SMA srl PROGETTO DEFINITIVO RELAZIONE TECNICA. Unità produttiva: Strada Vicinale della Castella Brescia (BS)

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1 SMA srl SERVIZI MINERARI AMBIENTALI Provincia di Brescia Comune di Brescia PROGETTO DEFINITIVO RELAZIONE TECNICA Domanda di autorizzazione unica ai sensi dell art. 208 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i.. La Ditta: GABURRI S.p.A. Via Buffalora n Brescia Unità produttiva: Strada Vicinale della Castella Brescia (BS) Il Tecnico: Dott.ssa Geol. Maria Angela Premoli Ordine dei Geologi della Lombardia Iscrizione n 678 Paratico, Dicembre PARATICO (Brescia) Via Roma, 1 Tel (2 linee) Fax info@sma-srl.it Registro Imprese Brescia, Codice Fiscale e Partita IVA R.E.A. Brescia Cap. Soc ,71 i.v.

2 SOMMARIO 1. LOCALIZZAZIONE DELL IMPIANTO ACCESSI E PERIMETRAZIONE RETI ESTERNE DESCRIZIONE DEL CICLO DI RECUPERO MODALITÀ DI STOCCAGGIO CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE ATTREZZATURE UTILIZZATE PER LA MOVIMENTAZIONE RIFIUTI GESTIONE ACQUE...15 Criteri di dimensionamento delle vasche per le aree di smessa in riserva rifiuti...15 Criteri di dimensionamento delle vasche per l area dell impianto di produzione conglomerato bituminoso RIFIUTI TRATTATI E POTENZIALITÀ DELL IMPIANTO TIPOLOGIE DI RIFIUTI TRATTATE E SISTEMI DI CONTROLLO ADOTTATI NEL CORSO DELL ATTIVITÀ PER LA VALUTAZIONE DEI RIFIUTI IN INGRESSO SCHEMATIZZAZIONE PROCESSI EMISSIONI...20 Aria...20 Acqua...21 Suolo e sottosuolo...22 Rumore RISCHIO DI INCIDENTI SICUREZZA E PREVENZIONE OPERAZIONI DI SMALTIMENTO OPERAZIONI DI COMPOSTAGGIO GESTIONE RIFIUTI RAEE PIANO DI GESTIONE, MONITORAGGIO E CONTROLLO

3 ALLEGATI ALLEGATO I: SCHEMA A BLOCCHI DEL CICLO PRODUTTIVO DEMOLIZIONI...27 ALLEGATO II: SCHEMA A BLOCCHI DEL CICLO PRODUTTIVO FRESATO D ASFALTO...28 ALLEGATO III: ESTRATTO CTR...29 ALLEGATO IV: ESTRATTO MAPPA CATASTALE

4 PREMESSA Oggetto della presente relazione tecnica, redatta conformemente a quanto previsto dall Allegato D proposto dall Amministrazione Provinciale, è la descrizione della nuova attività di recupero rifiuti non pericolosi da realizzarsi a seguito dell autorizzazione richiesta ai sensi dell art. 208 del D. Lgs. 152/2006 e del rilascio dei relativi permessi di costruire per le opere, richiesti tramite Sportello Unico al Comune di Brescia (prot /2009) presso l insediamento situato presso la Strada Vicinale della Castella nel Comune di Brescia, dalla Ditta Gaburri S.p.A. 1. LOCALIZZAZIONE DELL IMPIANTO L attività di trattamento dei rifiuti non pericolosi che la Ditta Gaburri S.p.A. intende esercitare sarà svolta nel Comune di Brescia nell area sita in località Cascina Castella, in corrispondenza di un contesto di cava inserita nell Ambito Territoriale Estrattivo classificato come ATEg25 Rezzato/Brescia dal Nuovo Piano delle attività estrattive della Provincia di Brescia approvato con D.C.R. n. VII/1114 del L area interessata dalla realizzazione della nuova area impianti della Ditta Gaburri S.p.A. occupa il vertice di nord ovest del sopra citato ATE g25, a sud est del territorio comunale di Brescia, a sud ovest dell abitato di Rezzato, nella fascia compresa tra le due principali arterie stradali della provincia: a Nord la Tangenziale sud Alcide de Gasperi e a Sud l autostrada A4 (. L area circostante la zona d intervento, oltre che dai terreni a valenza estrattiva compresi nell ATE g25, è costituita da terreni adibiti ad uso agricolo. I centri urbanizzati più prossimi all area di intervento sono: Buffalora (che dista circa 600 m in direzione Sud Ovest), Castenedolo (ubicato a 2,4 Km in direzione Sud), Rezzato (che dista circa 1,4 Km a Nord). 3

