono cura di anziani soli, di emarginati, di migranti, di disabili, di minorenni allo sbando. Sfamano gli affamati, mitigano disagi, materiali, morali, mentali. Non rimuovono macerie ma solitudini, non accendono sirene ma speranze. Confortano, sostengono, indicano una via, un percorso a chi ha perso l'orientamento nel labirinto della vita. Degli altri ci si può occupare in tanti modi. C'è spazio per tutti. La gamma delle opportunità la raccontano anche le statistiche. I volontari attivi costantemente sono quarantamila. A loro si aggiungono sessantamila occasionali. Gente che fa quel che può e quando può. Perché non se la sente di essere totalmente assorbito, magari deve badare di più alla famiglia, oppure il lavoro gli concede pochi momenti liberi. Alle schiere a tempo pieno e a tempo parziale si sommano novantamila soci sostenitori. Persone che non operano ma contribuiscono finanziariamente alla vita delle associazioni. Importanti e molto: senza soldi l'entusiasmo si spegne nell'impotenza. Grazie ai sostenitori e ai finanziamenti pubblici, chi sta sul campo regala alla collettività circa dieci milioni di ore. I settori di intervento vanno dal sociale, in senso ampio o strettamente assistenziale e sanitario, all'ambiente e alla protezione civile. Ma prestazioni gratuite contribuiscono a tenere in piedi anche il sistema dei beni e delle attività culturali. Ci sono poi le battaglie per i diritti civili e il cosiddetto advocacy, cioè il farsi carico di una giusta causa, sostenerla direttamente per tutelare qualcuno o qualcosa. Cosa spinge le persone a riunirsi in un'associazione di volontariato? Le motivazioni sono più di una e sono cambiate nell'ultimo quarto di secolo. Stando a una ricerca a campione di Sardegna Solidale, la ragione principale (53,1 per cento, 58,1 nei capoluoghi) è affrontare una problematica sociale che riguarda persone o gruppi svantaggiati o ai margini. Il 34,6 per cento (24,8 nei capoluoghi e 42,7 negli altri comuni) è spinto invece dal voler migliorare la qualità della vita e la sicurezza dei cittadini. La percentuale più bassa (12,3 di media ma 17,1 nei capoluoghi e 8,4 negli altri centri) è quella di chi vuole trarre un qualche vantaggio diretto e perciò intende affrontare una problematica sociale che riguarda direttamente i fondatori. Non si tratta di egoisti ma persone che, il più delle volte, condividono un problema, frequentemente devastante, di cui dovrebbe farsi carico la collettività. Pensiamo al calvario delle famiglie dei malati psichici, dei portatori di handicap o, in 18

19 generale, di chi non riesce a dare ai propri cari l'assistenza di cui avrebbero bisogno. La prevalenza delle motivazioni muta rispetto all'anzianità delle associazioni. Per quelle nate fino al 1987 è più elevata (62,2 per cento) l'aspirazione ad occuparsi delle fasce sociali deboli. Appena il 4,9 per cento intende invece intervenire su questioni che coinvolgevano i fondatori. Nelle associazioni sorte dopo il 1996 l'attenzione agli svantaggiati si riduce al 49,5 mentre sale, dal 32,9 al 34,1, la disponibilità per migliorare qualità della vita e sicurezza e lievita (dal 4,9 al 16,5) la determinazione ad agire su aspetti sociali che toccano direttamente gli appartenenti al gruppo. Vedremo in seguito quali sono le difficoltà e le richieste del volontariato Gruppi presenti in 275 dei 377 comuni della Sardegna La mappa della generosità Boom in provincia di Cagliari La mappa del volontariato copre tutta la Sardegna o quasi. La distribuzione delle attuali 1612 associazioni è cambiata negli ultimi anni. La provincia di Cagliari è l'unica in crescita con 702 gruppi rispetto ai 485 del In lieve calo Carbonia-Iglesias (da 136 a 124), Medio Campidano (da 102 a 96) e Ogliastra (da 47 a 43). Contrazione più sensibile in quelle di Oristano (da 193 a 128), Nuoro (da 211 a 159), Sassari (da 295 a 231) e in Gallura (da 143 a 117). La riduzione si spiega con varie cause. Alcune strettamente legate alla vita interna delle associazioni che, talvolta, sono state sciolte perché non in grado di superare difficoltà su questioni fondamentali come avere una sede, mezzi o persone disponibili a impegnarsi. Quando questo è avvenuto l'attività è cessata, oppure è stata trasferita in altre organizzazioni, con una migrazione in massa o di singoli soci. Dei 377 comuni isolani, 102 non sono coperti dal volontariato. Viceversa, in 27 la presenza è massiccia: mille gruppi. Gli altri 612 sono distribuiti i 248 località. Sono invece 27 i centri che ospitano più di dieci associazioni. Il picco più alto si raggiunge a Cagliari (365). Seguono Sassari (95), Quartu (57), Carbonia (51), Olbia (45), Nuoro (44), Alghero (34) e Oristano (30). Per numero di soci, prevalgono quelle con fino a dieci iscritti: il 47,7 per cento, quasi la metà del totale. Il 26,9 per cento si attesta tra gli 11e i 20 aderenti mentre la percentuale con più di 20 è del 25,4. Nell'Isola resta elevata, seppur minoritaria, la tendenza all'autonomia: il 53,8 per cento delle associazioni è affiliato o federato a organizzazioni della rete del settore. Il 46,2 opera invece per conto proprio. Così, almeno, in base agli ultimi dati disponibili che risalgono al Da allora, però, la consapevolezza della necessità di operare in rete è cresciuta. Già tre anni fa, comunque, era più alta nei gruppi con una lunga storia alle spalle, tanto che l'84,1 per cento di quelli nati prima dell'87 agivano all'interno del sistema. La percentuale calava al 46 per quelli entrati in scena tra l'88 e il '95, riducendosi ulteriormente per quelli costituiti dal 1996 al Segno evidente che il bisogno di collegamenti cresce con l'esperienza e il consolidamento dell'organizzazione. Le associazioni più giovani hanno invece la propensione ad operare su un ambito territoriale più vasto. Solo un quarto di esse limita la propria azione al comune di appartenenza, ma l'incidenza sale al 57,3 considerando solo quelle fondate fino al Nell'impegno oltre i confini della provincia, infine, spiccano le associazioni dei capoluoghi: il 26,5 per cento contro il 9,8 degli altri comuni. 19

20 Pag. 16 TRIBUNALE. Sei imputati Presunti abusi a Tuvixeddu, via al processo È iniziato con una raffica di eccezioni preliminari, ieri mattina, nell'aula della prima sezione penale del Tribunale di Cagliari, il processo per i presunti abusi commessi a Tuvixeddu, il colle che ospita la più estesa necropoli punica del Mediterraneo. Al centro dell'indagine condotta dal pm Daniele Caria e dagli agenti del Corpo forestale (una delle eccezioni della difesa, già respinta dal Gip, riguarda proprio la loro legittimità a svolgere gli accertamenti in quanto non sarebbero ufficiali di polizia giudiziaria) ci sono la realizzazione delle fioriere all'interno del parco, ma anche i presunti illeciti legati al voto della Commissione paesaggio col quale fu respinta l'estensione del vincolo archeologico, nonché l'autorizzazione a costruire un palazzo. Sul banco degli imputati sono finite sei persone: l'ex sovrintendente dei Beni archeologici Vincenzo Santoni, l'archeologa Donatella Salvi, il costruttore Raimondo Cocco, il direttore dei lavori Fabio Angius, il dirigente comunale Paolo Zoccheddu e il funzionario Giancarlo Manis. Santoni è accusato di aver attestato il falso quando, nella seduta del 21 febbraio 2007 della commissione Paesaggio, sostenne che alcune tombe rinvenute dopo il vincolo imposto nel 1997 si trovassero all'interno dell'area già protetta. In quella stessa seduta, inoltre, il sovrintendente non si era astenuto nonostante la figlia Valeria lavorasse come progettista delle opere pubbliche nelle aree di Tuvixeddu-Tuvumannu