Gli immigrati. nella città di Napoli

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1 CENTRO DI CITTADINANZA SOCIALE PER IMMIGRATI Comune di Napoli 92 Servizio Gruppi di Lavoro Pluritematici sull Immigrazione Coop. Sociale Dedalus G.C. di Napoli n del 7/12/2000 e n. 131 del 16/01/2002 e determinazione n. 37 del 5/3/2002 Gli immigrati nella città di Napoli (a cura di Elena de Filippo) Anno

2 Indice 1. PREMESSA 1 3. LE CARATTERISTICHE DELLA PRESENZA NEI DIVERSI CONTESTI CITTADINI GLI IMMIGRATI NELL AREA DI PIAZZA GARIBALDI BREVE DESCRIZIONE DEL TERRITORIO LA CONDIZIONE ABITATIVA LE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA IL LAVORO LA SCUOLA ANALISI DELLA PRESENZA DI IMMIGRATI NELL AREA DEI QUARTIERI SPAGNOLI E MONTESANTO BREVE DESCRIZIONE DEL TERRITORIO IL LAVORO LA SCUOLA BREVE DESCRIZIONE DEL TERRITORIO LA CONDIZIONE ABITATIVA IL LAVORO LA SCUOLA ANALISI DELLA PRESENZA DI IMMIGRATI NELL AREA ORIENTALE BREVE DESCRIZIONE DEL TERRITORIO LA CONDIZIONE ABITATIVA IL LAVORO LA SCUOLA ANALISI DELLA PRESENZA DI IMMIGRATI NELLA ZONA NORD BREVE DESCRIZIONE DEL TERRITORIO LA CONDIZIONE ABITATIVA IL LAVORO 60 2

3 3.5.4 LA SCUOLA I PROGETTI DI EDUCAZIONE PER ADULTI E I CORSI DI ALFABETIZZAZIONE PER PREADOLESCENTI BREVE DESCRIZIONE DEL TERRITORIO LA CONDIZIONE ABITATIVA IL LAVORO LA SCUOLA LE COMUNITÀ IMMIGRATE PRESENTI A NAPOLI LE COMUNITA PROVENIENTI DALL ASIA LA COMUNITÀ CINESE LA COMUNITÀ FILIPPINA LA COMUNITÀ PAKISTANA LA COMUNITÀ SRILANKESE LE COMUNITA PROVENIENTI DALL AFRICA LA COMUNITÀ BURKINABÈ LA COMUNITÀ CAPOVERDIANA LA COMUNITÀ ERITREA LA COMUNITÀ ETIOPE LA COMUNITÀ IVORIANA LA COMUNITÀ ARABA LA COMUNITÀ NIGERIANA LA COMUNITÀ SENEGALESE LA COMUNITÀ SOMALA LE COMUNITA PROVENIENTI DALL EUROPA ORIENTALE LA COMUNITÀ ALBANESE LA COMUNITÀ POLACCA LA COMUNITÀ ROM LA COMUNITÀ RUMENA 127 3

4 4.4.5 LA COMUNITÀ UCRAINA LE COMUNITA PROVENIENTI DALL AMERICA LATINA LA COMUNITÀ COLOMBIANA LA COMUNITÀ DOMINICANA LA COMUNITÀ ECUADOREGNA LA COMUNITÀ PERUVIANA 137 4

5 1. PREMESSA Il presente rapporto è il primo risultato, dal punto di vista dell elaborazione e della proposta, del lavoro svolto dai Gruppi Pluritematici sull immigrazione facenti parte della struttura operativa del Centro di Cittadinanza Sociale per Immigrati. Esso contiene una dettagliata analisi della presenza straniera nella città di Napoli, con particolare riferimento ai bisogni e alle aspettative degli immigrati e delle immigrate, e affronta, al contempo, il modo in cui queste istanze si rapportano con i servizi e le altre offerte del territorio. Il rapporto metterà in evidenza sia le capacità di risposta sia le aree di debolezza, dove cioè non vi è risposta, o le risposte non sono ancora adeguate alla complessità e all articolazione della domanda. Tale impostazione è coerente con il percorso avviato dal Comune di Napoli finalizzato a definire e strutturare nuovi modelli di politica sociale a favore dei migranti non comunitari presenti sul territorio cittadino. Nello specifico, in un quadro volto a realizzare interventi concreti e ben visibili, che puntino ad un sistema capace di garantire sicurezza ed identità sia per i nuovi arrivati che per gli autoctoni, l Amministrazione comunale ha istituito il Centro di Cittadinanza Sociale per Immigrati finalizzato a programmare e realizzare un sistema integrato di servizi per gli immigrati. In altre parole, si tratta di un progetto di studio, di ricerca applicata e di intervento dove l omogeneizzazione e la messa a sistema dei diversi servizi, la definizione e la proposta di nuove attività sulla base dei bisogni espressi dai destinatari, il monitoraggio e la valutazione permanente si configurano come obiettivi intermedi, propedeutici l uno all altro, indispensabili per il raggiungimento di una programmazione stabile e coordinata di politiche locali di governo dei flussi migratori, tesa a consolidare inclusione ed emancipazione degli stranieri non comunitari. Quindi un obiettivo complesso, per il raggiungimento del quale il Comune si è dotato di alcuni servizi di supporto dati in appalto ad organizzazioni del terzo settore - con la funzione di coadiuvare il Centro nella scelta dei percorsi e delle risposte da costruire quotidianamente sul territorio. I servizi di supporto sono un Ufficio di secondo livello, una unità mobile e, appunto i gruppi di lavoro pluritematici. Per