Barbara Betti De Simonis. Fra Serafino Razzi O.P. Dottore Teologo, Marradese. Prefazione del Dott. Rodolfo Ridolfi

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3 Barbara Betti De Simonis Fra Serafino Razzi O.P. Dottore Teologo, Marradese Prefazione del Dott. Rodolfo Ridolfi

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5 A Suor Maria Paola Borgo Priora del Convento della SS.ma Annunziata delle Suore Domenicane di Marradi

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7 Prefazione L apprezzamento per l intelligenza, l alta professionalità riconosciuta e la sensibilità culturale di Barbara Betti e Giacomo De Simonis, mi hanno indotto ad accettare la Presidenza Onoraria dell Associazione Opera In-Stabile che Barbara e Giacomo hanno voluto costituire a Marradi coinvolgendo accademici, studiosi, musicisti e musicofili di valore ed affidandone la Presidenza al caro amico Emilio Betti. L Associazione debutta con un primo progetto dedicato appunto a Fra Serafino Razzi, che troverà compimento entro il 2011, quattrocentesimo anno dalla morte. Barbara ha svolto straordinarie ricerche sui manoscritti autografi di Serafino e come riporta in questo suo libro, il Razzi stesso più volte afferma non composi giamai musica alcuna alle laudi. Serafino Razzi non era un compositore di musica ma un compositore di testi. Tantissimi sono i musicologi, i ricercatori e gli storici che si sono occupati del Razzi: da Domenico Alaleona nel 1908 a Joseph Ratzinger, attuale Papa Benedetto XVI, i suoi libri di Laudi sono stati, e continuano ad essere, preziosa fonte di informazione, studi e ricerca. Grazie all analisi dei suoi testi si è potuto attribuire agli effettivi compositori la paternità dei componimenti rintracciando le partiture, autografe, spesso assai più antiche dell epoca in cui il Razzi viveva. Tutta la ricerca di Barbara è improntata sull attività e la produzione monumentale di questo uomo che ricoprì la più alta carica possibile di insegnamento dell Ordine Domenicano; che a soli ventisette anni pranzò alla tavola di Papa Paolo IV, che fu confidente e amico di Papa Pio V, che fu Vescovo Vicario di Dubrovnik, diplomatico per la Repubblica di Ragusa con i Turchi e i Veneziani... Questa celebrazione del quattrocentesimo anno dalla morte è stata voluta non tanto per celebrare il musicista, quanto per reinserire questo personaggio nella giusta importanza che ebbe nei suoi ottanta anni di vita e che oggi abbiamo dimenticato. A Padre Albino Varotti dell Ordine dei Frati Minori Conventuali, uomo straordinariamente colto, che è stato insegnante di Armonia e Contrappunto presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, Direttore della Cappella Musicale della Basilica di San Ruffino, Patrono di Assisi e Maestro di Cappella della Basilica di San Francesco in Assisi nel , devo le mie conoscenze su Serafino Razzi, straordinario ed eclettico studioso e letterato del cinquecento, uno dei 7

8 tanti marradesi illustri, pur non essendo nato a Marradi, che occupa un posto di rilievo nella storia italiana ed europea. Formidabili i resoconti dei suoi numerosi viaggi che suddivide e descrive come le sue carte di viaggio :...Sono pertanto questi nostri Diarii, overo itinerarii distinti in tre parti, e Volumetti. Et in questo primo sono descritti due Viaggi principali. L uno per l Umbria: per la Marca, Romagna, Lomberdia, Piemonte e per Vinezia. E l altro per Roma, Tivoli, Solmona, e per l Abruzzi. Per Santo Angelo al monte Gargano: e per Napoli. Nel 2 volume, o parte, è descritto il viaggio a Santa Maria Maddalena, et il ritorno, per Firenze. Il Viaggio alla predica di Solmona, et alla Vergine di Loreto. Nel terzo volume sono descritti il viaggio alla predica di Lione, in Francia: et a Raugia, oltre al mare Adriatico, col ritorno d amen due i luoghi... L amicizia con Albino Varotti mi ha consentito come Sindaco ed Assessore alla Cultura di Marradi negli anni 90, di svolgere numerose iniziative, su Serafino Razzi. In particolare quelle sulle Laudi di Serafino Razzi per Lorenzo de Medici e sua moglie Lucrezia Tornabuoni, in occasione del cinquecentesimo anniversario di Lorenzo de Medici, nel Padre Albino, che ha riordinato gli archivi musicali francescani di Assisi e di Bologna, si è molto occupato del domenicano Razzi e del fratello, monaco camaldolese, Silvano. Oggi Barbara ci regala una nuova approfondita ricerca su Serafino Razzi nel quadro di un evento costituito da tre sezioni: la presentazione di questa biografia, una mostra dedicata alle sue opere ed un concerto nella chiesa delle amabilissime Suore Domenicane di Marradi, dove per l occasione verrà eseguito lo Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi diretto dal M Giacomo De Simonis, in collaborazione con i musicisti dell Orchestra Lamus Ensemble di Trento. La prima esecuzione di questo Stabat Mater avvenne nella Cappella di San Luigi a Palazzo, a Napoli, officio dei Padri Domenicani di San Domenico Maggiore e fu eseguita come Suffragio di Morte per colui che l aveva composta. L iniziativa dei due talentuosi musicisti ed in questo caso l appassionata ricerca di Barbara, arricchisce preziosamente il novero delle iniziative culturali di Marradi, che sempre più può vantare il titolo di Capitale Culturale della Romagna-Toscana. Il Presidente Onorario 8

9 Note dell autore Quando ho deciso di dedicare un piccolo omaggio al Padre Serafino Razzi nel quattrocentesimo anno dalla morte non avevo idea del personaggio che avrei incontrato. Nella mia realtà di Professore d Orchestra lo conoscevo solo come autore di Laudi Spirituali, repertorio tra l altro assai lontano dalle mie specializzazioni. Lo ricordavo collegato agli stornelli dei Maggiaioli o citato, anche se piuttosto raramente, come musicista. Gli studi universitari di Paleografia Musicale, ma ancor più la specializzazione in Diplomatica e Archivistica, grazie ai quali non svolgo solamente il mio lavoro in orchestra ma anche quello di ricercatore, mi hanno condotto in modo inconscio a registrare nella memoria tutto ciò che mi passava davanti relativo a quest uomo. Durante una vacanza in Croazia, mio marito ed io, acquistammo da un antiquario alcuni pergamini che ci avevano colpito in modo particolare: le pagine, strappate da un libro di preghiere erano bilingue italiano e croato e su una delle pagine si leggeva ancora chiaramente la scritta Fra Seraphinum Ratium. Pensando a come cominciare la mia ricerca ho ripreso in mano quei manoscritti e la prima domanda che mi è balzata alla mente è stata: perché non ho mai visto nessuna pagina musicale di quest uomo? Tutto quello di cui ho ricordo sono edizioni moderne, ossia in notazione moderna, strumentali e a più voci, dove accanto al titolo campeggiava la dicitura di Serafino Razzi. Ma le regole della ricerca come quelle dell arte sono granitiche: per attribuire un componimento ad un autore e dichiarare che la trascrizione è la versione moderna ma fedele dell originale, devo mostrare l originale autografo o copia dell epoca e poi la versione moderna ritrascritta senza alcuna aggiunta, ossia assolutamente fedele all originale. Qualsiasi modifica al testo originale va notificata e di fatto rende il componimento una libera revisione di un opera altrui. Per spiegarmi meglio aggiungo che nel periodo in cui vive Serafino, la notazione musicale è ancora quadrata e le varie voci sono indicate in chiavi antiche, che leggono e si scrivono in maniera diversa dalle chiavi usate oggi nella musica. 9

