L aurora tinge di rosa il nuovo giorno sui monti del Matese, custodi di testimonianze di vita di un antico passato

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "L aurora tinge di rosa il nuovo giorno sui monti del Matese, custodi di testimonianze di vita di un antico passato"

Transcript

1

2

3 L aurora tinge di rosa il nuovo giorno sui monti del Matese, custodi di testimonianze di vita di un antico passato

4

5

6

7 ... a mia moglie

8 Patrocinio: - Provincia di Campobasso - Comunità Montana Matese-Bojano - Ente Provinciale per il Turismo - Campobasso - Comune di Bojano - Comune di S. Polo Matese

9 TABULA GRATULATORIA - LIONS CLUB - BOJANO - MATHESIA- Ass.ne per Promuovere la Conoscenza, la Tutela e la Valorizzazione Economica del Matese- S. POLO MATESE - COMUNE DI CAMPOCHIARO - COMUNE DI GUARDIAREGIA - COMUNE DI SEPINO - COMUNE DI CERCEPICCOLA - COMUNE DI S. GIULIANO DEL SANNIO - COMUNE DI CERCEMAGGIORE - COMUNE DI S. MASSIMO - COMUNE DI CANTALUPO NEL SANNIO - COMUNE DI S. MARIA DEL MOLISE - COMUNE DI SPINETE - COMUNE DI COLLEDANCHISE - COMUNE DI CASTELPETROSO - COMUNE DI ROCCAMANDOLFI - W.W.F.- DELEGAZIONE MOLISE- CAMPOBASSO - UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ - CAMPOBASSO - F.I.D.A.P.A.- SEZIONE DI BOJANO - COM. ORG. DELLA MATESINA- BOJANO - NUCLEO CONSORZIO INDUSTRIALE CAMPOBASSO-BOJANO

10

11 ... al fine di promuovere la conoscenza, la tutela, la valorizzazione del patrimonio paleontologico del Matese

12

13 Michele Mainelli ITINERARI PALEONTOLOGICI NEL MATESE ORIENTALE

14

15 Indice

16

17 Dal Mare della Tetide ai Monti del Matese. Il paesaggio attuale. Pag. 117 Il Matese non è soltanto questo. 118 La storia geologica del Matese. 118 Letteratura. 118 Nelle vedute attuali. 122 Il Matese Orientale nel Cretacico. 127 I fossili. 134 Le Rudiste. 134 Ordo Rudistae Lamarck. 135 Le località fossilifere più significative del Matese Orientale. Le aree fossilifere. 145 Monte La Costa. 146 Monte S.Polo. 184 Colle Salva Signore-Valle Perella. 192 Tra le quote 801, 844, Colle Morotti. 109 Quota Aria dell Orso. 117 Campo Puzzo-La Costa Alta. 122 La Gallinola. 127 La Torretta-Colle Antona. 132 Costa Chianetta-Costa S.Angelo. 137 Sbregavitelli. 140 Civita di Pietraroja. 145 Itinerari Paleontologici. Itinerario 1- Da Bojano a Monte La Costa. 155 Itinerario 2- Da Bojano a S.Polo Matese a Aria dell Orso. Itinerario 3- Da Bojano a S.Massimo, Campitello, Campo Puzzo-Costa Alta. 156 Itinerario 4- Da Bojano a S.Massimo, Campitello, La Gallinola. Itinerario 5- Da Bojano a Campochiaro, La Torretta-Colle Antona. 157 Itinerario 6- Da Bojano a Guardiaregia, Costa Chianetta-Costa S. Angelo Itinerario 7- Da Bojano a Guardiaregia, Sella del Perrone, Passo Miralago, La Palazzina, Sbregavitelli. 158 Itinerario 8- Da Bojano a Guardiaregia, Sella del Perrone, Bocca della Selva, Pietraroja, Civita di Pietraroja. Collegamenti. 159 Appendice Il Canyon del Quirino 163 Alcune strutture sedimentarie. Bibliografia

18

19

20

21 Il paesaggio attuale. I Monti del Matese (Fogli 161 IS; 162 CB; 172 CE; 173 BN della Carta Geologica d Italia), allineati all incirca NO-SE sul confine tra il Molise e la Campania per più di 50 chilometri, costituiscono un compatto massiccio carbonatico esteso per più di 1000 chilometri quadrati tra le province di Campobasso e Isernia nel Molise, Caserta e Benevento nella Campania. Monte Miletto (m. 2050), La Gallinola (m. 1923), Monte Mutria (m.1823), sono le cime piu alte che si collocano sulla linea dello spartiacque. L assetto globale e il modellamento del massiccio sono regolati sia da fattori tettonici, sia dalla costanza della litologia, rappresentata essenzialmente da facies calcaree stratificate anche in grosse bancate superanti spesso i due metri di spessore, sia dagli effetti dell incessante erosione. L alta solubilità dei carbonati determina una fitta rete di cavità ipogee, specialmente in corrispondenza di piani di fratturazione e di stratificazione. Dall epigeo all ipogeo si identificano solcature separate da sottili creste aguzze, docce, piccole cavità a fondo piatto, doline in formazione, canyons carsici, piccole polye con versanti ripidi, inghiottitoi, gallerie, pozzi, grotte, cavità di sbocco. La natura carsica del massiccio produce in genere una scarsa idrografia di superficie, specialmente nel versante molisano. Lo scorrimento superficiale dell acqua meteorica, infatti, è minima a causa della sua penetrazione nel reticolo delle fessure con stillicidio nelle escavazioni sottostanti fino alla falda freatica. Per tutta la sua lunghezza, da est ad ovest, il Matese si presenta grandioso in una alternanza di creste dentellate e dirupi inaccessibili, di lunghi pianalti, profonde valli e balze che rompono la china dei monti, di gole strette a pareti verticali e bastioni imponenti, di monoliti enormi e ammassi di detrito roccioso, di selve rigogliose e prati smaglianti di colori, di nevi immacolate e di acque scroscianti giù per i pendii in innumerevoli limpide cascatelle. Da migliaia di anni piante e animali vivono qui colonizzando una grande varietà di ambienti. Il lupo, il cinghiale, la volpe, la lepre, il gatto selvatico, la poiana, il falco, il gufo, tanto per citarne alcuni, sono gli animali singolari dei nostri monti. La genzianella, i profumatissimi serpillo e non ti scordar di me, i crochi variopinti, il ginepro, il faggio, il castagno ed altre piante sono qui di casa. Il Matese è così spettacolare da poter donare ad ogni visitatore un fervore e un sentimento diverso. 17

22 Il Matese non è soltanto questo. Un suo aspetto particolare riguarda i fossili, documenti che, tramandatici dalla Natura, ci rendono testimonianza, in un colloquio col passato, della vita di esseri vissuti nel mare che occupava l attuale Matese. Osservare e studiare tali documenti è un poco come rivivere quel passato che ci spinge a meditare su tanti problemi di grande interesse conoscitivo, quali, tra gli altri, quelli relativi alla nascita della Vita sulla Terra e alla evoluzione dei viventi attraverso il tempo. La storia geologica del Matese. La storia geologica del Matese, a partire dal Triassico (perchè le sue rocce più antiche risalgono a quel tempo), strettamente correlata a quella più generale ma più esplicativa dell Appennino centro-meridionale, viene qui descritta tenendo conto delle interpretazioni più documentate sulla evoluzione paleogeografica della regione. Una particolare attenzione è posta alle conoscenze paleontologica e paleoecologica poiché l interesse considerato in questo contesto è rivolto essenzialmente verso tali aspetti. Letteratura. La letteratura geologica e paleontologica relativa al Matese risulta molto carente almeno fino all ultimo quindicennio del secolo scorso. Se si eccettuano infatti le ricerche effettuate da O.G.Costa (1851 a; 1851 b; 1865; 1866), finalizzate non sempre esclusivamente al Matese, descrittive in parte della fauna fossile ad ittioliti, crostacei, anfibi e rettili di Pietraroja (Bn) con istituzione di numerose nuove specie, si devono attendere i lavori di F.Bassani (1885;1892) e di M.Cassetti (1893;1894;1895) perché gli studi sul Matese assumessero una certa rilevanza con una conoscenza alquanto precisa su alcune evidenze stratigrafiche e paleontologiche del Mesozoico. Nei primi decenni del 1900 le ricerche si intensificano con i noti lavori di E.U. Fittipaldi (1900), C.F.Parona (1901;1911), F.Sacco (1910), A Galdieri (1913), G. d Erasmo ( ), B. de Lorenzo (1937). In particolare C.F.Parona per le Rudiste e E.U.Fittipaldi per i gasteropodi contribuiscono notevolmente alla conoscenza paleontologica dell area di S.Polo Matese, mentre B.de Lorenzo effettua la prima interpretazione geologica del Matese su basi di totale autoctonia, come suggeriscono le classiche concezioni del tempo. Tra il 1950 e il 1970, alla luce delle moderne vedute della Geologia (nuove interpretazioni strutturali e paleogeografiche), si attuano notevoli conoscenze sull Appennino centro-meridionale. 18

23 milioni di anni 0 0, I TEMPI DELLA TERRA in rosso I TEMPI DEL MATESE ere periodi NEOZOICO OLOCENE PLEISTOCENE PLIOCENE CENOZOICO MIOCENE OLIGOCENE EOCENE PALEOCENE MESOZOICO CRETACICO GIURASSICO TRIASSICO PERMIANO CARBONIFERO PALEOZOICO DEVONICO SILURICO ORDOVICIANO CAMBRICO PRECAMBRICO PROTEROZOICO ARCHEOZOICO AZOICO 65 milioni di anni IL CRETACICO NEL MATESE il tempo delle rudiste s u p e r i o r e i n f e r i o r e epoche età SENONIANO TURONIANO CENOMANIANO ALBIANO APTIANO BARREMIANO NEOCOMIANO maastrichtiano campaniano santoniano coniaciano 19

24 Il mondo nel Cretacico secondo J. Briden et alii, 1974, semplificato. - In arancione le terre emerse, - in azzurro i mari. In evidenza: - il mare della Tetide, - nel circoletto rosso l area tetidea del Matese. 20

25 R.Selli (1957;1962) studia la trasgressione del Miocene dall Abruzzo alla Calabria, istituendo la Formazione Cusano, la Formazione Longano e la Formazione Pietraroja. S.Sartoni e U.Crescenti (1962) effettuano ricerche biostratigrafiche sul Mesozoico dell Appennino meridionale, istituendo alcune cenozone sul Matese. F.Catenacci et alii (1962) istituiscono 9 complessi guida del Mesozoico nel Matese orientale. B.D Argenio (1963) studia il livello bauxitico medio-cretacico del Matese orientale. F.Catenacci e M.Manfredini (1966) determinano l età dei calcari selciferi ad ittioliti di Pietraroja in eteropia di facies dei calcari neritici del Barremiano- Albiano basale. A.Ietto ( 1969) presenta un modello di ricostruzione paleogeografica del Matese dal Trias al Miocene, identificando la Piattaforma Carbonatica del Matese distinta da quella Laziale a nord, Campano-Lucana a sud. Negli anni 70 ed 80 vengono effettuati importanti studi stratigrafico-strutturali e paleoecologici sull Appennino centro-meridionale. B.D Argenio e P. Scandone (1970), T. Pescatore et alii (1970), B.D Argenio et alii (1973) distinguono 3 piattaforme carbonatiche separate da bacini: -Piattaforma Carbonatica Abruzzese-Campana - Lucana, - Apulo-Garganica. Il Matese è compreso nell Unità Matese-Monte Maggiore della Piattaforma Carbonatica Abruzzese-Campana. F.Ippolito e I.Sgrosso (1973) descrivono la Piattaforma Carbonatica Laziale. B.D Argenio et alii (1973) distinguono nell Appennino meridionale 9 unità stratigrafico-strutturali corrispondenti ad altrettante unità paleogeografiche. I.Sgrosso (1988) propone un nuovo modello paleogeografico dell Appennino centro-meridionale nel quale vengono considerate le seguenti piattaforme carbonatiche intervallate da bacini: -Piattaforma Apulo-Garganica, - Abruzzese-Molisana, - Abruzzese, - Laziale-Abruzzese-Campana, - Laziale-Campana-Lucana, - Campana-Lucana-Calabrese. I bacini intercalanti le piattaforme sono: - Bacino est-garganico, - Molisano esterno, - intermedio, - interno, 21

26 - Bacino Lagonegrese, - Tirrenico, - interno. Il Matese è presentato come la sintesi della deformazione di diversi domini paleogeografici. Per la Paleontologia, dopo una lunga interruzione nell attività di ricerca, durata oltre sessanta anni, M.Mainelli (1975 a, 1975 b; 1983, 1988, 1990 a; l990b, 1990 c; 1993 a; 1993b) riprende lo studio delle Rudiste istituendo nuove specie. B. Accordi et alii (1982 a;1982 b) effettuano uno studio tettono- sedimentario e paleoecologico nel Cretacico del Matese nord-orientale. B. D Argenio et alii (1989; 1992) descrivono alcuni aspetti sedimentologici nel Cretacico inferiore del Matese. G.Sirna (1989) descrive una nuova Ippurite. In occasione del 2.nd International Conference on Rudists, Rome and Bari 1991 il Matese diventa meta di escursione paleontologica. Nella Conference G.Accordi e F.Carbone (1990) descrivono la sedimentologia nel Cretacico dell area nord-orientale del Matese; G.Accordi et alii (1990) delineano la colonizzazzione a Rudiste nel Cretacico del Matese nord-orientale; M.Mainelli (1990 a, 1990 b) istituisce una nuova Durania del Cenomaniano di Monte La Costa e propone una nuova sistematica sulle Rudiste. Nella 3.th International Conference on Rudists, Mexico D.F., 1993 M.Mainelli (1993a; 1993b) istituisce un nuovo genere e due nuove specie rinvenute sul Matese. J.P.Masse et alii (1993) descrivono alcune Rudiste che si rilevano nella serie stratigrafica di Sbregavitelli nell area del Lago del Matese. Nel 1994 Ruberti compie alcune osservazioni stratigrafiche sulla successione di Colle Salva Signore, a ridosso dell abitato di S.Polo Matese. Nelle vedute attuali. La storia geologica del Matese, come si è detto, si inquadra in quella dell Appennino centro-meridionale che nel Mesozoico e nella maggior parte del Cenozoico faceva parte del margine crostale della Tetide Africana (H.P.Laubsher, 1971; 1974), la cui evoluzione paleogeografica, determinata da movimenti di tipo trascorrente, rotazioni regionali e chiusura della Tetide, generati dalla pressione dell Africa in senso NE, ha condotto all attuale morfologia (Carbone e Lentini, 1990; Lentini et alii, 1990; Patacca et alii, 1990; Sgrosso, 1988). In questo contesto il Massiccio del Matese, pur presentando una notevole unitarietà morfologica, evidenzia, secondo le ultime vedute (Sgrosso, 1996), una complessità strutturale che lo distingue essenzialmente in due unità tettoniche, quella del Matese Orientale, sovrapposta alle arenarie di Frosolone (Bacino Molisano), quella del Matese Nord-Occidentale sottoposta ad esse. 22

27 Nella Tetide del Cretacico l area del Matese era occupata da un mare neritico tropicale di piattaforma carbonatica con acque calde, limpide, bene ossigenate, colonizzato, tra l altro, da comunità a Rudiste distinte secondo i paleombienti. Le caratteristiche suindicate identificano in gran parte l attuale mare delle Bahamas, qui raffigurato in una sua veduta per similitudine, le cui principali unità morfologico-deposizionali sono - la barriera marginale o esterna con scogliere organogene, - la zona interna, protetta, lagunare. 23

28 Il Matese, compreso nei Fogli 161 IS; 162 CB; 172 CE; 173 BN della Carta Geologica d Italia, è qui distinto in due unità stratigrafico-strutturali, l Unità del Matese Orientale e l Unità del Matese Nord- Occidentale, derivanti (I. Sgrosso, 1996) la prima dalla Piattaforma Carbonatica Laziale-Abruzzese- Campana, la seconda dalla Piattaforma Carbonatica Abruzzese-Molisana, quest ultima in via di riconoscimento. Il massiccio, pertanto, viene considerato come la sintesi della deformazione di domini paleogeografici. 24

29 PIATTAFORME CARBONATICHE nel Mesozoico-Cenozoico p.p. dell Appennino centro-meridionale Piattaforma Carbonatica Apulo-Garganica Abruzzese-Molisana Abruzzese Laziale-Abruzzese-Campana Laziale-Campano-Lucana Campano-Lucano-Calabrese elaborato dalla interpretazione di I. Sgrosso,

30 Le due unità si caratterizzano principalmente per - la facies di transizione a bacino sul bordo settentrionale; - la datazione differente dei primi sedimenti silico-clastici connessi alla differente evoluzione tettono-sedimentaria. Il Matese Orientale, definito all incirca dall area compresa da Bojano a Monte Miletto, a Valle Agricola, a Cerreto Sannita, è costituito da una successione di oltre 3000 metri di terreni meso-cenozoici. L intervallo Trias superiore-eocene inferiore è distinto da sedimenti carbonatici dolomizzati alla base, carbonatici quasi sempre biogeni a seguire, riferiti ad ambienti neritici di piattaforma, paragonabili, per caratteri sedimentari e distribuzione delle facies, all attuale piattaforma carbonatica delle Bahamas. Sui terreni carbonatici trasgrediscono concordanti quelli del Miocene delle Formazioni Cusano, Longano e Pietraroja (R. Selli, 1957). Il Paleogene è quasi sempre assente. Tutta la serie è segnata in genere da due lacune stratigrafiche, la prima medio Cretacica, distinta per lo più da un orizzonte bauxitico, la seconda rende il Miocene trasgressivo sul Cretacico superiore Il Matese Nord-occidentale è compreso nell area chiusa dal confine che da Monte Miletto arriva a Castelpetroso, a Isernia, alle statali 85 pp. e 158 pp., a Raviscanina; è costituito da una successione di terreni Trias superiore- Neogene per circa 3000 metri di spessore. Dal basso verso l alto si rilevano: - dolomie neritiche del Giurassico-Cretacico, - calciruditi con resti di Rudiste del Cretacico superiore e calcareniti del Paleogene; - calcareniti, calcilutiti, marne ed argille del Paleogene-Neogene. I dati accennati evidenziano due differenti unità strutturali generate da differenti domini paleogeografici: - l Unità Matese Orientale che si riconosce nella parte esterna della Piattaforma carbonatica Laziale-Abruzzese-Campana ; - l Unità Matese Nord-Occidentale che si riconosce nella Piattaforma Abruzzese- Molisana, piu esterna di quella Laziale-Abruzzese-Campana, e recentemente individuata (Sgrosso,1986;1988; Amore et alii, 1988). In definitiva la ricostruzione paleogeografica del Matese nell Appennino centromeridionale deriva dall esistenza pretortoniana dei seguenti domini paleogeografici: - la Piattaforma Laziale-Abruzzese-Campana di cui ne è parte il Matese Orientale; - il Bacino Molisano Interno; - la Piattaforma Abruzzese ancora non definita nella sua area e stratigrafia strutturale; - il Bacino Molisano Intermedio; 26