quel che riguarda i gruppi di lavoro pluritematici essi hanno come obiettivo finale quello di mettere a punto nuove strategie per l attuazione di politiche locali e linee programmatiche a favore degli immigrati. A tal fine sono state individuate dall Amministrazione Comunale cinque aree tematiche: area giuridica ; area formazione e lavoro ; area alloggi ; area culturale ; area scolastica. Il compito dei gruppi di lavoro per ognuna delle aree tematiche è stato quello di: analizzare i bisogni della popolazione immigrata e la loro relazione con il sistema dei servizi; analizzare le problematiche e le criticità della presenza straniera; monitorare l andamento e il funzionamento dei servizi esistenti; costruire una banca dati delle opportunità e dei servizi; elaborare una prima bozza di linee guida per la programmazione di interventi. Ciascun gruppo di lavoro, oltre alle risorse operative e alle professionalità individuate in sede locale, si è avvalso della consulenza e del monitoraggio di cinque consulenti esterni, di scientifica rilevanza nazionale e di comprovata esperienza e competenza professionale: l avv. Nazzarena Zorzella, avvocato dell A.S.G.I., esperta nazionale sull immigrazione per l area giuridica; il prof. Enrico Pugliese, sociologo professore ordinario dell Università degli Studi di Napoli Federico II, esperto per l area formazione e lavoro; Walter Reggiani, consulente del CNEL, esperto per l area alloggi; il prof. Claudio Marta, antropologo e docente dell Università degli Studi di Napoli L Orientale, esperto per l area culturale ed, infine, il dott. Giuseppe Faso, insegnante e promotore di numerosi progetti di intercultura in Toscana ed esperto per l area scuola. 1.1 GLI OBIETTIVI SPECIFICI DEI GRUPPI DI LAVORO PLURITEMATICI Il gruppo di lavoro relativo all area giuridica ha l obiettivo di affrontare le problematiche inerenti la legislazione nazionale e locale in materia di immigrazione, soprattutto cogliendone le ricadute dirette sul quotidiano dei migranti presenti in città e di produrre proposte in merito alla definizione delle politiche comunali in tema di integrazione sociale e godimento dei diritti civili. L approvazione della legge Bossi-Fini, ed in particolare della regolarizzazione dei lavoratori dipendenti, ha richiesto una particolare attenzione allo studio della normativa e alla diffusione della stessa. In previsione della entrata in vigore della legge, ci si è impegnati in una serie di attività finalizzate alla diffusione delle norme in essa contenute. In primo luogo è stato raccolto e prodotto materiale informativo sul testo di legge e sulle sue implicazioni. In particolare, sono state elaborate schede sintetiche di facile ed immediata lettura distribuite durante alcuni seminari esplicativi, organizzati dallo stesso gruppo di lavoro sull area giuridica, sui temi della nuova normativa e sulla procedura di emersione del lavoro irregolare dei cittadini extracomunitari, a cui hanno partecipato assistenti sociali e operatori del privato sociale. 5

6 Tale attività divulgativa e di formazione/aggiornamento si è dimostrata particolarmente importante e ha suscitato un forte interesse da parte dei soggetti coinvolti. In tal senso, è sembrato opportuno proporre il mantenimento di tali iniziative, in primo luogo implementando il mandato del gruppo giuridico configurandolo, oltre alle funzioni attualmente individuate, anche come osservatorio sulle discriminazioni Il gruppo di lavoro sull area culturale si è dedicato all analisi dei possibili percorsi per favorire la costruzione di relazioni positive tra cittadini immigrati ed italiani e, contemporaneamente, la conservazione delle specificità culturali. Si è teso a valorizzare le affinità e, soprattutto, a garantire la diffusione e la valorizzazione delle espressioni culturali, sociali, economiche e religiose delle culture di provenienza degli immigrati, fuori da tentazioni di assimilazione o, addirittura, di discriminazione ed esclusione del diverso. Tutto questo attraverso il coinvolgimento delle associazioni e comunità di stranieri, delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni culturali e degli altri enti del terzo settore e del privato sociale. Insomma, attraverso il lavoro svolto, si può dire che il gruppo si è connotato come una sorta di cantiere aperto di emersione e valorizzazione del patrimonio di esperienze