10 Quello che mi era passato sotto gli occhi era troppo moderno, troppo concertato, troppo elaborato per un compositore che non ci ha lasciato nessuna intavolatura strumentale. Così ho deciso di lavorare come sono abituata a fare: partire dai manoscritti autografi, leggere tutto ciò che potevo, farmi un idea mia e poi confrontarla con le conclusioni e gli scritti degli altri. Il materiale è andato aumentando di giorno in giorno, fino al momento in cui ho dovuto prendere la decisione di dividerlo in due parti, di cui la prima è contenuta in questo libro. In questa ricerca sono state coinvolte moltissime persone che mi hanno aiutato, anche senza conoscermi, a raccogliere materiale, informazioni, documenti, foto, libri... Con il passare del tempo mi sono affezionata a questo frate che pur essendo nato a Rocca San Casciano, per tutta la vita si è orgogliosamente firmato e dichiarato Marradese. Mi sono resa conto, non so bene a che punto di questo viaggio, che quello che desideravo era di riportarlo a casa sua, nella giusta luce, con tutta l eredità culturale che ci ha lasciato e che l uomo che avevo incontrato non era solo un frate o un musicista. Quando ho potuto ho lasciato parlare Serafino in prima persona utilizzando brani autografi riportati in corsivo. Sempre in corsivo sono i titoli delle sue opere, così come lui le scrive e come vennero stampate all epoca. I termini San, Santi, Santa, Beato, Venerabile e Priore e altri risulteranno talvolta minuscoli e talvolta maiuscoli così come appaiono dalle minute dell autore e, conseguentemente, quando ho attinto da fonti dell epoca anch io le ho usate come le ho trovate. I brani, le lettere, gli scritti e le opere di Serafino si leggono comunque senza problemi essendo vergate, come dice l autore, in lingua Toscana. Alcuni nomi potranno sembrare alterati da errore, come nel caso di Anniballe Briganti (ma posso assicurare che il nome era proprio quello), o come per alcune città, come ad esempio Vinezia o Solmona. Le fonti archivistiche sono sempre riportate al margine sinistro del testo corsivo o raggruppate assieme se hanno costituito interi brani che io ho poi accorpato. Per quanto riguarda tutto il resto: biografia, cronologia, opere, storia, ricostruzioni e racconto... qualsiasi inesattezza o carenza è opera mia. 10

11 Ringraziamenti So che può apparire insolito trovare i ringraziamenti all inizio di un libro. Farlo alla fine avrebbe però sminuito l importanza di tutti coloro che mi hanno aiutato, relegandoli ad un ruolo marginale in quelle pagine che generalmente nessuno legge. Per prima cosa voglio ringraziare i miei genitori Emilio e Anna Maria Betti Gentilini: grazie per tutto, ma più di tutto per non aver mai fatto pesare la condizione di figlia unica assente, rendendomi in questo modo cittadina del mondo ma assolutamente consapevole e orgogliosa del luogo in cui sono le mie radici. Grazie a Rodolfo Ridolfi: è grazie al suo appoggio se questo libro, la mostra e il concerto che costituiscono l evento dedicato al Padre Fra Serafino Razzi sono diventati possibili. Più che un ringraziamento, che può sembrare impersonale, desidero esprimere la mia ammirazione a quest uomo intellettualmente libero e di straordinaria levatura etica e culturale. La mia gratitudine va al Sindaco di Marradi Sig. Paolo Bassetti che, sia in veste ufficiale che come privato cittadino, mi ha dato tutto l aiuto possibile; all Assessore Silva Ridolfi Gurioli per la disponibilità costante e l eleganza intellettuale che la rendono una donna unica; al Dott. Antonio e Signora Anna Maria Tagliaferri Donati per l entusiasmo e l interesse con cui hanno partecipato a questa avventura. Entrare nel mondo di Serafino Razzi non è stato facilissimo e se sono riuscita a comprendere un po meglio il mondo dell Ordine Domenicano lo devo al Padre Fausto Sbaffoni del Convento di San Marco in Firenze; grazie per la pazienza sempre sorridente con cui mi ha accolto, spiegato e raccontato. 11

12 Un sincero ringraziamento va a tutti i padri dell Ordine che mi hanno aiutato a rintracciare opere e documenti: Padre Luciano Cinelli della Biblioteca Domenicana di Santa Maria Novella a Firenze, Padre Vincenzo Caprara Priore di San Domenico di Fiesole, Diacono Padre Nicola Tanna dell Archivio Storico dell Arcidiocesi di Bari, Padre Dott. Stjepana Krasic del Monastero Domenicano di Dubrovnik. Per la parte riguardante le ricerche relative al Regno di Napoli, desidero ringraziare con particolare gratitudine la Dottoressa Marina Picone Causa, Prof.ssa Emerita dell Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, la Professoressa Diana Lamberti Cesi, Pianista, Concertista e Docente del Conservatorio S.Pietro a Majella di Napoli e, per suo tramite, la Principessa Strongoli, che ha fornito la documentazione sulla famiglia d Avalos. In ultimo e non per importanza, grazie al Prof. Carlo Causa, amico e collega, per la continua disponibilità e per tutte le ricerche svolte a Napoli. Per la documentazione giunta da Vasto devo ringraziare il Dott. Giovanni Mereu, la Dott.ssa Irma Perretti, dell Archivio Storico di Vasto- Chieti e il Prof. Lino Spadaccini. La documentazione giunta da Belgrado è stata rintracciata e inviata grazie alla squisita disponibilità della Dott.ssa Maria Mazza, Direttrice dell Istituto di Cultura Italiana di Belgrado. Per tutte le spiegazioni tecniche e storiche relative al tema navale e marittimo contenute nei documenti trovati in Croazia, la mia gratitudine, per la totale disponibilità, va al Console Onorario di Malta, Dott. Enrico Gurioli. Grazie di cuore al Sig. Suljo Salihovic per aver tradotto dal croato i documenti riguardanti Serafino Razzi e Marko Marulic consentendo così alle mie ricerche di andare avanti. 12