31 - la Piattaforma Abruzzese-Molisana ancora non definita nella sua area e stratigrafia strutturale. Dal punto di vista dell evoluzione paleogeografica le entità considerate sono dominate essenzialmente da: - movimenti epirogenetici dal Trias superiore all Aquitaniano, - movimenti trascorrenti connessi con la chiusura della Tetide nel Langhiano- Pliocene; - fasi orogenetiche vere e proprie dal Pliocene medio-superiore che hanno determinato l attuale configurazione. Per il Matese in particolare si prospetta la seguente successione di eventi a partire dal Miocene: - nel Tortoniano medio-superiore il Matese Orientale assume caratteristiche di avanfossa; - nel Tortoniano superiore il Matese Orientale subisce una prima deformazione tettonica dovuta alla componente verticale delle spinte tangenziali (spinta africana); - nel Messiniano inferiore sui depositi sinorogeni arrivano le falde sannitiche, il Matese Nord-Occidentale unitamente al Bacino Molisano diventano avanfosse; - nel Messiniano superiore il Matese Orientale sovrascorre sui terreni della Piattaforma Abruzzese; - tra il Messiniano terminale e il Pliocene inferiore il Bacino Molisano viene deformato e diventa parte della catena; - nel Pliocene superiore e Pleistocene movimenti compressivi, distensivi e trascorrenti, rotazione di blocchi completano l attuale assetto morfologico. Il Matese Orientale nel Cretacico. Nel Cretacico l Unità del Matese Orientale è rappresentata da un alto strutturale persistente di piattaforma carbonatica caratterizzata da ambienti neritici colonizzati da singolari, numerose comunità bentoniche. Nel Cretacico inferiore l alto strutturale, interessato dalla tettonica compressiva cui è sottoposto l Appennino centro-meridionale con direttrice est-ovest ed accavallamento verso nord, è distinto prevalentemente da ambienti lagunari, con sedimentazione di fango calcareo e sviluppo di comunità bentoniche a Rudiste s.l., Nerineidi, Foraminiferi, Alghe. Formazioni episodiche di ambienti di bordo di piattaforma colonizzati da comunità a Caprinidi e Radiolitidi si hanno nell Aptiano superiore. Nel Cretacico superiore l evoluzione dell alto strutturale porta alla formazione in particolare di estesi ambienti di bordo di piattaforma, con produzione di grande 27

32 quantità di sedimenti sabbiosi, biodetritici e colonizzazioni a Rudiste s.l.. Dalla fine del Cretacico si attua un progressivo annegamento dell alto strutturale con sviluppo di depositi di scarpata-bacino. Grande evento è l estinzione delle Rudiste. Alla luce di tali considerazioni nel Cretacico del Matese Orientale possono essere distinte le seguenti facies principali, corrispondenti ad altrettanti ambienti ecologici (Accordi et alii, 1982; Accordi et alii, 1990). - Facies di piattaforma carbonatica a circolazione aperta. Gli ambienti sono lagunari in retrobordo della piattaforma, con acque basse ad energia medio-bassa; salinità normale tendente verso l ipersalino; peloidi intraclasti e resti di fauna bentonica. La colonizzazione riflette associazioni di Requienidi, Radiolitidi, gasteropodi, Pernidi, coralli, microfauna bentonica (Cuneoline, Miliolidi, Textularidi, Orbitolinidi). Le litofacies, secondo le caratteristiche ambientali, identificano: - wackestones e packestones laminati a peloidi e litoclasti che riflettono ambienti intertidali o alto-subtidali; - packestones, grainstones a oncoidi che caratterizzano ambienti subtidali; - wackestones a Requienidi, Nerineidi e Pernidi che indicano ambienti a circolazione moderata di acque; - wackestones, packestones a peloidi e foraminiferi che indicano ambienti a circolazione moderata di acque; - wackestones, packestones a Radiolitidi di aree protette; - brecce che corrispondono a depositi correlati a movimenti tettonici all interno della piattaforma. - Facies di bordo di piattaforma. Le aree connesse con la facies si rilevano nelle vicinanze del mare aperto e sono colonnizzate da rigogliose comunità bentoniche diversificate secondo la morfologia dei fondali e l energia delle acque. Le colonizzazioni comprendono Caprinidi, coralli, alghe rosse. Molti fossili sono completi ed in posizione di crescita. Le lito-biofacies distinguono: - Rudstones a coralli e Rudiste con bioclasti a Radiolitidi, Caprinidi, coralli e resti di alghe, unitamente a litoclasti. Questi sedimenti sono correlati con ambienti sottoposti ad alta energia delle acque. - Grainstones, rudstones di spiaggia con lito-bioclasti ben arrotondati e classati in barre, spiagge e fondali bassi soggetti ad energia medio- alta delle acque. Tali ambienti favoriscono la colonizzazione a Rudiste e coralli. 28

33 - Floatstones a Rudiste con produzione di sabbie bioclastiche e colonizazione a Caprinidi, coralli ed alghe rosse. - Wackestone a Nerineidi con peloidi ed intraclasti, con bioclasti bene arrotondati. - Facies di piattaforma aperta-scarpata. La facies è presente in particolare nel Cretacico superiore con sedimentazione di sabbie bioclastiche e colonizzazioni a Ippuritidi, Radiolitidi, coralli, echinodermi in ambieti sbtidali. Si distinguono: - grainstones, rudstones a bioclasti di coralli e Rudiste; - packstones a bioclasti di coralli ed echinodermi; - grainstones, packstones a Ippuritidi e Radiolitidi; - bancate a Rudiste s.l.; - wackestones, packestones con foraminiferi planctonici. - Facies di piede di scarpata-bacino. La facies rappresenta la parte più esterna della piattaforma, influenzata pertanto dal bacino prossimale. I litotipi sono biodetriti intercalati a peliti. Vengono distinti in particolare: - brecce, - rudstones bioclastici, - grainstones bioclastici, - mudstones pelagico. 29

34 30

35 Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale - Aptiano superiore di Monte La Costa Ricostruzione di un ambiente subtidale, protetto, di retroscogliera La ricostruzione rappresenta - in a) acque basse lagunari, in condizioni idrodinamiche relativamente calme; - in b) fondale non colonizzato perché soggetto a frequenti mutamenti a causa delle fluttuazioni idrodinamiche; - in c) sedimento di calcilutite sabbiosa (wackestone) con resti di Requienidi in tanatocenosi, fluitati caoticamente per smantellamento di formazione biostromale a Requienidi vicina. 31

36 Alcuni termini usati lutite - dal latino lutum, fango granulometria mm 0,04-0,062 arenite - arena, sabbia 0,062-2 rudite - rudus, rottame (di pietra) pelite= lutite, dall inglese pellet, pallina calcilutite = argilla calcarea litificata (=micrite). calcarenite = sabbia calcarea litificata calcirudite = rottame calcareo litificato. micrite, dall inglese microcrystalline calcite, calcite microcristallina = fango carbonatico. mudstone (inglese mud, fango; stone, di pietra)= calcilutite. wakestone ( wacke, argilla; stone, di pietra) = calcilutite sabbiosa. packstone ( pack pacco; stone, di pietra) = calcarenite lutitica. grainstone ( grain, chicco, grano; stone, di pietra) = calcarenite spatica (cristallina). boundstone ( bound, costruzione; stone, di pietra) = calcare biocostruito. floatstone ( float, flusso; stone; di pietra) = biomicrudite litoclasto = frammento di roccia. bioclasto = resto organico. 32

37 Alcuni termini usati Piattaforma carbonatica = alto strutturale a sedimentazionc carbonatica in mare neritico. Alcuni elementi della piattaforma carbonatica: - piede di scarpata (toe of slope carbonate, facies 3 di Wilson, 1975) - scarpata (foreslope, facies 4 di Wi1son, 1975) - bordo di piattaforma (sands on edge of platform - organic (facies 5,6 di Wilson, 1975) - piattaforma aperta (open platform, facies 7 di Wilson, 1975) biocenosi= parte vivente di un ecosistema; assembramento naturale di specie. tanatocenosi= organismi passivamente messi insieme dopo la morte. stenoecia = organismo che si adalta a ristrette condizioni ambientali. euroecia = organismo che si adatta a una grande varietà di condizioni ambientali. popolazioni allopatriche = popolazioni che occupano aree mutualmente esclusive, adiacenti. simpatriche = popolazioni che occupano una stessa area. ecosistema= ambiente vivente e non vivente di un area. biotopo = parte fisica di un ecosistema habitat = biotopi nei quali un organismo vive. nicchia ecologica = parte dell habitat in cui un organismo vive. bioerma = scogliera organogena ( inglese reef, reefcore) biostroma = formazione costruita o non, generalmete stratificata, costituita in prevalenza da resti di organismi sedentari. benthos = organismi che vivono sul fondo del mare 33

38 I fossili I fossili del Matese, vari ed abbondanti, anche se non completamente rappresentativi di tutti i viventi che popolavano gli ambienti neritici accennati, si classificano in Ittioliti, Rettili, Anfibi, Crostacei, Lamellibranchi, Gasteropodi, Brachiopodi, Antozoi, Briozoi, Echinodermi, Poriferi, Anellidi, Foraminiferi, Alghe. Predominano i Lamellibranchi con le RUDISTE che per la loro notevole diffusione denominano quasi tutte le cenosi delle successioni paleobiologiche. La fauna a Rudiste è rappresentata da comunità caratterizzate da processi notevoli di speciazione stenoecia, a spiccato provincialismo, nell ambito di popolazioni sia allopatriche sia simpatriche. La speciazione si ritiene favorita e sostenuta essenzialmente da un ampia verietà di biotopi che distinguono la Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale e che evolvono lentamente nel tempo. Tale fauna, pertanto, si presenta distribuita in popolazioni ad alta diversità tassonomica alternate nel tempo a popolazioni endemiche. Le Rudiste Col nome generico di Rudiste, dal latino rudis, si indicano alcune famiglie di bivalvi che vissero in particolari ambienti del Cretacico, sviluppando le loro strutture inusuali, caratterizzate, tra l altro, da una valva fissa al substrato generalmente più grande dell altra fungente da opercolo. Per la loro forma anormale questi strani organismi sono stati classificati prima tra i Poriferi, poi tra i Celenterati, ed infine, dopo un accurata indagine morfologica e filogenetica, sono stati riconosciuti per molluschi bivalvi, stutturati in spinta specializzazione che determinò, quando verso la fine del Cretacico mutarono le condizioni ambientali, prima il loro declino, probabilmente per collasso genetico, poi la loro estinzione. Le Rudiste prosperavano e si riproducevano in ambienti neritici ad acque limpide, bene penetrate dala luce, calde, senza variazioni sensibili di temperatura e salinità, bene ossigenate, favorite da correnti moderate. Alte da qualche centimetro fino ad oltre un metro, questi singolari bivalvi, per la loro costituzione altamente competitiva, si affermarono come organismi dominanti tra i sessili, condizionando nella espansione specialmente i Coralli, i quali, legati a processi lenti di riproduzione e crescita (colonialismo), furono relegati in ambienti ristretti e sostituiti nella costruzione delle scogliere. Le Rudiste hanno una notevole importanza stratigrafica perché, caratterizzate da una singolare, diversificata e spinta evoluzione, sono utilizzate per definire la scala dei tempi relativa al Cretacico di facies neritica tropicale. Per questo esse sono considerate buoni fossili guida, ovvero indicatrici di età. 34

39 Nel contesto del mare del Cretacico, occupato attualmente dall area dei Monti del Matese, le Rudiste vivevano in ambienti biostromali e bioermali. Gli ambienti biostromali erano distinti da fondali di piattaforma carbonatica a circolazione aperta delle acque. Gli ambienti bioermali erano scogliere organogene distribuite ai margini della piattaforma carbonatica e isolatamente nel suo interno. Attualmente i loro resti fossili, spesso in posizione di vita, si rinvengono in bancate stratificate di calcare organogeno e in strutture tabulari o a barriere Allo stato attuale delle conoscenze, tra i calcari del Matese si trovano le seguenti specie di Rudiste, elencate secondo la sistematica proposta da M. Mainelli in occasione della Seconda Conferenza Internazionale sulle Rudiste del Ordo RUDISTAE Lamarck *Subordo Dicerasodonta Mainelli FV=LV -ma mp AV=RV- ma mp Familia Diceratidae Dall Genus Diceras Lamarck sp *Subordo Dextrodonta Pchelintsev FV=RV-mp ma AV=LV -mp ma em. Mainelli Familia Epidiceratidae Rengarten Plesiodiceratidae Pchelintsev Heterodiceratidae Pchelitsev Requienidae Douvillé Genus Requienia Math. pietrarojensis Mainelli tortilis Mainelli sp sp. Genus Toucasia Mun. Chal. danielae Mainelli sp. Genus Apricardia Gueranger manuelae Mainelli carentonensis d Orb. carinata Guer. *Subordo Sinistrodonta Pchelintsev FV=LV- ma mp em. Mainelli AV=RV-ma mp 35

40 Cretacico della Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale. Paesaggio marino con isolotti. Colonizzazione di fondali lagunari a Requienidi. Tra le isole alcuni Saurischi. Da V. Pchelintsev,

41 Familia Monopleuridae Mun. Chalm. Genus Monopleura Math. varians Math. michaillensis Pic.Camp. marcida White. Genus Himerelites Di Stefano douvillei Di Stef. gemmellaroi Di Stef. mediterranea Di Stef. vultur di Stef. Familia Caprotinidae Gray Familia Caprinidae d Orb. Genus Caprotina d Orb. distefanoi Parona strix Di Stef. Genus Sellaea Di Stefano zitteli Di Stef. himerensis Di Stef. Genus Polyconites Roull operculatus Roull. Genus Caprina d Orb. schiosensis Bohm carinata Bohom douvillei Paq. Genus Mathesia Mainelli tertiicolloquiirudistarum Mainelli Genus Sphaerucaprina Gemmellaro forojuliensis Bohm Genus Caprinula d Orbigny distefanoi Bohm Genus Ichtyosarcolithes Desm. bicarinatus Parona tricarinatus ensis Pocta monocarinatus S lick. Genus Schiosia Bohm schiosensis Bohm nicolinae Mainelli paolae Mainelli carinatiformis Pols. 37

42 Genus Offneria Paq. sp. Genus Plagioptychus Math. aguilloni d Orb. paradoxus Math. sp. Genus Neocaprina Plenicar gigantea Plen. nanosi Plen. Genus Orthoptychus Futt. striatus Fut Genus Sabinia Parona aniensis Parona Familia Hippuritidae Gray Genus Hippurites Lam. colliciatus Wood. nabresinensis Futt. sublaevis Math. accordii Sirna Genus Vaccinites Fischer gosaviensis Douv. giganteus d Hom. Fir. taburni Guisc. atheniensis K tenas. oppeli Kuhn. gaudri Mun. Chalmas. Familia Radiolitidae Gray Subfamilia Radiolitinae Gray Genus Radiolites Lam. peroni Choffat sp. sp. sp. Genus Eoradiolites Lam. liratus Conrad rousseli Toucas. Genus Gorianovicia Polsak costata Polsak 38

43 Cretacico della Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale. Colonizzazioni di fondali lagunari a Requienidi. Da V. Pchelintsev,

44 Subfamilia Biradiolitinae Douv. Genus Medeella Parona zignana Pirona Genus Sphaerulites Lam. foliaceus Lam Genus Praeradiolites Douvillé pironai Par. sp. sp. Genus Biradlolites d Orb. angulosus d Orb. acuticostatus Douv. martelli Parona Genus Distefanella Parona douvillei Parona bassanii guiscardi salmoiraghi lombricalis d Orb. exsilis Mainelli Subfamilia Sauvagesinae Douv. Genus Sauvagesia Choffat acuticostata Adk. nicaisei Coq. paronai Dainelli raricostata Pols. sharpei Bayle tenuicostata Pols. Genus Durania Douv. montislacostae Mainelli arnaudi Choffat samnitica Parona apula Par.? canaliculata Peyovic comupastoris DesMoulins spadai Parona Subfamilia Lapeirousiinae Kuhn Genus Lapeirouseia Bayle jouanneti Des Moulins. 40

45 Cretacico superiore della Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale Formazione bioermale a Hippuritidi. 41

46

47

48

49 Le aree fossilifere Nella Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale le aree fossilifere più significative e di facile raggiungibilità si identificano nelle seguenti località: 1) - Monte La Costa; 2) - Da S.Polo Matese a Aria dell Orso; 3) - Campo Puzzo- Costa Alta; 4) - La Gallinola; 5) - La Torretta- Colle Antona; 6) - Costa Chianetta- Costa S.Angelo; 7) - Sbregavitelli; 8) - Civita di Pietraroja. 45

