Jesi, piano strategico per lo sviluppo economico
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1 Jesi, piano strategico per lo sviluppo economico Tavolo n. 1. La dimensione strutturale dell economia di Jesi prima riunione Jesi, 7 ottobre 2008
2 Il processo del piano Il piano strategico sarà condotto attraverso un confronto con gli attori delle politiche di sviluppo locale, in parte già rappresentati nella Cabina di regia: associazioni e organizzazioni degli interessi sindacati autonomie funzionali amministrazioni pubbliche singoli imprenditori istituti di credito
3 Gli obiettivi del piano strategico identificare e dare sostanza a prospettive di sviluppo per Jesi e per la Vallesina, che sappiano coniugare la tradizionale vocazione industriale con l attenzione all ambiente e al paesaggio, integrando i temi della sostenibilità, della soft economy e dell economia della conoscenza organizzare dei momenti di confronto e di concertazione tra gli attori interessati ad intraprendere congiuntamente azioni di sviluppo sulla base di obiettivi condivisi far maturare e/o affinare progetti, proposte e ipotesi di intervento, cominciando a definirne le condizioni di fattibilità
4 L articolazione del lavoro Il prodotto del piano strategico saranno alcuni progetti (definiti insieme tra Amministrazione pubblica e attori locali) entro una cornice di senso più generale costituita dai temi affrontati in tre tavoli di lavoro. L esito auspicato è consolidare un portafoglio di progetti da poter candidare al finanziamento nel quadro della programmazione dei fondi strutturali. I temi dei tavoli sono: 1_ la dimensione strutturale dell economia di Jesi 2_ la dimensione creativa dell economia di Jesi 3_ la dimensione slow dell economia di Jesi
5 Tavolo 1 la dimensione strutturale dell economia di Jesi Questioni specifiche: settore meccanico e sue evoluzioni, rapporti tra industria e artigianato, internazionalizzazione, accesso al credito, logistica, accessibilità, livello di infrastrutturazione Ipotesi progettuali già esistenti: Agenzia degli investimenti e marketing City logistics Formazione Riqualificazione asse viale della Vittoria
6 Tavolo 2 la dimensione creativa dell economia di Jesi Questioni specifiche: innovazione, economia della conoscenza, città creativa, energie rinnovabili Ipotesi progettuali già esistenti: Polo tecnologico Zipa verde Jesi città solare
7 Tavolo 3 la dimensione slow dell economia di Jesi Questioni specifiche: agricoltura, prodotti tipici, città del gusto, turismo sostenibile, produzione e fruizione culturale Ipotesi progettuali già esistenti: Jesi città slow Ecodistretto rurale Piano di marketing del centro storico di Jesi Turismo e sviluppo dell incoming Anniversario pergolesiano
8 Lo sviluppo del lavoro: fase 1. Indagini preliminari (luglio-settembre) La prima fase del lavoro prevede lo svolgimento di una serie di interviste ad attori e testimoni privilegiati del sistema locale, orientate a raccogliere opinioni e punti di vista sui temi oggetto del piano strategico, sui progetti attivabili e sul percorso del lavoro. Sono state già svolte numerose interviste che hanno permesso di raccogliere primi orientamenti e suggerimenti. Questa attività ha anche consentito di articolare un primo sfondo analitico, rafforzare il quadro delle idee progettuali e misurare disponibilità alla collaborazione.
9 Lo sviluppo del lavoro: fase 2. Le attività dei tavoli (ottobre-novembre) I tavoli di lavoro si riuniranno orientativamente 3 volte tra ottobre e metà novembre. La prima riunione sarà orientata a identificare gli obiettivi di carattere generale dello sviluppo locale, a definire il tema (sulla base delle analisi disponibili), alla illustrazione dei progetti attivabili e alla definizione del gruppo di attori che stabilmente seguirà il tema specifico del tavolo. Le riunioni successive saranno dedicate all affinamento dei temi specifici, alla istruttoria dei progetti attivabili, alla costruzione dei partenariati di progetto, al disegno del percorso di sviluppo e di implementazione dei progetti, alla verifica della coerenza tra progetti e obiettivi di carattere generale di sviluppo locale.
10 Lo sviluppo del lavoro: fase 2. Le attività dei tavoli (ottobre-novembre) Alla prima e all ultima riunione dei tavoli saranno presenti degli ospiti esterni: Alla prima riunione parteciperanno degli esperti dei temi trattati, con l obiettivo di portare una riflessione più complessiva sulle questioni, anche con riferimento a casi analoghi. All ultima riunione parteciperanno degli esperti chiamati a discutere dei risultati raggiunti dai tavoli al fine di affinarli ed eventualmente integrarli.
