GUARDIA DI FINANZA SCUOLA DI POLIZIA TRIBUTARIA

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1 GUARDIA DI FINANZA SCUOLA DI POLIZIA TRIBUTARIA DIRETTORE RESPONSABILE GEN.D. SAVERIO CAPOLUPO COMITATO TECNICO SCIENTIFICO COL. T.ST PIER LUIGI MANCUSO COL. SERGIO SERRENTINO COL. T.ST VINCENZO VELLUCCI COL. T.ST BRUNO BIAGI TEN. COL. CARLO VITA M.C. CIRO PANARIELLO IMPAGINAZIONE, EDITING E STAMPA A CURA DELLA SCUOLA DI POLIZIA TRIBUTARIA VIA DELLE FIAMME GIALLE, 14/16 LIDO DI OSTIA (RM) TEL. 06/ FAX 06/

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3 LA SCUOLA DI POLIZIA TRIBUTARIA DELLA GUARDIA DI FINANZA La Scuola di Polizia Tributaria, la cui origine viene fatta tradizionalmente risalire al 1923, quando fu istituito il 1 corso di Applicazione per la Polizia Tributaria Investigativa, assume l attuale denominazione con legge 9 ottobre 1965 n Dal 1 ottobre 2000 essa trova ottima collocazione presso la caserma IV novembre al Lido di Ostia. La Scuola costituisce il supporto addestrativo deputato a garantire la costante aderenza della preparazione tecnico-professionale del personale del Corpo alle differenti esigenze operative, cogliendo i momenti evolutivi di maggiore significato nella legislazione relativa alle molteplici aree di interesse istituzionale ed evidenziando le tematiche di più viva attualità. La Scuola trova, quindi, la sua ragione d essere nell esercizio di due distinte funzioni: il mantenimento e l aggiornamento della professionalità degli appartenenti al Corpo, mediante lo sviluppo di un articolata attività didattica; la costituzione di un Centro di cultura e di ricerca professionale alimentato, tra l altro, dalla produzione e dalla diffusione di iniziative editoriali, ad alto contenuto specialistico. In ordine alla prima finalità, va evidenziato che l attività della Scuola si rivolge esclusivamente a personale già in possesso di adeguata preparazione ed esperienza e, perciò, sostenuto da un proprio patrimonio operativo. Rispetto a questa particolare platea di destinatari, l attività addestrativa si sviluppa attraverso la programmazione di molteplici corsi, di diversa natura e durata, tenuti da un Corpo Docente costituito da professori universitari, magistrati e funzionari ministeriali, alti dirigenti di importanti Organismi Istituzionali, professionisti ed ufficiali del Corpo.

4 La summa delle attività didattiche della Scuola è espressa dal Corso Superiore di Polizia Tributaria, il cui percorso formativo è stato recentemente modificato con Decreto del Ministro dell Economia e delle Finanze del 1 aprile 2004, n Il Corso Superiore - di durata biennale - ha la finalità di preparare gli Ufficiali frequentatori a ricoprire incarichi connotati da elevata complessità gestionale e organizzativa, in relazione alla particolarità del contesto istituzionale, alla dimensione della struttura ed al livello di responsabilità. Si tratta di un percorso di studi unico nel suo genere che, fondato sul rilevante potenziale dei discenti, accuratamente prescelti attraverso un rigoroso e selettivo concorso annuale, consente grazie anche al limitato numero di frequentatori, strutturazioni didattiche e formative di straordinario spessore e con la più ampia trasversalità, riflettente tutte le proiezioni istituzionali della Guardia di Finanza, al massimo livello di approfondimento ed applicativo. In ordine alla seconda finalità, l attività di studio, ricerca e innovazione dell Istituto è finalizzata all organizzazione di convegni a livello nazionale ed internazionale, in collaborazione con Università, Scuole di alta formazione ed Enti italiani e stranieri, nonché alla predisposizione e realizzazione di progetti formativi ad ampio spettro, destinati ad ufficiali e Funzionari di polizia degli Stati membri dell Unione europea e di Paesi terzi. Il Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria e le altre linee editoriali dell Istituto sono disponibili anche in via telematica per gli appartenenti al Corpo all indirizzo informatico della rete intranet: e sulla rete mondiale internet all indirizzo nell area dedicata all Istituto.

5 INDICE PARTE PRIMA STUDI L UTILIZZO DEI FONDI STRUTTURALI EUROPEI: UN RAFFRONTO TRA LE REGIONI ITALIANE di ENRICO BLANDINI 1. I fondi strutturali nella riforma : un raffronto fra le regioni italiane Caratteristiche generali Obiettivi Strumenti Documenti programmatici Stato di attuazione dei fondi strutturali nelle regioni italiane Considerazioni in ordine agli investimenti per lo sviluppo nelle regioni italiane del mezzogiorno Irregolarità e frodi segnalate nelle regioni italiane Il quadro Strategico Nazionale : un raffronto tra le regioni italiane Caratteristiche generali Distribuzione risorse e criteri di riparto per programma operativo e per fondo nelle regioni italiane PARTE SECONDA TECNICA PROFESSIONALE CONSOB E GUARDIA DI FINANZA: IN PARTICOLARE LE PREROGATIVE ED I POTERI DELLA GUARDIA DI FINANZA ALLORCHÉ OPERA SU RICHIESTA DELL AUTORITÀ DI VIGILANZA di MICHELE PISANI 1. I rapporti tra CONSOB e Guardia di Finanza ai fini delle funzioni di vigilanza informativa ed ispettiva L attività delegata della Guardia di Finanza Le modalità di attuazione dei principali poteri della Guardia di Finanza in sede di attività delegata Conclusioni