50 1) - Monte La Costa Monte La Costa, cartografato nella Tavoletta I.G.M. 162, III N.O. Bojano, è una propagine del Massiccio del Matese centro-settentrionale. L area di grande interesse paleontologico è quella del versante sud-orientale, dalle sorgenti di Rio Freddo al Fosso Varriconi, costituita da una serie di calcari organogeni di età Barremiano-Cenomaniano (M. Mainelli, 1983) che rappresenta una eccezione nell assetto sedimentario generale della Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale perché non interessata dalla lacuna stratigrafica del Mediocretacico. I calcari della serie, inoltre, comprendono un grande numero di Rudiste distribuite in singolari cenosi. Sia per la quantità di esemplari, sia per l elevato numero di specie, le Rudiste di Monte La Costa rappresentano senz altro la macrofauna piu ricca fino ad ora accertata nel Cretacico inferiore-medio dell Appennino centro-meridionale. La macrofauna è costituita essenzialmente da Lamellibranchi, tra cui le Rudiste, da Gasteropodi, Antozoi, Briozoi, Brachiopodi, Foraminiferi, Alghe,ecc. Le osservazioni sugli ambienti paleoecologici distinguono i fossili delle successioni paleobiologiche in un benthos e in un plancton di piattaforma neritica in mare tropicale. Il benthos identifica organismi: -aderenti al fondo, ovvero in forme sessili, quali le Rudiste, i Coralli, i Briozoi; -aderenti al fondo ma con possibilità di piccoli spostamenti, ovvero in forme sedentarie, come i Gasteropodi del genere Patella, i Miliolidi, gli Orbitolinidi, gli Alveolinidi, le Cloroficee; -mobili sul fondo, ovvero in forme vagili, quali la maggior parte dei Gasteropodi, alcuni Bivalvi. Una seconda analisi distingue: -un dominio bentonico di ambienti caratterizzati da fondali in facies rocciosa e da fondali in facies sabbiosa e fangosa, -un dominio planctonico di mare sottile sovrapposto al benthos. Altro esame significativo rileva gli organismi fossili in comunità distribuite in habitat dei domini suindicati. La maggior parte delle comunità sono rappresentate da raggruppamenti a Rudiste e da poche comunità a Gasteropodi. Nel Barremiano è presente un abbondante fauna a Monopleure e Requienie distribuita a vari livelli nei calcari a lumachella e nei calcari gradati che testimoniano ambienti lagunari di piattaforma aperta. Le specie piu significative sono: -Requienia pietrarojensis Mainelli; -Monopleura varians Matheron. 46

51 Nell Aptiano dominano sempre Monopleure e Requienie in facies lagunari. Nell Aptiano superiore sono presenti colonizzazioni a Caprinidi in ambiente biostromale di retrobordo di piattaforma. Si trova Schiosia nicolinae Mainelli. Nell Albiano basale si rinvengono: - Requienia tortilis Mainelli; - Monopleura marcida White;. - Eoradiolites rousseli ( Toucas) Douvillè. Nel Cenomaniano inferiore i calcari bioermali e biostromali abbondano di Monopleure, Caprotine, Himerelites, Sellaea, Radiolites, con le seguenti specie particolari: -Caprotina distefanoi Parona, -Sellaea zitteli Di Stefano; -Sellaea himerensis Di Stefano; -Himerelites douvillei Di Stefano; -Himerelites gemmellaroi Di Stefano;- -Radiolites sp. Nel Cenomaniano superiore sono assenti Monopleuridi e Caprotinidi mentre la fauna recifale e biostromale è ricca di Caprine, Mitrocaprine, Caprinule, Neocaprine, Orthoptycus, Sphaerucaprine, Ichthyosarcolites, Radiolites, Sphaerulites, Sauvagesiae, Toucasie e Apricardie, con le seguenti specie particolari: -Sphaerulites foliaceus Lamarck; -Sauvagesia nicaisei (Coquand) Fischer; -Radiolites peroni (Choffat) Douvillè; -Ichthyosarcolites monocarinatus Sliskovich; -Ichthyosarcolites bicarinatus Gemmellaro; -Ichthyosarcolites tricarinatus Parona -Caprina carinata Bohm; -Shaerucaprina forojuliensis Bohm; -Neocaprina gigantea Plenicar; -Schiosia paolae Mainelli; -Toucasia danielae Mainelli -Apricardia carinata Gueranger; -Durania montislacostae Mainelli. 47

52 Monte La Costa - versante sud-orientale Successione dei calcari a Rudiste del Barremiano-Cenomaniano. - Monopleuridi-Caprotinidi - grainstone - grainstone-packestone - mudstone-wackestone - Requienidi - Caprinidi - Radiolitidi - Coralli - Gasteropodi - Ichthyosarcolites 48

53 LE RUDISTE DI MONTE LA COSTA REQUIENIDAE: Requienia-Toucasia-Apricardia MONOPLEURIDAE: Monopleura - Himerelites CAPRINIDAE: Caprina - Caprinula - Ichthyosarcolites - Mathesia - Offneria - Schiosia - Neocaprina - Mitrocaprina - Sphaerucaprina CAPROTINIDAE: Caprotina - Sellaea RADIOLITIDAE: Eoradiolites - Praeradiolites - Radiolites-Sphaerulites- Sauvagesia - Durania BERRAMIANO APTIANO ALBIANO CENOMANIANO inferiore superiore N NE pavone passerino vadolena cerque fosso macchie varriconi s. angelo cretarossa riofreddo 49

54 Neocaprima gigantea Plenicar Individuo completo nelle valve. Cenomaniano superiore di Monte La Costa 50

55 Neocaprina gigantea Plenicar Valve sinistre Cenomaniano superiore di Monte La Costa 51

56 Durania sp. Cenomaniano superiore di Monte La Costa valva sinistra aberrante valva sinistra normale 52

57 Cenomaniano di Monte La Costa Gasteropodi 53

58 Radiolites sp. - Cenomaniano inferiore di Monte La Costa Valva sinistra decorticata dello strato ornamentale, completa nel suo apparato cardinale Valve destre in sezione trasversale Sono evidenti l ornamentazione, la cavità ventrale, l apparato sifonale 54

59 Durania montislacostae Mainelli thicket individui completi Cenomaniano superiore di Monte La Costa Monopleura varians Matheron sezioni trasversali e longitudinali di valve destre e sinistre floatsone lagunare Barremiano di Monte La Costa 55

60 Cenomaniano superiore di Monte La Costa. Caprina carinata Bohm individui completi Caprina sp valve libere: a) - valva sinistra normale (sinistrogira), b) - valva sinistra anormale (mutante destrogira) a b 56

61 Orbirhynchia chelussi (Parona) matensis (Capasso) - Cenomaniano inferiore di Monte La Costa. Calcare a resti della specie, gradato normale, ciclico (tempestiti). La gradazione granulometrica diminuisce progressivamente dal basso verso l alto per dissipazione dell energia del mare. particolare della tanatocenosi a resti della specie 57

62 Toucasia danielae Mainelli Cenomaniano superiore di Monte La Costa 58

63 Schiosa nicolinae Mainelli Individuo intero Aptiano superiore di Monte La Costa Himerelites douvillei Di Stefano Valva sinistra Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 59

64 Radiolites sp. Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 60

65 Schiosa paolae Mainelli Cenomaniano superiore di Monte La Costa 61

66 Schiosia nicolinae Mainelli Schiosia paolae Mainelli 62

67 Schiosia nicolinae Mainelli Aptiano superiore di Monte La Costa 63

68 Eoradiolites liratus Douville (VD) Albiano di Monte La Costa Monopleura michaillensis Pich. Et Camp. Individuo completo Barremiano di Monte La Costa 64

69 Himerelites gemmellaroi Di Stefano Valva sinistra Cenomaniano inferiore di Monte La Costa Neocaprina panormitana Sirna Valva destra Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 65

70 Durania montislacostae Mainelli Individuo completo Cenomaniano superiore di Monte La Costa Durania montislacostae Mainelli valva sinistra Cenomaniano superiore di Monte La Costa 66

71 Sellaea zitelli Di Stefano valva destra Cenomaniano inferiore di Monte La Costa Himerelites douvillei Di Stefano Valva destra Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 67

72 Himerelites gemellaroi Di Stefano Individuo completo Cenomaniano inferiore di Monte La Costa Himerelites vultur Di Stefano Valva sinistra Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 68

73 Himerelites zitteli Di Stefano (VS) Cenomaniano inferiore di Monte La Costa Sellaea himerensis Di Stefano (VS) Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 69

74 Ichthysarcolites bicarinatus Parona Cenomaniano superiore di Monte La Costa Monopleura varians Matheron Barremiano di Monte La Costa 70

75 Schiosa paolae Mainelli Cenomaniano superiore di Monte La Costa Toucasia danielae Mainelli Cenomaniano superiore di Monte La Costa 71

76 Requienia tortilis Mainelli Albiano basale di Monte La Costa Eoradiolites rousselli Douvillé Albiano di Monte La Costa 72

77 Tylostoma solidum Parona Cenomaniano di Monte La Costa Cerithium paronai Schnar. Cenomaniano di Monte La Costa 73

78 Pileous chelussi Schnarr. Cenomaniano di Monte La Costa Nerita schnarrembergerii Parona. Cenomaniano di Monte La Costa 74

79 Aptyxiella preveri Parona Cenomaniano di Monte La Costa Ptigmatis oculata Parona. Cenomaniano di Monte La Costa 75

80 Chondrodonta joannae Choffat Cenomaniano superiore di Monte La Costa Neithea lapparentii Choffat Cenomaniano di Monte La Costa 76

81 Neithea acuticostata Futterer Cenomaniano superiore di Monte La Costa Orbirhynchia chelussi (Parona) matensis Capasso Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 77

82 Heterocoenia conferta Ed. et Ha. Cenomaniano di Monte La Costa Phillocoenia compressa Ed. et Ha. Cenomaniano di Monte La Costa 78

83 Favia ambigua (Mich.) Alloiteau Cenomaniano inferiore di Monte La Costa Hepismilia globosa (Mich) Alloiteau Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 79

84 Meandraraea arausiaca d Orb. Cenomaniano inferiore di Monte La Costa Heliopora bassanii Prever Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 80

85 Diplocoenia dolfusii d Orb. Cenomaniano inferiore di Monte La Costa Diplocoenia roberti Prever Cenomaniano inferiore di Monte La Costa 81

86 Celenterati coloniali Cenomaniano di Monte La Costa 82

87 Aria dell Orso Monte S. Polo Colle Salva Signore Tra le quote Valle Perella Colle Morotti Quota 916 Da Monte S. Polo a Aria dell Orso 83

88 2) - Da Monte S.Polo a Aria dell Orso (Monte S.Polo; Colle Salva Signore-Valle Perella; Tra le quote 801, 844, 839; Colle Morotti; Quota 916; Aria dell Orso). Monte S.Polo Il monte, su cui si colloca l abitato di S. Polo Matese,è costituito da calcari e calcari organogeni a Rudiste, gasteropodi e coralli, in strati e banchi dello spessore complessivo di m. 500 circa. La serie, solcata da numerosissime faglie, di cui una, notevole, separa il monte da Colle Salva Signore, presenta una immersione generale di NNE ed ha un età compresa tra il Cenomaniano p.p. e il Campaniano. Qui sono considerate due brevi successioni per complessivi 50 metri circa, di età Turoniano-Senoniano, le quali, costituite da una alternanza di mudstones-wackestones e grainstones, interessano generalmente la parte abitata. Il Turoniano comprende quasi tutto il monte, il Senoniano è presente nell area della Cappella Anime del Purgatorio diroccata. La parte alta del monte, dove si colloca la chiesa di S.Pietro in Vincoli, è caratterizzata da calcari a Distefanella Parona. In particolare la roccia del basamento della Torre Campanaria è uno dei pochi lembi di calcare a Distefanella salmoiraghii Parona ancora evidente dell antico areale a Distefanella rinvenuto da F.Bassani verso la fine del secolo scorso. Il genere Distefanella fu istituito da C.F.Parona nel 1901 in onore di G.Di Stefano, eminente rudistologo siciliano, su campioni rinvenuti nelle rocce calcaree che qua e là apparivano in grossi spuntoni lungo le stradine medioevali di S.Polo Matese, fino a poco tempo fa ancora non pavimentate. C.F.Parona distinse nel genere le specie Distefanella bassanii, D. salmoiraghii, D. douvillei, D. guiscardii, determinandone l età attribuita al Turoniano superiore. Nel 1965 A.Polsak emendò il genere sulla base di più accurate indagini morfologiche della valva sinistra. Le nuove vedute della Paleontologia fanno ritenere che le specie del genere Distefanella Parona, rinvenute a S.Polo Matese sono soltanto due, Distefanella salmoiraghii Parona e D. bassanii Parona, le piu diffuse in tutto il Matese, mentre le altre due, D. douvillei e D. guiscardii, identificano fenotipi. L area presso la Cappella Anime del Purgatorio, attualmente diruta, è distinta essenzialmente da due formazioni bioermali, rappresentate da calcari biocostruiti, di età Santoniano-Campaniano, ( in parte distrutti nel tempo dall erosione e recentemente in parte distrutti dall uomo) costituiti da: - un deme a Hippurites colliciatus Woodward i cui resti si presentano in ottimo stato di conservazione; - un deme a Biradiolites sp. a pochi metri dal precedente. 84

89 Ambedue le comunità sono limitate da calcari biancastri, biogeni e biodetritici, di origine biostromale, dove, tra l altro, si rilevano - Vaccinites taburni Guiscardi; - Sauvagesia tenuicostata Polsak; - Durania samnitica Parona. Il calcare a Hippurites colliciatus Woodward - è costituito da resti ben conservati della specie in posizione di vita e sedimento carbonatico postdeposizionale; - si distingue dal calcare di origine biostromale adiacente per assenza di stratificazione e di biodetrito. I caratteri di facies accennati e della comunità identificano un bioerma tabulare formato dall accumulo biocostruito e lentiforme di resti della specie a sviluppo verticale contenuto. Gli individui viventi risiedevano nella parte superficiale del bioerma, fissati per la valva destra su quelli estinti, essendo la sinistra opercolare, in acque ad energia medio-alta. 85

90 Monte S. Polo Succesione dei calcari e calcari a Rudiste del Santoniano - Campaniano; del Turoniano superiore. 86

91 Radiolites sp. - Cenomaniano inferiore di Monte La Costa La Chiesa di S. Pietro in Vincoli di S. Polo Matese. Basamento della Torre Campanaria, costituito da calcare a Distefanella salmoiraghii Parona di età Turoniano La biofacies comprende anche resti di Sauvagesidi e Ippuritidi 87

92 Basamento della Torre Campanaria di S. Pietro in Vincoli, S. Polo Matese Calcare a Distefanella salmoiraghii Parona. Turoniano di Monte S. Polo. Particolare del calcare a Distefanella salmoiraghii Parona Vaccinites petrocoriensis Douvillé sezione trasversale Durania? sp. - struttura prismatica poligonale dello strato ornamentale, - veduta trasversale e longitudinale 88

93 Cappella diruta Anime del Purgatorio Particolare della formazione bioermale a Hippurites colliciatus Woodward del Santoniano-Campaniano 89

94 Santoniano-Campaniano di Monte S. Polo Matese (Anime del Purgatorio) Durania sannitica Parona thicket valve sinistre Hippurites colliciatus Woodward thicket valve destre In ambedue le comunità gli individui, in posizione di vita, presentano ciascuno un proprio orientamento dell apparato sifonale per non interferire sull attività vitale dei vicini. 90

95 Distefanella salmoiraghii Parona Individuo completo nella sua posizione di vita sul substrato. Turoniano del Basamento della Torre Campanaria, Chiesa di S. Pietro in Vincoli in S. Polo Matese. 91

96 Colle Salva Signore -Valle Perella Il Colle, a ridosso dell abitato di S.Polo Matese, è costituito da calcari organogeni di età Albiano-Campaniano; presenta una tettonica molto tormentata sia per le numerose faglie che lo distinguono, sia per l alta variabilità nella dislocazione delle successioni stratigrafiche. Tuttavia due successioni, bene esposte, appaiono abbastanza descrittive di tutto l aspetto stratigrafico-strutturale del Colle. La prima successione, di età Albiano-Turoniano inferiore, appare per m. 170 circa dopo km 1 circa della strada che da S.Polo Matese conduce a Fonte S.Maria; comprende anche i calcari a Rudiste e a gasteropodi di età Turoniano superiore di Valle Perella, separata dall area occidentale del Colle dalla strada summenzionata e da un fosso impostatosi su una faglia. La seconda successione, di età Turoniano-Campaniano, affiora per m. 150 circa sul taglio di un sentiero a est del Colle e comprende tutto il versante orientale, dalla collinetta a monte fin giù alla valle. La successione del versante occidentale è distinta essenzialmente da calcari bioclastici e da calcari a Rudiste s.l. ed altri molluschi, con una lacuna stratigrafica di età Albiano-Cenomaniana, caratterizzata da fenomeni paleocarsici. Le facies sono subtidali con floatstones a molluschi intercalati da grainstones-rudstones a sedimenti bioclastici. Il versante orientale è distinto da facies ruditiche e arenitiche a Rudiste, gasteropodi e coralli e comprende un esteso affioramento di circa 1000 metri quadrati di una colonizzazione bioermale a Vaccinites taburni Guiscardi Le associazioni a Rudiste comprendono Radiolitidi, Sauvagesinae, Ippuritidi, Caprinidi, gasteropodi e rari coralli. Tra i calcari di tutto il Colle si rinvengono, tra l altro, le seguenti specie: - Hippurites colliciatus Woodward; - Hippurites lapeirousei Gold.; - Hippurites nabresinensis Futterer; - Vaccinites taburni Guiscardi; - Vaccinites giganteus d Hob. Fir.; - Vaccinites gosaviensis Douvillè - Vaccinites oppeli Douvillè; - Biradiolites martelli Parona; - Bournonia bournoni Des Moulins; - Distefanella bassanii Parona; - Distefanella salmoiraghii Parona; - Distefanella exilis Mainelli; - Durania apula Parona; - Durania samnitica Parona; 92