11 Lo sviluppo del lavoro: fase 3. Elaborazione del piano strategico (novembre-dicembre) La fase finale del lavoro sarà dedicata alla messa a sistema degli elementi emersi secondo lo schema dei piani strategici: obiettivi generali, linee strategiche, progetti di sviluppo e loro modalità di implementazione (con una prima valutazione circa la loro fattibilità) e attori attivabili. Alla conclusione del lavoro, si svolgerà un evento pubblico (cui saranno invitati gli attori invitati alla riunione di apertura del piano, oltre alla cittadinanza nel suo insieme), nel corso della quale verrà presentato il Piano strategico.
12 Primi elementi emersi dalle indagini preliminari: analisi SWOT sulla dimensione strutturale punti di forza Spiccata vocazione imprenditoriale Tendenza all aumento della dimensione media delle imprese nell ultimo decennio Tassi di disoccupazione inferiore a quello medio nazionale Forte capacità delle aziende medio-piccole a diversificare la propria produzione opportunità Tasso di occupazione elevati Forte riconoscibilità per qualità dei prodotti Forte legame degli operatori con il territorio Disponibilità di nodi infrastrutturali intermodali punti di debolezza Sistema produttivo caratterizzato dalla presenza di aziende di piccole e medie dimensioni che operano principalmente in settori tradizionali a basso contenuto tecnologico minacce Crisi di alcuni settori trainanti dell economia locale (manifatturiero) Bassi livelli di istruzione Scarsa presenza delle istituzioni pubbliche locali sui temi dello sviluppo economico Difficoltà degli attori locali a fare sistema Deficit infrastrutturale
13 Primi elementi emersi dalle indagini preliminari: temi e questioni sulla dimensione strutturale Passaggio generazionale nelle imprese marchigiane (capitalismo familiare VS capitalismo manageriale) Esigenza di riflessione su qualificazione del sistema industriale per conservare posizione di vantaggio(anche a partire da crisi più ampia del fabrianese) Sviluppare capacità di fare sistema e favorire la costruzione di reti (ruolo del pubblico e delle associazioni di categoria) Utilità di visione che sia di aiuto alle imprese per rispondere a esigenze di: acculturamento nella gestione di impresa; informatizzazione; supporto alle imprese per favorire i processi di internazionalizzazione e assistenza per riferimenti all estero; semplificazioni burocratiche; promozione del territorio.
14 Primi elementi emersi dalle indagini preliminari: temi e questioni sulla dimensione strutturale Apertura di un dialogo più diretto con : Università : a) richiesta di maggiore vicinanza alle esigenze delle imprese soprattutto medio-piccole per ricerca e innovazione b) profili professionali più adeguati Mondo del credito e delle grandi banche (importante che entrino nelle aziende non solo per i bilanci ma per dare orientamenti) Fondazioni Qualificazione delle risorse umane (costruzione di piano formativo) Ruolo delle grandi infrastrutture Necessità di sprovincializzazione : grande solidità ma poco azzardo
15 Progetto Agenzia degli investimenti Descrizione del progetto Il progetto prevede la costituzione di una agenzia per gli investimenti esterni nella Vallesina. Proposta presente nelle Linee programmatiche della nuova Giunta comunale e avanzata qualche anno fa dal Comitato territoriale Vallesina di Assindustria, dalle tre confederazioni sindacali e dall Osservatorio civico di Jesi. Le funzioni principali potrebbero essere: informazione e consulenza alle imprese che intendono insediarsi nell area, in materia societaria, fiscale, legale, giuslavoristica, di offerte localizzative, di competenze, di incentivazioni all insediamento, ecc.; accompagnamento allo start-up; assistenza specialistica, con offerta di valutazioni iniziali e di studi di fattibilità del progetto imprenditoriale. promozione di iniziative di supporto all innovazione e all internazionalizzazione nel campo della formazione, con offerte formative (diplomi, corsi post laurea) nei campi del management, dei trasporti e della logistica (economia e tecnologia), del marketing, della finanza, ecc.