per conto della Nuova Iniziative Coimpresa, società del gruppo Cualbu. Assieme all'archeologa Donatella Salvi, Santoni è anche imputato per aver dato l'ok alla costruzione di un palazzo in via Sant'Avendrace che avrebbe influito negativamente sulla luce e il decoro dell'area archeologica, filone quest'ultimo nel quale sono coinvolti anche il costruttore Cocco e il direttore dei lavori Angius. La tranche relativa alle fioriere infine, oltre a Santoni e Salvi, riguarda il dirigente del Comune, responsabile dell'area Gestione Territorio, Paolo Zoccheddu, e il funzionario Giancarlo Manis. Il processo entrerà nel vivo il 21 novembre, giorno in cui il Tribunale si pronuncerà sulle eccezioni della difesa. 20

21 Pag. 19 Riunione in via Roma Campo nomadi, la maggioranza si divide Ristrutturazione delle piazzole, magari coinvolgendo gli stessi rom in un progetto di «autocostruzione» di nuove case oppure una soluzione tampone in vista dello spostamento dei rom dai terreni della 554 a un'altra area? Sul campo nomadi non sono divise solo maggioranza e opposizione, da sempre schierate su due fronti opposti. Ora la diversità di vedute riguarda anche il centrosinistra: da una parte il Pd, che punta alla riqualificazione della struttura ai margini di Mulinu Becciu, dall'altra il consigliere socialista Mondo Perra, che chiede «il trasferimento del campo» perché «incompatibile con il quartiere vicino». Ieri le diverse posizioni dei consiglieri sono venute fuori durante la riunione congiunta delle commissioni Politiche sociali, Servizi tecnologici e Lavori pubblici. Fabrizio Rodin (Pd) presidente delle Politiche sociali, ricorda: «Entro il 30 ottobre dobbiamo impegnare i fondi regionali, che sono vincolati alla ristrutturazione di quel campo». In cassa ci sono circa 240 mila euro, che serviranno per iniziare i lavori più urgenti, ma - questa la previsione degli uffici - non basterebbero per una ristrutturazione vera e propria. Rodin propone di «coinvolgere la popolazione rom nella costruzione del nuovo campo: solo in questo modo si possono responsabilizzare». Ma la soluzione definitiva potrebbe essere un'altra: «Spero che in futuro i nomadi possano vivere in città e non in un ghetto in periferia». Perra invece non è d'accordo con la ristrutturazione del campo sulla 554: «Gli abitanti di Mulinu Becciu sono costretti a respirare da anni il fumo dei roghi che gli stessi rom accendono per ricavare il rame dai cavi elettrici». Il consigliere dell'idv Giovanni Dore invece chiede un'ulteriore riflessione: «Da un esame dei primi atti relativi alla gestione del campo, emerge un quadro di approssimazione amministrativa che presenta aspetti di dubbia legalità. Il Comune spende ingenti somme per pagare a soggetti privati lo svolgimento di attività di guardiania, pulizia, custodia, manutenzione, trasporto bambini e mediazione culturale, che evidentemente non hanno sortito alcun beneficio per la corretta gestione del campo nomadi e per la sicurezza dei nomadi stessi e della cittadinanza». ( m.r. ) 21

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23 pag. 19 Micromobilità per salvare la città Combinare i mezzi di trasporto pubblico, biciclette e macchine elettriche CAGLIARI. Si può già fare: salire a Castello con un mezzo pubblico e girare per il quartiere con una macchinina elettrica che si può prendere al parcheggio grazie a una tessera magnetica. Lo stesso vale per la bicicletta, magari nelle strade pianeggianti come via Dante e viale Diaz. Questo e altro, ieri, al convegno del Crimm e della società Systematica. Ieri a Monserrato sono state presentate le esperienze internazionali e nazionali su una scelta che ogni amministrazione pubblica deve affrettarsi a fare per contribuire a ridurre l inquinamento atmosferico, il surriscaldamento del pianeta ma anche la crisi