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3 Copyright 2012 Clitt, via Pietro Cossa 41, Roma I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualsiasi tipo (inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), i diritti di noleggio, di prestito e di traduzione sono riservati per tutti i Paesi. L acquisto della presente copia dell opera non implica il trasferimento dei suddetti diritti né li esaurisce. Per le riproduzioni ad uso non personale (ad esempio: professionale, economico, commerciale, strumenti di studio collettivi, come dispense e simili) l editore potrà concedere a pagamento l autorizzazione a riprodurre un numero di pagine non superiore al 15% delle pagine del presente volume. Le richieste per tale tipo di riproduzione vanno inoltrate a: Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali (CLEARedi) Corso di Porta Romana, n Milano segreteria@aidro.org, sito web: L editore, per quanto di propria spettanza, considera rare le opere fuori del proprio catalogo editoriale, consultabile al sito La fotocopia dei soli esemplari esistenti nelle biblioteche di tali opere è consentita, oltre il limite del 15%, non essendo concorrenziale all opera. Non possono considerarsi rare le opere di cui esiste, nel catalogo dell editore, una successiva edizione, le opere presenti in cataloghi di altri editori o le opere antologiche. Nei contratti di cessione è esclusa, per le biblioteche, istituti di istruzione, musei ed archivi, la facoltà di cui all art. 71 ter legge diritto d autore. Maggiori informazioni sul nostro sito: Si ringraziano Agfa, Canon, Fuji, Hasselblad, Kodak, Nital (Nikon), Olympus, Polyphoto (Leica), Rossi & C. (Minolta, Zenza Bronica), Sony, per il supporto ed il materiale fornito per la pubblicazione. Un ringraziamento particolare a Franco Fontana che ha collaborato fornendo lo scritto e le fotografie che hanno impreziosito il testo. Grazie a Giancarlo Mecarelli, Andrea Rossi Andrea e Giancarlo Zuin le cui immagini offrono spunti di riflessione e ammirazione. Le fotografie, coperte da copyright, sono state riprodotte nel testo per loro gentile concessione. Grazie a Fabiano Avancini, fotogiornalista; Giuseppe Pignone, direttore della fotografia; Alessandra Ursoleo, videografica e videoproduttrice, che hanno messo a disposizione la loro professionalità, arricchendo il testo con un capitolo ciascuno. Grazie a Giuseppe Ongaro per le fotografie di Luciano Ongaro. Grazie a Eloisa Ferrari e Diego Rebelato per la preziosa collaborazione; a Emanuela Minchio per le foto del capitolo XXII. Grazie al Maestro Marian Mika e al Maestro Carlo Schiavon, a Stella Ferrara, a Claudia, Paola e Paolo. Grazie a Rodolfina Rasotto per il supporto linguistico. Andrea Rossi Andrea courtesy neon>campobase, Bologna. Andrea Rossi Andrea courtesy Splasc(H) Records. Andrea Rossi Andrea ringrazia il Museo Hermann Nitsch e la Fondazione Morra, Napoli. Realizzazione editoriale: - Progetto grafico e impaginazione: Bianca&Volta Copertina: - Progetto grafico: Mario Ferrara Prima edizione: gennaio 2012 L impegno a mantenere invariato il contenuto di questo volume per un quinquennio (art. 5 legge n.169/2008) è comunicato nel catalogo Clitt, disponibile anche on line sul sito ai sensi del DM 41 dell 8 aprile 2009, all. 1/B. File per diversamente abili L editore mette a disposizione degli studenti non vedenti, ipovedenti, disabili motori o con disturbi specifici di apprendimento i file pdf in cui sono memorizzate le pagine di questo libro. Il formato del file permette l ingrandimento dei caratteri del testo e la lettura mediante software screen reader. Le informazioni su come ottenere i file sono sul sito Suggerimenti e segnalazioni degli errori Realizzare un libro è un operazione complessa, che richiede numerosi controlli: sul testo, sulle immagini e sulle relazioni che si stabiliscono tra essi. L esperienza suggerisce che è praticamente impossibile pubblicare un libro privo di errori. Saremo quindi grati ai lettori che vorranno segnalarceli. Per segnalazioni o suggerimenti relativi a questo libro scrivere all indirizzo clitt@tin.it. Le immagini dei prodotti e i messaggi pubblicitari contenuti nel testo sono presenti esclusivamente per finalità didattica, senza scopo di lucro.

4 3 PRESENTAZIONE Questo libro nasce dall unione di esperienze consolidate nell ambito professionale e della didattica. Il testo, coerentemente con il titolo, è diviso in due grandi aree tematiche. La prima, Click, affronta i temi relativi alla conoscenza e all utilizzo dei mezzi tecnici, fotocamere e videocamere, nelle loro diverse tipologie, tradizionali o innovative, comunque nella versione digitale. La seconda, Net, parte dalla presenza di un prodotto e ne completa il percorso attraverso l utilizzo dei software specifici più diffusi. Il libro si presenta al lettore in due vesti strettamente correlate. La prima, quella cartacea, offre il sistema più semplice cui accedere per una trattazione teoricoapplicativa dei temi svolti. La seconda, quella multimediale, costituisce un utilissimo mezzo per mettere in pratica la parte di lavoro più strettamente legata all informatica. Un ulteriore punto di forza facilitato dalla collocazione dei materiali in internet è dato dalla possibilità di aggiornarne costantemente i contenuti, qualora venissero introdotte novità significative da parte dei produttori. Per quanto riguarda gli aspetti culturali, nonostante il testo si presenti sotto una veste prevalentemente tecnica, non si è voluto rinunciare ad un capitolo introduttivo sulla storia della fotografia e del cinema, due formidabili medium che hanno cambiato il mondo della comunicazione. Non mancano inoltre costanti riferimenti agli autori più significativi ed alle loro opere, presenti nella quasi totalità dei capitoli come approfondimento o come spunto di riferimento per una particolare azione tecnica: Henry Cartier-Bresson, Federico Fellini, Ennio Morricone e molti altri trovano spazio, arricchendo e fornendo spessore ai singoli temi trattati. Questo testo, che troverà il completamento nel secondo volume destinato alle classi quinte, non vuole e non può essere esaustivo di un argomento così vasto come la multimedialità. La manualistica a questo riguardo, è già presente e decisamente sovrabbondante in termini di pagine stampate: un solo software può richiedere oltre cinquecento pagine di spiegazioni, il manuale di una fotocamera reflex oltre centocinquanta. Il testo, al contrario, cerca di individuare quella che potremmo definire la colonna vertebrale della disciplina, svelandone gli aspetti più interessanti e propositivi, per lasciare all iniziativa personale l approfondimento dei singoli aspetti particolari. In conclusione, sottolineamo la funzione fondamentale di Internet, a volte criticato in quanto contenitore incontrollato e incontrollabile, ma strumento fondamentale per l apertura mentale di ogni individuo, nella vastità dei linguaggi della comunicazione. E ad Internet il testo indirizza i lettori con link mirati e selezionati per la loro originalità e qualità, nel tentativo di allargare l offerta che non vuole essere referenziale, ma la più vasta ed eterogenea possibile. Gli Autori

