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1 Newsletter #01 Luglio 2014 FOCUS BRASILE Scheda Paese1 Capitale Brasilia Superficie complessiva 8,5 mln di km 2 Popolazione 198,6 milioni Tasso di crescita della popolazione 0,9% (a.a.) Densità 23 abitanti/km 2 Popolazione urbana 84,9% Città principali São Paulo (21 mln di abitanti) Rio de Janeiro (12 mln di abitanti) Salvador (3,6 mln di abitanti) Fortaleza (3,6 mln di abitanti) Belo Horizonte (5,8 mln di abitanti) Brasília (3,8 mln di abitanti) Lingua ufficiale Portoghese L inglese è la prima lingua straniera parlata in Brasile Valuta nazionale Real Brasiliani (BRL) Forma di governo Repubblica Presidenziale Federale Economia Settima potenza economica a livello mondiale Principale produttore di zucchero e caffè nel mondo HDI (Human Development Index) 2 0,718/1 HDI (Ranking mondiale) 79/187 Brasile: Flussi Import-Export Importazioni di beni (milioni USD) Esportazioni di beni (milioni USD) Importazioni di servizi (milioni USD) Esportazioni di servizi (milioni USD) Source: WTO - World Trade Organization - Last Available Data. 1 Fonte dati: Scouting Gate 2 HDI (indice di sviluppo umano) è un indicatore macroeconomico di sviluppo che si basa sul tasso d istruzione, sull aspettativa di vita e sul reddito pro-capite lordo.

2 Economia brasiliana in pillole Il Brasile è la settima economia al mondo, preceduta da USA, Cina, Giappone, Germania, Francia e Gran Bretagna, con un PIL 2013 pari a miliardi di dollari. Dopo un rallentamento registrato nel , la crescita economica ha ripreso un andamento positivo, registrando un +2,3% nel 2013, con previsioni in linea anche per il 2014 (+2,3% secondo il Fondo Monetario Internazionale). Il Brasile è il più grande sistema economico dell America Latina: il PIL Brasiliano rappresenta il 38,5% del Prodotto Interno Lordo dell America Latina. Il Brasile presenta la più alta spesa per consumi procapite tra le BRIC Countries. Nel milioni di famiglie brasiliane presentavano un reddito pro-capite superiore ai 10 mila dollari. Il Brasile è il 6 paese al mondo per n. di abitanti (198 milioni) e il 5 per n. di lavoratori (con oltre 106 milioni). Il Brasile è al 22 posto al mondo per flussi sia di import che di export. In termini di import è preceduto da Turchia, Thailandia e Australia (l Italia è all 11 posto). L impatto dei mondiali di calcio 2014 sull economia brasiliana Quali saranno gli effetti sull economia brasiliana una volta terminata la Coppa del Mondo di Calcio 2014 in Brasile? L indotto creato da uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo si prolungherà su orizzonti di medio-lungo periodo o esaurirà i suoi effetti in poco tempo? In uno studio del 2010 di Ernst & Young Tergo si stimava che i Mondiali di calcio dal 2010 al 2014 avrebbero creato oltre 3,6 mln di posti di lavoro e aumentato il Prodotto Interno Lordo per 64,5 miliardi di REAL (29,3 miliardi di dollari). Per la FIPE (Istituto di Ricerca Economica Brasiliano) l indotto generato dalla Coppa del Mondo in Brasile nel 2013 è stato pari a 20,7 miliardi di REAL (9,4 miliardi di dollari). Secondo l analisi condotta da Euromonitor International, i settori che maggiormente beneficeranno dell evento nel 2014 saranno la ristorazione e il turismo: per il settore