economica dilagante. Gli studiosi vivono nel mito di Curitiba, città brasiliana che negli anni Sessanta pedonalizzò le strade e offrì agli abitanti i mezzi pubblici quale unica possibilità di muoversi. La realtà di casa nostra, invece, si riassume in un numero, quelle delle auto governative: 600 mila, contro le 60, 70 mila in giro per gli immensi Stati Uniti. Andrea Poggio vicepresidente nazionale di Legambiente ha illustrato un progetto di micromobilità avviato a Milano che dimostra come si possa diminuire la quantità di auto in circolazione e favorire anche un risparmio familiare attraverso l uso del mezzo pubblico. Due sono le necessità fortemente sentite dalla popolazione che cerca un alternativa all auto (vale anche per Cagliari, come ha dimostrato una ricerca in corso del Crimm): il biglietto unico per qualunque mezzo di trasporto pubblico (bus, metropolitana, treno), oppure un punto unico che eroghi tutti i biglietti necessari, naturalmente con uno sconto che alleggerisca il prezzo del trasporto. Si tratta di incentivi necessari per convincere le persone a scegliere di lasciare l auto a casa. La micromibobilità sperimentata a Milano prevede soprattutto percorsi misti: bici, macchina elettrica, bus, metro. Ma ieri una ricercatrice del Crimm, Erika Spissu, ha spiegato che a Cagliari si stanno studiando proposte intermedie: attraverso lo studio degli spostamenti individuali vengono elaborate soluzioni dove si propone all automobilista un percorso misto auto-metropolitana. Un documentario commentato dal giornalista Enzo Argante ha raccontato di quello che succede in altre città del pianeta, alcune, come quelle del nord Europa, non lontane. (a.s.) La soluzione metrò: azzera lo stress e riduce i costi PIERLUIGI CARTA MONSERRATO. La metropolitana leggera, pur non essendo completata, è già una realtà per Cagliari e l area vasta, però resta un alternativa sottosfruttata dall utenza: solo il 25 per cento della capacità della metro è utilizzata con 5 mila passeggeri al giorno, mentre la capienza è ventimila. La metro copre un percorso con nove fermate e lungo 7 chilometri, nella direttrice automobilistica di riferimento transitano 150 mila passeggeri al giorno. Del problema si è parlato nel convegno di ieri mattina interno alla Settimana della mobilità, durante l intervento di Erika Spissu. La relatrice del progetto Casteddu mobility styles iniziato nel febbraio di quest anno per studiare i sistemi più efficaci per invogliare gli automobilisti ad usare la metropolitana leggera e per potenziarne l offerta. La mobilità alternativa. Non girare il mondo per cercare parcheggio è la cornice del convegno svoltosi alla sala multimediale del palazzo comunale di Monserrato in piazza Maria Vergine e curato dal Crimm (Centro ricerche modelli mobilità - facoltà di Ingegneria) e da Systematica (azienda milanese esperta in simulazioni sulla mobilità urbana). Gli organizzatori hanno studiato percorsi e mezzi alternativi per raggiungere la sede del convegno. Una parte ha sfruttato MetroCagliari e dalla fermata ha proseguito verso il palazzo comunale con uno dei tre mezzi ecocompatibili a disposizione: a piedi, in bici o con l auto elettrica. In apertura il direttore del Crimm, Italo Meloni, ha affermato: «La sfida in questione è la mobilità alternativa; offrire ai cittadini 23

24 concrete alternative che siano convincenti e ambientalmente compatibili». Dalla compilazione delle statistiche relative al progetto del Crimm, sono emerse altre proiezioni: ogni utente dell area vasta che optasse per la metro come mezzo di trasporto abituale, risparmierebbe annualmente euro; se integrasse sistemi di quali il park and ride - parcheggiare l auto nei parcheggi della metro - o il car pooling - la condivisione dello stesso mezzo - il risparmio aumenterebbe di altri 500 euro. Senza contare l abbattimento di oltre metà delle emissioni di Co2. 24

