Nouvelle Vague omaggio a Jean-Luc Godard un progetto teatrale di Antonio Syxty e Roberto Traverso

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1 Nouvelle Vague omaggio a Jean-Luc Godard un progetto teatrale di Antonio Syxty e Roberto Traverso drammaturgia Roberto Traverso regia Antonio Syxty con Nicoletta Mandelli Paolo Scheriani 1

2 scena 1 (Sta telefonando) Hallo Frank. I m sorry. I m awfully late...no...no... It s my fault... I don t know. Proprio non lo so... se sono infelice perché non sono libera o non sono libera perché non sono felice... What s happening to your projects for me?... Oh, yes...of course. In Italia? Sì, Frank, mi piacerebbe tanto... ma come? E i soldi? Yes, i ll do it...well...i ll go... Marvelous! No, stasera non posso. (Pausa) Sì, a me va bene. What time?... Okey...By... see you later... (Si accorge di Jean nascosto) Ma che cosa fai qui? A chi stavi telefonando? Era mio marito. Sono sicuro che non era tuo marito. Perché? Così. Tu,... tu sei completamente matto! Volevo farti una sorpresa... dai, non fare il broncio. Lasciami stare. I can never be alone when I want to be! D altronde il broncio ti sta male. Cosa vuol dire fare il broncio? Vuol dire fare così... (fa una serie di smorfie ridicole) (lo imita) Io trovo che queste smorfie mi donano moltissimo... Tu sei ancora più matta di me. (Pausa) Mi occupo sempre di ragazze che non sono fatte per me. (smette) Uffa! Cos hai?... Rispondimi Mi lasci tranquilla? Sto riflettendo. Su che cosa? Sono fatti miei. Io lo so. No, nessuno lo sa. 2

3 Bene... io sono stanco... molto stanco... Vorrei pensare a qualcosa... Prova... Non ci riesco... Perché mi guardi? Perché ti guardo. (Pausa) Allora, hai deciso? Deciso cosa? Vieni a Roma con me o no? Non so ancora se mi va. E quando lo saprai? Presto Cosa vuol dire presto?... Tra un mese, tra un anno? Presto vuol dire presto! Le donne non vogliono mai fare in otto secondi quello che faranno certamente otto giorni dopo. Otto secondi..., o otto giorni sono poi esattamente la stessa cosa... e allora perché non otto secoli? No, penso che vada bene otto giorni! Sì, no... con le donne sempre le mezze misure. E una cosa che mi butta a terra... (si accende una sigaretta) Perché non vuoi venire via con me? Non voglio avere niente a che fare con un ladro d auto. Non ti piacciono le auto americane? (Sorride accarezzando il cofano) Me l ha procurata Marcel. Ti ricordi Marcel? (Guarda l auto, poi guarda Anna) E un prestito. Che cosa vuol dire un prestito. Niente, mi deve dei soldi, così abbiamo fatto un cambio. Mi ha dato l auto per un po. Tutto qui. Sei soddisfatta? Non mi piace Marcel. Lavori sempre con lui? Qualche volta. Ora però devo fare un film. 3

4 Un film? Che genere di film? E la storia di un tizio che sposa un ereditiera e poi assolda un killer per ucciderla. E come finisce? Lei muore, ma dopo, il marito scopre che non era vero niente. Che cosa non era vero? I soldi, l eredità. Era tutto un inganno. Tu che parte fai? Il Killer. (Cerca di abbracciarla. Lei lo respinge) Perché no? Perché vorrei sapere... C è qualcosa in te che mi piace, ma non so che cosa. Ma poi ho paura. Mi piacerebbe che fossimo Romeo e Giulietta. Oh, là, là... Sorridimi. (Fa segno di no con la testa) Bene, conto fino a otto. Se all otto non mi hai sorriso ti strangolo. (seria. Si aggiusta i capelli) 1,2,3,4,5,6,7...7 e mezzo... 7 e tre quarti...sei talmente vigliacca che scommetto che mi sorridi (Scoppia a ridere. Poi si ferma) Non ho più voglia di giocare, adesso. Sei vigliacca... è un peccato.... Jean! Cosa? Dimmi qualcosa di carino! Cosa? Non so. Allora, neanch io. (pausa) Pensavo non volessi più saperne di me. Perché? L ultima volta mi hai detto di non farmi più vedere. 4

5 Dicevo così per dire. (Le accarezza il viso) Ho paura perché vorrei che tu mi amassi... e poi non so, nello stesso tempo vorrei che tu non mi amassi più... Ti amo, ma non come credi tu. E come? Non come credi tu. Tu non sai come credo io. Sì. Tu non sai a cosa penso. Sì. No. E impossibile. (Lo guarda) Vorrei sapere quello che c è dietro al tuo viso. (si accende una sigaretta) Ti guardo da dieci minuti e non so niente,...niente. Non sono mica triste, ma ho paura. (le si avvicina e le toglie la sigaretta dalla bocca: la fuma lui) Bene...allora crudele, idiota, senza cuore! (alza le spalle e si volta)......pietosa, vigliacca, spregevole!... (sorride) Sì, sì... Non sai nemmeno metterti il rossetto. E terribile... sei terribile! Di colpo ti trovo orrenda. Di pure tutto quello che vuoi, non me ne importa niente. (Lui si avvicina) Cosa fai? (le afferra la maglia) Ti tolgo la maglia. (divincolandosi) Non adesso, Jean. Oh, ma sei snervante. Con cosa fa rima? Conosci William Faulkner? (prendendola in giro) No... chi è? Sei andata a letto con lui? Ma no, cocco mio... E uno scrittore che mi piace molto. 5

6 Allora me ne infischio di lui... Togliti qualcosa... Ho imparato a memoria l ultima frase di un suo romanzo, ascolta: <<Between grief and nothing, I will take grief>> Tra il dolore e il nulla, io scelgo il dolore......e tu cosa sceglieresti? Fammi vedere le dita dei piedi... (Lei ride) Sono molto importanti le dita dei piedi in una donna. E non ridere. Cosa sceglieresti? Il dolore è idiota. (Lei sbuffa) Io scelgo il nulla. Non è che sia meglio...ma il dolore è un compromesso. O tutto o niente... (La abbraccia) (chiude gli occhi)... Ecco, ci siamo!... Perché chiudi gli occhi? Cerco di chiudere gli occhi il più possibile perché tutto diventi nero. Ma non ci riesco. Non è mai completamente nero. Il tuo sorriso visto di profilo, è la cosa migliore che hai... Ci si guarda negli occhi... e non serve a niente lo stesso. Il ruolo di una donna... è molto commovente Ti piacciono di più i miei occhi, la mia bocca o le mie spalle? Se dovessi scegliere... (lo interrompe) Vuoi che mi metta il reggiseno quando esco con te? As you like it, baby. (si accende una sigaretta) Hai fatto la guerra? Sei passata alle domande ora? Tu rispondi: hai fatto la guerra? Sì. Che cosa facevi? Scannavo la gente... Cosa vuol dire scannare? 6