5 risorgive. L area ricade nella Area dell alta pianura centro orientale a nord della linea delle Per l inquadramento della zona si fa riferimento alle seguenti sezioni cartografiche: o per l inquadramento territoriale: Sezione D6c2 Castenedolo della Carta Tecnica Regionale (scala 1:10.000); o per l inquadramento geologico a carattere generale: Foglio 47 BRESCIA della Carta Geologica d Italia (scala 1: ). In particolare la piattaforma di messa in riserva e trattamento rifiuti, è situata a circa 350 metri dalla più vicina abitazione (cascina Campasso a nord ovest). I mappali interessati dall attività estrattiva sono i numeri 136 e 172 del Foglio 275 del Comune Censuario di Brescia (per una superficie complessiva di quasi m 2 ) e in particolare il sito individuato per l esercizio dell attività di recupero ricopre una superficie complessiva di circa m Vincoli gravanti L area, di cui al mappale precedentemente elencato, non risulta gravata da alcun vincolo, sia questo idrogeologico, paesaggistico, militare, archeologico, di parco o di riserva di alcun genere e/o derivante dalla presenza di un pozzo comunale, che possa condizionare o limitare l esercizio dell attività su tali aree, ad eccezione della presenza dell elettrodotto, il cui palo di sostegno (ad ovest) viene mantenuto e dal quale l escavazione sarà mantenuta ad una distanza di 20 m. I vincoli più prossimi sono costituiti dalle fasce di rispetto del cimitero e del pozzo di Buffalora (ad ovest), come possibile osservare dall estratto della tavola dei vincoli del Comune di Brescia riportata di seguito. 4

6 Fig.1: Estratto della tavola dei vincoli del Comune di Brescia 2. ACCESSI E PERIMETRAZIONE Il punto di accesso, come indicato nella Tavola allegata è situato sul lato nord est dell area, in corrispondenza della pesa. La perimetrazione dell area impianti, delle piattaforme di messa in riserva e dell impianto di produzione del conglomerato bituminoso sono riportate nel file georeferenziato contenuto nel supporto informatico annesso alla presente domanda (solo per la Provincia). 3. RETI ESTERNE Il contesto territoriale all interno del quale è inserita l area di trattamento e recupero rifiuti è caratterizzato da infrastrutture viarie di carattere nazionale e regionale, come illustrato in Figura 2: 5

7 A nord: Tangenziale Sud; ferrovia Milano Venezia; A sud: Autostrada A4 Milano Venezia; Ad est: S.S. 11; S.P. 67 (Tangenziale Est) Ad ovest: S.S. 236; Unitamente a tale viabilità si aggiunge una fitta rete di strade comunali e vicinali di collegamento tra i vari Comuni localizzati nei dintorni. Tra queste vengono citate, in quanto interessano direttamente l ATE g25, la strada Comunale per Castenedolo e la Strada vicinale per Castenedolo. L accesso all area avviene a seconda della provenienza, dalle seguenti vie: Provenienza da Bergamo o Verona: tramite l autostrada A4, con uscita Brescia Centro; si procede sulla Tangenziale Sud in direzione Rezzato, imboccando lo svincolo per Rezzato/Castenedolo; si prosegue poi per via San Giacomo (strada comunale per Castenedolo), fino all intersezione con la strada vicinale per Castenedolo, che conduce direttamente all accesso dell Ambito. E possibile anche uscire a Brescia Est, imboccando la Tangenziale Est di Brescia in direzione sud fino alla deviazione che immette sulla strada comunale per Castenedolo. Provenienza da est: seguendo la Tangenziale Sud fino all uscita per Rezzato/Castenedolo, dalla quale si prosegue come sopra. Provenienza da Sud: seguendo la S.S. 236 Goitese fino all intersezione con Via Serenissima; all altezza della rotatoria si imbocca la direzione per Rezzato seguendo via Serenissima fino all intersezione con via Agostino Chiappa (strada vicinale per Castenedolo) che sarà percorsa fino all accesso. L insediamento produttivo non avrà necessità di allacciamento non né dall acquedotto, né alla pubblica fognatura, pertanto ci si avvarrà di un pozzo, la cui autorizzazione sarà richiesta nel medesimo procedimento S.U.A.P. della presente domanda, per lo scarico dei servizi igienici si richiederà lo scarico in corpo idrico 6

8 superficiale. L impianto di frantumazione utilizzato per le demolizioni è dotato di proprio generatore diesel, mentre i nastri ed il vaglio sono alimentati dalla rete elettrica (tramite derivazione con cabina posta nell angolo sud ovest della cava). 7