3 della ristorazione è attesa una crescita del 5,9% mentre gli arrivi internazionali dovrebbero aumentare del 10,1% per un totale di 6,5 milioni di visitatori nel Secondo alcuni esperti però, tra cui l agenzia di rating Moodys, l impatto dei Mondiali sull economia locale si esaurirà in breve tempo. Si stima che la crescita del PIL nei prossimi 10 anni generata dai nuovi investimenti in infrastrutture sarà pari solo allo 0,4%; l offerta di nuovi posti di lavoro, per la maggior parte temporanei, si esaurirà entro la fine del prossimo anno; inoltre, dal punto di vista dei flussi turistici, la presenza della Coppa del Mondo potrebbe avere un effetto contrario sul turismo spingendo molti visitatori, non interessati al calcio, a scegliere destinazioni meno affollate e più economiche. Nel passato si è già assistito a scenari simili, primo esempio fra tutti i Giochi Olimpici svoltisi nel 2012 in Inghilterra. Secondo lo studio dell Ufficio Nazionale di Statistica Inglese (ONS) i Giochi Olimpici 2012 di Londra non hanno infatti influenzato la crescita economica britannica. Tuttavia, l interesse per il mondo nei confronti del Brasile rimane elevato. Molte aziende sono interessate a espandere la loro rete commerciale nel mercato brasiliano al di là della Coppa del Mondo. Secondo le previsioni di Euromonitor International, nei prossimi anni il Brasile diventerà il quinto paese al mondo per intensità di consumi, con una spesa complessiva pari a miliardi di dollari nel L incremento dei consumi è la conseguenza della crescita del tenore di vita della popolazione brasiliana: negli ultimi anni si è assistito a una crescita della classe media, a uno spostamento verso le aree urbane e alla tendenza del consumatore brasiliano a godere di un alto livello di spesa pro-capite. Sempre secondo Euromonitor i consumatori brasiliani pongono attenzione principalmente al presente, spendendo grandi somme di denaro sia per beni di lusso che per beni di massa, finanziando in larga misura tali acquisti con prestiti bancari. "Il Brasile è un area target in cui sviluppare nuovi business, e non solo per l'impatto positivo della Coppa del Mondo - ha detto Marcel Motta (Country Manager Euromonitor International) - tuttavia, per avere un impatto significativo a lungo termine sul mercato, le aziende che vogliono entrare nel mercato brasiliano devono conoscere a fondo l economia, lo stile di vita, il sistema legislativo e fiscale brasiliano". Relazioni commerciali tra Italia e Brasile Le relazioni commerciali fra l'italia e il Brasile sono abbastanza consolidate e negli ultimi anni stanno attraversando una fase molto dinamica: il mercato brasiliano risulta essere sempre più importante per

4 l Italia, tanto che negli ultimi anni, di pari passo con lo sviluppo del Brasile, tra le due nazioni si è intensificato l interscambio commerciale. L Italia risulta essere il nono Paese fornitore del Brasile, con una quota di mercato di circa il 2,8%, nonché il secondo partner commerciale europeo, dopo la Germania. Le esportazioni italiane, che nel 2013 sono state pari a oltre 5 milioni di euro, sono prevalentemente costituite da prodotti ad alto contenuto tecnologico nel settore automotive, meccanica, apparecchiature d'imballaggio e strumenti di misurazione. Oltre ai volumi di import-export risulta significativo il numero di imprese italiane che operano in Brasile. Secondo un censimento condotto nel maggio 2013 dall Ambasciata d Italia a Brasilia in collaborazione con la società KPMG, le aziende italiane presenti in Brasile, comprese le filiali e gli stabilimenti produttivi, ammontano a circa 813 e impiegano oltre 130 mila dipendenti. I fattori di attrazione determinanti sono principalmente il costo relativamente basso della manodopera e la presenza di una pressione fiscale minore rispetto all Italia. Le aziende italiane attive sul territorio brasiliano si concentrano principalmente nel settore meccanico (23%), automobilistico (16%), energia (10%) e servizi (7%). Dal punto di vista geografico, circa il 90% delle imprese italiane è localizzata nelle regioni sud e sud-est, dove lo sviluppo industriale è abbastanza consolidato, ma si segnala un attenzione crescente verso le regioni del nord-est, le quali presentano tassi di crescita elevati e numerosi incentivi all investimento. Tra i settori di particolare importanza per gli operatori italiani vi è, sicuramente quello dell energia, il cui sviluppo è legato a diversi fattori, tra cui la crescente domanda energetica, le politiche governative a supporto degli investimenti e i costi contenuti della manodopera. Approfondimento: il settore energetico in Brasile Secondo l ultimo rapporto di EIA Statistics (2010) il Brasile è l 8 paese al mondo per consumi di energia e il 3 in America, dietro Stati Uniti e Canada. Negli ultimi anni il consumo di energia nel territorio brasiliano ha subito un forte incremento principalmente in conseguenza della forte crescita economica che ha caratterizzato il paese. I consumi energetici brasiliani, secondo un indagine condotta da EIA Statistics a Ottobre 2013, sono composti per il 47% da consumi di petrolio e suoi derivati, per il 35% da energia idroelettrica e per l 8% da gas naturale. Hanno un posto residuale, invece, le fonti di energia rinnovabile e il nucleare. In crescita negli ultimi anni il consumo di energia prodotto dalla biomassa sia a usi domestici che industriali.