5 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 5 BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 6 Le origini 7 La camera obscura 8 La lanterna magica 9 Evoluzioni 10 La fotografia 10 L ottica 10 La chimica 11 I pionieri 11 Joseph Nicéphore Niépce 12 Louis Jaques Mandé Daguerre 14 William Henry Fox Talbot 16 Hippolyte Bayard 17 John Frederick William Herschel 18 I sistemi 18 La lastra umida al collodio 19 La lastra a secco e la pellicola 20 Fotografia & Cinematografo 22 Nascita del cinematografo 22 Thomas Alva Edison 23 I fratelli Lumière 24 Il cinematografo si evolve 26 Gli apparecchi fotografici 27 La Kodak 28 La Leica 29 La reflex biottica 29 La reflex monoculare 30 Le innovazioni recenti 30 La Polaroid 31 La fotografia a colori 32 Il cinema a colori 33 La luce artificiale 34 Il digitale 36 Laboratorio di comprensione Fucile fotografico di Marey, 1882, Musée des Arts et Métiers, Parigi.

6 6 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE LE ORIGINI Da sempre, l uomo ha cercato di rappresentare ciò che lo circonda, dagli animali (rinvenuti già sulle pareti delle caverne), ai paesaggi, alle persone. Il disegno, la pittura e la scultura hanno soddisfatto per secoli questa esigenza, producendo capolavori inestimabili. Il limite di queste arti sta nella bravura, qualità necessaria agli artisti, che limita la produzione a chi è veramente dotato. Per un allargamento della produzione, rinunciando eventualmente ad una dose di artisticità a favore di una elevata precisione e di una maggiore capacità produttiva, nascono dei congegni in grado di facilitare l acquisizione dell immagine, sfruttando le innovazioni che l ottica può offrire. Se a questa esigenza uniamo quella dell intrattenimento, ecco allora che ci si apre un panorama veramente ampio che, a partire dagli scritti di Leonardo da Vinci, ci parla di immagini catturate e proiettate, addirittura simulandone il movimento. Già dal 1600 vengono costruiti dei congegni, ancor oggi perfettamente conservati, in grado di agevolare il disegno e di intrattenere le piazze con giochi che a volte si fanno molto seri, sconfinando addirittura in ambito religioso. 1 Camera obscura costruita nel 1646 da Athanasius Kircher a Roma (sezione). 2 Rappresentazione del principio ottico della camera obscura. 3 Camera obscura a visione reflex inventata nel 1685 da Johann Zahn.

7 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 7 La camera obscura Particolare interesse riveste la camera obscura assai diffusa specie nel 600 e 700 tra i pittori vedutisti, tra i quali anche il Canaletto, che la utilizzavano per rilevare la struttura prospettica delle vedute, ma era utilissima anche per riprodurre i più minuti particolari. La camera obscura è costituita da una scatola, ma può anche essere una stanza a tenuta di luce. Ad una parete è praticato un foro, detto stenopeico, attraverso il quale passano dei fasci luminosi che, incontrando la parete opposta, formano su di essa l immagine di ciò che, illuminato, sta fuori. L immagine, per una semplice legge ottica, apparirà capovolta sia in senso orizzontale che verticale. Al foro stenopeico è presto sostituita una lente e successivamente un obiettivo, con un conseguente innalzamento della qualità e della luminosità. Approfondimento L utilizzo della camera obscura sembra risalire all XI secolo, allorchè lo studioso arabo Ibn al- Haytham, osservando un immagine formatasi in una stanza buia, ne intuì le potenzialità per l osservazione delle eclissi solari. È però dal XIII secolo che numerosi testi ne riportano una descrizione. Tra gli italiani, da menzionare Leonardo da Vinci e Giovan Battista Della Porta che, in uno scritto del 1558, rileva quanto lo strumento potesse giovare soprattutto a chi, incapace di disegnare, volesse comunque maneggiare matite e pennelli. L impiego della camera obscura è comunque strettamente legato allo studio della prospettiva, problema particolarmente sentito nel Rinascimento, e Leon Battista Alberti ne parla nel suo trattato Della pittura (1436) in base agli esperimenti effettuati dal Brunelleschi, durante la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze.

8 8 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE La lanterna magica La camera obscura è un mezzo molto pratico per registrare le immagini. Da essa deriva la lanterna magica descritta per la prima volta nel 1646 da Athanasius Kircher. La sua funzione non è quella di catturare, ma di proiettare immagini collocate al proprio interno. Grazie ad una candela, spesso sostituita con un lume ad olio, uno specchio concavo e una serie di lenti, l immagine su vetro viene proiettata all esterno da un obiettivo, ingrandendola. Lo spettacolo è assicurato: il pubblico, sistemato in una stanza buia, vede apparire immagini colorate sull unica parete bianca. I lanternisti si moltiplicano, mescolando immagini a musiche prodotte da semplici organetti e tamburi. I temi trattati spaziano dalla magia allo spiritismo, all evocazione di luoghi fantastici ed immaginari. I gesuiti approfittano del mezzo per evocare l aldilà e per impaurire i fedeli con immagini provenienti dall inferno. La lanterna magica conobbe continui miglioramenti, tra cui la simulazione del movimento. Alle immagini dipinte vennero in seguito affiancate quelle fotografiche, assicurando veridicità e modernità. 1 Rappresentazione della lanterna magica in sezione. 2 Lanterna magica del Museo Nazionale del Cinema di Torino. 3 Lanterna magica ad un obiettivo.