97 - Durania austinensis Roemer; - Durania canaliculata Pejovic; - Durania spadai Parona; - Ichthyosarcolites bicarinatus Gemmellaro; - Ichthyosarcolites sp. - Ichthyosarcolites tricarinatus Parona; - Lapeirouseia juanneti Des Moulins; - Radiolites peroni Choffat; - Radiolites cremai Parona; - Sauvagesia acuticostata Adkins; - Sauvagesia garganica Parona; - Sauvagesia tenuicostata Polsak - Sauvagesia raricostata Polsak; - Plagioptychus sp. A ovest del Colle, in località Valle Perella, è presente una notevole fauna a Vaccinites, Distefanella e gasteropodi. Questi ultimi, in ottimo stato di conservazione, furono studiati da E.U.Fittipaldi nel 1900 che rinvenne le seguenti nuove specie: - Nerita delorenzoi Fittipaldi; - Nerinea bassanii Fittipaldi; - Nerinea samnitica Fittipaldi; - Nerinea tiferni Fittipaldi; - Fibula distefanoi Fittipaldi; - Actaeonella matensis Fittipaldi; - Actaeonella ellipsoides Fittipaldi. 93

98 Colle Salva Signore - Valle Perrella Successione dei calcari a Rudiste dell Albiano - Campaniano LEGENDA 1 - Radiolitidi 7 - Biradiolites wackestone - mudstone 2 - Hippuriridi 8 - gasteropodi grainstone - rudstone bioclastico 3 - Caprinidi 9 - coralli 4 - Distefanella 10 - pernidi cavità paleocarsiche 5 - Requienia 11 - frammenti di Rudiste loferiti 6 - Sauvagesia-Durania 12 - thicket, bouquet, cluster 94

99 G K Lapeirousia juanneti Des Moulins Sezioni trasversali Turoniano sup. - Santoniano di Colle Salva Signore Distefanella bassanii Parona Sezione di valva sinistra Turoniano di Colle Salva Signore 95

100 G K Patch reef a Distefanella exilis Mainelli Individui in posizione di vita. Santoniano di Colle Salva Signore 96

101 G K Distefanella exilis Mainelli Santoniano di Colle Salva Signore Individui isolati, incompleti. Schematizzazioni dell apparato mio-cardinale e delle bande sifonali. 97

102 G K Nerita taramelli Pirona Turoniano di Valle Perella Scurria alta Schnarrenberger Turoniano di Valle Perella 98

103 G K Vaccinites petrocoriensis Douvillè Turoniano di Colle Salva Signore Vaccinites gosaviensis Douvillè Santoniano - Campaniano di Colle Salva Signore 99

104 Sauvagesia nicaisei Coquand cluster valve destre in sezione trasversale Cenomaniano superiore - Turoniano inferiore di Colle Salva Signore Vaccinites sp. bouquet valve destre Turoniano di Valle Perella 100

105 Radiolites sp. Individui in posizione di vita. Sezioni longitudinali. A sinistra: in evidenza la posizione e la grandezza delle due valve, l ornamentazione, la cavità ventrale, le tabule, la commessura. A destra: in evidenza la cavità ventrale, le tabule, parte dell ornamentazione Cenomaniano superiore - Turoniano inferiore di Colle Salva Signore 101

106 Plesioptygmatis schiosensis Pirona Turoniano di Colle Salva Signore individui interi individuo in sezione longitudinale 102

107 Colle Salva Signore. Veduta del versante orientale La strada che costeggia il versante, leggermente in salita, segna la dislocazione della successione stratigrafica di m. 150 circa, dal Turoniano in basso al Campaniano in alto. 103

108 Versante sud-orientale di Colle Salva Signore Calcare a Distefanella bassani Parona sezioni trasversali individuo in sezione longitudinale 104

109 Versante sud-orientale di Colle Salva Signore In tratteggio l affioramento di una estesa formazione di calcari bioermali a Vaccinites taburni Guiscardi Particolare della formazione Vaccinites taburni Guiscardi Sezione trasversale della VD Sono evidenti la forma e la disposizione degli elementi LSE Età: Santoniano 105

110 Tra le quote L area si colloca sul confine dei territori montani di S.Polo Matese e Campochiaro; ovvero è delimitata da Colle Salva Signore, Colle Morotti e i terreni nei pressi dell abitato di Campochiaro. La particolare area è distinta da una successione di calcari e calcari organogeni a Rudiste, segnata da numerore faglie, fratture e piegamenti, essendo stata soggetta a forte compressione. Per questo l interpretazione cronostratigrafica non è sempre agevole. I calcari e calcari organogeni di superficie sono gli unici considerabili e si riferiscono ad uno spessore massimo di m 20 circa, le cui evidenze litobiostratigrafiche possono essere riferite ad una età attribuibile al Santoniano-Campaniano. Le litobiofacies rilevabili sono caratterizzate da graistone-packstone bioclastici a Rudiste e gasteropodi; mudstone-wackestone a resti di Rudiste s.l., gasteropodi in buono stato di conservazione. In particolare in tutta l area si rilevano: - Plagioptychus padadoxus Matheron, - Sauvagesia tenuicostata Polsak, - Durania sp. - Hippurites nabresinensis Futterer, - Vaccinites taburni Guiscardi, - Vaccinites gaudry Mun.Chalmas, - Durania canaliculata Pejovic, - Radiolites sp. 106

111 Tra le quote 801; 844; 839 Successione dei calcari e calcari a Rudiste del Campaniano p.p. 107

112 G K Cerithium ataxense d Orb. Santoniano di Tra le quote ,-839 Actaeonella matensis Fittipaldi Turoniano sup. Santoniano di Tra le quote

113 Colle Morotti La serie dei calcari e calcari organogeni di Colle Morotti, per complessivi m.200 circa, segnata da numerose faglie e fratture, ha una età compresa tra il Cenomaniano superiore e il Campaniano. Il Cenomaniano superiore p.p.- Turoniano p.p. è presente in località abbeveratoio, in una successione di calcari e calcari organogeni a Caprinidi dello spessore di circa 25 metri, troncata all alto da una faglia; il Coniaciano-Campaniano è evidente su tutto il Colle in spezzoni di serie. Tuttavia lungo il taglio della strada che costeggia il Colle e che conduce a Fonte Malmerunte e a Fonte S. Maria, è possibile rilevare tre brevi successioni non in continuità di tempo, separate da faglie, di cui la prima è di circa m.35 di spessore, le altre due sono rispettivamete di m 20 e m 15 di spessore Le tre serie si presentano con differenti lito-biofacies. I caratteri bio-litologici dell intero Colle sono pressappoco i medesimi indicati per il versante orientale di Colle Salva Signore, ovvero sono rappresentati da facies biolititiche (boundstones) a facies calciruditiche, calcarenitiche,calcilutitiche (grainstones,packstones,wackestones,mudstones) Le associazioni di fossili, in biocenosi e tanatocenosi, identificano per la maggior parte Rudiste, poi gasteropodi ed infine rari coralli; sono distinte secondo gli ambienti di vita e di deposizione. Tra i calcari dell intero Colle si rinvengono in particolare le seguenti Rudiste: - Caprina schiosensis Bohem; - Caprina carinata Boehm; - Distefanella bassani Parona - Hippurites accordii Sirna; - Hippurites nabresinensis Futterer; - Vaccinites taburni Guiscardi; - Vaccinites petrocoriensis Douvillè; - Durania samnitica Parona; - Lapeirousia zitteli Futt.; - Durania canaliculata Pejovic ; - Biradiolites martelli Parona; - Plagioptvchus paradoxus Matheron. 109

114 Durania canaliculata Pejovic Santoniano-Campaniano di Tra le quote 801,844,839 Hippurites nabresinensis Futterer Vaccinites taburni Guiscardi Vaccinites gaudry Mun.-Chalmas Santoniano-Campaniano di Tra le quote 801,844,

115 Colle Morotti Successione dei calcarei e calcari a Rudiste del Cenomaniano superiore-campaniano LEGENDA 1 - Radiolitidi 7 - Biradiolites 2 - Hippuritidi 8 - Lapeirousia grainstone-packestone 3 - Caprinidi 9 - gasteropodi 4 - Distefanella 10 - frammenti di Rudiste mudstone-wackestone 5 - Apricardia 11 - coralli 6 - Durania 12 - ticket, bouquet, cluster di Rudiste rudstone bioclastico 111

116 G K Durania sp. Valva sinistra, completa di ornamentazione Santoniano di Colle Morotti 112

117 G K Sauvagesia tenuicostata Polsak Valva destra Santoniano-Campaniano di Colle Morotti Durania austinensis Roemer Valva destra Campaniano di Colle Morotti 113

118 Quota 916. Quota 916 è un Colle che si colloca nei pressi di Colle Morotti, tra Fonte Malanotte e Aria dell Orso ed è costituito da una serie di calcari e calcari a Rudiste dello spessore di circa m.40, i cui strati immergono di a NE. Le litofacies dominanti sono essenzialmente due: - una è distinta da floatstones a Pelecipodi e gasteropodi a varie altezze, intervallate da packstones -wackestones a miliolidi ed altri foraminiferi, alghe ed ostracodi; - un altra è costituita da rudstones-grainstones di calcari gradati con pelecipodi, gasteropodi, rari resti di coralli, intercalati da floatstones a pelecipodi e gasteropodi. L età della successione è riferita al Turoniano. Tra i calcari si rinvengono: - Apricardia manuelae Mainelli; - Vaccinites petrocoriensis Douvillè; - Distefanella bassanii Parona; - Radiolites sp, - Nerinea schiosensis Pirona. 114

119 Quota 916. Successione dei calcari e calcari a Rudiste del Turoniano. LEGENDA 1 - Radiolitidi grainstone-packestone 2 - Hippuritidi 3 - Distefanella mudstone-wackestone 4 - Apricardia 5 - Nerinea rudstone bioclastico 6 - frammenti di Rudiste 7 - coralli 8 - thicket di Rudiste 115

120 Apricardia manuelae Mainelli Turoniano di Quota 916 e di La Gallinola 1 - esemplare completo con valve beanti alcuni caratteri dell apparato mio-cardinale 4 - floatstone lagunare con resti di: - Apricardia manuelae Mainelli, - Neitea schiosensis Sharpe 5 - calcare a: - Apricardia manuelae Mainelli, - Distefanella bassani Parona 116

121 Aria dell Orso Aria dell Orso è un monte che si eleva fino a q da q.920 circa sul suo versante meridionale, da q. 800 circa di Valle Perella sul suo versante settentrionale. Dalla sommità del monte si domina, verso oriente, tutta l area paleontologica fin qui descritta, da Monte La Costa a Monte S.Polo in parte, a Colle Salva Signore-Valle Perella, a Tra le quote , a Colle Morotti fino a Quota 916 ai suoi piedi sul lato orientale. La veduta mette in evidenza le strutture stratigrafiche della maggior parte delle unità fin ora considerate, come la uniformità nella vergenza di NNE delle successioni di Monte La Costa, Quota 916 e dello stesso Aria dell Orso ; l esteso anticlinale di Colle Salva Signore segnato da numerose faglie e pieghe; la caotica dislocazione delle successioni di Tra le quote e di Colle Morotti, le quali appaiono variamente troncate da faglie, fratture e pieghe. La serie dei calcari e calcari organogeni a Rudiste di Aria dell Orso si distingue in una monoclinale in strati e grosse bancate dello spessore complessivo di circa m 200, misurata sul suo versante meridionale dove si presenta bene esposta; è datata Albiano- Cenomaniano in relazione alle sue evidenze paleontologiche; è correlabile in parte con l Albiano-Cenomaniano di Monte La Costa; trova la sua naturale continuità nei calcari e calcari organogeni Turoniani di Quota 916, i quali a loro volta si completano in parte con quelli Coniaciano-Campaniano di Colle Morotti. Le caratteristiche sedimentologiche e paleoecologiche sono anch esse correlabili in parte con quelle di pari età di Monte La Costa, sia per i paleoambienti, sia per l elevato numero di specie. Nell Albiano le litobiofacies sono costituite essenzialmente da wackestone-packstone a Radiolitidi o Requienidi, gasteropodi e Pernidi, da grainstone-rudstone bioclastici corrispondenti a fondali di ambienti lagunari dietro il bordo della piattaforma con acque a energia medio- bassa, talora medio-alta,diversificati in zone di altofondo e zone di secche e barre. Nel Cenomaniano dominano litobiofacies di gainstone-rudstone con bioclasti bene arrotondati, floatstone a Caprinidi e Radiolitidi, wackestone a Nerineidi,corrispondenti a fondali di bordo di piattaforma. Le colonizzazioni rappresentano biocenosi a Rudiste, gasteropodi, Pernidi e pochi coralli. In particolare si rinvengono: - Monopleura marcida White, - Monopleura sp.distribuita in una comunità estesa e in uno strato di una ventina di centimetri spesso, - Himerelites douvillei Di Stefano, - Schiosia paolae Mainelli - Radiolites sp. - Durania montislacostae Mainelli - Sauvagesia nicaisei (Coquand) Fischer, - Ichtyosarcolites bicarinatus Gemmellaro, - Caprina carinata Bohm. 117

122 Aria dell Orso Successione dei calcari e calcari organogeni a Rudiste dell Albiano-Cenomaniano. 118

123 G K Ichthyosarcolites tricarinatus Parona Valva destra. Cenomaniano di Aria dell Orso 119

124 G K Sphaerucaprina woodwardi Gemmellaro Cenomaniano superiore di Colle dell Orso 120

125 Cenomaniano superiore di Colle dell Orso. Calcare a Chondrodonta joannae Choffat Sellaea himerensis Di Stefano Valve sinistre e destre 121

126 3) - Campo Puzzo- Costa Alta. Le due località sono separate dalla strada Campitello- Sella del Perrone, al km. 4 circa. Tutta l area è costituita da una successione di calcari e calcari organogeni di età Aptiano superiore-senoniano (Campaniano). I calcari dell Albiano-Aptiano superiore, distinti in strati e bancate dello spessore complessivo di m.120 circa, si rilevano da Campo Puzzo verso La Gallinola, qui denominati di Campo Puzzo ; i calcari del Cenomaniano-Campaniano, in strati e bancate dello spessore complessivo di circa 200 metri si rilevano da Campo Puzzo verso la Costa Alta. La successione di Campo Puzzo, qui denominata di Costa Alta, è caratterizzata in genere da rudstone- grainstone a bioclasti di Pelecipodi e gasteropodi, intervallati da wackestone con resti ben conservati di Rudiste, gasteropodi ed Ostreidi. Nell Aptiano superiore si rileva una colonizzazione notevole a Mathesia tertiicolloquirudistarum Mainelli, distinta in uno strato di centimetri di spessore per una lunghezza non calcolata. La comunità è sostituita lateralmente da resti ben conservati di una piccola Requienia sp. e da gasteropodi. Nella serie si rilevano inoltre: - Lithyoperna sp.; - Nerinea sp.. La successione di Costa Alta è caratterizzata da rudstone-grainstone a resti di Rudiste e gasteropodi, floatstone a Rudiste e gasteropodi. Sono presenti in particolare: - Caprina carinata Boehm - Caprinula sp; - Neocaprina gigantea Plenicar; - Ichthyosarcolites bicarinatus Gemmellaro; - Ichthyosarcolites tricarinatus Parona; - Sauvagesia nicaisei Coquand; - Sauvagesia sharpei Bayle; - Distefanella bassanii Parona - Plagioptychus paradoxus Matheron; - Hippurites sublaevis Matheron; - Hippurites sublaevis Matheron; - Vaccinites gosaviensis Douvillè; - Sauvagesia tenuicostata Polsak.; - Durania sp.; - Radiolites sp. 122

127 Campo Puzzo-Costa Alta Successione dei calcari e calcari organogeni a Rudiste del Cenomaniano-Campaniano. 123

128 Radiolites sp. individuo completo. Santoniano - Campaniano di Campo Puzzo-Costa Alta. 124

129 Durania sp. valva sinistra Ichthyoisarcolites bicarinatus Gemmellaro sezione trasversale della valva destra Cenomaniano di Campo Puzzo-Costa Alta. 125

130 Gasteropodi del Cenomaniano di Campo Puzzo Gasteropodi del Santoniano di Costa Alta 126

131 4) - La Gallinola Il monte è formato da un insieme di cime, una delle quali rappresenta la seconda più alta del Matese (m. 1923); è compreso, per la parte Molisana, essenzialmente nei territori di S.Polo Matese e Bojano; è costituito da calcari e calcari organogeni intensamente fagliati e fessurati. Alcune sezioni stratigrafiche, tuttavia, disposte nella loro naturale successione cronologica, rappresentano bene, senza lacune, tutta l evoluzione sedimentaria e paleontologica dell area, dal Barremiano al Senoniano (Campaniano). La successione dei calcari considerati, rilevata da 3 sezioni, misura in totale m.700 circa, da quota 1915 circa a scendere lungo la perpendicolare alla inclinazione degli strati immersi NNE di Le caratteristiche dei calcari organogeni distinguono lito-biofacies già rilevate in altre aree del Matese Orientale. Il Barremiano-Aptiano è segnato da rudstones bioclastici, floatstones a resti ben conservati di Rudiste e gasteropodi. I bioclasti sono in genere costituiti da grossi frammenti di Rudiste, per la maggior parte di Caprinidi, pochi gasteropodi e rari resti di coralli, spatizzati e ben arrotondati. Le bioclastiti di cui sopra, in strati spessi da 30 a 50 centimetri, sono in alternanza di graistones bioclastici con elementi fino a 2-3 centimetri di diametro massimo. Nel Barremiano si rileva Requienia pietrarojensis Mainelli. Nell Aptiano superiore resti ben conservati di Rudiste identificano, per la maggior parte uno boundstone a miriadi di individui, quasi tutti in posizione di vita, di Mathesia tertiicolloquiirudistarum Mainelli con rari resti di Nerinee e piccole Requienie. L Albiano è distinto in genere da packstones con Ostreidi, gasteropodi e Rudiste s.l. tra le quali Eoradiolites liratus Douvillè. Il Turoniano è segnato dalla presenza di floatstones a Radiolitidi, Hippuritidi e Requienidi. In particolare si rinvengono: - Distefanella bassanii Parona; - Hippurites sp. - Sauvagesia sp. - Apricardia manuelae Mainelli; - Nerinea schiosensis Pirona. Nel Senoniano sono presenti floatstones a Rudiste, gasteropodi, rari coralli e Pernidi, tra i quali: - Vaccinites taburni Guiscardi; - Biradiolites martellii Parona; - Sauvagesia tenuicostata Polsak. 127