ed espressioni culturali che la presenza delle comunità straniere fa convivere nella nostra città; patrimonio che spesso rimane sommerso, chiuso nei propri specifici, non valorizzato come risorsa collettiva per l insieme della popolazione Il gruppo che si interessa delle tematiche della formazione professionale e del lavoro ha portato avanti un analisi del mercato del lavoro locale in cui sono inseriti i lavoratori stranieri, da un lato per definirne con precisione i contorni, le caratteristiche e le tipologie, dall altro al fine di individuare le strategie da attuare per favorire la costruzione di stabili condizioni di pari opportunità di accesso sia al sistema inerente la formazione e l aggiornamento professionale, sia all inserimento nel mercato del lavoro Il gruppo di lavoro dell area alloggi ha analizzato la situazione del mercato locale delle abitazioni al quale gli immigrati possono accedere ed ha iniziato un analisi sulla possibilità di predisporre risposte concrete in tal senso. In particolare, si è occupato dello studio delle condizioni alloggiative che mediamente interessano le varie comunità presenti, in termini di principali tipologie abitative, dello stato igienicostrutturale delle abitazioni, delle modalità di accesso e di reperimento degli alloggi, dei canoni di locazione. In tale lavoro di studio, anche in riferimento alle diverse fasi che definiscono i percorsi migratori, sono stati considerati i centri di prima accoglienza, gli alloggi sociali, la verifica delle pari opportunità, per gli stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio, di accedere all edilizia residenziale pubblica, anche attraverso la promozione di servizi sociali per agevolare l accesso alle locazioni abitative ed al credito agevolato in materia di edilizia. Infine, il gruppo di lavoro relativo all area scolastica ha approfondito le diverse questioni relative alla tematica dell istruzione. A partire da quanto emerge dagli interventi che il Comune di Napoli ha già avviato a sostegno delle famiglie e dei minori immigrati, è stata realizzata una analisi del rapporto con la scuola da parte delle famiglie immigrate. In particolare, si pone l esigenza di sondare le varie possibilità di accesso, accoglienza ed integrazione degli stranieri (anche adulti) nel circuito scolastico, anche attraverso il ricorso alla mediazione culturale, a corsi di alfabetizzazione, alla predisposizione di percorsi integrativi degli studi sostenuti nel paese di provenienza al fine del conseguimento del titolo dell obbligo o del conseguimento del diploma di scuola secondaria. I gruppi di lavoro pluritematici hanno sede presso il Centro Polifunzionale di Villa Nestore a Piscinola, ma ci si è avvalsi anche degli uffici e delle attrezzature della cooperativa Dedalus presso il centro direzionale isola g8. Inoltre gran parte del lavoro è stato svolto dagli operatori direttamente sul territorio. 1.2 LA METODOLOGIA Il primo obiettivo dei gruppi di lavoro è stato quello di effettuare una mappatura delle organizzazioni attive nel campo dell immigrazione presenti nella città di Napoli. Ciò con l obiettivo di conoscere in modo esaustivo i soggetti attivi, far emergere ogni risorsa, sia formale che informale, ricostruire un archivio ragionato delle competenze e dei servizi è sembrato, infatti, in fase iniziale, un primo passo indispensabile non solo per potenziare e proporre una metodologia diffusa centrata sul coordinamento e sull integrazione, ma anche per calibrare la programmazione finalizzandola da un lato all innovazione, dall altro a recuperare i ritardi e i vuoti di intervento. Per realizzare questo specifico obiettivo di mappatura è stata elaborata una scheda sintetica di rilevazione, somministrata direttamente dagli operatori ai rappresentanti delle diverse organizzazioni presenti sul territorio. La scheda, tra l altro, mirava a rilevare le problematiche individuate dagli enti per ciascun area di intervento. Attraverso tale impostazione, con la mappatura, oltre a raccogliere informazioni sugli enti contattati, sono stati infatti indagati anche i principali bisogni degli immigrati nella città di Napoli, così almeno come gli stessi emergono dalle percezioni e dall esperienza di chi, a diverso titolo, lavora e produce elaborazione sul tema immigrazione nel contesto cittadino. Di conseguenza, sempre dal lavoro di mappatura, sono iniziate ad emergere anche alcune delle priorità di intervento da sottoporre all Amministrazione Comunale, soprattutto per quanto concerne i bisogni dei migranti e delle problematicità 6

