Dalle indagini alla definizione di norme guida e di criteri operativi per il regolamento edilizio

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3 Il colore nell edilizia storica bolognese Sintesi del lavoro di ricerca Quanto sia importante il colore nell edilizia è cosa nota e dibattuta. Nella città di Bologna c è sempre stata molta sensibilità su questo tema, avvertito giustamente come il primo elemento d identificazione e riconoscibilità dell immagine della scena urbana. Il Comune di Bologna ha promosso un progetto d indagine e di ricerca sul colore delle facciate dell edilizia storica, incaricando l Arch. Nicola Santopuoli ( 1 ), dell elaborazione di regole e indicazioni chiare e concretamente attuabili per la scelta delle cromie, non solo per gli ambiti più tipici della città, ma anche per le zone meno caratteristiche. Con questo studio, articolato in indagini e ricerche sul campo, sono state formate ampie banche dati sulle facciate del centro storico bolognese (catalogazione fotografica, rilievo geometrico dei fronti, rilievo delle cromie, sperimentazione delle coloriture murali, indagini stratigrafiche e analisi di laboratorio) e sono state definite le norme guida ed i criteri operativi da introdurre nel Regolamento Edilizio. Con il lavoro svolto è intenzione dell Amministrazione Comunale stilare un manuale, costituito da un corpus di procedure di gestione e operative, organizzato secondo i principi delle norme ISO9001:2000, che consentirà di diffondere una cultura della qualità, precisando anche i criteri di smaltimento dei materiali di risulta, in conformità alle norme ambientali di riferimento, vale a dire l EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) e la norma ISO L adozione di un simile strumento da parte dell Amministrazione Comunale sarà accompagnata da una campagna d incentivi economici, finalizzati a premiare i soggetti (committenti, tecnici ed imprese) coinvolti nel processo edilizio in ragione diretta del tasso di conservatività che il progetto garantisce. Dalle indagini alla definizione di norme guida e di criteri operativi per il regolamento edilizio Il lavoro di ricerca sul colore delle facciate dell edilizia storica bolognese è iniziato nel 1995, quando, a partire dalla Conferenza del Recupero, attraverso il coinvolgimento di professionalità ed esperti nel campo della 47

4 conservazione, sono state avviate le prime campagne di rilevo unitamente agli approfondimenti concettuali e teorici ed al reperimento delle ricerche storiche e delle indagini scientifiche esistenti. Va, infatti, sottolineato come Bologna possieda un patrimonio di conoscenza storica e scientifica notevole. In particolare, in questa sede si desidera segnalare la ricca documentazione conservata presso l archivio del Centro per la Conservazione delle Sculture all Aperto, fondato da Cesare Gnudi e diretto dalla dr.ssa Raffaella Rossi Manaresi, in cui sono raccolte le analisi scientifiche sui materiali e sulle finiture esterne dell edilizia storica bolognese; gli ampi repertori di immagini storiche (ad esempio quello di Pietro Poppi, dei Fratelli Alinari, ecc.), i repertori più recenti realizzati dal Villani, ed ancora le straordinarie campagne fotografiche del centro storico condotte negli anni settanta da Paolo Monti, che ha costruito un rigoroso metodo di lettura dei centri storici partendo dai canoni classici della rappresentazione dell architettura. Con questo materiale documentativo è possibile risalire a gran parte delle trasformazioni della quinta urbana, scoprendo spesso interessanti e utili collegamenti. Dal 1995 ad oggi, durante questo lavoro di ricerca sul colore, è stato possibile osservare la trasformazione che ha subito l immagine della città. Il quadro che si può tratteggiare riguardo la pratica degli interventi sugli intonaci e sulle coloriture appare purtroppo deludente, poiché l aspetto storico dell ambiente cittadino risulta ormai fortemente alterato in alcune sue parti. Dopo la prima fase di ricerca del 1998, su incarico del Comune di Bologna, il progetto di indagine è stato ampliato con l obiettivo di trovare regole e indicazioni unificanti la scelta delle cromie, non solo per gli ambiti più tipici della città, ma anche per le zone più modeste, dove l intervento è spesso condotto dagli stessi proprietari o dagli amministratori degli stabili. I molteplici aspetti di questo lavoro di ricerca hanno portato a collaborare insieme tecnici professionisti, esperti scientifici, restauratori e funzionari tecnici della pubblica amministrazione che operano nel campo del restauro e del recupero. Proprio sulla spinta del coinvolgimento delle categorie interessate sono state promosse iniziative sul tema organizzando seminari, divulgando i risultati attraverso articoli su riviste del settore e con la partecipazione a convegni. In questa prima fase, quindi, per attuare gli obbiettivi l amministrazione sarà chiamata, da un lato, a sensibilizzare gli operatori del settore, promuovendo incontri con gli ordini, i collegi professionali e le associazioni di categoria alla pagina precedente ed in questa Fig. 1, 2, 3, 4, 5, 6. Le facciate del centro storico bolognese, pur alterate da ritinteggiature recenti attuate con materiali estranei alla tradizione, esibiscono tuttora la tavolozza cromatica caratteristica della tradizione cittadina: rosso mattone, giallo arenaria e bianco. 48