5 Il Brasile oggi è al 10 posto al mondo tra i produttori di energia. Nei prossimi anni, grazie all ingente politica di investimento nel settore energetico prevista dal Governo e alla scoperta di nuovi giacimenti petroliferi, il Brasile potrebbe fortemente incrementare la propria capacità produttiva. Il settore energetico di maggiore rilevanza è il settore petrolifero: secondo l Oil and Gas Journal (OGJ), il Brasile, a Gennaio 2013, presentava una riserva pari a 13 miliardi di barili di petrolio. Nel 2012 il Brasile ha prodotto 2,7 milioni di barili al giorno. Nel marzo 2013 il Brasile ha predisposto un piano energetico decennale che prevede di aumentare la produzione ad oltre 5 milioni di barili al giorno e di raggiungere un volume di esportazioni superiore a 2,25 milioni di barili al giorno entro il La principale società petrolifera brasiliana è la società statale Petrobras, che fino al 1997 operava in regime di monopolio. La maggior parte del petrolio è prodotto nel sud del paese, nelle regioni di Rio de Janeiro e Espìrito Santo. Secondo l ANP (Agencia National do Petroleo, Gas Natural e Biocombustives), il Brasile nel 2012 ha esportato quasi 550 mila barili al giorno di greggio. Gli Stati Uniti sono il primo paese importatore con oltre 187 mili barili al giorno, seguono la Cina con 121 mila barili e l India con 91 mila barili. Dal 2011, a causa dell aumento dei consumi e del calo nella produzione di etanolo, le importazione di petrolio hanno però superato le esportazioni. Le raffinerie brasiliane non sono in grado di soddisfare completamente la domanda interna di energia e ciò comporta la necessità di importare il prodotto raffinato da altri paesi tra cui l Argentina, gli Stati Uniti e l Algeria. Attualmente in Brasile sono presenti 13 raffinerie con una capacità produttiva di 1,9 milioni di barili di greggio al giorno. Petrobas prevede di aumentare la capacità produttiva delle raffinerie brasiliane di 3,2 milioni di barili al giorno entro il 2020 in modo da soddisfare maggiormente la domanda nazionale. Il 35% dei consumi energetici brasiliani è alimentato da energia idroelettrica. L 80% dell energia elettrica brasiliana è infatti generata con l acqua. Nel 2011 il Brasile ha prodotto 424 miliardi di kwh di energia idroelettrica. Nonostante l ingente capacità produttiva, la maggior parte delle centrali idroelettriche brasiliane sono collocate in zone lontane dalle grandi aree urbane e ciò determina per il paese forti perdite nella distribuzione. Per porre rimedio a queste perdite il Governo Brasiliano sta progettando nuove centrali idroelettriche con l obiettivo di limitare le perdite e di diventare il terzo paese al mondo nella produzione di energia idroelettrica. Il gas naturale costituisce solo una piccola parte del consumo energetico brasiliano. Secondo l Oil and Gas Journal (OGJ), il Brasile a Gennaio 2013 presentava una riserva pari a 396 miliardi di metri cubi di gas. Nel 2012 il Brasile ha prodotto oltre 17 miliardi di metri cubi, la maggior parte dei quali è stata estratta nei pozzi insieme al petrolio. Petrobas gioca un ruolo dominante anche nel mercato del gas: l azienda statale controlla infatti la maggior parte delle riserve naturali brasiliane ed è responsabile della maggior parte della produzione interna e delle importazioni di gas dalla Bolivia. Nonostante la buona capacità produttiva le esportazioni di gas dal Brasile presentano volumi ridotti; la maggior parte del gas prodotto in Brasile, infatti, viene utilizzato all interno del territorio nazionale anche a causa della carenza di gasdotti. La

