Formazione per l apprendistato Il tutor aziendale
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- Lucio Romano
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1 Formazione per l apprendistato Il tutor aziendale
2 Centro per Impiego della Provincia di Grosseto Centro per l Impiego Grosseto Via Scopetani Cittadella dello Studente tel fax centroimpiego@provincia.grosseto.it Orario al pubblico Lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 9 alle 12,30 Martedì e giovedì dalle ore 15 alle 17 Follonica Via Nenni, 2 tel fax Comuni di: Follonica, Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo M.mo, Montieri, Scarlino Arcidosso Via Lazzeretti, 100 tel fax Comuni di: Arcidosso, Castel del Piano, Castell azzara, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano Manciano Largo D Antona tel fax Comuni di: Manciano, Pitigliano, Semproniano, Sorano Grosseto Via Scopetani Cittadella dello Studente tel fax Comuni di: Grosseto, Campagnatico, Castiglion della Pescaia, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccastrada, Scansano Orbetello Piazza della Repubblica, 2 tel fax Comuni di: Orbetello, Capalbio, Isola del Giglio, Magliano, Monte Argentario
3 A cura del Centro per l Impiego di Grosseto: Roberta Giulietti, Massimo Caramelli, Lorella Dragoni Testi: Viola Pinzi, Giulio Iannis, Maurizio Serafin, Stefania Milani Impaginazione: Alessandro Bellucci Prodotto da Centro Studi Pluriversum per la Provincia di Grosseto - febbraio 2008 Stampato su carta riciclata
4 Premessa La figura del tutor aziendale è una delle novità più interessanti della riforma dell apprendistato, introdotta con la L. 196/97 (Legge Treu) e confermata dalla L. 30/03 (Legge Biagi). Le imprese, contestualmente all assunzione di un apprendista, individuano una persona incaricata di seguire il giovane durante il suo periodo di apprendimento. Questa guida si propone quale rapido strumento di informazione e aggiornamento per coloro che sono chiamati a svolgere il ruolo di tutor aziendale, cercando di fornire, in modo facile e sintetico, indicazioni e suggerimenti su come si possano affiancare efficacemente gli apprendisti durante la loro permanenza in azienda. Con la speranza che le imprese siano sempre più significativi luoghi della formazione dei giovani, sostenendoli nel loro percorso di avvicinamento al mondo del lavoro, la Provincia di Grosseto, attraverso il Centro per l Impiego, è disponibile per fornire informazioni e consulenza su tutti gli aspetti legati al contratto di apprendistato. Inoltre, il Centro per l Impiego offre la possibilità ai tutor aziendali di svolgere la formazione annuale obbligatoria, attraverso seminari organizzati periodicamente presso le sedi del Centro stesso a Grosseto, Follonica, Arcidosso, Manciano e Orbetello. Per maggiori informazioni le imprese possono rivolgersi al Centro per l Impiego di riferimento.
5 Introduzione L apprendistato apre da sempre ai giovani una nuova prospettiva di inserimento lavorativo: offre alle aziende un contratto molto favorevole, in termini economici e di benefici contributivi e garantisce al tempo stesso all apprendista un efficace percorso di apprendimento e di crescita professionale. Oltre alle regolamentazione avvenute con la Legge Treu e la Legge Biagi/ Maroni, in linea con le indicazioni dell Unione Europea, il D.Lgs 276 del 2003, ha introdotto una nuova struttura del contratto di apprendistato, prevedendone tre tipologie differenti, in base alla situazione del giovane e all obiettivo formativo da raggiungere. Di seguito ne schematizziamo le caratteristiche. Cosa Per chi Durata Obiettivo Apprendistato per l espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione giovani dai 16 ai 18 anni in diritto/ dovere di istruzione e formazione massimo 3 anni qualifica di istruzione e formazione professionale, un titolo di studio per l assolvimento del diritto/dovere Apprendistato professionalizzante giovani tra i 18 ed i 29 anni da 2 a 6 anni qualifica professionale Apprendistato per l acquisizione di un diploma e per percorsi di alta formazione giovani tra i 18 e i 29 anni in Toscana da 1 a 3 anni titolo di studio di livello secondario, universitario, di alta formazione o di specializzazione tecnica superiore (IFTS)
6 Anche le ore di formazione esterna cambiano secondo la tipologia: apprendistato diritto/dovere: 240 ore apprendistato professionalizzante: 120 ore, che possono essere ridotte a 80 se il giovane ha un diploma o una laurea apprendistato di alta formazione: in Toscana, almeno il 70% delle ore totali previste dal percorso formativo. Le qualifiche ottenibili con l apprendistato professionalizzante (e quindi anche in parte i ruoli per i quali si possono assumere apprendisti) devono fare riferimento, per conoscenze e competenze da acquisire, ai profili riconosciuti dalla Regione e disponibili nel database sul sito toscana.it, organizzati in base ai CCNL e per comparto. Nel caso in cui la qualifica non sia ancora prevista nell elenco profili, si può fare richiesta di approvazione alla Regione stessa.