5 per un aggiornamento degli operatori, e, dall altro, a prevedere benefici finanziari e fiscali. A questo proposito, in occasione della presentazione dei risultati della ricerca, l assessore all urbanistica, rispondendo ad un articolata conclusione dello scrivente, in cui veniva esposta la necessità di sostenere economicamente quei committenti e tecnici che decidessero di intraprendere la scelta conservativa prospettata con questo lavoro di ricerca, ha dichiarato la volontà dell Amministrazione Comunale di istituire un fondo per tali incentivi. Schema sulle attività di ricerca e di sperimentazione svolte L attività di ricerca sul colore delle facciate dell edilizia storica bolognese ha interessato inizialmente tutto il centro storico, attraverso una ricognizione sul campo ed una successiva rigorosa campagna di catalogazione fotografica. Su questa base è stato possibile realizzare un archivio di oltre 1000 immagini, sia digitali sia su supporto diapositivo, che ha consentito di selezionare circa 500 facciate rappresentative, dove effettuare gli studi di approfondimento, finalizzati al rilievo del colore, al riconoscimento del sistema di coloritura e del supporto ed, infine, alla valutazione delle morfologie del degrado. Le cromie sono state rilevate per confronto con campioni standard, appartenenti al Munsell book of color, definendo i vari colori con un codice alfa-numerico. I dati sono stati poi elaborati per contribuire alla formulazione di un quadro orientativo sul tipo di cromie presenti nel centro storico e sulla loro distribuzione. Inoltre, le osservazioni visive sulle facciate, finalizzate al riconoscimento dei materiali e alla valutazione dello stato conservativo, hanno permesso la redazione grafica di tavole tematiche, sulla base delle Raccomandazioni Normal 1/80 e 1/88 (Normativa Manufatti Lapidei - ICR e CNR: Lessico per la descrizione delle alterazioni e degradazioni macroscopiche dei materiali lapidei ). Dopo il censimento visivo del colore, esteso a tutti i fronti selezionati, sono stati prelevati dalle facciate, secondo le Raccomandazioni Normal 3/80, i campioni di intonaco (circa un centinaio) rappresentativi delle gamme dei colori censiti, e, in particolare, con tonalità rosse e gialle. I campioni sono stati in primo luogo sottoposti ad una indagine stratigrafica, per individuare le successioni degli intonaci e\o delle coloriture presenti al di sotto del primo strato di tinteggiatura. Inoltre, altre indagini di laboratorio hanno permesso il riconoscimento della natura Fig. 7. La planimetria del centro storico bolognese. Fig. 8. Schermata della banca dati d immagini riguardante l elaborazione metrica digitale dell immagine fotografica di una facciata di via Galliera che ha consentito la restituzione del prospetto. La catalogazione fotografica ha interessato la struttura urbana, nel suo complesso, con riprese generali della quinta urbana e dei vari fronti. alla pagina seguente Fig. 9, 10, 11, 12. I singoli elementi ed i particolari che compongono le facciate. 49