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28 Pag. 20 Lo studio di Systematica: la ricetta si chiama micromobilità Un'idea per Castello Mezzi ecologici per raggiungere il quartiere Non girare il mondo per cercare parcheggio : questo lo slogan scelto dal Crimm (Centro ricerche modelli e mobilità) e da Systematica (la società che ha redatto il Piano urbano della mobilità di Cagliari) per il convegno sulla mobilità sostenibile, organizzato nell'ambito della Settimana europea della mobilità. Ma, più degli slogan, parlano i fatti: trovare un parcheggio nella zona del palazzo comunale di Monserrato, il luogo che ha ospitato il convegno, era quasi impossibile. Se la sono cavata molto meglio i partecipanti che, seguite le regole suggerite dagli organizzatori, si sono ritrovati in piazza Repubblica e hanno raggiunto Monserrato in metro. LA MICROMOBILITÀ Un convegno che è servito per riflettere su un aspetto: tanti potenziali utenti non fanno ricorso ai mezzi pubblici perché le fermate sono distanti dal punto di partenza o da quello di arrivo. Per risolvere il problema, Fabio Casiroli, presidente di Systemica, punta sulla micromobilità: un sistema di piccole stazioni nelle fermate dei mezzi pubblici, dove poter prendere mezzi alternativi (bici a pedalata assistita e non, segway, microveicoli e scooter elettrici) per raggiungere la propria meta. IN CASTELLO Lo studio, proposto anche a Milano e Roma (nell'ambito del progetto Green emotion) e a Parigi in un concorso di idee con dieci gruppi di architettura, è stato elaborato anche per Cagliari e, in particolare, per Castello. «Per questo quartiere», spiega Francesco Sechi di Systematica, «abbiamo proposto la realizzazione di dodici ecostazioni, contenenti almeno dieci mezzi». Le ecostazioni sono previste lungo le linee che transitano in viale Regina Elena, viale Regina Margherita, via Roma, Largo Carlo Felice, ai parcheggi della stazione, di viale Regina Elena e via Cammino Nuovo (anche per realizzare l'interscambio con l'auto) e all'interno di Castello, in particolare, in piazza Indipendenza in connessione con l'ascensore di viale Regina Elena. L'UTILIZZO Un progetto che può essere realizzato, in primo luogo, solo se l'utilizzo del mezzo pubblico e poi del microveicolo può avvenire con un unico biglietto. In pratica, l'utente, sceso dal mezzo pubblico, raggiungerebbe la destinazione usando l'altro veicolo. A loro volta, gli altri utenti potrebbero utilizzare lo stesso per raggiungere, dal punto di partenza, la fermata. Possibile? «Le nostre ricerche», conclude Italo Meloni, direttore del Crimm), «dicono che i cagliaritani sono sempre più sensibili a certe tematiche. Occorre stimolarli ulteriormente a utilizzare il mezzo pubblico». Marcello Cocco 28

29 SCUOLE POCO SICURE, GEOLOGI CHIEDONO STUDI SISMICI IL 46% DEGLI EDIFICI SCOLASTICI COSTRUITI TRA IL '65 E IL '90 ROMA (ANSA) - ROMA, 19 SET - Edilizia scolastica poco sicura in tutta Italia con la maggior parte delle scuole, circa il 46%, costruite, tra il 1965 e il Sono dati del Consiglio Nazionale dei Geologi secondo il cui presidente, Gian Vito Graziano, ogni giorno 9 milioni di persone, tra docenti, personale amministrativo e alunni, mettono a rischio la propria incolumità. "Su oltre scuole presenti in Italia -ha affermato Graziano- il 95% è stato costruito, dai dati del ministero dell'istruzione, tra il 1900 e il 1990 e, in particolare, il 46% di questi è stato realizzato tra il 1965 e il Da qui si evince una totale carenza di sicurezza in merito agli attuali standard normativi sul rischio sismico, primi tra tutti i dettami delle nuove norme tecniche sulle costruzioni del 2008 e le varie circolari ministeriali successive". Graziano ha poi menzionato la mancanza di certificazione