Evoluzione urbanistica di Firenze nel Medioevo

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1 Evoluzione urbanistica di Firenze nel Medioevo La realizzazione di un G.I.S. per lo studio di Firenze medievale Emiliano Scampoli 1- TEMA DELLA RICERCA L unico modo di studiare l evoluzione di una città è di considerarla nel suo complesso, come un organismo vivo, in continuo cambiamento; per fare ciò occorre gestire tutti gli scavi e sterri eseguiti a Firenze nel corso di più di cento anni di ricerche in modo efficiente, per la costruzione di un quadro storico-urbanistico il più possibile completo, che consideri ed integri, assieme ai dati archeologici, tutti i tipi di fonti utili, per evidenziare e precisare le dinamiche evolutive della città nel corso del Medioevo. L enorme massa di dati archeologici che attendono una pubblicazione, e tutti quelli che sarebbe utile riconsiderare nel quadro delle nuove scoperte e conoscenze, offrono per Firenze una notevole potenzialità di studio oltre ad una grande occasione per trasformare in una reale risorsa pubblica la ricerca archeologica che ha interessato ampie zone di questa città. L utilizzo cosciente dei mezzi informatici attualmente disponibili può concretamente migliorare qualitativamente e quantitativamente la gestione della risorsa archeologica, oltre a rendere finalmente fruibili alla ricerca, come ai cittadini, i dati accumulati nel corso del tempo, ai quali non è seguita alcuna pubblicazione adeguata. 2 - PROBLEMATICHE DELLA RICERCA La città di Firenze costituisce un caso molto particolare nel panorama dell archeologia urbana in Toscana e in Italia. La città ha subito, tra fine 800 e inizi 900, i lavori per il riordinamento del centro storico, che hanno cambiato radicalmente l urbanistica del 50% della superficie cittadina compresa all interno delle mura romane 1. In sostanza il cuore commerciale della Firenze romana e medievale è andato perduto durante i lavori per Firenze capitale, con la realizzazione di Piazza della Repubblica ed il rapido abbattimento dei vecchi edifici per la costruzione dei nuovi palazzi del centro storico fiorentino. Per un ampia area attorno al cosiddetto Mercato Vecchio l urbanistica medievale, con le strette e tortuose vie e chiassi, le piccole piazze, le vecchie chiese e case torri, venne completamente stravolta, con l ampliamento e la regolarizzazione delle vie più importanti ed il frettoloso abbattimento di interi isolati per la ricostruzione dei nuovi palazzi. Per non rallentare il ritmo dei lavori che impegnavano grandi capitali si poterono eseguire soltanto sommarie documentazioni fotografiche ed una serie di rilievi di alcuni ritrovamenti. Tuttavia, specialmente nell area occupata dal vecchio Ghetto ebraico, non fu neanche possibile eseguire escavazioni preventive o rapidi rilievi, dato che le antiche fabbriche medievali non furono demolite pezzo per pezzo, ma rovesciate a terra quasi per intero, per accelerare i lavori in vista dell imminente inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele 2. Di questo enorme patrimonio distrutto rimangono solo le testimonianze raccolte dall architetto Corinto Corinti, nominato dal comune per la notifica dei ritrovamenti archeologici scoperti nel riordinamento del centro della città. Il suo lavoro costituisce oggi una risorsa fondamentale per chiunque si interessi alla storia della città; lottando contro il tempo e l opera spesso poco onesta delle 1 MIRANDOLA 1999, p.59. La fretta del lavori non permisero alcuno studio sistematico (vedi inoltre ARTUSI- GIANNETTI 1995; DE MARINIS-BECATTINI 1994). 2 Durante le frettolose demolizioni dei vecchi e spesso fatiscenti edifici riapparivano le originali strutture in pietraforte di torri e palazzi medievali, prima celate dagli interventi successivi, mentre nella rapida escavazione per le nuove fondazioni riemergevano le imponenti vestigia della città romana. A studiosi come Isidoro Del Lungo, Luigi Adriano Milani o Teodoro Mommsen apparve subito evidente quale ricchezza storico-archeologica si celava nell area interessata dalle demolizioni e quanto fosse necessario almeno una minima attenzione e tutela per quei preziosi cimeli della storia italiana. Tuttavia i bilanci comunali non lo permettevano mentre forti interessi spingevano per una rapida e cieca demolizione (vedi ARTUSI-GIANNETTI 1995, pp ). 1

2 ditte edili appaltatrici che non volevano intralci e noie, il Corinti poté almeno rilevare ed annotare i ritrovamenti ed i resti degli edifici più importanti, riportando i resoconti di lavoro in rapporti settimanali. L enorme mole di dati salvati meritava certamente una pubblicazione adeguata, ma, per la mancanza di mezzi economici necessari, il Corinti faceva riprodurre le sue famose Cartoline che contenevano rilievi e ricostruzioni con note illustrative: le cartoline sono il sunto di un duro e lunghissimo lavoro 3. L insieme dei rilievi e ritrovamenti emersi negli scavi dell Ottocento permisero una prima definizione sommaria della città romana; nei primi decenni del Novecento, inoltre, gli scavi di Edoardo Galli 4 permisero di riportare alla luce una porzione di domus con mosaici sotto il Battistero oltre ad alcune strutture romane presso San Lorenzo. La seconda guerra mondiale apportò enormi danni al centro storico della città con la distruzione di interi isolati e molti edifici medievali, specialmente nelle varie zone attorno al fiume minate dai tedeschi. Dal dopoguerra sino ad oggi si sono succeduti una grande quantità di interventi ed indagini archeologiche, legate spesso a ricostruzioni o dettate da necessità urbane. Guglielmo Maetzke, funzionario della Soprintendenza, alla fine degli anni 40 compì ricerche nella chiesa e nella piazza di Santa Felicita, ove emersero la basilica e le sepolture paleocristiane, con interessanti epigrafi funerarie attestanti la presenza di una comunità cristiana di lingua greca e di provenienza siriana 5. Tra il 1947 e il 1952 il Maetzke diresse lo scavo presso l attuale Borsa Merci, tra Via Vacchereccia e Via Por Santa Maria, dove furono riportati alla luce un grande complesso termale, una parte di mura con la porta meridionale della colonia romana ed un tratto di strada con due livelli di basolato romano 6. Firenze ha conosciuto anche due importantissimi scavi che hanno interessato ampie aree vitali del centro cittadino : tra gli anni 60 e 70 è stata indagata la basilica di Santa Reparata sotto l attuale Santa Maria del Fiore e varie attorno al Duomo 7, mentre tra gli anni 70 e 80 venne effettuato un grande scavo in Piazza della Signoria, mettendo in luce una realtà estremamente complessa e conservata dalla trasformazione in piazza tra XIII e XIV secolo 8. Inoltre, nel corso degli ultimi quindici anni sono stati effettuati scavi importanti in vari punti della città con indagini che hanno interessato: - l area tra Via Dante Alighieri e Via del Proconsolo (1986); - l area sotto la sede stradale di Via Calimala; - una parte dei sotterranei di Palazzo Vecchio; - parte dei sotterranei degli Uffizi; - quasi tutto lo slargo di Via de Castellani (scavo tuttora in corso). Ma oltre a questi interventi di una certa rilevanza si sono succeduti una miriade di piccoli scavi d emergenza in molte parti del centro cittadino, spesso dettati da esigenze urbane. Paradossalmente tutte queste ricerche rimangono negli archivi delle Soprintendenze o delle Cooperative archeologiche, dato che quasi niente è stato divulgato e reso pubblico. Anche i grandi 3 CORINTI GALLI MAETZKE 1957; MAETZKE 1986; GUNNELLA La comunità siriana, la cui integrazione con il resto dei cittadini appare limitata, probabilmente era costituita da commercianti che, come è attestato in varie parti dell Italia settentrionale di quest epoca, tendevano ad insediarsi nei centri lungo le direttrici maggiori di traffico; la loro presenza è indice che Firenze dovette conservare, anche nella tarda antichità, un ruolo di rilievo nei traffici che attraversavano la penisola. 6 MAETZKE 1948; MAETZKE Lo scavo sotto S. Maria del Fiore ha avuto una prima pubblicazione nel 1975 (TOKER 1975), senza essere seguita da un completo resoconto, annunciato, ma mai realizzato. Nel 1996 è poi uscita una pubblicazione sull area del Duomo (CARDINI 1996) che affronta varie questioni architettoniche ed archeologiche con l intervento di vari studiosi; tuttavia sono evidenti molte lacune nella presentazione dei dati archeologici, soprattutto per le evidenze tardo antiche e altomedievali. 8 Lo scavo ha interessato a più riprese un area di circa 8500 mq ed ha potuto mettere in luce una situazione sigillata dalla trasformazione in Piazza a partire dalla seconda metà del 200. Sono presenti vari articoli (MAETZKE 1975, DE MARINIS 1994, DE MARINIS-BECATTINI 1994, CAPECCHI 1996), ma non un adeguata e completa pubblicazione, specialmente per quanto riguarda la parte medievale. 2

