PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RECUPERO AMBIENTALE DI UNA AREA DI CAVA ALL INTERNO DEL POLO ESTRATTIVO MALAFRASCA

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RECUPERO AMBIENTALE DI UNA AREA DI CAVA ALL INTERNO DEL POLO ESTRATTIVO MALAFRASCA"

Transcript

1 COMUNE DI PERGINE VALDARNO (PROVINCIA DI AREZZO) PROGETTO DI COLTIVAZIONE E RECUPERO AMBIENTALE DI UNA AREA DI CAVA ALL INTERNO DEL POLO ESTRATTIVO MALAFRASCA Integrazioni a seguito della Conferenza di Servizi (7 giugno 2012 e 27 giugno 2012) ALL.INT. 2 TERRA E OPERE S.r.l. Societa d'ingegneria Consulenze geologiche Corso Italia, San Giovanni VAldarno PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DA ESTRAZIONE CCV Bellavista S.r.l. via Ticino, Terranuova Bracciolini (AR) Consorzio Cavatori Valdarno Dott. Agr. Benedetto D Anna Studio Greda Associato Via Fratelli Cervi Loro Ciuffenna (Ar) Dott. Agr. Menabeni Daniele Piazza Mazzini, Montevarchi (Ar) Geom. Bigiarini Federico via Nazionale, 212 Ponticino Laterina (Ar) Cocchiarella Luca & Antonio snc Laterina Inerti srl Nugolussi Osvaldo & C. srl Via dell Olmo n. 99/A Terranuova Bracciolini (AR) C.F. e P.iva Dott. Geol. Stefania Segoni Via Garibaldi San Giovanni Valdarno (Ar) Santini Riccardo srl Toscana Inerti srl PhD. Geol. Antonio Zeoli Via del Querceto Pergine Valdarno (Ar)

2 INDICE 1 PREMESSA CONTENUTI E FINALITÀ DEL PIANO CARATTERIZZAZIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE CARATTERISTICHE DEL GIACIMENTO SCHEMA DEL PROCESSO PRODUTIVO TIPOLOGIA E CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI TERRA NON INQUINATA RIFIUTI INERTI DERIVANTI DALLA SCOPERCHIATURA DEL MATERIALE UTILE DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA' CHE PORTANO ALLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE PRODUZIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE SBANCATURA ED ESTRAZIONE EVENTUALI TRATTAMENTI SUCCESSIVI STRUTTURE DI DEPOSITO CUMULI STABILITA' DEI CUMULI MATERIALI PROVENIENTI DALL'ESTERNO SCARTI DI LAVORAZIONE PROVENIENTI DALL'IMPIANTO: STERILI FANGHI DI LAVAGGIO QUANTITA' DEI RIFIUTI DA ESTRAZIONE EFFETTI NEGATIVI SULL AMBIENTE E SULLA SALUTE UMANA PIANO PROPOSTO PER LA CHIUSURA, MONITORAGGIO E PROCEDURE CONNESSE AL RIPRISTINO E ALLA FASE SUCCESSIVA ALLA CHIUSURA ALLEGATO 1: RELAZIONI DI CALCOLO DELLE VERIFICHE DI STABILITA' DEI CUMULI CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 1

3 1 PREMESSA Il presente Piano di Gestione dei Rifiuti da Estrazione è parte integrante del Progetto di coltivazione e recupero ambientale di un'area di cava all'interno del Polo Estrattivo Malafrasca e viene redatto dagli scriventi su incarico del Consorzio Cavatori Valdarno, con sede in Terranuova Bracciolini, via dell'olmo 99/D, P.IVA , società che attualmente ha le disponibilità dei terreni e detiene i diritti di coltivazione della zona estrattiva. Il Piano di Gestione viene redatto secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 30 maggio 2008 n 117 Attuazione della direttiva 2006/21/CE relativa alla gestione dei rifiuti delle industrie e che modifica la direttiva 2004/35/CE. L'area estrattiva in oggetto è situata in prossimità dell'area produttivaresidenziale di Malafrasca nel Comune di Pergine Valdarno (Provincia di Arezzo), a circa 4 km dall omonimo capoluogo, ad un 1,5 km ad est della frazione di Levane e ad un 1,3 km ad Ovest dell abitato Montalto (cft. Allegato 1, Elab. 1 ed Elab. 2). La zona escavabile interessa un'area di estensione pari a 12,6 Ha; tali terreni sono individuati (cfr. Tav. 2) al Nuovo Catasto Terreni dalle Particelle n 147, 24, 145, 146, 148, 88, 89, 28, 16, 43, 101, 103, 104, 112, 113, 140 e 139 (per parte) e n 42, 45, 60, 26, 46, 44 (per intero) del Foglio n 1 della Mappa Catastale del Comune di Pergine Valdarno (Provincia di Arezzo). Dal punto di vista urbanistico l'area è individuata nella Variante Generale al R.U n 24 del Comune di Pergine Valdarno (Provincia di Arezzo) del 7 marzo 2010 (Pubblicazione sul B.U.R.T. n 14 del 7 aprile 2010) come zona E2 "area estrattiva" con destinazione d uso: Attività estrattive. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 2

4 L'ambito è classificato, ai sensi dell'art. 2 D.M. 1444/68, come zona D. Per quanto concerne la specifica situazione topografica, ambientale e geologica della zona interessata, nonché in merito alle modalità e ai tempi di attuazione della cava e del successivo recupero ambientale, si rimanda alla documentazione progettuale appositamente predisposta. Il progetto di coltivazione e sistemazione dell'area estrattiva in oggetto, riguarda l estrazione di sabbie e ghiaie calcaree (Formazione delle Sabbie di Levane e Formazione dei Ciottolami di Laterina) per la per la produzione di materiali calcarei inerti, come granulati per il confezionamento di calcestruzzo. In particolare tutto il materiale utile verrà trasportato, trattato e commercializzato negli impianti di frantumazione, vagliatura e lavaggio di proprietà delle ditte facenti parte del consorzio suddetto, ubicati ad alcune decine di Km dalla cava. Il materiale di copertura della cava sita in località Malafrasca non giudicato commercializzabile verrà invece lasciato nell'area di estrazione e costituirà il rifiuto da escavazione oggetto della presente. Questi materiali saranno totalmente utilizzati per la ripiena di vuoti e volumetrie prodotti dall'attività estrattiva a fini di ricostruzione e ripristino della cava. 1.1 CONTENUTI E FINALITÀ DEL PIANO Il presente Piano di gestione dei rifiuti d estrazione, relativo all attività di coltivazione e ripristino dell'area di cava sita in loc. Malafrasca, è stato redatto ai sensi e per le finalità di cui all articolo 1 del D. Lgs. 30 maggio 2008 n.117 ss.mm.ii. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 3

5 Esso concerne quindi: la produzione e la quantificazione dei rifiuti di estrazione; la descrizione e la caratterizzazione di tali rifiuti; le strutture di deposito previste; le misure di gestione e di controllo dei rifiuti ritenute idonee a prevenire o ridurre al minimo eventuali effetti negativi sull'ambiente e rischi per la salute umana. Con riferimento a quanto previsto dall articolo 5 del D. Lgs. 30 maggio 2008 n.117, esso è volto a: a) prevenire o ridurre la produzione di rifiuti di estrazione e la loro pericolosità; b) incentivare il recupero dei rifiuti di estrazione attraverso il riciclaggio, il riutilizzo o la bonifica dei rifiuti di estrazione interessati; c) assicurare lo smaltimento sicuro dei rifiuti di estrazione a breve e lungo termine. 2 CARATTERIZZAZIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE Ai sensi dell'art. 3 comma 1 lettera d, per rifiuto di estrazione deve intendersi tutto ciò che deriva dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione, di trattamento e di ammasso di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave, è evidente quindi che all interno di tale definizione, possono ricadere una moltitudine di materiali che variano dalle terre, sia fini sia grosse, fino alle rocce vere e proprie. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 4