6 scoperta di nuovi pozzi petroliferi fa presumere nei prossimi anni un aumento della capacità produttiva brasiliana di gas, al quale seguir anche un potenziamento dei gasdotti e delle infrastrutture interne per il trasporto. Il Brasile ha inoltre due centrali nucleari, entrambe controllate dallo Stato, con una capacità produttiva di oltre 2 mila Megawatt. Entro il 2030 il governo brasiliano prevede di costruire almeno 4 nuovi impianti. Residuale ma in crescita il settore delle energie rinnovabili, che attualmente contribuisce a soddisfare il 4% della domanda di consumi energetici brasiliani. Tra questi particolarmente promettente sembra essere il settore eolico. Secondo il report di settore elaborato da AWEX (Walloon Agency for Export & Foreign Investment) a Ottobre 2013, l'industria eolica brasiliana è la maggiore dell America Latina grazie a 113 parchi eolici con una capacità produttiva totale di oltre MW. L Associazione Brasiliana di Energia Eolica (ABEEolica) stima che entro la fine del 2015 la capacità produttiva aumenterà di 5 volte contribuendo a garantire il 5,5% della produzione di energia elettrica nazionale. Questo risultato sarà raggiunto anche per merito del programma Proinfa/BNDES, lanciato dalle autorità brasiliane per promuovere la produzione di elettricità verde. Per concludere, secondo le stime dell Internation Energy Agency l ingente politica di investimento messa in atto dal Governo Brasiliano prevede nei prossimi vent anni investimenti nel settore energetico per oltre miliardi di dollari. Gli investimenti, concentrati prevalentemente nel settore petrolifero, riguarderanno tutto il settore energetico e in parte saranno destinati al settore delle energie rinnovabili. Il notevole investimento sulle fonti energetiche rinnovabili deriva sia dalla volontà politica di puntare su uno sviluppo sostenibile che dalla disponibilità di ingenti risorse naturali, in primis idriche (il Brasile possiede il 20% circa dell acqua mondiale) oltre che biomassa e fonti solari ed eoliche (quest ultime due non ancora pienamente sfruttate). Opportunità per le imprese italiane nel settore energetico Il Brasile sembra essere un contesto particolarmente interessante per chi desidera investire nel settore energetico nei prossimi anni. I motivi di maggiore interesse sono l esistenza di una programmazione energetica di lungo periodo, la presenza del supporto governativo attraverso incentivi di vario tipo, la grande disponibilità di risorse e della crescente domanda di energia che sostiene la costante espansione del mercato. Il mercato dell energie, soprattutto di quelle rinnovabili, e lo sviluppo della rete elettrica potrebbero rappresentare interessanti opportunità per gli operatori italiani interessati alla produzione di energia, alla vendita o alla manifattura in loco di componenti impiantistiche, per investimenti infrastrutturali e in generale per il trasferimento di know how. Recentemente è stato siglato un memorandum tra l Ambasciata d Italia a Brasilia e il Governo del Distretto Federale volto a favorire la collaborazione nel settore dell efficienza energetica. L expertise italiana in campo energetico è inoltre già conosciuta in Brasile grazie alla presenza in loco di ENEL (attraverso ENEL Green Power). L Italia, quindi, forte della sua posizione di leadership nel settore delle energie rinnovabili, potrebbe essere in grado di offrire soluzioni innovative in un contesto in forte espansione come quello brasiliano. Procedure e dazi sulle esportazioni in Brasile Se si decide di esportare merce in Brasile i principali documenti richiesti dalla dogana sono: una dichiarazione doganale di importazione; una dichiarazione di valore doganale; la licenza di importazione; il

7 documento originale d imbarco (Airway Bill per le spedizioni aeree o Bill of Lading per le spedizioni via mare); la fattura commerciale; la packing list e il certificato d origine. Sulle importazioni in Brasile incidono le seguenti imposte: l Imposta di Importazione II: dazio; l Imposta sui prodotti industrializzati IPI: il dazio, che varia dal 10% al 20% viene applicato al valore della fattura commerciale a cui si aggiungono la spesa per il trasporto e all assicurazione internazionale; le imposte PIS e COFIS: il calcolo del dazio è complesso e varia di caso in caso a seconda della tipologia di prodotto importato; l Imposta sulla Circolazione delle Merci e dei Servizi ICMS: imposta paragonabile all IVA, viene applicata su un imponibile costituito dal valore della fattura di vendita + costi di trasporto + assicurazione internazionale + dazio II + dazio IPI + Altre Spese di Sdoganamento. Le aliquote variano dal 12% al 19% a seconda dello Stato in cui ha sede l impresa importatrice. L Addizionale sul Nolo Marittimo AFRMM (Adicional de Frete para Renovacão da Marinha Mercantil) è un imposta del 25% sul valore del nolo marittimo. Nonostante i buoni rapporti commerciali tra i due paesi, esportare beni commerciali in Brasile può rivelarsi costoso. Per ovviare in parte ai vincoli sulle importazioni, soprattutto di prodotti tecnologici, ogni sei mesi il governo brasiliano pubblica una lista dei beni non prodotti in loco sui quali il dazio si abbassa di oltre la metà. Un altra possibile soluzione potrebbe consistere nell importare in Brasile semilavorati o componenti e ultimare la produzione del prodotto beneficiando anche del minor costo della manodopera. I regimi doganali per l importazione in Brasile di semilavorati e materie prime, posto che quest ultimi provengano dall Europa, risultano infatti essere più bassi rispetto a quelli applicati al prodotto finito. Le importazioni di semilavorati potrebbero inoltre beneficiare delle drawback, cioè l esenzione del dazio II, IPI, PIS e COFINS su semilavorati e materie prime necessari alla produzione di beni se nel processo di lavorazione viene impiegato un livello minimo di manifattura locale e se il prodotto finito sarà esportato (esenzione non applicabile se il prodotto viene distribuito in Brasile). Per un maggiore approfondimento sui dazi specifici applicati alle diverse tipologie di prodotto si consiglia un approfondimento sul portale Scouting Gate.

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