Marco_09 PIRODISERBO SU ASPARAGO POST RACCOLTA E BRUCIATURA ASPARGETA

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1 PIRODISERBO SU ASPARAGO POST RACCOLTA E BRUCIATURA ASPARGETA 1 1

2 Asparago L asparago (Asparagus officinalis L.) è una pianta ortiva erbacea e perenne, originaria dell Asia, probabilmente della Mesopotamia ( il suo nome deriverebbe dal persiano sperega che vuol dire germoglio; successivamente i greci adottarono il termine asparagos che significa pieno di linfa.), che appartiene alla famiglia delle Liliace; la parte aerea e commestibile che lo costituisce è formata dai turioni, germogli di sapore particolarmente delicato e dolciastro, che sono di colore bianco finché non spuntano in superficie, e poi, a contatto con la luce, diventano dapprima di colore rosa e violaceo, e poi verde più o meno intenso. I turioni si sviluppano dalle radici (rizomi), che crescono sotto terra formando un reticolo stellare e sono detti comunemente zampe; essi hanno una lunghezza variabile da 1 m a 1,5 m, e vanno raccolti quando sono ancora teneri. Hanno foglioline leggere, minute e ramificate, piccoli fiori di colore giallo e frutti formati da bacche di colore rosso contenenti semini neri, presenti solo sulle piante femmine. A differenza di molte altre verdure, dove i germogli più piccoli e fini sono anche più teneri, gli steli più grossi dell'asparago risultano essere i più morbidi, poiché hanno una maggiore polpa. 2

3 Asparago L'asparago era già noto, come pianta spontanea, sin dal tempo degli Egizi ( 4000 a.c), che ne diffusero la coltivazione nel bacino del Mediterraneo. Il primi documenti letterari relativi a questo ortaggio, sono da attribuire al greco Teofrasto che scrisse la "Storia delle piante", che risale a circa 300 anni prima di Cristo, mentre Catone, un secolo più tardi, parlò dell'asparago sotto il profilo agronomico; gli asparagi infatti erano ben noti ai romani che li coltivavano e ne apprezzavano anche gli innumerevoli aspetti medicinali. Anche Plinio, oltre ad esaltarne le qualità gastronomiche, ne illustrò nel 79 a. C. il metodo di coltivazione nella sua "Naturalis Historia". In Francia si cominciò a coltivarli a partire dal XV secolo, e poi, nel XVI divennero molto popolari anche in Inghilterra; successivamente furono introdotti in Nord America.. 3

4 Asparago - Coltivazione L'asparago in Italia è coltivato in pieno campo o in serra, prevalentemente in Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Campania. I turioni di consistenza carnosa si raccolgono appena spuntano dal terreno, quando sono ancora teneri e succulenti; se si ritarda la raccolta diventano meno saporiti e più legnosi. Delle numerose specie di asparago molte crescono spontanee nei boschi come: -Asparagus tenuifolius, a volte raccolto per uso alimentare; -Asparagus plumosus, usato a scopo ornamentale, viene detto comunemente asparagina; ha fronde piumose, leggerissime, di color verde intenso, usate per ornare mazzi di fiori; - Asparagus sprengeri, il quale presenta invece portamento flessuoso e ricadente, con cui si adornano balaustre. Gli asparagi selvatici si distinguono per il diametro del fusto più sottile e per il loro gusto penetrante e amarognolo. 4

5 Asparago - Varietà Ecco alcune delle varietà più commercializzate di asparagi: -asparagi bianchi di Cimadolmo, di Bassano del Grappa: caratteristici per il candore, a volte possono essere velati di rosa, e sono rinomati per l eccezionale morbidezza; -asparagi Mary Washington, e verdi di Altedo caratterizzati da turioni verdi; -asparagi Argenteuil, violetto d Olanda, violetto di Alberga, caratterizzati da turioni violetti. I germogli della pianta di asparago spuntano in primavera quando la temperatura del terreno raggiunge i 10 C. (la temperatura ottimale è di 18/24 C). Nelle settentrione e nelle regioni dell'entroterra del Centro e del Sud il periodo di produzione comincia i primi di aprile e prosegue fino ad inizio giugno, mentre nel Sud con clima mediterraneo, e nelle isole la produzione comincia 15/20 giorni prima. Le produzioni in serra anticipano il periodo di produzione di circa 25/30 giorni rispetto alle colture in campo; gli asparagi presenti sul mercato al di fuori di questi mesi, sono prodotti da serra, a volte anche importati dalla Spagna o da altri paesi. 5