6 2.1 CARATTERISTICHE DEL GIACIMENTO Il materiale utile è rappresentato dai sedimenti sabbiosi della formazione delle Sabbie di Levane e dai depositi ghiaioso-sabbiosi dei Ciottolami di Laterina, che giacciono o in concordanza sui terreni limosoargillosi della Formazione del Torrente Oreno. I depositi ghiaioso-sabbiosi sono costituiti da elementi prevalentemente calcarei e subordinatamente silicei, arenacei e ignei dispersi in una matrice sabbiosa. Hanno giacitura suborizzontale e uno spessore che nelle aree di estrazione è valutabile in circa 3-4 metri. I clasti sono generalmente arrotondati, spesso appiattiti, e hanno dimensioni comprese fra 1 e 25 centimetri. Si trovano raramente a contatto fra loro, mentre generalmente sono dispersi in una matrice sabbiosa. Inoltre sono presenti lenti e/o livelli di sabbia fine, limi e argille, così come orizzonti torbosi o intensamente ossidati. Superiormente al banco conglomeratico si ritrovano i sedimenti della formazione delle Sabbie di Levane. Si tratta di sabbie quarzoso-feldspatiche, con elementi carbonatici, da grossolane a medio fini, con livelli di conglomerati calcarei e lenti di materiale limoso. Nell'area in esame questi depositi sono costituiti da sabbia fine, di colore bruno/giallastro, debolmente limoso argillosa. Anche le sabbie hanno giacitura sub-orizzontale e uno spessore che nell area considerata è valutabile in massimo 3-4 metri. Al di sopra delle sabbie si trova una copertura limoso-argillososabbiosa che nell area d intervento hanno uno spessore che varia da zero a 16 metri. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 5

7 2.2 SCHEMA DEL PROCESSO PRODUTIVO L'attività estrattiva in essere prevede la coltivazione della porzione ghiaioso- sabbiosa della formazione dei Ciottolami di Laterina e delle Sabbie di Levane ("misto" di cava). Il ciclo produttivo può essere così schematizzato: rimozione del terreno vegetale (terra non inquinata) che verrà stoccato in cumuli per essere poi reimpiegato durante le fasi di ripristino; scoperchiatura del materiale utile tramite rimozione della parte limosa superiore (rifiuto inerte), accantonamento della stessa o in cumuli provvisori o direttamente nei vuoti di scavo dei lotti precedenti. E' previsto il loro completo utilizzo per il ripristino morfologico delle aree estrattive; asportazione del banco ghiaioso-sabbioso, che presenta un interesse economico (risorsa mineraria). trasporto del materiale all'impianto di trattamento. lavorazione del materiale nell'impianto di lavaggio, vagliatura e frantumazione; raccolta dei fanghi di lavaggio (sterili) in vasche di essiccamento; vendita dei prodotti; utilizzo dei limi di lavaggio per il ripristino morfologico delle aree estrattive di provenienza. 2.3 TIPOLOGIA E CLASSIFICAZIONE DEI RIFIUTI Alla fine del processo di coltivazione nell'area di cava saranno quindi prodotte due tipologie di rifiuto classificabili come segue: CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 6

8 terra non inquinata così come definita all'art. 3, comma 1, lettera "e" del D.Lgs. 117/2008 (rappresenta il suolo vegetale asportato prima della scoperchiatura del materiale utile); rifiuti inerti derivanti dalla scoperchiatura del materiale utile così come definiti dall'art. 3, comma 1, lettera "c" del D.Lgs. 117/2008 (rappresenta la scoperchiatura del materiale utile) TERRA NON INQUINATA La copertura più superficiale della risorsa minerale è composta in larga parte da terreno vegetale, nel quale la frazione organica è presente in discreta quantità e i processi di mineralizzazione del suolo sono in continua evoluzione orizzonte attivo. Il terreno vegetale si contraddistingue quindi per la presenza di sostanza organica e per la concentrazione di elementi nutritivi. Questi terreni, derivanti dalle prime operazioni di scoperchiatura, sono costituiti dalla parte superficiale (circa 1,0 m-1,5 m) ed alterata della formazione presente nell'area estrattiva. Granulometricamente sono quindi costituiti da miscele variabili di limi, sabbie e ciottolami in funzione delle litologie affioranti localmente. Tali materiali costituenti l'orizzonte pedologico dell'area estrattiva sono classificabili come terra non inquinata ai sensi dall'art. 3, punto e del D.Lgs. 117/2008: terra ricavata dallo strato più superficiale del terreno durante le attività di estrazione e non inquinata, ai sensi di quanto stabilito all'articolo 186 decreto legislativo n. 152 del Alla terra non inquinata può essere associato il codice CER terra e rocce, diverse da quelle di cui alla voce CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 7

9 La copertura vegetale superficiale sarà stoccata, durante le fasi di escavazione, tramite escavatori e pale meccaniche in piccoli cumuli temporanei in attesa di essere utilizzata per il ripristino morfologico dell'area al fine di favorirne il ricupero vegetazionale; in particolare, una volta riempiti i vuoti di escavazione, sarà utilizzata per la ricostituzione dell'orizzonte pedologico superficiale. I materiali provenienti dallo scavo del suolo non saranno trattati con nessun tipo di sostanza chimica né durante lo scavo né durante le fasi di ripristino, fatta eccezione per il loro ammendamento e concimazione al fine di un rapido ed efficace ripristino della fertilità degli orizzonti pedologici più superficiali RIFIUTI INERTI DERIVANTI DALLA SCOPERCHIATURA DEL MATERIALE UTILE Si tratta dei materiali asportati durante le operazioni di scoperchiatura della risorsa minerale (trattamento primario). I terreni di copertura del banco conglomeratico-sabbioso sono litologicamente costituiti da limi argilloso-sabbiosi. Essi contengono spesso noduli e lenti calcaree e piccoli noduli di ossidi di ferro e manganese. Si osservano intercalazioni di argille torbose, locali livelli sabbiosi e, soprattutto al tetto, livelletti di conglomerati fini a elementi arenacei. Questa seconda tipologia di rifiuti è classificabile come rifiuto inerte (materiale argilloso-sabbioso) secondo la definizione dell'art. 3 punto, c del D.Lgs. 117/2008, rifiuti che non subiscono alcuna trasformazione fisica, chimica e biologica significativa (...) non si dissolvono, non bruciano né sono oggetti ad altre reazioni fisiche o chimiche, non sono biodegradabili e, CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 8

10 in caso di contatto con altre materie, non comportano effetti nocivi tali da provocare inquinamento ambientale o danno alla salute umana ; inoltre (...) la tendenza a dar luogo a percolati e la percentuale inquinante globale dei rifiuti, nonché l'ecotossicità dei percolati devono essere trascurabili e, in particolare, non danneggiare la qualità delle acque superficiali e sotterranee. Secondo le disposizioni di cui l Allegato I (articolo 5, comma 3, lettera a), in base alla tipologia dell attività produttrice, i suddetti rifiuti ricadono tra quelli inseriti nel Capitolo 01 - Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera o cava, nonché dal trattamento fisico o chimico dei minerali. A detti rifiuti possono quindi essere associati per affinità con le voci contemplate in elenco, il codice CER rifiuti da estrazione di minerali non metalliferi, od il codice CER scarti di sabbia e argilla oppure il codice CER polveri e residui affini, diversi da quelli di cui alla voce , od il codice CER rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, diversi da quelli di cui alla voce In relazione alle modalità di produzione i rifiuti in esame possono sempre essere classificati anche con riferimento al capitolo 17 - Rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione (compreso il terreno proveniente da siti contaminati) e, in particolare, terra (compreso il terreno proveniente da siti contaminati), rocce e fanghi di dragaggio. In questo caso il codice CER attinente sarebbe: "terre e rocce, diverse da quelle di cui alla voce ". I rifiuti inerti saranno movimentati all'interno dell'area estrattiva tramite escavatori e pale meccaniche. Una volta smantellati tali terreni saranno messi a dimora nei vuoti di scavo e quindi rimodellati secondo le previsioni del piano di risistemazione. Visto il progredire contemporaneo delle opere di scavo e di ripristino i volumi di cappellaccio da gestire nei cumuli temporanei CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 9

11 di stoccaggio saranno sempre di ridotte dimensioni. I materiali provenienti dallo scavo non saranno trattati con nessun tipo di sostanza chimica né durante le fasi di escavazione e stoccaggio, né successivamente per la messa in posto per il ripristino dell'area estrattiva. Per quanto riguarda la caratterizzazione chimica dei rifiuti nell'area di cava si ritiene che essendo stata la zona da sempre utilizzata come area agricola non si siano verificate contaminazioni e che i rifiuti siano quindi da classificarsi come inerti non pericolosi. Le loro caratteristiche quindi non sono tali da provocare inquinamento ambientale o danni alla salute umana 3 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITA' CHE PORTANO ALLA PRODUZIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 3.1 PRODUZIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE Nel caso in esame il deposito oggetto dell attività estrattiva è costituito dalla risorsa minerale (Formazione delle Sabbie di Levane e formazione dei Ciottolami di Laterina) e dalla copertura, costituita quest ultima dal terreno vegetale e da una parte sciolta coesiva (formazione dei Limi di Latereto). Vengono di seguito riassunte, in quanto già trattate nella relazione di progetto, il complesso delle attività (trattamenti 1 ) che si svolgono all interno del sito estrattivo, a partire dall estrazione della risorsa minerale fino ad arrivare al prodotto commerciale, che portano alla produzione dei rifiuti di 1 Definizione di trattamento, art. 3, comma 1, punto "i" : il processo o la combinazione di processi meccanici, fisici, biologici, termici o chimici svolti sulle risorse minerali, compreso lo sfruttamento delle cave, al fine di estrarre il minerale, compresa la modifica delle dimensioni, la classificazione, la separazione e la lisciviazione, e il ritrattamento di rifiuti di estrazione precedentemente scartati;. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 10