7 più generali connesse alla presenza straniera in città. Indicazioni di priorità che per altro, sono state stimolate da un apposita parte del questionario, in cui si chiedeva ai soggetti intervistati di avanzare proposte o suggerimenti concreti per affrontare e rispondere alle necessità della popolazione immigrata. Dal punto di vista quantitativo, sono stati complessivamente contattati ottanta enti, prevalentemente del terzo settore, che operano in ambito sociale, di cui una quarantina si sono rivelati essere nella città di Napoli quelli più impegnati in materia di immigrazione. Si tratta di organizzazioni del terzo settore (cooperative sociali, associazioni di volontariato, parrocchie, fondazioni), sindacati, strutture di accoglienza, comunità di immigrati. Diciotto di queste organizzazioni, sostanzialmente quelle che rappresentano comunità straniere o che comunque sono composte da migranti se pur di diversa nazionalità, hanno dichiarato che l immigrazione rappresenta la loro area esclusiva di intervento. Per questi specifici enti, uno dei problemi che da subito è emerso con maggior chiarezza, riguarda la scarsa visibilità degli enti stessi, con una conseguente debolezza per quanto attiene la capacità e la possibilità di partecipare alla vita cittadina e di influenzare le scelte e le politiche sull immigrazione. Un deficit di partecipazione e riconoscimento dovuto sia a difficoltà interne ad alcune organizzazioni, sia alla mancanza di un adeguato sostegno da parte della comunità locale (carenza di spazi di aggregazione e socialità, inadeguate azioni di supporto amministrativo alla costituzione delle associazioni, ecc.). Successivamente alla mappatura degli enti, e sulla base del disegno della ricerca elaborato anche con la supervisione degli esperti, è stata effettuata una approfondita analisi sul campo della presenza straniera. Ricorrendo allo strumento della traccia di intervista, sono stati intervistati numerosi interlocutori privilegiati (testimoni qualificati) individuati tra quanti si interessano di immigrazione nei servizi pubblici, nel terzo settore, nel sindacato. Tra tali interlocutori sono stati considerati anche alcuni immigrati che, pur non rappresentando associazioni organizzate, si caratterizzano come veri e propri punti di riferimento per la loro comunità, vuoi perché hanno alle spalle lunghi periodi di soggiorno in città, vuoi per il ruolo partecipato e pubblico che gli stessi hanno mantenuto nelle sedi e nei luoghi di confronto e di iniziativa sul tema dell immigrazione e dei servizi ad essa dedicati. Per ognuna delle aree tematiche è stata elaborata una traccia di intervista specifica, strutturata in modo da far emergere le informazioni principali necessarie per l elaborazione dei rapporti sui cinque temi inerenti i gruppi di lavoro. Complessivamente sono state realizzate 215 interviste in profondità, 78 schede generali relative alle organizzazioni effettuate a circa ottanta testimoni qualificati, il cui elenco nominativo, corredato dall ente di appartenenza, quando esiste, è riportato in allegato. Inoltre sono state anche realizzate 205 schede di approfondimento relative ai salari dei lavoratori immigrati. La metodologia scelta è stata quella di intrecciare le problematiche relative alle 5 aree tematiche individuate dall Amministrazione (giuridica, casa, lavoro, cultura, scuola) al territorio. Infatti pur riferendosi all intero territorio comunale, particolare attenzione è stata data ad alcune aree territoriali, scelte tra quelle in cui la presenza della popolazione immigrata è più significativa dal punto di vista numerico o dalle problematiche presenti: la zona orientale, la zona nord di Napoli, Pianura, piazza Garibaldi, Rione Sanità, Quartieri Spagnoli. Tali territori non sono stati considerati come quartieri in senso stretto ma come zone, talvolta più estese rispetto alla definizione puramente amministrativa, che si connotano per una presenza straniera che presenta certe specificità oltre che per il fatto di condividere determinate caratteristiche di natura socio-economica. Tale metodo che ha portato alla definizione delle aree geografiche di ricerca, ha consentito ai gruppi