3 scavi di Santa Reparata e di Piazza Signoria non sono stati seguiti da adeguate pubblicazioni, ma solo da articoli sparsi in varie riviste o periodici specializzati 9. Per mancanza di fondi o per scarsa volontà la storia materiale di Firenze continua a seguire la medesima sorte subita nelle demolizioni di fine 800, solo che questa volta in modo molto più lento e meno traumatico: con una grande perdita per la collettività i materiali ed i dati delle ricerche archeologiche vanno lentamente a svanire nei molti archivi e nelle menti degli archeologi e funzionari pubblici che hanno curato le ricerche. La storia medievale di Firenze risente particolarmente delle travagliate vicende della ricerca archeologica e basta una rapida analisi dell edito per capire che molto rimane da verificare e da riscrivere alla luce dei dati non ancora resi pubblici e che i numerosi scavi devono necessariamente essere inseriti in un quadro di studio complessivo che confronti reperti, quote, informazioni, e mostri organicamente i cambiamenti che interessarono la città nel corso della sua storia. La problematica maggiore è attualmente mettere insieme in un archivio efficiente i molti dati frammentari e appartenenti a diverse ricerche compiute in epoche e da persone differenti. Tuttavia la chance offerta dai dati che Firenze possiede è enorme e può davvero trasformare la ricerca archeologica in una reale risorsa pubblica. 3- STATO ATTUALE DELLA RICERCA Molti sono i problemi aperti per quanto riguarda l evoluzione urbanistica di Firenze dal periodo romano, sino alla costruzione delle prime mura comunali della seconda metà del XII secolo. La colonia romana fu fondata in età augustea, con tutta probabilità tra il 30 ed il 15 a.c. 10 Le mura furono realizzate in laterizio pieno con quattro porte e torri circolari ogni 50 m circa: la cinta era orientata esattamente secondo i punti cardinali e solo il lato meridionale si adattava all andamento del corso del fiume. La colonia nacque probabilmente su un lieve pianoro naturale, presso un punto d incontro tra la via fluviale costituita dall Arno, la sua valle, e la viabilità che da Roma raggiungeva il Nord, attraverso gli Appennini; un crocevia che garantì alla Florentia romana il passaggio di importanti traffici commerciali regionali e interregionali. Lo stesso cardo della città non era altro che il prolungamento della via Cassia che dal ponte giungeva alla porta meridionale. Florentia conobbe un rapido sviluppo in epoca imperiale oltrepassando rapidamente, nel corso del I sec. d.c., il pomerium. Fu specialmente in epoca adrianea (primi decenni del II secolo d.c.), come in altre città della Tuscia, che il centro conobbe un momento di forte trasformazione urbanistica; i numerosi impianti termali 11 della città erano alimentati dall acquedotto 12 che giungeva dalla Val Marina, mentre venne costruito il teatro 13 presso l angolo sud-orientale delle mura. Sempre in questo periodo al di fuori delle mura orientali fu realizzato il grande anfiteatro, la cui presenza è ancora ben 9 Il casi più clamoroso è costituito dal grande scavo di Piazza della Signoria, i cui risultati principali sono ancora inediti e tenuti nascosti alla collettività, dopo quasi quindici anni dalla fine delle ricerche (1989). 10 Datazione effettuata in base alla tipologia di sigillata italica trovata negli strati appoggiati alla fondazione di un tratto di mura in Via del Proconsolo, e confermata anche dalla stratigrafia degli scavi di Piazza Signoria. (Vedi DEMARINIS, BECATTINI 1994, pp. 47 e 52; MIRANDOLA 1999, p. 61 e note). 11 Da ricollegare alle prime fasi della città è l impianto termale posto dietro il Campidoglio a cui seguirono, probabilmente in epoca Adrianea, le terme del Capaccio (MAETZKE 1957 e 1992), appena fuori dalla porta meridionale, e quelle di Piazza della Signoria (DE MARINIS-BECATTINI 1994; CAPECCHI 1996). Tracce di terme Imperiali sono state ritrovate anche sotto San Lorenzo (DE MARINIS 1993), in Piazza Santa Elisabetta (DE MARINIS-BECATTINI 1994) e in Piazza San Giovanni (GALLI 1916 e, più recentemente, CARDINI D. 1996), quest'ultime sembra del III secolo d.c. 12 LOPES PEGNA 1962, pp La datazione dell'acquedotto è incerta, potrebbe risalire secondo il Lopes Pegna all'epoca dell'imperatore Claudio. Mirandola (MIRANDOLA 1999, p.62) lo fa risalire all'epoca Adrianea, unendolo alla costruzione delle terme di Capaccio, mentre De Marinis riporta una datazione incerta tra l'età Augustea e la prima età imperiale (DE MARINIS 1996, p. 40). Sull acquedotto romano di Firenze vedi anche CHIOSTRI MAETZKE 1941, pp ; CORINTI 1976, cartolina N. 15. Gli scavi effettuati nei sotterranei del Palazzo Vecchio nella seconda metà degli anni 90 hanno riportato alla luce una parte della cavea e vari muri radiali del teatro; grazie a questi nuovi dati è stato possibile accertare come il teatro avesse delle dimensioni probabilmente più piccole rispetto a quelle ipotizzate dal Corinti sulla base dei rilievi eseguiti da Desiderio Fraschetti. Inoltre sembra che il teatro avesse un frons scenae perpendicolare al corso del fiume, quindi un orientamento simile a quello dell anfiteatro. 3

4 intuibile, 14 mentre vicino a questo venne costruito l Iseo, grossomodo ove ora è posizionato il palazzo del tribunale 15. Inoltre la vicinanza del fiume e la posizione favorevole ai commerci consentì lo sviluppo di attività manifatturiere testimoniate dalla fullonica, che il De Marinis definisce di dimensioni industriali, trovata a sud delle terme nello scavo di Piazza Signoria, e da quella più piccola trovata negli scavi tra la chiesa della Badia Fiorentina e Via Dante Alighieri, un impianto artigianale successivo alle mura alle quali si appoggiava esternamente 16. Rimane tutta da definire la possibile crisi del III secolo d.c. 17, mentre iniziano a delinearsi i forti cambiamenti che caratterizzarono la città soprattutto a partire dal IV secolo, con l affermazione del cristianesimo, la costruzione di grandi basiliche (tra la fine del IV secolo e l inizio del VI secolo), una generale involuzione verso piccole abitazioni in materiali deperibili impostate sui resti riutilizzati di domus e terme tardo romane con una sensibile frammentazione degli spazi abitativi romani, la comparsa di aree di sepoltura vicino alle case all'interno della città. La ricerca archeologica ha ricavato pochi dati riguardo questo periodo di forti mutamenti e particolarmente utili potrebbero essere i dati completi di Piazza della Signoria. A cambiare radicalmente sembra il modo in cui la società si rappresenta nella struttura della città: viene privilegiato l'aspetto pubblico-religioso con la fondazione di grandi basiliche, mentre