contro nei confronti di per l'annullamento

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1 R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia sezione staccata di Catania (Sezione Seconda) ha pronunciato la presente SENTENZA Sul ricorso numero di registro generale 684 del 2003, proposto da: Lo Presti Giovanni, rappresentato e difeso dall'avv. Iole Cottone, con la quale è domiciliato in Catania, presso la Segreteria del Tribunale; contro Comune di Francavilla di Sicilia (Me), in persona del Sindaco Pro tempore, non costituito in giudizio; nei confronti di Salvia Anna Maria e Greco Maria Grazia, non costituite in giudizio; per l'annullamento previa sospensione dell'efficacia, della Determina del Responsabile dell'area Amministrativa Reg Gen. n. 321 del 6 dicembre 2002, avente per oggetto: "Approvazione graduatoria delle Selezioni per progressione verticale per titoli Area Economico-Finanziaria. Cat. D, unità DUE. Nomina dei dipendenti comunali vincitori della selezione", nonché di ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, ivi inclusa la nota prot. n del 19 dicembre

2 Visto il ricorso con i relativi allegati; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 17/06/2009 il Cons. dott. Gabriella Guzzardi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue: FATTO Il ricorrente, che ha partecipato alla selezione interna per titoli per progressione verticale indetta dal comune di Francavilla di Sicilia con bando del 9 agosto 2002 riservata al personale in servizio a tempo indeterminato, per la copertura di due posti di Istruttore Direttivo - Area Economico- Finanziaria, Categoria D, posizione giuridico economica D1, ne impugna la graduatoria nella quale risulta collocato al terzo posto con punti 26, dietro le dipendenti Salvia Anna Maria, con punti 31,7 e Greco Maria Grazia con punti 27,9, dichiarate vincitrici della selezione interna de qua. Il signor Lo Presti Giovanni assume l illegittimità dell impugnata graduatoria finale, sulla scorta delle seguenti censure: VIOLAZIONE, FALSA ED ERRATA INTERPRETAZIONE DEL BANDO DELLA SELEZIONE- ECCESSO DI POTERE PER ERRORE NEI PRESUPPOSTI- DIFETTO DI MOTIVAZIONE E DI ISTRUTTORIA- SVIAMENTO DI POTERE. L Amministrazione avrebbe errato nell attribuzione dei punteggi ai candidati con riferimento al titolo di studio. Poiché il titolo di studio richiesto per l accesso ai posti a concorso è la laurea in giurisprudenza o titolo equipollente, la valutazione di tale titolo di studio avrebbe dovuto essere effettuata con i criteri dettati dai Decreti Assessoriali del 19/6/96 e

3 del 2/10/97 mediante l attribuzione di 40 punti su base 100 e non il titolo di studio di rango inferiore posseduto dal ricorrente e dalle due contro interessate, che, al più, avrebbe potuto essere valutato come titolo equipollente per il quale è prevista l attribuzione al massimo di punti 8. Se così si fosse proceduto il ricorrente avrebbe dovuto essere collocato al primo posto nella graduatoria finale. Anche gli altri titoli posseduti dai singoli partecipanti non sarebbero stati valutati secondo le direttive dei Decreti Assessoriali di riferimento, con la conseguenza che la scelta dei dipendenti da collocare nell ambita posizione messa a concorso sarebbe stata effettuata per fini diversi da quelli cui la selezione era preordinata, vale a dire la scelta del dipendente in possesso di maggiori titoli di merito e più elevata professionalità. Con O.C.I. n. 115 del 26/02/09 sono stati disposti incombenti istruttori. Alla Pubblica Udienza del 17 giugno 2009 la causa è passata in decisione. DIRITTO Il Collegio prende in esame le articolate censure poste a sostegno del ricorso introduttivo e ne riscontra la infondatezza. Secondo le chiare disposizioni del bando predisposto dal comune intimato, per l accesso ai posti messi a concorso è richiesto, come titolo di studio, la laurea in giurisprudenza, richiesta per l accesso dall esterno, accompagnata dall anzianità di servizio di almeno un anno, oppure il titolo di studio immediatamente inferiore, accompagnato dall anzianità professionale di almeno tre anni. In altri termini dalle disposizioni del bando in questione si evince che: a) per l accesso dall esterno alla copertura dei posti messi a concorso (profili professionale Istruttore Direttivo cat. D, posizione giuridico economica D1)il titolo di studio indefettibilmente richiesto è la laura in giurisprudenza o titolo equipollente; b) per l accesso mediante selezione interna da parte di personale già

4 in servizio presso l Amministrazione, è richiesto, alternativamente, o il possesso del diploma di laurea accompagnato da almeno un anno di anzianità professionale, ovvero il possesso del titolo immediatamente inferiore accompagnato da almeno tre anni di anzianità professionale. Stando così le cose, l amministrazione ha correttamente ritenuta la sufficienza del titolo di studio posseduto dal ricorrete e dalle contro interessate, tutti titolari di diploma di scuola secondaria, poiché tale titolo è sufficiente per la partecipazione dall interno alla selezione de qua, se accompagnato dall anzianità di servizio richiesta, come espressamente previsto dal bando di selezione. Tale titolo, poi, è stato valutato mediante l attribuzione del punteggio conformemente alle previsioni del decreto assessoriale 19/6/96 e successive modificazioni, art. 2, comma 1, lett. b)c. 3, costituendo esso, come già evidenziato, il titolo di studio necessario e sufficiente per l accesso al profilo professionale messo a concorso, se accompagnato dall anzianità di servizio richiesta. Il diploma di scuola superiore posseduto dal ricorrente e dalle contro interessate è stato valutato non già come titolo equipollente bensì, si ribadisce, come titolo necessario e sufficiente per la partecipazione alla selezione interna di cui è causa, e quindi valutato secondo i parametri previsti nel bando mediante il richiamo ai decreti assessoriali di riferimento, come è dato rilevare dai chiarimenti forniti dall Amministrazione intimata in risposta all ordinanza collegiale n. 115/2009 resa da questo Tribunale e dalla documentazione dalla stessa amministrazione fornita, dalla quale si ricava la puntuale valutazione di tutti i titoli posseduti dai partecipanti alla selezione de qua. Conclusivamente, rilevata la infondatezza delle censure proposte, il ricorso va rigettato. Nulla si dispone in ordine alle spese, posto che le parti intimate non si sono costituite in giudizio.

5 P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, sezione staccata di Catania, sezione seconda interna, rigetta il ricorso in epigrafe. Nulla spese. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Catania nella camera di consiglio del giorno 17/06/2009 con l'intervento dei Magistrati: Filippo Giamportone, Presidente Gabriella Guzzardi, Consigliere, Estensore Vincenzo Neri, Primo Referendario L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 30/06/2009 (Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186) IL SEGRETARIO