7 La rovesciavo... (la prende e la gira con violenza, quasi facendola finire in terra) così! Oh!... (la solleva. La lascia. Si mette gli occhiali da sole e il cappello) Sono stanco. Credo che morirò. Tu sei matto. Sì, sono completamente suonato. Cosa vuol dire suonato? Sono io. VOCE OFF Non sempre quello che si dice è quello che si vorrebbe veramente dire. Tra Anna e Jean spesso è così. Bisticciano, ma poi ritornano insieme. Lui la segue, controlla i suoi movimenti, e ogni tanto ritorna all attacco. Ci vuole poco per capire che sono fatti l uno per l altra. Stessa visione approssimativa del mondo, stessa indole apatica e ribelle. Di Anna si può dire che sicuramente non ama le convenzioni e sogna di vivere come in un romanzo. Jean invece è un bulletto di periferia cresciuto nei cinema e nelle sale da biliardo. Un mese prima, a Parigi, il loro primo incontro... scena 2 Lei è un amica di Yvette? Sì, e allora? Io la conosco, lo sa? La conosco molto bene. Non è vero. Sì..., l ho vista tre mesi fa. No, non è vero. Ma sì, lei era davanti a una tabaccheria in Boulevard Saint-Germain, con un tale che le mostrava delle foto. Ah!, sì... è vero! Ah! allora..., perché dice di no? Lei dice qualunque cosa. E ridicola! Perché mi guarda così? Ha davvero l aria idiota... idiota e mal pettinata! (Scoppia a ridere) Come ha fatto a sapere che ero qui? 7

8 L ho seguita, passavo con la mia Jaguar rossa. L ho vista, l ho vista entrare qui. Davvero?...Ha una bella faccia tosta, lei! Perché dice questo? La sua Jaguar rossa non è altro che un Alfa Romeo! (ride) Si intende di automobili lei? Forse... Lei è molto... molto bella. L altro giorno, lei se l è bellamente svignata, eh? Quando? Quando il bandito è morto davanti al caffè... lei è sparito, così, puff!... Ah, sì?... Non credo..., non erano banditi quelli... Ah, sì? Be, io non so. Comunque, non ho detto questo per dire che lei non è coraggioso. Ho detto questo solo per iniziare una conversazione.... Cosa pensa di me? iniziano rumori di traffico/città Penso che lei è molto buona. (Urlando, per farsi capire) Cosa? Che sono molto cosa? (Anche lui) Dicevo: trovo che lei ha un aria buona, che c è molta bontà nel suo sguardo. Ah, bene, non avevo capito. Comunque è una cosa strana da dire. Perché? Sa, quando le chiedo che cosa pensa di me, non voglio mica dire in un senso cattolico... voglio dire: mi mette in un genere di donna speciale lei? Le piace essere speciale? Sì Come ha detto? Non la sento! Ho detto: SI! 8

9 Perché? Così... In ogni modo trovo che ci sono tre generi di donne. (I rumori si placano) Quelle che hanno un espressione... quelle che hanno due espressioni...quelle che hanno tre espressioni... Avanti mi faccia un sorriso. E perché dovrei? Finga di esse in compagnia di un suo amico... Ma lei non è un mio amico. E con questo?... Avanti, mi faccia un sorriso... Su, un sorrisino! No!... Uffa! Non ne ho voglia! VOCE OFF Jean le dice di essere un attore e di lavorare nel cinema, ma Anna non ne è del tutto convinta. Del resto, anche lei, gli ha fatto credere di essere sposata con un americano e di avere un figlio. Si sono conosciuti, ma in realtà non si conoscono per niente. In poche parole sono due bugiardi. E attraverso la menzogna che mettono alla prova gli altri e scoprono che cosa realmente vogliono essere. scena 3 Sì, è stupido, ma ti amo. Volevo rivederti per sapere se il rivederti mi avrebbe fatto piacere. Lunedì ho provato a telefonarti. Lunedì non ero a Parigi. Cosa fa lei qui, dato che detesta Parigi? Non ho mica detto che la detesto. Ho detto che qui ho molti nemici. Allora lei è in pericolo Sì sono in pericolo. Non vuoi venire a Roma con me? A cosa fare laggiù? Devo vedere certa gente per un film. No... Ho troppo da fare qui E adesso cosa stai facendo, per esempio? (pausa) Non lo so... Cosa c è? Niente, ti guardo. 9

10 Lei è arrabbiato perché l altro giorno sono andata via senza salutarla... No... ma ero furioso perché ero triste. (pausa) E bello svegliarsi accanto a una ragazza. Lei resterà a Parigi? Sì, devo vedere un tale che mi deve dei soldi... (Cerca di abbracciarla) Bisogna che ti veda ancora... (scostandosi) No, non bisogna! (Pausa) Poco fa hai detto qualcosa a proposito della pioggia. Che mi piaceva molto la pioggia. No, non hai detto così. Sì, non le ho detto così. Tu mi hai detto detto che la pioggia mi rendeva triste. Non trovi che è banale a dirsi? No, non è banale, perché la pioggia non rende tutti tristi. Mi dici qualcos altro che trovi interessante? (Una pausa) Io penso che il più delle volte non si riesce a parlare veramente. E quello che vorrei fare con te. Lei vuole parlare veramente con me? Solamente perché non ti conosco. Mi piace molto parlare con gli sconosciuti. Allora, parli! Bene, bene... (Riflette) Parliamo del sesso. Sempre il sesso. Hai paura? Niente affatto. Perché dunque non se ne può parlare? Perché io non parlo dei miei occhi, non parlo delle mie spalle, non parlo del mio sesso, e basta. 10

11 Hai torto. Sono molto carini i tuoi occhi. Me ne frego. Hai anche una bocca molto carina. Me ne infischio. Perché? Ci sono un sacco di ragazze più carine di me... No, non è così... Sono andato a letto con due ragazze, dopo che ci siamo visti. Ebbene... non carburava per niente. Carburava? Che significa? Erano molto carine, ma non carburava... non funzionava, voglio dire. Era una cosa triste! Allora, vuoi venire a Roma con me? Io ne ho abbastanza di Parigi! Ma abbiamo passato solo tre notti insieme. No, cinque! (Pausa) Perché non porti mai il reggiseno? Senta! Non mi parli in quel modo! Va bene, chiedo scusa... (pausa - rumori di traffico) A Roma ti posso presentare qualcuno del cinema. Perché me lo dice? Potrebbe essere un occasione. Non so se mi piacerebbe fare del cinema. Piuttosto del teatro. Il cinema è più profondo. Più profondo? Ma il teatro è cultura! Il cinema non è ancora... non è... Sei matta? Il cinema ha a che fare con le masse, il teatro no. E allora? Il cinema è impuro, il teatro è puro. Questo lo sanno anche i bambini. Per purezza, intendo coscienza critica. Puoi dire quello che vuoi, per me è il cinema che produce cultura. No, si sbaglia. Il cinema si serve della cultura. E diverso. E il teatro? Il teatro la serve, la consuma, è una macchia onnivora, ma non è arte. Non c è niente di vitale nel teatro. A parte gli attori. Ma quello non basta per fare qualcosa che sia realmente vivo. Nel teatro è tutto finto i luoghi, le scene, i costumi. 11