l'investimento nell'edilizia privata appare meno consistente 18. Da rilevare, infatti, che in un secolo e mezzo vengono costruite (secondo i dati attuali) ben quattro grandi basiliche 19 ; imprese di tali portata implicano l'esistenza di una società civile efficacemente strutturata sotto il profilo politico ed economico. Sia il cosiddetto complesso ecclesiastico di San Giovanni, sia la nuova basilica a sud, sono all'interno del percorso delle vecchie mura coloniali ma in posizione periferica, vicino alle porte, rispetto al centro rappresentato dal foro. Si trovano inoltre lungo il cardo della città, la via più importante, vicino o impostati direttamente su vecchi impianti termali della Florentia imperiale. La città sembra presentare quindi un paesaggio con ampie zone aperte, alcune delle quali con accumuli di materiale di scarico antropico, mentre altre, in prossimità del fiume, vengono sottoposte a processi alluvionali che depositano ampi strati ghiaiosi 20. A queste aree aperte si alternano nuclei più o meno densi e disordinati di abitazione e produzione, spesso in prossimità di basiliche o di resti riutilizzati di strutture monumentali di epoca romana, che sembrano occupare in prevalenza aree intorno alle porte e 14 MAETZKE 1941, p. 56. La presenza dell anfiteatro romano è rimasta soprattutto nella curvatura degli edifici costruiti sfruttando i resti del monumento, come è ben visibile in Piazza de Peruzzi, dando origine al tracciato caratteristico di Via Torta e Via dei Bentaccordi. L asse dell Anfiteatro segue l andamento della sistemazione del suolo precedente alla città romana, ed è quindi perpendicolare al corso del fiume, come doveva essere la rete insediativa nella quale venne costruito. 15 MAETZKE 1941, p DE MARINIS 1994, p Non è chiaro quale sia stata a Firenze, nel corso del III secolo, l entità della crisi riscontrabile in vari centri come Lucca (CIAMPOLTRINI 1992 e 1994) o la vicina Pistoia (VANNINI 1997, p.44). Sulla possibile crisi del III secolo e la sua entità riguardo la città di Firenze vi sono infatti opinioni discordanti (CIAMPOLTRINI 1994, p 623, e, di contro, MIRANDOLA 1999, p.68). I dati di Piazza Signoria potrebbero chiarire la situazione. 18 MIRANDOLA 1999, pp Alla fine del IV secolo vengono costruite due basiliche, quella di San Lorenzo, secondo la tradizione consacrata da Ambrogio, vescovo di Milano, nel 394 d.c.(davidsohn 1968, I, p. 57; DE MARINIS 1993), e quella di Santa Felicita, presso la testata sud del ponte (MAETZKE 1957 e MAETZKE 1986; GUNNELLA 1992, pp ). Nel medesimo periodo, cioè tra la fine del IV e l inizio del V secolo, un'ampia zona all'interno delle mura vicino alla porta Nord, corrispondente all'insula I della regio I, diviene sede di un grande complesso ecclesiastico (TOKER 1975;CARDINI D.1996), con una grande basilica la cui primitiva dedicazione è incerta, ma che sarà la futura Santa Reparata e un battistero a pianta ottagonale di chiara marca orientale (CARDINI 1996, pp A favore dell'ipotesi tardo antica del battistero PANI ERMINI 1989, pp Sulla questione del battistero romanico o tardo antico vedi per tutti TOKER 1976). Nei decenni di passaggio tra V e VI secolo vicino alle terme imperiali ormai in disuso, presso la porta sud della città e in posizione simmetrica rispetto al complesso cultuale presso la porta nord, viene fondata un altra grande basilica paleocristiana a tre navate con pastophòria ai lati dell'abside, pavimentata in cocciopesto con solea a mosaico (DE MARINIS 1994, pp ). 20 MAETZKE 1948, p. 99. Maetzke scrive che nello scavo eseguito nella zona di Via Por Santa Maria è stato individuato, su pavimentazioni di età tardo romana, uno strato di circa 50 cm di terra alluvionale che in basso aveva depositato ghiaia di fiume di varia grossezza, mentre in alto c erano strati meno chiaramente identificabili, ma con probabilità anch essi di origine alluvionale. 4

5 agli assi viari principali 21. Una città quindi con un paesaggio estremamente vario e disomogeneo, che alterna nuclei di edifici privati ad aree aperte, secondo un modello riscontrabile in molti contesti urbani dell Italia centro-settentrionale 22. Al problema dell evoluzione del paesaggio urbano si affianca quello legato alle strutture difensive di cui la città doveva essere in qualche modo provvista in quanto esposta lungo la direttrice di maggiore percorrenza verso Roma. Almeno nel difficile periodo delle invasioni e delle guerre tra Goti e Bizantini 23 Firenze doveva per forza possedere una linea di difesa delimitata da una protezione: attualmente si tende ad ipotizzare che Firenze abbia riutilizzato e ristrutturato le parti sopravvissute delle mura coloniali 24 e fortificato gli edifici più imponenti lungo il perimetro della città (come il teatro, il Castellum acquae delle terme meridionali 25, la cisterna dell acquedotto, il complesso ecclesiastico a nord) oltre alla probabile realizzazione di fossati, terrapieni e palizzate in materiale deperibile, a completare un quadro difensivo estremamente disomogeneo 26. Resta comunque plausibile anche l ipotesi del Maetzke, basata sul racconto del Malispini, riguardo una possibile cinta bizantina molto più piccola di quella romana, anche se non sono mai emerse prove certe di una possibile riduzione della superficie protetta della città in epoca altomedievale GELICHI 1999, pp Assai difficile è capire la concreta articolazione dei nuovi quartieri; si può immaginare modesti edifici costruiti con materiale di recupero, o addossati ai ruderi, alternati a spazi vuoti che possono essere impiegati (come sembra nel caso di Piazza Signoria) anche per la sepoltura. 22 La bibliografia di studio e relativi dibattiti riguardo le trasformazioni della città altomedievale è assai ampia; mi limiterò solamente a citare alcuni testi che in qualche modo hanno fatto il punto della situazione in un dibattito che resta necessariamente in corso. Riguardo la sopravvivenza di caratteri urbani nella città in età altomedievale vedi LA ROCCA 1986; BROGIOLO 1987; WICKAM 1988; BROGIOLO-GELICHI 1988; BROGIOLO 1993; GELICHI Per la situazione in Toscana CIAMPOLTRINI 1994; GELICHI 1999; VANNINI La lotta tra Goti e Bizantini ( ) disegna nella regione un quadro di occupazioni alternate; Firenze subisce forse il suo vero primo assedio da parte dei Goti (541) con Giustino a capo della città (Giustino è lo stesso che aveva assediato Fiesole due anni prima. La battaglia con esito incerto si concluse con il rientro dei Bizantini all'interno delle mura. Vedi PROCOPIO DI CESAREA, Guerra greco-gotica: assediata dai goti I, 237, 7; "ivi si tiene Giustino":II, 243, 4). Le notizie sono scarsissime e non permettono una ricostruzione dettagliata: sappiamo solo che nel 547 vi è la presenza di uno stanziamento di truppe bizantine presso Santa Felicita (Data della morte del Primicerio Microbio del corpo "dei primi Teodosiani", seppellito in Santa Felicita - CIL XI, 1693) e che nel 552 la città passa ai Goti e poi di nuovo ai Bizantini, che la tengono sino alla conquista Longobarda (Firenze gota nel 552: Narsete vuole attaccare le fortezze della Tuscia ancora in mano ai Goti e fra queste in prima linea è Firenze - AGAZIA SCOLASTICO, Istorie, I, 8-11; Firenze bizantina nel 552: "Firenze si consegnò spontaneamente; gli abitanti gli si presentarono pregandolo di non recar danno alla città", che ritornò quindi bizantina - AGAZIA SCOLASTICO, Istorie, I, 11). Firenze e il suo territorio si trovano particolarmente interessate dagli scontri a causa della posizione strategica lungo la strada Ravenna-Roma. 24 Presso il limitare meridionale di Piazza della Signoria è stata rinvenuta una struttura in blocchi squadrati murati a secco e sovrapposti al muro di recinzione della fullonica, impostato a suo tempo sulle fondazioni delle mura romane (DE MARINIS 1996, p.52). Anche Milani individua a fine '800 un restauro molto simile a quello ritrovato in Piazza Signoria, nel tratto di mura romane posto tra il palazzo arcivescovile e battistero (DAVIDSOHN 1968, I, p.1094). 