Ricercatori. del 18 Luglio 20 l O CORRIERE DEL MEZZOGIORNO estratto da pago 6. ritaglio stampa ad uso esclusivo del cliente, non riproducibile

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1 del 18 Luglio 20 l O CORRIERE DEL MEZZOGIORNO estratto da pago 6 Pollena Trocchia Viene alla luce un'importantissima area archeologica : trovati mosaici e reperti. L'interesse dell'università di Oxford Un bimbo di anni fa trovato nell' area dell' ex discarica POLLENA macchia - Un sonno lungo più di anni. TI sonno di un bambino, il <<fanciullo di Pollena Trocchia», che per 15 secoli ha riposato indisturbato sotto strati di cenere e lava. Un ritrovamento di grande importanza quello effettuato all'interno del sito archeologico della cittadina vesuviana all'interno del quale si scava ormai da più di quattro anni grazie all'accordo firnlato dall'università Suor Orsola Benincasa, dal Comune di Pollena Trocchia, e dalla Brigham Young University, oltre che dalla Oxford University dalla quale provengono dieci studenti che stanno partecipando alle operazioni. I ricercatori, hanno rinvenuto all'interno di un'anfora i resti di un bambino dell'apparente età di uno o due anni al massimo. Una sepoltura risalente, molto probabilmente al quinto secolo dopo Cristo, di quelle riservate alle classi più povere dell'epoca come testimoniano l'involucro di scarso valore e la mancanza di qualsiasi arredo funebre. <ili' questa - afferma Antonio De Simone, direttore del progetto di scavo - la terza sepoltura di questo tipo rinvenuta nell'area. In precedenza sono stati ritrovati i corpi di altri due bambini, Ricercatori I professori Pinto e De Simone sul luogo del ritrovamento. A sinistra l'anfora con i resti del bambino un maschi etto di 5 anni e un altro dal sesso non identificato di circa due anni. Solo nell'anfora contenente il corpo del bimbo più grande c'era una moneta». Probabilmente una reminiscenza delle sepolture pagane nelle quali si era soliti lasciare un obolo per Caronte, il traghettatore del fiume Acheronte nell'ade. «In queste sepolture - precisa De Simone - si ravvedono commistioni tra rituali pagani e cristiani». Quello di Pollena Trocchia è un sito archeologico che gode certamente di maggior fama all'estero piuttosto che in patria. I risultati del lavoro degli archeologi ha già fatto il giro del mondo, mentre in Italia ben poco si sa di ciò che è stato rinvenuto a pochi chilometri da realtà ben più famose come Pompei ed Ercolano. L'insediamento romano, terme intorno alle quali si troverebbero diverse ville e fattorie, è rinato per tre volte, e per tre volte nell'arco di due millenni, il Vesuvio lo ha lo ha distrutto. L'ultima volta, a liberarsene ci hanno provato in epoca moderna gli uomini: il sito archeologico stava per essere definitivamente demolito durante la realizzazione di un'area residenziale, il Parco Europa Problemi tecnici obbligarono gli esecutori dei lavori a mettere al corrente della la Sovrintendenza della presenza dei reperti. Ma poco o nulla fu fatto: era il 1988 quando l'area fu recintata; qualche mese dopo iniziarono gli sversamenti abusivi di rifiuti col risultato che fino a qualche anno fa il sito non era che una grande discarica a cielo aperto. «Questo, era un sito ricco alle origini - afferma De Simone - tanto che sono stati ritrovati preziosi mosaici del TI secolo d. C., ma come il resto dell'impero romano in Italia, ha conosciuto un lungo periodo di decadenza nei secoli successivi». Secoli in cui la mortalità infantile era elevatissima' come dimostrano le tombe dei fanciulli di Pollena Trocchia. «Sto seguendo da vicino l'affascinante lavoro degli archeologi. - ha dichiarato il sindaco Francesco Pinto - Quanto è stato fatto fino ad ora lo si deve soprattutto alla tenacia e alla competenza del professor De Simone che sin dall'inizio ha creduto nell'importanza di questo sito che intendiamo valorizzare per rilanciare lo sviluppo culturale della nostra città». Diego Penna ritaglio stampa ad uso esclusivo del cliente, non riproducibile