6 I NUOVI POTERI ATTRIBUITI ALLA CONSOB IN MATERIA DI ABUSI DI MERCATO E L ART. 170 BIS D.LGS. 24 FEBBRAIO 1998, N.58 di GIOVANNI SALERNO 1. I nuovi poteri della CONSOB in materia di abusi di mercato L art. 170 bis D.Lgs. 24 febbraio 1998, n Considerazioni finali PARTE TERZA MEMORIE OPERATIVE CONTRASTO AL FENOMENO DELLA PIRATERIA AUDIOVISIVA ED INFORMATICA POSTA IN ESSERE MEDIANTE INTERNET OPERAZIONE DOWNREVOLUTION del COMANDO REGIONALE LOMBARDIA 1. Premessa e normativa del settore Panoramica sul dominio Struttura del sito Normativa di riferimento Sanzioni amministrative Presupposto dell avvio delle indagini Riepilogo dei risultati Fattispecie penali Fattispecie amministrative PARTE QUARTA OSSERVATORIO COMUNITARIO I RAPPORTI TRA LA NORMATIVA COMUNITARIA ED IL DIRITTO TRIBUTARIO INTERNO di ANTONIO LEONE 1. Introduzione: La fiscalità nella visione del legislatore comunitario I Principi ed i criteri ordinatori del sistema delle fonti nell ordinamento comunitario I criteri ordinatori delle fonti nei rapporti tra diritto italiano e diritto comunitario Evoluzione della posizione della Corte Costituzionale Italiana Le prime pronunce della Corte Costituzionale Le sentenze degli anni 70: il primato del diritto comunitario ed i c.d. controlimiti La sentenza n. 170/84, la ricostruzione attuale delle antinomie tra diritto interno e diritto comunitario c.d. self executing II

7 4.4 Le ulteriori ipotesi di contrasti in cui non è previsto l intervento della Corte Costituzionale: A) La configurazione di nuove norme comunitarie ad effetto diretto; B) I contrasti tra fonti sub-legislative nazionali e il diritto comunitario Il principio di continuità nelle pronunce pregiudiziali della corte di giustizia ed effetti sugli ordinamenti nazionali III

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9 GLI AUTORI ENRICO BLANDINI Maggiore della Guardia di Finanza, titolato Scuola di Polizia Tributaria, in servizio presso il Nucleo Polizia Tributaria di Perugia quale Comandante; ANTONIO LEONE Colonnello della Guardia di Finanza, titolato Scuola di Polizia Tributaria, in servizio presso il Comando Provinciale di Lucca quale Comandante; MICHELE PISANI Tenente Colonnello della Guardia di Finanza, titolato Scuola di Polizia Tributaria, in servizio presso il Comando Provinciale di Verona quale Comandante; GIOVANNI SALERNO Tenente Colonnello della Guardia di Finanza, titolato Scuola di Polizia Tributaria, in servizio presso il Comando Generale quale Capo Sezione Coordinamento dell Ufficio del Comandante Generale.

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11 PARTE PRIMA STUDI

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13 L UTILIZZO DEI FONDI STRUTTURALI EUROPEI: UN RAFFRONTO TRA LE REGIONI ITALIANE Sommario: 1. I fondi strutturali nella riforma : un raffronto fra le regioni italiane; 1.1 Caratteristiche generali; 1.2 Obiettivi; 1.3 Strumenti; 1.4 Documenti programmatici; 1.5 Stato di attuazione dei fondi strutturali nelle regioni italiane; 1.6 Considerazioni in ordine agli investimenti per lo sviluppo nelle regioni italiane del mezzogiorno; 1.7 Irregolarità e frodi segnalate nelle regioni italiane; 2. Il quadro strategico nazionale : un raffronto tra le regioni italiane; 2.1 Caratteristiche generali; 2.2 Distribuzione risorse e criteri di riparto per programma operativo e per fondo nelle regioni italiane. 1. I FONDI STRUTTURALI NELLA RIFORMA : UN RAFFRONTO FRA LE REGIONI ITALIANE 1.1 CARATTERISTICHE GENERALI I fondi strutturali rappresentano lo strumento principale di cui si avvale l Unione europea per promuove lo sviluppo armonioso, equilibrato e duraturo delle attività economiche, la crescita dell occupazione, la tutela e il miglioramento dell ambiente, l eliminazione delle ineguaglianze e la promozione della parità tra uomini e donne 1. Esistono, infatti, divari socio-economici rilevanti tra le regioni dell Unione 2 in grado di pregiudicare, qualora non corretti, lo sviluppo della stessa del Magg. Enrico Blandini Il principio generale della coesione economica e sociale è contenuto nell art. 158 del Trattato di Amsterdam - firmato il 2 ottobre 1997 dagli allora 15 Paesi dell Unione Europea ed entrato in vigore il 1 maggio e nell articolo 1 del Regolamento generale sui fondi strutturali (Reg. CE n. 1260/1999). Ad esempio, il prodotto interno lordo (PIL) pro capite del Lussemburgo, pari a , è circa tre volte più elevato di quello della Grecia, pari a Amburgo, una delle regioni più ricche d Europa, ha un PIL pro capite, pari a , circa tre volte superiore a quello dell Alentejo (Regione del Portogallo che comprende 58 comuni - 18,8% del totale nazionale) che ha un PIL pro capite pari a I dati richiamati sono fonte Eurostat anno Vale peraltro osservare come le differenze economiche trovano riscontro anche in Italia dove, ad esempio, il Pil pro capite della Calabria, pari a , è meno della metà del Pil pro capite della Lombardia ( ) o della Provincia Autonoma di Bolzano ( ). Fonte Eurostat anno 2003.

