DANNI DA CALAMITA NATURALI E GESTIONE DEL TERRITORIO

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1 DANNI DA CALAMITA NATURALI E GESTIONE DEL TERRITORIO E tempo di cambiare decisamente la modalità di governare il problema. Da una gestione delle emergenze ad una gestione innovativa e preventiva del territorio con una partecipazione proattiva e dal basso verso l alto dei soggetti che sullo stesso operano. L ultima alluvione di Genova, di Venerdi 10 scorso con relativi danni e morti che avviene ad appena 70 giorni dai danni ingenti e morti al Mulinetto della Croda in Comune di Refrontolo (Treviso), ancora una volta ci ripropone la drammatica situazione in cui versa il territorio del nostro Paese. Come sempre, di fronte ad un disastro inizia subito lo scarica barile dei politici e tecnici a vario livello con i cittadini che sono costretti a risolvere i problemi impellenti da soli e/o solo con la presenza di molti volontari coraggiosi. Questo dramma ulteriore vede ripetersi l enorme difficoltà con la quale questo Stato italiano, ma anche tanti altri), non danno mai esempi illuminanti (basti ricordare l alluvione di New Orleans di alcuni anni fa negli Stati Uniti di America) di capacità di vera pronta reazione all emergenza (l esercito arriva oggi a Genova dopo tre giorni, il Capo della Protezione Civile ci dice che è colpa dello Stato, quello che doveva essere fatto non è stato fatto). La capacità inimmaginabile di reazione della gente (con propri mezzi, con la propria disperazione, con il proprio senso del bene comune, con vera applicazione di sussidiarietà e approccio dal basso verso l alto), dimostra che ci sono abilità a saper fare gestione delle emergenze. Ciò evidenzia che la gente è soprattutto capace di fare prevenzione e azione di presidio proattivo sul territorio, unica vera possibilità per limitare questi eventi calamitosi che, come dice anche Dante Alighieri (ripreso da Gian Antonio Stella in un articolo sul Corriere della Sera), non sono frutto di bombe d acqua, fenomeni climatici di oggi, ma la natura ed il clima sempre hanno sempre manifestato nel corso dei secoli. La crisi finanziaria, che ancora imperversa nella gestione dei conti pubblici non solo nella nostra Italia ma in tutto il mondo, fa prevedere che gli Enti Pubblici non hanno e non avranno, forse per decenni, la capacità di attivare politiche dirette di intervento nella gestione corretta ed efficace del territori.

2 E tempo allora di spostare, nel processo di dimagrimento della presenza pubblica, l attenzione e le modalità di gestione del territorio facendo contare la capacità di autogestione delle comunità locali, che sempre hanno dato e danno mirabili esempi (si veda tutto il sistema italiano dei beni collettivi ed ad uso civico che fra l altro interessa ben ettari secondo i dati dell ultimo Censimento dell Agricoltura), quando si tratta di reagire all emergenza, ma anche alla corretta prevenzione. Il territorio a questa altezza deve essere considerato un bene comune per il quale le responsabilità di conservazione della capacità produttiva, della propria integrità fisica, storica, culturale, identitaria, può, con regole precise che riguardano tutti beni comuni (Commons nel linguaggio anglosassone e del Premio Nobel Elinor Ostrom), essere demandata alle comunità locali ed agli attori sul territorio (primi fra tutti gli agricoltori). Come tutti sanno, la stessa Unione Europea in questo anno 2014 sta mettendo a punto, con la collaborazione dei vari Stati dell Unione e dei vari Governi Locali, i Programmi di Sviluppo, con vari strumenti che riguardano la pluralità dei settori e la società europea, nel suo complesso, per il Periodo Dal Quadro Unico Strategico emanano i vari Fondi (FESR, FEASR, FSE, etc.) che mettono al centro delle varie strategie i meccanismi economici che favoriscono la partecipazione attiva (agli obiettivi delle varie politiche) dei cittadini e delle comunità, ma che si fanno garanti di operare con le buone pratiche per il raggiungimento di detti obiettivi. Ad esempio all interno del FEASR - Fondo Europeo per l Agricoltura e lo Sviluppo Rurale, nei vari Piani di Sviluppo Rurale Regionali vengono riconosciute erogazioni dirette di denaro (pagamenti) per attività o misure ambientali, per l agricoltura biologica, etc. L Unione Europea crea il Quadro Generale di intervento, ma poi lascia ai singoli Paesi di proporre azioni specifiche sul piano Nazionale e alle Regioni a livello Regionale. Questa analisi ci porta direttamente alla utilizzazione possibile, all interno di questo quadro, di strumenti che prevedano, attraverso i meccanismi della Programmazione Partecipata, Contratti di Gestione fra il Pubblico ed il Privato per la gestione preventiva del territorio.