7 1. Chi è il Tutor Aziendale? Il tutor aziendale è un lavoratore esperto, interno all azienda, che affianca l apprendista durante l attività lavorativa, trasmettendogli le competenze necessarie per svolgere i compiti assegnati; favorisce la sua integrazione nel contesto aziendale, supportandone la partecipazione alla formazione esterna. I requisiti che un lavoratore deve possedere per poter diventare tutor aziendale sono: lavorare nella stessa azienda in cui è impiegato l apprendista; essere qualificato, con un livello di inquadramento pari o superiore alla qualifica finale prevista per l apprendista; svolgere mansioni coerenti con quelle del giovane; avere un esperienza lavorativa di almeno tre anni. Tutte le imprese con apprendisti alle loro dipendenze sono obbligate, a nominare uno o più tutor aziendali e sono tenute a comunicarne i nomi al Centro per l Impiego, insieme ai dati degli apprendista che affiancano. Nelle imprese con meno di 15 dipendenti ed in quelle artigiane, il ruolo può essere ricoperto dal titolare dell impresa, da un socio o da un familiare. Ciascun tutor non può affiancare più di 10 apprendisti. Il tutor aziendale dell apprendistato deve inoltre frequentare una specifica attività di formazione di almeno 8 ore, organizzata dal Centro per l Impiego, per poter svolgere adeguatamente il suo compito in affiancamento agli apprendisti.
8 2. Il tutor aziendale: un ruolo e diverse funzioni Il tutor aziendale è un importante punto di riferimento per l apprendista all interno dell azienda in cui lavora. Potenzialmente ne diventa il maestro, guidandolo nel percorso di inserimento e di apprendimento. È responsabile della formazione che il giovane riceve in azienda e garantisce il raccordo tra la formazione esterna, svolta presso le agenzie formative accreditate, e l esperienza di lavoro. Il tutor deve aiutare l apprendista sia ad affrontare i compiti tecnicooperativi, richiesti dal ruolo professionale, sia ad inserirsi positivamente nel contesto organizzativo e relazionale dell azienda, preoccupandosi di coinvolgere nel processo di socializzazione anche altri soggetti presenti all interno dell impresa (superiori e/o colleghi del giovane apprendista). Deve inoltre stabilire un efficace collaborazione con il Centro per l Impiego presso il quale l apprendista individua il percorso di formazione esterna e con il tutor dell agenzia scelta per le attività formative esterne all impresa. Più in particolare il tutor aziendale deve preoccuparsi di: accogliere e inserire l apprendista nell ambiente di lavoro; illustrare gli obiettivi che caratterizzano il percorso di apprendimento inazienda del giovane; presentare il piano delle attività che gli verranno progressivamente assegnate in impresa; descrivere obiettivi e modalità della formazione esterna; comunicare al Centro per l Impiego, annualmente e alla conclusione del periodo di apprendistato, le competenze acquisite (in attesa dell approvazione del libretto formativo del cittadino). Nei paragrafi successivi approfondiremo queste funzioni nei confronti del giovane apprendista, sia da un punto di vista relazionale (l accoglienza, il rapporto con il giovane e la sua valutazione) sia da quello professionale (formazione in azienda e interazione con la formazione esterna).