di ottenere, per ciascun territorio, una conoscenza dettagliata da un lato delle condizioni di vita e dei bisogni dei migranti, dall altro delle caratteristiche e delle modalità di funzionamento, anche in relazione alla capacità di impatto sociale e di relazione con l utenza, degli eventuali servizi esistenti, sempre con riferimento alle aree di interesse considerate (area giuridica, area formazione e lavoro, area culturale, area alloggi, area scolastica). Una metodologia di ricerca che, come risulta evidente, permetterà all Amministrazione Comunale di affiancare alla fotografia generale della situazione su tutto il territorio una serie di approfondimenti specifici dedicati ad aree territoriali che, per caratteristiche quantitative o qualitative della presenza straniera, si configurano come particolarmente significative nella definizione delle politiche e dei modelli operativi in materia di politiche sociali rivolte ai migranti. Per fare un solo esempio, basta rifarsi a circoscrizioni come quelle di Pianura o Ponticelli dove a fronte di una presenza immigrata contenuta in termini numerici, sul tema degli alloggi e delle condizioni abitative dei migranti, vi sono situazioni che per gravità e urgenza di risposta non trovano eguali sulla restante parte del territorio napoletano. Le informazioni raccolte secondo la metodologia sopra illustrata hanno consentito ai diversi Gruppi di Lavoro, di ricostruire un primo quadro sulla condizione dei/lle cittadini/e immigrati/e nella città di Napoli. Ciò che emerge è ovviamente un quadro molto articolato. Risulta infatti estremamente difficile riassumere la complessità della presenza straniera e delle problematicità che essa esprime in una realtà articolata come quella del territorio napoletano. Infatti, solo tenendo presente le molteplici differenze in termini di 7

8 provenienza, di progetti e di modelli migratori, di esperienze di vita e di inserimento socio-lavorativo, insieme al bagaglio di tradizioni e di formazione culturale che diversifica le varie comunità, si può tentare di comprendere davvero i bisogni espressi dalle diverse componenti della presenza immigrata, con particolare riferimento all impatto che la stessa ha avuto con la città e i suoi abitanti, con la sua struttura economicopolitica e relazionale. Una realtà complessa, dunque, determinata da un insieme poliedrico di bisogni, aspettative, percorsi individuali e collettivi, la cui lettura e analisi è ulteriormente complicata dalle continue evoluzioni che ne caratterizzano lo sviluppo sul territorio cittadino. Dinamiche di cambiamento che obbligano ad impostare ogni azione di ricerca su metodologie capaci di adeguarsi a tali mutamenti e non statici, in quanto si presenterebbero come inadeguati ad indagare un fenomeno sociale che, per articolazione dei soggetti coinvolti, delle variabili socio economiche e culturali che incidono sullo stesso, si configura come insieme di processi dinamici in continua e rapida evoluzione. Tali metodologie devono mostrarsi in grado di strutturarsi come strumenti di osservazione permanente, organizzati in modo da coinvolgere più punti di osservazione, formali e informali, e disponibili a rivedere e mettere in discussione i propri assunti. Da questo punto di vista i Gruppi pluritematici, a partire dal supporto degli altri servizi collegati al Centro di Cittadinanza, e grazie al collegamento ed intreccio con i soggetti territoriali coinvolti non solo come interlocutori da ascoltare, ma anche come soggetti attori della ricerca, hanno potuto prevedere l aggiornamento continuo della propria indagine, allargandola e arricchendola in corso d opera sulla base delle nuove informazioni e delle nuove relazioni attivate con il territorio. 