25 MIRANDOLA 1999, p. 66. In un tempo non ben precisato vennero fortificati il Castellum Acquae presso le terme meridionali ed i quattro ambienti con volta a botte realizzati nella prima età imperiale e appoggiati al di fuori delle mura coloniali. Questi ambienti furono riempiti in un secondo momento di terra e macerie così da costituire un terrapieno esterno alla struttura difensiva di età romana. 26 Vedi MIRANDOLA 1999, p 66. E assai plausibile che alcuni tratti delle mura coloniali vennero fisicamente riutilizzati, mentre, ove non era possibile, vennero create fortificazioni seguendo grossomodo l andamento della vecchia cinta. La disomogeneità caratteristica della Firenze in questi anni doveva riflettersi anche nelle sue difese militari: dai pochi dati incerti possiamo supporre una diversità di opere difensive che in qualche modo erano unite tra loro a costituire una protezione. 27 MAETZKE La teoria del Maetzke prende spunto dalle parole del cronista Malispini (MALISPINI, Storia, XXVI e XXVII). La cinta ipotizzata aveva tre angoli costituiti da tre edifici monumentali romani (il Campidoglio, il Caput acquae, il teatro romano) mentre l angolo nord orientale doveva essere presso la Loggia degli Adimari in prossimità di Via delle Oche. Maetzke riporta le notizie di vari ritrovamenti attribuibili a questa cinta avvenuti tra il XVI-XVII secolo sino al 1935: si tratta di resti, a mio avviso, di interpretazione assai difficile. I due estesi sepolcreti attestati presso l area del Duomo e presso la porta meridionale e l attuale Piazza Signoria, dovevano estendersi, secondo il Maetzke, al di fuori della piccola cinta bizantina. 5

6 L epoca longobarda rimane senza dubbio il periodo più sconosciuto per la storia di Firenze, in quanto assai pochi sono i dati disponibili, talmente esigui che è stata ipotizzata, seguendo la tradizione cronachistica 28, una quasi completa distruzione e abbandono della città in favore della meglio difendibile Fiesole, città nella quale la presenza Longobarda è provata dall ampia necropoli ritrovata 29. Tuttavia le notizie provenienti dagli innumerevoli sterri e scavi avvenuti nel centro cittadino lasciano l impressione di un continuo riutilizzo del grande patrimonio romano mentre i pochi dati editi che provengono da Piazza della Signoria confermano una certa continuità di Firenze con un "fitto accavallarsi di case private, aree di scarico e piccole botteghe artigianali" 30. Una continuità che certo deve essere stata estremamente povera, così come molto labili devono essere state le tracce che ha lasciato sul terreno, spesso completamente cancellate dagli interventi successivi. Se Firenze era protetta da alcune difese, come abbiamo visto probabilmente assai frammentate e disomogenee, esse continuarono ad essere utilizzate anche in questo periodo, quando verosimilmente vennero riutilizzati i resti del teatro romano per innalzare una torre di avvistamento, il Gardingus 31. Dai pochi dati storici è possibile intuire che, a partire dagli ultimi anni del dominio longobardo, Firenze venne interessata da una lenta ripresa che si fa ai nostri occhi più visibile con il passaggio del potere ai Franchi quando la tradizione cronachistica pone la vera ricostruzione e rinascita della città, per volontà di Carlo Magno 32. Questa forte tradizione potrebbe effettivamente avere delle basi reali se, come è stato ipotizzato dal Prof. Guido Vannini nella sua tesi di laurea rimasta inedita, venne ricostruita o ristrutturata la cinta difensiva tra la fine dell VIII e l inizio del IX secolo 33. La rinascita o ripresa di un centro aveva come cardine la messa in opera di efficaci mura necessarie per difendersi da eventuali incursioni; il territorio fiorentino fu infatti interessato dalle scorrerie di Normanni, Saraceni e Ungari nel IX e X secolo, ma non ci sono giunte notizie di particolari danni alla città 34. Queste mura, secondo l ipotesi di Vannini, si adeguavano grossomodo all andamento delle vecchie mura coloniali, delle quali riutilizzavano taluni tratti, ma dovevano seguire «un andamento topograficamente distinto dalle antiche mura romane» con «un tracciato molto più irregolare e, certo, più aderente alle caratteristiche topografiche delle zone attraversate (del resto, almeno in 28 VILLANI, Cronica, II, 21; MALISPINI, Storia, XLII, p. 33; DAVIDSOHN 1968, I, pp GELICHI 1999, p MIRANDOLA 1999, p.70. Recentemente sono state rinvenute due tombe longobarde appoggiate all'esterno del tratto di mura romane che attraversavano Piazza della Signoria (MIRANDOLA 1999, p.69; la notizia è riportata come comunicazione personale di DE MARINIS), confermando che i dati disponibili, casuali e sporadici, non permettono di rilevare una "preferenza" dei Longobardi verso Fiesole a discapito di Firenze. La città comunque rimase sede vescovile e, nei documenti, abbiamo la menzione di tre vescovi fiorentini intervenuti in varie questioni tra la fine del VII e la metà dell'viii secolo d.c. (DAVIDSOHN 1968, I, pp ). L'unico dato che abbiamo sulla funzione istituzionale di Firenze in età longobarda è la menzione di un duca nella primissima età carolingia; questo dato rende probabile, ma non certa, la presenza di un ducato anche in età longobarda (DAVIDSOHN 1968, I, p.94, nt. 4: "Non si conosce con sicurezza altri che il Dux Gudibrandus di Firenze, nel tempo di Carlomagno ( circa)". 31 Ai primordi del comune fiorentino (primi XII secolo) i resti del teatro erano chiamati Gardingus, il che fa pensare al fatto che, in epoca longobarda, la massiccia mole dell edificio romano fosse stata sede (o avesse avuto la funzione) di una torre di vedetta, posta in un punto militarmente strategico per la difesa della città (DAVIDSOHN1968, I, p. 105; SCHNEIDER 1975, p. 258; vedi anche VILLANI, Cronica, I, 38). Il nome Gardingus, poi, sarebbe rimasto a caratterizzare la zona ben oltre l altomedioevo, sopravvivendo come toponimo alla fine dell oggetto fisico che originariamente indicava. 32 VILLANI, Cronica, IV, 2; DAVIDSOHN 1968, I, pp La tesi di laurea del Prof. Guido Vannini (A.A , relatore Prof. Elio Conti) ha come argomento centrale la dimostrazione, tramite un attenta analisi documentaria, dell esistenza di una cinta precedente all XI secolo. L ipotesi è che le mura possano essere state costruite in epoca carolingia e sostitute poi solamente con la cinta comunale ( ). La cinta detta Matildina del 1078 sarebbe infatti, secondo lo studio di Vannini, solo uno sdoppiamento di quella carolingia. Sulla questione vedi anche SZNURA 1975, p. 44; FRANCOVICH 1976, p Abbiamo notizia che, durante l incursione dei Normanni fu devastato il palazzo vescovile Fiesolano, che sorgeva esternamente alle mura della città sul luogo occupato dalla Badia Fiesolana, ma non sembra che né Fiesole né Firenze abbiano subito danni di rilievo (DAVIDSOHN 1968, I, pp.124). 6