12 estrazione. L attività estrattiva e di lavorazione si attuerà mediante l'utilizzo di mezzi meccanici (escavatori, pale, automezzi, ecc) producendo essenzialmente tout venant di cava, e le terre di copertura. Sostanzialmente la produzione dei rifiuti da estrazione nel caso in esame è legata esclusivamente al trattamento primario del materiale in quanto la lavorazione avverrà in impianti localizzati all'esterno dell'area di cava. Il trattamento primario, consiste nella sbancatura ed estrazione del materiale, cioè nel suo semplice abbattimento con mezzi meccanici. Da queste operazioni si otterranno la "risorsa minerale", la terra non inquinata (terreno vegetale) e l'inerte (copertura limoso sabbiosa coesiva) SBANCATURA ED ESTRAZIONE La sbancatura (rimozione del cappellaccio erboso, dello strato superficiale di terreno organico, dei primi metri di materiale alterato e della copertura limoso-sabbiosa) costituisce l operazione preliminare necessaria per poter accedere al banco sabbioso-ghiioso sottostante. Per la rimozione del suolo trattandosi di un operazione relativamente delicata, si procede utilizzando escavatori gommati o cingolati per l asportazione del livello di copertura superficiale. La frazione «organica» dei terreni prelevati con l escavatore durante la sbancatura viene accantonata lungo il margine di scavo dell'area estrattiva in rilevati di altezza non elevata, al fine di limitare il costipamento della terra e di consentirne, in seguito, il suo reimpiego come coltre di copertura più superficiale. Nonostante che il terreno vegetale rientri nella categoria dei rifiuti da estrazione, esso rappresenta in realtà una risorsa nell attività estrattiva. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 11

13 Infatti, se correttamente gestito (secondo le modalità previste nella relazione tecnica allegata al progetto di coltivazione), potrà essere utilizzato nei recuperi ambientali post estrattivi come letto di semina per la coltivazione agricola oppure per la piantumazione o per l attecchimento naturale delle essenze forestali in quanto le caratteristiche chimico-fisiche che lo contraddistinguono, sono le stesse dei terreni agricoli o forestali posti nelle immediate vicinanze. Il deposito all interno dell area di cava andrà eseguito in cumuli di modeste dimensioni, in modo da rendere agevoli le periodiche operazioni di movimentazione. In tal modo si favoriscono tutti quei processi aerobici necessari per la conservazione delle caratteristiche tipiche di un buon terreno vegetale. La durata dello stoccaggio di tale prodotto sarà comunque sempre inferiore ai tre anni. La frazione più alterata del banco utile ed il materiale limoso-argilloso non ritenuti idonei per la commercializzazione, saranno anch'essi accumulati temporaneamente nelle vicinanze dell'area estrattiva per poi essere reimpiegati nella immediata e successiva fase di ritombamento. Dopo la sbancatura, quindi, si attiverà la vera e propria coltivazione della cava procedendo all estrazione del banco produttivo tramite escavatore cingolato ed alla separazione dei termini maggiormente argillosi non commerciabili. La formazione sabbioso-ghiaiosa coltivata viene poi caricata su camion che portano il materiale all'impianto di lavorazione. Il processo di coltivazione è realizzato tramite escavatori meccanici gommati o cingolati, mediante i quali sono quindi effettuate tutte le fasi operative quali la sbancatura iniziale e la coltivazione del banco s.s.. Nulla varierà rispetto alle procedure standard di scavo normalmente utilizzate e le metodologie di estrazione saranno quindi identiche a quelle adottate in altre CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 12

14 attività estrattive dell'area. Il previsto recupero definitivo della cava consiste essenzialmente nel ritombamento della zona scavata e nella riprofilatura del versante secondo pendenze simili a quelle attualmente esistenti, così da nascondere completamente l attività effettuata. Durante i lavori potranno esistere depositi temporanei di materiale non vendibile, ma con il progredire dei lavori, essendo la fase di recupero pressoché contestuale a quella di scavo, tali aree di accumulo andranno a sparire ed il materiale non venduto sarà immediatamente riutilizzato nella fase di recupero. 3.2 EVENTUALI TRATTAMENTI SUCCESSIVI La terra non inquinata ed i rifiuti inerti, dal punto di vista chimico non subiranno alcuna alterazione e risulteranno quindi identici ai depositi originari, sebbene "scompaginati" meccanicamente dalle operazioni di scavo. Queste tipologie di rifiuti di estrazione saranno stabili, ovvero non interagiranno con l atmosfera o l ambiente circostante. Le caratteristiche chimico-fisiche di questo materiale lo rendono ascrivibile alla tipologia di rifiuto non pericoloso. Questi rifiuti detritico-terrigeni derivanti dall attività estrattiva, poiché, come abbiamo detto, sono da considerarsi come rifiuti non inquinanti, saranno impiegati nelle varie fasi di recupero morfologico dell area estrattiva. 4 STRUTTURE DI DEPOSITO Come Struttura di deposito dei rifiuti di estrazione viene definita, ai sensi del articolo 3, punto "r" del D.Lgs. 117/2008 "...qualsiasi area adibita CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 13

15 all'accumulo o al deposito di rifiuti di estrazione, allo stato solido o liquido, in soluzione o in sospensione. Tali strutture comprendono una diga o un'altra struttura destinata a contenere, racchiudere, confinare i rifiuti di estrazione o svolgere altre funzioni per la struttura, inclusi, in particolare, i cumuli e i bacini di decantazione, sono esclusi i vuoti e volumetrie prodotti dall'attività estrattiva dove vengono risistemati i rifiuti di estrazione, dopo l'estrazione del minerale, a fini di ripristino e ricostruzione. (...). L utilizzo dei rifiuti di estrazione prodotti nel corso della coltivazione del giacimento per il tombamento dei vuoti generati dagli scavi e per il rimodellamento delle superfici già oggetto di coltivazione, non è soggetto agli specifici adempimenti previsti per le strutture di deposito purché venga attuato quanto previsto dal progetto di recupero ambientale approvato dall Autorità Competente nel rispetto delle condizioni previste all art. 10 comma 1: 1. sia garantita la stabilità dei rifiuti di estrazione ai sensi dell'articolo 11, comma 2; 2. sia impedito l'inquinamento del suolo e delle acque di superficie e sotterranee ai sensi dell'articolo 13, commi 1 e 4; 3. sia assicurato il monitoraggio dei rifiuti di estrazione e dei vuoti e volumetrie prodotti dall'attività estrattiva ai sensi dell'articolo 12, commi 4 e 5. Le condizioni di deposito avverranno in sicurezza e gli spessori depositati nei vuoti di scavo saranno stabili in modo permanente, come definito nel progetto di escavazione. La durata dello stoccaggio temporaneo di tale prodotto sarà comunque sempre inferiore ai tre anni. Visto quanto disposto dal legislatore poichè il progetto contiene già quanto espresso ai punti 1, 2 e 3, attuandosi quanto prescritto in esso, la CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 14