12 Anche gli oggetti che si usano, mica sono veri? Hai mai visto da vicino un pugnale o una rivoltella che servono a una scena di teatro? Sono semplicemente ridicoli. Mentre al cinema ogni particolare è importante. Il cinema si serve della finzione per arrivare alla verità. Insomma io credo che la differenza tra cinema e teatro sia abbastanza evidente. Tu, non mi ascolti. Sì, sì, ma stavo pensando. A cosa? Venendo qui ho visto un tale morire. Perché morire? In un incidente. Un attimo prima era un uomo, e dopo non era più niente. Se ne stava lì, dentro l auto distrutta, seduto al volante, con la faccia grigia e un espressione buffa, come un fantoccio. Era orribile. Bisognerebbe che rimanessero lì. Cosa? Sì, dovrebbero lasciare i morti sulle strade, per giorni. In modo che tutti li possano vedere. La morte è istruttiva. Invece la si cancella. E per questo che tanta gente muore in modo stupido. Senza pensare che sta morendo. Mi invita a cena? Of course! (si allontana) Dove va? Torno in un attimo. I francesi dicono sempre un attimo per dire cinque minuti....(si accende una sigaretta. Sorride) Dormiamo insieme stasera? Non so Perché? Non stai bene con me? Sì, molto bene. Poco fa ho letto un fatto mica male sul giornale... Un bigliettaio di un autobus che aveva rubato cinque milioni per sedurre una ragazza. Si faceva passare per un ricco impresario teatrale. Sono andati insieme sulla Costa. In tre giorni hanno fatto fuori i cinque milioni, poi lui ha detto alla ragazza: <<Erano soldi rubati; sono una canaglia, ma ti voglio bene>> E quello che trovo straordinario è il fatto che la ragazza non l ha piantato. Gli ha detto: <<Anch io ti voglio bene>> Sono tornati insieme a Parigi e li 12

13 hanno beccati mentre stavano svaligiando alcune ville. Lei gli faceva da palo... Gentile da parte sua, no? (pausa) Comunque, ho mal di testa. Ma tu... tu non verresti con me, allora? Vedremo. Domani forse... Non domani... Adesso! Ma le ho detto che è impossibile! Perché sei così crudele? (Pausa). Ma no, non è questo, Jean! Forse sono solo triste... Perché lei è triste? Perché... non so perché! Sono triste. E stupido. Molto triste... (si avvicina all auto) Ma perché? non capisco... (Pausa) E meglio se le do del lei o del tu? Fa lo stesso!... (Pausa) Non posso fare a meno di te. Puoi benissimo. Sì, ma non voglio... (Guarda l automobile) E bella, non è vero? (Apre lo sportello e si mette al posto di guida. Prova il volante) E proprio bella!... Sei un ragazzino... Dai, sali! Cosa? Sali, ho detto! Sei ammattito? Anna, guardami! (Lei gira la testa dall altra parte) Ahimé! Ahimé! Sono innamorato di una ragazza che ha una bellissima nuca, dei bellissimi seni, una bellissima voce, dei bellissimi polsi, una bellissima bocca, delle bellissime gambe... ma che è vigliacca... Basta! Fermati lì... (Si allontana) 13

14 Aspetta! (Scende dall auto e la rincorre) No, è inutile. (Esce) (Tornando all automobile) Bene, vai a farti fottere... Non ti voglio più vedere... (Con voce molto alta) Vai a farti fottere, schifosa! VOCE OFF Ovviamente la loro storia non è finita qui. Jean rincorre Anna e per l ennesima volta fanno la pace. Passano la notte in un Motel. Una squallida stanza con vista sugli snodi autostradali. Ed è qui, guardando dall alto le auto correre veloci come piccoli insetti che Anna e Jean decidono di partire. scena 4 (E accovacciata, nuda, sul letto. Jean, anche lui nudo, è sotto le lenzuola) Non so! Non sai se mi ami? Perché parli continuamente? Si sta così bene! (Jean accarezza le spalle di Anna) Che cos hai qui? Oh! E quando ero piccola... (Gioco di mani che si accarezzano sulla spalla) Una volta, in riva al mare, sono caduta. In amore, alla fine, non si può andare troppo lontano. Come?... Non capisco! Sì, si bacia qualcuno, lo si accarezza, ma alla fine si resta al di fuori... E come una casa nella quale non si entra mai. Ma ci si può confondere con qualcuno, se lo si ama. Sì, ma si è all interno delle persone in altri momenti... quando non ci si pensa... quando è come una cosa da nulla Ti amo. (Venendo dal basso le mani di Jean salgono lentamente fino al collo) Dovresti fare come nei film italiani... L hai notato? Le donne non si radono sotto le ascelle. Io preferisco i film americani di Hollywood... Li trovo molto più carini. Sì, ma meno eccitanti. (Si baciano, si abbracciano fino a rotolare.) 14

15 Hai delle belle sopracciglia. Trovi? Sai che in Giappone è la cosa più importante? (Si copre. Jean la scopre di nuovo) Perché non vuoi che ti guardi? (Le mani di Jean accarezzano il ventre vicino all ombelico) Vorrei un bambino da te. Ne ho già uno. Mi hai detto che era del primo matrimonio. Sì. E stato sposato a lungo tuo marito? No... sua moglie l ha piantato dopo due mesi... Se ne è andata con il direttore di un casinò di Gibuti. (All improvviso sgambetta fuori dal letto, è gira in torno a Jean in mutandine e golfino. Jean è di schiena al pubblico. Anna, con le mani, gli accarezza la nuca) E poi? E poi, cosa? Insomma, poi vi siete messi insieme. Più o meno. Non ti va di parlarne? No. Lo so perché non ti va. Perché? Perché non è vero niente. Non hai un marito e neppure un figlio. Sei una piccola bugiarda, vero? Può darsi. (Ride maliziosa) Vorrei stare sempre con te. Ma ora siamo insieme. A volte non ci sei. Lo dicono i tuoi occhi. 15

16 Sì. A volte è così. (Anna sale con i piedi sul letto di fronte a Jean. Il suo pube è all altezza dello sguardo di lui) Mi ami? Sì. (Jean affonda il suo viso nel grembo di lei cingendola con le braccia) Sì,... sì,... sì!...oh! sì! Ti amo. Il notiziario radio parla di alcuni morti in un attacco militare in una delle tante guerre in corso E terribile, vero? E così anonimo. Cosa? Si parla di morti senza aggiungere niente. Eppure ognuno di loro è un uomo. E non si sa chi sia. Se ama una donna, se ha figli, se preferisce andare al cinema o a teatro. Non si sa niente. Si dice solo che sono morti. E come per le fotografie. Mi hanno sempre affascinato. Si vede la foto immobile di un tizio con una didascalia sotto: era una canaglia, o un brav uomo. Ma nel momento preciso in cui la foto è stata scattata, nessuno può dire chi fosse in realtà e che cosa pensasse. Alla moglie, all amante, al passato, al futuro, alla pallacanestro. Non si saprà mai. Eh, sì. E la vita. Quello che mi rattrista è che la vita e i romanzi siano diversi. Vorrei che fossero la stessa cosa. Chiara, logica, organizzata. Ma non lo è, invece. Sì, molto più di quanto la gente non creda. No, invece. Sì, basta volerlo. (Con aria di sfida) Allora lo voglio. Voglio vivere come in un romanzo! E che romanzi ti piacciono? Tutti, basta che siano romanzi veri. Accetteresti qualsiasi cosa? Sì, qualsiasi cosa. Anche se dovessi rinunciare alle tue abitudini, ai tuoi amici... E con questo? Anche se non potessi più vivere in modo normale? 16