9 Figura 2 Inquadramento viabilistico locale e localizzazione del sito di produzione 8

10 4. DESCRIZIONE DEL CICLO DI RECUPERO L attività che la Ditta Gaburri S.p.A. intende esercitare è quella relativa al riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche, R5, mentre è implicita la R13, ossia la messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti) dato che i rifiuti da trattare non vengono necessariamente avviati al recupero contestualmente alla loro presa in carico presso l unità produttiva in quanto gli impianti di trasformazione necessitano di idonei volumi per poter operare a regime. Le attività di recupero sono in realtà ben distinte per i rifiuti che si intendono ricevere, come descritte di seguito. Per la tipologia di rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, manutenzione reti tecnologiche (ovvero C.E.R , , , , , , ) il ciclo produttivo avviene secondo le seguenti fasi: fase preliminare: prevede l arrivo, mediante automezzi, del rifiuto accompagnato dal formulario di identificazione presso l unità produttiva e il relativo controllo della qualità del materiale presso l ufficio connesso alla pesa al fine di verificarne l ammissibilità all impianto e il successivo deposito nell apposita zona di messa in riserva. fasi primarie di recupero: dalla zona di messa in riserva, mediante mezzo meccanico, verrà prelevato il rifiuto ed avviato all impianto di riciclaggio dove mediante le fasi di macinazione, vagliatura, separazione della frazione ferrosa e selezione verrà sottoposto alla lavorazione. In particolare il materiale è avviato alla tramoggia dell impianto mobile di trasformazione dove l alimentatore primario trasferisce il rifiuto inerte nel prevaglio sgrossatore, il quale separa le parti fini dalle grosse ed accompagna queste ultime verso il frantoio. Il prodotto uscente dalla frantumazione primaria è preso in carico da un trasportatore a canale vibrante, questo raccoglie il materiale lavorato e lo 9

11 convoglia sopra il nastro trasportatore primario lungo il quale é posizionato il separatore magnetico adibito al prelievo della eventuale parte ferrosa che viene stoccata in apposito cassonetto metallico che viene a seconda delle necessità regolarmente svuotato. Il materiale è così allontanato e depositato in cumuli distinti di altezza opportuna per operare sugli stessi con normali pale meccaniche, per la successiva commercializzazione. Qualora vi siano nel rifiuto elementi incompatibili quali carta e plastica, questi vengono sottratti e allontanati per essere successivamente stoccati in idonei contenitori e destinati a periodico smaltimento. L impianto di trasformazione, che è di proprietà della Ditta, è un impianto mobile di frantumazione tipo REV CRUSHER TRACK GSC107 con annessa unità tecnologica costituita da vaglio rotante adibita alla selezione del materiale frantumato, utilizzato unicamente nel sito oggetto di studio. L impianto è dotato di sistema di nebulizzazione d acqua ad alta pressione che ha la funzione di abbattere le eventuali frazioni leggere (polveri) che si formano durante il processo di trasformazione. Il ciclo produttivo dei rifiuti derivanti dalle attività di scarifica del manto stradale (C.E.R ) prevede: fase preliminare: analoga alla precedente, consiste nell accettazione del rifiuto, che in questo caso è caratterizzato da un solo codice C.E.R., e nella sua messa in riserva sull apposito basamento pavimentato. fasi primarie di recupero: dalla zona di messa in riserva, mediante mezzo meccanico, il rifiuto verrà prelevato ed avviato all impianto di produzione del conglomerato bituminoso a caldo nel quale sarà miscelato alle materie prime ed ausiliarie vergini per produrre nuovo conglomerato. Il materiale recuperato viene aggiunto nell essiccatore 10

12 mediante un apposito sistema brevettato dall azienda produttrice costituito da un cilindro combustore speciale ad alta temperatura, in grado di introdurre fino al 40 % di fresato da conglomerato bituminoso. Il materiale in uscita dal riscaldamento viene alimentato nel gruppo riselezionatore dosatore mescolatore, costituito da: elevatore inerti, vaglio inclinato a 5 piani, tramoggia di raccolta degli inerti caldi, gruppi di pesatura per aggregati caldi, filler e bitume (stoccato negli appositi serbatoi con riscaldamento elettrico), gruppo di muscolazione riscaldato. Infine il prodotto finito è stoccato in silos. Tutte le fasi di produzione sono completamente automatiche; appositi sistemi di allarme intervengono per modificare o arrestare, se necessario, l impianto se i valori rilevati si discostano dai valori impostati oltre la tolleranza ammessa. L impianto è dotato di filtro depolverizzatore a maniche filtranti con recupero delle polveri per l abbattimento delle emissioni in atmosfera. 5. MODALITÀ DI STOCCAGGIO Per quanto concerne lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso, sono stati realizzati due basamenti pavimentati, di cui all art. 6 lett. c) del D.M , con idonea pendenza tale da fare recapitare le acque piovane ai pozzetti di raccolta. Su di essi vengono distinte le aree di stoccaggio dal settore di conferimento con l obiettivo di creare un area sulla quale si svolge una verifica al cumulo di rifiuti non pericolosi in ingresso accertandone l idoneità. La messa in riserva del materiale viene effettuata in cumuli fuori terra. Le tipologie di rifiuto per le quali si richiede l autorizzazione alla messa in riserva sono solo due, ovvero rifiuti da demolizione e costruzione e rifiuti costituiti da conglomerato bituminoso. Le due tipologie saranno mantenute separate, anche perché destinate a diversi cicli produttivi, come già descritto nel paragrafo precedente. 11