16 Progetto Agenzia degli investimenti Il problema che si intende affrontare, le opportunità da cogliere Il progetto nasce da una preoccupazione sulle prospettive del sistema produttivo di Jesi, caratterizzato da un tessuto di imprese della meccanica che soffre in parte di problemi noti, in parte risulta esposto a processi che aprono a prospettive fortemente incerte (con particolare riferimento alla competizione internazionale) Obiettivi del progetto rilanciare e consolidare lo sviluppo industriale dell area di Jesi attraverso una attività di attrazione di nuove imprese e investimenti esterni; promuovere l innovazione e la dinamizzazione del tessuto produttivo locale attraverso l inserimento di nuove realtà imprenditoriali; promuovere la migliore connessione tra mondo dell impresa e mondo della
17 Progetto Agenzia degli investimenti Il problema che si intende affrontare, le opportunità da cogliere Il progetto nasce da una preoccupazione sulle prospettive del sistema produttivo di Jesi, caratterizzato da un tessuto di imprese della meccanica che soffre in parte di problemi noti, in parte risulta esposto a processi che aprono a prospettive fortemente incerte (con particolare riferimento alla competizione internazionale) Obiettivi del progetto rilanciare e consolidare lo sviluppo industriale dell area di Jesi attraverso una attività di attrazione di nuove imprese e investimenti esterni; promuovere l innovazione e la dinamizzazione del tessuto produttivo locale attraverso l inserimento di nuove realtà imprenditoriali; promuovere la migliore connessione tra mondo dell impresa e mondo della
18 Progetto Agenzia degli investimenti Attori coinvolgibili Regione, Provincia, Comuni (di Jesi e della Vallesina), Camera di commercio, Istituti di credito, associazioni di categoria, Università di Ancona, Macerata, Camerino, Consorzio Zipa, Interporto di Jesi, Porto di Ancona, Aeroporto di Falconara Condizioni di fattibilità la costruzione del consenso con i soggetti rilevanti nel campo della promozione delle politiche di sviluppo, a cominciare dalle istituzioni (Regione Marche, Provincia di Ancona, Camera di commercio); l identificazione di un soggetto promotore plurale che metta insieme gli attori che già hanno manifestato il proprio interesse all iniziativa, in grado di apportare risorse al progetto; la predisposizione di uno studio di prefattibilità dell idea progettuale.
19 Esempio Centro estero per gli investimenti del Piemonte Ceipiemonte è il primo organismo regionale italiano dedicato all internazionalizzazione del territorio, nato dall accorpamento in un unica società di enti preesistenti, tra cui Itp (Investment in Turin and Piedmont, l originaria agenzia degli investimenti) Ceipiemonte nasce nel 2006 (Legge Regionale n.13 del 2006) su iniziativa della Regione, in accordo con le Camere di commercio delle province piemontesi, la Provincia di Torino, le università, il Politecnico di Torino e altri enti territoriali. La missione di Ceipiemonte è quella di favorire la crescita dell innovazione, della competitività e dell attrattività del Piemonte. Attualmente i soci di Ceipiemonte sono: Regione Piemonte, Unione delle Province Piemontesi, Provincia di Torino, Comune di Torino, Unioncamere Piemonte, Camere di Commercio di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Verbania, Vercelli, Camera di Commercio di Aosta, ABI Commissione Regionale Piemonte, Casartigiani Piemonte, CNA, Coldiretti, Confapi Piemonte, Confartigianato Piemonte, Confcommercio Piemonte, Confindustria Piemonte, Confapi Piemonte, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale.
20 Esempio Centro estero per gli investimenti del Piemonte Le linee di attività di Ceipiemonte sono affidate ad una serie di aree di intervento: 1. Attrazione di investimenti produttivi, di servizi e di ricerca, la promozione dei sistemi territoriali, delle piattaforme tecnologiche e dei poli d innovazione (affidata all area Invest in Torino Piemonte) 2. Rafforzamento sui mercati esteri della presenza del sistema produttivo locale, la valorizzazione delle eccellenze produttive e della propensione all innovazione e alla ricerca (affidata all area Business Promotion) 3. Valorizzazione della storia e della cultura piemontesi e delle potenzialità di attrazione turistica a livello internazionale (affidata all area Tourism Promotion) 4. Formazione e l aggiornamento costante delle risorse umane, in particolare sulle tematiche del commercio estero (affidata all area Foreign Trade Training) 5. Promozione sui mercati esteri delle eccellenze enogastronomiche e del comparto agroalimentare piemontese (affidata all area Agrifood Marketing)