17 Normale? Che cosa vuol dire normale? Be, lavorare, innamorarsi, fare dei figli, che ne so? Una vita normale. Uffa! Come sei noioso. Mi preoccupo per il tuo futuro. Non mi interessa il futuro. Come non ti interessa? Quello che voglio è vivere ora. Però... poi non si può più tornare indietro. Non importa. (Facendo il verso agli speakers dei film) Meglio una fine spaventosa che uno spavento senza fine. E così? (Ride) Sì, è così. (Improvvisamente seria) Ti amo Jean. Farò tutto quello che vorrai. Anch io Anna. Allora giuriamo. (Con tono altisonante) Metto la mano sul tuo ginocchio. Anch io Anna. Ti bacio dappertutto. Anch io Anna. (Canta) Non avrei mai pensato di poterti amare così / amore mio / Non pensavamo mai di poter vivere sempre insieme senza lasciarci / di risvegliarci ogni mattin così sorpresi di sentirci ben così vicini / E non desiderare più che questa gioia di poter stare insieme così bene. / Eppure, eppure senza mai parlar del cosa si avverò / intorno un po. / Tra i nostri corpi cui piaceva unirsi un dolce sentimento penetrò. / Un sentimento più violento di qualsiasi spasimo d amor / E non possiamo far tacere ormai un sentimento a cui creduto non avremmo mai. / Non mi prometter mai di amarmi per l eternità / Non ci dobbiamo mai giurare eterna fedeltà / ci conosciamo. / Dobbiamo non dimenticare mai che il nostro amor, che il nostro amore è un amore senza doman. Ad ogni modo lo si saprà quando saremo morti. Fra sessant anni, se ci saremo amati sempre. Ma, no. Io lo so che ti amo. E di te che non sono sicura. Non sono sicura. Sì, Anna. Sì. 17

18 Bene. Poi si vedrà. (Pausa) Quando partiamo? Allora è deciso? (Salta sul letto) Si parte, si parte, si parte, si parte!... Non fare lo stupido. Dobbiamo prepararci. (Rovescia le tasche e conta il denaro che gli è rimasto) Quattromilacinquecento franchi. Non basteranno fino a Roma. Hai detto che Marcel ti deve dei soldi. Dobbiamo vederci a Nizza. Vedrò di farmeli dare. VOCE OFF Anna e Jean hanno attraversato la Francia dormendo nei motel. Poi sono arrivati sulla costa, quasi al confine con l Italia. Quella notte la strada era dritta, il cielo stellato e Jean guidava in silenzio. Poi un colpo sordo, e qualcosa è rimbalzato avanti lasciando un impronta rossa sulla lamiera. Per terra è rimasto il corpo straziato di un cane. scena 5 (Jean scende dall auto e va dietro per vedere cosa è successo. Anna rimane incollata al sedile, incapace anche solo di guardare. Poi anche lei lo raggiunge.) Un brutto incidente. Jean! Che cosa facciamo. Non lo so tesoro, ma dobbiamo aiutarlo. Lo portiamo in città. Mi sporcherà l auto di sangue. Oh, Dio Jean! Perché proprio a noi. Aiutami, dobbiamo tirarlo su. (Pausa) Niente da fare. Sta crepando. (Piangendo) E morto proprio sotto i nostri occhi, Jean. Perché c è capitata una cosa così orribile. Andiamo via da qui. Oh, Jean! (Piange. Lui la abbraccia teneramente) Cosa c è, Anna? 18

19 Non ne posso più di questa vita. Sono stufa del mare, del sole, della sabbia, della roba in scatola, di tutto! Sono stufa di indossare sempre lo stesso vestito. E che vuoi che faccia? Non saprei. Voglio tornare a Parigi. Comunque non abbiamo più soldi. (Jean alza le spalle senza rispondere). Potresti almeno farti venire qualche idea. Non possiamo dormire in macchina anche stanotte. Ho bisogno di una doccia. Vorrei cambiarmi. Non ti preoccupare. Troveremo una soluzione. E invece mi preoccupo! Dai, non essere triste. Non sono triste, sono incattivita. Tu non fai mai quello che ti chiedo. Vuoi sempre che io faccia quello che vuoi tu, e tu mai. Del resto ne ho abbastanza. Voglio morire. Davvero? Sì, davvero. Sciocchezze, non vuol dire niente. Ti trovo pietoso! Pensavo che servisse a qualche cosa parlarne. Ma credo di no, adesso. (Pausa) Più si parla, più le parole non vogliono dire niente. In ogni caso se riuscirò a fare del cinema, non sarà certo per merito tuo. Cosa c entra ora il cinema. Non dovevi andare a Roma per un film? Hai detto che mi avresti fatto fare del cinema. Ho solo parlato di farti conoscere qualcuno. Sì, qualcuno dell ambiente. Tutto qua. Tanto non t ho mai creduto. A pensarci bene non so neppure se sei veramente quello che dici di essere. Potrei dire lo stesso di te. Se non mi porti indietro, ci vado da sola. Abbiamo fatto un patto, ricordi? Sì, vivere come in un romanzo. Bella roba! E che romanzo sarebbe questo? I miserabili? 19

20 Spiritosa! Se vuoi andare fai pure, io non posso. Perché? Anna, non ti ho mai parlato di quello che ho fatto prima di conoscerti? Immagino che passavi il tempo andando in giro a fare il bullo. Non esattamente tesoro. Una delle ragioni per cui ora ci troviamo nei guai è proprio quello che ho fatto prima. Ho cercato più volte di dirtelo. Oh, mi vuoi spaventare Jean? Puoi anche non credermi. Ti credo, ti credo... Tanto non cambia niente. Ho detto che ti credo! E una storia che ha un aspetto positivo e uno negativo. Quello positivo e che probabilmente diventerò ricco da far schifo. E quello negativo? Quello negativo è che non posso più tornare indietro. Che genere di guai? C entra anche Marcel? Preferisco non parlartene. Ma devi avere fiducia in me. Sistemerò tutto. Va bene. Me ne parlerai quando vorrai tu. Ti amo. Ti amo. VOCE OFF Questa la storia di Anna e Jean fino ad oggi. Ora sono nel deposito di Marcel, lo stanno aspettando. Del resto non avevano alternativa. Meglio un posto umido e scrostato piuttosto che dormire ancora una notte sui sedili dell auto, ai bordi della superstrada. scena 6 (E in sottoveste e sta telefonando di nascosto) Hallo, Frank! Sì. Siamo arrivati stanotte. (Da un occhiata in giro) Un deposito, o un garage, I think, maybe. (Guarda 20