9 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 9 Evoluzioni La lanterna magica dà l avvio ad una serie di progetti che assecondano il desiderio sempre più diffuso di spettacolarizzare l immagine. Verso la metà del 700 è la volta del Peepshow, noto in Italia con il nome di Mondo nuovo, una scatola nera illuminata dal retro, dentro la quale per mezzo di un visore si osservano immagini dipinte su vetro che possono dare la sensazione del movimento grazie a vetri rotanti e specchi. Il fantascopio introduce ulteriori innovazioni. Innanzitutto lo spettatore non vede la macchina ma le immagini da essa proiettate sullo schermo, accompagnate da suoni e rumori affini al soggetto. Si tratta di un misto di ottica e chimica, con risultati che strizzano l occhio alla magia. Composti alchemici producono forme bizzarre che richiamano scheletri e diavoli. La collocazione dell apparecchio su binari, permette il suo movimento, animando le figure. Il perfezionamento del fantascopio è dovuto al francese Gaspard Robert: siamo in piena Rivoluzione francese. Siamo così giunti al 1800, il secolo in cui vedranno la luce due formidabili mezzi comunicativi: la fotografia e il cinema. 1 Fantasmagoria di Robertson, Esercitazione Il Taumatropo è un invenzione che risale al 1825 ed è opera del medico inglese John Ayrton Paris che, per divertimento, disegna rispettivamente una gabbia ed un canarino sui due lati di un cartone. Alle estremità collega due fili elastici che permettono di mettere in rotazione il cartone. L illusione ottica che si ottiene è quella dell uccellino in gabbia. Prendete dunque un cartoncino e disegnate o applicate immagini fotografiche sulle due facciate. Collegate quindi con due corde, possibilmente elastiche, e fate ruotare.

10 10 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE LA FOTOGRAFIA Ogni scoperta riflette il bisogno di soddisfare determinate richieste, proprie di un periodo storico. La fotografia rispecchia l esigenza, ormai diffusa all inizio dell Ottocento, di creare un mezzo in grado di venire incontro: possibile veritiere, non influenzate quindi dall abilità o dall interpretazione dell esecutore; ritratti, che risulta straordinariamente aumentata a causa del benessere e dunque dei nuovi ruoli assunti dalle diverse classi sociali; La pittura, a causa dei lunghi tempi di lavoro, del costo elevato, e dell inevitabile imprecisione, non riesce più a soddisfare le numerose richieste, per cui cresce l esigenza di un mezzo più rapido ed economico che non preveda un eccessiva manualità, la fotografia per l appunto, che nasce grazie ai progressi verificatisi in due settori di ricerca: otturatori); L ottica Come già detto, la camera obscura era conosciuta da tempo. I primi fotografi dovettero quindi semplicemente adattare uno strumento, già ampiamente sperimentato, alle esigenze fotografiche, rendendolo ermetico alla luce e dotandolo di innesto per le lastre fotografiche. Nemmeno gli obiettivi costituivano un problema, perché all epoca erano operativi ottici molto valenti, dai quali i pionieri si servivano per le loro macchine. La chimica La camera obscura veniva usata dai pittori per cogliere con più precisione gli elementi da raffigurare. Per arrivare al processo fotografico era necessario sostituire alla mano dell artista, una superficie che fosse in grado di registrare autonomamente l immagine proveniente dall esterno. Spettò quindi alla chimica il compito di fornire un materiale che, in base alla quantità di luce che lo colpiva, fosse in grado di modificarsi, un materiale detto perciò fotosensibile. La sostanza individuata, e ancor oggi utilizzata, è l argento che, secondo varie formulazioni, annerisce sotto l azione della luce. Questo però è solo il primo passo. Alcuni, infatti, erano già riusciti ad ottenere immagini direttamente dalla luce e tra questi dobbiamo annoverare almeno gli inglesi Wedgwood e Davy ma, inesorabilmente, le lastre finivano con l annerire completamente al perdurare dell azione. Per completare l invenzione era necessario quel composto, che oggi chiamiamo fissaggio, in grado di bloccare stabilmente le modificazioni del materiale fotosensibile.

11 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 11 I PIONIERI Joseph Nicéphore Niépce Il primo ad ottenere un immagine fotografica e a conservarla perfettamente inalterata, fu il francese J. N. Niépce che, già nel 1816 perviene ad un grande successo: ottiene la prima immagine su carta sensibilizzata, con i toni invertiti, per mezzo della camera obscura. Deluso dall aver ricavato quello che oggi chiameremmo un negativo e soprattutto dal fatto di non riuscire a stabilizzare l immagine, cambia supporto ed ingredienti, fino ad approdare ai famosi point de vue, figure ricavate direttamente dalla luce per mezzo del bitume di giudea, steso su una lastra di peltro inserita in una camera obscura. Le prime fotografie ricavate con questo sistema sembrano risalire al 1824, ma sono andate perdute. La più antica eliografia, oggi conservata presso l Università del Texas e qui sotto riprodotta, è la famosa veduta che Niépce ottiene dalla finestra dell abitazione ed è probabilmente del Per la realizzazione furono necessarie ben otto ore di esposizione. Tecnicamente, il bitume di Giudea colpito dalla luce schiariva stabilizzandosi; le parti rimanenti, rimosse mediante una miscela di essenza di lavanda e petrolio, lasciavano scoperto il peltro (successivamente rame argentato), che costituiva la parte scura dell immagine. Otteneva quindi un positivo, naturalmente in esemplare unico. Queste immagini sono solo il primo passo e Niépce ne è pienamente cosciente. Continuando le ricerche, consegue risultati incoraggianti dall utilizzo del vapore di iodio che aumenta il contrasto. Soddisfatto, intende pubblicare le proprie scoperte ma Daguerre, conosciuto alcuni anni addietro, lo convince a desistere e ad unirsi in una società nella quale Niépce metteva le proprie invenzioni, Daguerre un nuovo adattamento della camera obscura, il suo talento e la sua opera. Niépce muore il 5 luglio 1833.