6 La tecnica di coltivazione dell asparago Sfalcio della vegetazione Al termine di ciascuna stagione vegetativa, la fronda delle piante deve essere tagliata raso terra ed allontanata dal campo, oppure trinciata e lasciata sul terreno, oppure bruciata. L opportunità di lasciare la vegetazione sul terreno porta un vantaggio: il ritorno di sostanza organica nel terreno. Se la vegetazione viene asportata dal terreno, è consigliato il pirodiserbo per ridurre le spore di ruggine e stemfilio, le uova dell afide dell asparago e i semi di erbe infestanti. 6

7 ASPARAGO: il pirodiserbo contro le infestanti Dott. Luciano Trentini 7

8 ASPARAGO Bilancio positivo di una prima prova condotta in provincia di Ferrara presso la cooperativa Geodelta La lotta alle infestanti rappresenta uno degli aspetti più critici della tecnica di coltivazione dell'asparago. La durata dell'asparagiaia, spesso, è condizionata oltre che da problemi fitosanitari, dal grado di inerbimento della coltivazione. l fattori che determinano lo sviluppo delle malerbe possono essere molteplici, ad esempio: il basso potere di ricoprimento della coltura, nel periodo primaverile; l'apporto di sostanza organica; il grado di inerbimento al momento dell'impianto; le abbondanti concimazioni azotate: la presenza di erbe perenni: la durata dell'impianto; La mancanza di controllo efficace di tali fattori determina oltre che una riduzione della produttività, anche un aggravio dei costi, in particolare quelli di raccolta. La soluzione del «problema diserbo», oggi, è legata principalmente al controllo chimico, ma anche a quello agronomico. 8

9 ASPARAGO Il controllo chimico L'applicazione del diserbo chimico dell'asparago deve seguire norme e criteri ben precisi per essere efficace. Prima di effettuare l'intervento chimico è necessario provvedere al riconoscimento delle principali erbe infestanti presenti e scegliere il momento di applicazione, intervenendo in: pre-trapianto; pre-ricaccio; post raccolta. E necessario poi scegliere il principio attivo più rispondente, in funzione delle erbe infestanti presenti, dell'e-poca di intervento avendo cura di rispettare scrupolosamente ti periodo di carenza, generalmente lungo. Nel-la tabella sono elencati i principi attivi, le epoche di intervento, le infestanti controllate, consigliati nella difesa integrata dell'asparago, secondo i vigenti disciplinari regionali di produzione integrata. 9

10 ASPARAGO Il controllo agronomico Fra le pratiche agronomiche, la più consolidata è la sarchiatura, che deve essere eseguita in maniera molto superficiale per non danneggiare l'apparato radicale e le gemme che danno origine alla produzione. La sarchiatura si pratica con l'ausilio di mezzi meccanici nell'interfila, mentre sulla fila si opera manualmente. I risultati che si ottengono spesso sono parziali, necessitano di tempi lunghi di esecuzione e soprattutto per il produttore risultano molto onerosi. Fra gli obiettivi primari della ricerca e della sperimentazione vi è l applicazione di tecniche a minor impatto ambientale, in grado cioè di ridurre l impiego dei prodotti chimici di sintesi da impiegarsi nella difesa e nella fertilizzazione. La risoluzione ecocompatibile del diserbo dell asparago può essere affidata al pirodiserbo. La distruzione delle erbe infestanti con il fuoco è una pratica di recente introduzione in agricoltura. Già speri-mentata con buoni risultati nel diserbo delle colture arboree, oggi è in via di sperimentazione anche in orticol-tura. Il pirodiserbo sì ritiene possa essere convenientemente impiegato anche sulla coltura dell'asparago, da-te le caratteristiche botaniche ed il ciclo vegetativo della pianta. 10