13 A tutti i colleghi che hanno inviato documenti e materiale per questo lavoro: grazie. Grazie al M Léon Linowitzki -Trògir, Croazia, al M Joonas Uljas Nordgren- Copenhagen, ai M Ana e Damiano D Ambra -Spalato, ai M Eva e Kostantin Auber - Austria, al M Regina Inès Jadasca y Morar - Siviglia, al M Evfrozina Babinek -Slovenia. Un ringraziamento speciale va al M Erika Capanni Panichi, che mi ha supportato e sopportato, che ha letto, corretto, studiato e riflettuto con me. Grazie per esserci stata sempre. E grazie al M Carmen Gelormini, che si è occupata con affetto e pazienza di tutti i pasticci che ho combinato al computer ed ha curato la grafica di tutto quello che riguarda Opera In-Stabile e molte altre cose. Un doveroso omaggio va al Principe Francesco d Avalos, M Compositore e Direttore d Orchestra, Cattedra di Fuga e Composizione del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli, per la cortesia e per la stima e il riguardo che i suoi antenati ebbero verso Serafino Razzi. Infine grazie a Giacomo per aver deciso, scelto e fatto tutto ciò che riteneva essere la cosa migliore. 13

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15 Fra Serafino Razzi O.P. Dottore Teologo Fu Professore di Logica in San Marco a Firenze di testi Aristotelici a Pistoia Maestro di Studi a Perugia Lettore di Metafisica a Viterbo resse l Arcidiocesi di Raugia-Dubrovnik fino all elezione del Cardinale Paolo Albero e Reggente dello Studio a Perugia che è la più alta carica di insegnamento dell Ordine Domenicano 15

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17 Serafino...Su la riva del nobil fiume Montone, nella terra della Rocca a san Casciano, nella Romagna fiorentina, ove si trovava il padre mio in quel tempo podestà, nacqui l anno 1531, alle tredicj di Dicembre, in mercoredì, su l aurora... Bibl. Naz. di Firenze, Pal.37,109 v. Così scrive di sé Serafino Razzi in una delle poche e rare notizie che lascerà sulla sua vita. Pur essendo nato a Rocca San Casciano il forte legame con il paese di origine della sua famiglia lo porterà a firmare sovente i propri scritti con la formula: Fratrem Seraphinum Ratium Marradium Aedita. Questa formula non risulta inusuale, considerando che in quei secoli ( e spesso fino a tutto il XVIII secolo), era frequente l uso del luogo di provenienza in sostituzione del cognome: Benedetto Varchi, al secolo Benedetto Betti da Montevarchi, o Giovanni Battista Pergolesi, al secolo Giovanni Battista Drago da Pergola. I dubbi sulla sua origine, che a tutt oggi compaiono negli scritti che lo citano, credo possano essere fugati dalle dichiarazioni autografe dello stesso Serafino che trovano riscontro nel volume di Giulio Negri Istoria degli scrittori Fiorentini, pubblicato in Ferrara nel 1772, in cui lo si dichiara:... figlio di un certo ser Populano Razzi, da Marradi. Indubbiamente Serafino proviene da una famiglia profondamente religiosa; dalle parche notizie che lascia sui propri congiunti sappiamo che:...ebbi a fratello maggiore Silvano, poi Monaco Camaldolese con il nome di Girolamo e una sorella che fu suora domenicana nel monastero di Santa Caterina in Firenze, con il nome di Suor Maria Angelica... Queste notizie sono riportate nel volume pubblicato a Ragusa nel 1903, dal Prof. G.Gelcich e dal Padre Lodovico Ferretti O.P., i quali ci dicono anche che Suor Maria Angelica fu allieva di Suor Plautilla Nelli celebre pittrice, sotto la cui guida eseguì molti lavori in terracotta dipinta tra cui una Vergine col Bambino addormentato conservato, al tempo del Razzi, nella Sagrestia di San Marco in Firenze. Gran parte della produzione letteraria del Padre Serafino, porta una o più dediche. Nel: Teologo dell istesso Ordine e professo di San Marco di Firenze. Perugia 1587, per Andrea Bresciano 17

18 libro diviso in tre parti, troviamo tre dediche specifiche: il libro è indirizzato alla Signora Clarice Ridolfi, con data 5 feb.1587, ma la prima parte è dedicata alla Priora e alle suore di santa Colomba a Perugia, la seconda a Suor Lucida Baglioni del monastero di san Tommaso di Perugia e la terza alla...nipote mia consobrina, suor Arcangela Razzi, nel monastero di Pratovecchio. Da questo ricaviamo la notizia che un altro membro della sua famiglia, ossia la figlia di una cugina, aveva preso i voti nell ordine domenicano. Il riferimento a Pratovecchio ci fornisce un altro legame con il paese di Marradi, luogo nativo dei genitori di Serafino e dei fratelli maggiori. Pratovecchio è il luogo da cui giunsero le prime due suore che dettero vita al monastero della SS.Annunziata delle Domenicane di Marradi. Per Decreto del Vescovo di Fiesole, Francesco Diacetti, aggiunto al consenso della Suprema Autorità Apostolica Papa Gregorio XIII, Suor Elisabetta Medici e Suor Febronia Fabbroni, religiose professe del Monastero di Santa Maria della Neve in Pratovecchio, furono autorizzate ad uscire per recarsi a Marradi, accompagnate dal Padre Don Vincenzo Galassi. Serafino si sentì chiamato alla vita religiosa fin da giovinetto; fu accompagnato dai genitori a Firenze dove ricevette la Cresima in Duomo e dove compì gli studi scegliendo nel diciassettesimo anno d età di entrare nel Convento di San Marco dove ricevette l abito il 28 giugno 1549, vigilia dei SS.Apostoli Pietro e Paolo....l anno poi MDXLIX, allj XXVIII di Giugno, in Venerdì,detto il sacro mattutino de i Santissimj Apostolj Pietro e Paolo, intorno alle XXIII hore, ricevei il sacro habito della Religione per mano del R. Padre e gran servo di Dio il p. F. Matteo Strozzi, priore del convento di San Marco di Firenze, et il nome che io portava dj Giovannj mi fu cangiato nel nome di Serafino... Pal.37, 89 r. Il 6 luglio 1550 emise i suoi voti religiosi :...L anno seguente, alli sei di Luglio, ottava de i prefatj apostoli, in Domenica, fra nona e vespro, feci la solenne professione nelle manj del predetto p.priore... Pal. 37,89r Il predetto Priore di cui Serafino parla, è Padre Francesco Romei, Generale dell Ordine, Reverendissimo Magistro Ordinis. Il 14 settembre dell anno 1551 ricevè gli Ordini Minori nel Duomo di Firenze: 18