14 Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza n. 2/2009 Con la riforma dei fondi strutturali, avvenuta nel 1999, in sede di approvazione dei regolamenti relativi al periodo di programmazione , gli obiettivi prioritari dell azione europea sono stati ridotti a tre (dai sei del periodo di programmazione ) 5. La nuova disciplina non ha modificato, tuttavia, i principi-cardine ai quali risponde il sistema dei fondi strutturali: la concentrazione 6, il partenariato 7, la programmazione 8 e l addizionalità OBIETTIVI Gli obiettivi prioritari individuati per la programmazione sono stati: obiettivo 1: finalizzato a promuovere lo sviluppo e l adeguamento strutturale delle regioni in ritardo 10. Per quanto Ci si riferisce, in particolare, al Reg. n. 1260/1999 del Consiglio recante disposizioni generali sui fondi strutturali ed ai regolamenti relativi ai singoli fondi (n. 1783/1999 per il FESR, n. 1784/1999 per il FSE, nn. 1257/1999 e 1750/1999 per il FEAOG, n. 1263/1999 per lo SFOP). Le politiche strutturali fanno riferimento a specifici periodi di programmazione. Per gli anni gli obiettivi hanno riguardato: la promozione e l adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo ( obiettivo 1 ); la riconversione economica delle regioni o aree significativamente colpite da fenomeni di declino industriale ( obiettivo 2 ); la lotta alla disoccupazione di lunga durata, l integrazione nella vita lavorativa dei giovani e dei soggetti esclusi dal mercato del lavoro e la promozione delle pari opportunità lavorative ( obiettivo 3 ); la riqualificazione dei lavoratori e delle lavoratrici ai cambiamenti dei sistemi di produzione industriale ( obiettivo 4 ); l adattamento delle strutture agricole, la modernizzazione e l adeguamento strutturale del settore della pesca ( obiettivo 5a ), lo sviluppo e l ammodernamento delle zone rurali sensibili ( obiettivo 5b ), lo sviluppo e l adeguamento strutturale di regioni a ridotta intensità di popolazione ( obiettivo 6 ). In proposito, cfr. P. POLETTI P. REALI, Unione europea e tutela degli interessi finanziari, Testi, Scuola P. T., 2002, pagg. 115 e ss.. Cfr. art. 7 del Regolamento 1260/1999. In particolare, il principio di concentrazione implica l individuazione di obiettivi prioritari, al fine di evitare la dispersione di risorse. Si veda l art. 8 del Regolamento 1260/1999. Il criterio-guida del partenariato impone, nell attuazione del procedimento di assegnazione del contributo economico, la stretta collaborazione tra la Commissione e lo Stato membro interessato, con il coinvolgimento delle Autorità e degli Organismi competenti a livello nazionale e locale. Il principio della programmazione rende necessaria la definizione di obiettivi, azioni, criteri economici, strumenti di monitoraggio ed eventuali valutazioni correttive. Nel dettaglio, ciascuno Stato predispone, per ogni obiettivo, una serie di piani che vengono negoziati con la Commissione ed entrano a far parte dei documenti unici di programmazione (DOCUP) concernenti gli interventi rientranti nell obiettivi 2 (cfr. art. 18 del regolamento 1260/1999) o dei quadri comunitari di sostegno (obiettivi 1 e 3), che predispongono le linee di intervento, le relative modalità e le necessarie risorse finanziarie. Cfr. art. 11 del Regolamento 1260/1999. Secondo il principio di addizionalità l erogazione comunitaria deve sempre aggiungersi e non sostituirsi a quelle concesse dalle autorità nazionali e locali, assumendo, pertanto, la forma del cofinanziamento. 112

15 Studi riguarda l Italia 11, le regioni che sono rientrate nell obiettivo 1 sono state: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. A queste deve aggiungersi il Molise in sostegno transitorio o phasing out 12. obiettivo 2: finalizzato a favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali 13. I territori italiani che sono rientrati in questo obiettivo sono stati quelli del Centro Nord che presentavano problemi strutturali per cui necessitavano di una riconversione sociale ed economica. Più nel dettaglio, le regioni italiane interessate sono state: Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli V. Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d Aosta, Veneto, Prov. Autonoma di Bolzano, Prov. Autonoma Trento L elenco delle 60 regioni europee ammesse all obiettivo 1 è stato stabilito dalla Commissione Europea con Decisione del 1 luglio Le regioni rientranti nell obiettivo 1 per il periodo di programmazione sono state quelle in cui il prodotto interno lordo (PIL) pro-capite è risultato inferiore al 75% della media comunitaria. Il PIL è stato misurato secondo gli standard del potere d acquisto e calcolato sulla base dei dati disponibili al 26 marzo 1999 (regolamento CE n del 1999, articolo 3). Per quanto concerne il PIL pro capite medio europeo è possibile fare riferimento ai seguenti dati orientativi: PIL pro capite medio UE a 15 (fino al 1 maggio 2004) ; PIL pro capite medio UE a 25 (fino al 1 gennaio 2007) ; PIL pro capite medio UE a 27 (dal 1 gennaio 2007) Con l ingresso della Turchia, Croazia e Macedonia il PIL pro capite medio UE a 30 stimato risulta pari a Dati rilevati da Unione_europea. Il Regolamento generale (regolamento CE n del 1999, articolo 6) prevede un sostegno transitorio o phasing out per le regioni o zone che erano ammissibili agli obiettivi regionalizzati del periodo di programmazione e che non lo sono più per il Si tratta di un regime transitorio decrescente che permette l uscita graduale dal sostegno comunitario per spese strutturali. Lo scopo del phasing out è quello di evitare l improvvisa interruzione degli aiuti e facilitare il consolidamento dei risultati degli interventi strutturali precedenti. Rientrano nell obiettivo 2 le seguenti zone: - zone industriali con tasso di disoccupazione superiore alla media comunitaria; - zone rurali con scarsa densità di popolazione o un elevato tasso di disoccupazione; - zone urbane che presentano almeno uno dei seguenti criteri: elevato tasso di disoccupazione di lunga durata, elevato livello di povertà, ambiente degradato, criminalità e delinquenza, basso livello di istruzione; - zone dipendenti dalla pesca. Ogni Stato membro ha proposto l elenco delle zone che soddisfano i criteri (tenendo conto che almeno il 50% della popolazione deve rientrare nei requisiti previsti per le zone industriali e rurali) e la Commissione ha redatto l elenco definitivo. Questo rimane valido per 7 anni ma può essere rivisto in sede di valutazione intermedia per inserirvi zone che hanno attraversato gravi crisi. Il massimale di popolazione comunitaria ammissibile all obiettivo 2 è fissato dal regolamento nella misura del 18%. 113

16 Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza n. 2/2009 obiettivo 3: finalizzato a favorire l adeguamento e l ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Le misure previste nell ambito di questo obiettivo, applicabili alle zone che non rientrano nell obiettivo 1, promuovono: politiche attive del mercato del lavoro e lotta alla disoccupazione; accesso al mercato del lavoro con un attenzione particolare alle persone a rischio di esclusione sociale; potenziamento dell occupazione grazie a sistemi di istruzione e formazione permanenti, misure adeguate per anticipare e favorire l adattamento ai mutamenti economici e sociali, pari opportunità fra l uomo e la donna. 1.3 STRUMENTI I principali strumenti finanziari con cui l Unione europea persegue i predetti obiettivi sono i seguenti. Obiettivo 1: i fondi strutturali 1. FSE: Fondo sociale europeo 14 ; 2. FESR: Fondo europeo per lo sviluppo regionale 15 ; 3. FEAOG: Fondo europeo per l agricoltura Sezione orientamento 16 ; Il FSE è il fondo comunitario creato nel 1957 dal Trattato istitutivo della Comunità per prevenire e combattere la disoccupazione e sviluppare le risorse umane e l integrazione sociale nel mercato del lavoro. Lo scopo principale del FSE, riconfermato anche nella programmazione , è quello di promuovere un livello elevato di occupazione, la parità fra uomini e donne e la coesione economica e sociale. Il regolamento del FSE (Regolamento CE n.1784 del 1999) definisce le attività finanziabili da questo fondo nell ambito degli obiettivi 1, 2 e 3. Fonti: Trattato istitutivo della Comunità; Regolamento CE 1784/99; Regolamento CE n. 1260/99; Comunicazione della Commissione del 16 gennaio Il FESR è il fondo comunitario nato per promuovere la coesione economica e sociale attraverso la correzione dei principali squilibri regionali esistenti nell Unione europea, come si legge nel Trattato di Amsterdam (articolo 160). Nella programmazione per il periodo , il FESR contribuisce (regolamento CE n del 1999, articoli 2, 20 e 21), a: - conseguire gli obiettivi 1 e 2; - finanziare la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale; - sviluppare, economicamente e socialmente, le città e le zone sub-urbane in crisi. Fonti: Regolamento CE n.1783/99; Regolamento CE n. 1260/99; Trattato di Amsterdam. 114