2 del 18 Luglio 2010 IL GIORNALE DI NAPOLI estratto da pago 9 POLLENA TROCCHIA RITROVAMENTO NEL SITO ARCHEOLOGICO VENUTO ALLA LUCE CON I LAVORI PER IL PARCO EUROPA. E IL TERZO REPERTO FUNEBRE DELLA ZONA Scheletro di bimbo in un'anfora del V secolo POLLENA TROCCHIA. È rinato per tre volte, e per tre volte nell'arco di due millenni, la natura lo ha distrutto. L'ultima volta, a liberarsene ci ha provato la mano umana: il sito archeologico stava per essere definitivamente demolito, ma il cavo meccanico utilizzato per abbatterlo fallì e gli esecutori dei lavori edili per la realizzazione dell'area residenziale del Parco Europa furono obbligati a mettere al corrente della presenza dei reperti la Sovrintendenza. Poco o nulla fu fatto: era il 1988 quando 1'area fu recintata; qualche mese dopo iniziarono gli sversamenti abusivi di rifiuti col risultato che fino a qualche anno fa il sito non era che una grande discarica a cielo aperto. Erano delle terme romane, secondo le ultime indagini archeologiche eseguite, le costruzioni oggetto di studi in questi mesi, nell'area residenziale del Parco Europa. L'ultimo ritrovamento lisale a due giorni fa : in un'anfora è stato ritrovato lo scheletro eli un bambino di circa un anno. È il terzo reperto funebre scoperto in questa zona: due anni fa altre due urne contenenti corpi infantili furono portate alla luce. Inizialmente si pensava si trattasse di una fattoria romana, ma le indagini hanno acclarato che il sito tesbmonia la presenza di un complesso termale presumibilmente parte di una villa residenziale. TI progetto di recupero del sito è partito nel 2004; nel 2007 si è proceduto agli Scavi che hanno consentito di portare alla luce parte della struttura. I lavori sono stati possibili grazie a un accordo siglato tra l'università Suor OrsaIa Benincasa, il Comune di Pollena Trocchia, la Brigham Young University e, negli ultimi mesi, gli studenti dell'università di Oxford. Direttore dei lavori è il professor Antonio De Simone. Secondo le deduzioni dell'esperto, la prima edificazione delle terme risale al periodo precristiano; alla devastante eruzione del '79 d.c., che rase al suolo Ercolano e Pompei, seguì una nuova ricostruzione, forse risalente al II o III secolo; nel 472 il Vesuvio tornò a deflagrare abbattendo nuovamente il sito che, ancora, fu ripristinato tra il 480 e il512 quando, una terza eruzione, lo distrusse definitivamente. Coperto dal tempo, è tornato alla luce, come detto, per puro caso del Oggi, finalmente, grazie all'accordo tra il mondo accademico e il Comune di Pollena Trocchia, il sito archeologico si avvia a riguadagnare l'antico splendore, in attesa di essere riconsegnato alla collettività. «Sto seguendo da vicino l'affascinante lavoro degli archeologi ~ ha elichiarato il sindaco Francesco Pinto - Quanto è stato fatto fino ad ora lo si deve soprattutto alla tenacia e alla competenza del professor De Simone che sin dall'inizio ha creduto nell'importanza di questo sito». ((Gli scavi sono frutto della raggiunta sinergia tra le istituzioni. ~ ha detto ancora il sindaco - Alla luce anche dei ritrovamenti di questi anni, esso rappresenta una risorsa straordinaria per lo sviluppo sociale e culturale del nostro comune nonché di quelli limitrofi e stiamo lavorando per valorizzarlo adeguatamente». «A tal proposito,~ ha spiegato Pinto -l'amministrazione metterà in campo tutti gli sforzi necessari per riqualificare le aree adiacenti al sito affinché le rovine siano visitabili quanto prima». (Sarà mia cura infine ~ ha concluso il sindaco di Pollena Trocchia ~ portarlo all'attenzione degli enti sovracomunali e governativi per raggiungere un intervento congiunto che porti a compimento nel più breve tempo possibile la campagna di scavi».