132 La Gallinola Successione dei calcari e calcari organogeni del Barremiano-Senoniano 128

133 Lithyoperna sp. Floatstone lagunare. Barremiano di La Gallinola 129

134 G K Requienia pietraroiensis Mainelli Individuo intero Barremiano di La Gallinola Eoradiolites liratus Douville Valva sinistra Albiano di La Gallinola 130

135 Cenomaniano superiore di La Gallinola. Resti di Caprinidi bene arrotondati, estratti da una bioclastite (deposito di barra) Caprina sp. Esemplare completo. 131

136 5 - La Torretta - Colle Antona. I due rilievi, facilmente accessibili dalla strada Campochiaro- Fonte Franconi, bordano il Matese settentrionale in territorio di Guardiaregia, elevandosi a quota 1060 di Colle Antona, a quota 1173 di La Torretta; sono caratterizzati da una successione di calcari e calcari organogeni di età Santoniano-Campaniano. La serie, che comprende quindi i due rilievi, in strati e bancate per uno spessore complessivo di circa m.250, è immersa NE di circa 40 ed è costituita essenzialmente da: - grainstone-rudstone a bioclasti di Rudiste, gasteropodi e rari coralli; - wackestone a Rudiste, gasteropodi e rari coralli; - mudstone-wackestone con piccoli litoclasti neri; - floatstone a resti di.rudiste. Nella successione si rinvengono: - Plagioptychus paradoxus Matheron; - Vaccinites gosaviensis Douvillè; - Vaccinites taburni Guiscardi; - Vaccinites chaperi Douvillè - Sauvagesia tenuicostata Polsak; - Durania samnitica Parona; - Hippurites colliciatus Woodward - Durania canaliculata Pejovic. 132

137 La Torretta-Colle Antona Successione dei calcari e calcari a Rudiste del Santoniano-Campaniano. 133

138 Icnofossile. Reptazione meandriforme su superficie fangosa (bioturbazione da locomozione) da parte di un organismo bentonico (Helmintoide?, Gasteropode?). In alto a sinistra, esemplare di Hippurites colliciatus Woodward Santoniano - Campaniano di Colle Antona. 134

139 G K Vaccinites chaperi Douville Valva destra Santoniano di Colle Antona Vaccinites taburni Guiscardi Valve destra, sinistra Santoniano di Colle Antona - La Torretta 135

140 G K Hippurites colliciatus Woodward Santoniano-Campaniano di Colle Antona - La Torretta Sauvagesia tenuicostata Polsak Santoniano - Campaniano di Colle Antona - La Torretta 136

141 6) - Costa Chianetta- Costa S.Angelo. Le coste si collocano a monte della strada Guardiaregia-Bivio Bocca della Selva, dal Km 33 al Km 36. L area è rappresentata da calcari e calcari organogeni in due monoclinali immerse SE, sulle quali sono trasgressivi, concordanti, i calcari organogeni della Formazione Cusano; i calcari marnosi della Formazione Longano; le argille, marne ed arenarie della Formazione Pietraroja. La successione dei calcari e calcari organogeni a Rudiste, di età Turoniano-Senoniano, misura m. 350 circa di spessore, fino al contatto con la sovrastante trasgressione del Miocene. La serie qui considerata identifica la Cenozona a Cuneolina pavonia parva Henson e Dicyclina schlumbergeri Munier-Chalmas Sartoni e Crescenti (1962); è costituita da: - floatstone a Rudiste e gasteropodi; - wackestone-packstone a Foraminiferi bentonici e alghe verdi; - wackestone a Nerineidi, Actaeonidi, Radiolitidi, Hippuritidi. La macrofauna particolare è distinta da: - Durania sp; - Biradiolites martellii Parona; - Milanovicia dobrunensis Sliskovich; - Sauvagesia tenuicostata Polsak; - Gorianovicia sp.; - Katzeria hergegovinaensis Slisk. 137

142 Costa Chianetta - Costa S. Angelo Successione dei calcari e calcari organogeni a Rudiste del Turoniano - Senoniano. 138

143 G K Sauvagesia tenuicostata Polsak Valva destra Santoniano - Campaniano di Costa Chianetta - Costa S. Angelo Katzeria hergegovinaensis Slisk. Individuo completo. Campaniano di Costa Chianetta - Costa S. Angelo 139

144 7) - Sbregavitelli. Serra Sbregavitelli si colloca a Km.5,5 circa a monte della strada Miralago- Letino, a ONO del Lago Matese. La successione dei calcari e calcari organogeni della Serra, di età Aptiano, misura m 200 circa di spessore, con strati e bancate immerse NE; è distinta essenzialmente nelle lito-biofacies: - calcari a pelecipodi e gasteropodi; - calcari stromatolitici e loferitici; - calcari bioclastici e intraclastici. Macrofossili gasteropodi: - Neoptyxis praefleuriaui Delpey; - Diozoptyixis coquandi d Orb - Diozoptyxis blancheti Pic. Et Camp.; - Aptyxiella libanitica Delpey pelecipodi: Requienidi, Caprinidi, Ostreidi. Nell Aptiano superiore è presente Mathesia tertiicolloquiirudistarum Mainelli in uno strato dello spessore di cm costituito da miriadi di individui della specie in posizione di vita, associati con rari Requienidi e gasteropodi. 140

145 Veduta orientale di Sbregavitelli. La successione dei calcari e calcari organogeni a Rudiste e gasteropodi, di m. 200 circa, immersa di NE, di età Aptiano, è bene evidente lungo il taglio della strada che dall altopiano conduce a Letino Mathesia tertiicolloquiirudistarum Mainelli è presente all alto della successione, appena dietro la fine della leggera salita della strada. 141

146 Sbregavitelli. Successione dei calcari e calcari organogeni a Rudiste dell Aptiano. 142

147 Mathesia tertiicolloquirudistarum Mainelli cluster. Aptiano superiore di Sbregavitelli. Sezioni trasversali di valve destre sezioni longitudinali di valve destre 143

148 Mathesia teriicolloquiirudistarum Mainelli Aptiano superiore di Sbregavitelli. 144

149 8) - Civita di Pietraroja Civita di Pietraroja,in provincia di Benevento, si colloca sul bordo orientale del Matese; è delimitata a NO da una forra profonda circa m 400 dove scorre il torrente Titerno; declina verso Est con una pendenza di circa 10. I terreni sono costituiti da una serie mesozoica (Giurassico inferiore- Albiano basale) di calcari e calcari dolomitici, calcari selciferi ad ittioliti dello spessore di m 400 circa, affioranti nel versante occidentale. La serie immerge verso E-SE di una decina di gradi, coperta sul versante orientale, in trasgressione ma concordanti, da calcareniti della Formazione Cusano; da calcari marnosi della Formazione Pietraroja. La successione esaminata, di età Cretacico inferiore, è quella del lato SO per circa m. 300 la quale dai pressi del cimitero scende al fiume Titerno ed è distinta in tre complessi ( Catenacci e Manfredini, 1963). Il complesso inferiore, per m 230 circa, è costituito da calcari (floatstone, packstone) a resti di Pelecipodi e gasteropodi, intercalati da marne calcaree. Tra le Rudiste si rinvengono Requienie e Toucasie. Il complesso intermedio, dello spessore di m 30 circa, è formato da calcari straterellati nocciola ed avana, intercalati da calcare biancastro nel quale sono presenti lumachelle di Requienidi. Il complesso superiore, dello spessore di m 25-30, è distinto da calcari biancastri a miriadi di individui di Requienia tortilis Mainelli, pochi gasteropodi e Ostreidi. I calcari del complesso superiore ed in parte del complesso intermedio sono in eteropia di facies con i calcari selciferi ed ittiolitiferi di Pietraroja. Il passaggio laterale è a becco di flauto. In particolare la parte superiore del complesso intermedio e il complesso superiore sono da attribuirsi al Barremiano-Albiano basale. Nel calcari neritici si rinvengono: - Requienia pietrarojensis Mainelli (Barremiano); - Nerineidi dal Giurassico superiore all Albiano basale. Nei calcari selciferi ed ittiolitiferi del Barremiano-Aptiano sono presenti: Anfibi - Triton (?) megacephalus Costa; - Polysemia apennina Costa; - Derasmosaurus pietraroiae Barbera e Maguglia Pesci - Rhinobatus obtusatus Costa; - Phorcinyus sp. - Coleodus costai Heckel 145

150 - Palaebalistum bassanii D Erasmo; - Notogogus pentlanti Agassiz; - Propterus sachii Costa; - Lepidotus minor Agassiz; - Aethalion robustus Traquair; - Sauropsidium laevissimum Berger; - Chanos leopoldii Costa; - Chirocentrites coroniniis Heckel - Diplomystus brevissimus De Bainville; - Pleuropholis decastroi Bravi. Crostacei - Dispeudastacus sp. Tetrapodi - Albanerpeton megacephalus Costa; - Chocometokadmom fitzigeri Costa; - Costasaurus rusconi Costa. Tra i calcari dell Aptiano superiore è stato rinvenuto un piccolo Teropode in buono stato di conservazione. 146

151 Civita di Pietraroia Successione delle dolomie e dolomie calcaree; dei calcari dolomitici, calcari e calcari organogeni a Rudiste, calcari selciferi e ittiolitiferi. Età: Cretacico inferiore. LEGENDA 1 Requienia tortilis 2 Requienia pi trarojensis Calcari selciferi e ittioliferi di Pietraroia Livelli marnoso - detritici. Dolomite, dolomite calcaree, calcari dolomitici. Calcari. Ostreidi. Livello a Orbitolina spp. Requienidi da Catenacci e Manfredini, 1963, modificato Nerineidi. 147

152 Pleuropholis decastroi Bravi Aptiano di Civita di Pietraroja Da S. Bravi,

153 G K Calcari selciferi e ittiolitiferi di Pietraroja. Età Barremiano - Aptiano. Cometokadmon fitzingeri Costa veduta dorsale cranio bacino Da C. Barbera e L. Maguglia,

154 G K Calcari selciferi e ittiolitiferi di Pietraroja. Età Barremiano - Aptiano. Derasmosaurus pietraroiae Barbera e Maguglia. veduta dorsale cranio bacino Da C. Barbera e L. Maguglia,

155 Requienia pietrarojensis Mainelli Barremiano di Civita di Pietraroja Requienia tortilis Mainelli Albiano basale di Civita di Pietraroja 151

156

157

158

159 Gli itinerari - considerano la città di Bojano, maggiore centro del Matese Molisano, il luogo di partenza dei percorsi stessi, sia per le buone disponibilità logistiche, sia per i collegamenti viari con le regioni limitrofe; - prevedono l attraversamento di zone del Matese ricche di testimonianze paleontologiche volutamente non descritte al fine di coinvolgere il visitatore nella loro scoperta; - hanno come scopo ultimo la conoscenza delle località fossilifere descritte nel testo. 155

160 156

161 157

162 158

163 159

164

165 Appendice

166

167 163

168 Il Canyon del Quirino nel Matese nord-orientale, Oasi WWF, è tra i paesaggi piu stupendi dell Appennino meridionale, non solo per il notevole complesso delle strutture che costituiscono la sua morfologia, ma anche per la singolarità delle associazioni floristiche e faunistiche che lo caratterizzano in specifiche nicchie ecologiche. Dirupi inaccessibili, anfiteatri maestosi, colli ameni, speroni di roccia, ripiani e cenge strettissime che talora formano camminamenti tra le stesse strutture, depositi detritici e di massi persino smisurati, slocati sul letto e sul greto del fiume, istoriati dalla millenaria, inesorabile erosione, chine su cui si aprono innumerevoli piccole e grandi grotte generate dal carsismo delle quali alcune sicuramente abitate nella preistoria, configurano essenzialmente l imponenza del luogo. Estese, rigogliose faggete, l altezza delle quali supera a volte i 30 metri, abeti anche rarissimi, questi ultimi in via d estinzione, ginepri nani impenetrabili, tassi longevi fino a mille anni in forte regresso, chiamati alberi della morte per l uso dell ornamento funebre, agrifogli dalle bacche rosse, morbidi muschi, licheni e felci, licopodie ed equiseti, selaginelle dal lontano passato geologico, fiori del sottobosco esili ma di colori smaglianti identificano in parte la vegetazione in associazione-climax del territorio considerato, evolvente lentamente nel tempo. Lupi solarini, volpi, lepri, gatti selvatici, cinghiali, scoiattoli, criceti, muridi, vipere e colubridi, innumerevoli specie di insetti e altri artropodi, rapaci tra cui la poiana e passeriformi anche non comuni distinguono le comunità di animali del territorio, competitori e tolleranti. Chi per la prima volta si affaccia sul ciglio della gola o sul ponte Arcichiaro che lo attraversa sospeso a 100 metri e più di altezza, è colpito subito, innanzitutto, dal timore inconsapevole che tutto precipiti da un momento all altro tanto è la suggestione degli spazi grandiosi e delle forme che sembrano in bilico, poi è preso dal sentimento di immergersi fantasticamente in una ridda di congetture sulla genesi e la storia evolutiva del paesaggio, orrido, mirabile, segregato, selvaggio, misterioso, che suscita nell animo una indicibile esaltazione. La genesi e la storia evolutiva del canyon, invece, si leggono in quelle più ampie e globali del Matese, compatto massiccio calcareo cui appartiene, descritte nella prima parte del testo. In questo contesto il Canyon si è originato essenzialmente in una linea di faglia su una serie di calcari generati da sedimento marino di età Cretacico, compressi e sollevati nell attuale dislocazione. 164

169 Con l emersione dell area del Canyon, segnata dalla frattura principale e da una rete di fratture secondarie, inizia l erosione dei calcari da parte degli agenti atmosferici. Le acque meteoriche penetrano nelle fessurazioni imbevendo il calcare come un grande spugnone e originando le sorgenti, scorrono infine lungo la frattura principale generando il letto del fiume Quirino con la sua rete idrografica. La formazione del Canyon, quindi, è dovuta alla concomitanza di più fattori che si identificano essenzialmente: - nella particolare struttura tettonica dell area distinta da una rete di fratture che impostano la rete idrografica; - nella litologia del territorio, fatta di calcari in strati e banchi dislocati in monoclinali; - nella erosione fluviale che ha inciso profondamente l area in corrispondenza delle fratture. Le acque che alimentano il Quirino provengono non solo dai rilievi carsici laterali alla gola, ma anche dalla valle ai piedi di Monte Mutria, costituita da calcareniti poco permeabili di età Miocene superiore e da argilliti di età Pleistocene, incise in formazioni calanchifere. Nella valle anzidetta sono in corso lavori di costruzione di una diga. Le rocce del Canyon sono distinte da calcari e calcari organogeni in strati e bancate dello spessore complessivo di oltre 300 metri, inclinati NNE di 30-50, secondo i luoghi, e caratterizzati da intensa fratturazione e fessurazione, da cavità ipogee ed epigee dovute al carsismo. La serie stratigrafica è datata Albiano-Miocene con due lacune di cui la prima di età Albiano basale- Turoniano segnata da un lieve orizzonte bauxitico, la seconda di età Senoniano (Maastrichtiano)-Miocene inferiore. Nei calcari organogeni del Cretacico si rinvengono, tra l altro, resti di Rudiste. Tra le specie significative si rinvengono: -Requienia tortilis Mainelli dell Albiano basale; -Vaccinites gosaviensis Douvillè del Santoniano-Campaniano -Vaccinites taburni Guiscardi del Coniaciano-Santoniano. 165

170 G K Il vecchio ponte dell Arcichiaro, testimonianza della storia del Matese, prima che venisse demolito dai lavori di sbancamento per la costruenda diga del Quirino. 166

171 Due vedute del Canyon del Quirino (Oasi WWF) Il Baratro Il Ponte Arcichiaro da 100 metri sotto 167

172

173

174

175 Globuli:- costituiti da micrite finissima, omogenea, microcristallina, con diametro da 2 a 5 cm; - generati meccanicamente per rimozione, trasporto e arrotondamento di grumi (fecali?); - immersi in un sedimento lagunare, coostipato (per seppellimento sotto carico) La matrice é formata da clasti finissimi. Il cemento postdeposizionale é costituito da calcite. Cenomaniano superiore di Monte La Costa 171

176 Impronte interlaminari di creste trasversali ed oblique Il verso della corrente é da sinistra in basso a destra in alto. Arenaria della Formazione Pietraroia Miocene superiore dell area pedemontana di Monte La Costa. Stratificazione incrociata cuneiforme, legata a onde tra livelli di alta e bassa marea. Arenaria della Formazione Pietraroia Miocene superiore dell area pedemontana di Monte La Costa. 172

177 Stratificazione parallela gradata. Variazione granulometrica verticale ciclica. La sequenza granulonetrica rispecchia il variare delle condizioni idrodinamiche Decantazione massiva grossolana. Deposito di barra nell Aptiano superiore di Monte La Costa. Particolare della decantazione più grossolana. Wackestone a bioclasti (gasteropodi, Requienidi, altro) 173