13 Le superfici occupate da ciascun settore sono riassunte nella seguente tabella: RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE ZONA CAPACITÀ VOLUMETRICHE [m 3 ] SUPERFICI OCCUPATE [m 2 ] SETTORE DI CONFERIMENTO ZONA DI MESSA IN RISERVA (pavimentazione) (scarpata) AREA DI TRATTAMENTO 40 RIFIUTI DA FRESATURA DEL MANTO STRADALE ZONA CAPACITÀ VOLUMETRICHE [m 3 ] SUPERFICI OCCUPATE [m 2 ] SETTORE DI CONFERIMENTO ZONA DI MESSA IN RISERVA (pavimentazione) (scarpata) AREA DI TRATTAMENTO 995 Tabella 1: superfici e capacità volumetriche del rifiuto Le materie prime secondarie prodotte saranno anch esse mantenute distinte, in particolare l asfalto prodotto nell apposito impianto verrà conservato in silos atti anche al suo caricamento sui mezzi di trasporto, mentre le materie prime secondarie derivanti dal recupero dei materiali da demolizione e costruzione verranno stoccate in cumuli fuori terra nel medesimo piazzale di produzione. 12

14 6. CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE Le piattaforme per la messa in riserva saranno realizzate mediante pavimentazione in asfalto, con cordoli di contenimento, e dotate di data idonea pendenza tale da recapitare le acque alla vasca di raccolta. L impianto di frantumazione per la lavorazione dei rifiuti derivanti da attività di costruzione e demolizione e manutenzione reti tecnologiche si trova sull area pavimentata, accanto ai rifiuti medesimi. L impianto di produzione del conglomerato bituminoso sarà realizzato ed installato dalla Bernardi Impianti e posizionato su di apposita area pavimentata, dotata di rete di raccolta delle acque, che avvia le stesse ad un apposito impianto costituito da vasche di accumulo per le acque di prima e seconda pioggia, con relativo disoleatore. Le acque di prima pioggia trattate saranno recapitate in corpo idrico superficiale, mentre quelle di seconda pioggia andranno nei primi strati del sottosuolo attraverso dei pozzi perdenti, come dettagliato nella relazione destinata all Ufficio Acque. La superficie totale pavimentata per la messa in riserva ed il trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi è di circa m 2, suddivisi nel seguente modo: m 2 di piazzale sommati a m 2 di telo in HDPE lungo la scarpata, destinati alla messa in riserva dei rifiuti derivanti dalle attività di scarifica del manto stradale, classificati con il codice C.E.R ; 333 m 2 per il settore di conferimento del rifiuto ; m 2 di piazzale sommati a m 2 di telo in HDPE lungo la scarpata,destinati alla messa in riserva dei rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, manutenzione reti tecnologiche, classificati con i C.E.R , , , , , , ; 322 m 2 per il settore di conferimento dei rifiuti sopra citati; circa m 2 relativi all ingombro dell impianto di produzione del conglomerato bituminoso e del piazzale circostante; 13

15 circa 40 m 2 relativi all ingombro dell impianto di frantumazione dei rifiuti da costruzione e demolizione; circa 20 m 2 relativi alle aree destinate alla raccolta degli scarti (legno, ferro, plastica). I quantitativi massimi di stoccaggio istantanei richiesti, date le superfici a disposizione, sono raggiungibili mediante cumuli di altezza attorno agli 8 metri, eventualmente appoggiati alla scarpata, appositamente protetta dalla posa di un telo in HDPE, in modo da non essere sopraelevati rispetto al piano campagna CAPACITÀ VOLUMETRICHE [m 3 ] SUPERFICI OCCUPATE [m 2 ] RIFIUTI DA COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE FRESATO DI ASFALTO Tabella 2: superfici e capacità volumetriche del rifiuto L asfalto prodotto sarà stoccato nel silo adibito a tale funzione in corrispondenza dell uscita dal miscelatore, esso sarà dotato di coibentazione con lana di roccia con densità di 80 kg/m 3 per uno spessore di 50 mm, rivestito in lamiera di alluminio da 0,8 mm. Gli aggregati riciclati derivanti dalle operazioni di recupero dei rifiuti da demolizione e costruzione saranno stoccate sul terreno, nei pressi dell impianto di frantumazione. 7. ATTREZZATURE UTILIZZATE PER LA MOVIMENTAZIONE RIFIUTI Per quanto attiene alle attrezzature per la movimentazione dei rifiuti speciali non pericolosi la Ditta Gaburri S.p.A. si avvarrà, secondo necessità, dei propri mezzi a servizio 14