16 messa in posto dei rifiuti da estrazione nei vuoti di escavazione per il ripristino ambientale non è da considerarsi una struttura di deposito. 4.1 CUMULI Le caratteristiche delle aree di deposito temporaneo dei rifiuti, nonchè dei cumuli stessi, sono già state definite in sede progettuale conformemente alle norme di sicurezza sia per l'avanzamento dell'attività estrattiva sia per la tutela e salvaguardia dell'ambiente contenute nel progetto di escavazione. Vista la tipologia di rifiuti di estrazione componente i cumuli e viste le modalità di utilizzo previste nel presente piano di gestione, si ritiene che i cumuli e le aree ad essi dedicate, non debbano essere classificate come struttura di deposito, anche in funzione dei tempi di stoccaggio dei medesimi. Uno dei criteri per l individuazione delle strutture di deposito è basato infatti sulla durata minima dei tempi di accumulo o deposito dei rifiuti di estrazione. Stoccaggi di rifiuti di estrazione che si protraggono per tempi inferiori alla durata minima non ricadono infatti nella definizione di struttura di deposito. Poichè la generazione dei cumuli segue il progredire dell'attività di cava, essi sono impiegati quasi immediamente per il colmamento dei vuoti di estrazione e comunque sempre con tempi non superiori ai tre anni. Infatti come già anticipato, durante i lavori potranno esistere depositi temporanei di materiale non vendibile, ma con il progredire dei lavori, essendo la fase di recupero pressoché contestuale a quella di scavo, tali aree di accumulo andranno a sparire ed il materiale non venduto sarà immediatamente riutilizzato nella fase di ripristino. Per tale ragione si ritiene che i cumuli e le aree ad essi dedicate, non siano da classificarsi come struttura di deposito e non siano quindi soggette CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 15

17 agli specifici adempimenti previsti per esse, secondo quanto definito all'art. art.3, comma 1, lettera "r" punto "4" del D.Lgs. 117/ STABILITA' DEI CUMULI Per quanto riguarda i cumuli di cappellaccio generati durante la fase estrattiva, come definito nel progetto le "trance" di escavazione che vanno a formare i cumuli hanno ampiezza di 20 m, larghezza di 35 m ed un'altezza massima di 8 metri ciascuna. La quantità totale di materiale che andrà a costituire i cumuli sarà quindi di 5600 mc per ciascuna "trance"; al fine di minimizzare i movimenti su mezzi meccanici, i cumuli saranno posizionati nelle immediate vicinanze dell area in escavazione in modo da ottimizzare il temporaneo stoccaggio la veloce riallocazione di ripristino. Per quanto riguarda i tempi di stoccaggio dei cumuli questi sono sempre molto limitati e possono essere stimati come durata massima in trequattro giorni, anche se la loro permanenza è fortemente influenzata sia delle richieste del mercato, sia del tempo metereologico. In merito ai cumuli di materiale che si generano dall'accantonamento del suolo, si possono ipotizzare singoli cumuli di circa 2-3 mc. Considerando una geometria conica si possono stimare dimensioni corrispondenti a un raggio di base di 1,5 m ed un'altezza di 0,7 m. I singoli cumuli derivanti dallo stoccaggio provvisorio del materiale di scarto ("cappellaccio"), hanno geometria conica e/o troncoconica, con altezze massime di 3-4 m e raggio di base massimo di metri. Il volume raggiunto dai singoli cumuli è quindi al massimo di circa 1413 mc. Seguono le verifiche di stabilità dei cumuli. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 16

18 I valori di resistenza al taglio, angolo di attrito interno e peso di volume assegnati al materiale di riporto, così come le opzioni di verifica, sono prudenziali, non potendo a priori definire per mezzo di analisi geotecniche le caratteristiche di tali materiali. VERIFICHE DI STABILITA' DEI CUMULI Figura 1 - Geometria (misure lineari in metri) dei cumuli di escavazione (sono state utilizzate le geometrie più cautelative, cioè quelle che danno origine a pendenze maggiori: raggio di base minimo e altezza massima). Figura 2 - Geometria (misure lineari in metri) dei cumuli generati dal suolo (sono state utilizzate le geometrie più cautelative, cioè quelle che danno origine a pendenze maggiori: raggio di base minimo e altezza massima). CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 17

19 VERIFICA STABILITA' DEL CUMULO DI SCARTO D'ESCAVAZIONE IN CODIZIONI DRENATE Figura 3 - Visualizzazione cerchio critico. Fattore si sicurezza minimo, Fs min = 1,72. VERIFICA STABILITA' CUMULO DELLO SCARTO DI ESCAVAZIONE IN CODIZIONI NON DRENATE IN PRESENZA DI AZIONI SISMICHE Figura 4 - Visualizzazione cerchio critico. Fattore si sicurezza minimo, Fs min = 1,43. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 18

20 VERIFICA STABILITA' DEL CUMULO DI SUOLO IN CODIZIONI DRENATE Figura 5 - Visualizzazione cerchio critico. Fattore si sicurezza minimo, Fs min = 3,57. VERIFICA STABILITA' CUMULO DI SUOLO IN CODIZIONI NON DRENATE IN PRESENZA DI AZIONI SISMICHE Figura 6 - Visualizzazione cerchio critico. Fattore si sicurezza minimo, Fs min = 4,30. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 19

21 5 MATERIALI PROVENIENTI DALL'ESTERNO Per la sistemazione morfologica finale della cava di inerti denominata Malafrasca (Comune di Pergine Valdarno Provincia di Arezzo) non è previsto l'utilizzo di materiali provenienti dall'esterno del sito estrattivo così come definito all'art. 3, punto hh del D.Lgs. 117/2008. Tuttavia è bene fare una precisazione in merito a tale argomento: i limi di lavaggio del materiale estratto una volta asciutti e quindi lavorabili e "palabili" saranno ritrasportati alla cava di provenienza per essere riutilizzati anch'essi per la ripiena di vuoti e volumetrie prodotti dall'attività estrattiva a fini di ricostruzione e ripristino della cava. La gestione del materiale estratto all'interno degli impianti autorizzati non attiene evidentemente a questa sede pur tuttavia entrando tali materiali a far parte del ciclo della cava viene fornita di seguito una sommaria descrizione del loro ciclo di produzione e delle loro caratteristiche. 5.1 SCARTI DI LAVORAZIONE PROVENIENTI DALL'IMPIANTO: STERILI I materiali in oggetto rappresentano gli scarti della lavorazione degli inerti estratti dalle cave operata negli specifici impianti di lavorazione (frantoi). I suddetti impianti eseguono sulle sabbie e ghiaie estratte le operazioni di: frantumazione, selezione meccanica (vagliatura) e lavaggio con acqua proveniente da derivazione superficiale (laghetti di accumulo) e/o sotterranea (falda acquifera). Dal trattamento secondario della risorsa mineraria quindi, si ottiene una terza categoria di rifiuti di estrazione costituita dai residui della lavorazione, ovvero dalla frazione non commercializzabile del materiale estratto, CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 20

22 classificabile come sterile secondo la definizione dell'art. 3, comma 1, lettera "l" del D.Lgs. 117/2008, il materiale solido o i fanghi che rimangono dopo il trattamento dei minerali per separazione (ad esempio: frantumazione, macinazione, vagliatura, flottazione e altre tecniche fisico-chimiche) per ricavare i minerali pregiati dalla roccia meno pregiata FANGHI DI LAVAGGIO Questa tipologia di rifiuto inerte è ottenuta a seguito del lavaggio negli impianti di lavorazione delle sabbie e delle ghiaie costituenti la risorsa mineraria e sono formati da una miscela con concentrazioni variabili di acqua, sabbie fini, limi ed argille. I fanghi di lavaggio seguono all'uscita dagli impianti un processo fisico e chimico di disidratazione e decantazione, ed un successivo deposito in vasche di raccolta (bacino di decantazione) per la sua completa asciugatura. I bacini di decantazione sono appositamente sezionati al fine di separare i fanghi provenienti dai diversi poli estrattivi. Tale accorgimento permette il loro riutilizzo nel ripristino ambientale dei siti di provenienza. Il materiale proveniente dalla decantazione delle acque di lavaggio degli inerti alla fine del processo di disidratazione è quindi solido, debolmente umido (massimo contenuto in acqua 15%), di colore marrone chiaro, non infiammabile ed inodore. Il materiale così ricavato risulta idoneo per la ricomposizione finale delle aree escavate. Tale materiale può essere ricondotto alla tipologia indicata al punto 12.7 dell Allegato 4 del Decreto Ministeriale 5 febbraio 1998, nel quale viene definito (Decreto Legislativo 5 febbraio 1997 n. 22 cd. Decreto Ronchi - Testo vigente) come rifiuto non pericoloso. Ad esso può essere attribuito il codice CER sterile ed altri residui del lavaggio e della pulitura dei CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 21