12 12 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE Louis Jaques Mandé Daguerre Daguerre, pittore vedutista, immediatamente interessato alla scoperta di Niépce, formò con lui un sodalizio, che durò solo pochi anni per la scomparsa di quest ultimo. Daguerre allora proseguì la ricerca fino ad approdare nel 1835 ad una tecnica che riscosse molti entusiasmi e che prese il nome di dagherrotipia. Una lastra d argento veniva a contatto con vapori di iodio, formando ioduro d argento. Dopo un esposizione non inferiore ai 15 minuti, i vapori di mercurio sviluppavano l immagine che veniva poi fissata immergendo la lastra in acqua calda e sale da cucina (dal 1839, grazie alla scoperta dell inglese John F. Herschel, cominciò ad usare iposolfito di sodio). In questo modo Daguerre otteneva immagini direttamente positive, molto dettagliate, con tempi di esposizione ridotti ad alcuni minuti. La scoperta venne resa pubblica il 7 gennaio A differenza di quanto prodotto da Niépce nel 1826, il dagherrotipo costituiva un vero sistema fotografico, con tempi di realizzazione sufficientemente brevi ed un dettaglio d immagine più che soddisfacente. Il governo francese, consapevole dell importanza di tale scoperta, ne acquisì i diritti, favorendone da subito una larga diffusione senza far pesare i costi di brevetto. A causa dei lunghi tempi di esposizione, le prime applicazioni riguardarono l architettura e le nature morte. 1 L.J.M. Daguerre, Veduta di Parigi, 1839 Wedgwood e Davy Thomas Wedgwood era figlio dell affermato ceramista Josiah (ancor oggi il marchio Wedgwood è famoso) e, curiosamente, zio di Charles Darwin. Spinto dall interesse di sostituire ai disegni di alcuni servizi in ceramica delle immagini direttamente prodotte dalla luce, sperimentò, assieme all amico scienziato Humprhy Davy, diversi metodi, ottenendo significativi successi. Utilizzando carta o vetro sensibilizzato con nitrato o cloruro d argento, ottennero ritratti fotogenici mettendo a contatto foglie ed altri oggetti (alcuni tentativi riguardarono anche la camera obscura). Se avessero trovato il sistema per fissare le immagini, il primato della scoperta della fotografia spetterebbe a loro. Purtroppo, col perdurare dell azione della luce, l immagine anneriva completamente, vanificando gli sforzi. Nel 1802, non riuscendo a progredire autonomamente, decisero di rendere pubbliche le loro conoscenze. Per saperne di più Voler fissare visioni fuggitive, non soltanto è cosa impossibile, come hanno dimostrando esperimenti assai seri condotti in Germania, ma confina con il sacrilegio. Dio ha creato l uomo a propria immagine, e nessuna macchina umana può fissare l immagine di Dio. Egli dovrebbe tradire improvvisamente i suoi principi eterni per permettere che un francese, a Parigi, lanciasse nel mondo un invenzione così diabolica. Articolo da un giornale tedesco del 1839 riguardo alla posizione della Chiesa. Da G. Freund, pag. 64 di Fotografia e società.

13 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 13 Il dagherrotipo Il dagherrotipo è costituito da una lastrina di metallo rivestita d argento. Per poter visionare l immagine è necessario ossarvarla lateralmente: alla visione frontale, infatti, con il sole diretto, appare solamente il metallo. L immagine, positiva, è invertita in senso orizzontale. Per ovviare a questo inconveniente, alcuni inventori brevettarono camere obscure dotate di specchi, o prismi; in alternativa, chi ad esempio portava decorazioni sull abito, per la ripresa le indossava invertite. Il procedimento rivestendola di argento puro; entro non più di un ora (almeno 15 minuti di esposizione); rio; no o di iposolfito di sodio; Approfondimento. Daguerre nasce a Corneille-en-Parisis nel Il padre, impiegato ad Orléans presso la tenuta del re, gli fa studiare disegno. Successivamente, i primi lavori nello studio di un architetto e presso lo scenografo Degotti all Operà di Parigi, lo formano come abile disegnatore di panorami. Le sue esperienze nel campo della rappresentazione lo portano ad un vasto successo di pubblico per mezzo del diorama, una sala nella quale si possono ammirare spettacolari effetti di luce prodotti su tele dipinte, di considerevoli dimensioni (fino a 13 metri d altezza e 21 metri di larghezza), illuminate in modo alterno frontalmente e da dietro, con effetti particolarmente realistici. Daguerre conosce l uso della camera obscura, che utilizza per le sue rappresentazioni pittoriche. Venuto a conoscenza degli esperimenti condotti da Niépce, grazie ai racconti dell ottico parigino Chevalier, cerca di mettersi in contatto con lui. Le prime reazioni di Niépce sono di diffidenza, ma con il tempo trova il modo di collaborare. Il 1829 rappresenta un momento fondamentale per il loro rapporto ed anche per la storia della fotografia. In seguito a risultati incoraggianti condotti in prima persona, Niépce intende pubblicare i risultati; ne dà avviso a Daguerre, il quale lo convince a perfezionare ulteriormente l invenzione ed a formare una vera società, sottoscritta nello stesso anno. Niépce muore nel 1833 lasciando una serie preziosa di esperienze che Daguerre sa portare a compimento. Il 7 gennaio 1939 lo scienziato e politico Francois Arago presenta ufficialmente l invenzione, che verrà chiaramente esplicitata nella seduta del 19 agosto dello stesso anno davanti all Accademia delle scienze e delle arti in una riunione congiunta. In cambio di un vitalizio (6000 franchi annui a Daguerre e 4000 al figlio di Niépce) l invenzione viene acquisita dallo Stato che, con grande orgoglio, la dona al mondo intero. Ricco e glorificato (gli fu insignita anche la Legione d onore), Daguerre muore nel Nel frattempo, grazie ai molti manuali stampati ed ai laboratori che producevano materiale fotografico, la dagherrotipia si espande in tutto il mondo, soprattutto negli Stati Uniti, dove l inventore del telegrafo, Samuel Morse, ne sarà un entusiasta promulgatore.

14 14 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE William Henry Fox Talbot Sia col metodo di Niépce che di Daguerre, l immagine ottenuta era in esemplare unico. Questo fatto costituisce sicuramente un limite per la fotografia intesa in senso moderno. Con l elemento unico, infatti, non possiamo avere un efficace mezzo di comunicazione, che abbisogna al contrario di un numero elevato di riproduzioni. Il primo ad ottenere un immagine fotografica positiva riproducibile in più copie, grazie al passaggio intermedio del negativo, fu l inglese Henry Fox Talbot. Questi usava della carta imbevuta di cloruro o nitrato d argento (in seguito anche joduro d argento). In seguito all esposizione ed allo sviluppo con acido pirogallico, si formava un immagine negativa che veniva fissata con soluzioni a base di sale da cucina o iposolfito di sodio. Successivamente, dal negativo in carta resa trasparente con la paraffina, si potevano stampare per contatto un numero a piacere di copie positive. L invenzione prese il nome di calotipia, che in greco significa bella immagine, ma venne chiamata anche talbotipia, in suo onore. Talbot procedeva nelle sue sperimentazioni all oscuro di quanto accadeva in Francia con Daguerre, e solo quando l invenzione del dagherrotipo divenne di dominio pubblico, si affrettò a comunicare i propri risultati. L invenzione di Talbot, presentata alla Royal Society il 31 gennaio 1839, non ebbe un immediato successo, sia a causa del rigoroso controllo sui brevetti, sia perché le immagini ottenute non possedevano la qualità del dagherrotipo. Ciò non deve assolutamente togliere importanza all invenzione, perché l introduzione del negativo segna la nascita della fotografia moderna. Ne è comprova la realizzazione del primo fotolibro The pencil of Nature da parte di Talbot, nel Mentre l esperienza del dagherrotipo sarà destinata ad esaurirsi perché non era significativamente migliorabile, dalla calotipia si svilupparono nuovi procedimenti che portarono, attraverso passaggi significativi, alla fotografia attuale. 1 Mousetrap, la prima macchina fotografica di Talbot. 2 E.F.Talbot, 1844 Calotipo.