19 ...l anno stesso, del mese di dicembre, fui ordinato suddiacono e cantaj la prima pistola la festa di santo Stefano Protomartire. L anno seguente, nel sabato delle Quattro Tempora di settembre, fu Ordinato Diacono nella Compagnia di San Zanobi in Duomo ed entrò nel Giovanato sotto la guida del Padre Vincenzo Ercolani del Convento di San Domenico di Fiesole che diverrà poi Vescovo di Sarno, Imola e Perugia. Nel 1557 desideroso di potersi abilitare all insegnamento, Serafino presenta domanda di ammissione per prendere la laurea di lettore come lui stesso ci lascia scritto:...l anno MDLVII, allj XXV di agosto, in mercoredì, dopo la pubblica essamina, in cui, oltre ai solitj R.p. officiali dello Studio, si degnò di argomentare il R.P. Maestro Reginaldo Nerlj, già stato Reggente in Bologna, fui accettato studente in Sacra Teologia in Santa Maria Novella di Firenze, ove di Perugia era stato trasferito lo Studio Generale della Provincia nostra. E ci stettj tre anni. Pal 90 v Indubbiamente fu uno studente brillante, dotato di una vivace personalità e onestà intellettuale; studiò il greco e varie lingue moderne, compose elegantemente poesia italiana e latina, fu brillantissimo nelle dottrine filosofiche e teologiche, appassionato storico e attento osservatore delle antichità, appassionato di musica, pur lasciandoci note in cui dichiara...di non essere nella musica molto introdotto, curioso indagatore delle scienze e della natura. Attraverso i suoi scritti, ci accorgiamo di attraversare il XVI secolo accanto ad un uomo dotato di tenacia senza pari, sorretto da una fede incrollabile e sincera e benedetto da una tempra straordinaria. Le cronache e gli scritti che lo riguardano ci indicano un uomo amato da tutti i suoi confratelli e amato e rispettato in ogni luogo in cui il suo ufficio lo invia. Importanti Prelati e famosi letterati del suo tempo mantennero con Serafino corrispondenza epistolare e di lui parlarono ancora dopo la morte. Ha attraversato l Italia, parte della Francia, la Dalmazia, la Croazia, il Montenegro a piedi armato solo della sua incrollabile fede. Fin dagli anni universitari iniziarono a chiamarlo con l appellativo di Ecclesiaste, probabilmente un soprannome che i compagni universitari e i confratelli trassero affettuosamente dal libro del Qoèlet l Ecclesiaste appunto, prendendo spunto dalla Vita di Salomone...Io, Qoèlet, sono stato re d Israele in Gerusalemme... Mi sono proposto di ricercare e investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo... 19

20 E questa una occupazione penosa che Dio ha imposto agli uomini perché in essa fatichino: Gen. 3,17-19 Qo. 3, 10 E Serafino deve aver sempre dimostrato interesse per tutto e grande devozione al sapere, come una forma di dovere verso sé stesso e verso Dio. Questa fame di conoscenza, che ne plasmò la mente e gli donò grande erudizione, lo rese apprezzato e benvoluto interlocutore di Papi e regnanti. Ricevuta la consacrazione al Diaconato, Serafino fu mandato a Perugia, dove si trovava in quegli anni lo Studio Generale della provincia Romana, per la frequenza dell anno scolastico. Ma la straordinaria predisposizione al ministero apostolico di cui dette prova fin da subito, indusse i suoi superiori a commissionarlo di varie predicazioni, la prima delle quali a soli ventitré anni. La prima predica avvenne in Quaresima come lui stesso dice :...L anno MDLIII fui mandato la prima volta a predicare i dì festivj della quaresima al popolo e così diacono predicaj quattro quaresime. e fu a Pieve di Ripoli, poi a Peretola nel 1554, a Monticelli nel 1555, nel 1556 a Quinto e nel settembre di questo stesso anno fu ordinato Sacerdote nel Duomo di Pistoia. Di sua mano sappiamo che :...cantai la mia prima messa nella chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, nella festa degli Angeli, presente il molto R.P. Provinciale, frate Angelo Bettini, riformatore del prefato Convento, l anno stesso 1556, la vigilia di san Jacopo Apostolo... ossia il 29 settembre, giorno di San Michele Arcangelo. Il 25 novembre di quello stesso anno, in compagnia del R.P. Provinciale Bettini, partì da Firenze incaricato di predicare a Siena, Montepulciano, Perugia, Foligno, Spoleto e Narni preceduto da una fama di cui era e rimarrà sempre estraneo e stupito. A Narni, i due Padri rimasero bloccati a causa della neve e qui Serafino celebrò la solennità del Santo Natale. Passato il Natale proseguì il suo viaggio per Orvieto, Viterbo e Roma, dove il 14 gennaio incontrò il Sommo Pontefice, Papa Paolo IV. 20

21 Alla tavola di Papa Paolo IV...Quindi poscia per Orvieto e Viterbo condottici a Roma, favellaj con la beatitudine di Paolo quarto Caraffa, stando anche a tavola, dopo desinare, la mattina di S.Ilario, allj XIII di gennaio E con stupore degli astanti prelatj et Ambasciatorj di principi, mi ascoltò, grazia sua, quel santo vecchio, amorevole nella nostra religione, e mi intrattenne a parlar seco per buona pezza e mi addimandò di pure assai cose; e due volte mi ricercò se io voleva grazia veruna: ma io, che impensatamente un cotale favore mi vidi fare, altro non chiesi che benedizionj. E fui da sua beatitudine, nel licenziarmi, mandato per sua parte, a fare riverenza a Monsignore Ghislerio, Vescovo di Nepi, fra Michele, che poi fu fatto da lui Cardinale e, dopo nove anni, fu creato papa... MSS 166R Un giovane frate ventiseienne, ricevuto personalmente da Sua Santità, ospite alla sua tavola e presentato con l appellativo di Ecclesiaste, che indubbiamente stupisce in quanto tale titolo fa istintivamente pensare ad un maturo Padre della Chiesa, non può che aver instaurato curiosità negli Ambasciatori dei Principi e nei nobili ospiti presenti. Probabilmente è in questo momento che la fama di Serafino comincia a diffondersi oltre i confini della Toscana. Indifferente a tanta curiosità e ammirazione la sua natura candida e il suo stupore non hanno bisogno di descrizione; in un epoca in cui un udienza papale era circoscritta a nobili e alti prelati, l accoglienza che Paolo IV riserva al giovane frate ci mostra non solo l aura di grande spiritualità e competenza apostolica che lo anticipavano ovunque andasse, ma anche la straordinaria capacità di relazionarsi con tutti. La semplicità della sua natura risulta evidente dallo stupore che prova davanti alla domanda di Paolo IV :...se io voleva grazia veruna... Avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa: una cattedra, una nomina, una diocesi sua, dispense particolari, una rendita per la realizzazione dei suoi studi ma Serafino chiede al Santo Padre solo di essere benedetto. Stupito e ammirato Paolo IV prima di licenziarlo dal suo cospetto, lo incarica di presentarsi a rendere omaggio in suo nome a Monsignor Ghislerio, Vescovo di Nepi che egli stesso aveva nominato Cardinale e che, a pochi anni dall incontro con Serafino, salirà al soglio di Pietro con il nome di Pio V, nel Come Serafino, Michele Ghisleri aveva preso i voti nell ordine domenicano divenendo prima rettore di vari conventi e poi, nel 1550, Commissario Generale dell Inquisizione Romana. 21