1.3 I BISOGNI DEGLI IMMIGRATI Venendo ora al racconto di quelli che sono stati individuati come principali bisogni degli stranieri, prima di passare ad un primo approfondimento in merito a quelli relativi alle cinque aree di ricerca, appare utile evidenziare due aspetti che si configurano come trasversali alle stesse aree. In primo luogo, dalla quasi totalità degli intervistati vengono sottolineati ritardi e criticità nella realizzazione di processi e percorsi tesi alla costruzione di stabili condizioni per gli stranieri di pari opportunità di accesso al sistema dei servizi e, più in generale, alla cittadinanza sociale. Un limite che sembra assumere la caratteristica di elemento strutturale che, nei fatti, depotenzia le ricadute dei diversi servizi e che sembra derivare da un interazione in negativo di più fattori, e specificatamente: le ricadute locali delle rigidità e delle chiusure introdotte dalla nuova normativa nazionale sull immigrazione; l ancora scarsa diffusione sul territorio cittadino dei servizi e delle attività rivolte agli immigrati e alle immigrate; la precarietà economica-temporale di molti interventi che li configura più come progetti a scadenza piuttosto che in servizi veri e propri, radicati e coordinati all interno di una programmazione organica delle politiche locali sull immigrazione, rispettosa dei tempi dei destinatari e, allo stesso modo, di quelli fisiologicamente necessari all evolversi positivo dei servizi stessi; una debolezza, quantitativa e qualitativa, delle proposte e dei servizi finalizzati a supportare gli stranieri nella ricerca di lavoro e di abitazione, a fronte di un idea di inclusione/integrazione, fatta propria anche dai presupposti fondativi del Centro, che vede nell inserimento lavorativo e nella possibilità di avere una casa adeguata due elementi indispensabili a garantire stabili e concrete condizioni di emancipazione e cittadinanza; la mancanza di una informazione/formazione adeguata per l insieme degli operatori e delle operatrici del sistema di welfare locale sul tema dell immigrazione e del sistema socio-relazionale ad esso connesso, che a volte complica l accesso dei migranti ai servizi anche quando gli stessi sono presenti e attivi sul territorio; i limiti di soggettività e auto-organizzazione che caratterizzano le comunità straniere presenti in città, con una conseguente bassa contrattualità delle stesse ad essere riconosciute come interlocutori nei processi di definizione della progettazione e programmazione delle politiche localirivolte agli immigrati. Il secondo tema riguarda l interconnessione tra due istanze, entrambe da considerarsi come aspettative diffuse tra i migranti, ma che portano con sè alcune confusioni, insieme ad una evidente problematica di definizione. Si tratta della relazione, del rapporto tra tensione a veder realizzate condizioni di integrazione/inclusione nella comunità locale e desiderio di mantenere, e attraverso il mantenimento valorizzare, le proprie identità culturali e di appartenenza alle diverse comunità. 8

9 Non sempre, infatti, è chiaro e razionalizzato tra i migranti il processo adatto a garantire entrambe le esigenze, con il rischio di scivolare in superficialità di approccio che possono portare a meccanismi di autoreferenzialità e auto-esclusione, o all assunzione di meccanismi di rivendicazione corporativa. Nel determinare tali difficoltà è evidente come giochino un peso negativo anche alcune delle stesse criticità precedentemente ricordate come concause della situazione disparitaria nell accesso alla cittadinanza. Ma, nel contempo, dagli interlocutori contattati, è emerso come vi sia la necessità di individuare strumenti atti a supportare i processi di interculturalità attivati con l insediamento dei migranti che, se lasciati soli rischiano di non definirsi o di allungarsi eccessivamente, con il conseguente pericolo di attivare spinte all esclusione o a dinamiche di conflittualità sociale. L implementazione delle azioni informative/formative, la promozione e la realizzazione di spazi di confronto e convivenza tra differenze, la diffusione dell intervento di mediazione culturale, ma anche di sostegno alla realizzazione di relazioni aperte e di mediazione dei conflitti, sembrano dunque pratiche prioritarie e da attivare al più presto in modo diffuso sul territorio. Venendo alle specifiche aree di ricerca, dall analisi condotta sinora è emerso che i principali bisogni degli immigrati nella città di Napoli, per ciò che concerne l ambito lavorativo, vanno dalla tutela dei diritti sul lavoro (in termini di salario, orario, riposo, etc.) alla richiesta di migliori servizi per l inserimento al lavoro dipendente e autonomo. Molti testimoni intervistati hanno espresso l esigenza di dotare il territorio di interventi che da un lato sappiano concretamente orientare l utenza immigrata alle reali opportunità lavorative locali e d altra parte, attraverso l analisi della domanda, sappiano definire percorsi formativi e di aggiornamento