3 del 18 Luglio 2010 IL GIORNALE DI NAPOLI estratto da pago 9

4 del 18 Luglio 2010 CRONACHE DI NAPOLI estratto da pago 23 E' il terzo ritrovamento scoperto in questa zona: 2 anni fa altre due urne furono portate alla luce Dagli scavi archeologici di Pollena spunta un 'bimbo' di 1500 anni fa Pinto: sarà cura del Comune riqual~care l'area adiacente ai reperti POLLENA TROCCHIA - E' rinato per tre volte, e per tre volte nell'arco di due millenni, la natura lo ha distrutto. L'ultima volta, a liberarsene ci ha provato la mano umana: il sito archeologico stava per essere defmitivamente demolito, ma il cavo meccanico utilizzato per abbatterlo fallì e gli esecutori dei lavori edili per la realizzazione dell'area residenziale del Parco Europa furono obbligati a mettere al corrente della presenza dei reperti la Sovrintendenza. Poco o nulla fu fatto: era il 1988 quando l'area fu recintata; qualche mese dopo iniziarono gli sversamenti abusivi di rifiuti col risultato che fino a qualche anno fa il sito non era che una grande discarica a cielo aperto. Erano delle terme romane, secondo le ultime indagini archeologiche eseguite, le costruzioni oggetto di studi in questi mesi, nell'area residenziale del Parco Europa. L'ultimo ritrovamento risale a due giorni fa: in un'anfora è stato ritrovato lo scheletro di un bambino di circa un anno. E' il terzo reperto funebre scoperto in questa zona: due anni fa altre due urne contenenti corpi infantili furono portate alla luce. Gli archeologi hanno appurato che il sito testimonia la presenza di un complesso termale presumibilmente parte di una villa residenziale. Il progetto di recupero del sito è partito nel 2004; nel 2007 si è proceduto agli Scavi che hanno consentito di portare alla luce parte della struttura. I lavori sono stati possibili grazie a un accordo siglato tra l'università Suor Orsola Benincasa, il Comune di Pollena Trocchia, la Brigham Young University e, negli ultimi mesi, gli studenti dell'università di Oxford. Direttore dei lavori è il professor Antonio De Simone. Secondo le deduzioni dell'esperto, la prima edificazione delle terme risale al periodo precristiano; alla devastante eruzione del '79 d.c., che rase al suolo Ercolano e Pompei, seguì una nuova ricostruzione, forse risalente al II o III secolo; nel 472 il Vesuvio tornò a deflagrare abbattendo nuovamente il sito che, ancora, fu ripristinato tra il 480 e il 512 quando, una terza eruzione, lo distrusse definitivamente. O ggi, finalmente, grazie all' accordo tra il mondo accademico e il Comune di Pollena Trocchia, il sito archeologico si avvia a riguadagnare l'antico splendore, in attesa di essere riconsegnato alla collettività. "Sto seguendo da vicino l'affascinante lavoro degli archeologi. ha dichiarato il sindaco Francesco Pinto (nella foto a destra sul luogo dei ritrovamenti) Quanto è stato fatto fino ad ora lo si deve soprattutto alla tenacia e alla competenza del professor De Simone che sin dall'inizio ha creduto nell'importanza di questo sito". "Gli scavi sono frutto della raggiunta sinergia tra le istituzioni. - ha detto ancora il sindaco - Alla luce anche dei ritrovamenti di questi anni, esso rappresenta una risorsa straordinaria per lo sviluppo sociale e culturale del nostro comune nonché di quelli limitrofi e stiamo lavorando per valorizzarlo adeguatamente". "A tal proposito,- ha spiegato Pinto -l'amministrazione metterà in campo tutti gli sforzi necessari per riqualificare le aree adiacenti al sito affinché le rovine siano visitabili quanto prima". "Sarà mia cura infme - ha concluso il sindaco di Pollena Trocchia - portarlo all'attenzione degli enti sovracomunali e governativi per raggiungere un intervento congiunto che porti a compimento nel più breve tempo possibile la campagna di scavi".

5 del 18 Luglio 2010 IL MA TTINO- NAPOLI SUD estratto da pago 56 Pollena Trocchia I ritrovamenti nell'àrea del Parco Europa Duemila anni dopo, i resti di due bimbi Eccezionale scopci1a archeologica: gli inf;'mti sppo!ti in due ant()re Patrizia Panico POLLENA TROCCHIA. Pollena come Pompei. Ritrovati i resti di due infanti, risalenti al V secolo d.c. sepolti in due anfore. L'eccezionale scoperta è stata fatta nel corso di lino scavo archeologico nell'area residenziale del Parco Europa sotto la direzione dell'archeologo Antonio De Simone del SuorOrsola Benincasa e della Oxoford University. Si tratta del terzo reperto funebre scoperto in questa zona: due anni fa il corpo di un bambino, maschio dell'età di cinque anni, con una moncta venne ritrovato all'interno di un forno termale. Inizialmente si pensava si trattasse di una fattoria romana, ma le indagini hanno accertato la presenza di un complesso tennale presumibilmente parte di una villa residenziale tra il Il e III secolo d.c., più volte ricostruito a causa delle eruzioni. Il progetto di recupero dci sito è partito nel 2004, nel 2007 gli scavi hanno consentito di portare alla luce parte della struttura. I lavori sono stati possibili grazie a un accordo siglato tra l'universitàsuororsola Benincasa, il Comune di Pollena Trocchia, la Brigham Young University dello Vtah (Usa) e, dallo scorso anno, l'università di Oxford. La regia del progetto di studi è del professore Antonio De Simone. Secondo l'esperto, la prima edificazione delle terme risale al periodo precristiano; alla devastante eruzione dci '79 d.c., che rase al suolo Ercolano e Pompei, seguì una nuova ricostruzione, forse risalente al Il o III secolo; nel 472il Vesuvio tornò a deflagrare abbattendo nuovamente il sito che, ancora, fu ripristinato tra il 472 e il 512 quando una terza eruzione lo distrusse definitivamente. Coperto dal tempo, è tornato in parte alla luce con i lavori per la realizzazione del Parco Europa, poi nel 1988 l'area fu recintata. Oggi il sito archeologico attende di essere riconsegnato alla collettività. «Lavoreremo - dice il sindaco francesco Pinto - affinché le rovine siano visitabili quanto prima». "H,rnO[)UL'O~é R'StHVAT A Il progetto Recupero del sito, il sindaco Pinto: rovine visitabili quanto prima ritaglio stampa ad uso esclusivo del cliente, non riproducibile