23 minerali diversi da quelli di cui alle voci e Come già detto anche questo materiale rappresenta un rifiuto d'estrazione che sarà utilizzato per il riempimento dei vuoti di cui all'attività estrattiva. Per quanto riguarda la caratterizzazione chimica di tali rifiuti si ritiene che viste le modalità di trattamento che essi siano quindi da classificarsi come inerti non pericolosi. Le loro caratteristiche quindi non sono tali da provocare inquinamento ambientale o danni alla salute umana. Visto quanto disposto dal legislatore, come già chiarito nel paragrafo 4, la messa in posto dei rifiuti da estrazione nei vuoti di escavazione per il ripristino ambientale non è da considerarsi una struttura di deposito. 6 QUANTITA' DEI RIFIUTI DA ESTRAZIONE Per calcoli relativi alle volumetrie del cappellaccio e del materiale utile si fa riferimento a quanto inserito nella relazione di progetto. Per il terreno vegetale considerando uno spessore medio di un metro si ottiene una quantità di materiale pari a circa mc. Il cappellaccio è invece stimato in circa mc. I limi da riallocare, considerando che la parte sabbioso-limosa del materiale utile è circa il 10% del totale, avendo a disposizione m³ di materiale da lavorare, si possono stimare in circa mc. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 22

24 7 EFFETTI NEGATIVI SULL AMBIENTE E SULLA SALUTE UMANA Non sono prevedibili effetti negativi sull ambiente e sulla salute umana, perché, com è già stato detto, le caratteristiche di tutte le tipologie di rifiuti in oggetto assicurano la loro stabilità chimica e fisica, l'assenza di pericolo per la salute umana e ripercussioni negative per l'ambiente. Come definito nel progetto autorizzato l'ultimo metro di terreno della ricopertura dei vuoti da escavazione sarà costituito dalle terre non inquinate, cioè dalla copertura vegetale temporaneamente accantonata. Le caratteristiche chimiche e fisiche di questi rifiuti pedologici sono analoghe a quelle dei suoli ampiamente diffusi nella zona collinare di pertinenza del Polo estrattivo di Malafrasca. Pertanto questi terreni sono parte integrante e formativa dell assetto morfologico e pedologico del territorio considerato e la loro erosione contribuirà al normale trasporto solido e in soluzione delle acque di superficie locali. La loro stabilità alle condizioni atmosferiche/meteorologiche di superficie, a breve ed a lungo termine, sarà quindi la stessa degli altri suoli presenti nella zona. Le loro caratteristiche intrinseche quindi non sono tali da provocare inquinamento ambientale o danni alla salute umana. 8 PIANO PROPOSTO PER LA CHIUSURA, MONITORAGGIO E PROCEDURE CONNESSE AL RIPRISTINO E ALLA FASE SUCCESSIVA ALLA CHIUSURA Il progetto estrattivo prevede modalità d attuazione tali da garantire la stabilità dei rifiuti d estrazione in fase di deposito e di sistemazione finale. CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 23

25 Trattandosi di materiale non inquinante, non tossico e non pericoloso, richiede solo opere di spandimento e profilatura, con idonee sistemazioni idrauliche superficiali tipiche dei seminativi e delle aree forestali della zona. Non si prevedono ulteriori procedure per il ripristino oltre a quelle contenute nel piano di coltivazione autorizzato. I monitoraggi in corso d'opera e post escavazione saranno quelli definiti nel progetto di ripristino approvato in particolare si opereranno i controlli previsti dal progetto per i sistemi di scolo delle acque superficiali e di ricostituzione dell'apparato vegetale superficiale. Dott. Agr. BENEDETTO D ANNA c/o Studio Associato GREDA Via Fratelli Cervi n LORO CIUFFENNA (AR) Tel.: Dott. Geol. STEFANIA SEGONI Via Garibaldi n SAN GIOVANNI VALDARNO (AR) Tel.: PhD. ANTONIO ZEOLI Via del Querceto PERGINE VALDARNOI (AR) Tel.: IMPRESA COMMITTENTE: Consorzio Cavatori Valdarno Via dell'olmo 99/D TERRANUOVA BRACCIOLINI(AR) CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 24

26 9 ALLEGATO 1: RELAZIONI DI CALCOLO DELLE VERIFICHE DI STABILITA' DEI CUMULI Definizione Per pendio s intende una porzione di versante naturale il cui profilo originario è stato modificato da interventi artificiali rilevanti rispetto alla stabilità. Per frana s intende una situazione di instabilità che interessa versanti naturali e coinvolgono volumi considerevoli di terreno. Introduzione all'analisi di stabilità La risoluzione di un problema di stabilità richiede la presa in conto delle equazioni di campo e dei legami costitutivi. Le prime sono di equilibrio, le seconde descrivono il comportamento del terreno. Tali equazioni risultano particolarmente complesse in quanto i terreni sono dei sistemi multifase, che possono essere ricondotti a sistemi monofase solo in condizioni di terreno secco, o di analisi in condizioni drenate. Nella maggior parte dei casi ci si trova a dover trattare un materiale che se saturo è per lo meno bifase, ciò rende la trattazione delle equazioni di equilibrio notevolmente complicata. Inoltre è praticamente impossibile definire una legge costitutiva di validità generale, in quanto i terreni presentano un comportamento non-lineare già a piccole deformazioni, sono anisotropi ed inoltre il loro comportamento dipende non solo dallo sforzo deviatorico ma anche da quello normale. A causa delle suddette difficoltà vengono introdotte delle ipotesi semplificative: (a) Si usano leggi costitutive semplificate: modello rigido perfettamente plastico. Si assume che la resistenza del materiale sia espressa unicamente dai parametri coesione ( c ) e angolo di resistenza al taglio (j), costanti per il terreno e caratteristici dello stato plastico; quindi si suppone valido il criterio di rottura di Mohr-Coulomb. (b) In alcuni casi vengono soddisfatte solo in parte le equazioni di equilibrio. Metodo equilibrio limite (LEM) Il metodo dell'equilibrio limite consiste nello studiare l'equilibrio di un corpo rigido, costituito dal pendio e da una superficie di scorrimento di forma qualsiasi (linea retta, arco di cerchio, spirale logaritmica); da tale equilibrio vengono calcolate le tensioni da taglio (t) e confrontate con la resistenza disponibile (tf), valutata secondo il criterio di rottura di Coulomb, da tale confronto ne scaturisce la prima indicazione sulla stabilità attraverso il coefficiente di sicurezza F = tf / t. Tra i metodi dell'equilibrio limite alcuni considerano l'equilibrio globale del corpo rigido (Culman), altri a causa della non omogeneità dividono il corpo in conci considerando l'equilibrio di ciascuno (Fellenius, Bishop, Janbu ecc.). Di seguito vengono discussi i metodi dell'equilibrio limite dei conci. Metodo dei conci La massa interessata dallo scivolamento viene suddivisa in un numero conveniente di conci. Se il numero dei conci è pari a n, il problema presenta le seguenti incognite: n valori delle forze normali Ni agenti sulla base di ciascun concio; n valori delle forze di taglio alla base del concio Ti CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 25

27 (n-1) forze normali Ei agenti sull'interfaccia dei conci; (n-1) forze tangenziali Xi agenti sull'interfaccia dei conci; n valori della coordinata a che individua il punto di applicazione delle Ei; (n-1) valori della coordinata che individua il punto di applicazione delle Xi; una incognita costituita dal fattore di sicurezza F. Complessivamente le incognite sono (6n-2). mentre le equazioni a disposizione sono: Equazioni di equilibrio dei momenti n Equazioni di equilibrio alla traslazione verticale n Equazioni di equilibrio alla traslazione orizzontale n Equazioni relative al criterio di rottura n Totale numero di equazioni 4n Il problema è staticamente indeterminato ed il grado di indeterminazione è pari a i = (6n-2)-(4n) = 2n-2. Il grado di indeterminazione si riduce ulteriormente a (n-2) in quando si fa l'assunzione che Ni sia applicato nel punto medio della striscia, ciò equivale ad ipotizzare che le tensioni normali totali siano uniformemente distribuite. I diversi metodi che si basano sulla teoria dell'equilibrio limite si differenziano per il modo in cui vengono eliminate le (n-2) indeterminazioni. Metodo di BISHOP (1955) Con tale metodo non viene trascurato nessun contributo di forze agenti sui blocchi e fu il primo a descrivere i problemi legati ai metodi convenzionali. Le equazioni usate per risolvere il problema sono: SFv = 0, SM0 = 0, Criterio di rottura. sec i c+b(w i i iu- i i i)x+b tan i 1 tan itan if/ =F Wsin i I valori di F e di DX per ogni elemento che soddisfano questa equazione danno una soluzione rigorosa al problema. Come prima approssimazione conviene porre DX= 0 ed iterare per il calcolo del fattore di sicurezza, tale procedimento è noto come metodo di Bishop ordinario, gli errori commessi rispetto al metodo completo sono di circa 1 %. i CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 26