15 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 15 Approfondimento. Talbot era persona di grande cultura, le cui passioni variavano dalla botanica alla chimica, dall arte all archeologia biblica. Grazie ai suoi scritti possiamo datare nell ottobre del 1833 l inizio dei suoi interessi verso la fotografia, allorché, in viaggio in Italia, non riusciva a disegnare in modo soddisfacente i paesaggi del lago di Como. Tornato in patria, si mise al lavoro per rendere automatica l acquisizione dell immagine. Il suo metodo differisce sensibilmente da quello di Daguerre del quale, del resto, ignora i procedimenti. La comunicazione presso la Royal Society del 31 gennaio 1839, rappresentò solo un primo passo, una rivendicazione del primato sulla scoperta (si trattava principalmente di immagini ottenute per contatto). La calotipia arrivò ad uno sviluppo soddisfacente verso la fine del 1840, con tempi di esposizione ridotti a pochi minuti. Talbot tentò di salvaguardarsi economicamente brevettando l invenzione, ma questo lo costrinse ad intentare numerose cause, rimettendoci di tasca propria. A partire dal luglio 1852 lo stesso Talbot autorizzò i dilettanti ad utilizzare i suoi procedimenti senza pagarne i diritti. I diritti sui brevetti pesarono sostanzialmente sulla diffusione della fotografia su carta; si tenga presente che i due paesi in cui questa si diffuse maggiormente furono la Scozia, dove i brevetti non avevano valore legale e la Francia, grazie ad un procedimento leggermente diverso e quindi di libera applicazione. In particolare fu Louis Blanquart-Evrard a perfezionare il procedimento di Talbot, come spiegato in un suo trattato del Il procedimento per il calotipo Si stende sulla carta nitrato d argento e acqua pura; si lascia asciugare alla luce di una candela; si immerge la carta in un composto di acqua distillata e ioduro di potassio; la carta viene successivamente a contatto con una soluzione i cui componenti sono: nitrato d argento, acido acetico, acqua, acido gallico; ad asciugatura avvenuta, si effettua la ripresa. Lo sviluppo prevede l uso di gallonitrato d argento che, scaldato, fa apparire l immagine latente. Segue il fissaggio con sale marino, presto sostituito dall iposolfito di sodio. L immagine negativa viene successivamente stampata per contatto. 1 E.F. Talbot, Disegno fotografico ottenuto a contatto, E.F. Talbot, 1835 Latticed Window with the Camera Obscura: si tratta del più antico negativo fotografico.

16 16 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE Hippolyte Bayard A rivendicare un ruolo tra gli inventori c è anche il francese Hippolite Bayard ( ) che, procedendo autonomamente, ottiene risultati significativi. In modo simile a Talbot, riesce a ricavare dei disegni fotogenici che sono dei negativi su carta al cloruro d argento. All annuncio dell invenzione di Daguerre, viene stimolato a produrre immagini direttamente positive e vi riuscirà in poco tempo (28 marzo 1839), sempre utilizzando la carta. Come Daguerre, contatta lo scienziato Arago, influente uomo politico, ma da questi viene scoraggiato: il legame ormai consolidato tra Arago e Daguerre sembra escludere intrusioni esterne. L esposizione di trenta immagini (nature morte e architetture) il 24 giugno 1839 non cambierà le sorti di questo geniale inventore: pur trattandosi della prima mostra fotografica della storia, non attira la folla. L inventore, nel novembre del 1839, consegna all Accademia delle scienze la documentazione della sua opera, resa pubblica il 24 febbraio Il suo ruolo di protagonista nell invenzione della fotografia è stato rivalutato solamente negli ultimi decenni. 1 I. Bayard, Autoritratto. 2 I. Bayard, Le Café Barré, negativo su carta.

17 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 17 John Frederick William Herschel Scienziato dalle straordinarie capacità, è in grado già dal 1819 di dimostrare la capacità dell iposolfito di sodio di sciogliere i sali d argento non esposti: fornisce, in pratica, la soluzione pressoché definitiva al fissaggio dell immagine. Lo stesso Talbot, suo amico, utilizza procedimenti già sperimentati da Herschel, che gli aprono la strada verso il calotipo. A Herschel siamo debitori anche in termini linguistici: negativo e positivo, come pure fotografare e istantanea, sono termini introdotti ufficialmente da Herschel. Non solo: nel 1839 realizza la prima fotografia su vetro e nel 1842 inventa la cianografia, una tecnica molto economica che permette di ottenere un immagine direttamente positiva su carta. Il ferrocianuro di potassio è l elemento fotosensibile, e le immagini prodotte sono di colore azzurro. Herschel incarna la figura dello scienziato puro, prodigo di consigli e votato alla divulgazione delle conoscenze, ben lontano dallo spirito che aleggiava tra gli inventori del tempo, Daguerre e Talbot compresi, intenti a sfruttare economicamente al massimo le loro invenzioni. 1 J. Frederick William Herschel fotografato da Julia Margaret Cameron nel Cianografia Conosciuta anche come Blueprint, la cianografia non necessita di trattamenti chimici (sviluppo e fissaggio) perché si forma direttamente durante l esposizione ed è sufficiente un semplice lavaggio in acqua per renderla relativamente stabile. I limiti di questa tecnica stanno infatti nella ridotta durata nel tempo e nella limitata scala tonale. Si tratta inoltre di un materiale dalla limitata sensibilità. I vantaggi stanno nell economicità e nella semplicità esecutiva. Il colore blu, caratteristico, può essere virato in tonalità brune, maggiormente adattabili ai diversi soggetti. La cianografia ebbe importanti applicazioni anche nella riproduzione di disegni tecnici su carta lucida.