3 All agricoltore o all operatore in ambiente rurale ed urbano che compia azioni concordate sul territorio, utili al perseguimento di una corretta gestione preventiva (il cui programma deve essere stabilito e partecipato), l Ente Pubblico (Stato, Regione, Provincia, Comune, Consorzio, Comunità) riconosce un quid (pagamento diretto o detassazione) ad ettaro (o in base ad altro parametro purché semplice, rispondente ed efficace), dietro ovviamente a serrata azione di controllo. Su questi principi si basa la assicurazione forte che la Gestione Partecipata attraverso Contratti Territoriali possa veramente garantire una nuova stagione al Paese per una conservazione del proprio territorio, per essere veramente un Paese intelligente, sostenibile, inclusivo. Il Programma Quadro e i vari regolamenti come il 1305/2014 per l Agricoltura e lo Sviluppo Rurale sono allora una grande opportunità per offrire una nuova stagione a tutti coloro che della radicazione nel proprio territorio ne hanno fatto la loro ragione fondamentale di vita. Nella mia Unità di Ricerca di Economia Applicata del Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali DSA3 dell Università degli Studi di Perugia ho condiviso e promosso da molti anni, soprattutto a partire dal 2010, l idea di far affermare nella nuove Politiche della Unione Europea i Contratti di Gestione Territoriale. Essi nascono con gli obiettivi di far diventare ogni operatore sul territorio un potenziale gestore attivo, in via preventiva, del territorio stesso che, con partecipata sussidiarietà, può alleggerire l Ente Pubblico da oneri enormi (parliamo di circa Euro al giorno per le emergenze da calamità naturale), da utilizzare con i pagamenti diretti e la esecuzione delle opere strutturali necessarie in aumento del livello della qualità della vita di ogni cittadino. Sui modelli da utilizzare per la fase di proposta, di partecipazione, di valutazione del livello dei pagamenti nella nostra Unità di Ricerca abbiamo fatto passi in avanti tanto da poterci dichiarare pronti a supportare, in termini tecnici scientifici, delle buone pratiche di Contratti di Gestione Territoriale. Per inciso si sottolinea che il concetto in parte è accettato ormai da una parte della Comunità Tecnico Scientifica del Paese e da molte Amministrazioni Pubbliche. Si sente infatti parlare di Contratti di Fiume, Contratti di Lago, Contratti di Paesaggio, Contratti di Bosco, etc. L approccio per la gestione territoriale non può essere settoriale e parziale ma deve essere olistico e sistemico, così come vogliono anche i paradigmi della Strategia dello

4 Sviluppo Sostenibile e la complessità che il territorio ha con sé per gli innumerevoli servizi eco-sistemici che offre. Si ritiene che anche il linguaggio ed il lessico in una fase fondante hanno il loro ruolo. I Contratti di Gestione Territoriale sono il Contratto Generale Programma Generale di difesa di un territorio locale e comunitario all interno del quale i vari aspetti (fiumi, laghi, paesaggi, boschi, etc ) possono e debbono trovare collocazione. Se cosi non sarà rischieremo a breve di mettere in moto, soprattutto nelle realtà più recettive alla innovazione,una tale messe di ipotesi di contratto che porterà solo a conflitti fra i vari settori/contratti. L idea intende pertanto trasformare la debolezza di ogni territorio dovuta all alto rischio, in una opportunità intelligente, inclusiva, sostenibile, trasparente, proattiva, concreta. In funzione di questa sintesi di pensiero e di attività abbiamo fondato come Unità di Ricerca e Dipartimento nel 2011 la International Sumer School in Gestione e Promozione Sostenibile del Territorio-SIS-GPS-T-SMP-T.( Dopo le brillanti esperienze ed alcune affermazioni e riconoscimenti di questa azione anche a livello internazionale, come soggetti addetti alla Alta Formazione, abbiamo inteso promuovere da questo Anno Accademico un Corso (che si profila come Altra Attività Formativa a scelta dello studente) con il titolo Gestione e Promozione Sostenibile del Territorio che ha avuto un largo numero di iscritti e che verrà inaugurato presso il DSA3 in Aula Magna in S. Pietro, Perugia il 27 Ottobre 2014 a partire dalle ore 15.30, secondo il Programma allegato. Fatto a Perugia il 12 Ottobre 2014 Adriano Ciani-Unita di Ricerca di Economia Applicata- Universita di Perugia adriano.ciani@unipg.it Copyrigth.Tutti i diritti intellettuali sono riservati all autore.

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