28 VALUTAZIONE DELL AZIONE SISMICA Nelle verifiche agli Stati Limite Ultimi la stabilità dei pendii nei confronti dell azione sismica viene eseguita con il metodo pseudo-statico. Per i terreni che sotto l azione di un carico ciclico possono sviluppare pressioni interstiziali elevate viene considerato un aumento in percento delle pressioni neutre che tiene conto di questo fattore di perdita di resistenza. Ai fini della valutazione dell azione sismica, nelle verifiche agli stati limite ultimi, vengono considerate le seguenti forze statiche equivalenti: F K W H F K W V Essendo: F H e F V rispettivamente la componente orizzontale e verticale della forza d inerzia applicata al baricentro del concio; W: peso concio Ko: Coefficiente sismico orizzontale Kv: Coefficiente sismico verticale. o v Calcolo coefficienti sismici Le NTC 2008 calcolano i coefficienti Ko e Kv in dipendenza di vari fattori: Con Ko = βs (amax/g) Kv=±0,5 Ko βs coefficiente di riduzione dell accelerazione massima attesa al sito; amax accelerazione orizzontale massima attesa al sito; g accelerazione di gravità. Tutti i fattori presenti nelle precedenti formule dipendono dall accelerazione massima attesa sul sito di riferimento rigido e dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio. amax = SS ST ag SS (effetto di amplificazione stratigrafica): 0.90 Ss 1.80; è funzione di F0 (Fattore massimo di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale) e della categoria di suolo (A, B, C, D, E). ST (effetto di amplificazione topografica). Il valore di ST varia con il variare delle quattro categorie topografiche introdotte: T1(ST = 1.0) T2(ST = 1.20) T3(ST =1.20) T4(ST = 1.40). CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 27

29 Questi valori sono calcolati come funzione del punto in cui si trova il sito oggetto di analisi. Il parametro di entrata per il calcolo è il tempo di ritorno dell evento sismico che è valutato come segue: TR=-VR/ln(1-PVR) Con VR vita di riferimento della costruzione e PVR probabilità di superamento, nella vita di riferimento, associata allo stato limite considerato. La vita di riferimento dipende dalla vita nominale della costruzione e dalla classe d uso della costruzione (in linea con quanto previsto al punto delle NTC). In ogni caso VR dovrà essere maggiore o uguale a 35 anni. Ricerca della superficie di scorrimento critica In presenza di mezzi omogenei non si hanno a disposizione metodi per individuare la superficie di scorrimento critica ed occorre esaminarne un numero elevato di potenziali superfici. Nel caso vengano ipotizzate superfici di forma circolare, la ricerca diventa più semplice, in quanto dopo aver posizionato una maglia dei centri costituita da m righe e n colonne saranno esaminate tutte le superfici aventi per centro il generico nodo della maglia m n e raggio variabile in un determinato range di valori tale da esaminare superfici cinematicamente ammissibili. VERIFICA STABILITA' DEL CUMULO DI SCARTO D'ESCAVAZIONE Analisi di stabilità dei pendii con BISHOP Normativa D.M. 88/96 Numero di strati 2,0 Numero dei conci 10,0 Grado di sicurezza ritenuto accettabile 1,3 Coefficiente parziale resistenza 1,0 Analisi Condizione drenata Superficie di forma circolare Maglia dei Centri Ascissa vertice sinistro inferiore xi 1,95 m Ordinata vertice sinistro inferiore yi 4,52 m Ascissa vertice destro superiore xs 11,76 m Ordinata vertice destro superiore ys 11,19 m Passo di ricerca 10,0 Numero di celle lungo x 20,0 Numero di celle lungo y 20,0 CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 28

30 Vertici profilo N X m y m 1 0,0 0,0 2 5,0 0,0 3 15,0 4,0 Vertici strato...1 N X m y m 1 0,0 0,0 2 15,0 0,0 Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno Tangente angolo di resistenza al taglio 1,25 Coesione efficace 1,25 Coesione non drenata 1,4 Riduzione parametri geotecnici terreno No Stratigrafia c: coesione; cu: coesione non drenata; Fi: Angolo di attrito; G: Peso Specifico; Gs: Peso Specifico Saturo; K: Modulo di Winkler Strato c cu Fi G Gs K Litologia (kg/cm²) (kg/cm²) ( ) (Kg/m³) (Kg/m³) (Kg/cm³) ,00 2 0, ,00 Risultati analisi pendio Fs minimo individuato 1,72 Ascissa centro superficie 5,39 m Ordinata centro superficie 10,85 m Raggio superficie 10,87 m B: Larghezza del concio; Alfa: Angolo di inclinazione della base del concio; Li: Lunghezza della base del concio; Wi: Peso del concio ; Ui: Forze derivanti dalle pressioni neutre; Ni: forze agenti normalmente alla direzione di scivolamento; Ti: forze agenti parallelamente alla superficie di scivolamento; Fi: Angolo di attrito; c: coesione. Analisi dei conci. Superficie...xc = 5,387 yc = 10,854 Rc = 10,87 Fs=1, Nr. B Alfa Li Wi Kh Wi Kv Wi c Fi Ui N'i Ti m ( ) m (Kg) (Kg) (Kg) (kg/cm²) ( ) (Kg) (Kg) (Kg) ,84-0,9 0,84 157,58 0,0 0,0 0,25 33,0 0,0 178,51287,4 2 0,84 3,5 0,84 661,82 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 653,7 153,7 3 0,84 7,9 0, ,36 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 1038,6 244,2 CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 29

31 4 0,84 12,4 0, ,75 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 1320,9 310,6 5 0,84 17,0 0, ,38 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 1502,7 353,4 6 0,84 21,7 0,9 1606,01 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 1580,6 371,7 7 0,84 26,5 0, ,94 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 1543,4 362,9 8 0,84 31,6 0, ,55 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 1369,9 322,2 9 0,84 37,0 1,05 960,68 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 1021,6 240,2 10 0,84 42,7 1,14 382,48 0,0 0,0 0,0 22,0 0,0 427,8 100,6 Analisi di stabilità dei pendii con BISHOP Normativa O.P.C.M.3274 Numero di strati 2,0 Numero dei conci 10,0 Grado di sicurezza ritenuto accettabile 1,1 Coefficiente parziale resistenza 1,0 Analisi Condizione non drenata Superficie di forma circolare Maglia dei Centri Ascissa vertice sinistro inferiore xi 3,38 m Ordinata vertice sinistro inferiore yi 4,56 m Ascissa vertice destro superiore xs 10,58 m Ordinata vertice destro superiore ys 11,15 m Passo di ricerca 10,0 Numero di celle lungo x 20,0 Numero di celle lungo y 20,0 Coefficienti sismici OPCM 3274 ====================================================== Zona sismica 3 Accelerazione massima / g 0,15 Categoria profilo stratigrafico C Coefficiente di amplificazione topografica 1,2 Coefficiente azione sismica orizzontale 0,113 Coefficiente azione sismica verticale 0,057 Vertici profilo N X m y m 1 0,0 0,0 2 5,0 0,0 3 15,0 4,0 Vertici strato...1 CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 30

32 N X m y m 1 0,0 0,0 2 15,0 0,0 Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno Tangente angolo di resistenza al taglio 1,25 Coesione efficace 1,25 Coesione non drenata 1,4 Riduzione parametri geotecnici terreno No Stratigrafia c: coesione; cu: coesione non drenata; Fi: Angolo di attrito; G: Peso Specifico; Gs: Peso Specifico Saturo; K: Modulo di Winkler Strato c cu Fi G Gs K Litologia (kg/cm²) (kg/cm²) ( ) (Kg/m³) (Kg/m³) (Kg/cm³) 1 0 0, , , ,00 Risultati analisi pendio [O.P.C.M.3274] Fs minimo individuato 1,43 Ascissa centro superficie 5,54 m Ordinata centro superficie 10,49 m Raggio superficie 10,5 m Analisi dei conci. Superficie...xc = 5,541 yc = 10,49 Rc = 10,505 Fs=1, Nr. B Alfa Li Wi Kh Wi Kv Wi c Fi Ui N'i Ti m ( ) m (Kg) (Kg) (Kg) (kg/cm²) ( ) (Kg) (Kg) (Kg) ,82-0,8 0,82 294,38 33,26 16,78 0,5 0,0 0,0 334,62855,8 2 0,82 3,7 0,82 822,12 92,9 46,86 0,05 0,0 0,0 805,5 286,1 3 0,82 8,2 0, ,37 140,05 70,64 0,05 0,0 0,0 1210,7 288,5 4 0,82 12,7 0, ,41 174,41 87,97 0,05 0,0 0,0 1516,2 292,7 5 0,82 17,3 0, ,12 195,39 98,56 0,05 0,0 0,0 1718,0 299,1 6 0,82 22,1 0, ,53 202,1101,95 0,05 0,0 0,0 1805,1 308,2 7 0,82 27,0 0, ,76 193,2 97,46 0,05 0,0 0,0 1755,6 320,5 8 0,82 32,1 0, ,46 166,73 84,1 0,05 0,0 0,0 1530,6 337,2 9 0,82 37,6 1, ,68 119,74 60,4 0,05 0,0 0,0 1059,9 360,4 10 0,82 43,5 1,13 421,83 47,67 24,04 0,05 0,0 0,0 208,1 393,6 CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 31