18 18 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE I SISTEMI La lastra umida al collodio Se al posto della carta resa lucida mediante paraffina usiamo una lastra di vetro, otteniamo un negativo di qualità molto elevata. La difficoltà da superare consiste nel far aderire stabilmente la soluzione d argento al vetro, e all inizio ci si riuscì utilizzando dell albume d uovo che fungeva da aggrappante. L inventore della fotografia all albumina su vetro è Abel Niépce de Saint-Victor, nipote di Nicéphore, ed è datata Alla migliorata qualità dell immagine, non faceva ancora riscontro un adeguata sensibilità, per cui l esposizione necessitava di tempi ancora molto lunghi. Ne derivò un impiego destinato prevalentemente alla ripresa di architetture. A favore di questo metodo va citata la praticità, in quanto le lastre potevano essere preparate anche quindici giorni prima dell utilizzo. Un consistente passo avanti si ebbe nel 1851 con il procedimento al collodio umido, ad opera dell inglese Frederich Scott Archer. I tempi di esposizione si ridussero drasticamente: pochi secondi o addirittura frazioni di secondo, con particolari metodi. Fu soprattutto questo fattore, assieme al metodo negativo - positivo, a decretarne il successo nonostante le difficoltà operative. I fotografi, per realizzare riprese in esterno, dovevano infatti disporre di un laboratorio portatile per eseguire tutte le operazioni necessarie, ma questo non impedì a fotografi come Fenton, Brady ed altri di eseguire addirittura reportages di guerra. Con la lastra al collodio si ha inoltre una diffusione eccezionale del ritratto, che diventa una vera e propria moda. Inoltre, col nuovo metodo, le fotografie che ritraggono le città si animarono di nuovi protagonisti: i passanti. L avvento della lastra al collodio umido decretò inoltre l abbandono della tecnica legata al dagherrotipo. 1 Felice Beato, Luxor, stampa all albumina 2 Roger Fenton, 1855, Balaclava in Crimea, collodio umido.

19 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 19 La lastra a secco e la pellicola Le lastre al collodio secco, introdotte a partire dal 1858, riscuotono un buon successo, ma richiedono esposizioni tre volte più lunghe. Dal 1871, grazie all inglese Richard Maddox, sono introdotte le più pratiche lastre a secco che, con l impiego della gelatina sensibilizzata con bromuro d argento al posto del collodio, possiedono un accresciuta sensibilità, destinata ad aumentare progressivamente grazie alle continue ricerche nel settore. Dal 1880 le foto alla gelatina al bromuro soppiantano definitivamente quelle al collodio. Le nuove lastre si possono preparare in anticipo e lo sviluppo non deve essere eseguito immediatamente dopo lo scatto. I tempi di posa si riducono a 1/25 di secondo. Da allora i miglioramenti riguardarono la sostituzione della lastra di vetro con un supporto flessibile, più leggero e in grado di consentire al fotografo di effettuare più scatti: la carta, per un breve periodo, e dal 1888 la pellicola. Quando la chimica permise queste innovazioni, ci fu un grande sviluppo relativamente alla macchina fotografica vera e propria, con la sostituzione della camera obscura con più sofisticati apparecchi. 1 Kodak Transparent Film per fotocamere Kodak, La fotografia all albumina Il procedimento. Si prepara un composto di chiare d uovo (albume) e acqua satura di ioduro di potassio; si stende il preparato su una lastra di vetro perfettamente pulita; si sensibilizza per mezzo di acetonitrato d argento. Dopo l esposizione si sviluppa con acido gallico e si fissa con iposolfito di sodio; seguono lavaggio ed essiccazione. La carta all albumina Sempre in Francia, nel 1851 Blanquart-Evrard mette a punto una carta all albumina e ne dà notizia nel Trattato sulla fotografia su carta. Lo stesso autore apre a Lilla una stamperia fotografica dove una quarantina di operaie tiravano trecento copie al giorno dallo stesso negativo. La lastra umida al collodio Le operazioni erano piuttosto complesse in quanto dovevano avvenire tutte in rapida successione (per un totale di quindici minuti): te l applicazione di collodio (nitrocellulosa, etere e alcool) mescolato a joduro di potassio e successiva immersione in acqua distillata e nitrato d argento per sensibilizzarla oscura con il composto ancora umido

20 20 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE FOTOGRAFIA & CINEMATOGRAFO Nel corso degli anni la storia della fotografia e del cinema si sono intrecciate costantemente. I lavori condotti da Muybridge e Marey, ad esempio, risultano fondamentali per entrambe. Se da un lato la fotografia è riuscita a bloccare il movimento permettendone lo studio, questo è un ottimo punto di partenza per chi il movimento lo vuole riprodurre. Ai progressi fotografici dobbiamo aggiungere gli studi che portano nel 1829 Joseph Plateau alla teoria della persistenza delle immagini: la retina trattiene le immagini per un certo tempo. Questo fatto ci permette di percepire in modo continuo delle immagini che in realtà sono singole. Per verificare la teoria Plateau costruisce il fenachistoscopio. Franz von Uchatius, che successivamente Eadweard Muybridge Eadweard Muybridge ( ) è il primo a realizzare nel 1878 una sequenza cronofotografica: per conto del governatore della California Leland Stanford riesce a visualizzare il reale movimento degli arti di un cavallo al galoppo. Muybridge colloca 24 fotocamere una di fianco all altra munite di cordicelle che vengono strappate dal cavallo stesso al suo passaggio azionando l otturatore. Viene così dimostrato che per una frazione di secondo il cavallo solleva tutte e quattro le zampe. Seguiranno molti altri studi sugli animali e sulle persone che influenzeranno il mondo scientifico, fotografico, pittorico e cinematografico. A Muybridge dobbiamo anche lo zooprassinoscopio, con il quale era in grado di proiettare le istantanee del cavallo.