16 dell attività produttiva, in particolare pale gommate per consentire le operazioni di messa in riserva ed il carico degli impianti, oltre che per il carico dei mezzi con il materiale lavorato. Gli stessi mezzi saranno impiegati in caso di presenza di rifiuti sul suolo, per raccogliere gli stessi, con eventuale intervento manuale per l asportazione, il rifiuto è infatti conferito allo stato solido, non vi sono rischi di sversamenti accidentali degli stessi che necessitino la presenza di sistemi di assorbimento del rifiuto. Le acque ricadenti sulla piattaforma saranno mantenute nella stessa sia grazie ai cordoli di contenimento che alla pendenza. 8. GESTIONE ACQUE Criteri di dimensionamento delle vasche per le aree di smessa in riserva rifiuti Il sistema di raccolta delle acque meteoriche ha previsto la posa di apposite vasche a tenuta, dimensionate per la raccolta delle acque di 1 a e 2 a pioggia, i cui volumi utili sono stati determinati basandosi sull analisi statistica delle piogge intense. Analizzando i diversi risultati ottenuti (dalla determinazione delle linee di possibilità pluviometrica, dal calcolo della portata di prima pioggia come definita dalla Regione, ossia i primi 5 mm di pioggia) si considera come 83,7 m 3, che verrà raggiunto dalla Ditta predisponendo due vasche a tenuta prefabbricate in calcestruzzo suddivise mediante paratoia, delle dimensioni totali di 12 x 2,5 x 3 metri, con una capacità di invaso superiore a 90 m 3. L acqua accumulata nella vasca verrà utilizzata come acqua di ricircolo e tramite una pompa sommersa, verrà riportata in testa al cumulo, con l intento di evitare la formazione di polveri durante le fasi operative di movimentazione e di favorirne l evaporazione. I sedimenti verranno periodicamente asportati da una Ditta specializzata e 15

17 smaltiti come previsto dalla legge. Qualora il surnatante dovesse riempire eccessivamente la vasca in periodi di piogge prolungate e persistenti (condizioni eccezionali se paragonate ai dati pluviometrici presenti in letteratura negli Annali Idrologici del bacino del Po) si provvederà ad effettuare in continuo il ricircolo del refluo in testa ai cumuli di rifiuto, che verrebbe così distribuito sull intera superficie della piattaforma e, se non fosse ancora sufficiente, si effettuerà lo svuotamento della vasca avvalendosi di Ditte autorizzate, in modo da assicurare che non si verifichi mai la condizione di troppo pieno e la tracimazione. Inoltre la Ditta nel caso di fermo prolungato dell attività si adopererà nel recuperare il rifiuto depositato sul basamento, in modo da tenere sgombera la pavimentazione e rendere ininfluente, dal punto di vista della contaminazione, l apporto di acqua nella vasca di raccolta. In ordine al mantenimento dell efficienza nel tempo del sistema di raccolta delle acque è previsto il controllo e la manutenzione periodica del medesimo. Criteri di dimensionamento delle vasche per l area dell impianto di produzione conglomerato bituminoso L area sulla quale sarà installato l impianto di produzione del conglomerato bituminoso è anch essa pavimentata e dotata di rete di accolta delle acque, realizzata mediante pozzetti collegati ad un impianto di raccolta e trattamento (vasca di accumulo e disoleatore), per le acque di prima e seconda pioggia. Tali acque sono recapitate rispettivamente in corpo idrico superficiale e nei primi strati del sottosuolo. 9. RIFIUTI TRATTATI E POTENZIALITÀ DELL IMPIANTO I rifiuti per i quali si richiede l autorizzazione al recupero sono catalogati nell All. D del D. Lgs. 152/2006 con i seguenti codici C.E.R. e relativa denominazione: 16

18 : rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alla voci e ; : cemento; : mattoni; : mattonelle e ceramica; : miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce ; : materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce ; : rifiuti misti dell attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci , e ; : miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce Tutti i rifiuti che la Gaburri S.p.A. intende ricevere e conseguentemente trattare sono rifiuti speciali non pericolosi che saranno conferiti allo stato solido, il cui peso specifico è stimabile indicativamente in 1,7 t/m 3 per i rifiuti da demolizione e costruzione, in 1,8 t/m 3 per il fresato di asfalto. La quantità massima di messa in riserva istantanea (R13), limitata dalla capacità della piattaforma, è pari a m 3 ( t) per i rifiuti da demolizione e costruzione, m 3 ( t) per il fresato. Il quantitativo annuale che si intende recuperare è di t per i rifiuti da costruzione e demolizione e t/a per il fresato di asfalto. Per quanto concerne l impianto di frantumazione, esso è il medesimo attualmente collocato presso la cava della Gaburri S,p.A. (operante in regime semplificato Iscrizione R1054), ed autorizzato per un quantitativo annuo di t/a. L impianto può trattare tra 75 e 205 t/h (dato di targa), si può pertanto ricavare il numero di ore necessarie per trattare il quantitativo annuo, ossia considerando una produzione media di 140 t/h, che 17

19 divise per 220 giorni lavorativi medi di un anno sono trattabili in 7 h/g. Per quanto attiene l impianto di produzione del conglomerato bituminoso, come detto esso è in grado di recuperare fino al 40% di fresato d asfalto, avendo una produzione di 175 t/h, esso può recuperare 70 t/h ovvero impiega 914 h per smaltire il quantitativo richiesto, per un totale di circa 4 h/g di funzionamento. Di seguito si mostra una tabella riepilogativa della capacità di trattamento degli impianti, facendo riferimento alla potenzialità massima degli stessi. Impianto Potenzialità Capacità giornaliera Capacità annuale Giorni lavorativi REV GCS t/h t/g t/a 220 BERARDI IMPIANTI 175 t/h (70 fresato) 560 t/g t/a 220 Tabella 3: potenzialità massima degli impianti installati I rifiuti decadenti dall attività di recupero sono costituiti dalle frazioni indesiderate presenti negli stessi materiali in ingresso, ovvero principalmente carta, plastica e ferro, in quanto il rifiuto viene recuperato integralmente. Essendo frazioni indesiderate è difficile determinarne l incidenza, ma essendo per lo più frazioni leggere è difficile che si passi l 1% in peso sul totale. Pertanto si può stimare una produzione di rifiuti pari a t/a. Dal ciclo di recupero sopra descritto per i rifiuti da costruzione e demolizione si ha l ottenimento di materie prime secondarie per l edilizia con caratteristiche conformi all allegato C della Circolare del Ministero dell ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/