11 ASPARAGO La scelta di impiegare il pirodiserbo nella distruzione delle erbe infestanti, agronomicamente presenta notevoli vantaggi, ad esempio: 1. intervenire a pochi giorni dall'inizio della raccolta, senza avere la necessità di rispettare i lunghi periodi di carenza; 2. diserbare durante la raccolta avendo perdite di produzione relativamente modeste; 3. trattare aree ad elevata sensibilità ambientale (terreni sabbiosi), dove può essere pericoloso intervenire chimicamente Per contro, questo tipo di intervento può risultare svantaggioso per: a) la difficoltà di eliminare le erbe infestanti perenni; b) il costo del gas; c) il tempo di intervento. L 'efficacia del pirodiserbo sulle infestanti è legato in particolare alla velocità di avanzamento del mezzo: in-fatti l'elevata temperatura ottenuta dalla combustione del propano deve favorire l'ebollizione dell acqua conte-nuta all'interno delle cellule e provocare la morte delle infestanti. I residui della vegetazione possono essere fonte di inoculo per alcune delle più pericolose malattie fungine (ruggine, Stemphillium, ecc.). Da verificare infine la possibilità (a mezzo della elevata temperatura di inibizione) della germinabilità dei semi di infestanti soprattutto di asparago: questi ultimi, infatti, caduti al momento del taglio e della asportazione della vegetazione sono difficilmente eliminabili in primavera con gli usuali prodotti 11 diserbanti.

12 ASPARAGO Materiali e metodi Una prova di pirodiserbo, finanziata dali Ersa e dall'amministrazione provinciale di Ferrara, è stata realizzata presso la cooperativa Geodelta in valle Falce (Codigoro) su di una asparagiaia di 6 anni, impiantata a file semplici, distanziate fra loro 150 centimetri. Sull'asparagiaia in produzione sono state adottate diverse meto-dologie di lavoro, in particolare la valutazione dell'intervento, sulla fila per rilevare la scelta della velocità di avanzamento; l'effetto sulle erbe infestanti; il controllo sulle erbe infestanti; il controllo sull'accrescimento dei turioni; i danni. Gli i interventi di pirodiserbo, localizzati sul la fila sono stati effettuati in data 14 aprile, 29 apri-le, 14 maggio. L'attrezzatura impiegata nella prova e stata costruita dall'officina Mingozzi di Argenta (Fe) specializzata nella costruzione di apparecchiature. Il modello adottato, PT 1000, della larghezza utile di un metro, ha una capa-cità operativa di circa metri quadrati/ora ed un consumo medio orario pari a 15 chilogrammi ad una pressione di esercizio di 1,2 Bar. Questa apparecchiatura per pirodiserbo funziona per mezzo di gas GPL prelevato in fase gassosa e contenuto in comuni bombole. L'attrezzo è dotato di attacchi per sollevatore posteriore e consente di essere portato sia in fase di trasferi-mento che di lavorazione da una trattrice di piccola potenza; è dotato di recipiente porta bombole nel quale possono alloggiare una o due bombole da 25 kg. 12

13 ASPARAGO Il recipiente contiene inoltre da 10 a 20 litri di acqua, è dotato di un piccolo impianto di riscaldamento autonomo, alimentato dalle bombole e controllato da un termostato, necessario a mantenere l'acqua alla temperatura di gradi, sufficiente a consentire la gassificazione del GPL all'interno della bombola poiché il gas per l'alimentazione dell'apparecchio è estratto sotto forma gassosa. Tutta l'apparecchiatura è completata da un sistema automatico di controllo a comando composto da un pan-nello di comando e da un pannello di servizio. 13

14 ASPARAGO Un bilancio positivo Dopo un primo anno di attività l'esperienza condotta applicando Il pirodiserbo sull'asparago è da considerarsi positiva. Certamente alcuni problemi applicativi sono risolvibili da parte del coltivatore con l'esperienza e l'uso della macchina. La scelta della velocità di avanzamento, la regolazione della macchina operatrice ed il mo-mento di intervento sono strettamente correlati alle condizioni in cui si opera. Uno dei punti fondamentali per migliorare il risultato è lo sviluppo delle malerbe. Infatti per ottenere i minori danni possibili al turioni e la migliore efficacia erbicida, è indispensabile intervenire quando le intestanti sono molto piccole (poco oltre le foglie cotiledonari) allo stadio di prima o seconda foglia vera, l 'applicazione del pirodiserbo in questo momento consente di aumentare la velocità di avanzamento oltre 4km/ora, riducendo il momentaneo danno sui turioni emersi al 10-15%, limitando, nel contempo, il consumo di gas a circa 15 kg/ettaro. Possiamo fare ancora alcune positive considerazioni sulla applicazione del pirodiserbo all'asparago. In parti-colare può essere vantaggiosamente impiegato prima della fuoriuscita del turioni od a fine raccolta. Anche a fine coltura, cioè nel mese di novembre-dicembre, tale tecnica può risultare vantaggiosa nella distruzione del-la residua vegetazione (piccoli rami e cladodi) dopo il taglio e l'asportazione della vegetazione ormai dissec-cata. I residui della vegetazione possono essere fonte di inoculo per alcune delle più pericolose malattie 14 fungine (ruggine, Stemphillium, ecc.).