7 qualche punto, sensibilmente modificatesi nel corso dei secoli)» 35. Di tale cinta non sono mai state ritrovate prove sicure, anche se la presenza di mura precedenti al Mille è provata da documenti di X secolo 36, mentre l aggettivo Rubea dato ad una postierla romana riutilizzata indicava che i laterizi romani dovevano in qualche modo differenziarsi dal paramento generale delle mura medievali 37 ; del resto è assai poco plausibile che le mura coloniali, già compromesse dall espansione urbana in epoca imperiale, abbiano continuato ad essere operanti sino al XII secolo. Le mura carolinge potrebbero aver ripreso i segni lasciati dalle opere difensive precedenti (terrapieni o resti di quelle strutture fortificate o riutilizzate come fortificazioni) inserendole coerentemente all interno della rinnovata cinta muraria. Questa cinta era probabilmente la cosiddetta cerchia antica che secondo Dante era stata costruita sovra l cener che d Attila rimase 38, la quale fu con tutta probabilità sostituita solo con le mura comunali della seconda metà del XII secolo sebbene conobbe sicuramente cambiamenti e restauri nel corso dei quasi quattro secoli di vita. Il cambiamento più rilevante potrebbe aver interessato il lato meridionale della cinta; infatti la ristretta fascia di terreno tra questo lato ed il fiume conobbe un espansione urbanistica assai precoce, seguendo quella naturale tendenza della città ad avvicinarsi al fiume e al ponte, manifestata già in epoca romana. Il popolamento oltre la porta meridionale è attestato sin dai primi anni dell XI secolo, ma sembra risalire almeno sino al X secolo 39. Nell XI secolo, comunque, i borghi a meridione della città si fecero sempre più popolosi, ed evidentemente nacque l esigenza di difenderli 40, assieme all importantissimo ponte, da eventuali attacchi esterni. Il tratto di muro ritrovato nel recente scavo di Via Castellani, che dal Gardingus procedeva verso il fiume, potrebbe essere un ampliamento della cerchia antica attribuibile all XI secolo 41. Può darsi che il ricordo cronachistico della costruzione delle famose mura matildine, nel 1078, sia da attribuire ad una ristrutturazione delle mura esistenti e a questo ampliamento del lato orientale verso il fiume, per proteggere anche il borgo meridionale dai 35 VANNINI , pp Secondo Vannini le mura a nord, nonostante riutilizzassero la porta romana (quest ultima, rimaneggiata e restaurata, era ancora visibile nel 1403), correvano alcuni metri più esterne al tracciato romano (probabilmente lo spostamento risultava funzionale al complesso ecclesiastico di San Giovanni), e si raccordavano ai tratti orientali e occidentali tramite angoli ottusi (l attuale Via dei Rondinelli mostra come il lato Nord si raccordasse con il tratto occidentale). Il lato occidentale, che costeggiava il corso del Mugnone, doveva riutilizzare in vari punti le fondazioni romane e si congiungeva con quello meridionale presso la famosa Porta Rossa, mentre il lato orientale doveva correre all esterno del muro romano e presentare rispetto ad esso notevoli differenze, nonostante ne seguisse l andamento generale. Riguardo al tratto orientale non sappiamo se gli scavi presso Via del Proconsolo abbiano fornito dati anche sulla cinta medievale. Il lato meridionale presenta molti interrogativi: non sappiamo con certezza se venne riutilizzata la porta romana, mentre l angolo sud orientale potrebbe aver compreso i resti dell anfiteatro romano con il Gardingus. 36 VANNINI , pp e note. Il primo documento che riporta tale espressione è del maggio del 931 d.c., ma vi sono alcune espressioni in atti del IX secolo che possono far pensare alla presenza di un limite preciso, le mura appunto, tra la città e ciò che sta al di fuori (VANNINI , p.98, nt. 2). 37 Di questa porta sono state trovate tracce nel Vedi CORINTI 1976, cartolina n Inferno XIII, DAVIDSOHN 1968, I, p Al principio del secolo XI, tra la porta meridionale ed il fiume, sorgevano contrade molto popolate, tanto che nel 1038 si conoscono per documenti 22 case, ove dimoravano soprattutto operai. Risulta plausibile, quindi, che già nella seconda metà del X secolo vi fossero case oltre le mura meridionali verso il fiume. Inoltre sono attestate case presso il monastero di Santa Felicita, oltre il ponte, già nel X secolo (MOSIICI 1969, doc.1; VANNINI 1977, p. 59, nt. 43). 40 Le chiese di SS.Apostoli e di Santo Stefano al Ponte furono importanti cardini per il popolamento che si fece intenso nel corso dell XI secolo. 41 Osservando la topografia di Firenze si capisce che, per difendere la striscia di terra tra il lato meridionale della cinta ed il fiume, occorreva in primo luogo costruire un muro che, dai resti del teatro romano o Guardingo, raggiungesse il fiume. Per quanto riguarda invece l angolo sud-occidentale delle mura, esso distava dal fiume pochi metri e risultava già in qualche modo protetto dalla foce del Mugnone. Il punto di maggiore esposizione risultava, ripeto, quello orientale. Il muro poteva avere anche una funzione di contenimento delle acque del fosso Scheraggio ed esiste la possibilità che fosse stato costruito sfruttando il pendio e l andamento di un dosso artificiale preesistente (comunicazione personale Paolo Lelli, responsabile di una parte degli scavi di Via Castellani per la Cooperativa Archeologica Archeologia di Firenze ). 7

8 pericoli imperiali (nel 1081 Enrico IV assedia la città, che resiste vittoriosamente) 42. Questo muro è da mettere in relazione con il Castello d Altafronte, una fortezza che i documenti citano per la prima volta nel già come una struttura composita e che si trovava, come dice il Villani, «sul corno della città sopra il fiume Arno» 44, ossia in un punto particolarmente avanzato verso il fiume assolutamente strategico per il controllo del ponte. La prima crescita demografica dei secoli IX e X non fu certo travolgente, ma lenta e costante e costituì la base per lo sviluppo, ai nostri occhi più consistente, dei secoli successivi. Dopo il Mille Firenze appare in forte sviluppo demografico, economico e politico e sempre più al centro di grandi traffici 45 e di questioni internazionali. Tutto questo si rispecchia in un processo di rinnovamento materiale che coinvolse tutti i quartieri della città. Vennero ricostruite, tra gli anni 30 e 70 dell XI secolo, moltissime chiese in forme romaniche, tra le quali anche la cattedrale Santa Reparata, San Pier Scheraggio, San Lorenzo, San Pier Maggiore, SS.Apostoli e Santo Stefano al Ponte 46. Anche l edilizia civile conobbe un momento di forte ricostruzione con l edificazione di imponenti torri presso i luoghi più importanti e strategici della città 47, a formare una trama insediativa che, nell XI e XII secolo, divenne sempre più fitta e consistente, mentre all esterno delle mura si svilupparono i primi veri borghi. Lo scavo di Piazza Signoria ha sottolineato quanto sia stata importante la trasformazione avvenuta nell XI secolo, anche per l edilizia civile, con le prime torri che vanno a mutare profondamente il paesaggio urbano; torri e case tendono ad addensarsi in isolati abbastanza regolari che ricalcano in parte il reticolo romano, a formare un centro arcigno e chiuso, dalle vie strette e anguste 48. Le sfere d influenza delle famiglie più potenti suddivisero fisicamente lo spazio urbano mutando, talvolta profondamente, lo schema dato dalle insulae romane, ma spesso seguendo e riutilizzando le strutture rimaste degli edifici romani 49. Questo rinnovamento, specialmente all interno della civitas vetus, mantenne ben salda l impronta della città precedente, adeguandola alle nuove esigenze abitative e sociali. Una continuità nella 42 VILLANI, Cronica, V, VIII; MALISPINI, Storia, LXI; STEFANI, Cronaca, XXXIV. Sul problema delle mura dette Matildine vedi SZNURA 1975, pp ; VANNINI , cap. II, p. 111 e ss; DAVIDSOHN, 1968, I, pp SANTINI 1903, Appendice II, V, p , 6 Luglio. 44 VILLANI, IV, 2. E dalla porta di Santa Maria seguieno le mura infino al castello Altrafonte, ch'era in sul corno della città sopra il fiume d'arno, seguendo poi dietro a la chiesa di San Piero Scheraggio, che così si chiamava per uno fossato, overo fogna, che ricoglieva quasi tutta l'acqua piovana della città ch'andava in Arno, che si chiamava lo Scheraggio. 