20 Il materiale sarà costituito da aggregati riciclati idonei per l utilizzo sia in edilizia che per riempimenti e sottofondi stradali, all avvio della produzione saranno inoltre attivate le necessarie richieste per ottenere la marcatura CE degli aggregati prodotti, oltre all iscrizione al Repertorio del Riciclaggio per gli stessi. Per quanto concerne il materiale prodotto dal recupero del fresato stradale, esso è costituito da conglomerato bituminoso a tutti gli effetti identico a quello prodotto da materie prime vergini,. pertanto utilizzabile per i medesimi usi (creazione di manti stradali e piazzali). 10. TIPOLOGIE DI RIFIUTI TRATTATE E SISTEMI DI CONTROLLO ADOTTATI NEL CORSO DELL ATTIVITÀ PER LA VALUTAZIONE DEI RIFIUTI IN INGRESSO Come precedentemente esposto l accettazione dei rifiuti viene attuata dall operatore mediante controllo sia visivo, direttamente sul materiale nel mezzo di trasporto, sia amministrativo con la verifica del formulario; un ulteriore riscontro circa la rispondenza delle caratteristiche del rifiuto in ingresso con le tipologie autorizzate viene fatto durante la fase di scarico, nell apposita area dedicata (settore di conferimento). Nell elenco dei rifiuti sopra riportato sono presenti alcune voci che hanno la rispettiva voce specchio; infatti lo stesso rifiuto, in funzione della concentrazione limite, può risultare pericoloso o non pericoloso. Per queste tipologie va accertata l idoneità al riutilizzo specchio, attraverso la verifica analitica e pertanto il recupero sarà possibile solo dopo l esecuzione del test di cessione, secondo quanto stabilito dal D.M. 3/08/2005, tale test sarà effettuato in occasione del primo conferimento ed almeno una volta l anno. 11. SCHEMATIZZAZIONE PROCESSI Sono riportati gli schemi a blocchi per le due tipologie negli allegati. 19

21 12. EMISSIONI Aria Le emissioni previste nella componente aria sono dovuti alle attività di messa in riserva in cumuli fuori terra, alle attività di frantumazione e vagliatura, alla produzione del conglomerato bituminoso e al traffico dei mezzi in entrata ed uscita dall impianto. Per il controllo della formazione delle polveri dovute all attività di messa in riserva dei rifiuti e per la frantumazione dei medesimi, è richiesta l adozione di alcuni accorgimenti che ne limitino al massimo la diffusione: in particolare esse si generano sostanzialmente a causa della movimentazione del materiale asciutto tramite i mezzi di trasporto e per il veicolamento in atmosfera a causa dell azione eolica. L impianto di frantumazione è dotato di un gruppo di abbattimento polveri costituito da nebulizzatori d acqua ad alta pressione che hanno la funzione di abbattere le eventuali frazioni leggere (polveri) che si formano durante il processo di trasformazione. Essi vengono azionati dall operatore e vengono mantenuti in funzione per tutta la durata del processo di carico e riduzione volumetrica dei rifiuti inerti trattati. I nebulizzatori presenti sono stati predisposti dalla Ditta nel punto di carico del frantoio e nell uscita dallo stesso. Come ulteriore misura precauzionale per l attenuazione dell emissione di polveri si prevede l umidificazione dei cumuli di materiale mediante diffusori d acqua, oltre alla disposizione di teloni qualora si rendesse necessario. Inoltre nell area di stoccaggio viene effettuata la raccolta delle acque meteoriche: l acqua accumulata nelle vasche verrà utilizzata come acqua di ricircolo e tramite una pompa sommersa, verrà aspersa sul cumulo del materiale, con l intento di evitare la formazione di polveri durante le fasi operative di movimentazione. Anche per i cumuli di stoccaggio del materiale lavorato è prevista la copertura con teli in caso di necessità. Per quanto attiene le emissioni provenienti dall impianto di produzione del conglomerato bituminoso, esse sono filtrate mediante filtro a maniche e convogliate ad un 20