21 l orologio) Tra un paio d ore. (Pausa) No, no, no, non ti impicciare devi lasciar fare a me. Don t warry, ho bisogno anch io di quei soldi. (Lancia un occhiata a Jean) I canno t speak... now (Risoluta) I must stop here. Te l ho detto non posso parlare. (Pausa) D accordo. Sì, come vuoi tu. (Pausa) Thanks you too. By. (Riattacca il ricevitore, poi controlla con lo sguardo che Jean non abbia sentito. Prende i vestiti dall auto. Vede Jean disteso sul sedile che dorme. Si rivolge a lui con voce molto alta con l intenzione di svegliarlo) Mi sta meglio quello rosso o quello giallo? (Si sveglia di soprassalto. Rialzandosi sul sedile) Oh!... non so... (Anna gli mostra due golfini attraverso il finestrino) Quello giallo, quello giallo. (Jean scende dall auto, apre il bagagliaio e cerca qualcosa nella valigia. Chiude il baule e torna a sedersi al posto di guida. Ha in mano un rasoio elettrico.) Ti avevo proibito di usare il mio Philips. Naturalmente ti sei depilata gambe e cosce con... Non sono stata io... Stai mentendo. Perché dovrei mentire? Non è bello. Qualche volta ti succede; allora sto in guardia, adesso. Non hai il diritto di dirmi questo! Sai benissimo di cosa voglio parlarti... In ogni caso, non si direbbe che tu mi abbia perdonata... (La schiaffeggia) Non era poi così forte. Comunque, avevi un debito di uno schiaffo. (Lo schiaffeggia) Nient affatto, avevo un credito di uno schiaffo invece. Così siamo pari di nuovo. (L attira verso di sé) Vieni qui. No. Non ti farò male! (Lei si avvicina e lui le accarezza il viso) Dove cominci tu? E dove comincia l immagine che mi faccio di te? (Una pausa) In altre parole, come distinguere tra la realtà e il desiderio che mi prende? Devi solo riuscire a sapere quello che nasconde il mio sguardo. E che cosa nasconde? Mi fai sempre delle domande complicate. (Si stacca da Jean e comincia a guardare in giro. Apre un baule...) 21

22 Ma io ti amo, e... può darsi che l amore è complicato. Anch io ti amo, Jean... (Tira fuori dal baule un vecchio giradischi) Spesso non è nel modo che tu credi, ma è sincero. Guarda cosa ho trovato. Un giradischi! No, per me è comunque la memoria che è la cosa più importante. E decisamente incredibile. (Guarda anche lui nel baule) La memoria, tutto questo..., non ne abbiamo bisogno. Io preferisco il presente. E più eccitante, il presente. A me piace la musica..., le cose che si sciupano... Mi piacciono i fiori, i... Tutto ciò mi fa pensare, guarda!... (Le mostra alcuni vecchi dischi) L amore..., l amore, sì... bisogna viverlo. Evidentemente bisogna anche vivere nel presente, perché se non c è..., se non c è il presente, non si è vivi..., si muore... (Prende un disco e ne osserva la copertina ) Io sono felice? No, non sono felice, perché, appunto, perché non ho una vita presente. (Occhiata verso Jean) Continuo a riflettere su quello che è stato e quello che deve essere. Così divento matta. E per questo che amo il presente. Perché nel presente non ho il tempo di riflettere, non posso pensare... io non posso, mi sfugge! Non so quello che mi succede... (Prende un altro disco dal pacco) Cosa sono? (Rovistando nel baule) Devono essere di Marcel. (Si siede in terra e guarda i dischi) Ho voglia di ascoltare questo! Ah! no, non sono mica nostri. (Anna si china sul giradischi e mette il disco Erotica ) (Con la testa nel bagagliaio) Anna... no. Senti... non si rovina mica! T ho, ascolta... (Risate isteriche di una donna) (Jean la guarda. In piedi, si accende una sigaretta, ascolta nervoso, ma impassibile) (Un po infastidita dalla risata del disco) Ho sete! (Toglie il disco) Ho voglia di sentirne un altro. No, basta! Sì. Ti ho già detto che non sono nostri! (Lei scappa con il disco in mano, lui la rincorre. Paiono danzare... poi, finalmente, la raggiunge... Lui la prende per i polsi) Metti giù quel disco... se no ti violento! (Svincolandosi) Senti... sei completamente matto!! 22

23 No, tu sei bellissima! Così non va!... Del resto, puoi correre finché vuoi! (Si rincorrono ancora) Ma sei completamente matto! Cosa ti prende? (Rincorrendola) Ti ho già detto che non sono nostri! (Fermandosi) E questo... che cos è? (Mostra la copertina di un disco con l immagine di Beethoven) Questo? Non so. E musica d altri tempi. Posso metterlo? Musica Sì... se sei carina. Sì. Jean si avvicina a Anna. Non posso fare a meno di te. Devo toccarti. Devo sempre sentire che ci sei, che non sei solo nella mia immaginazione A volte sei ridicolo. Ma sei così dolce. E questo mi piace. Vorrei esserlo sempre con te. Ti chiedo perdono per quando non lo sono. (Lui le accarezza una guancia. Lei gli bacia un dito) (Mette un disco e poi canticchia, sopra la musica, una canzone inglese) Non capisco come tu possa ascoltare la musica e cantare nello stesso tempo. Io posso fare una sola cosa per volta. Due è troppo complicato. (Ferma il pick-up) Mi ami, Jean? (sorpreso) Ma, certo, ti amo! Perché io, ho riflettuto bene, non ti amo più. Ma va! Cosa succede, Anna? (molto dura) Non amo più il tuo viso, non amo più i tuoi occhi, non amo più la tua bocca, non amo più il colore dei tuoi maglioni. E poi tu mi annoi, non puoi sapere... (molto commosso) Ma Anna, cosa succede? 23

24 Non ti amo più. Ma io non capisco. Capirai. (Rimette il disco) Anna! Capirai. (Esasperato) Anna, spiegami! Che cosa c è? Perché mi dici questo? (Inizia la musica molto dolce, romantica) Non ti amo più, Jean. Mi angosci. L amore, con te, è troppo complicato; e poi detesto il modo con cui tu parli di cose che non conosci nemmeno. Non ti amo più. (La musica si arresta) Be, hai capito adesso? (Molto addolorato) Sì, sì, ho capito. Sono maledettamente triste, ma ho capito. Vedi bene, Jean che si possono benissimo fare due cose insieme. Parlare e sentire la musica. Ma perché tu capissi, bisognava farle. (Rimette il disco) (Riconfortato) Mi hai fatto maledettamente paura, sai? Ma anch io spesso ho paura. (sorride maliziosa) Non valeva la pena di violentarmi..., né di darmi degli schiaffi... Questo non è mai stato il modo migliore per essere gentili. Ti chiedo perdono! Oh! Tu chiedi sempre perdono, ma non perdoni mai veramente. Delle volte, sì. Tu vai sempre così in fretta... Con i sentimenti, non è la stessa cosa!... D accordo. Non bisogna esagerare. D accordo. Si baciano. Se ti chiedessi quali sono i tuoi difetti, che cosa mi risponderesti? Perché?... Piuttosto le mie qualità. No, sono i tuoi difetti che mi interessano. L impulsività, l impazienza, il mio amore per te... la furbizia, forse... 24