17 Studi 4. SFOP: Strumento finanziario di orientamento per la pesca 17 ; il fondo di coesione 18 ; Obiettivo 2: FESR: Fondo europeo per lo sviluppo regionale. Obiettivo 3: FSE: Fondo sociale europeo. 1.4 DOCUMENTI PROGRAMMATICI I documenti programmatici attraverso i quali si attuano i fondi strutturali sono: QCS (Quadro Comunitario di Sostegno) 19, articolato in: Il FEAOG è il fondo comunitario creato nel 1962 per finanziare la politica agricola comune (PAC) e definisce il quadro del sostegno comunitario per lo sviluppo rurale sostenibile. Le misure per lo sviluppo rurale accompagnano e integrano altri strumenti della politica agricola comune e contribuiscono al conseguimento degli obiettivi previsti dall articolo 33 del Trattato di Amsterdam. Il fondo è disciplinato dal Regolamento CE n del 1999, e successive modifiche. Il FEAOG è articolato in due sezioni: - sezione Orientamento. Si applica alle regioni e zone dell obiettivo 1. Finanzia progetti pubblici per migliorare le strutture di produzione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli (ad esempio, tramite investimenti in nuove attrezzature e tecnologie) insieme al FESR e al FSE. - sezione Garanzia. Si applica alle zone fuori dall obiettivo 1. Finanzia le misure di sostegno dei prezzi e di stabilizzazione dei mercati anche tramite pagamenti diretti agli agricoltori. La sezione Orientamento fa parte dei fondi strutturali finalizzati a promuovere lo sviluppo regionale e a ridurre le disparità tra le regioni europee, mentre la sezione Garanzia rientra tra le spese obbligatorie nel quadro del bilancio comunitario. Fonti: Regolamento CE n.1257/99; Regolamento CE n. 1260/99. Lo SFOP è il fondo comunitario riservato all attuazione della politica comune della pesca, che contribuisce all equilibrio tra conservazione, gestione e sfruttamento razionale delle risorse ittiche e dell acquacoltura e della trasformazione e commercializzazione dei relativi prodotti. Nella nuova programmazione per il periodo , il fondo è disciplinato dal Regolamento CE n del Fonti Regolamento CE n. 1263/99 e Regolamento CE n. 1260/99. Si tratta di un fondo speciale in favore degli Stati membri dove il PNL pro capite è inferiore al 90% della media comunitaria (il PNL è ottenuto addizionando al PIL il reddito di residenti derivanti da investimenti all estero e sottraendo il reddito prodotto all interno, ma spettante a operatori esteri). Dal 1 maggio 2004 rientrano in questa categoria Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia e Slovenia. E il documento approvato dalla Commissione europea, d intesa con lo Stato membro interessato, sulla base della valutazione del Piano presentato dallo stesso Stato. Il QCS contiene la fotografia della situazione di partenza, la strategia, le priorità d azione, gli obiettivi specifici, la ripartizione delle risorse finanziarie, le condizioni di attuazione. Il QCS, che trova applicazione per la realizzazione dell obiettivo 1 e 3, è articolato in 6 assi prioritari (Regolamento CE n del 1999, articolo 9): Asse I - Valorizzazione delle risorse naturali e ambientali (Risorse naturali); Asse II - Valorizzazione delle risorse culturali e storiche (Risorse culturali); Asse III - Valorizzazione delle risorse umane (Risorse umane); Asse IV - Potenziamento e valorizzazione dei sistemi locali di sviluppo (Sistemi locali di sviluppo); Asse V - Miglioramento della qualità delle città, delle 115

18 Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza n. 2/2009 PON (Programmi operativi nazionali) 20 ; POR (Programmi operativi regionali) 21 ; Docup: Documento Unico di Programmazione 22. Per quanto riguarda l Italia, per il periodo di programmazione , le correlazioni esistenti tra obiettivi e documenti programmatici possono essere così sintetizzate: Obiettivo 1 QCS; Obiettivo 2 Docup; Obiettivo 3 QCS 1.5 STATO DI ATTUAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI NELLE REGIONI ITALIANE Obiettivo 1: sostenere lo sviluppo delle regioni meno prospere. L attuazione finanziaria dell Obiettivo 1. I fondi assegnati per il conseguimento dell obiettivo 1 alle regioni italiane, per la programmazione , sono stati pari a circa 46 miliardi di euro (Tab. 1) così suddivisi: 1. circa 14 mld. per l attuazione dei PON; 2. circa 32 mld. per l attuazione dei POR. Il livello di attuazione complessivo al 31/08/2007 degli Interventi comunitari nel Mezzogiorno è pari al 69,3 % degli stanziamenti complessivi istituzioni locali e della vita associata (Città); Asse VI - Rafforzamento delle reti e nodi di servizio (Reti e nodi di servizio). Il QCS è attuato tramite uno o più Programmi operativi. Il QCS per le regioni italiane obiettivo 1 comprende 7 PON (Programmi operativi nazionali) e 7 POR (Programmi operativi regionali); per le regioni ad obiettivo 3 comprende, invece, 1 PON e 14 POR. Il QCS è stato approvato dalla Commissione europea il 1 agosto 2000, con decisione n. C (2000) Le Autorità di Gestione sono i ministeri di riferimento: Istruzione, Università e Ricerca (per il PON Ricerca e il PON Scuola), Interno, Attività Produttive, Infrastrutture e Trasporti, Politiche Agricole e Forestali, Economia e Finanze. L Autorità di Gestione di ciascun Programma è la rispettiva amministrazione regionale. I POR hanno un impostazione uniforme e si dividono in sei capitoli: analisi della situazione di partenza; strategia di sviluppo; assi prioritari d intervento; misure del Programma; piano finanziario; disposizioni di attuazione. Il DOCUP è lo strumento attraverso il quale viene programmato l`intervento dei Fondi strutturali nelle regioni comprese nell obiettivo 2 (in Italia sono quelle del Centro-Nord). Ogni Regione, per ciascun obiettivo da cui è interessata, adotta un Docup, che deve essere approvato dalla Commissione Europea. 116