45 La vitalità commerciale di Firenze in questo periodo è provata anche dalla costituzione di un ulteriore spazio adibito a mercato, vicino alla Porta di Santa Maria, in una zona particolarmente attiva: il Mercatum Novum, probabilmente anteriore al 1018, si contrapponeva adesso al Mercato veclo (o Forum vetus, o regis). Vedi DAVIDSOHN 1968, I, p Da aggiungere la precedente consacrazione di San Miniato al Monte (1018) ad opera del vescovo Ildebrando (DAVIDSOHN, 1968, I, p. 197). Questa ricostruzione spirituale e materiale si legava alle antiche origini della città, riutilizzando il più possibile i materiali antichi della città romana, ancora così presenti nella Firenze dell XI secolo. 47 Riguardo le case torri a Firenze vedi per tutti MACCI ORGERA A pag. 23 si legge: (..) Le torri vengono costruite in genere nei punti strategicamente importanti, alla intersezione delle strade o lungo le direttrici che portano alle porte della città o, nel caso delle torri di borgo, come un sistema quasi continuo, atto a costituire verso l esterno una cinta muraria ante litteram, difficilmente superabile dall esterno. Sulle torri il Davidsohn scrive che i documenti testimoniano 5 torri nell XI secolo 35 nel secolo successivo, anche se erano probabilmente tre volte più numerose. Esse sorgevano in ogni luogo ma erano particolarmente fitte nei luoghi più importanti e vitali della città: il Mercato Vecchio, Piazza Signoria, Borgo SS.Apostoli e in Via Por Santa Maria. Le torri della città appartavano in parte a ricchi privati, in parte a consorterie di diverse famiglie. A capo di ognuna consorteria stavano i rettori o consoli che vigilavano sull esatta osservanza dei patti o statuti della torre, i più antichi dei quali risalgono al 1137 (DAVIDSOHN 1968, I, p.821). 48 DE MARINIS-BECATTINI 1994, p Dalla pianta degli scavi di Piazza Signoria è possibile notare come molte strutture medievali si appoggiassero a muri romani (ad esempio la medievale chiesetta di San Romolo). Anche in MACCI-ORGERA 1994, p. 27, si legge a proposito degli scavi di Piazza Signoria: (..) i resti delle case medievali si legano in maniera precisa con le edificazioni dell epoca classica nell uso degli allineamenti e delle strutture murarie, in un processo di ristrutturazione continua degli edifici, tutto rivolto all utilizzo delle tracce principali e staticamente più consistenti. 8

9 trasformazione che è ben visibile soprattutto per quanto riguarda le chiese, che mantennero nella quasi totalità dei casi posizione e dedicazione anche dopo il loro rifacimento in epoca romanica 50. Il rapido sviluppo dei borghi, prima verso meridione, poi verso oriente 51, settentrione 52 e occidente 53, iniziò nell XI secolo e si fece ancora più intenso nel XII secolo, quando si resero necessarie, sotto la minaccia di Federico Barbarossa, le nuove mura, le prime dell epoca comunali. Queste furono costruite in pochi anni ( ) e formavano con il fiume Arno una sorta di quadrato orientato con i lati perpendicolari e paralleli al fiume, risultando ruotato di 45 rispetto alla cinta precedente 54. Probabilmente, nello stesso periodo, anche i borghi di oltr Arno 55, ove le case divennero gremite nell XI secolo, ebbero una fortificazione prima della costruzione certa di mura nel Nel XIII secolo Firenze continuò ad espandersi velocemente tanto che già alla metà del secolo le prime mura comunali vennero scavalcate in vari punti. La città chiusa di XII secolo, con le strette strade tortuose su cui si aprivano piccole piazzette e chiassi, non rispondeva più ai bisogni di una popolazione in crescita appartenente ad una città tra le più grosse d Europa, con fiorenti attività commerciali e artigianali. Le esigenze della popolazione imponevano una nuova mentalità che rendesse la città più funzionale e vivibile: per questo, soprattutto nel corso del XIII secolo, si iniziò a trasformare vie e piazze per renderle più ampie, percorribili e igieniche. Molte vie ricevettero una sistemazione tramite lastricatura sotto la podestà di Rubaconte da Mandello 57, e da qui in avanti la 50 VANNINI 1977, p Verso oriente il Borgo San Remigio è documentato per la prima volta nella prima metà del XII secolo, ma la chiesa è citata in un documento del 1040, presso il porto della città (DAVIDSOHN 1968, I, p. 1120). Nel 1090 è già citato nei documenti il Borgus foris porta Sancti Petri Maioris, mentre la chiesa omonima viene ricordata in documenti di poco anteriori come posta nel suburbio, vicino alla città di Firenze (SZNURA 1975, p. 46). 52 Il borgo detto di Balla si estendeva oltre la postierla de Visdomini posta dietro Santa Reparata, ed è citato in documenti della prima metà del XII secolo (SZNURA 1975, p. 55). Il Borgus S. Laurentii è citato per la prima volta nel 1117 e si sviluppò lungo la cosiddetta via Petrosa o lastricata, ossia il prolungamento del cardo maximus di origine romana, che usciva dalla porta del vescovato verso San Lorenzo (SZNURA 1975, p.63). Il Borgo di Campocorbolino, sviluppatosi attorno alla Forca omonima, è citato nella seconda metà del XII secolo (SZNURA 1975, p. 64). 53 Lo sviluppo dei Borghi nella parte occidentale ebbe come cardini le chiese di Santa Trinita (nel 1117 già considerata in civitate Florentiae ) e le più distanti San Paolo, San Pancrazio e Santa Maria Novella, con l infittirsi del tessuto insediativi nella seconda metà del XII secolo (SZNURA 1975, pp.70-77) 54 Ormai è generalmente accettato che la costruzione della prima cinta comunale è da ascriversi al , non al secolo XI (1078) come invece scrivevano i cronisti, cioè un secolo prima (VILLANI, Cronica, IV, VIII; MALISPINI, Storia, LXI; STEFANI, Cronaca, XXXIV). Le loro ampie descrizioni vengono oggi accolte dalla critica solo per quanto riguarda lo schema topografico delle mura in questione, ma non per la cronologia. Sulla questione della datazione delle prime mura comunali vedi DAVIDSOHN, 1968, I, pp ; SZNURA 1975, pp ; VANNINI , cap. II, p. 111 e ss. 55 Dal crocevia a capo del ponte lo sviluppo dei borghi seguì le strade maestre che da Firenze portavano, nel corso di XI e XII secolo, verso Pisa (ove si svilupperà il Borgo S.Iacopo- DAVIDSOHN 1968, I, p. 1243), verso Siena e Volterra (il terreno che da Santa Felicita si estendeva col nome di Piazza sino all attuale Piazza Pitti, si andò rapidamente popolando sino alla metà del secolo XI-DAVIDSOHN 1968, I, p. 1120) e verso Roma (il futuro borgo Pidiglioso- VILLANI, Cronica, V, VII). 56 DAVIDSOHN 1968, I, pp ; SZNURA 1975, p. 97. Vi è infatti un documento del 1253 che attesta la presenza di un murus civitatis situato dietro la chiesa di Santa Felicita. 57 Villani scrive (VILLANI, Cronica, VII, XXVI): Negli anni di Cristo MCCXXXVII, essendo podestà di Firenze messer Rubaconte da Mandello da Milano, si fece in Firenze il ponte nuovo, e elli fondò con sua mano la prima pietra, e gittò la prima cesta di calcina; e per lo nome della detta podestà fu nomato il ponte Rubaconte. E alla sua signoria si lastricarono tutte le vie di Firenze, che prima ce n'avea poche lastricate, se non in certi singulari luoghi, e mastre strade lastricate di mattoni; per lo quale acconcio e lavorio la cittade di Firenze divenne più netta, e più bella, e più sana. Interessante notare come per il Villani fosse importante questa bellezza funzionale della città. Probabilmente, prima del secolo XIII, le vie non avevano una particolare copertura, se non semplici acciottolati e pietre di varia dimensione che potevano garantire un minimo di drenaggio. Le ricoperture a mattoni riguardavano solo alcune arterie di principale transito. Le fognature erano praticamente assenti e i vari chiassi tra le abitazioni servivano, e continuarono a servire anche nel secolo XIII, allo smaltimento dei rifiuti organici e non (SZNURA 1975, p. 37). 9