33 VERIFICA STABILITA' DEL CUMULO DI SUOLO Analisi di stabilità dei pendii con BISHOP Normativa D.M. 88/96 Numero di strati 2,0 Numero dei conci 10,0 Grado di sicurezza ritenuto accettabile 1,3 Coefficiente parziale resistenza 1,0 Analisi Condizione drenata Superficie di forma circolare Maglia dei Centri Ascissa vertice sinistro inferiore xi 0,44 m Ordinata vertice sinistro inferiore yi 0,78 m Ascissa vertice destro superiore xs 2,61 m Ordinata vertice destro superiore ys 2,1 m Passo di ricerca 10,0 Numero di celle lungo x 20,0 Numero di celle lungo y 20,0 Vertici profilo N X m y m 1 0,0 0,0 2 2,0 0,0 3 3,5 0,7 Vertici strato...1 N X m y m 1 0,0 0,0 2 3,5 0,0 Coefficienti parziali per i parametri geotecnici del terreno Tangente angolo di resistenza al taglio 1,25 Coesione efficace 1,25 Coesione non drenata 1,4 Riduzione parametri geotecnici terreno No CONSORZIO CAVATORI VALDARNO 32

CASTELNUOVESE INERTI S.R.L. Via S.R. 69 Via Ponte alle Forche, 27 52028 San Giovanni Valdarno (Ar) P.IVA 01923580516

CASTELNUOVESE INERTI S.R.L. Via S.R. 69 Via Ponte alle Forche, 27 52028 San Giovanni Valdarno (Ar) P.IVA 01923580516 Via S.R. 69 Via Ponte alle Forche, 27 52028 San Giovanni Valdarno (Ar) P.IVA 01923580516 CAVA RIMANDOLI 7 COMUNE DI PERGINE VALDARNO (AR) ai sensi del Decreto Legislativo 30 maggio 2008 n 117 Attuazione

Dettagli

Cava Casolo Piano Gestione Rifiuti

Cava Casolo Piano Gestione Rifiuti 1 PREMESSA... 2 2 METODO DI COLTIVAZIONE... 3 2.1 Scopertura del giacimento... 3 2.2 Estrazione e carico del calcare... 3 2.3 Trasporto all impianto... 3 2.4 Frantumazione... 3 2.5 Recupero ambientale...

Dettagli

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio

REGIONE DEL VENETO. Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio REGIONE DEL VENETO PROVINCIA DI VERONA COMUNE DI SAN PIETRO DI MORUBIO Impianto di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi presso il Comune di San Pietro di Morubio DITTA A.E.T.

Dettagli

INTRODUZIONE. 4 RIMOZIONE MASSICCIATA STRADALE. 5 DEMOLIZIONE MANUFATTI EDILI E STRADALI. 5 SCAVO TRADIZIONALE ALL APERTO.

INTRODUZIONE. 4 RIMOZIONE MASSICCIATA STRADALE. 5 DEMOLIZIONE MANUFATTI EDILI E STRADALI. 5 SCAVO TRADIZIONALE ALL APERTO. SOMMARIO 1 INTRODUZIONE... 4 2 RIMOZIONE MASSICCIATA STRADALE... 5 3 DEMOLIZIONE MANUFATTI EDILI E STRADALI... 5 4 SCAVO TRADIZIONALE ALL APERTO... 6 5 TRIVELLAZIONI... 6 6 CARATTERIZZAZIONE CHIMICA...

Dettagli

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini. COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini. COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie fini COMUNI INTERESSATI Ferrara INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata a nord degli abitati di Porotto e Cassana, nel Comune di Ferrara, confina a nord

Dettagli

INDICE. 2 Quadro normativo di riferimento 4. 3 Caratterizzazione sismica del sito 5

INDICE. 2 Quadro normativo di riferimento 4. 3 Caratterizzazione sismica del sito 5 RELAZIONE SISMICA INDICE 1 Introduzione 3 Quadro normativo di riferimento 4 3 Caratterizzazione sismica del sito 5 3.1 Valutazione pericolosità sismica 5 3. Valutazione tempo di ritorno Tr 6 3..1 Periodo

Dettagli

GEOSTRU SOFTWARE SLOPE Il software per la stabilità dei pendii naturali opere di materiali sciolti fronti di scavo

GEOSTRU SOFTWARE SLOPE Il software per la stabilità dei pendii naturali opere di materiali sciolti fronti di scavo GEOSTRU SOFTWARE SLOPE Il software per la stabilità dei pendii naturali opere di materiali sciolti fronti di scavo NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI D.M. 14 Gennaio 2008 GEOSTRU SOFTWARE SLOPE Prescrizioni

Dettagli

TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA

TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA Con le modifiche apportate dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 al

Dettagli

A.S.A. S.p.A. POTENZIAMENTO DEPURATORE DI ROSIGNANO SOLVAY. Comune di Rosignano Marittimo PIANO DI GESTIONE TERRE E ROCCE DI SCAVO

A.S.A. S.p.A. POTENZIAMENTO DEPURATORE DI ROSIGNANO SOLVAY. Comune di Rosignano Marittimo PIANO DI GESTIONE TERRE E ROCCE DI SCAVO Associata al sistema Confindustria A.S.A. S.p.A. POTENZIAMENTO DEPURATORE DI ROSIGNANO SOLVAY Comune di Rosignano Marittimo PIANO DI GESTIONE TERRE E ROCCE DI SCAVO ai sensi del D.Lgs 156/06 s.m.i. e della

Dettagli

PIANO DI GESTIONE DELLE TERRE

PIANO DI GESTIONE DELLE TERRE PIANO DI GESTIONE DELLE TERRE PROGETTO.. Richiedente: Tecnico: PREMESSA Il presente Piano di Gestione delle terre è stato redatto nel rispetto e in ottemperanza delle seguenti normative specifiche in materia:

Dettagli

RELAZIONE PAESAGGISTICA

RELAZIONE PAESAGGISTICA RELAZIONE PAESAGGISTICA ai sensi dell art.159 del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i. Allegata richiesta di attivazione della procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A. ai sensi dell art. 48 LR 10/2010 e dell

Dettagli

PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.)

PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.) REGIONE MARCHE Giunta Regionale PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.) DIRETTIVA PER I CASI IN CUI DALLA REALIZZAZIONE DI OPERE PUBBLICHE (articolo 6, comma 2, lettera f) della L.R. 1 dicembre

Dettagli

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA

PIAE 2009-2028 1 TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA TIPOLOGIA DI POLO LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA L area è ubicata in località Cavallara presso l abitato di S.Giovanni nel Comune di Ostellato.

Dettagli

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ DICHIARAZIONE IN MERITO AL RISPETTO DEI CRITERI PREVISTI IN TEMA DI RIUTILIZZO DI TERRE E ROCCE DA SCAVO DAL COMMA 1 DELL ART. 41bis DEL DECRETO LEGGE 21 GIUGNO 2013, N 69, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI

Dettagli

Ristrutturazione del complesso ENAV di Roma ACC - Ciampino Roma Progetto definitivo delle strutture - RELAZIONE GEOTECNICA

Ristrutturazione del complesso ENAV di Roma ACC - Ciampino Roma Progetto definitivo delle strutture - RELAZIONE GEOTECNICA INDICE 1 PREMESSA... 2 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO... 2 3 SISMICITA DELL AREA... 3 4 LE INDAGINI GEOGNOSTICHE... 3 5 ASPETTI IDROGEOLOGICI GENERALI... 5 6 ASPETTI GEOTECNICI DEL PROGETTO LE STRUTTURE FONDALI...