25 Io, la pigrizia, la menzogna... No, la pigrizia, in fondo, non tanto,... Ma non ho volontà. Togliti la camicia. No, prendo freddo. Mi hai detto che saresti stata carina. Lei si toglie la camicia e scopre la schiena nuda, che subito Jean accarezza Perché non ti piace più che ti guardi? Che cosa vuol dire esattamente guardare? Guardare..., non so... in francese si dice reguarder... custodire due volte... Se è due volte... allora è prezioso! (Musica. Jean passa un dito sul mento di Anna) Sì. Sei diventata improvvisamente triste. Sì. Per colpa mia? No. Per colpa della gente... Come? Non so, tutti. La gente per strada..., vorrei sapere... Vorrei conoscerli tutti... E allo stesso tempo mi dà fastidio che mi guardino. Perché ti osservano, ti squadrano, a volte ti spogliano con gli occhi. (Indica le persone del pubblico) Quello là mi fa venire i nervi, quello là, quello là, quello là, poi... Devi fregartene della gente. Quando cammini per strada devi fingere di essere da sola. Gli attori mica guardano il pubblico? (Guardando il pubblico) Tu lascia che ti guardino. Sono innocui. In che film c era un marinaio e una ragazzina...? Lui la prendeva tra le braccia, girava con lei e tutto si svolgeva molto, molto lentamente?... Ah, sì!... al rallentatore... Non so, era molto bello! Com è che si fa? Non so proprio... Il cinema è un mistero. (Anna accarezza il ventre di Jean e sale lentamente verso il petto) 25

26 Perché non giochiamo? Giocare? Sì, non giochiamo mai. Lei di schiena, lui di faccia. Le mani di lui accarezzano la schiena di lei... mentre Anna gli accarezza i capelli. Va bene mosca cieca? Qualcosa di più eccitante. La bella e la bestia, allora? No, voglio giocare al gioco del cinema. (Anna si atteggia a prostituta) Aspetta, aspetta! (rivolto al pubblico) La prostituta fa commercio del proprio fascino. Essa si sforza di guadagnare il più possibile. La bellezza non è indispensabile per una prostituta... Che cos è? Ssst! E il regista che spiega il film! (Riprendendo) La bellezza ha, tuttavia, un ruolo importante nella carriera della prostituta; è il suo fisico che classificherà una ragazza nella gerarchia della prostituzione. Qualunque sia la zona in cui una donna lavora, i metodi di adescamento sono gli stessi. La donna, col suo abito, il suo modo di camminare, il suo trucco, manifesta chiaramente i motivi della sua presenza sul marciapiede, eccetera, eccetera... (comparendo alle sue spalle, con una sigaretta in bocca) E la polizia? La polizia agisce con retate, interpellanze, esame della situazione. Le prostitute che non sono in regola, vengono prelevate e... (interrompendolo) Una prostituta ha diritto a bersi il caffè? La prostituta che ha un inclinazione esagerata per il bere dà un rendimento scarso. la si considera indesiderabile perché dà adito a scandalo. E se resta incinta? (consulta degli appunti su un taccuino) Si sarebbe portati a credere che una prostituta, scoprendosi incinta, cerchi con tutti i mezzi di abortire. Non è assolutamente esatto. E evidente, d altra parte, che cerchi di evitare la gravidanza. Trangugia medicine o fa pratiche particolari quando le sembra che possa capitare. Ma allorché si sente incinta in modo certo, è raro che faccia un aborto... Ma... bisogna accettare tutti? 26

27 Essere a disposizione dei clienti comporta un obbligo al quale la prostituta, chiunque essa sia, non può sottrarsi. Essa deve accettare qualunque cliente, a patto che paghi. Quello... quello... (armeggiando con gli appunti) Oh, al diavolo! Tanto non farò mai un film sulla prostituzione! Smettila! Dai, ora cominciamo. Tu fai il cliente timido e inesperto. Iniziano a recitare la scena (Guardandosi intorno) Avrebbero potuto mettere delle sedie. Sì, è sempre così. Quanto vuoi? Trentamila. Cinquantamila se vuoi che mi spogli. (Passandole una banconota) E tutto quello che ho! Mmmh... sarò molto carina. Va bene... (finge imbarazzo) Vieni spesso qui?... Mi sembra di averti già visto, no? (sciogliendosi la cravatta) Sì, può darsi. Come ti chiami? Dimitri E carino, Dimitri. Sì... è un nome che mi piace. Cosa fai nella vita, Dimitri? Faccio delle foto pubblicitarie. (Gli si avvicina) Delle foto? E come nel cinema? (Togliendosi le scarpe, e poi i calzini, che ripiega con grande cura e infila nelle scarpe) No... sono delle foto. Io, due mesi fa, ho girato un film... una piccola parte. (Inizia a spogliarsi) Non guardarmi mentre mi svesto. Perché? Perché non voglio. 27

28 (Al pubblico) Tra due minuti sarà tutta nuda. Anna si dà il rossetto. Perché ti dai il rossetto sulle labbra? Così non mi baci. (Lei passa davanti a lui. Lui si accende una sigaretta. Lei si avvicina e lo accarezza, poi si allontana di nuovo.) Cosa ti piace, Dimitri? Non so. All italiana? Cos è? Tu stai in piedi e io mi metto in ginocchio; così puoi guardarmi. Sì. (Pausa) Non parli... Sei sentimentale? Ma perché bisogna sempre parlare? Io trovo che molto spesso bisognerebbe star zitti, vivere in silenzio. Più si parla, più le parole non vogliono dir niente. Può darsi che sia come dici tu... non so Sono sempre stato colpito dal fatto che non possiamo vivere senza parlare. Però, forse sarebbe piacevole vivere senza parlare! Sì, sarebbe bello! Eh... sarebbe bello, in fondo... è come se non ci si amasse più... Solo non è possibile. Non ci si è mai arrivati. Ma perché? Le parole dovrebbero esprimere esattamente quello che si vuole dire. Ma forse ci tradiscono? E così... Ma anche noi le tradiamo. Si deve poter arrivare a dire quello che si ha da dire, poiché si riesce bene a scrivere... Ed è ugualmente straordinario che un... che un uomo semplice, ad esempio come Platone, lo si possa ugualmente comprendere... è vero che lo si comprende, che lo si può comprendere. Eppure, ha scritto, in greco, duemilacinquecento anni fa. E nessuno conosce più la lingua di quell epoca, non è vero, non la si conosce più esattamente, ma pur tuttavia, ce ne è rimasto qualcosa. Dunque, si deve riuscire a esprimersi bene... e bisogna farlo. E perché bisogna esprimersi? Per capirsi? Per comunicare bisogna parlare. E per parlare bisogna pensare. E la vita umana, non si può diversamente. 28