22 L incontro tra i due lascia un segno particolare nella memoria di Serafino, un segno che egli interpreta come la premonizione del Santo Padre a lui affidata della futura assunzione al papato di Monsignor Ghisleri. Serafino interpreta se stesso come l araldo della visione del Papa:...un serafino, che dopo nove anni, secondo il numero dei nove cori angelici..., ossia nove anni di Cardinalato prima dell elezione al Soglio di Pietro. E allo stesso modo interpretò l evento Monsignor Ghislerio che divenuto Papa Pio V incontrò e ascoltò più volte il Messaggero di questa predizione dimostrandogli sempre profonda simpatia e stima. Come già detto, Serafino aveva in quell anno presentato domanda di ammissione per ottenere la laurea di Lettore che compì in tre anni. Nel 1556 lo studio generale della Provincia Romana fu trasferito da Perugia a Firenze nel Convento di Santa Maria Novella sotto il Priorato del P. Matteo Strozzi, che aveva richiamato in vigore le osservanze claustrali durante gli anni di corso di laurea. Per volere dei suoi superiori, Serafino fu nuovamente esentato dagli obblighi claustrali e continuò così le predicazioni parallelamente agli studi Teologici. Laureato in Filosofia e Teologia nel 1560, tenne le sue lezioni nel Convento di San Marco per due anni e in San Domenico di Pistoia per altri tre....e l anno poi 1562, nel capitolo celebrato in Prato, fui mandato con tutta la lezzione a san Domenico di Pistoia, ove lessi tre altrj annj e finij il corso di tutta la lettura di Aristotele con nove scolarj di dodicj, coi quali incominciaj. De i qualj, poscia, uscirono tre lettorj dell artj, uno dei quali, cioè il p.fra Vincenzo Fivizzano, oggi 1593, è meritevole Reggente nello studio nostro generale in Perugia... Pal 90v-91r E in questo anno che l instancabile Serafino raccoglie le più famose ed eseguite Laudi Sacre in uso nelle chiese di Firenze, aggiungendovene varie di sua composizione. Il volume dal titolo Libro primo delle Laudi spirituali da diversi ecc. e divoti autori, antichi e moderni composte. Le quali si usano cantare in Firenze nelle Chiese doppo Vespro ò la Compieta à consolazione e trattenimento dè divoti servi di Dio. Con la propria musica e modo di cantare ciascuna Laude, come si è usato da gli antichi, e si usa in Firenze. 22

23 fu stampato a Venezia nel 1562 dalla Tipografia di Francesco Rampazzetti ad istanza di Filippo Giunti, Fiorentino. Il Giunti premise alla pubblicazione una bellissima lettera, in cui si firma Figliolo in Christo Filippo Giunti, con la quale dedica l opera alla molto Reverenda Madre Caterina de Ricci, già celebre per la fama di santità di cui era circondata e in quel tempo Sottopriora del Monastero Domenicano di San Vincenzo di Prato. La fondazione di questo Monastero fu preannunciata da Girolamo Savonarola durante una predicazione a Prato nel 1495 e fu fondato da fra Silvestro da Marradi, suo discepolo e famoso predicatore, che nel 1503 ne divenne quinto Priore della Riforma. Le Cronache del monastero di Prato ci raccontano di lui: Fra Salvestro (di Evangelista) da Marradi - castello della Romagna Ducale e Fiorentina, posto alle radici dei monti Appennini, dalla parte settentrionale, non più di trenta miglia da Firenze distante -, fu il quinto Priore di San Domenico di Prato, dopo la riformazione fatta di detto convento l anno 1495, canonicamente eletto e confermato l anno e fu di queste monache priore e confessoro... Fu ancora detto padre f. Silvestro da Marradi priore a san Domenico di Fiesole, et in altri luoghi e poscia morì in S.Caterina di Pisa, l anno 1516, con grande opinione di santità. Chronicon di S.Vincenzo di Prato E Vita de Santi e de Beati dell Ordine Domenicano Fra Silvestro da Marradi, vestì 9 suore il 29 agosto 1504, ossia le prime fondatrici del monastero di San Vincenzo, tra cui una certa Suor Raffaella di Giovanni da Faenza. E durante il Sacco di Prato del 1512, che nel monastero di San Vincenzo a Prato avviene un miracolo narrato da Serafino in un racconto inedito dal titolo : La Madonna dei Papalini, aggiunto assieme ad altri racconti ad un volume pubblicato nel XIX secolo da Cesare Guasti. E dunque evidente il legame tra questo monastero e i padri di San Marco in Firenze. Non è quindi strano che i novizi siano spesso condotti a Prato come in occasione della Festa di San Vincenzo. Fu durante questa festa che Serafino ebbe modo di incontrare e conoscere Caterina de Ricci, la futura santa, assistendo durante una funzione ad una delle celebri Estasi della Passione. L estasi di Caterina rimase impressa nell animo di Serafino per tutta la vita e fu in quell occasione che egli le chiese di accoglierlo come figlio spirituale. L estasi era un momento particolarmente sconvolgente e traumatico: comparivano le stigmate, le mani e la fronte sanguinavano, 23

24 Caterina cadeva in una sorta di svenimento e oblio e il corpo riviveva il dolore e il martirio della crocifissione in uno stato di sospensione temporale che separava e allo stesso tempo congiungeva lo strazio del corpo alla sublimazione dello spirito che incontrava e contemplava il Cristo. Serafino vive questa esperienza non come trauma, ma come segno inconfutabile dell esistenza di Dio; è per sua volontà che ha potuto assistere a questo miracolo ed il segno è stato inviato attraverso la sua sposa Caterina, che diverrà per lui il legame spirituale più profondo di tutta la vita. Nel 1565, il Padre Vincenzo Ercolani eletto provinciale Romano lo scelse come compagno e segretario, per il delicato compito delle visite ai monasteri delle province. Quasi contemporaneamente, giungeva al Padre Provinciale la domanda dei frati di San Domenico di Fiesole che, avendo eletto Fra Serafino Priore del loro convento, richiedevano la conferma dell elezione. La sensazione che si ricava dai documenti è che il trentaquattrenne Serafino sia più incline a declinare il grande onore e l ufficio, più che ad accettarlo, ma il Padre Provinciale Ercolani conferma l elezione il giorno stesso e ovviamente il giovane Razzi dovette piegarsi ed accettare. Chronicon di Fiesole...Fr. Seraphinus Ractius a Marradio, fuit electus et datus in priorem huius conventus a R do p. fr.vincentio Erculano, Perusino, et prioratus iniit die nona Septembris MDLXV. Fr. Seraphinus praescriptus, ex socio R di patris provincialis in Priorem huius carnobj canonice electus apud conventum saxensem, in agro casentinate confirmatur tertio iudus Septembris, id est die XI eiusdem mensis Venit autem ad conventum istum die XVI Septembris et praefuit menses viginti quatuor et dies XXII et Faesulanum aerem in Urbevetanum commutavit in ea urbe prior electus et confirmatus die 27 Septembris 1567 Chronicon S.Dominici de Faesulus, 53v Con questa lettera, giunta a Santa Maria del Sasso di Bibbiena, nel casentino, si interrompe il viaggio di Serafino come segretario del Padre Provinciale per diventare, all età di trentaquattro anni, Priore di Fiesole. Negli anni di priorato in San Domenico a Fiesole si dedica alla composizione della vita del confratello Giovanni Taulero, insigne Teologo (del secolo XIV ), del quale traduce dallo spagnolo anche le Istitutioni. Quest opera: Vita et istitutioni del sublime et illuminato Teologo Giovanni Taulero. Tradotte nuovamente di latina in lingua Toscana. Firenze,Giunti,

