ha pronunciato la presente

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Cristina Mazza
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1 Torna alla pagina precedente N /2016 REG.PROV.COLL. N /2014 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 3620 del 2014, proposto da: Consuelo Corti, rappresentato e difeso dagli avvocati Massimo Nicolini, Cristina Cantu', con domicilio eletto presso Massimo Nicolini in Milano, Via Boschetti, 1; contro Consorzio Brianteo Villa Greppi, rappresentato e difeso dagli avvocati Gian Luigi Rota, Antonia De Nittis, con domicilio eletto presso Gian 1 di 10 28/07/ :02

2 Luigi Rota in Milano, Via Conservatorio n. 22; per l'annullamento dell'ordinanza prot. n.2552 del 25 novembre 2014, notificata a mezzo del servizio postale il 26 novembre 2014, nonchè di ogni altro atto connesso. Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Consorzio Brianteo Villa Greppi; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 11 maggio 2016 il dott. Alberto Di Mario e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue. FATTO e DIRITTO 1. La ricorrente, in qualità di proprietaria di un terreno confinante a ponente con i terreni contraddistinti ai mappali 296 e 954 di proprietà del Consorzio Brianteo 2 di 10 28/07/ :02

3 Villa Greppi ha impugnato l ordinanza del Consorzio con la quale l ente ha ordinato alla ricorrente di provvedere entro quindici giorni dalla notifica del provvedimento al "taglio degli alberi e delle piante sul mappale 954 di proprietà del Consorzio Brianteo Villa Greppi e alla rimozione immediata doni ostacoli che possano interferire con il passaggio". Per il caso di inottemperanza, l'impugnata ordinanza ha disposto "l'occupazione temporanea delle aree confinanti con il mappale 954 (mappale 289) al fine di tagliare le piante sullo stesso mappale e ripristinare l'accesso". Contro il suddetto atto la ricorrente ha proposto i seguenti motivi di ricorso. I) Eccesso di potere per errore sui presupposti, travisamento dei fatti, carenza di istruttoria, contraddittorietà e sviamento di potere. Secondo la ricorrente la piantumazione sul terreno di 3 di 10 28/07/ :02

4 proprietà del Consorzio non è stata fatta da Lei per cui non comprende come si possa ingiungere alla ricorrente di procedere al taglio di piante peraltro insistenti su una terreno di proprietà dello stesso Consorzio. In secondo luogo il Consorzio eserciterebbe illegittimamente un proprio potere autoritativo per vedersi riconoscere "di fatto" la possibilità di esercitare una servitù di passaggio. Il Consorzio eccepisce l inammissibilità del ricorso per mancanza di interesse ed in quanto l azione proposta sarebbe una negatoria servitutis. In subordine chiede che il ricorso sia dichiarato infondato. All udienza del 11 maggio 2016 la causa è stata trattenuta dal Collegio per la decisione. 2. Il ricorso è fondato. L atto impugnato ha i caratteri propri del provvedimento in quanto contiene un ordine al destinatario con la comminatoria di una possibile 4 di 10 28/07/ :02

5 occupazione d urgenza per il caso di inottemperanza. Tale atto rientra nei poteri di autotutela dell amministrazione. La giurisprudenza ha chiarito che i poteri dell amministrazione sui propri beni rientrano nell autotutela esecutiva che, a sua volta, rinviene la sua fonte di legittimazione negli artt. 823 e 824 del c.c.. Mentre l art. 823 del codice civile, nel disciplinare la condizione giuridica del demanio pubblico stabilisce, al suo secondo comma, che spetta all autorità amministrativa la tutela dei beni che fanno parte del demanio pubblico. Essa ha facoltà sia di procedere in via amministrativa, sia di valersi dei mezzi ordinari a difesa della proprietà e del possesso, regolati dal presente codice, l art 824 estende il regime dei beni del demanio pubblico ai beni della specie di quelli indicati dal secondo comma dell art 822, se appartengono alle province o ai comuni. Ed è bene sottolineare, in questa 5 di 10 28/07/ :02

6 prospettiva, che la facoltà di procedere in via amministrativa implica addirittura la possibilità di avvalersi di speciali poteri recuperatori del bene, anche a prescindere dall intervento dell Autorità giudiziaria, non escluso il ricorso all uso della coazione. Così come è bene sottolineare che l autotutela esecutiva della P.a. delinea un area di esenzione dall applicazione concreta di quelle disposizioni che il codice penale dedica al reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle cose, di cui all art 393 c.p., fattispecie che si attaglia a casi in cui il recupero della disponibilità di un bene avviene non già per mezzo degli strumenti ordinari di tutela, ma con l uso della forza. Dall insieme di queste disposizioni, e dalle ulteriori norme che il codice civile dedica alla disciplina dei beni appartenenti allo Stato, agli enti pubblici e agli enti ecclesiastici, si desume che il legislatore ha inteso introdurre uno statuto speciale a 6 di 10 28/07/ :02

7 protezione non solo dei beni del demanio, ma anche dei cd. beni del patrimonio indisponibile (sia dello Stato che degli altri enti pubblici) (TAR Puglia, Lecce, II, 12/12/2012 n.1985). Tale regime è applicabile anche al Consorzio in giudizio in quanto, trattandosi di consorzio di funzioni tra enti locali (v. art. 1 dello Statuto), è un ente pubblico ad essi equiparato (in questo senso T.a.r. Lombardia Milano, 13 marzo 1995, n. 355). Né d altro canto il Consorzio ha dato prova che si trattasse di beni del patrimonio disponibile, rispetto ai quali, la minaccia di un occupazione forzata, sarebbe un esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Ne consegue che sussiste interesse della ricorrente al giudizio e deve escludersi che la ricorrente agisca contro una supposta servitù di cui il Consorzio non ha dato alcuna prova. Il primo motivo di ricorso è fondato in quanto le piante che dovrebbero essere tagliate dalla ricorrente, insistono sul terreno del Consorzio e 7 di 10 28/07/ :02

8 di conseguenza, per il principio dell accessione, sono di proprietà del medesimo. La richiesta alla ricorrente di tagliarle è quindi priva di fondamento. Le piante, infatti, non sono beni che mantengono la propria individualità ed il conseguente regime proprietario e possessorio. Essendo normalmente inseparabili dal suolo vengono acquisiti dal proprietario del terreno che di conseguenza si deve assumere tutti i compiti di manutenzione e gestione, compresa la distruzione. E quindi irrilevante chi le abbia piantate e deve escludersi qualsiasi obbligo di terzi nei confronti di beni di proprietà del Consorzio. In definitiva quindi il ricorso va accolto con conseguente annullamento dell atto impugnato. 3. Le spese seguono la soccombenza e sono liquidate come in dispositivo. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia (Sezione Terza) definitivamente pronunciando 8 di 10 28/07/ :02

9 sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e per l effetto annulla gli atti impugnati. Condanna il Consorzio al pagamento delle spese processuali alla ricorrente, che liquida in euro 1.500,00 oltre IVA e CPA come per legge. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Milano nella camera di consiglio del giorno 11 maggio 2016 con l'intervento dei magistrati: Ugo Di Benedetto, Presidente Alberto Di Mario, Consigliere, Estensore Diego Spampinato, Primo Referendario L'ESTENSORE Alberto Di Mario IL PRESIDENTE Ugo Di Benedetto IL SEGRETARIO 9 di 10 28/07/ :02

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