19 Studi In valori assoluti, nelle aree dell Obiettivo 1, risultano essere stati spesi al 31/08/2007 quasi 32 mld di euro, a fronte di oltre 45,5 mld di euro di impegni giuridicamente vincolanti assunti entro tale data (99,4 % dell intero QCS). Restano da spendere, entro il 31 dicembre 2008 (data limite per la realizzazione della maggior parte della spesa), circa 14 mld di euro. I PON al 31/08/2007 hanno effettuato pagamenti per 11,8 mld di euro, ovvero 83,7 % del contributo totale, mentre i programmi a titolarità regionale (POR) superano i 20 mld di euro di spesa, pari al 63 % della cifra totale a disposizione per il periodo di programmazione La migliore performance attuativa risulta essere quella del PON Sviluppo Imprenditoriale Locale che al 31/08/2007 ha utilizzato risorse pari al 89,2%. Tra i Programmi a realizzazione regionale, è il POR Molise a mostrare la migliore capacità realizzativa, con pagamenti pari al 78,7 % del contributo totale , seguito dalla Basilicata (68,6%). Entrambi questi programmi hanno già raggiunto delle quote di impegno superiori alla dotazione dei programmi. Per ciò che concerne l analisi dell andamento finanziario per Fondo Strutturale è da segnalare che è il FSE (Fondo Sociale Europeo) a mostrare il migliore avanzamento, ovvero il 71,3 %, con un ammontare di pagamenti di quasi 4,8 miliardi di euro (Tab. 3). Confronto tra la rilevazione del 31/08/2007 e quella del 30/06//2007. L avanzamento complessivo del Quadro Comunitario di Sostegno, rispetto al III bimestre del 2007, mostra un progresso nei pagamenti pari a quasi 1 mld di euro (+ 2 %); i Programmi Operativi Regionali registrano un aumento complessivo del 2,5 %, mentre quelli nazionali riportano un aumento di circa l 1%. E il PON Sicurezza a realizzare al 31/08/2007 l aumento più consistente tra i vari interventi, ovvero il 4,79 % rispetto alla precedente rilevazione, mentre è il POR 117

20 Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza n. 2/2009 Campania, con il 3,88 %, a riportare il maggior incremento tra i Programmi Operativi Regionali. Tab. 1: QCS OBIETTIVO 1: Attuazione Finanziaria per intervento al 31/08/ dati in euro Fondo Contributo totale 2000/2006 Impegni Pagamenti Avanzamento % (A) (B) (C) (B/A) (C/A) PON ATAS , , ,46 95,3 83,9 PON Pesca , , ,72 91,6 60,8 PON Ricerca , , ,28 115,8 * 73,6 PON Scuola per lo , , ,71 107,0 * 88,1 svilu. PON Sicurezza , , ,88 95,3 75,8 PON Sviluppo , , ,93 128,2 * 89,2 PON Trasporti , , ,70 109,6 * 86,3 Totale PON , , ,68 114,1 * 83,7 POR Basilicata , , ,41 110,4 * 68,6 POR Calabria , , ,35 87,1 66,0 POR Campania , , ,68 89,2 62,9 POR Molise , , ,04 113,0 * 78,7 POR Puglia , , ,55 98,1 61,8 POR Sardegna , , ,68 88,7 67,8 POR Sicilia , , ,28 93,2 57,8 Totale POR , , ,99 92,9 63,0 Totale QCS , , ,67 99,4 69,3 Fonte: Sistema Nazionale di Monitoraggio dei Fondi Strutturali Europei Elaborazione IGRUE del 02/10/2007. * In merito al superamento del 100% vgs. nota n. 23. Tab. 2: QCS OBIETTIVO 1 FESR: Attuazione Finanziaria per intervento al 31/08/2007 dati in euro Intervento Contributo 2000/2006 Impegni Pagamenti Avanzamento % (A) (B) (C) (B/A) (C/A) PON ATAS , , ,17 92,0 80,8 PON Ricerca , , ,87 112,9 * 66,2 PON Scuola per lo , , ,67 103,0 * 94,2 sviluppo PON Sicurezza , , ,31 95,1 * 75,5 PON Sviluppo , , ,34 128,6 * 89,7 PON Trasporti , , ,70 109,6 * 86,3 Totale PON , , ,06 115,0 84,0 POR Basilicata , , ,23 124,4 * 74,3 POR Calabria , , ,56 91,4 65,4 POR Campania , , ,12 85,3 59,0 POR Molise , , ,00 126,5 * 82,6 POR Puglia , , ,27 100,9 * 60,4 POR Sardegna , , ,99 91,5 70,7 POR Sicilia , , ,43 92,1 54,0 Totale POR , , ,60 93,4 61,1 Totale QCS , , ,66 101,3 * 69,5 23 Da una comunicazione fornita nel 1999 dalla Commissione Europea, in merito all applicazione del Regolamento 1260/1999, si legge espressamente a proposito degli impegni: la rata attuale e quelle future di ciascun fondo possono essere modificate nel corso di un qualsiasi esercizio, alle condizioni stabilite all art. 14, par. 2 del Reg. 1260/1999 ed ancora a proposito dei pagamenti: Non vi sono ostacoli giuridici a che i pagamenti destinati ad una qualunque priorità, imputati ad un determinato impegno, siano superiori ai fondi stanziati per tale priorità nell ambito della relativa rata annuale di un fondo, a condizioni che non sia superato l importo stanziato per l intera durata del programma. 118