15 ASPARAGO Da verificare infine la possibilità (a mezzo della elevata temperatura di inibizione) della germinabilità dei semi di infestanti soprattutto di asparago: questi ultimi, infatti, caduti al momento del taglio e della asportazione della vegetazione sono difficilmente eliminabili in primavera con gli usuali prodotti diserbanti. 15

16 Le Macchine al lavoro 16

17 Le Macchine al lavoro PTR

18 Le Macchine al lavoro PTR

19 Le Macchine al lavoro Trattrice Carraro Mod. TRH

20 Le Macchine al lavoro Macchina : PTR 1800 Trattrice : Carraro TRH 9400 Velocità : 4 5 Km/h Consumi di GPL : per ora di lavoro Kg Consumi di GPL : per ha Kg 20

21 Distruzione della Vegetazione 21

22 Distruzione della Vegetazione 22

23 Distruzione della Vegetazione 23

24 Distruzione della Vegetazione 24

25 Distruzione della Vegetazione 25

26 Distruzione della Vegetazione 26

27 Distruzione della Vegetazione 27

28 Distruzione della Vegetazione 28

29 Distruzione della Vegetazione 29

30 Distruzione della Vegetazione 30

31 Le Macchine al lavoro 31

32 Le Macchine al lavoro John Deere Mod

33 Le Macchine al lavoro Macchina : PTR 4000 Trattrice : John Deere 6230 Velocità : 4 5 Km/h Consumi di GPL : per ora di lavoro 50 Kg Consumi di GPL : per ha Kg 33

34 In raccolta PTR 34

35 In raccolta PTR 35

36 In raccolta PTR 36

37 In raccolta PTR 37

38 In raccolta 38

39 In raccolta 39

40 Le Macchine al lavoro 40

41 In raccolta 41

42 In raccolta 42

43 In raccolta 43

44 In raccolta 44

45 In raccolta 45

46 In raccolta 46

47 In raccolta 47

48 Le Macchine al lavoro 48

49 Le Macchine al lavoro PTEM V 49

50 Le Macchine al lavoro CINGO 4.2 TOP 50

51 Le Macchine al lavoro Macchina : PTEM V FA VERSION Trattrice : Merlo CINGO 4.2 TOP Velocità : 5 Km/h Consumi di GPL : per ora di lavoro 17 Kg Consumi di GPL : per ha 25 Kg 51

52 In raccolta PTEM V A - L 52

53 PTEM V A - L 53

54 PTEM V A - L 54

55 PTEM V A - L 55

56 PTEM V A - L 56

57 In raccolta 57

58 PTEM V A - L 58

59 PTEM V A - L 59

60 Le Macchine al lavoro 60

61 Le Macchine al lavoro PTEM V 61

62 Le Macchine al lavoro CINGO 4.2 TOP 62

63 Le Macchine al lavoro Macchina : PTEM V FA VERSION Trattrice : Merlo CINGO 4.2 TOP Velocità : 5 Km/h Consumi di GPL : per ora di lavoro 17 Kg Consumi di GPL : per ha 25 Kg 63

64 Post Raccolta PTEM V A - Z 64

65 Post Raccolta PTEM V A - Z 65

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67 Post Raccolta PTEM V A - Z 67

68 Post Raccolta PTEM V A - Z 68

69 Post Raccolta PTEM V A - Z 69

70 Post Raccolta PTEM V A - Z 70

71 Post Raccolta PTEM V A - Z 71

72 Le Macchine al lavoro 72

73 Le Macchine al lavoro PTEM V 73

74 Le Macchine al lavoro CINGO 4.2 TOP 74

75 Le Macchine al lavoro Macchina : PTEM V FA VERSION Trattrice : Merlo CINGO 4.2 TOP Velocità : 5 Km/h Consumi di GPL : per ora di lavoro 17 Kg Consumi di GPL : per ha 25 Kg 75

76 Post Raccolta PTEM VA 76

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78 Post Raccolta PTEM VA 78

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80 Post Raccolta PTEM VA 80

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84 Post Raccolta PTEM VA 84

85 Post Raccolta PTEM VA 85

86 Post Raccolta PTEM VA 86

87 Post Raccolta PTEM VA 87

88 Post Raccolta 88

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