10 corretta manutenzione di strade e fognature divenne un obiettivo preciso del comune, riscontrabile in numerosissimi documenti 58. Oltre alla manutenzione e lastricatura di piazze e vie, si procedette all allargamento e alla regolarizzazione delle principali arterie ( Vie pulcrae, amplae et rectae ) 59. Il comune, inoltre, nel corso del XIII secolo, costruì le sedi del proprio potere, prima con il Bargello, presso la Badia fiorentina, poi con la grande operazione per la costruzione del Palazzo dei Priori e la trasformazione di una delle aree più densamente abitate, con un tessuto proprio dell urbanistica di XI-XII secolo, nella piazza che doveva dare risalto all edificio simbolo della potenza fiorentina. Contemporaneamente iniziò la costruzione della nuova cattedrale di Santa Maria del Fiore, l enorme opera che sostituì l antica chiesa di Santa Reparata, non più adatta a rappresentare una delle città più popolose e ricche d Europa, mentre le sedi degli ordini mendicanti divenivano importanti poli di aggregazione e organizzazione urbanistica. L espansione di Firenze nel XIII secolo era stata talmente importante che si decise, già negli anni 80, la costruzione di nuove mura, poi iniziate nel 1298; la nuova cinta era stata pensata per racchiudere il successivo sviluppo ed espansione della città che nel XIV secolo conobbe una traumatica battuta d arresto a causa soprattutto delle epidemie di peste. 4- OBIETTIVI DELLA RICERCA Uno degli obiettivi principali della ricerca consiste nella realizzazione di un archivio informatizzato (utilizzando software G.I.S. e database) il più possibile completo, che comprenda sia i dati archeologici di fine Ottocento e della prima metà Novecento, sia le ricerche compiute in anni recenti o attualmente in corso, all interno dello spazio urbano delimitato dalla seconda cinta di epoca comunale. Il lavoro in questo senso risulta già avviato dall Università di Siena in vista di un probabile progetto di ricerca su Firenze che coinvolgerebbe vari enti (Università di Siena e Firenze, Soprintendenze, Comune). Anche la mia tesi di laurea, che ha riguardato lo studio di una vasta area attorno all attuale scavo di Via de Castellani, ha avuto come obiettivo principale l avvio della costruzione di una carta digitale tramite software G.I.S. di Firenze Medievale, con tutti i limiti imposti dalle possibilità e al contesto di realizzazione 60. In sostanza si tratterebbe di continuare il lavoro iniziato, prima come laureando, poi in collaborazione con l Università degli Studi di Siena, nella realizzazione di una carta informatizzata del centro della città per lo studio delle varie problematiche storico-urbanistiche. Per lo studio della città medievale è necessario riportare l urbanistica originale del centro storico fiorentino su G.I.S. e posizionare edifici e chiese più importanti, legati ad ogni tipo di informazione utile. Questo verrà fatto tramite i rilievi del centro eseguiti prima delle demolizioni di fine 800; è mia intenzione, inoltre, portare avanti lo studio e la digitalizzazione dei dati più importanti contenuti nell archivio fotografico e documentario presso la Soprintendenza Archeologica per la Toscana. Infatti, solo tramite G.I.S. e relativa banca dati, tutte le fotografie, i rilievi e resoconti eseguiti durante le demolizioni potrebbero essere posizionati e resi fruibili per le necessarie ricerche. Occorre considerare le quote dei molti scavi mai confrontati e uniti tra loro, e cercare di definire le altimetrie probabili per le varie epoche nei vari punti della città scavati. Un importante obiettivo è quindi quello di cercare di capire le variazioni di quote per periodi nelle aree urbane indagate. Valutare l innalzamento della quota dall epoca romana allo sviluppo di XI- XII secolo è sicuramente necessario per trarre considerazioni sulla trasformazione della città, eventuali esondazioni del fiume e altro. Un lavoro sulle quote di questo tipo è necessario per capire anche l altimetria indicativa su cui è stata realizzata la città romana e confermare se sia stata davvero fondata su un leggero pianoro rialzato rispetto alle zone circostanti. 58 PAMPALONI 1973, p. XXXII e ss. 59 PAMPALONI 1973, p. XXV e ss. 60 Emiliano Scampoli, Fra Scheraggio e Altafronte: analisi di un area urbana campione per un G.I.S. archeologico di Firenze Medievale, A.A (conseguita il 15\07\03). 10

11 Importante risulta la determinazione il più possibile precisa delle mura e fortificazioni che si sono succedute tra l età romana e la seconda cinta comunale (quella abbattuta a fine 800 per la realizzazione dei viali di circonvallazione) per una definizione della zona insediativa e dei suoi sviluppi. Notevoli problematiche sussistono riguardo il passaggio tra l epoca tardoantica e l altomedioevo, come per la prima cerchia medievale e le sue eventuali ristrutturazioni ed ampliamenti. Considerando le fonti documentarie, iconografiche ed i dati archeologici la ricerca intende studiare le modalità di utilizzo dello spazio urbano dall altomedioevo sino al XIV secolo; a partire dall individuazione delle principali aree funzionali in epoca altomedioevale (complessi cultuali, aree di attività commerciale e di produzione, aree di sepoltura, etc.) lo studio vuole evidenziare (ove è possibile) le trasformazioni progressive del tessuto cittadino con il primo sviluppo di IX-X secolo che precedette la grande trasformazione di XI-XII secolo, quando le chiese acquistarono progressivamente un ruolo cardine per il popolamento come per la vita sociale e amministrativa della città e dei borghi acquisendo funzioni sempre più esplicitamente pubbliche 61 mentre le torri e consorterie delle principali famiglie si spartirono rigidamente lo spazio urbano. Infine la ricerca affronterà i grandi cambiamenti progettati e realizzati dal comune a partire dal XIII secolo per rendere più funzionale e vivibile lo spazio cittadino e dare una sede adeguata e visibile al proprio potere, con la realizzazione del Bargello e la grande operazione per la costruzione del Palazzo dei Priori e l ampliamento della piazza, unitamente ai grandi cambiamenti per la costruzione del Duomo di Santa Maria del Fiore e le trasformazioni apportate dall insediamento degli ordini mendicanti che modificarono e polarizzarono il popolamento urbano. Quindi : - Ricostruzione ed evoluzione dei tracciati viari. - Studio dei vari edifici ecclesiastici all interno del tessuto urbano. - Evoluzione e studio dell edilizia privata e pubblica. - Individuazione delle principali aree funzionali. - Evoluzione dei borghi. 5- METODOLOGIA Come il lavoro già avviato, lo studio sarà condotto tramite l utilizzo del G.I.S. e database relazionali. In particolare verrà utilizzato il programma MacMap Gis assieme al sistema di archivi relazionali progettato dal LIAAM nel corso dei dieci anni e più di esperienza nelle applicazioni informatiche per l archeologia 62. Il metodo, già utilizzato per lo studio sulla città di Siena, verrà applicato alla realtà fiorentina e adeguato alle possibili differenti necessità ed esigenze. Ogni scavo, con la relativa documentazione, verrà posizionato all interno della pianta catastale della città che costituisce la base cartografica all interno del GIS; la gestione delle informazioni collegate agli oggetti grafici vettorializzati sarà affidata agli archivi relazionali adattati progressivamente alle varie esigenze di studio. In seguito, verranno realizzate le possibili ipotesi ricostruttive mentre gli oggetti grafici saranno successivamente organizzati secondo viste storico-tematiche per evidenziare le dinamiche evolutive. L applicazione del GIS permette una gestione della risorsa archeologica molto efficiente, con un integrazione di più livelli informativi (dal singolo reperto presente nello scavo sino alla realtà territoriale) senza soluzione di continuità 63 : per questo motivo i Geographical Information System hanno trovato un valido utilizzo nel Cultural Resource Management affinché gli enti nazionali o regionali competenti siano più capaci di gestire la complessa situazione odierna, caratterizzata da una progressiva e continua distruzione delle risorse archeologiche e quindi di memoria storica. 61 Nel corso dell XI secolo cambiò profondamente il ruolo degli edifici ecclesiastici, molti dei quali, in origine solo cappelle e oratori di fondazione privata, cioè legata ad una famiglia importante, diventarono chiese con funzioni più esplicitamente pubbliche e titolari di una circoscrizione amministrativa urbana (vedi VANNINI 1977, p. 51). 62 NARDINI 2000; VALENTI 2000; FRONZA 2000; VALENTI-NARDINI-FRONZA LOCK-STANCIC 1995; MOSCATI 1998; FRANCOVICH 1999; LOCK 2000 E