21 Studi TAB. 3: QCS OBIETTIVO 1 FSE: Attuazione Finanziaria per intervento al 31/08/2007 dati in euro Intervento Contributo 2000/2006 Impegni Pagamenti Avanzamento % (A) (B) (C) (B/A) (C/A) PON ATAS , , ,29 98,7 87,2 PON Ricerca , , ,41 122,0 * 89,2 PON Scuola per lo , , ,04 108,4 * 85,9 sviluppo PON Sicurezza , , ,57 97,9 79,1 PON Sviluppo , , ,59 107,4 * 65,0 Totale PON , , ,90 112,0 * 86,0 POR Basilicata , , ,79 95,0 61,4 POR Calabria , , ,83 75,3 66,8 POR Campania , , ,33 99,8 70,9 POR Molise , , ,79 83,7 69,6 POR Puglia , , ,16 92,5 67,9 POR Sardegna , , ,65 89,2 63,3 POR Sicilia , , ,64 94,7 63,4 Totale POR , , ,19 92,0 66,0 Totale QCS , , ,09 97,3 71,3 TAB. 4: QCS OBIETTIVO 1 FEOGA: Attuazione Finanziaria per intervento al 31/08/2007 dati in euro Intervento Contributo 2000/2006 Impegni Pagamenti Avanzamento % (A) (B) (C) (B/A) (C/A) POR Basilicata , , ,39 96,7 64,0 POR Calabria , , ,21 82,4 67,7 POR Campania , , ,23 98,5 74,0 POR Molise , , ,09 93,9 74,4 POR Puglia , , ,14 93,5 62,1 POR Sardegna , , ,48 82,1 64,9 POR Sicilia , , ,70 95,6 67,9 Totale POR , , ,24 91,9 67,6 Totale QCS , , ,24 91,9 67,6 TAB. 5: QCS OBIETTIVO 1 SFOP: Attuazione Finanziaria per intervento al 31/08/2007 dati in euro Intervento Contributo 2000/2006 Impegni Pagamenti Avanzamento % (A) (B) (C) (B/A) (C/A) PON Pesca , , ,72 91,6 60,8 Totale PON , , ,72 91,6 60,8 POR Calabria , , ,75 89,9 62,4 POR Campania , , ,00 100,2 * 79,4 POR Molise , , ,16 64,0 42,1 POR Puglia , , ,98 87,9 51,1 POR Sardegna , , ,56 62,8 48,3 POR Sicilia , , ,51 100,3 * 52,3 Totale POR , , ,96 89,8 58,3 Totale QCS , , ,68 90,5 59,3 Fonte: Sistema Nazionale di Monitoraggio dei Fondi Strutturali Europei Elaborazione IGRUE del 02/10/2007 * In merito al superamento del 100% vgs. nota n. 23. Obiettivo 2: dare impulso alle zone in difficoltà strutturale. L attuazione finanziaria dell Obiettivo 2. La dotazione finanziaria totale dei 14 Documenti Unici di Programmazione (Docup) dell Obiettivo 2 (in Italia uno per ogni regione del Centro-Nord), nel periodo di programmazione è pari a oltre 7 miliardi di 119

22 Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza n. 2/2009 euro (Tab. 6). Le Regioni a cui risulta destinata una quota maggiore di fondi sono il Piemonte (17,9% del totale), la Toscana (17,1%) e il Lazio (12,3%). L analisi dei dati di avanzamento dei pagamenti per gli Interventi Obiettivo 2 al 31/03/2007, rappresentata nella tabella di sintesi (Tab. 6), evidenzia pagamenti per oltre 5 miliardi di euro ed impegni per oltre 7 miliardi di euro, con una performance di realizzazione complessiva (pagamenti/contributo totale) del 74% e una capacità di impegno (impegni/contributo) del 103,6%. Relativamente ai dati di monitoraggio finanziario al 31/03/2007, l Intervento che risulta aver impegnato e speso di più rispetto al contributo totale è il Docup Valle d Aosta, con una capacità di impegno del 150,7% e un efficienza realizzativa del 127,5%. Livelli di avanzamento significativi sono stati altresì raggiunti dai Docup Veneto ed Emilia Romagna con pagamenti rispettivamente al 91,9% e all 89,8%. Confronto con la rilevazione al 31/12/2006. L avanzamento finanziario nel I trimestre 2007 dei complessivi 14 Docup Obiettivo 2 evidenzia un incremento del 2,8%. TAB. 6: QCS OBIETTIVO 2: Attuazione Finanziaria per intervento al 31/08/2007 dati in euro Intervento Contributo totale 2000/2006 Impegni Pagamenti Avanzamento % (A) (B) (C) (B/A) (C/A) Docup Abruzzo , , ,56 99,9 59,3 Docup Emilia-R , , ,83 129,4 * 89,8 Docup Friuli V. G , , ,47 106,3 * 69,0 Docup Lazio , , ,43 109,2 * 68,7 Docup Liguria , , ,56 98,3 66,7 Docup Lombardia , , ,68 94,7 68,0 Docup Marche , , ,89 81,4 70,5 Docup P.A. Bolz , , ,33 118,9 * 87,2 Docup P.A. Trento , , ,84 99,6 81,4 Docup Piemonte , , ,64 100,2 * 77,9 Docup Toscana , , ,88 102,8 * 75,8 Docup Umbria , , ,48 88,6 68,2 Docup Valle d A , , ,22 150,7 * 127,5 * Docup Veneto , , ,22 125,8 * 91,9 Totale , , ,03 103,6 * 74,0 Fonte: Sistema Nazionale di Monitoraggio dei Fondi Strutturali Europei Elaborazione IGRUE del 16/05/2007. * In merito al superamento del 100% vgs. nota n

23 Studi Obiettivo 3: sviluppo delle risorse umane. L attuazione finanziaria del QCS Obiettivo 3. Il livello di attuazione complessivo del Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 3 al 30/06/2007 mostra livelli di impegno e di spesa che si attestano rispettivamente al 97,6% e al 79,2% del costo programmato, di circa 9 miliardi di euro (Tab. 7), pur con situazioni diversificate in relazione ai singoli Programmi Operativi e ai diversi Assi prioritari, che individuano gli obiettivi strategici del QCS Obiettivo 3. Tra gli Assi Prioritari, la migliore performance è fatta registrare dall Asse A, finalizzato allo sviluppo delle politiche attive del mercato del lavoro, per cui sono stati effettuati pagamenti pari all 83,6% delle risorse disponibili, dimostrando anche una tra le più elevate capacità di impegno (99,1% rispetto al costo totale). Superiore alla media risulta anche il livello di spesa raggiunto dall Asse B (82,3% delle risorse disponibili), rivolto al finanziamento di progetti tesi alla promozione delle pari opportunità. Per quanto riguarda i singoli Interventi (Tab. 8), livelli di spesa significativi si rilevano per i POR gestiti dalla Regione Friuli Venezia Giulia (102,9% rispetto al contributo totale ), dalla Provincia Autonoma di Trento (93,5%), dalla Provincia Autonoma di Bolzano (91,2%) e dalla Regione Emilia Romagna (88,0%). La performance realizzativa meno brillante emerge invece per il POR Lazio che si attesta su una percentuale di pagamento pari al 65,1% del costo programmato Il confronto tra la rilevazione del 31/03/2007 e del 30/06/2007. Per ciò che concerne il trend di crescita delle spese, nel II trimestre 2007, si è rilevato un incremento medio del livello dei pagamenti del 2,5% rispetto al Contributo Totale (da milioni di Euro erogati al 31/03/2007 si è passati a milioni di Euro). 121