9 2.1. L accoglienza Il primo inserimento dell apprendista in azienda è una fase molto importante del percorso formativo e lavorativo del giovane: la prima impressione, entrando in contatto con il nuovo ambiente, influenzerà molto i suoi atteggiamenti e condizionerà i suoi comportamenti futuri. Gli apprendisti, in genere, sono giovani alle loro prime esperienze professionali e spesso hanno atteggiamenti contraddittori nei confronti del lavoro. E possibile che i giovani apprendisti tendano a leggere in modo soggettivo, se non perfino distorto, quanto avviene nel contesto di lavoro, sostituendo facili entusiasmi con delusioni e cadute di impegno di fronte alle prime difficoltà. Accogliere nel migliore dei modi l apprendista in azienda consente invece al giovane di comprendere appieno l opportunità di crescita professionale che gli viene offerta, motivandolo al lavoro e all apprendimento. Per realizzare un buon inserimento dell apprendista in azienda, si suggerisce di predisporre colloqui, incontri con il personale e visite ai reparti, che consentiranno al giovane di acquisire le informazioni necessarie su: l impresa - cosa produce, come è organizzata, qual è la storia; il reparto in cui verrà inserito - cosa produce, come è organizzato, quali strumenti e tecnologie vengono utilizzati; i colleghi - chi sono, quali mansioni svolgono, qual è la loro storia professionale; le regole di base orari, accessi ai locali aziendali, modalità di gestione dei turni e delle assenze. In questa fase è importante che il tutor illustri anche all apprendista le principali caratteristiche del contratto di apprendistato, il percorso formativo e professionale in cui verrà inserito (quali compiti sarà chiamato a svolgere, quali competenze dovrà acquisire, di quali risultati dovrà rispondere) e il tipo di aiuto che potrà ricevere.
10 2.2. La relazione con l apprendista La relazione con il tutor aziendale è il nodo chiave del processo di apprendimento del giovane. Il tutor aziendale deve dedicare particolare cura nel cercare di stabilire con l apprendista una buona relazione interpersonale basata sulla reciproca fiducia. Occorre favorire lo scambio, in modo che il percorso di inserimento professionale non venga vissuto dal giovane passivamente, come una procedura prestabilita a cui deve adeguarsi. È invece fondamentale che il tutor sottolinei l accordo di investimento reciproco che il giovane e l impresa - attraverso il tutor aziendale - stanno sottoscrivendo e si impegnano a rispettare. Durante la fase di accoglienza è necessario ricavare lo spazio e il tempo necessari ad approfondire la conoscenza reciproca. Occorre cercare un ambiente tranquillo, evitando di essere continuamente interrotti, e cercare di non manifestare segnali di fretta di concludere l incontro. È importante anche mostrare una immediata disponibilità a condividere la propria esperienza con l apprendista, presentando prima di tutto sé stessi, il proprio percorso professionale e l impegno che si intende dedicare nell aiutare il giovane. Non si tratta soltanto di fornire informazioni al nuovo arrivato, ma di coinvolgerlo in un progetto di sviluppo professionale e di aiutarlo a sentirsi parte dell azienda, mostrando nei suoi confronti un interesse reale e prestando attenzione alle aspettative, ai dubbi ed alle difficoltà che il giovane manifesta rispetto al proprio inserimento in azienda. Bisogna infatti ricordare che spesso si ha a che fare con persone che non hanno ancora raggiunto la piena maturità e che possono essere relativamente fragili da un punto di vista emotivo. Occorre quindi evitare giudizi negativi o atteggiamenti svalutativi che possono far diminuire la motivazione e l impegno ad apprendere. Durante lo svolgimento del piano di lavoro il tutor deve assumere una funzione di guida all apprendimento, aiutando il giovane a sviluppare un adeguata consapevolezza sui risultati e sui metodi e gli strumenti per raggiungerli, senza assumere un atteggiamento eccessivamente direttivo.