29 E cosa pensi tu, Dimitri, dell amore? L amore? (si interrompe) Oh... basta così!... Non so più quello che sto dicendo... Da dove eravamo partiti?... Uffa!... Se mi dai di più puoi restare, sai? (interrompendo la recita. Si rimette le scarpe) No! No! Non va bene. Non ha alcun senso!... Abbiamo divagato... non si può mettere in un film una scena così!... A me sembrava buona, invece... Tanto non lo farò mai un film con il personaggio di una prostituta! Jean, mi sono chiesta spesso chi eri tu realmente... Ecco, una domanda strana... Mi hai detto che eri un attore, no? Sì, perché? Che cos è un attore? Un attore è un uomo che sale, ehm... sul palcoscenico, ehm... che recita la commedia, ehm... E un uomo che cerca di interpretare qualche cosa..., che cerca di delineare, di... di creare un personaggio..., ecco! Di uscire da se stesso, dai sentimenti, dalle idee...! No? E in questo momento? Sì? Stai cercando di salvare la situazione? In questo momento? Come puoi riconoscere la differenza tra la vita e la commedia? A mio giudizio nella... sì, nella vita, io non recito la commedia... non recito la commedia, sì, insomma non ho assolutamente la sensazione di...di... di recitare... può darsi che mi sbagli. E a teatro? Sì? A teatro, hai l impressione di esistere? O fai solamente tutto meccanicamente? 29

30 Be, io credo..., è molto difficile... rispondere a questa domanda. Io credo che si è... che si è un po tutte e due le cose... Io agisco meccanicamente e poi, ehm..., io... Sì? Se sono tutte e due le cose? Allora, è come nella vita? Non c è differenza... tra la vita e il teatro? Ma sì!... Certo c è una differenza. Bene, allora, in questo momento, fai del teatro, allora? Ma no, non è,... non è teatro, ehm..., A teatro è un altra cosa... A teatro, te l ho detto... è..., si ha un testo! C è un testo... c è una cosa da, da... difendere, che non ti appartiene, mentre ciò che faccio in questo momento, ehm... Tu..., mi fai delle domande e io cerco di risponderti nel modo più semplice possibile. Ma è il mio testo, appartiene a me, è ciò che mi passa per la testa... A teatro non è la stessa cosa, assolutamente. E questa la differenza... E per esempio, quando fai l amore, fai anche del teatro? Ah, no! Ah, no, assolutamente! Ah!, no, niente affatto. Questo non c entra. Se tu dovessi scegliere, cosa sceglieresti? Fare l amore. Fare l amore. E ridicolo; io, ho sempre paura che tu stia recitando la commedia! No. Ti assicuro, per esempio, ehm..., tu sai che ti amo e quando..., quando..., quando ti dico che ti amo veramente, sono molto sincero e, e... lo penso veramente. Ma come faccio a sapere che sei veramente sincero? Come faccio a sapere che non stai recitando la commedia? Ah questo poi! Io..., ti ho già dato prova del mio amore... Che cosa è per te l amore? L amore è quello che sento per te. No, rifletti bene prima di rispondere. Ti assicuro che... Pensa realmente a quello che significa per te. Veramente, l amore, ehm... è quello che provo per te... è quello che sento per te, tutto quello che c è dentro di me per te, è...è l amore... E veramente l amore! 30

31 Cioè? Essere disposti a tutto. In che senso...? Non so, qualcosa che ti metta alla prova... Capisci, per me l amore è... è un sentimento estremo che fa compiere gesti estremi. Tu cosa saresti disposto a fare per me? Bè, dipende. Per esempio? Che ne so... Buttarmi con il paracadute... E poi? Non dormire per un intera settimana... E poi? Entrare nella gabbia dei serpenti... E poi? Soffrire... E cos altro? Tutto! Anche se questo volesse dire morire? Anche. (Guardando Jean con intenzione) Oppure, uccidere? In certi casi... Sì, anche uccidere. (Prende dalla tasca una pistola. La mostra a Jean) E questa, la useresti? Dove l hai presa? Era nel cruscotto. (Punta a Jean L arma) Attenta! E pericolosa. Su, dammela! Prima dimmi di chi è? 31

32 Era già sull auto,... dev essere di Marcel. Forza, adesso dammela. (Si avvicina ad Anna) Ti fa paura? (Gli punta di nuovo l arma) No, ma non bisogna scherzare con le armi cariche. Dai! (Le fa segno di consegnare l arma) Eh, no! Adesso la pistola ce l ho io. (Ad ogni parola Jean avanza e Anna indietreggia) Anna, non devi puntare una pistola a qualcuno se non vuoi sparare. E se poi gli spari assicurati che sia morto. Perché se non è morto cercherà di alzarsi e finirà per ucciderti. Stai indietro! Non mi fai paura. E poi come fai a sapere tutte queste cose? Lo insegnano sotto il servizio militare. Allora, visto che sei così informato... spiegami che cosa ti serve una pistola? Non è mia. Era sulla macchina. Ma tu l avevi già vista. Altrimenti come avresti potuto sapere che era carica. Eh? (Con la pistola lo costringe a indietreggiare contro il muro) Forza, dai, parla! Sì, l avevo già vista. Perché una pistola? Può sempre servire. Servire a cosa? Non lo so,... difendersi. Difendersi? E da chi? Te lo detto ci sono cose del mio passato che non sai... E venuto il momento di conoscerci meglio, non ti pare? Voglio sapere tutto di te. Avanti comincia dall inizio. Dall inizio? Quale inizio? Basta Anna, mi sono stufato di giocare! Non ti muovere! (Tenendolo sotto tiro) Guarda che non sto scherzando. Voglio sapere la verità. La verità? Tutta la verità. 32

33 (Prendendola in giro) Nient altro che la verità? (Spazientita) Sì, Jean. JAEN E va bene. In realtà sono un poliziotto e questa è una missione segreta. (Si atteggia a duro) Sai Marcel, quello che mi deve i soldi? E un grosso trafficante d armi, e noi lo stiamo spiando da mesi. Quei soldi però me li deve veramente. Ebbene, abbiamo pensato di incastrarlo con una cimice. Hai presente che cosa sono le cimici? Microfoni, piccolissimi microfoni che trasmettono a un registratore. Ne ho una qui, sotto le ascelle (Si gratta imitando una scimmia) e qui, sul petto, e poi qui, e qui, insomma, ho cimici dappertutto. (Anna ride e abbassa la pistola) Loro ci sentono, anche adesso stanno registrando. Sssst! (Si avvicina ad Anna, la bacia sul collo e le sfila la pistola di mano) Bisogna fare attenzione. Sono aggeggi molto sensibili. Ma saresti capace di usarla? (Jean controlla l arma e se la infila nella cintura dei pantaloni) Sì, certo. Dico, usarla contro qualcuno. Ma sei proprio fissata! Ho sempre pensato che se uno va in giro con una pistola prima o poi deve aspettarsi di dover sparare. Devi pensarci bene prima di premere il grilletto. Perché una volta che hai sparato non puoi più tornare indietro. Avresti il coraggio di uccidere un uomo? Deve fare un certo effetto. (Squilla il telefono. Jean va a rispondere) (Al telefono) Ciao Marcel. Sì, benissimo. Be, sui centocinquanta vibra un po. Può darsi. No, neanche un graffio. Stai tranquillo l ho messa qui nel deposito. (Pausa) Non sono solo. Chi? Non l immagineresti mai. (Guarda Anna) Be, proprio bionda... Senti, non posso parlare adesso. Non potresti fare un salto qui? E per quella faccenda che abbiamo in sospeso? Ne avrei un gran bisogno. Sì, sì, capisco benissimo, ma anche tu... mettiti nei miei panni. E un anno... No, non ho detto questo. (Pausa) Non devi prenderla così. Eh no, fammi finire... ti ho detto... ma scusa.. io però... Mi lasci parlare! No, prima il denaro. (Pausa) Senti se te lo dico sempre è perché... (Pausa) Più o meno settantamila franchi. (Pausa) Sì va bene, a domani. No, è meglio che non telefoni. Non telefonare più qui. E pericoloso. Come? A domani, eh? A domani. (Riappende il ricevitore) Allora? Forse riesce a procurarseli per domani. (Scrollando la testa) Non ci credi neanche tu. Sai benissimo che non sarà ne domani ne dopodomani. Quei soldi non li vedrai più. 33