21 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 21 lo affianca ad una lanterna magica, sarà in grado di proiettare le immagini ingrandendole. Un notevole successo di pubblico lo ottiene Emile Reynaud con i suoi spettacoli al Museo delle cere Grévin di Parigi. Egli proietta brevi storie disegnate su nastri di carta. Lo spettacolo, corredato di accompagnamento musicale è conosciuto come teatro ottico. Reynaud anticipa sia il futuro cinema di animazione sincronizzato tra suono e immagine, sia la moderna pellicola cinematografica perché, come questa, la sua striscia è in grado di produrre rumori che accompagnano le immagini. Si tenga presente che nelle pellicole attuali immagini e suono trovano alloggiamento sul medesimo supporto. Purtroppo il sistema era particolarmente fragile. Pagina a lato 1 E. Muybridge, Zooprassinoscopio. 2 Émile Reynaud nel 1892 mentre presenta la proiezione praxinoscopica del suo Teatro ottico. 3 E. Muybridge, , Cavallo al galoppo (da La Nature, 1878). 1 E.J. Marey, studio sul volo degli uccelli. 2 Il fucile fotografico di Marey. 3 E.J. Marey, Cronofotografie da The Human Body in Action, Scientific American, 1914 Etienne-Jules Marey, Etienne-Jules Marey, scienziato francese, esperto in fisiologia, realizza nel 1880 il cronofotografo a lastra unica a cui farà seguito nel 1882 il fucile fotografico in grado di scattare alla velocità di dodici foto al secondo una successione di venticinque fotografie su altrettante lastre. Faranno seguito ulteriori miglioramenti, con l utilizzo di una striscia di carta fotografica al posto delle lastre. Riesce in tal modo a descrivere con intento scientifico il volo degli uccelli ed analizza il movimento delle persone. Le sue ricerche destarono interesse in più settori, compreso quello aeronautico.

22 22 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE NASCITA DEL CINEMATOGRAFO Alla fine del 1800 ci sono tutti i presupposti per la nascita del cinema e, come per la fotografia, non mancarono le contese sul primato e sui brevetti. Per realizzare l invenzione servono due macchine: una per la ripresa, l altra per la proiezione. In Francia, Louis-Aimé-Auguste Le Prince brevetta una macchina con sedici obiettivi, che riesce successivamente a ridurre a uno, con una pellicola perforata che avanza a scatti grazie ad un meccanismo detto a croce di Malta. Ormai la strada è tracciata, ma saranno altri ad approdare definitivamente alla soluzione: i fratelli Auguste e Louis Lumiére e Thomas Edison. Thomas Alva Edison Edison, che conosciamo tra l altro per aver inventato la lampada elettrica, conosce personalmente sia Muybridge che Marey e da questi ottiene preziosi suggerimenti, tra i quali quello di utilizzare un nastro di celluloide perforato. Il brevetto di Edison e del suo collaboratore Dickson di una macchina per la ripresa (cinetografo) e una per la visione individuale del filmato (cinetoscopio) è del Al costo di un nikel lo spettatore, che deve girare una manovella, può assistere ad una breve scenetta animata della durata di quindici secondi. La macchina ebbe molto successo e si diffuse in tutto il mondo. Un ulteriore passo avanti si ebbe con la costruzione del fantascopio, un proiettore per il cinetoscopio, di cui Edison si affretta a comprare il brevetto. Come avvenne per la fotografia, i primi prodotti cinematografici furono realizzati dagli stessi inventori. Ecco dunque il primo film della storia del cinema: Lo starnuto di Fred Ott, in cui Ott è un dipendente di Edison. È evidente che non siamo ancora al cinema inteso in senso moderno, verso il quale però si sta procedendo a grandi passi. 1 Fonoscopio di Edison. 2 Pubblicità Vitascope di Edison. Non si tratta dell ennesima invenzione di Edison ma di un acquisizione che la ditta Edison produce. 3 Cinetoscopio di Edison.

23 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 23 I fratelli Lumière Era tutto nell aria. Questa frase di Louis Lumière è significativa del fatto che alla fine dell 800 molti potevano vantare sistemi più o meno avanzati che andavano in direzione del cinematografo. Partendo dal cinetoscopio di Edison, e prendendone l idea della pellicola 35 millimetri perforata, i fratelli Lumière realizzano e brevettano nel 1895 un apparecchio chiamato successivamente cinematografo. Le iniziali difficoltà relative allo scorrimento regolare della pellicola vengono superate adottando un sistema simile a quello usato nelle macchine da cucire per trascinare la stoffa. L apparecchio, costruito a Lione nella fabbrica di famiglia, assolve altre funzioni: riprende le immagini, le sviluppa, le proietta. Al ritmo di sedici immagini al secondo, registrate su una pellicola 35 millimetri di elevata qualità con un unica perforazione circolare per fotogramma, la macchina è in grado di proiettare brevi filmati di tipo documentaristico. Tra questi, il più famoso è sicuramente L arrivo del treno alla stazione di La Ciotat che terrorizza i presenti, sorpresi dal realismo della rappresentazione. A partire dal 18 dicembre 1895, al prezzo di un franco, gli spettatori che frequentano il Cinematografo Lumière presso il Salon Indien del Gran Café di Parigi, possono quindi assistere a una decina di filmati di un minuto ciascuno. L apparecchio brevettato resterà sostanzialmente immutato fino al 1927, quando le esigenze del sonoro imporranno inevitabili aggiornamenti. 1 Ingresso del Cinematographe Lumière presso il Salon Indien del Gran Café, Boulevard des Capucines, Parigi. 2 Manifesto pubblicitario del Cinematographe Lumière.

24 24 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE Il cinematografo si evolve I filmati dei fratelli Lumiére sono semplici registrazioni di fatti banali. D altronde, il loro interesse per la regia è sempre stato limitato, mentre erano molto interessati agli aspetti tecnici. Va ricordato che l industria che fa capo al padre Antoine, aveva già registrato numerosi brevetti fotografici. Ben presto il pubblico diventa più esigente e passata la sorpresa pretende di divertirsi. I Lumière cessano la produzione dei filmati nel Il primo vero regista della storia del cinema è Georges Méliès che nel 1902 dirige Viaggio fantastico nella luna, ispirato ai libri di J. Verne: sono solamente tredici minuti ma riscuotono un enorme successo e aprono la strada a nuove produzioni. A questo punto è opportuno ritornare negli USA perché, non dimentichiamolo, per gli americani l inventore del cinema è Edison e il nuovo continente ha dato moltissimo al cinema. Anzi, è giusto ricordare che proprio negli Stati Uniti il cinematografo ha intrapreso il percorso che lo ha portato a diventare una delle maggiori industrie del Paese. È in America dunque che il cinema si evolve, grazie ad alleanze commerciali che portarono alla nascita dei colossi della produzione cinematografica. Lo spettacolo prende forma inaugurando generi in grado di attirare il grande pubblico che veniva accolto in enormi sale molto confortevoli. Hollywood assumerà con gli anni il ruolo di capitale mondiale del cinema. L Europa produsse a sua volta ottimi prodotti, tra i quali i colossal italiani, ma è indubbio che il mercato americano per potenzialità ha avuto negli anni un ruolo preminente e per proteggere il prodotto nazionale il governo statunitense non esitò ad attuare un protezionismo senza mezzi termini. Nascita del cinema sonoro Il primo brevetto per il sonoro si deve a Edison e risale al Tuttavia il cinema, che venne definito arte muta, impiegò molti anni prima di passare definitivamente al sonoro. Non si deve dimenticare che gli Stati Uniti sono un paese formato da immigrati, i quali il più delle volte non parlavano inglese. Il film muto, di conseguenza, era il mezzo congeniale perché comprensibile a tutti. Il cinema sonoro si afferma dal 1927, grazie ad un azzardo della Warner, casa cinematografica in difficoltà, che tenta il tutto per tutto producendo Il cantante di jazz. Il successo fu tale da spingere i concorrenti ad intraprendere la stessa strada.