178 Controimpronte di pioggia costituite da sedimento depositatosi su piccole depressioni dovute a caduta di pioggia su fango umido o secco. Marna della formazione Pietraroja Miocene superiore dell area pedemontana di Monte La Costa. Formazioni stromatolitiche Sedimento carbonatico clastico - fine disposto in sottili lamine variamente ondulate, intrappolato nella mucillagine algale. Facies biostromale nel Cenomaniano superiore di Monte La Costa. 174

179 Piste meandriforme di reptazione. Tracce su sedimento pelitico, ricoperto di sabbia, di attività fisiologica di animale, forse di Helmintoidea labirintica Arenaria su marna della Formazione Pietraroia. Miocene superiore dell area pedemontana di Monte La Costa. 175

180 Laminazione a focacce. Marna sabbiosa, caotica, della Formazione Pietraroia. Miocene superiore dell area pedemontana di Monte La Costa. Flusso della corrente. Controimpronte di erosione prodotte da vortici. Flute - coasts bulbosi. Arenaria e marna della Formazione Pietraroia. Miocene superiore dell area pedemontana di Monte La Costa. 176

181 Palla di argilla armata (diametro di cm 30 circa) costituita da - piccoli ciottoli e granuli di sabbia al nucleo, - piccoli litoclasti esternamente, conficcati nell argilla quando questa ha rotolato sul fondale. Miocene superiore di Campobasso. 177

182

183 Bibliografia

184

185 Accordi G., Carbone F., Sirna G., 1982, Relationships among tectonic setting substratum and benthonic communities in the upper Cretaceous of north-eastern Matese (Molise, Italy). Geologica Romana, 21, Accordi G., Carbone F.,1990, Creataceous depositional systems in north-eastern Matese. C. St. Geol. It. Centr. C.N.R. 2nd Int. Conf. On Rudist- Rome Bari oct Accordi G., Carbone F., Sirna G., 1982, Distribuzione delle facies cretaciche lungo il margine settentrionale della Piattaforma del Matese. Guida all escursione del II Simposio Ecologia e Paleoecologia delle comunità bentoniche. Ist. Pal. e Geol. Un. Roma, 34 pp. Amore O., Ciampo C., Ruggiero E., Santo A., Sgrosso I., La successione miocenica del Matese nord-occidentale: nuovi dati biostratigrafici e conseguenti ipotesi paleogeografiche. Atti del 74 Cong. Naz. Soc. Geol. It., Sorrento. Bassani F., 1885, Risultati ottenuti dalle principali ittiofaune cretacee. Rend. Ist. Lomb.,2/18, , 1892, Marmo e calcare litografico di Pietraroja in prov. di Bn. Rend. Ist. Ic., IV/5, Barbera, C., Maguglia, L., 1988, Revisione dei Tetrapodi del Cretaccio inferiore di Pietraroia (Matese Orientale, Benevento) appartenenti alla Collezione Costa del Museo di Paleontologia dell Università di Napoli. Mem. Soc. Geol. It. 41, , 2 tavv. Bravi S., 1988, Conributo allo studio del giacimento ad ittioliti di Pietraroja (Benevento).I. Pleuropholis decastroi N.sp. (Pisces, Actinopterygii, Pholidophoriformes), Mem. Soc. Geol. It. 41, , 2ff., 1 tav. Briden J.C., Drewry G.E., Smith A.G., 1974, Phanerozoic equal area world maps. Jour. Geol. 82, Carannante G., D Argenio B., Dello Jacovo B., Ferreri V., Mindszenty A, Simone L., 1988, Studi sul carsismo cretacico dell Appennino Campano. 41 Cassetti M., 1893, Appunti geologici sul Matese. Boll. Com. Geol. It., 24,

186 Cassetti M., 1894, Relazione sui lavori eseguiti nella valle del Volturno nell anno Boll. Con. Geol. It., , 1895, Osservazioni geologiche eseguite l anno 1894 in alcune parti dell Appennino meridionale. Boll. Com. Geol. It., 26, Catenacci V., De Castro P., Sgrosso S., 1962, Complessi guida nel Mesozoico del Matese orientale. Atti del Conv. Sulla Geologia dell Appennino. Mem. Soc. Geol. It.,4. Catenacci V., Manfredini M., 1963, Osservazioni stratigrafiche sulla Civita di Pietraroja (Bn). Boll. Soc. Geol. It., 82/3, Centamore E., Valletta M., 1968, Contributo alla conoscenza dell Appennino Molisano. Boll. Serv. Geol. It., 89. Cherchi A., Ruberti D., Sirna G.,1992, Osservazioni biostratigrafiche sul Cretacico del Matese centro-settentrionale (Italia centrale). Boll. Serv. Geol.It. Ciampo C., Sgrosso I., Ruggiero, Taddei E.,1984, Età e modalità della messa in posto del Massiccio del Matese nel Bacino Molisano. Boll. Soc. Geol. It., 102. Colamonico, C., , La Conca di Campo Rotondo, in Mondo Sotterraneo. Udine, XV-XVI ,1921, La distribuzione della popolazione nel distretto di Cerreto Sannita. Atti del Congresso in Udine. Costa O. G., 1851, Depositi di ittioliti nel regno di Napoli. Nuovi Ann. Sc. Nat, 3\4, , 1851, Cenni intorno alle scoperte fatte nel Regno riguardante la Paleontologia. Filatre Sebezio ed. Napoli , 1865, Studi sopra i terreni ad ittioliti delle province napolitane diretti a stabilire l età geologica dei medesimi. Parte II, Calcare stratosa di Pietraroja. Atti Acc. Sc. Bis. e Mat. 2/16, , 1866, Nuove osservazioni e scoperte intorno agli scavi recentemente eseguiti della calcarea ad ittioliti in Pietraroja. Rend. Acc.Sc.Fis. e Mat., I, 2-22, 1-12, Napoli Crescenti U., 1966, Osservazioni sulla stratigrafia dell Appennino meridionale alla luce delle recenti ricerche micropaleontologiche. Boll. Soc. Geol. It., 85/2,

187 Crescenti U., Sartoni S., 1970, Sintesi biostratigrafica del Mesozoico dell Italia meridionale. Mem. Soc. Geol. It., 9, Crescenti U., Vighi L., 1970, Risultati delle ricerche eseguite sulle formazioni bauxitiche cretaciche del Casertano e del Matese, in Campania. Mem Soc. Geol. It., 9, D Erasmo G., , La fauna e l età dei calcari ad ittioliti di Pietraroja (Prov. di Bn.) Paleont. It., 20, De Corso S., Scrocca D. Tozzi M., 1998, Geologia dell anticlinale del Matese e implicazioni per la tettonica dell Appennino Molisano. Boll. Soc. Geol. It. 117, De Lorenzo G., 1937, Geologia dell Italia meridionale. Ed. Pal. Napoli. D Argenio B., 1962, Sulla età dei livelli a Requienie nell Appennino Campano. Boll. Soc. Nat. Napoli, LXXI, , 1963, Una trasgressione del Cretacico Superiore nell Appennino Campano. Mem. Soc. Geol. It., 4/2, , 1963, I calcari ad ittioliti del Cret. Inf. del Matese. Atti Acc. Sc. Fis. e Mat., 4/3, 1-63, Napoli , 1966, Zone isopiche e faglie trascorrenti nell Appennino centro-meridionale. Mem. Soc. Geol. It., 5, , 1974, Le piattaforme periadriatiche. Una rassegna di problemi nel quadro geodinamico mesozoico dell area mediterranea. Mem. Soc. Geol. It , Pescatore T., Scandone P., 1973,Schema Geologico dell Appennino meridionale (Campania e Lucania). Acc. Naz. Lincei. Quaderno 183, , Ferreri V., Ruberti D., 1987, Cyclic versus episodic deposition in a carbonate platform sequence. Lower Cretaceous of Matese Mountains Southern Apennines. Mem. Soc.Geol.It., 40, , 1988, Cicli ciclotemi e tempestiti nei depositi carbonatici aptiani del Matese (Appennino Campano) Mem.Soc.Geol.It., 41, , 1988, L Appennino Campano-Lucano, vecchi e nuovi modelli geologici tra gli anni 60 e gli inizi degli anni 80. Mem. Soc. Geol. It.,41, D Erasmo G., , La fauna e l età dei calcari ad ittioliti di Pietraroja (Benevento). Palaentographia Italia, 20, 21, Pisa. 183

188 Fittipaldi E. U., 1900, Gasteropodi del calcare turoniano di S. Polo Matese (Cb). Atti R. Acc. Sc. Fis. e Nat., 1/10, Galdieri A., 1913, Osservazioni sui calcari di Pietraroja in provincia di Bn.. Rend. Acc. Sc. Fis. e Nat., 19/3, Jetto A., 1969, Assetto stutturale e ricostruzione paleogeografica del Matese occidentale (Appennino meridionale). Mem. Soc. Naturalisti in Napoli, 78, Laubscker, H.P., 1971, The large scale kinematics of the western Alps and Northern Apennines and palinspastic implications. Ama. J., 271, , 1974, The tectonics of subduction in the Alpine system. Mem.Soc.Geol..It., 13, Lazzari, A.,, 1958, Sulla tettonica del Matese. Boll. Serv. Geol. It., 53, Mainelli M., 1975, Requienia pietrarojensis n. sp. del Barremiano di Civita di Pietraroja (Bn.). Boll. Soc. Pal. It., 14, , 1975, Requienia tortilis n. sp. nell Albiano inferiore del Matese centromeridionale e dei monti d Ocre (App. centro-meridionale). Boll. Soc. Pal. It., 14/2, , 1983, Nuove Rudiste del Cretacico inferiore-medio di Monte La Costa (S. Polo Matese, Campobasso). Boll. Soc. Pal. It., 22/3, , 1986, Caso di forma aberrante in valva sinistra di Durania sp. Boll. Soc. Pal. It., 18/ ,1985, Fam. Diceratidae Dall, 1895, in Treatise on Inv. Pal., Part N. v. 2 (of 3) Mollusca 6- Bivalvia. Soc. G. Am. Inc. Un. Kansas , 1990, Durania montislacostae n. sp. in the upper Cenomanian of La Costa mountain (Matese-Italy). 2 International Conference on Rudists, Rome-Bari, oct , 1990, Rudists Classification: new proposal. 2nd International Conference on Rudists, Rome-Bari, oct , 1990, Schiosia nicolinae Mainelli, 1983: explanation. Geol. Rom., 28, Roma, , 1993, The Rudist Mathesia tertiicolloquiirudistarum Gen. N. Sp. in the Upper Aptian of Serra Sbregavitelli, Matese, South Apennines, Italy. Rev. Mex. Cienc.. Geol., v. 12, n. 2, , 1993, Apricardla manuelae n. sp. in the lower Turonian of Northeastern Matese (South Ap.) Italy. Rev. Mex. Cienc. Geol.;v.12,n.2, 1 184

189 Mainelli M., 1993, Distefanella exilis n. sp. nel Santoneano di Colle Salva Signore (S. Polo Matese, Campobasso, Matese, Appennino Meridionale). Rev. Mex. Cienc.; v. 12) Manfredini, M., Scarsella, F., 1954, Relazione preliminare sul rilevamento geologico del gruppo del Matese (Fogli 161 IS, 162 CB, 172 CE, 173 BN). Boll. Soc. Gol:It., v. 76,pp Marinelli, G., 1895, Pianure, vallate e motagne d Italia. In La Terra, v. IV Italia, t.1, Milano Mostardini F., Merlini S., 1987, Appennino centro-meridionale. Sezioni geologiche e proposta di modello strutturale. Pubbl. AGIP, 73. Congr.Soc.Geol.It. Parona C. F., 1901,Le Rudiste e le Camacee di S. Polo Matese raccolte da F. Bassani. Mem. R. Acc. Sc. Torino, 50/2, , 1911, Nuovi studi sulle Rudiste dell Appennino. R. Acc. Sc. Torino, 2/62, Pescatore, T., 1961, Ulteriori osservazioni sul flysch a sud-est del Matese. Boll. Soc. Geol. It. v. 80, pp Ruberti D, 1992, Le lacune stratigrafiche nel Cretacico del Matese centro settentrionale. Boll. Soc. Geol. It., 111, , 1992, Facies biocostruite a Rudiste nel Senoniano del Matese. Aspetti deposizionali e paleoecologici Boll. Soc. Geol. It , 1994, Oss. Strat. Sul Cretacico della successione di Colle Salva Signore (Matese centro-settentrionale, App. Centr). Boll. S. G. I., 112, Sacco F., 1910, L Appennino Meridionale. Boll. Soc. Geol. It. V.29, Sartoni S., Crescenti U., 1962, Ricerche biostratigrafiche nel Mesozoico dell Appennino meridionale. G. Geologia Bologna, 29/2, Selli R., 1957, Sulla trasgressione del Miocene nell Italia meridionale. G. Geologia Bologna, 26/2, , 1962, Il Paleogene nel quadro dell Appennino centro-meridionale. Mem Soc. Geol. It., v.3,

190 Scarsella F.,-Manfredini M., 1955, Relazione preliminare sul rilevamento geologico del gruppo del Matese. Boll. Serv. Geol. It. 7 Sgrosso, I., 1978, Contatto stratigrafico tra le areenarie di Frosolone ed i calcari mesozoici del Matese. Rend. Soc. Geol. It., , 1983, Alcuni dati sulla possibile presenza di una quarta piattaforma carbonatica nell Appennino centro-meridionale. Rend. Soc. Geol. It., , 1988, Nuovi elementi per un piu articolato modello paleogeografico nell Appennino centro-meridionale. Mem. Soc.Geol. It.,41, , 1996, I rapporti tra i depositi del Massiccio del Matese e quelli del Bacino Molisano. Mem. Soc. Geol. It., 51, , 4 figg.. Sirna G., 1989, A new senonian species of Hippurtid in the Matese and Maiella Mts. (Central Italy). Boll. Soc. Pal. It., 29/1, Servizio Geologico d Italia, Carta Geol. d Italia, 1: F. 161 Isernia , Carta Geol. d Italia, l: f. 162 Campobasso , Carta Geol. d Italia, l: f. 172 Caserta , Carta Geol. d Italia, 1: F. 173 Benevento. Sutter, K., 1939, Die Eiszeitliche Vergietscherung des Zentralapennins. Zurigo, Geb. Fretz. Cfr. pp Zanfra S., 1963, Osservazioni micropaleontologiche sulla serie dei terreni dal Cenomaniano al Miocene inf. nei F. 162 Cb e 173 Bn. Mem. Soc. Geol. It.,

191

192 Finito di stampare Gennaio 1999 Arti Grafiche La Regione snc Ripalimosani (CB)

193

194

195

Il paesaggio attuale.

Il paesaggio attuale. Il paesaggio attuale. I Monti del Matese (Fogli 161 IS; 162 CB; 172 CE; 173 BN della Carta Geologica d Italia), allineati all incirca NO-SE sul confine tra il Molise e la Campania per più di 50 chilometri,

Dettagli

Serie stratigrafica di Sbregavitelli. Bioerma a Mathesia tertiicolloquiirudistarum. Strada che dal Lago del Matese conduce al lago di Gallo-Letino

Serie stratigrafica di Sbregavitelli. Bioerma a Mathesia tertiicolloquiirudistarum. Strada che dal Lago del Matese conduce al lago di Gallo-Letino Serra Sbregavitelli Serie stratigrafica di Sbregavitelli Bioerma a Mathesia tertiicolloquiirudistarum Strada che dal Lago del Matese conduce al lago di Gallo-Letino 169 Serra Sbregavitelli, località a

Dettagli

Nell Albiano basale si rinvengono: - Requienia tortilis Mainelli; - Monopleura marcida White;. - Eoradiolites rousseli ( Toucas) Douvillè.

Nell Albiano basale si rinvengono: - Requienia tortilis Mainelli; - Monopleura marcida White;. - Eoradiolites rousseli ( Toucas) Douvillè. Le aree fossilifere Nella Piattaforma Carbonatica del Matese Orientale le aree fossilifere più significative e di facile raggiungibilità si identificano nelle seguenti località: 1) - Monte La Costa; 2)

Dettagli

La successione carbonatica.

La successione carbonatica. La successione carbonatica. Monte La Costa fa parte di una particolare ed interessante area fossilifera che si è generata e sviluppata nel margine esterno nord-orientale della Unità stratigrafico-strutturale

Dettagli

- spinta variabilità, genotipica e fenotipica, che le rende distinte da forte evoluzione;

- spinta variabilità, genotipica e fenotipica, che le rende distinte da forte evoluzione; Le Rudiste, dal latino rudis, costituiscono un gruppo di Bivalvi, ordine Rudistae Lamark, 1812, di grande interesse paleobiologico, stratigrafico e litologico; vissero tra la fine del Giurassico e la fine

Dettagli

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA DIRETTIVA 92/437CEE DPR 357/97 MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 IT9210141 LAGO LA ROTONDA Dott.ssa SARLI Serafina INDICE PREMESSA Pag. 2

Dettagli

... Valentina e a Serena, nipoti carissime

... Valentina e a Serena, nipoti carissime ... Valentina e a Serena, nipoti carissime Patrocinio Comune di Bojano Regione Molise - Assessorato al Turismo Provincia di Campobasso Ente Provinciale per il Turismo - Campobasso E.R.I.M. - Campobasso

Dettagli

PRINCIPI DI STRATIGRAFIA

PRINCIPI DI STRATIGRAFIA PRINCIPI DI STRATIGRAFIA STRATIGRAFIA: parte della Geologia che studia la successione delle rocce sedimentarie secondo l ordine di deposizione e cerca di ricostruire gli originari ambienti di sedimentazione.