12 Lo studio porterà avanti anche un progetto di catalogazione dei dati tramite XML, già avviato nel corso della tesi di laurea; XML è un linguaggio open source con ottime prospettive di applicazione nelle cosiddette scienze umanistiche 64. Importante potrebbe essere la sperimentazione della marcatura tramite Native XML database di documenti d archivio, vecchi resoconti e diari di scavo. Verrà curata anche la parte di divulgazione dei dati tramite internet, con la realizzazione di pagine web aggiornate allo stato della ricerca. L inserimento dei dati su GIS procederà di pari passo alle eventuali ipotesi ricostruttive, con l ausilio anche della grafica 3D, per cercare di rendere più chiare possibili i dati che sulla grafica bidimensionale degli attuali Geographical Information System risultano poco leggibili. 6- TEMPI DELLA RICERCA Il progetto, nell affrontare le problematiche principali e gli obiettivi delle ricerca, seguirà nel triennio la seguente scansione temporale: 1 ANNO Lo studio prevede l archiviazione dei dati dei vecchi scavi, come di tutte le informazioni dagli scavi recenti messe a disposizione per l implementazione delle banche dati e del G.I.S. 65. Per quanto riguarda i vecchi dati (dalla fine dell 800 agli anni 70) il lavoro procederà tramite un attenta analisi dell edito ed una ricerca presso l archivio della Soprintendenza Archeologica della Toscana; per quanto riguarda gli scavi recenti (dagli anni 70 in poi) saranno inseriti i dati disponibili. Il lavoro si baserà, inoltre, su uno studio accurato ed informatizzazione delle fonti documentarie edite e su una ricerca presso l Archivio di Stato e la Biblioteca Nazionale di Firenze. In questa fase, inoltre, sarà portata avanti la ricerca bibliografica e l attenta rilettura di vecchi testi 66. Al lavoro su GIS e d archivio sarà affiancata la partecipazione alle eventuali ricerche archeologiche nell ambito del possibile progetto su Firenze (vedi p.10). 2 ANNO Ad una prima fase di ricerca ed inserimento seguirà, o si affiancherà, una fase di composizione e analisi dei dati all interno del quadro urbanistico generale, ed un confronto e unione dei risultati emersi dai vari scavi. Da questa fase potranno emergere le ulteriori ipotesi e considerazioni sulla storia urbanistica di Firenze, dall evoluzione delle unità abitative ai grandi processi di trasformazione che interessarono ampie zone della città. Tutti i dati inseriti nel corso delle indagini potranno evidenziare, infatti, determinati aspetti o problematiche specifiche da approfondire nell ambito della ricerca. A questa fase di studio potrà essere affiancata la possibile ricerca archeologica, oltre all attività di realizzazione di presentazioni multimediali e pagine web per la divulgazione dei principali dati. 3 ANNO Alla fase di composizione, confronto e unione sarà affiancata una verifica e controllo dei dati accumulati e ad un analisi delle banche dati informatiche per far emergere le principali trasformazioni ed eseguire, ove possibile, le ricostruzioni urbanistiche in grado di evidenziare le dinamiche di cambiamento urbane. In base ai risultati ottenuti si procederà alla definizione delle problematiche storiche ed ulteriori prospettive di ricerca. Stesura della tesi. 64 SCHLOEN 2001; NICCOLUCCI Attualmente il GIS di Firenze comprende gli scavi sotto Palazzo Vecchio, quelli sotto gli Uffizi, la pianta generale degli scavi di Piazza della Signoria, parte degli scavi di Via de Castellani, una parte degli scavi di Via del Proconsolo, la pianta degli interventi degli anni 50 per la costruzione della Borsa Merci, parte dei dati presenti sulle cartoline del Corinti. 66 Come ad esempio RICHA

13 BIBLIOGRAFIA La bibliografia che segue è suddivisa per le principali tematiche e contiene, oltre ad un riferimento ai lavori citati nel testo, una rassegna degli studi più significativi inerenti le tematiche affrontate nel progetto. Firenze AA.VV = AA.VV., Il centro di Firenze, studi storici e ricordi artistici, Pubblicati a cura della commissione storico artistica comunale, Firenze. AA.VV = AA.VV., Piazza della Signoria , primi contributi, " Studi e materiali ", N.7, AA.VV = AA.VV., La mobilità tra Bologna e Firenze nel tempo, Bologna. AA.VV = AA.VV., Atlante di Firenze: la forma del centro storico in scala 1:1000 nel fotopiano e nella carta numerica, Venezia. ARTUSI-GIANNETTI 1995 = ARTUSI L., GIANNETTI V., A vita nuova ". Ricordi e vicende della grande operazione urbanistica che distrusse il centro storico di Firenze, Firenze. BARGELLINI 1965 = BARGELLINI P., La splendida storia di Firenze I, Firenze. BEMPORAD 1968 = BEMPORAD N., Il sacello di San Pier Scheraggio a Firenze, "Bollettino degli Ingegneri", XVI, 5, anno BEMPORAD 1972 = BEMPORAD N., San Pier Scheraggio nella Galleria degli Uffizi, estratto da "Architettura", n. 203, sett BENVENUTI-CARDINI-GIANNARELLI 1994 = BENVENUTI A.,CARDINI F., GIANNARELLI E., Le radici cristiane di Firenze, Firenze. BORGATTI 1900 = BORGATTI E., Le mura e le torri di Firenze, Firenze. BUERGER 1975 = BUERGER J.E., Reperti dagli scavi di S.Reparata. Notizia preliminare,"archeologiamedievale", II, BUSIGNANI-BENCINI 1998 = BUSIGNANI A., BENCINI R., Le chiese di Firenze, Firenze. CAPECCHI 1996 = CAPECCHI G. (a cura di), Alle origini di Firenze. Dalla preistoria alla città romana, Firenze. CARAPELLI 1996 = CARAPELLI R., La perduta chiesa di Santa Cecilia in Firenze, memorie storico artistiche, Firenze. CARDINI 1996 = CARDINI D. (a cura di), Il bel San Giovanni e Santa Maria del Fiore. Il centro di religioso di Firenze dal Tardo Antico al Rinascimento, Firenze. CAROCCI 1897 = CAROCCI G., Firenze scomparsa, Firenze. CASAMORATA 1941 = CASAMORATA C., Firenze vista con Dante. Contributo alla topografia storica fiorentina, L'Universo, 5, maggio CASAMORATA 1944 = CASAMORATA C., I "Canti"di Firenze. Contributo alla topografia storico artistica fiorentina, "L'Universo", 3-4, CASAMORATA 1946 = CASAMORATA C., L'ultimo cerchio di mura fiorentine: dalla città quadrata ai viali di circonvallazione. Contributo alla topografia storico artistica di Firenze, "L'Universo ", 1, luglio-agosto CASTAGNOLI 1948 = CASTAGNOLI F., La centuriazione di Fiorentina, "L'Universo", XXVIII, 4, p.8, CHIOSTRI 1973 = CHIOSTRI F., L'acquedotto romano di Firenze, Firenze. CORINTI 1925 = CORINTI C., Degli avanzi del teatro di Firenze romana, "Atti della società Colombaria", CORINTI 1976 = CORINTI C., Firenze antica nei disegni di Corinto Corinti,"L'Universo ", 56/6, DAVIDSOHN 1929 = DAVIDSOHN R., Firenze ai tempi di Dante, Firenze. DAVIDSOHN 1968 = DAVIDSOHN R., Storia di Firenze, voll. 8, Firenze (edizione del 1968). DE MARINIS 1983 = DE MARINIS G., Aspetti di vita nella Firenze rinascimentale. Il Pozzo di Via de' Castellani, Firenze. DE MARINIS 1985 = DE MARINIS G., Via Cavour- via dei Gori e via della Colonna - via dei Pilastri, "Archeologia e territorio " 1985, pp DE MARINIS 1986 = DE MARINIS G., Piazza della Signoria : scavi e allestimento mussale, in AA.VV., Capolavori e restauri, p.217, Firenze. 13

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