di moltissimi istituti scolastici per quanto concerne l'agibilità statica e la loro collocazione in aree a forte rischio sismico. Per questo,secondo il Consiglio Nazionale dei geologi, è fondamentale l'avvio di studi di microzonazione sismica a livello comunale. "Il 57% delle nostre scuole non possiede il certificato di idoneità statica, cioè quel documento che certifica la "buona salute" dei pilastri, delle travi e di tutte le parti strutturali di un edificio, e il 34% delle stesse è ubicato in aree sismiche". Ad edifici scolastici non rispondenti agli standard di sicurezza si aggiungono quelli nati con altre destinazioni, come sottolinea Emanuele Doria, presidente dei geologi di Sicilia. "L'11% degli edifici scolastici nazionali sono rappresentati da manufatti nati originariamente con altre destinazioni d'uso e oggi più che mai, vedi le nuove norme tecniche sulle costruzioni, conosciamo l'importanza di dare il valore idoneo di classe d'uso agli edifici da progettare. Nonostante il Piano straordinario per la messa in sicurezza delle scuole di cui all'art. 80, comma 21, della legge 289/2002, del ministero delle Infrastrutture -ha continuato Doria-, nel quale i numeri sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici erano calcolati con criteri riferibili a vecchie norme degli anni '70 e '80, non risulta semplice anche al giorno d'oggi fare delle stime per la messa in sicurezza delle nostre scuole". La situazione è particolarmente grave in Sicilia. Secondo Doria "se è vero che, secondo dati divulgati a mezzo stampa qualche anno fa, in Sicilia il 90% degli edifici pubblici verificati non hanno superato i test antisismico, la nostra classe politica ha il dovere di fare qualcosa per garantire maggiore sicurezza alle nostre scuole e a quanti le vivono nel quotidiano". Emanuele Doria dunque, insieme al presidente Graziano chiede l'avvio di studi di microzonazione sismica a livello comunale perché "come già previsto nell'ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri- 3907/2010, passata in sordina per la maggior parte dei comuni, si istituisca un fondo aggiuntivo al contributo nazionale per l'effettuazione di studi di microzonazione sismica, a favore della sicurezza degli edifici nelle zone a rischio sismico, come già fatto da molte regioni". 29

30 MANOVRA: IN SARDEGNA SEMPLIFICAZIONE PESERA' SU 92,3% COMUNI (AGI) - Cagliari, 19 set. - La manovra finanziaria bis appena pubblicata sulla gazzetta ufficiale pesera' sul 92,3% dei 377 comuni della Sardegna, in particolare sui 268 con meno di tremila abitanti. I dati sono stati elaborati dal "Sole 24 Ore", che ha analizzato le conseguenze della "semplificazione" amministrativa prevista dal provvedimento. I 118 centri con meno di mille abitanti saranno praticamente costretti a unirsi: entro sei mesi i consigli comunali dovranno indicare alla Regione con quali comuni voglio unirsi per formare un'unione di almeno cinquemila abitanti, soglia ridotta d tremila se l'ente fa parte di una comunita' montana. L'obiettivo e' ridurre il numero di amministratori locali. Per i comuni sopra i mille e sotto i cinquemila abitanti (in Sardegna sono 195), scatta la gestione associata di tutte le funzioni fondamentali, entro la fine del Inoltre, il quotodiano economico pubblica un sondaggio dell'ifel (Istituto per la finanza e l'economia locale dell'associazione dei comuni) sul federalismo fiscale. In Sardegna appena il 19,6% degli interpellati e' favorevole, una delle percentuali piu' basse fra le regioni italiane. Per il 23,3% dei sardi intervistati sono i comuni a spendere meglio i soldi pubblici. Appena il 6,5% ritiene che sia la Regione l'ente piu' oculato nell'amministrazione delle risorse, mentre il 13,6% indica l'unione europea.(agi) Red-Rob 30

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