25 fu dedicata il 25 aprile del 1568 alla Principessa Giovanna d Austria, nuora di Cosimo I de Medici ma la stesura autografa, che porta la data del 25 settembre 1567, è indirizzata a suor Tecla Landi, priora del Monastero di S. Caterina in Firenze, dove era monaca sua sorella Suor Maria Angelica. Durante il Priorato in San Domenico, fa commissionare un dipinto del Beato Giovanni Domenici, fondatore del convento ed uno di S.Antonino da porre su due porte, oltre ad altri lavori d arte e restauro....de mense Iulij, agente priore huius coenobij Ven. patre Fratre Seraphino Ractio Marradio... Pal 37, 94 r Nel 1567 termina il Priorato in Fiesole ed assume il Priorato di Orvieto, dove resterà fino al E qui che Serafino raccoglie in un volume i sermoni predicabili nell anno che indirizza a Suor Teodosia Orsina del monastero di Orvieto e a:...don Silvano, nostro fratello dove per don Silvano dobbiamo intendere il fratello che già aveva preso i voti con il nome di Girolamo, nome che non sarà usato mai, né come firma delle opere né dai superiori e dagli amici né dal suo stesso fratello. Sempre agli anni di Orvieto appartengono le Lezioni su Tobia rimaste inedite. Alla fine del mandato di Orvieto nel 1569, accade un fatto singolare che ancora una volta ci testimonia la straordinaria fama che circonda Serafino: nei due conventi di Spoleto e Foligno, sapendo che il Padre Razzi era giunto alla fine del Priorato in Orvieto, i Padri lo elessero contemporaneamente Priore in entrambi i Monasteri. La disputa fu vinta dal Monastero di Foligno, per intercessione del Vescovo della città che lo volle suo Teologo. E a Foligno che compone le celebri Vite di Santi e Beati Domenicani che furono stampate a Firenze nel 1577 e dato lo straordinario interesse e successo che il libro ottenne in ambito teologico, fu adottato da tutti i monasteri dell ordine e ristampato nel Al periodo della composizione di quest opera sono da collegarsi i numerosi viaggi che Serafino compie nelle Marche, in Romagna, Veneto e Lombardia, visitando chiese e Monasteri dell Ordine alla ricerca di memorie e documenti per la compilazione delle vite. Finito il Priorato a Foligno, fu nominato Maestro degli studenti in San Domenico a Perugia dove resterà fino al Erano quelli anni particolari, caratterizzati dall istituzione della riforma dell ordine domenicano: Fra Paolino Bernardini, Lucchese, strenuo difensore di Girolamo Savonarola davanti alla Congregazione dei Cardinali tenuta sotto Papa Paolo IV, e intimo amico di San Filippo Neri che del 25

26 Savonarola era stato allievo in San Marco a Firenze, fu incaricato dai superiori dell Ordine di riformare i conventi degli Abruzzi e delle Calabrie. Come compagno e segretario particolare gli fu affiancato Serafino. Risalgono sempre al 1574, la composizione del Rosario in ottava Rima, stampato poi in Firenze nel 1583, con prefazione di Don Silvano Razzi, suo fratello e: Sermoni sulla penitenza e opere penitenziali, digiuno, orazioni ed elemosina, rimasto inedito. In seguito al viaggio di riforma con il p. Bernardini, Sisto Fabri, Vicario Generale dell Ordine, lo nomina Priore di Penne negli Abruzzi e qui resta fino all 8 luglio 1576, quando il Padre Serafino da Brescia, nuovo Generale dell Ordine, con una magnifica lettera, in cui lo chiama: Vita morumque sanctitate et multa eruditione ornatum... lo elegge Priore di Vasto su richiesta di Donna Isabella Gonzaga d Avalos Marchesa di Pescara e del Vasto. Nel 1580 lo ritroviamo a Spoleto, lettore di Sacra Scrittura, ed è qui che compone l operetta I Casi della Lingua, dedicati al Cardinale d Ascoli. Da Spoleto Serafino parte per Lione nel 1581, inviato a predicare in Francia alla nazione Fiorentina. Ritornato in Italia viene mandato a Viterbo alla cattedra di Lettore di Metafisica e qui, in virtù di una fitta corrispondenza tenuta con illustri colleghi di Lione, compone i quattro libri Della Sfera del mondo, rimasti inediti. Di nuovo, quasi contemporaneamente, fu richiesto come Priore a Città di Castello e a Perugia. Su insistenza del Cardinale Alessandrini, accettò prima il priorato di Città di Castello e poi quello di Perugia, rinunciando di buon grado ad un invito che precedentemente aveva ricevuto per predicare a Messina. E palese quanto Serafino tenesse al soggiorno a Messina dato che più volte confidò il desiderio di fare nuove ricerche nei conventi dell ordine in Sicilia, al fine di poter ampliare la sua opera sulla Vita dei Santi e Beati. Ma com era nel suo carattere e nella sua natura, accettò ciò che gli si chiedeva senza riserve. Rimase a Perugia cinque anni, e qui il Priore Generale Sisto Fabri, con speciale autorità papale, lo elesse Maestro in Sacra Teologia e Reggente degli Studi la più alta carica possibile di insegnamento dell Ordine Domenicano. Per tre anni insegnò la Somma Teologia di San Tommaso e a questo periodo risalgono molti pregevolissimi lavori, tra cui il primo libro della Corona Angelica stampato a Lucca nel 1599, Compendio dei Luoghi Teologici di Melchior Cano e Vite di Santa Maddalena, Santa Marta, San Lazzaro e San Massimino, 26