22 camino. saranno pertanto analizzate secondo le frequenze di legge. (Si precisa che è stata presentata presso il competente Ufficio della Provincia la domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera per le attività che saranno svolte nel sito, compresa l attività di recupero). Per gli operatori addetti al trasporto e al carico degli autocarri sono previsti, in particolare, sistemi indiretti di abbattimento quali il condizionamento dell aria all interno degli automezzi in disponibilità alla Ditta, nonché l uso dei comuni mezzi di protezione individuale (DPI). Ad impedire ulteriormente la diffusione delle polveri e del rumore nelle zone limitrofe al sito concorre sia l utilizzo della piantumazione esistente, barriere vegetali che fungono da filtro naturale e dissuasore per le particelle polverulente. Per quanto riguarda le polveri, la minimizzazione delle stesse mediante i sistemi di seguito riportati fornisce garanzie sufficienti a considerare basso l impatto, addirittura nullo al di fuori dell area di lavorazione. Per la componente traffico è stato stimato il numero dei mezzi in transito nel corso dello Studio di Impatto Ambientale presentato e al vaglio presso la Regione. Al fine di mitigare gli impatti dovuti al traffico le misure che si possono attuare si possono identificare con l organizzazione del flusso in entrata e in uscita cercando di aggregare il più possibile l ingresso di rifiuto con l uscita della materia prima secondaria, in modo da dimezzare i transiti, altre soluzioni migliorative di facile attuazione sono l utilizzo di mezzi in grado di trasportare carichi maggiori che consentano di ridurre ulteriormente il numero di transiti giornalieri. Anche l impiego di autocarri di recente costruzione può contribuire positivamente sia alla sicurezza stradale sia alla riduzione dell inquinamento (grazie alle regole dettate alle normative EURO IV ed EURO V). Acqua 21

23 L area di messa in riserva e lavorazione dei rifiuti non pericolosi è dotata di sistema di raccolta delle acque meteoriche, che vengono convogliate a vasche di raccolta a tenuta, dalle quali sono ripescate e ricircolate nel sistema di abbattimento polveri mediante nebulizzazione d acqua. Le acque derivanti dalla raccolta dell impianto di produzione del conglomerato bituminoso sono raccolte e trattate mediante accumulo e disoleazione e recapitate in corpo idrico superficiale o nei primi strati del sottosuolo. Suolo e sottosuolo L area è inserita nell ATE g25, ovvero è situata in un ambito da tempo oggetto di escavazione, in particolare ad ovest della stessa è situato un laghetto di un escavazione pregressa risalente ad epoca precedente quella della attuale (collocata ad est e sud est dell area impianti. Pertanto l escavazione dei 10 m per sotto quotare le aree è da considerare coerente con la situazione dei terreni circostanti. Tuttavia da un punto prettamente tecnico, una volta completata l escavazione la realizzazione delle opere e la posa degli impianti non comporteranno in realtà grosse limitazioni, poiché non incideranno sulla qualità del suolo, se non in termini della realizzazione delle pavimentazioni a protezione dello stesso. La previsione di scarichi su suolo sia delle acque meteoriche che delle acque reflue domestiche, oggetto di apposita autorizzazione comportano una valutazione da parte dei competenti Uffici circa eventuali rischi per le matrici in esame. Rumore Per la componente acustica l impatto è medio, non essendo previste barriere fonoassorbenti, ad esclusione dell alberatura già presente. Circa la valutazione del clima acustico l art. 8 della Legge Quadro sull inquinamento Acustico n. 447/1995 stabilisce che tutte le aziende 22

24 potenzialmente rumorose debbano presentare prima dell inizio della loro attività una Previsione di Impatto Acustico Ambientale. Per quanto concerne l esposizione al rumore del personale, essa sarà verificata con cadenza regolare nel corso dell intera durata dell attività, con le modalità da concordare anche con il medico competente. 13. RISCHIO DI INCIDENTI La politica di sicurezza che verrà adottata dal soggetto interessato alla lavorazione si articolerà in un programma generale che detterà, durante le fasi di futura lavorazione, il rispetto dei principi di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, in attuazione alle direttive in materia; in particolare è prevista: 1) la messa in opera di tutte le misure tecniche ed organizzative imposte dalle norme di legge, finalizzate in ogni caso a ridurre le situazioni di rischio e la probabilità del verificarsi di infortuni; 2) la sensibilizzazione e la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, nonché l informazione dei lavoratori operanti; 3) la fornitura, la dotazione e le modalità d uso dei mezzi di protezione individuale a disposizione del personale (DPI); 4) il costante mantenimento in piena efficienza dei macchinari e dei mezzi d opera in uso presso il sito. In fase esecutiva, la valutazione dei rischi potrà evidenziare un rischio BASSO, in ragione, nei differenti casi, di: periodica manutenzione dei mezzi d opera in dotazione ai soggetti interessati, che risulteranno perciò efficienti grazie alle revisioni cui saranno sottoposti; corretta dotazione ai lavoratori di tutti gli accorgimenti necessari alla loro sicurezza: abbigliamento costituito da: elmetto, guanti e scarpe di sicurezza con suola e 23