21 Esempio Centro estero per gli investimenti del Piemonte Le linee di attività di Ceipiemonte sono affidate ad una serie di aree di intervento: 1. Attrazione di investimenti produttivi, di servizi e di ricerca, la promozione dei sistemi territoriali, delle piattaforme tecnologiche e dei poli d innovazione (affidata all area Invest in Torino Piemonte) 2. Rafforzamento sui mercati esteri della presenza del sistema produttivo locale, la valorizzazione delle eccellenze produttive e della propensione all innovazione e alla ricerca (affidata all area Business Promotion) 3. Valorizzazione della storia e della cultura piemontesi e delle potenzialità di attrazione turistica a livello internazionale (affidata all area Tourism Promotion) 4. Formazione e l aggiornamento costante delle risorse umane, in particolare sulle tematiche del commercio estero (affidata all area Foreign Trade Training) 5. Promozione sui mercati esteri delle eccellenze enogastronomiche e del comparto agroalimentare piemontese (affidata all area Agrifood Marketing)
22 Esempio Centro estero per gli investimenti del Piemonte Invest in Torino Piemonte è l area di Piemonte Agency dedicata all attrazione di investimenti, punto di riferimento unico per le imprese esterne al Piemonte interessate a localizzarsi nella regione. Invest in Torino Piemonte presenta alle aziende le opportunità di insediamento nella regione, fornisce informazioni sull'offerta localizzativa e di business, garantisce assistenza specialistica nelle diverse fasi del progetto di investimento. I destinatari sono: imprese a partecipazione o controllo estero imprese italiane, non ancora attive sul territorio piemontese, che intendano insediare un unità operativa in Piemonte imprese italiane che abbiano delocalizzato all'estero e intendano reinvestire in Piemonte I settori di riferimento sono quelli della produzione di beni e servizi, in particolare nei settori ad alto tasso di innovazione e in quello delle energie rinnovabili. Le iniziative cui si dedica Invest in Torino Piemonte riguardano: la realizzazione di nuovi impianti produttivi e/o centri direzionali. la ristrutturazione o riconversione di un impianto produttivo già esistente o riattivazione di impianti e insediamenti inattivi. la realizzazione di centri di ricerca e sviluppo, centri di competenza e progettazione, laboratori. Conduzione di progetti di ricerca.
23 Progetto City logistics Descrizione del progetto Il progetto fa riferimento alla possibilità di attivare all interno dell area interportuale funzioni che consentano, con un modesto impiego di superficie operativa dell Interporto, di fornire servizi a supporto dell economia locale e di limitare gli impatti ambientali sul territorio dell Esino. Le due funzioni che si potrebbero attivare nel breve periodo, ad integrazione di quanto già previsto dall Interporto, sono: il supporto alla distribuzione delle merci di ambito locale; il coordinamento con il tessuto produttivo locale con particolare riferimento alle imprese insediate presso la ZIPA. L insieme di queste attività è sintetizzabile nella definizione di Logistica Distrettuale Sostenibile.
24 Progetto City logistics Descrizione del progetto Il progetto fa riferimento alla possibilità di attivare all interno dell area interportuale funzioni che consentano, con un modesto impiego di superficie operativa dell Interporto, di fornire servizi a supporto dell economia locale e di limitare gli impatti ambientali sul territorio dell Esino. Le due funzioni che si potrebbero attivare nel breve periodo, ad integrazione di quanto già previsto dall Interporto, sono: il supporto alla distribuzione delle merci di ambito locale; il coordinamento con il tessuto produttivo locale con particolare riferimento alle imprese insediate presso la ZIPA. L insieme di queste attività è sintetizzabile nella definizione di Logistica Distrettuale Sostenibile.
25 Progetto City logistics Il problema che si intende affrontare, le opportunità da cogliere La funzione di supporto alla distribuzione locale per razionalizzare la consegna di merce destinata ad alimentare le attività commerciali (al dettaglio e ingrosso) localizzate nelle aree urbane di Jesi e dei comuni dell esino al fine di ridurre il numero di mezzi impiegati nell attività di distribuzione delle merci con positivi effetti di carattere ambientale. Gli interventi ipotizzabili potrebbero comprendere: la localizzazione delle strutture fisiche dedicate alla movimentazione delle merci nell area dell Interporto; l utilizzo di veicoli a basso impatto ambientale (trazione eco-compatibile) la costituzione di una società partecipata dai corrieri e trasportatori locali, che garantisca prestazioni del servizio e costi coerenti con quelli dei competitori del settore; l assunzione di strumenti di regolamentazione degli accessi da parte della pubblica amministrazione, che incentivino il ricorso all uso di veicoli a basso impatto ambientale, o che penalizzino l uso di quelli a maggior impatto.
26 Progetto City logistics Obiettivi del progetto razionalizzare il trasporto merci locale e diminuire l impatto locale del traffico specie in area urbana sostenere la logistica delle imprese artigianali e industriali locali ottimizzare i trasporti e ridurre i costi di trasporto e logistica diffondere l informatizzazione Attori coinvolgibili Interporto di Jesi, associazioni di categoria, Comuni (di Jesi e della Vallesina), Consorzio Zipa, singole imprese
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