24 Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza n. 2/2009 Tra i vari Assi, quelli che mostrano la maggiore crescita del rapporto tra pagamenti e costo totale, tra marzo e giugno 2007, sono l Asse F Accompagnamento QCS e Programmi Operativi, con una crescita del 3,7% e l Asse D Promozione forza lavoro con un incremento del 3%. L intervento con i migliori risultati in termini di avanzamento finanziario è stato il POR Friuli Venezia Giulia per il quale si registra un delta trimestrale di crescita del 7,3%, mentre una performance inferiore a questa, ma pur sempre superiore alla media, risulta essere stata realizzata dal POR Valle d Aosta (6,0%). TAB. 7: OBIETTIVO 3: Attuazione Finanziaria per asse al 30/06/2007 dati in euro Asse Contributo 2000/2006 Impegni Pagamenti Avanzamento % (A) (B) (C) (B/A) (C/A) - Sviluppo e promozione , , ,89 99,1 83,6 politiche attive mercato lavoro - Promozione di pari opportunità , , ,57 101,0 * 82,3 - Promozione e miglioramento , , ,09 96,6 77,7 formazione prof./istru./orient. - Promezi. Forza lavoro , , ,74 99,4 76,3 - Misure speciali per migliorare , , ,11 92,7 75,8 accesso donne mercato lavoro - Accompagnamento QCS e , , ,85 86,0 70,6 progetti operativi Totale , , ,25 97,56 79,19 Fonte: Sistema Nazionale di Monitoraggio dei Fondi Strutturali Europei Elaborazione IGRUE del 16/05/2007 * In merito al superamento del 100% vgs. nota n. 23. TAB. 8: OBIETTIVO 3: Attuazione Finanziaria per asse al 30/06/2007 dati in euro Asse Contributo 2000/2006 Impegni Pagamenti Avanzamento % (A) (B) (C) (B/A) (C/A) P.O.R. Abruzzo , , ,42 88,3 66,7 P.O.R. Emilia-Romagna , , ,85 106,0 * 88,0 P.O.R. Friuli V. G , , ,09 115,0 * 102,9 * P.O.R. Lazio , , ,59 85,8 65,1 P.O.R. Liguria , , ,92 104,1 * 84,4 P.O.R. Lombardia , , ,75 90,2 87,4 P.O.R. Marche , , ,64 90,2 75,7 P.O.R. Piemonte , , ,86 93,5 72,4 P.O.R. Bolzano , , ,25 115,6 * 91,2 P.O.R. Trento , , ,94 117,4 * 93,5 P.O.R. Toscana , , ,26 95,0 76,7 P.O.R. Umbria , , ,11 102,3 * 75,0 P.O.R. Valle d Aosta , , ,86 105,5 * 72,7 P.O.R. Veneto , , ,88 103,2 * 70,1 P.O.N. Azioni di Sistema , , ,83 95,5 70,7 Totale , , ,25 97,56 79,19 Fonte: Sistema Nazionale di Monitoraggio dei Fondi Strutturali Europei Elaborazione IGRUE del 31/08/2007. * In merito al superamento del 100% vgs. nota n

25 Studi 1.6 CONSIDERAZIONI IN ORDINE AGLI INVESTIMENTI PER LO SVILUPPO NELLE REGIONI ITALIANE DEL MEZZOGIORNO Un recente rapporto, commissionato dal Ministero dell Economia e delle Finanze, 24 fotografa in maniera particolareggiata l esito degli investimenti comunitari nelle regioni italiane del Mezzogiorno, prendendo come riferimento il periodo di programmazione 2000/2006. Dalle suddette analisi emerge in maniera evidente come gli obiettivi globali del Quadro Comunitario di Sostegno , nonostante la copiosa assegnazione di risorse, non risultano essere stati conseguiti 25. I principali indicatori esaminati per evidenziare l efficacia dei fondi strutturali, nel periodo preso in considerazione, hanno riguardato, tra gli altri: il tasso di crescita reale del PIL nel periodo ; il confronto tra i tassi di occupazione (in valori percentuali) rilevati nel 1999 e nel 2006; le giornate di presenze (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante; il confronto fra indice di illegalità Più nel dettaglio, si osserva come l indicatore principe delle politiche di coesione - il tasso di crescita reale del PIL nel periodo mostra una crescita del Mezzogiorno (1,23%) praticamente uguale al resto dell Italia (1,24%); inferiore alla media europea (1,96%) e all obiettivo che il QCS si era posto (3,90%). Tasso di crescita reale del PIL per il periodo UE 15 Obiettivo C. Nord Mezzogiorno 1,24% 1,23% 1,96% 3,90% 0,00% 0,50% 1,00% 1,50% 2,00% 2,50% 3,00% 3,50% 4,00% 4,50% Fonte: Elaborazjone Vision & Value e The London School su dati Istat, Eurostat, MinEconomia. * Obiettivo come definito per fine periodo dal QCS versione aggiornata, Dicembre La consulenza è stata fornita da un team di economisti della London School of Economics e della società di consulenza Vision e Value, e si è concretizzata dopo un lavoro durato circa tre anni nella redazione di un dettagliato rapporto datato maggio Sebbene la data ultima di utilizzo dei fondi inerente la programmazione sia il