11 2.3. La formazione in azienda Il tutor aziendale deve affiancare l apprendista all interno dell impresa in cui lavora, per tutta la durata del contratto di apprendistato. Per poterlo seguire efficacemente sul lavoro è opportuno partire dalla messa a fuoco del ruolo professionale che dovrà ricoprire al termine del contratto, individuando quali attività il giovane dovrà essere in grado di svolgere e, a partire da queste, definire le competenze che dovrà acquisire: che cosa il giovane dovrà sapere (conoscenze) e che cosa dovrà saper fare (capacità). Una volta definite le caratteristiche del ruolo professionale che il giovane dovrà ricoprire, è necessario stabilire un piano di lavoro, programmando la formazione dell apprendista e valutando quali compiti ed in quale fase si possono assegnare al giovane. Le conoscenze iniziali del giovane, valutate durante la fase di accoglienza, consentirà di stabilire il punto di partenza, individuando i compiti che è opportuno attribuirgli all inizio. La pianificazione dei compiti rende più facile seguire l inserimento e verificare i risultati. In questo modo il tutor e l apprendista - ma anche gli operatori esperti chiamati a seguirlo di volta in volta - avranno più chiari gli obiettivi e come si sta procedendo. Per definire ed esplicitare a tutti il piano di lavoro che è stato predisposto si possono utilizzare i modelli alla fine di questo volume e soprattutto la scheda denominata Piano formativo individuale. Durante lo svolgimento del piano occorrerà naturalmente tenere conto di quello che succede (imprevisti, emergere di particolari urgenze aziendali, problemi di organizzazione, difficoltà incontrate e tempi di apprendimento del giovane), apportando di volta in volta gli aggiustamenti necessari a raggiungere i risultati previsti. Il piano formativo non è una procedura stabilita a priori rigidamente, ma un progetto da seguire costantemente e aggiornare nel tempo, effettuando le eventuali modifiche, in considerazione di quello che accade nella realtà.
12 2.4. La formazione esterna Il tutor deve collaborare con l apprendista e il Centro per l Impiego per l individuazione del percorso relativo alla formazione esterna all azienda. Il tutor fornisce utili elementi al personale del Centro per l Impiego e all agenzia formativa per la definizione del piano formativo individualizzato del giovane: l obiettivo è cercare la maggior coerenza possibile tra percorso didattico ed esperienza dell apprendista all interno dell azienda. Per fare ciò, si può utilizzare l altro modello in fondo a questo volume, la scheda denominata Patto formativo integrato. È pertanto opportuno che il tutor aziendale accompagni l apprendista presso il Centro per l Impiego per il colloquio di orientamento, durante il quale viene descritta l offerta formativa disponibile (titoli dei moduli, obiettivi dell apprendimento, principali contenuti) e individuato il percorso più adatto. Successivamente il tutor dovrebbe incontrare il coordinatore didattico dell agenzia formativa per verificare le attività previste durante la formazione esterna. La conoscenza del programma di formazione extra-aziendale consente al tutor aziendale di: fornire all apprendista consapevolezza dei collegamenti esistenti tra l esperienza aziendale e la formazione esterna; verificare con il tutor dell agenzia formativa il rapporto tra programma previsto e risultati effettivamente prodotti dalla formazione extra aziendale, anche in relazione all eventuale formazione delle annualità successive.
13 2.5. La valutazione e l azione di supporto al giovane Per seguire efficacemente gli inserimenti, mantenere alta la motivazione dell apprendista e consentire a quest ultimo di migliorare progressivamente le sue competenze, è necessario che il tutor proceda ad una valutazione periodica di quello che il giovane sta imparando. La valutazione dei risultati ottenuti è fondamentale per l apprendimento, perchè permette, in caso, di recuperare eventuali carenze o difficoltà, senza problemi né per il giovane né per l azienda. È opportuno informare da subito l apprendista, su cosa, come e quando sarà valutato, per creare condizioni più favorevoli alla sua collaborazione e aiutarlo a comprendere meglio in che direzione orientare il suo impegno. Il tutor aziendale deve prevedere dei momenti di confronto e colloquio con il giovane apprendista per svolgere un monitoraggio ed una valutazione costante dei progressi del ragazzo. I momenti di valutazione saranno pianificati in rapporto al programma delle attività previste per l apprendista: non è necessario che siano particolarmente frequenti, ma è utile collocarli dopo che il giovane ha avuto modo di mettersi alla prova con compiti che richiedono l utilizzo di un insieme significativo di competenze fra loro connesse. Alla fine di ciascuna fase di valutazione, è opportuno che il tutor organizzi un colloquio con l apprendista per discutere con lui i risultati emersi, in modo da coinvolgerlo e responsabilizzarlo rispetto al proprio percorso formativo e professionale. La presenza di periodici momenti di valutazione durante il percorso di apprendistato permette anche di semplificare al tutor la valutazione periodica e finale delle competenze acquisite dal giovane, al termine del contratto, cui concorre la Dichiarazione delle competenze (la scheda C nel prossimo paragrafo), rilasciata dall agenzia a conclusione della formazione esterna.