Dettagli

NEOZOICA o QUATERNARIA 2 CENOZOICO o TERZIARIA 65. MESOZOICO (vita intermedia) o SECONDARIA 250 PALEOZOICO (vita antica) o PRIMARIA

NEOZOICA o QUATERNARIA 2 CENOZOICO o TERZIARIA 65. MESOZOICO (vita intermedia) o SECONDARIA 250 PALEOZOICO (vita antica) o PRIMARIA La storia della Terra è stata suddivisa in cinque intervalli di tempo di diversa durata, detti ERE, suddivise a loro volta in PERIODI. Le suddivisioni tra un era e l altra e tra i rispettivi periodi, sono

Dettagli

1. Le rocce e la loro età

1. Le rocce e la loro età 1. Le rocce e la loro età Roccia - Materiale che costituisce un opera d arte - Corpo geologico - Aggregato di fasi mineralogiche - Associazione di fasi mineralogiche - Sistema chimico - insieme di parti

Dettagli

ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE

ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE PROCESSI FORMATIVI: 1) EROSIONE 2) TRASPORTO 3) DEPOSITO DIAGENESI Insieme di trasformazioni chimiche e fisiche che un sedimento sciolto subisce col tempo dopo la sua deposizione, e

Dettagli

MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI

MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI MARGINI DI PIATTAFORMA CARBONATICA E REEFs CARBONATICI I reefs carbonatici sono ottimi indicatori delle condizioni ambientali (clima, profondità d acqua, ossigenazione); inoltre sono generalmente ottime

Dettagli

Lago Nero Report 2006

Lago Nero Report 2006 Lago Nero Report 2006 1.0 Premessa La presente relazione illustra i primi risultati di una campagna di indagini geognostiche eseguite in Località Lago Nero nel Comune di Tornareccio (CH), nell ambito del

Dettagli

LA FRANA DI TERMINI IMERESE CONTRADA FIGURELLA

LA FRANA DI TERMINI IMERESE CONTRADA FIGURELLA REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO LA FRANA DI TERMINI IMERESE CONTRADA FIGURELLA I GEOLOGI: Dott.ssa - Daniela Alario Dott. Ambrogio Alfieri Dott.

Dettagli

1936); Faglia orientale del Liri (Segr( 1969; 1971; 1975), Linea Val Roveto- Atina (Funicello

1936); Faglia orientale del Liri (Segr( 1969; 1971; 1975), Linea Val Roveto- Atina (Funicello Faglia della Marsica (Beneo 1936); Faglia orientale del Liri (Segr( Segrè,1950; Zuccari 1963), Dondi et al. 1966 (Pozzo Trevi); Pieri 1966 Faglia della Marsica occidentale (Parotto( 1969; 1971; 1975),

Dettagli

Il Bacino Idrografico dell Alto Biferno

Il Bacino Idrografico dell Alto Biferno Il Bacino Idrografico dell Alto Biferno Veduta Carta delle grandi falde freatiche d Italia Falda freatica della Vallata di Bojano 66 L area Il Bacino idrografico dell alto Biferno qui considerato si identifica

Dettagli

Carannante G., D Argenio B., Dello Jacovo B., Ferreri V., Mindszenty A, Simone L., 1988, Studi sul carsismo cretacico dell Appennino Campano.

Carannante G., D Argenio B., Dello Jacovo B., Ferreri V., Mindszenty A, Simone L., 1988, Studi sul carsismo cretacico dell Appennino Campano. Bibliografia Accordi G., Carbone F., Sirna G., 1982, Relationships among tectonic setting substratum and benthonic communities in the upper Cretaceous of north-eastern Matese (Molise, Italy). Geologica

Dettagli

GEOLOGIA STRATIGRAFICA

GEOLOGIA STRATIGRAFICA ITG A. POZZO LICEO TECNOLOGICO GEOLOGIA STRATIGRAFICA INDIRIZZO: Costruzioni, Ambiente, Territorio - opzione B GEOLOGIA E TERRITORIO Classe 4^ - 3 ore settimanali Schede a cura del prof. Romano Oss GEOLOGIA

Dettagli

MASSICCIO DEL MATESE.

MASSICCIO DEL MATESE. MONTE LA COSTA, cartografato nel Foglio I.G.M.I. 405 Campobasso, ovvero nella Tavoletta I.G.M. 162, III N.O. BOJANO, è una propaggine del MASSICCIO DEL MATESE centro settentrionale che si sviluppa degradando

Dettagli

Concetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale. Variazioni relative del livello marino

Concetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale. Variazioni relative del livello marino Concetti introduttivi alla stratigrafia sequenziale Variazioni relative del livello marino Considerando le curve che indicano la variazione nel tempo degli onlap costieri entro un determinato bacino,

Dettagli

MUSEO PALEONTOLOGICO MICHELE GORTANI

MUSEO PALEONTOLOGICO MICHELE GORTANI MUSEO PALEONTOLOGICO MICHELE GORTANI Mostra Paleontologica L'evoluzione della vita attraverso i fossili A cura di L. Tiraboschi --- Foto di A. Foscheri MUSEO PALEONTOLOGICO MICHELE GORTANI Portogruaro

Dettagli

Modulo 2: Nozioni di base di Geologia

Modulo 2: Nozioni di base di Geologia Modulo 2: Nozioni di base di Geologia Il principio dell attualismo in Geologia la stratigrafia e le sue leggi fondamentali cenni sulla Paleogeografia dell appennino centrale dal Mesozoico ad oggi 1) Principio

Dettagli

LE ROCCE. Dott.ssa geol. Annalisa Antonelli

LE ROCCE. Dott.ssa geol. Annalisa Antonelli LE ROCCE DEFINIZIONE ROCCIA: aggregato naturale di sostanze minerali cristalline o amorfe Rocce omogenee: costituite da un solo tipo di minerale (es. roccia gessosa, roccia calcarea, salgemma) Rocce eterogenee:

Dettagli

PRIMA DIDASCALIA: Appennino - Maghrebide dei Monti di Trabia o di Calamigna)

PRIMA DIDASCALIA: Appennino - Maghrebide dei Monti di Trabia o di Calamigna) PRIMA DIDASCALIA: ERA MESOZOICA > TRIASSICO > LADINICO/CARNICO (241-228 Ma) Rocce appartenenti a Facies del dominio Imerese (Catena Appennino - Maghrebide dei Monti di Trabia o di Calamigna), originatesi

Dettagli

Sistemi Deposizionali (parte III)

Sistemi Deposizionali (parte III) Corso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia Cap. VI Sistemi Deposizionali (parte III) Una SPIAGGIA può progradare, costruendo una sequenza sedimentaria di tipo coarsening-upward Il suo spostamento

Dettagli

ITINERARIO. Stop 2 LOCALITA IGNE L Evento Anossico Toarciano (black shale): marne e calcari marnosi della Formazione di Igne (Bacino di Belluno)

ITINERARIO. Stop 2 LOCALITA IGNE L Evento Anossico Toarciano (black shale): marne e calcari marnosi della Formazione di Igne (Bacino di Belluno) B. Figus ITINERARIO Stop 1 LAGO DI BARCIS Il Calcare di Monte Cavallo: calcari con Rudiste in posizione fisiologica, facies di margine di piattaforma carbonatica cretacica superiore (Piattaforma Friulana)

Dettagli

Patrocinio. Comune di Bojano. Comune di S. Polo Matese. Regione Molise. E.R.I.M. Campobasso. Lion Club Bojano. Associazione Mathesia, S.

Patrocinio. Comune di Bojano. Comune di S. Polo Matese. Regione Molise. E.R.I.M. Campobasso. Lion Club Bojano. Associazione Mathesia, S. ai Molisani Patrocinio Comune di Bojano Comune di S. Polo Matese Regione Molise E.R.I.M. Campobasso Lion Club Bojano Associazione Mathesia, S.Polo Matese Michele Mainelli BIOERMI A RUDISTE NEL CRETACICO

Dettagli

Capitolo 6 Rilevamento geologico

Capitolo 6 Rilevamento geologico Capitolo 6 Rilevamento geologico Rilevamento geologico: finalizzato a fornire informazioni sulle caratteristiche geologiche (litologia rocce affioranti, datazione, rapporti spaziali) di una determinata

Dettagli

Le rocce rocce rocce

Le rocce rocce rocce Le rocce Per rocce si intendono aggregati di minerali cristallini, a volte con presenza di sostanze amorfe. La maggior parte delle rocce è formata da minerali diversi; più raramente le rocce sono formate

Dettagli

SERVIZIO PIANIFICAZIONE PAESISTICA E AMBIENTALE AFFIORAMENTI DI CONGLOMERATO PRESSO PORTO D ADDA (COMUNE DI CORNATE D ADDA)

SERVIZIO PIANIFICAZIONE PAESISTICA E AMBIENTALE AFFIORAMENTI DI CONGLOMERATO PRESSO PORTO D ADDA (COMUNE DI CORNATE D ADDA) AFFIORAMENTI DI CONGLOMERATO PRESSO PORTO D ADDA (COMUNE DI CORNATE D ADDA) Particolare di paleosuolo (presso Porto d Adda) NOME LOCALIZZAZIONE DESCRIZIONE INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO E GEOLOGICO Affioramenti

Dettagli

Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari

Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari Indagini geologiche, idrogeologiche ed archeologiche preliminari 2 INDICE PREMESSA Tali indagini hanno lo scopo dell accertamento e della verifica delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dei

Dettagli

Geomorfologia Eolica

Geomorfologia Eolica Geomorfologia Eolica Forme determinate dall azione del vento Duna: rilievo di sabbia costruito dal vento Tipi più comuni di dune Barcana: duna isolata che in pianta assomiglia ad una mezzaluna Esempi di

Dettagli

Per rocce si intendono aggregati di minerali La maggior parte delle rocce è formata da minerali diversi; ;più raramente le rocce sono formate da un

Per rocce si intendono aggregati di minerali La maggior parte delle rocce è formata da minerali diversi; ;più raramente le rocce sono formate da un LE ROCCE Per rocce si intendono aggregati di minerali La maggior parte delle rocce è formata da minerali diversi; ;più raramente le rocce sono formate da un solo minerale Le rocce si classificano in tre

Dettagli

PLACCA AFRICANA GEOLOGIA DEL TICINO

PLACCA AFRICANA GEOLOGIA DEL TICINO PLACCA AFRICANA GEOLOGIA DEL TICINO Placca Africana. Durante il periodo successivo al Triassico (da 225 a 190 milioni di anni fa), l apertura di grandi fessure nel Pangea segnò l inizio della disgregazione

Dettagli

Stratigrafia e Unità di Classificazione Internazionali

Stratigrafia e Unità di Classificazione Internazionali Corso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia Cap. VII Stratigrafia e Unità di Classificazione Internazionali La Stratigrafia è la sub-disciplina delle Scienze Geologiche che studia, descrive e classifica

Dettagli

SCIENZE. La formazione delle rocce sedimentarie. Rocce sedimentarie clastiche. il testo:

SCIENZE. La formazione delle rocce sedimentarie. Rocce sedimentarie clastiche. il testo: 01 La superficie della Terra è coperta da un sottile strato di rocce. Le rocce si formano sulla superficie della Terra a causa del processo di sedimentazione. Sedimentazione: accumulo di materiali in strati

Dettagli

3.3 Il bacino del fiume Cavone

3.3 Il bacino del fiume Cavone 3.3 Il bacino del fiume Cavone 3.3.1 Il territorio Il bacino del fiume Cavone (superficie di 675 kmq) presenta caratteri morfologici prevalentemente collinari, ad eccezione che nella porzione settentrionale

Dettagli

Caratteri dei Sedimenti (Nozioni di Base)

Caratteri dei Sedimenti (Nozioni di Base) Corso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia Cap. I Caratteri dei Sedimenti (Nozioni di Base) I sedimenti clastici si originano per disgregazione di rocce pre-esistenti (EROSIONE). I sedimenti possono

Dettagli

Modulo 1: Nozioni di base di Geologia

Modulo 1: Nozioni di base di Geologia Modulo 1: Nozioni di base di Geologia La Terra (Parametri fisici -Origine-Struttura Dinamica) Metodi di datazione assoluta e relativa Il Tempo Geologico e le sue principali suddivisioni La Terra: le principali

Dettagli

Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1

Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1 Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1 laguna di Marano FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 2 Rappresentazione imprecisa, difficile FVG 17 Lagune

Dettagli

LE ROCCE. (seconda parte) Lezioni d'autore. di Simona Mazziotti Tagliani

LE ROCCE. (seconda parte) Lezioni d'autore. di Simona Mazziotti Tagliani LE ROCCE (seconda parte) Lezioni d'autore di Simona Mazziotti Tagliani VIDEO VIDEO Le rocce sedimentarie (I) Le rocce sedimentarie, seppur in quantità minore nella crosta terrestre rispetto alle metamorfiche

Dettagli

Strutture delle rocce sedimentarie in sezione sottile

Strutture delle rocce sedimentarie in sezione sottile Strutture delle rocce sedimentarie in sezione sottile 20 ingrandimenti circa 15 ingrandimenti circa 20 ingrandimenti circa Rocce sedimentarie detritiche RUDITI (elementi > 2mm) Conglomerati/Puddinghe Rocce

Dettagli

ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE

ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE Le rocce sedimentarie derivano dai processi di erosione, trasporto e deposito di sedimenti, o anche da precipitazione chimica o fissazione da parte di organismi viventi. Il sedimento

Dettagli

Strati e stratificazione

Strati e stratificazione Strati e stratificazione Definizione Fisica: uno STRATO rappresenta uno corpo costituito da un accumulo di sedimenti, fisicamente delimitato alla base (letto) ed al tetto da superfici di discontinuità,

Dettagli

STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA

STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA Dott.ssa Geol. Daniela Alario - Dr. Geol. Giovanni

Dettagli

Gli Appennini. Piani di Castelluccio, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in Umbria.

Gli Appennini. Piani di Castelluccio, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in Umbria. Piani di Castelluccio, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, in Umbria. Gli Appennini sono un sistema montuoso collegato a nord-ovest alle Alpi e che si estende fino al di là dello Stretto di Messina,

Dettagli

Northern Petroleum (UK) Ltd Istanza d30 G.R-.NP (Canale di Sicilia) Zone G e C Relazione Geologica

Northern Petroleum (UK) Ltd Istanza d30 G.R-.NP (Canale di Sicilia) Zone G e C Relazione Geologica Northern Petroleum (UK) Ltd Istanza d30 G.R-.NP (Canale di Sicilia) Zone G e C Relazione Geologica UBICAZIONE E GENERALITA L istanza di permesso di ricerca d..g.r-.np che si richiede è ubicata nel Canale

Dettagli

14. L ambiente marino

14. L ambiente marino 14. L ambiente marino Novembre 1997. La acque dell Oceano Pacifico orientale presentano un sensibile aumento della temperatura, attribuito a un episodio di El Niño. Dal confronto delle due immagini, costruite

Dettagli

Classificazione sismica attuale. Proposta di riclassificazione sismica

Classificazione sismica attuale. Proposta di riclassificazione sismica 1.2. - CLASSIFICAZIONE SISMICA E SISMICITÀ STORICA La Tab.1.2..1 e le Figure 1.2.. e 1.2.. mostrano la classificazione sismica attuale dove il 75% dei comuni è in I e II categoria e la proposta di riclassificazione

Dettagli

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA DIRETTIVA 92/437CEE DPR 357/97 MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 IT9220144 LAGO SAN GIULIANO E TIMMARI Dott.ssa SARLI Serafina INDICE PREMESSA

Dettagli

GEOMORFOLOGIA. Modellamento dei versanti

GEOMORFOLOGIA. Modellamento dei versanti GEOMORFOLOGIA La Geomorfologia ha per fine lo studio e l interpretazione delle forme e dei processi responsabili del modellamento del rilievo terrestre I processi geodinamici possono distinguersi in due

Dettagli

RELAZIONE INTEGRATIVA ERSU - Fondazione Brigata Sassari Studio Associato di Geologia Madau&Sechi via Pasubio 14 Sassari Tel. 0793493506896 Premessa La presente relazione definisce le caratteristiche litologico

Dettagli

ELEMENTI DI GEOMORFOLOGIA STRUTTURALE

ELEMENTI DI GEOMORFOLOGIA STRUTTURALE ELEMENTI DI GEOMORFOLOGIA STRUTTURALE FAGLIA ATTIVA E' considerata attiva una faglia originatasi e/o riattivatasi durante il campo di stress agente correntemente nell'area.. Faglia quaternaria, pleistocenica,

Dettagli

Sequenza sismica in Italia centrale: scarpate di faglia prodotte dall evento del 30 ottobre 2016

Sequenza sismica in Italia centrale: scarpate di faglia prodotte dall evento del 30 ottobre 2016 Sequenza sismica in Italia centrale: scarpate di faglia prodotte dall evento del 30 ottobre 2016 Scritto da Silvia Mattoni 3 novembre 2016 Il terremoto del 30 ottobre in Italia Centrale ha prodotto almeno

Dettagli

Geologia ed idrogeologia del bacino idrico termale di Suio-Castelforte

Geologia ed idrogeologia del bacino idrico termale di Suio-Castelforte Geologia ed idrogeologia del bacino idrico termale di Suio-Castelforte OBIETTIVO: modello idrogeologico del Bacino Idrico Termale di Suio-Castelforte M. Aurunci Occidentali Valle Latina M. Aurunci Orientali

Dettagli

RICOGNIZIONE E VERIFICA DEI GEOSITI E DELLE EMERGENZE GEOLOGICHE DELLA REGIONE PUGLIA

RICOGNIZIONE E VERIFICA DEI GEOSITI E DELLE EMERGENZE GEOLOGICHE DELLA REGIONE PUGLIA REGIONE PUGLIA Area Politiche per la Mobilità e Qualità Urbana - Servizio assetto del territorio P.O. FESR 2007-2013 - ASSE IV - LINEA 4.4 - AZIONE 4.4.1 Attuazione Legge Regionale 4 dicembre 2009, n.33

Dettagli

Premessa e metodologia di lavoro.