25 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 25 La cinepresa La pellicola esce dal caricatore e viene impressionata un fotogramma alla volta per mezzo di un otturatore rotante che si apre solamente quando la pellicola rimane bloccata per un brevissimo istante (1/50 ). Le prime cineprese erano a manovella e necessitavano di operatori abilissimi nel mantenere costante la rotazione. Successivamente si perviene a più pratici meccanismi a molla e successivamente ai motori elettrici. Con l introduzione del sonoro, le cineprese dovettero essere insonorizzate per non interferire con la ripresa del suono. Il proiettore cinematografico Il compito del proiettore è relativamente semplice perché non è una macchina da acquisizione ma da visione. La luce della lampada nel suo percorso verso l obiettivo incontra la pellicola che scorre verticalmente; prima della pellicola un otturatore rotante (a pale o a farfalla) permette la proiezione di un fotogramma alla volta. L otturatore deve muoversi rapidissimo per consentire due illuminazioni per fotogramma; infatti, se la proiezione avvenisse alla velocità di ripresa (24 fotogrammi al secondo) l occhio avvertirebbe l irregolarità dovuta all alternanza buio-luce. La pellicola 35 mm La pellicola in celluloide 35 millimetri è un brevetto di George Eastman del Pagina a lato 1 Voyage dans la lune, del regista Georges Méliès, Quo vadis?, diretto da Enrico Guazzoni, Logo della Metro Goldwyn Mayer. 1 Macchina Cinematographe del 1895 prodotta dall industria Lumière. 2 Proiettore Magnus della Prevost.

26 26 CLICK&NET LABORATORIO TECNICO MULTIMEDIALE GLI APPARECCHI FOTOGRAFICI Premessa Finché non si poté disporre della luce prodotta da una lampada elettrica (brevetto conteso tra Edison e W. Sawyer), le fotografie venivano stampate per contatto per cui si usavano lastre di grande formato e, di conseguenza, gli apparecchi fotografici erano piuttosto voluminosi. Con l utilizzo della lampadina invece, i negativi potevano avere dimensioni più contenute, poiché successivamente sarebbero stati stampati per ingrandimento. Se a ciò aggiungiamo la sostituzione del vetro con la pellicola, ecco creati tutti i presupposti per la costruzione degli apparecchi fotografici moderni. Mammouth Viste le iniziali difficoltà ad in gran dire le immagini (per la lam pada ad incandescenza si de ve attendere l invenzione di Edison del 1878), si costruirono mac chine in grado di alloggiare lastre di notevoli dimensioni. Il più grande apparecchio fotografico costruito al mondo è il Mammout. Commissionato da una compagnia ferroviaria americana per ritrarre nel massimo dettaglio un treno di lusso: pe sava 650 chili e necessitava di quindici operatori. Era in grado di fornire immagini grandi m 1,35x2,40 che suscitarono tale ammirazione da vedersi assegnato il Gran premio mondiale all Esposizione Universale di Parigi del Eseguite le fotografie per le qua li era stato commissionato, non venne più utilizzato a causa della sua mole.

27 CAPITOLO I BREVE STORIA DELLA FOTOGRAFIA E DEL CINEMA 27 La Kodak La pellicola in rullo consentì l ideazione e la creazione di macchine fotografiche semplici e alla portata di tutti. Il primo produttore di apparecchi di grande diffusione, fu George Eastman fondatore della Kodak, che con il motto: Voi premete il bottone di scatto, noi facciamo il resto gettò le basi per un successo duraturo. Le prime macchine Kodak, commercializzate dal 1888, usavano rulli in celluloide dai quali si ricavano cento immagini rotonde del diametro di sei centimetri. Le difficoltà erano ridotte al minimo: il fotografo comprava l apparecchio completo di pellicola; dopo aver effettuato gli scatti lo spediva al laboratorio che, oltre a sviluppare le foto, restituiva l apparecchio ricaricato. La fotografia, grazie ad un crescente utilizzo amatoriale, è diventata un fenomeno economicamente rilevante. La Kodak occuperà per molti anni il ruolo di leader nella fotografia di larga diffusione, basti pensare al modello Instamatic, che dal 1963 per venticinque anni rappresenterà lo standard della fotografia amatoriale. 1 Mammouth (a lato). 2 Pubblicità Kodak. 3 Kodak n1. 4 Fotografia ricavata per contatto da negativo circolare. L apparecchio Kodak n 1. Di piccole dimensioni, aveva un otturatore con un tempo fisso di 1/25 di secondo. L obiettivo aveva fuoco fisso e permetteva di ottenere immagini nitide di tutto ciò che era posto a oltre 2,40 metri. Le fotografie risultavano circolari poiché l apparecchio era privo di mascherine limitatrici del formato. In questo modo si sfruttava appieno il potere di copertura dell apparecchio. Il prezzo iniziale di 25 dollari comprendeva lo sviluppo e la stampa del primo rullo. Con altri 10 dollari anticipati, veniva restituito l apparecchio con rullo e stampe pre-pagati. Altre tappe importanti sono la Kodak Pocket del 1895, che permette di caricare il rullo alla luce del sole: costa 5 dollari ed è in grado di riprendere dodici vedute; la Kodak Brownie, che con un solo dollaro effettua sei vedute. Viene commercializzata nel 1900.

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