25 punta imperforabile, conforme alle norme di antinfortunistica; automezzi dotati di cabina insonorizzata, climatizzata e ammortizzata, sedile ergonomico, ecc.; pertanto, adeguata fornitura, nonché pronta sostituzione in caso di usura, dei mezzi di protezione individuale (DPI) del personale: mascherine, otoprotettori, ecc. Si precisa che tale materiale sarà utilizzato solo dopo aver constatato l impossibilità di attuare le misure tecniche e procedurali di prevenzione e protezione dai rischi di cui sopra; rispetto delle norme relative a distanze minime, divieti d accesso o transito, delimitazioni e segnalazioni; regolamentazione della velocità dei mezzi meccanici di trasporto secondo le caratteristiche del percorso, la presenza del carico e le possibilità di arresto del mezzo (con riferimento all art. 215 del D.P.R. 547/55): in tal senso la velocità dei mezzi dovrà essere limitata ai valori consentiti in cantiere, procedendo a passo d uomo nelle postazioni di lavoro; mantenimento della zona di trattamento rifiuti in condizioni di generale salubrità ed ordine. Per quanto più strettamente legato alla gestione vera e propria dei rifiuti si precisa che il rischio di incidenti tali da pregiudicare rischi per l ambiente è basso o addirittura nullo, infatti i rifiuti pervengono allo stato solido, annullando il pericolo di sversamenti accidentali. In caso di perdite di materiali dai mezzi di trasporto essi possono essere facilmente raccolti, senza necessità di mezzi assorbenti o barriere idrauliche. La possibilità di contaminazione della falda è ridotta dalla presenza della pavimentazione realizzata con la relativa rete di raccolta delle acque. In particolare nel piazzale adibito alla localizzazione dell impianto di produzione dell asfalto, dove saranno stoccate e movimentate materie prime contenenti idrocarburi, è presente un impianto che garantisce la disoleazione delle acque prima dello scarico. garantiscono un elevata efficienza, impedendo la percolazione di acque sino alla falda stessa. 24

26 14. SICUREZZA E PREVENZIONE Il personale da adibire agli impianti, con relativo organigramma, postazioni di lavoro e tutte le informazioni specifiche saranno di seguito specificate non essendo al momento disponibili dati di dettaglio così preciso. Inoltre la descrizione delle misure di prevenzione, dei rischi e delle riportate nel Documento di Valutazione dei Rischi, nel DSS. 15. OPERAZIONI DI SMALTIMENTO Presso l impianto non si effettueranno operazioni di smaltimento. 16. OPERAZIONI DI COMPOSTAGGIO Presso l impianto non si effettuano operazioni di compostaggio 17. GESTIONE RIFIUTI RAEE Non vi sono rifiuti RAEE in destinazione all impianto. 18. PIANO DI GESTIONE, MONITORAGGIO E CONTROLLO Le metodiche adottate per la ricezione dei rifiuti garantiscono che presso l impianto non arrivino rifiuti pericolosi, pertanto gli impatti attesi sono quelli derivanti dalle emissioni descritte nel paragrafo 12. Anche la gestione dell impianto è volta a minimizzare gli impatti creati dalla lavorazione dei materiali; questo comporta il rispetto 25

27 delle prescrizioni che saranno determinate dall autorizzazione alle emissioni in atmosfera, dall autorizzazione allo scarico delle acque. In generale non è previsto alcun monitoraggio oltre a quello ordinario (emissioni al camino dell impianto di produzione del conglomerato bituminoso, scarico delle acque), essendo gli impianti in esame volti al trattamento di rifiuti non pericolosi. Si potranno tuttavia stabilire delle verifiche periodiche delle componenti ambientali in accordo a quanto gli Enti competenti (ed in particolare A.R.P.A.) riterranno opportuno. IL TECNICO 26

28 ALLEGATO I: SCHEMA A BLOCCHI DEL CICLO PRODUTTIVO DEMOLIZIONI MATERIALE IN INGRESSO MATERIALE NON IDONEO CONTROLLO MERCEOLOGICO E PESATURA STOCCAGGIO TRAMOGGIA DI CARICO MATERIALE DA DEMOLIZIONE CATENARIA GRUPPO PRIMARIO DI FRANTUMAZIONE ABBATTIMENTO POLVERI SEPARATORE MAGNETICO DEPOSITO SCARTI IN CONTAINER NASTRO TRASPORTATORE VAGLIO DI SELEZIONE DEL MATERIALE NASTRI DI DISTRIBUZIONE CUMULI DI RACCOLTA DELLE MATERIE PRIME SECONDARIE 27

29 ALLEGATO II: SCHEMA A BLOCCHI DEL CICLO PRODUTTIVO FRESATO D ASFALTO MATERIALE IN INGRESSO MATERIALE NON IDONEO CONTROLLO MERCEOLOGICO E PESATURA STOCCAGGIO TRAMOGGIA DI CARICO MATERIALE DI RECUPERO NASTRO TRASPORTATORE IMPIANTO DI PRODUZIONE CONGLOMERATO BITUMINOSO ABBATTIMENTO POLVERI ACCUMULO IN SILOS PRODOTTO FINITO 28

30 ALLEGATO III: ESTRATTO CTR (Scala 1:10.000) 29

31 ALLEGATO IV: ESTRATTO MAPPA CATASTALE (Scala 1:2.000) 30

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