34 Senti, conosco Marcel. E una canaglia, ma alla fine mantiene sempre la parola. Bisogna solo stargli un po alle costole. Vedrai che paga. Quanto ci è rimasto? Duecentocinquanta franchi. Non mi fido di Marcel. E del resto non possiamo nemmeno andarcene senza i soldi. Questo lo so anch io. E se ce li procurassimo? Sì, ma in che modo. Di solito sei tu quello che pensa. Credo che non ci siano alternative. Dovremo aspettare Marcel. Non ho nessuna intenzione di fare la muffa qui dentro. Si tratta di aspettare solo fino a domani. Non verrà. Come fai ad esserne così certa? Non ci vuole molto.(pausa) Poi c è una cosa che volevo dirti. Vuoi dirmi che non ti piace per niente stare qui. No, non è solo questo. Sì, insomma, non mi va di mettere su famiglia qui. Che cosa intendi per mettere su famiglia? Dai,... hai capito. Voglio dire che io... che noi... stiamo per mettere su famiglia. Stai cercando di dirmi... Credo proprio di sì. Oh, Cristo! (Si siede pensieroso) Non dici niente? Mi devo riprendere. (Si accende due sigarette contemporaneamente. Fa qualche tiro, poi la fissa) Ma sei sicura? 34

35 Dovrò andare dal medico... fare delle analisi. E per questo che non volevo ancora parlartene.... e... quando lo saprai? Dico, quando sarai assolutamente sicura che... Per essere sicura sono sicura. (Scruta le sue reazioni) Questa non ci voleva.(jean scrolla la testa) Non sei contento? No, mi sta bene. Sono contento... sì, contento. Il fatto è che non sono tanto sicura di esserlo io. Sembra strano, ma non so.. Be... Cerca di capire Jean, io non ho niente contro di te. Ti amo. Anch io ti amo. Lo so. E che mi sento a disagio per come si sono messe le cose. Ho l impressione che per noi due vada sempre peggio e questo non mi aiuta per niente. Amore, ti prometto che d ora in poi le cose andranno sicuramente meglio. (Pausa) Ascoltami. Marcel ti ha fregato, questo ormai è chiaro. Dobbiamo trovare noi una soluzione. Non saprei, proprio non saprei. Io, un idea ce l ho. Che genere di idea? Avevo pensato... sì, pensato che si poteva provare a fare una certa cosa. Cerca di essere più esplicita. Hai detto che per te non sarebbe la prima volta. Io credo che se tu... se noi studiassimo bene un piano... Di che cosa si tratta con precisione? La stazione di servizio. (La guarda intensamente negli occhi) Intendi dire... una rapina? Sì, ma senza sparatorie. Una cosa facile. Di notte alle pompe rimane solo il ragazzo. 35

36 Come fai a saperlo? Quando siamo venuti qui ci siamo fermati a fare benzina. Non ti ricordi? C era il piazzale pieno di camion che aspettavano di fare rifornimento. C è voluto un bel po prima che ci facessero il pieno. E sai perché? No, non può funzionare... Perché il ragazzo è da solo. No. Di notte c è troppo movimento, è pericoloso. Infatti pensavo di andare poco prima dell alba. A quell ora non c è in giro nessuno. Io aspetterò in auto, tu andrai a piedi dicendo che abbiamo finito la benzina. Ci dev essere un bel gruzzolo nel salvadanaio! Funzionerà, vedrai. No, non fa per me. E facilissimo, Jean. C è solo il ragazzo. Lo porti nel retro e gli fai aprire la cassa. Basta fargli vedere la pistola. Io sto fuori a badare alla porta. Due o trecentomila franchi ci darebbero un bell aiuto adesso. Potremmo andare a Roma a parlare con quelle persone del cinema, e poi ci servono dei soldi per quelle analisi. Cosa ne dici? Non ne sono ancora sicuro. La storia non mi convince. Non metterci troppo a deciderti. Questi sono soldi facili. Nessun rischio, e nessuno si farà male. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione. Allora ti va o non ti va? (Riflette a lungo) D accordo. Ma non voglio coinvolgerti. Vado solo io. (La guarda) Poi tu, in quello stato... Vedremo. (Con sguardo sognante) Certo che con tutti quei soldi risaliremo la china di un bel pezzo. (Jean si guarda allo specchietto retrovisore dell auto) Che cosa c è? Mi guardo. E cosa vedi? Il viso di un tizio che sta per gettarsi a cento allora da un precipizio. (Ora è Anna a guardarsi) Invece io vedo il viso di una donna che è innamorata del tizio che sta per gettarsi a cento allora dal precipizio. Sei sicura che sia la nostra storia? Sì. Allora baciamoci. 36

37 Si baciano. Buio. VOCE OFF Il dubbio lo avevano avuto, anche se solo per un attimo, che quella non fosse la loro storia. Perché per fare certe cose bisogna esserci tagliati. La rapina? Sembra che non sia andata così liscia. Jean è appena tornato. Guardatelo! E bianco come un morto. Quando si è inesperti anche un gioco da ragazzi può diventare un grosso guaio. Scena 7 Non stare lì in piedi. Hai una faccia! (Jean si siede) Cosa è successo?... ci ho pensato io. Ora dobbiamo mantenere la calma. Cosa vuoi dire? Sono stato alla stazione di servizio stanotte. Alla stazione di servizio? Ma eravamo d accordo che... Il ragazzo, non mi aveva visto, ma quell altro sì. Ho dovuto farlo. Se non fosse stato per lui... Jean vuoi spiegarti? Non ti preoccupare. Ho lasciato tutto pulito. Ma questo non importa. Quello che conta è che cosa dobbiamo fare adesso. Mi sento così confuso. Forse ho solo bisogno di un po di tempo per riflettere. Poi decideremo con calma. Dobbiamo stare attenti. Jean, ti dispiace spiegarmi? Non ha importanza. Quello che conta è che l abbiamo fatto. E l abbiamo fatto l uno per l altro. Ecco che cosa è importante. Sì, ci abbiamo tentato. E andata male, ma la prossima volta andrà meglio. Se ci sarà una prossima volta. Perché sei così sconvolto? (Suona il telfono) Non rispondere. (Alza la cornetta) Pronto. (Riattacca) Hanno riattaccato. Te l ho detto di non rispondere. Forse era Marcel... Va bene. Se era lui richiamerà. Ma cosa è successo? Mi vuoi dare retta? 37

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