27 la traduzione dal dialetto piemontese dell operetta del P.Silvestro da Prierio, che fu Maestro del Sacro Palazzo sotto Leone X, intitolata Rifugio spirituale degli sconsolati, la traduzione della Scuola Salernitana : una curiosa raccolta di massime per mantenersi in salute dedicata ad Antonio Salviati, amico epistolare di Caterina de Ricci e mecenate della cappella di S.Antonino in San Marco a Firenze ed infine: Innario Domenicano, una poetica traduzione degli Inni ecclesiastici dell Ordine. All apice di una straordinaria carriera, in cui sembra che la definitiva destinazione di Serafino sia ormai divenuta Perugia, arriva per lui un nuovo incarico. In quegli anni la congregazione di Ragusa, l attuale Dubrovnik, versava in una situazione di notevole decadenza. All interno della comunità si erano create ingerenze da parte dei secolari e la regolare disciplina era andata via via sgretolandosi. Già nel 1566 il Generale dell Ordine aveva cercato di porre rimedio alla situazione inviando sul posto Fra Vittore da Firenze, seguito da Abbondio da Como ed Eugenio da Finale. La circoscrizione religiosa raugea versava in un momento di grave difficoltà e criticità; nel 1576 si era chiuso un processo per gravi atti di insubordinazione, pubblici scandali finanziari e morali che si era concluso con pene durissime. Dati gli ottimi esiti seguiti al viaggio nella riforma degli Abruzzi, l incarico fu affidato a Serafino, con patente di Vicario Generale della Congregazione di Ragusa, che si apprestò a partire immediatamente. Scelse come compagno e segretario personale Arcangelo da Penne, che già lo aveva accompagnato nel viaggio nelle terre d Abruzzo, a Napoli nelle terre di Puglia e delle Calabrie e in Provenza. Giunse a Ragusa nel 1587 e, se pur colpito da una grave perdita, riuscì in breve tempo a riconciliare la congregazione richiamando in vigore tutte le regole dell Ordine ma premurandosi di conciliarle al rispetto delle consuetudini della città. La cortesia e la gentilezza unite alla capacità di governo e alla straordinaria curiosità per tutte le cose, lo rivelarono come l uomo in assoluto più adatto a quell incarico. Risale al 16 marzo 1588, una lettera dei Consiglieri di Ragusa indirizzata al Cardinale Alessandrino Bonelli, nipote di Pio V, che porgono vivissimi ringraziamenti per l invio del Padre Serafino: 27

28 ...hor il convento vive in pace et osservanza con piacere di tuti noi... e... V.Ill.ma e R.ma Signoria che vogli favorire le attioni di deto padre Vicario,...col che le ci raccomandiamo... Ex Archiv, pol. adm. Rp. Ragusanae Lettere e Commissioni di ponente 1585, in 8 fol.2346 Il 17 luglio 1588, Monsignor Raffaele Bonelli Vescovo di Ragusa morì e i Canonici della Cattedrale all unanimità elessero il Padre Serafino, da poco meno di un anno in città, Vicario Capitolare durante la vacanza del soglio Arcivescovile. Sappiamo che Serafino oppose una notevole resistenza a questa elezione, e solo dopo lunghe insistenze accettò l incarico a condizione che se ne scrivesse a Roma, alla Sacra Congregazione dei Vescovi. Serafino tenne il governo dell Arcidiocesi Vescovile, oltre al priorato di San Domenico di Ragusa, la cattedra di Teologia e le predicazioni, per quattro mesi e mezzo, fino all elezione di Mons. Paolo Albero. Nonostante il carico sempre maggiore di lavoro, si interessa con passione alla storia locale e della Dalmazia. Compone qui: Dell Istoria di Raugia Scritta da F.Serafino Razzi nuovamente in tre libri Teologo Domenicano libro importantissimo, che fu poi stampato a Lucca per i tipi di Busdraghi nel Di questo periodo sono anche : Narrazione degli Arcivescovi di Ragusa biografia di 49 arcivescovi dal 980 al 1559, rimasta inedita, la: Vita della beata Osanna da Cattaro storia della vergine domenicana stampato a Firenze, la traduzione dal latino di una: Vita di San Trifone,avvocato dei Cattarini, la traduzione delle: Narrazioni di Mons.Segonio Vescovo di Dulcigno sull origine, la milizia e i costumi dei Turchi con una breve Descrizione della Terra Santa e dell Isola di Malta e la composizione di: Della natura e proprietà delle api o vero pecchie da gravi autori raccolta opella stampata in Lucca per Vincenzio Busdraghi e dedicata 28

29 agli Illustrissimi Signori il Rettore e Gentiluomini Raugei e Istoria degli Uomini Illustri dell Ordine domenicano, particolarmente importante poiché nell ultima parte tratta di personaggi a lui contemporanei e personalmente conosciuti. MS citati: S.Domenico di Fiesole, fol e fol Ms, fol ,arg.rag Sul finire del 1589 viene richiamato a Perugia dove con grande piacere riprende il suo incarico di Maestro Reggente dello studio. Risalgono al 1590, le composizioni delle altre opere: Vita di fra Girolamo Savonarola Autografo, Bibl. Comunale Lucca, Ms Fiesole, prima stesura, MS autografo Libri Quattro di laudi Firenze, Bibl.Naz, Pal.. 173, ff.1r-3v Dal 1592 lo ritroviamo a Pistoia, Firenze e Prato confessore del Monastero di San Vincenzo. Nel 1595 è...confessoro di Santa Lucia in Firenze, predicai le feste alle prefate monache. Continuerà a predicare e scrivere fino al 1609, e sono databili a questi undici anni della sua lunga e operosissima vita, le seguenti opere: Cronica della Provincia Romana dell Ordine dei Frati Predicatori Fir, Bibl. Laurenziana, 873, ff.163v Officium beate Catherinae Ricciae, Instituti sancti Dominici Prato, Monastero S.Vincenzo, Archivio, Ms 14 (parte autografa) Discorso delle Campane Fir.Bibl.Naz. J.II.46 Giardino d esempi o vero fiori delle vite de Santi scritte in lingua volgare. Sermartelli, Firenze, MDXCIV 29