6 del 18 Luglio 2010 METROPOLIS estratto da pago 26 Pollena 1focchia. La SCO~ negli scavi archeologici di Masseria Dè CaroIis delle università Suor Orsaia e Oxf01Ù Torna alla luce scheletro di un bimbo del 79 TI sindaco: "Ci ~gnereffio ~r fare in ffiexio che le rovine siano visitabili al più presto" Pollena Trocchia. Lo scheletro di un bimbo di quasi duemila anru fa è tornato alla luce negli scavi archeologici di Masseria De Camlis a Pollena Trocchia. I resti del piccolo erano conservati in un anfora riemersa due giorni fa ed è il terzo reperto funebre scoperto in questa zona, due anni fa gli archeologi scoprirono altre due urne contenenti corpi infantili. I lavori per dissotterrare quella che sembra agli esperti un complesso tennale, sono partiti nel 2004 grazie ad un accordo siglato tra l'università Suor Orsola Beninca'>él, il Comune ai Pollena Trocchia, la Brigham Young University e, negli ultimi mesi, gli studenti dell'università di Oxford. Direttore dei lavori è il professor Antonio De Simòne che sta seguendo anche gli importanti scavi del sito archeologico di Somma Vesuviana che sta riportando alla luce quella che è considerata la villa in cui morì l'imperatore Ottaviano Augusto. Secondo le deduzioni dell' archeologo la prima edificazione delle terme risale al periodo precristiano; alla devastante eruzione del '79 d.c., che rase al suolo Ercolano e Pompei, seguì una nuova ricostruzione, forse risalente al II o III secolo; nel 472 il Vesuvio tornò a deflagrare abbattendo nuovamente il sito che, ancora, fu ripristinato tra i1480 e i1512 quando, una terza eruzione, lo distrusse definitivamente. Coperto dal tempo, è tornato alla luce per puro caso del Inizialmente si pensava si trattasse di una fattoria romana, ma le indagini hanno accertato che il sito testimonia la presenza di un complesso tennale presumibilmente parte di una villa residenziale. Il sito della masseria è "rinato" tre volte, per tre volte ne1l' arco di due millenru, la natura lo ha distrutto e l'ultima volta a "liberarsene" ci ha provato la mano umana, ma senza riuscirci. Il sito archeologico stava per essere definitivamente demolito, ma il cavo meccanico utilizzato per abbatterlo fallì e gli esecutori dei lavori edili per la realizzazione dell'area residenziale del Parco Europa furono obbligati a mettere al corrente della presenza dei reperti la Sovrintendenza. Poco o nulla fu fatto, era appunto il 1988 quando l'area fu recintata; qualche mese dopo iniziarono gli sversamenti abusivi di rifiuti col risultato che fino a qualche anno fa l'area non era che una grande discarica a cielo aperto. Oggi, finalmente, grazie ali' accordo tra il mondo accademico e il Comune il sito archeologico si avvia a riguadagnare l'antico splendore, in attesa di essere riconsegnato alla collettività. "Sto seguendo da vicino l'affascinante lavoro degli archeologi.- ha dichiarato il sindaco Francesco Pinto - Quanto è stato fatto fino ad ora lo si deve soprattutto alla tenacia e alla competenza del professor De Simone che sin dall'inizio ha creduto nell'importanza di questo sito. Gli scavi sono frutto della raggiunta sinergia tra le istituzioni. Alla luce anche dei ritrovamenti di questi anni, esso rappresenta una risorsa straordinaria per lo sviluppo sociale e culturale del nostro comune nonché di quelli limitrofi e stiamo lavorando per valorizzarlo adeguatamente". "A tal proposito,- ha spiegato Pinto - l'amministrazione metterà in campo tutti gli sforzi necessari per riqualificare le aree adiacenti al sito affinché le rovine siano visitabili quanto prima. Sarà mia cura infine, portarlo all' attenzione degli enti sovracomunali e governativi per raggiungere un intervento congilmto che porti a compimento nel più breve tempo possibile la campagna di scavi". (gabriella bellini)

7 del 19 Luglio 2010 CITY estratto da pago 19 ritaglio stampa ad uso esclusivo del cliente, non riproducibile