6 dei pigmenti presenti e la caratterizzazione mineralogico-petrografica delle malte. Sulle cromie storiche sono state anche eseguite indagini spettrofotometriche e telefotometriche (vedi l Atlante spettrofotometrico delle cromie storiche), che hanno fornito, a partire dall acquisizione sistematica di sequenze di immagini digitali, le curve di riflettanza diffusa in funzione della lunghezza d onda nella banda del visibile (per le indagini spettrofotometriche) e dal vicino UV al vicino IR (per le indagini telefotometriche) oltre alle coordinate cromatiche (vedi Raccomandazioni Normal 43/93: Normativa Manufatti Lapidei - ICR e CNR: Misure Colorimetriche di superfici opache ). In questo modo è stata costituita una banca dati digitale oggettiva, inalterabile nel tempo e, elemento da non sottovalutare, sempre disponibile per successivi approfondimenti sulle superfici incluse nelle immagini digitali. In seguito confrontando le informazioni desunte dalla ricerca storica e da incontri con anziani decoratori (attivi sulle facciate del centro storico prima dell avvento dei sistemi di pitturazione moderni), con i primi rilievi e con gli esami effettuati sui fronti selezionati, sono stati individuati i sistemi di tinteggiatura tradizionali. Sulla base dei dati raccolti è possibile affermare che le facciate appartenenti all edilizia storica del centro di Bologna si presentano generalmente intonacate e colorate. Le cromie rilevate possono essere raggruppate in rosse e gialle; in alcuni fronti (circa il cinque per cento di quelli analizzati) è stata rilevata una coloritura verde nello strato immediatamente sotto a quello visibile, per quanto riguarda i sistemi di coloritura è emerso che la calce risulta sempre o additivata con colle organiche o protetta con silicati. La presenza di silicati come trattamento protettivo della tinta a calce è stata riscontrata nella maggior parte dei campioni e di questa consuetudine hanno dato conferma alcuni anziani decoratori che hanno operato fino agli anni Settanta. Secondo la loro testimonianza il trattamento sulla superficie veniva applicato ad essiccamento avvenuto della tinta a calce, spennellando sopra una soluzione trasparente di silicato di sodio oppure di fluorosilicati di sodio o di magnesio. I silicati utilizzati erano certamente di buona qualità, in quanto hanno resistito tutti questi anni, e tali da essere confusi con una normale tinta a calce che, invece, non sarebbe potuta durare così a lungo. Inoltre, è stato riscontrato l utilizzo di tinta a calce (additivata con colla o silicato) su intonaco cementizio (con caratteristiche più simili alle calci idrauliche che non ai cementi di oggi), ed ancora sono state rilevate facciate più recenti con idropitture, quarzi e silossani. Sulla base dei risultati delle indagini e dei dati acquisiti con la campagna di sperimentazione è stato realizzato un catalogo delle principali cromie. Il campionario delle tinte è stato prodotto su due supporti differenti: uno trasportabile, l altro, invece, in tavelloni intonacati con calce idraulica naturale da collocare permanentemente in uno spazio indicato dall amministrazione comunale. 1 Il progetto di ricerca è stato coordinato, per quel che riguarda le indagini e gli studi, dall Arch. N. Santopuoli su incarico del Comune di Bologna, settore Progetto Speciale Qualita Urbana diretto dall Arch. Franco Morelli. Il progetto di ricerca è iniziato nel 1995 con l Unità Intermedia Qualità Urbana, già diretta dall Arch. Carlo De Angelis. 50

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