30 Questo lavoro ebbe grande successo ed oltre alla stampa Sermartelli del 1599, fu stampata a Venezia per i tipi Zanetti sempre nel 1599, a Roma da G. Facciotti nel 1608, da A.Turini nel 1611, da Giuliani nel 1630 e ne risultano ristampe nel 1674 e nel La Vita della Reverenda Serva di Dio, la Madre suor Caterina de Ricci, Monaca del Venerabile Monastero di S. Vincenzio di Prato. In Lucca, per Vincentio Busdraghi Della Corona Angelica, libro primo, in cui si parla della sostanza degli Angeli assolutamente e per comparazione ai corpi. Lucca, Busdraghi, Quest ultimo volume fu realizzato grazie a Flavia Perretta Duchessa di Bracciano, grande estimatrice del padre Serafino, che inviò una limosina di 50 ducati per la stampa. Il libro porta in calce la dedica alla Duchessa di Bracciano. Officio ecclesiastico per la festa di San Giacinto Questo officio, venne inserito nel Breviarium Ord. Praed.. Una copia si trova a Bologna, Bibl.Univ. Ms. 1056, ff.234v-246 Specchio di Morte Commentario alle nove lezioni dell ufficio dei morti, tratte dal libro di Giobbe. Tali pagine furono composte tra il 9 e il 10 luglio Databile al 1604 è il componimento: Vita del Patriarca Noe overo commentari volgari sopra quella parte del Genesi in cui si parla di lui...distinta in quattro libri L opera era dedicata al Priore di San Marco, fra Bernardo Alessandrini data della camera di S.Tommaso alli 26 d ottobre MDCIV. Sappiamo che si trattava di un opera di 171 pagine e che fu posseduta da Luigi Tramontani, in Pratovecchio, Firenze. Del 1609 è il componimento: Santuario di Laudi o vero rime spirituali per le feste di ciaschedun Santo solennemente celebrato per tutto l anno da S.Chiesa, con eziandio quelle delle Feste mobili e di alcune da cantarsi nel vestire di monache. Con Brevi annotazioni in prosa. Sermartelli, MDCIX 30

31 L opera è dedicata a Suor Vittoria Malaspina del Monastero di Prato. La lettera con la dedica è in realtà un addio del padre Serafino che morirà due anni dopo.... Come il primo libro delle Laudi da me raccolte e fatte stampare con le musiche loro l anno 1563 nella clarissima città di Venezia, fu al monastero vostro per mano della Beata Memoria della humilissima e suor Caterina de Ricci dedicato da me, così questo presente libro del Santuario delle Laudi, composto e stampato in questa serenissima città di Firenze, all istesso vostro Monastero per le mani vostre, Suor Vettoria, che fuste vestita dalla Beata Madre prefata suor Caterina e da lei tanto amata e dalle suore vostre tutte, viene inviato allo stesso vostro sacro Collegio. Concedaci nostro Signore, che come i nostri libri cominciarono a ire in luce, e finiranno con questo presente, che in vita mia ho stampato, e penso che sia per essere l ultimo, trovandomi vicino all ottantesimo anno... Firenze, allj 5 Giugno Attraverso le semplici parole di Serafino, si percepisce la serena consapevolezza dell avvicinarsi del suo tempo. Con questa ultima opera, quasi a chiudere un cerchio iniziato tanti anni prima ancora ragazzino, egli rende a Caterina un definitivo ringraziamento per quel giorno lontano in cui fu testimone dell estasi della Passione. Quell evento fu probabilmente il fondamento di una fede sincera, gioiosa e granitica che mai venne meno. Così come il suo primo lavoro fu un libro di poesia e musica così fu l ultimo, quarantasei anni dopo. Serafino si ricongiunse alla Casa del Padre l 8 Agosto 1611, nel suo Convento di San Marco in Firenze dove fu Priore e dove è sepolto. 31

32 32

33 1611 a dì 8 di Agosto Il molto R.do P.re Maestro Fra Serafino Razzi figliolo di q.to Convento di età di anni 80 morì il dì d.o. e fu sepolto nella sepoltura dei frati dinanzi alla porta del coro verso l altare di S.Marco. Q.to fu P.re veramente di S.ta vita, d ottimi costumi, di raro exemplo e di molte lett.re fu ancora molto zelante dell honore della sua Relig.ne. Fu devotissimo principalm.te verso la M.re di Dio e t.ti gli altri Santi onde per la gran reverenza verso S.Maria Maddalena con molto suo disagio si partì da Fiorenza alla volta di Marsilia per visitare le sue sante reliquie, andando sempre a piedi in t.ti i viaggi. Non starò a dire altro perchè i libri mandati da q.to P.re alla stampa fanno chiara testimonianza della santità e dottrina sua. Adesso che gode in cielo preghi Dio per noi. ** * Ho cercato in queste pagine di ripercorrere la vita di Serafino Razzi, cercando di seguire la cronologia della sua storia il più fedelmente possibile. Ovviamente non ho potuto elencare tutte le opere e i componimenti abbinandoli ad eventi e luoghi ma intendo citare qui tutte le sue opere a stampa, gli inediti e le opere non databili, affinché resti memoria di tutto ciò che ci ha lasciato. 33

34 Opere a Stampa 1563 Libro I delle Laudi Spirituali La vita et institutioni del sublime et illuminato Giovanni Taulero Sermoni del Reverendo P.F.Serafino Razzi dell Ordine de Frati Predicatori Vite de Santi, Beati e Venerabili del Sacro Ordine dei Predicatori Cento casi di coscienza dedicati al Rev.mo P.Antonio da Pisa Eremita Rosario della Gloriosissima Vergine Madre di Dio Filamore, ragionamento di Santa Maria Maddalena con Gesù Cristo Hymnario domenicano Teologo dell istesso ordine e professo di San Marco (a Clarice Ridolfi) Scuola Salernitana del modo di conservarsi in sanità Vita e laudi di Santa Maria Maddalena, San Lazzero e Santa Marta Della natura e proprietà delle api Sermoni predicabili dalla prima Domenica dell Avvento Vita della Beata Osanna da Cattaro 1594 Sermoni in laude della gloriosissima Vergine e Madre di Dio Vera Relazione della Cintola della gloriosa Vergine Maria Giardino d esempi o vero fiori delle vite de Santi...!594 La Vita delle Reverenda Serva di Dio, la Madre suor Caterina de Ricci la Storia di Ragugia La Vita de SS. Giacinto e Vincenzo Ferreri Historia degli Huomini illustri così nelle prelature come nelle Dottrine...

35 1599 Della corona angelica, libro primo in cui si parla della sostanza degli Angeli De locis theologicis praelectiones quibus RR.D.Melchiori Cano Officio ecclesiastico per la festa di san Giacinto 1609 Santuario di Laudi... Scritti Inediti 1588 Della grammatica Toscana composta da Benedetto Varchi Dichiarazione di tutti i termini principali et necessarij della logica In Porphirium 1560 In Praedicamenta 1561 In post Praedicamenta 1561 In primum Perihermenias 1561 In librum primum Posteriorum Aristotelis 1562 Lectura in quatuor priores libros de physico auditu Aristotelis 1562 Lectura F.Seraphinj Ractij e Marradio, Institutj Divj Dominicj Lectura in tres libros Aristotelis de Anima 1563 In priores quinque libros metaphysices eiusdem Aristotelis 1563 Lectura in tres libros Aristotelis de Anima 1565 De divisionibus entis 1565 Praelectio postrema in Metaphisicam Vita di Santa Agata Vergine e martire 1569 Lezioni sopra il libro di Tobia 35

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