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1 Palermo, lì INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO 2015 Signor Presidente della Corte d Appello, Signor Procuratore Generale, Signor Presidente del Consiglio dell Ordine degli Avvocati, Signor Componente del Consiglio Superiore della Magistratura, Signor Rappresentante del Ministro della Giustizia, Signori Magistrati del Distretto, Autorità civili e religiose, Colleghe e Colleghi, Cittadini presenti, porgo a Voi il saluto dell Associazione Italiana Giovani Avvocati. Sig. Presidente, non si può certamente affermare che l anno appena concluso abbia rappresentato quel cambiamento tanto agognato da tutti noi Avvocati o, anche solo, abbia posto le basi per un nuovo inizio. Possiamo ancora dire, oggi, che la Giustizia sia davvero un diritto? Le condizioni in cui costantemente Noi Avvocati siamo costretti a svolgere la nostra professione (che ha anche, e soprattutto, una funzione costituzionalmente garantita), sono davvero sconfortanti ed il prezzo maggiore viene pagato dai cittadini.

2 Le innumerevoli riforme del sistema giustizia che si sono susseguite nel tempo, da ultima con il d.l. n. 132/2014 convertito nella l. n. 162/2014, (permettetemi di aggiungere riforme scoordinate, frammentarie ed a volte inconcludenti), anziché contribuire a semplificare l accesso alla Giustizia, hanno posto ostacoli su ostacoli. Mi permetto di discostarmi dalle valutazioni espresse in questi mesi dal Ministro Orlando ed oggi dal rappresentante del Ministro dott. Consolo, relative ai presunti effetti positivi della riforma del sistema giustizia. Il Ministro ha affermato che il malfunzionamento della Giustizia è uno dei più grandi macigni sulla strada della crescita, sottolineando che però si cominciano ad intravedere i risultati di queste riforme. E stato rappresentato un sistema giudiziario avviato verso l efficienza, grazie anche ai contributi del personale amministrativo e della magistratura. Nessun cenno al ruolo ed alle funzioni degli Avvocati. Ebbene, la riduzione del carico civile, l introduzione del processo civile telematico, la depenalizzazione di determinati reati, rappresentano certamente alcune fra le possibili soluzioni, ma non permettono di raggiungere alcun effetto se, dall altro lato, si assiste ad una continua mortificazione dei diritti degli Avvocati e dei Cittadini. Il continuo aumento dei contributi unificati, delle marche da bollo, delle spese di accesso alla Giustizia in generale, l eccessiva burocrazia che caratterizza ogni fase e grado di giudizio, costituiscono un vero e proprio ostacolo reale e tangibile per i cittadini, soprattutto per i meno abbienti. La mia testimonianza, come rappresentante dei Giovani Avvocati che lavorano e vivono ogni giorno nei Tribunali, non può soffermarsi su problematiche avulse dalla realtà: la Giustizia che si respira nei corridoi, nelle aule di udienza, nelle file davanti alle porte delle

3 cancellerie, nell angoscia che si scorge quotidianamente negli occhi dei colleghi, Giovani e meno Giovani (che non sanno più davvero come andare avanti), nella paura di dimenticare i molteplici adempimenti di cui siamo onerati, non è sicuramente la Giustizia di cui si discute nelle aule parlamentari. La nostra professione non è più soltanto una professione intellettuale di carattere umanistico, ma è divenuta sempre più una logorante lotta quotidiana. I profondi cambiamenti cui si è assistito in questi anni, hanno modificato non solo il modo di esercitare la nostra professione ma anche l immagine che i cittadini hanno di Noi Avvocati. La frustrazione di dover comunicare ad un cliente che la propria causa è stata rinviata per la precisazione delle conclusioni per ben quattro volte (se tutto va bene), per esigenze di ruolo o per svariati altri motivi, costituisce un peso importante, anche dal punto di vista economico, per l impatto che una notizia del genere provoca nelle aspettative del cliente stesso che poco sa dei meccanismi e delle inefficienze della Giustizia. Gli istituti della mediazione e della negoziazione assistita obbligatoria sono apparsi come una grande novità agli occhi dei riformatori che forse, proprio per la lontananza dalle aule e dagli studi professionali, non rammentano che la funzione conciliativa da sempre è insita nella professione di Avvocato e che, pertanto, non vi era alcuna necessità di gravare di ulteriori oneri la nostra categoria ed i cittadini. Ed è questa la realtà in cui siamo costretti a vivere e su cui scarsamente incidono le riforme fino ad ora attuate. Le proteste che hanno visti protagonisti Noi Avvocati ed attraverso le quali abbiamo gridato che NON VENDIAMO SERVIZI MA TUTELIAMO DIRITTI o CAUSA

4 CHE PENDE NON RENDE, sono soltanto alcuni dei tantissimi esempi di ciò che ormai siamo diventati per la collettività anche e soprattutto perché i nostri rappresentanti non hanno fatto nulla per fermare in tempo questa drastica discesa. Quegli stessi rappresentanti non hanno mai davvero supportato le nostre richieste, le nostre esigenze, ma si sono palesemente piegati a ben altre logiche. Una difesa ad oltranza che siamo costretti ad attuare DA SOLI per giustificare il nostro operato agli occhi di tutti, perché non ci sentiamo tutelati da chi dovrebbe farlo. Proprio in materia di governance dell Avvocatura, abbiamo assistito alla creazione da parte del Ministro, di un regolamento elettorale per il rinnovo dei componenti dei consigli degli ordini distrettuali che è lontano dall essere veramente rappresentativo della classe forense e che è stato confermato dal Tar Lazio con la pronuncia dello scorso 14 gennaio. Tutto ciò dimostra come, ancora una volta, le sorti dell Avvocatura siano in mano a chi consente di minarne le basi, non curandosi delle conseguenze disastrose del proprio operato. Spiace che il primo Presidente della Corte di Cassazione, Sua Eccellenza Giorgio Santacroce, nella relazione per la cerimonia di apertura dell anno giudiziario, ha sottolineato che una delle anomalie del nostro sistema giudiziario è costituita dall eccessivo numero di avvocati, sorvolando sulla necessità che la riforma della giustizia coinvolga tutti i poteri, anche quelli dei giudici. Una situazione insostenibile che necessità davvero di interventi radicali e ragionati. Ed allora Noi Avvocati chiediamo non solo seri incentivi per i giovani (ad esempio per l avvio degli studi professionali) ma urliamo, proprio da quegli stessi studi professionali,

5 che non siamo più disposti a stare in silenzio a guardare distruggere ciò per cui abbiamo lottato con grandi sacrifici. Non saranno certo le nuove norme per l acquisizione del titolo di cassazionista a risolvere i problemi della Giustizia, ma piuttosto l ennesimo percorso ad ostacoli per le giovani generazioni di Avvocati. Chiediamo a gran voce che tutte le componenti del Sistema Giustizia (e non solo alcune di esse) siano davvero coinvolte in una riforma giusta, equilibrata e produttiva. E con questo mi avvio alla conclusione. Un paese che si definisce civile DEVE avere una Giustizia che funzioni, altrimenti non è un paese civile e non lo sarà mai. Auspicando che l inizio di questo nuovo Anno Giudiziario sia davvero un buon inizio per tutti Noi, permettetemi di reinterpretare il titolo di un romanzo di McCarthy : Questo non è più un Paese per Avvocati. Grazie Avv. Simona Tarantino Presidente AIGA Palermo