legati alle reali esigenze del mercato del lavoro. Così come, da più parti si è sottolineata l esigenza di prevedere azioni tese alla valorizzazione delle competenze e delle abilità pregresse dei migranti, a partire dal riconoscimento dei titoli di studio. I bisogni legati agli alloggi riguardano le pari opportunità in materia di accesso alle abitazioni e agli alloggi di edilizia popolare e, più in generale, a condizioni abitative migliori per i cittadini immigrati. Infatti, tutti i testimoni sono concordi nel definire in termini estremamente negativi la realtà alloggiativa per gli stranieri in quanto la maggioranza di essi abita in case (appartamenti e bassi) con problemi di sovraffollamento (per risparmiare sulle spese), mancanza di privacy, spazi inadeguati per i bambini (per lo studio e per il gioco), condizioni igieniche e strutturali insostenibili, livello degli affitti alto o comunque molto più alto rispetto alle stesse abitazioni date in fitto agli italiani. Infine, un altro aspetto negativo, emerso più volte, è la reticenza da parte degli italiani ad affittare case (dignitose) ad immigrati. Va sottolineato con forza che, per gli immigrati, la difficoltà di accesso ad abitazioni dignitose, non significa soltanto vivere in ambienti inadeguati, ma anche l impossibilità di ottenere la certificazione necessaria per ottenere il ricongiungimento di un familiare. In altre parole, il mancato accesso al diritto alla casa determina, spesso, la mancanza di relazioni affettive e la costruzione di legami familiari stabili. Altri bisogni avvertiti dai testimoni interpellati riguardano la difficoltà di ottenimento di un regolare contratto di fitto, necessario tra l altro per la richiesta di residenza,e la carenza di strutture di I e II accoglienza per rispondere a situazioni temporanee di difficoltà nella ricerca di un alloggio adeguato alle proprie esigenze. La necessità di usufruire di più spazi pubblici per le attività socio-culturali, la possibilità di esprimere e promuovere liberamente la cultura di appartenenza che permetta uno scambio interculturale positivo, sostenuto dall ente pubblico, sono i principali bisogni emersi relativamente all area culturale. Infine, in ambito scolastico, si avverte la necessità di un maggior riconoscimento e rispetto delle identità culturali sia per coloro che intendono rimanere in Italia, senza per questo rinunciare alla propria appartenenza culturale, sia per coloro che intendono ritornare nel proprio paese di origine, senza per questo rinunciare al diritto allo studio per i propri figli. Per questo è auspicato un percorso che vada verso la realizzazione di una scuola in grado di accogliere i minori stranieri, sia attraverso la formazione degli operatori scolastici all intercultura, sia in termini dell adeguamento dei programmi scolastici, che non renda più necessaria la costituzione di scuole etniche (che di fatto già esistono) da parte di ciascuna comunità. Il gruppo di lavoro ha inoltre rilevato che a fronte di una contenuta presenza di bambini stranieri inseriti nella scuola dell obbligo pubblica e negli asili, vi è una significativa presenza di bambini nelle scuole parificate che consentono, grazie ad un reale prolungamento dell orario scolastico, di conciliare la vita lavorativa con il mantenimento dei bambini nati in Italia. La condizione giuridica degli immigrati residenti sul territorio nazionale, e ancor di più nella regione campana, è caratterizzata da una forte precarietà dovuta alle limitazioni e alle difficoltà che si incontrano nella fase di accesso regolare al territorio, alla farraginosità e alle lungaggini delle procedure amministrative per il rilascio e il rinnovo del titolo di soggiorno, alla difficoltà di mantenere la regolarità del soggiorno una volta che la si è ottenuta. Tali problemi nella nostra regione raggiungono una dimensione più critica a causa della diffusione di fenomeni legati ad un'economia informale che rende la dimostrazione dei requisiti richiesti dalla legge per ottenere o mantenere la regolarità del soggiorno - come la documentazione relativa alla condizione abitativa e lavorativa - assai più complessa. Inoltre, la stessa area è caratterizzata dalla forte presenza di un'immigrazione a carattere non stabile, legata anche alla circostanza che, una volta ottenuto il 9

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