Premessa e metodologia di lavoro. Premessa e metodologia di lavoro. Lo scopo della presente tesi consiste nella ricostruzione delle modalità di circolazione idrica delle sorgenti mineralizzate della porzione settentrionale del Monte Morrone,

Dettagli

di Mauro Carta, geologo e docente di Scienze Naturali Il basamento calcareo mesozoico

di Mauro Carta, geologo e docente di Scienze Naturali Il basamento calcareo mesozoico di Mauro Carta, geologo e docente di Scienze Naturali Il basamento calcareo mesozoico L Isola di Sant Antioco si è formata oltre centocinquanta milioni di anni fa. A tale epoca risalgono le rocce più antiche

Dettagli

SCHEDA PER IL CENSIMENTO DELLE SORGENTI

SCHEDA PER IL CENSIMENTO DELLE SORGENTI SCHEDA PER IL CENSIMENTO DELLE SORGENTI 1 - DATI IDENTIFICATIVI N di riferimento e denominazione 1 / Sorgente Nuova Fiume Località Gesiola Comune Provincia Varese Sezione CTR A4C3 Coordinate chilometriche

Dettagli

DESCRIZIONE GEOSITO 15: MONTE CASOLI

DESCRIZIONE GEOSITO 15: MONTE CASOLI DESCRIZIONE GEOSITO 15: MONTE CASOLI A) DESCRIZIONE GEOLOGICA, NATURALISTICA E PAESAGGISTICA DEL GEOSITO Il geosito è situato nel territorio comunale di Bomarzo, a nord-ovest del centro abitato, in località

Dettagli

Quantificare la produzione carbonatica delle alghe coralline (Rhodophyta):

Quantificare la produzione carbonatica delle alghe coralline (Rhodophyta): Quantificare la produzione carbonatica delle alghe coralline (Rhodophyta): dalla pianta alla scala di bacino Basso D., Caragnano A., Bracchi V. Dipartimento di Scienze Geologiche e Geotecnologie Università

Dettagli

RELAZIONE DI INDAGINE GEOTECNICA, IDROLOGICA E IDRAULICA

RELAZIONE DI INDAGINE GEOTECNICA, IDROLOGICA E IDRAULICA RELAZIONE DI INDAGINE GEOTECNICA, IDROLOGICA E IDRAULICA PREMESSA - OGGETTO DEI LAVORI I lavori hanno per oggetto l'esecuzione delle infrastrutture di supporto al Piano per gli Insediamenti Produttivi

Dettagli

Comacchio, Sacca di Goro, Venezia, Caorle, Marano, Grado

Comacchio, Sacca di Goro, Venezia, Caorle, Marano, Grado laguna di Marano Comacchio, Sacca di Goro, Venezia, Caorle, Marano, Grado Origine delle lagune: condizioni geologiche e idrologiche Costa bassa: pianura alluvionale e ampia piattaforma continentale Escursione

Dettagli

CONOSCI L'ITALIA VOLUME VII PAESAGGIO TOURING CLUB ITALIANO ' 1963

CONOSCI L'ITALIA VOLUME VII PAESAGGIO TOURING CLUB ITALIANO ' 1963 CONOSCI L'ITALIA VOLUME VII IL PAESAGGIO TOURING CLUB ITALIANO O ' 1963 /,----.. --~. I CiA lstrtuto Universitario Architettura Venezia VSA 103 Servizio Bibliografico Audiovisivo e di Documentazione. ~~';;.

Dettagli

La carta dei paesaggi italiani Colora la cartina dei grandi paesaggi italiani, seguendo le indicazioni della legenda.

La carta dei paesaggi italiani Colora la cartina dei grandi paesaggi italiani, seguendo le indicazioni della legenda. La carta dei paesaggi italiani Colora la cartina dei grandi paesaggi italiani, seguendo le indicazioni della legenda. paesaggio alpino = verde paesaggio appenninico = rosso paesaggio padano = giallo paesaggio

Dettagli

Capitolo 12 Le acque sotterranee

Capitolo 12 Le acque sotterranee Capitolo 12 Le acque sotterranee Acque sotterranee: si organizzano in corpi idrici con caratteristiche differenti a seconda del tipo di materiale Rocce cristalline o sedimentarie: circolano prevalentemente

Dettagli

IL TERRITORIO DI SONDRIO NELLA NUOVA CARTOGRAFIA GEOLOGICA

IL TERRITORIO DI SONDRIO NELLA NUOVA CARTOGRAFIA GEOLOGICA IL TERRITORIO DI SONDRIO NELLA NUOVA CARTOGRAFIA GEOLOGICA venerdì 5 settembre 2014, 9:30 16:30 Sala Consiliare del Comune di Tirano Piazza Cavour 18 Tirano (SO) Le successioni sedimentarie del Sudalpino

Dettagli

Concetto di Strato e Stratificazione

Concetto di Strato e Stratificazione orso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia ap. IV oncetto di Strato e Stratificazione (parte II) he cos è la STRTIFIZIONE? 1) Definizione Fisica: la stratificazione rappresenta la ripetizione di più

Dettagli

Il fenomeno carsico. Carsismo: Insieme dei processi di dissoluzione chimica delle rocce calcaree da parte delle acque

Il fenomeno carsico. Carsismo: Insieme dei processi di dissoluzione chimica delle rocce calcaree da parte delle acque Il carsismo Il fenomeno carsico Carsismo: Insieme dei processi di dissoluzione chimica delle rocce calcaree da parte delle acque Il carso è una regione geografica a confine tra Italia e Slovenia Le rocce

Dettagli

COLONIZZAZIONE DI FORAMINIFERI BENTONICI ESOTICI NELLE ISOLE PELAGIE E NEL S-E DELLA SICILIA

COLONIZZAZIONE DI FORAMINIFERI BENTONICI ESOTICI NELLE ISOLE PELAGIE E NEL S-E DELLA SICILIA Laureanda: Relatore: Roberta Guastella prof. Antonio Caruso Correlatrice: dott.ssa Claudia Cosentino ABSTRACT DELLA TESI MAGISTRALE SU COLONIZZAZIONE DI FORAMINIFERI BENTONICI ESOTICI NELLE ISOLE PELAGIE

Dettagli

Grotte Naturali di Palermo

Grotte Naturali di Palermo Grotte Naturali di Palermo Tra le Riserve Naturali della Provincia di Palermo vi sono alcune grotte molto particolari, per la loro storia e per la loro conformazione Sono Grotta Conza, Grotta di Carburangeli,

Dettagli

Paleontologia Stratigrafica

Paleontologia Stratigrafica Paleontologia Stratigrafica Stratigrafia Scienza che studia la disposizione, la successione nel tempo e la struttura chimico fisica dei corpi rocciosi Moti delle placche Vulcanesimo Cosmo, Sole Rotazione

Dettagli

A2.1 - Tabelle per il calcolo dei coefficienti di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento)

A2.1 - Tabelle per il calcolo dei coefficienti di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento) ALLEGATO A2 TABELLE E FORMULE PER LA VALUTAZIONE DEI FATTORI DI AMPLIFICAZIONE SISMICA PER LE ANALISI DEL SECONDO LIVELLO DI APPROFONDIMENTO E PER LA VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI TOPOGRAFICI. A2.1 - Tabelle

Dettagli

IL GIARDINO ROCCIOSO. Dott. ssa geol. Annalisa Antonelli

IL GIARDINO ROCCIOSO. Dott. ssa geol. Annalisa Antonelli IL GIARDINO ROCCIOSO QUANDO È NATO? Origini che risalgono al Rinascimento (1350-1550); ricchi Signori collezionavano pietre, spugne, conchiglie, ossa di animali acquatici, ecc Periodo del paesaggismo inglese

Dettagli

Montagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza. Colline: rilievi tra i 300 e i 600 metri di altezza

Montagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza. Colline: rilievi tra i 300 e i 600 metri di altezza Montagne: rilievi superiori ai 600 metri di altezza Colline: rilievi tra i 300 e i 600 metri di altezza 3) PER ACCUMULO SUI FONDALI MARINI DI ROCCIA E SABBIA che, col tempo e la spinta delle placche, si

Dettagli

La montagna. Ghiacciai. Clima e vegetazione

La montagna. Ghiacciai. Clima e vegetazione La montagna Le montagne sono disposte in modo ordinato lungo una catena montuosa o in un massiccio (non in linea). I rilievi sono costituiti da versanti delimitati in cima dai crinali (o spartiacque) e

Dettagli

LE DOLOMITI DEL SUD, UN OPERA D ARTE DELLA NATURA DA TUTELARE E VALORIZZARE. MONTE MUTOLO, CANOLO (CALABRIA IONICA MERIDIONALE) 1

LE DOLOMITI DEL SUD, UN OPERA D ARTE DELLA NATURA DA TUTELARE E VALORIZZARE. MONTE MUTOLO, CANOLO (CALABRIA IONICA MERIDIONALE) 1 LE DOLOMITI DEL SUD, UN OPERA D ARTE DELLA NATURA DA TUTELARE E VALORIZZARE. MONTE MUTOLO, CANOLO (CALABRIA IONICA MERIDIONALE) LE DOLOMITI DEL SUD, UN OPERA D ARTE DELLA NATURA DA TUTELARE E VALORIZZARE.

Dettagli

Ambito estrattivo 3S - Scalello

Ambito estrattivo 3S - Scalello Ambito estrattivo 3S - Scalello Comune di: Sarsina Località: Scalello Area inserita nel PAE Comunale con sigla: Ii10 Stato di fatto: Area con attività estrattiva in corso L Area è inserita nel PIAE vigente?:

Dettagli

INDICE ALLEGATI: STRALCIO CARTE GEOLOGICA, GEOMORFOLOGICA PPE PLANIMETRIE SEZIONI LITOSTRATIGRAFICHE 1 PREMESSA 2 MODELLO GEOLOGICO

INDICE ALLEGATI: STRALCIO CARTE GEOLOGICA, GEOMORFOLOGICA PPE PLANIMETRIE SEZIONI LITOSTRATIGRAFICHE 1 PREMESSA 2 MODELLO GEOLOGICO INDICE 1 PREMESSA 2 MODELLO GEOLOGICO 3 MODELLO GEOMORFOLOGICO 4 MODELLO LITOSTRATIGRAFICO 4 INDAGINE IN SITO 4 CATEGORIA DI SUOLO DI FONDAZIONE 7 COEFFICIENTE DI AMPLIFICAZIONE TOPOGRAFICA 8 CONCLUSIONI

Dettagli

ESCURSIONE IN LOCALITA MATERA, GRASSANO E TRICARICO A cura di Sergio Longhitano, Domenico Chiarella e Marcello Tropeano

ESCURSIONE IN LOCALITA MATERA, GRASSANO E TRICARICO A cura di Sergio Longhitano, Domenico Chiarella e Marcello Tropeano Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea Triennale in Scienze Geologiche CORSO DI GEOLOGIA STRATIGRAFICA E SEDIMENTOLOGIA Anno Accademico 2007/2008 ESCURSIONE DIDATTICA DEL CORSO DI GEOLOGIA

Dettagli

I VIAGGI DELLE PIANTE 1.2

I VIAGGI DELLE PIANTE 1.2 I VIAGGI DELLE PIANTE 1.2 Primo incontro, Parte Seconda, a cura di Milena Bertacchini LE PIANTE VIAGGIANO a grande scala trasporto a piccola scala FATTORI NATURALI FATTORE UOMO Movimenti crostali Mutamenti

Dettagli

Capitolo 5 Elementi fondamentali di tettonica e stratigrafia

Capitolo 5 Elementi fondamentali di tettonica e stratigrafia Capitolo 5 Elementi fondamentali di tettonica e stratigrafia Studia l assetto della crosta terrestre, le dislocazioni che ha subìto attraverso le ere geologiche e le deformazioni delle rocce. Deformazioni

Dettagli

Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario

Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario Corso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario I sedimenti clastici si originano per disgregazione di rocce pre-esistenti (EROSIONE). I sedimenti

Dettagli

Esercizio 2 Domi di esfoliazione (Yosemite National Park, California, USA) Domande

Esercizio 2 Domi di esfoliazione (Yosemite National Park, California, USA) Domande Esercizio 1 La carta mostra delle curve di livello solo in una sua parte. (a) Si definisca la scala della carta: (b) Utilizzando i punti quotati si disegnino le curve di livello principali (di 100 in 100

Dettagli

CARBONE. % C ANTRACITE* LITANTRACE* *origine geologica più antica LIGNITE TORBA 55-65

CARBONE. % C ANTRACITE* LITANTRACE* *origine geologica più antica LIGNITE TORBA 55-65 CARBONE Il carbone fossile è il più pregiato combustibile fossile e il più inquinante. Si origina per la lenta decomposizione in condizione anaerobica di sostanze organiche di natura principalmente vegetale

Dettagli

I rilievi. Mondadori Education

I rilievi. Mondadori Education I rilievi I rilievi italiani che superano i 600 m di altezza sono suddividi tra le Alpi, che si estendono da ovest a est nella parte settentrionale della penisola, e gli Appennini, che invece la attraversano

Dettagli

UN VIAGGIO IDEALE: 1. Lo studio del paesaggio

UN VIAGGIO IDEALE: 1. Lo studio del paesaggio UN VIAGGIO IDEALE: 1. Lo studio del paesaggio 1 Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell avere nuovi occhi (Marcel Proust) 2 Questi nuovi occhi ci serviranno per leggere

Dettagli

1. L'EUROPA E L'ITALIA: CONFINI, COSTE, RILIEVI E PIANURE. Pearson Italia

1. L'EUROPA E L'ITALIA: CONFINI, COSTE, RILIEVI E PIANURE. Pearson Italia 1. L'EUROPA E L'ITALIA: CONFINI, COSTE, RILIEVI E PIANURE. L'Europa nel mondo L Europa è il quarto continente per dimensioni: solo l Oceania è più piccola. Dal punto di vista geografico è un estensione

Dettagli

La storia geologica del territorio di Cerignola coincide con

La storia geologica del territorio di Cerignola coincide con La storia geologica del territorio di Cerignola coincide con la storia geologica del pianeta: quando, 4.600 milioni di anni fa, la superficie terrestre fino allora concentrata in una sola unità strutturale

Dettagli

Cosa sono e dove le troviamo?

Cosa sono e dove le troviamo? LE ROCCE Cosa sono e dove le troviamo? Sono aggregati di minerali diversi che talvolta possono comprendere anche fossili* Raramente in natura troviamo un minerale isolato Costituiscono la LITOSFERA (sfera

Dettagli

16 Aprile Corso di Geologia e Litologia

16 Aprile Corso di Geologia e Litologia 16 Aprile 2008 Corso di Geologia e Litologia Dr. Andrea Berlusconi Dipartimento di Scienze Chimiche e Ambientali Università degli Studi dell'insubria via Lucini 3, 22100, Como, Italy mailto: andrea.berlusconi@uninsubria.it

Dettagli

LA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI ALLA SCALA 1: 250.000. Annamaria Correggiari

LA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI ALLA SCALA 1: 250.000. Annamaria Correggiari LA CARTOGRAFIA GEOLOGICA DEI MARI ITALIANI ALLA SCALA 1: 250.000 Annamaria Correggiari Progetto a cura di F. Trincardi, A. Argnani, A. Correggiari con contributi di Informatizzazione: F. Foglini Carta

Dettagli

LETTURA ED INTERPRETAZIONE DELLE CARTE GEOLOGICHE

LETTURA ED INTERPRETAZIONE DELLE CARTE GEOLOGICHE LETTURA ED INTERPRETAZIONE DELLE CARTE GEOLOGICHE La Carta geologica è una carta tematica che fornisce una rappresentazione bidimensionale dei terreni e delle rocce affioranti in una certa regione e dei

Dettagli

Le Tagliole (Comune di Pievepelago)

Le Tagliole (Comune di Pievepelago) Le Tagliole (Comune di Pievepelago) 17 Lineamenti generali Il versante su cui sorge l abitato di Le Tagliole può essere schematicamente suddiviso in due grandi aree: la separazione tra le due è data dalla

Dettagli

Club Alpino Italiano Sezione di Salerno

Club Alpino Italiano Sezione di Salerno Club Alpino Italiano Sezione di Salerno Domenica 19 luglio 2015 Monte Miletto e circhi glaciali dell Aquilania Monti del Matese Escursione intersezionale con il CAI di Benevento Percorso: Campitello Matese

Dettagli

19/05/2011. Phylum Brachiopoda

19/05/2011. Phylum Brachiopoda Phylum Brachiopoda I Brachiopodi sono animali marini sessili (che vivono fissati al fondo). Secernono una conchiglia esterna formata da due valve diverse fra loro ma equilaterali, ossia simmetriche rispetto

Dettagli

Cenni storico-geologici sul Carso isontino

Cenni storico-geologici sul Carso isontino MUSEO CARSICO GEOLOGICO E PALEONTOLOGICO Ass. ONLUS Via VALENTINIS 86, 34074 Monfalcone Cenni storico-geologici sul Carso isontino Inquadramento geografico Il Carso isontino è delimitato a nord-ovest dalla

Dettagli

Analisi suolo e sottosuolo

Analisi suolo e sottosuolo Analisi suolo e sottosuolo Atelier città paesaggio 2015/2016 Gruppo 02 Gruppo 16 Andrea Verzini Giacomo De Caro Niccolò Antonielli Pia Fleischer Simone Valbusa Anca Spiridon Alexia Brodu Matija Perić Rischio

Dettagli

INQUADRAMENTO GEOLOGICO - ASPETTI GEOLOGICI GENERALI DELLA REGIONE

INQUADRAMENTO GEOLOGICO - ASPETTI GEOLOGICI GENERALI DELLA REGIONE 1.1.4. Inquadramento geologico, geomorfologico, idrogeologico INQUADRAMENTO GEOLOGICO - ASPETTI GEOLOGICI GENERALI DELLA REGIONE La struttura della catena appenninica, di cui la regione fa parte, è connessa

Dettagli