26 Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza n. 2/2009 Situazione simile va rilevata anche sul fronte dell occupazione. I risultati conseguiti dalle regioni del Mezzogiorno, infatti, sono molto lontani dalle medie italiane e comunitarie, nonché dagli obiettivi della strategia di Lisbona 26 ; l avanzamento di 2,9 punti percentuali (dal 43% del 1999 al 45,9% del 2006) risulta, peraltro, inferiore a quello fatto registrare dalle altre regioni italiane. Confronto tra i tassi di occupazione rilevati nel 1999 e nel Obiettivo SEO UEI5 Centro Nord 62,20% 65% 59,40% 70% 65,10% Mezzogiorno (Ob. I) 45,9% 43% Fonte: Elaborazione Vision and Value e LSE su dati ISTAT 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Il turismo si conferma la più clamorosa occasione mancata del Mezzogiorno. A fronte di un vero e proprio boom dell industria turistica mondiale, le Regioni del Mezzogiorno rimangono al margine di questo fenomeno, con una crescita alquanto limitata: il numero di presenze per abitante nelle Regioni ad Obiettivo 1 è passata da 2,9 del 1999 a 3,3 nel , sebbene la situazione, distinta per regioni, sia abbastanza eterogenea. Mentre Puglia e Basilicata mostrano, infatti, incrementi annuali nel numero dei turisti superiori a 5, nulli o quasi risultano gli incrementi La Strategia europea per l occupazione (Seo) è stata avviata nel novembre del 1997 dal Consiglio di Lussemburgo per mettere in atto quanto disposto dal Trattato di Amsterdam che, per la prima volta, ha inserito formalmente gli interventi per l occupazione tra le priorità dell azione comunitaria. Al Consiglio europeo di Lisbona, del marzo 2000, l Unione europea si è prefissata un nuovo obiettivo strategico da perseguire entro il 2010: portare il tasso di occupazione al 70% e diventare l economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale. L aumento di 0,4 (da 2,9 del 1999 a 3,3 del 2005) del numero di presenze negli esercizi ricettivi per abitante, nelle regioni ad obiettivo 1, non intacca, peraltro, il divario esistente con il Centro Nord (che continua a registrare una capacità di attrazione più che doppia rispetto alle regioni del Mezzogiorno). Il Centro Nord, a sua volta, continua ad essere distante dai valori dei nostri principali concorrenti (la Francia e la Spagna hanno un numero di presenze per abitanti pari a circa 15). 124

27 Studi di due delle regioni con il numero di turisti e di alberghi (la Campania e la Sicilia) più consistente. Giornate di presenze (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante Abruzzo 5,3 4,7 2,3 Molise 1,7 3,3 Campania 3,4 Puglia 2,7 1,9 3,3 Basilicata 2 3,9 Calabria 3,1 2,7 Sicilia 2,4 6,2 Sardegna 5,6 7,5 Centro-Nord 6,8 3,3 Regioni Ob. 1 2, Fonte: elaborazione Vision and Value e LSE su dati ISTAT Va infine rilevata l inefficace gestione dei fondi destinati alla sicurezza: l indice di criminalità elaborato dall Istat - su dati del Ministero degli Interni e accettati dal Ministero dell Economia e delle Finanze come proprio parametro obbiettivo - mostra, infatti, un sensibile aumento dei valori, da 16 a 17,5, sebbene i dati rilevati siano fortemente differenziati fra le regioni. La Basilica e il Molise evidenziano, infatti, un livello di criminalità decisamente inferiore alle regioni del centro-nord, mentre la Campania mostra un indice di illegalità talmente alto da risultare più del doppio rispetto a quello del centro-nord. Indice illegalita (crimini violenti ogni abitanti) Centro-Nord Molise Basilicata Calabria Sardegna Puglia Sicilia 3,20 6,20 7,00 12,10 12,00 8,60 12,20 10,40 11,60 12,40 12,50 11,90 12,60 16, Campania Regioni Ob. 1 16,00 17,50 23,30 30, Fonte Elaborazione Vision &Value e The London School of Economics su dati Istat 125

28 Notiziario della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza n. 2/ IRREGOLARITÀ E FRODI SEGNALATE NELLE REGIONI ITALIANE L esame dei dati forniti dal Dipartimento delle politiche comunitarie con riguardo ai Fondi strutturali evidenzia, per l anno 2005, (Tab. 9) 28, che in tutte le Regioni italiane, sono state accertate irregolarità e frodi 29. Le regioni dove sono stati registrati i maggiori importi da recuperare, sono ubicate al Sud e precisamente: Sicilia con quasi 35 milioni di euro, Calabria con più di 14 milioni di euro e Campania con più di 9,4 milioni di euro. Vale tuttavia osservare che irregolarità significative sono state rilevate anche nelle regioni del centro (Lazio con oltre 9 milioni di euro) e del nord (Veneto con oltre 6 milioni di euro). Le irregolarità maggiori hanno riguardato il FSE, sebbene importi considerevoli sono stati accertati anche per il FESR, lo SFOP e il FEOGA - Orientamento Tabella elaborata dalla Sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali e approvata con delibera n. 1/2007. L entrata in vigore, nel 1997, del Trattato di Amsterdam ha considerevolmente rafforzato i mezzi a disposizione dell Unione europea per contrastare le attività illecite di natura economica e finanziaria (in proposito vgs. F. CARRARINI R. MASSINO C. SASSO, La nuova dimensione degli interessi finanziari dell Unione europea, Cedam, Padova, 2003.). Il nuovo art. 280 del Trattato CE, che ha riformulato art. 209 A, (sul punto, cfr. P. POLETTI P. REALI, op. cit., pagg. 249 e ss.) offre, infatti, il fondamento giuridico per tutte le azioni intraprese dalle Comunità e dagli Stati membri laddove vengano messi in pericolo gli interessi finanziari europei (Per un ampia panoramica delle tematiche connesse alla mutua assistenza amministrativa, cfr. L. DELLA VOLPE U. MARCHETTI G. PEZZUTO, I modelli comunitari di attuazione della cooperazione amministrativa, in Lo stato della fiscalità nell Unione europea. L esperienza e l efficacia dell armonizzazione, con il coordinamento di A. Di Pietro, tomo II, Dipartimento per le politiche fiscali Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, 2003, pagg. 767 e ss.). Su tale base è stata adottata la Decisione della Commissione del 28 aprile 1999, istitutiva dell Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF in Gazzetta ufficiale L 136 del 31 maggio 1999), nonché i Regolamenti e l Accordo interistituzionale del 25 maggio 1999, che ne disciplinano le modalità di funzionamento e le attività d indagine. L OLAF, che è attivo dal giugno 1999, ha sostituito l Unità di coordinamento della lotta antifrode (UCLAF), costituita dalla Commissione nel 1988 come struttura specializzata della Commissione. La trasformazione dell ufficio in organo indipendente è stata decisa sulla base della proposta avanzata al Parlamento europeo, nell ottobre del 1998, dall allora Presidente della Commissione europea, Jacques Santer. In proposito, cfr. A. MICELI, Fondi strutturali e attività criminale. La cooperazione tra l UCLAF e le forze di polizia, in atti del seminario La lotta contro la frode agli interessi finanziari della Comunità europea tra prevenzione e repressione, a cura di G. GRASSO, Milano, 2000, pagg. 31 e ss.; P. POLETTI P. REALI, op. cit., pagg. 303 e ss. 126

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