14 3. Modelli e strumenti per la valutazione e la programmazione delle azioni Di seguito, proponiamo tre schede attualmente in uso per i contratti di apprendistato nella Provincia di Grosseto, che saranno utili al tutor per compiere le sue funzioni. I tre moduli costituiscono nel complesso una ricostruzione dell intero percorso formativo del giovane apprendista. A. Il piano formativo individuale dove si indicano, all avvio del periodo di apprendistato, le competenze da acquisire con la formazione interna. B. Il patto formativo integrato dove si indicano moduli, competenze e organizzazione del periodo di formazione esterna scelto dall apprendista. C. Dichiarazione delle competenze è l attestazione, a conclusione della formazione esterna, che documenta le competenze effettivamente acquisite dal giovane.
15 Carta intestata dell impresa Allegato al contratto di apprendistato del... tra l Impresa... e il Signor...Durata... Piano formativo individuale Profilo formativo... Qualifica... Formazione interna Conoscenze Competenze I anno Conoscenze Competenze II anno Conoscenze Competenze III anno Conoscenze Competenze VI anno Proseguire per gli eventuali altri anni di durata previsti dal C.C.N.L Formazione esterna Sarà effettuata secondo il piano e le modalità previste dalla Provincia di... ai sensi dell art. 44 del Regolamento Regionale n. 22/R del Tutor aziendale... L impresa... Data... Il lavoratore...
16 REGIONE TOSCANA (logo agenzia) UNIONE EUROPEA Fondo sociale europeo Formazione esterna per l apprendistato Patto formativo integrato (agenzia - apprendista - azienda) tra L Agenzia... indirizzo... rappresentata da... e l Apprendista... nato il... a...cf... Assunto presso l Azienda... Settore di riferimento... si concorda il presente patto formativo integrato per l acquisizione delle seguenti competenze: Formazione esterna Capacità Conoscenze Modulo base Capacità Conoscenze Modulo trsversale Capacità Conoscenze Modulo tecnico-professionale Area professionale... 1
17 UNIONE EUROPEA Fondo sociale europeo REGIONE TOSCANA (logo agenzia) e si concorda il seguente piano formativo: Sede Data Ore Attività didattica Materiale didattico individuale che verrà consegnato ad ogni apprendista Si definisce l impegno comune a recuperare eventuali periodi di assenza. L agenzia di impegna a fornire l assistenza del tutor... Per accettazione L Agenzia formativa L Apprendista L azienda (il tutor aziendale)..., lì... 2
18 REGIONE TOSCANA (logo agenzia) UNIONE EUROPEA Fondo sociale europeo Formazione esterna per l apprendistato Dichiarazione delle competenze acquisite nell ambito del percorso formativo Rilasciata a... Nato/a...il...Codice Fiscale... Settore... Percorso formativo Data inizio... Data conclusione... Totale ore percorso... Totale ore svolte dall apprendista... Capacità Conoscenze Competenze acquisite Modulo base Capacità Conoscenze Modulo trsversale Capacità Conoscenze Modulo tecnico-professionale Area professionale... La presente dichiarazione si compone di n.... pagine. Data... Il legale rappresentante dell agenzia formativa (Timbro e firma)
19 Informazioni e riferimenti utili Normativa Generale D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276 Circolare Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 40/2004 Piano di indirizzo integrato regionale PIGI, Regione Toscana, settembre 2006 Apprendistato diritto-dovere Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 76 Apprendistato professionalizzante Legge Regionale 1 febbraio 2005, n. 20 Regolamento Regionale 2 febbraio 2005, n. 22/R Delibera Giunta Regionale 21 marzo 2005, n. 427 Delibera Giunta Regionale 4 luglio 2005, n. 706 Apprendistato di alta formazione Protocollo d intesa Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale e Regione Toscana Apprendistato per l acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione Circolare Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 2/2006 Siti utili Servizi per il lavoro della Provincia di Grosseto Riforma Biagi Apprendistato Settore Lavoro Apprendistato In questo sito si trovano informazioni e l elenco dei profili professionali. Su questo sito si possono trovare due utili e più approfondite guide per il tutor aziendale.
20 Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere a: il Centro per l impiego o agli Uffici Territoriali per l Impiego di Grosseto; la Regione Toscana (Settore Lavoro e Formazione Continua); le Associazioni dei datori di lavoro; le Associazioni sindacali.
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