Dettagli

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata: 10 CRITERI TECNICI DELLE PRIORITÀ L elenco dei siti con gli indici di priorità contenuti nel presente piano, dovrà essere rivisto ed aggiornato alla luce delle risultanze emergenti dai piani di caratterizzazione.

Dettagli

BILANCIO DI PRODUZIONE DI MATERIALE DA SCAVO E/O DI RIFIUTI...

BILANCIO DI PRODUZIONE DI MATERIALE DA SCAVO E/O DI RIFIUTI... INDICE 1 PREMESSA... 2 2 BILANCIO DI PRODUZIONE DI MATERIALE DA SCAVO E/O DI RIFIUTI... 2 3 CRITERI PER LA LOCALIZZAZIONE E GESTIONE DELLE AREE DI CANTIERE DA ADIBIRE A DEPOSITO TEMPORANEO... 3 File: 13-033_gen01es_r0

Dettagli

APPLICAZIONI SOFTWARE PER LA PROGETTAZIONE GEOTECNICA CON LE NTC 2008

APPLICAZIONI SOFTWARE PER LA PROGETTAZIONE GEOTECNICA CON LE NTC 2008 BELLUNO 8 Marzo 2012 APPLICAZIONI SOFTWARE PER LA PROGETTAZIONE GEOTECNICA CON LE NTC 2008 Seminario tecnico Applicazioni software per la progettazione geotecnica con le NTC 2008 GEOSTRU SOFTWARE WWW.GEOSTRU.COM

Dettagli

TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI.

TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI. TRACCIA PER LA REDAZIONE DELLA RELAZIONE GEOLOGICA E DELLA RELAZIONE GEOTECNICA FACENTI PARTE DI UN PROGETTO PER COSTRUZIONI. PRECISAZIONI Il presente documento nasce dalla pressante richiesta di iscritti

Dettagli

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito

Dettagli

PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.)

PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.) REGIONE MARCHE Giunta Regionale PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.) DIRETTIVA PER LE CAVE DI PRESTITO (articolo 6, comma 2, lettera e) della L.R. 1 dicembre 1997, n. 71) Art. 1 Definizioni e

Dettagli

Indicazioni per la predisposizione del Piano di Gestione dei Rifiuti di Estrazione PGRE

Indicazioni per la predisposizione del Piano di Gestione dei Rifiuti di Estrazione PGRE Indicazioni per la predisposizione del Piano di Gestione dei Rifiuti di Estrazione PGRE Il Piano di Gestione dei Rifiuti di Estrazione (PGRE), che costituirà l All. n. 5 o successivi, al provvedimento

Dettagli

LA GESTIONE DEI MATERIALI DA SCAVO AL DI FUORI DEL REGIME DELLE TRS

LA GESTIONE DEI MATERIALI DA SCAVO AL DI FUORI DEL REGIME DELLE TRS LA GESTIONE DEI MATERIALI DA SCAVO AL DI FUORI DEL REGIME DELLE TRS Seminario del 29 maggio 2013 Stefania Alemani Provincia di Torino TERRE E ROCCE DA SCAVO L INTERESSE SI SPOSTA DA: PRODUTTORE DELLA TERRA

Dettagli

PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI

PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI CITTÀ DI BARLETTA COMANDO POLIZIA MUNICIPALE PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI Tutte le attività produttive, che nell esercizio del ciclo lavorativo producono rifiuti speciali, devono

Dettagli

LE LINEE GUIDA PROVINCIALI

LE LINEE GUIDA PROVINCIALI LE LINEE GUIDA PROVINCIALI 2) INDICAZIONI PER LA CORRETTA COMPILAZIONE DEI MODULI ELABORATO PROGETTUALE (Mod.( A) predisposto dal produttore delle terre e rocce da scavo va presentato all autorità competente

Dettagli

Dimensionamento delle strutture

Dimensionamento delle strutture Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle

Dettagli

Committente: Comune di Flero. Cantiere: via Paine Flero (BS) Progetto: Riqualificazione e ampliamento della scuola materna in via Paine

Committente: Comune di Flero. Cantiere: via Paine Flero (BS) Progetto: Riqualificazione e ampliamento della scuola materna in via Paine Committente: Comune di Flero Cantiere: via Paine Flero (BS) Progetto: Riqualificazione e ampliamento della scuola materna in via Paine ------------------------------------------------------------------

Dettagli

ALLEGATO A ALLE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI: PERICOLOSITÀ SISMICA

ALLEGATO A ALLE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI: PERICOLOSITÀ SISMICA ALLEGATO A ALLE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI: PERICOLOSITÀ SISMICA Le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) adottano un approccio prestazionale alla progettazione delle strutture nuove e alla verifica

Dettagli

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ (resa ai sensi degli artt. 47 e 38 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n.445)

DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ (resa ai sensi degli artt. 47 e 38 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n.445) Spett.le ARPA Lombardia DIPARTIMENTO DI.. Via...... (indirizzare all ARPA territorialmente competente con riferimento al sito di produzione dei materiali da scavo) Dichiarazione relativa al rispetto delle

Dettagli

La valutazione del rischio chimico

La valutazione del rischio chimico La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,

Dettagli

MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO. Geol. Fabio Garbin

MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO. Geol. Fabio Garbin MODELLO GEOLOGICO E MODELLO GEOTECNICO Geol. Fabio Garbin Preparazione all Esame di Stato, Roma 8 aprile 2011 Riferimenti Normativi essenziali D.M. 14.01.2009: Approvazione delle nuove Norme Tecniche sulle

Dettagli

RELAZIONE TECNICA OGGETTO: ANALISI DELLA VIABILITA DI ACCESSO ALL AREA ESTRATTIVA.

RELAZIONE TECNICA OGGETTO: ANALISI DELLA VIABILITA DI ACCESSO ALL AREA ESTRATTIVA. Loc. Ponticino via Nazionale n 212/D 52020 Laterina (AR) Tel/Fax 0575/898447 P.Iva 02046860512 www.edilconsulting.info E-mail: info@edilconsulting.info RELAZIONE TECNICA OGGETTO: ANALISI DELLA VIABILITA

Dettagli

I metodi di calcolo previsti dalle NTC 08 Parte 1

I metodi di calcolo previsti dalle NTC 08 Parte 1 I metodi di calcolo previsti dalle NTC 08 Parte 1 3 Indice Parte I Schema generale 4 1 Richiamo... normativa 8 Parte II Tipologie di analisi 10 4 1 Enter the help project title here Schema generale Premessa

Dettagli

Al Presidente del Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di xxx. Al Responsabile dell Area Governo del Territorio del Comune di xxx

Al Presidente del Collegio Geometri e Geometri laureati della Provincia di xxx. Al Responsabile dell Area Governo del Territorio del Comune di xxx DIREZIONE GENERALE PROGRAMMAZIONE TERRITORIALE E NEGOZIATA, INTESE. RELAZIONI EUROPEE E RELAZIONI SERVIZIO AFFARI GENERALI, GIURIDICI E PROGRAMMAZIONE FINANZIARIA INTERNAZIONALI IL RESPONSABILE GIOVANNI

Dettagli

paragrafo successivo, in cui sono indicate le modalità di riutilizzo, omettendo la parte anagrafica già compilata nel presente paragrafo.

paragrafo successivo, in cui sono indicate le modalità di riutilizzo, omettendo la parte anagrafica già compilata nel presente paragrafo. Riutilizzo Terre e Rocce da Scavo DECRETO LEGISLATIVO 3 aprile 2006, n 152 - Art. 186, come modificato dal D.lgs. N. 4/08 Il sottoscritto (cognome) (nome) nato a il in qualità di Titolare, Legale Rappresentante,

Dettagli

PIANO DI COLTIVAZIONE 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO

PIANO DI COLTIVAZIONE 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO PIANO DI COLTIVAZIONE 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO Le caratteristiche topografiche e geometriche delle aree interessate dal piano di coltivazione si possono rilevare mediante l esame delle planimetrie, delle

Dettagli

DESCRIZIONE DELLE FONDAZIONI

DESCRIZIONE DELLE FONDAZIONI SOMMARIO 2 GENERALITA 3 3 DESCRIZIONE DELLE FONDAZIONI 3 4 PERICOLOSITA SISMICA 4 5 CARATTERIZZAZIONE FISICO-MECCANICA DEL TERRENO 4 6 MODELLI GEOTECNICI DI SOTTOSUOLO 5 7 VERIFICHE DELLA SICUREZZA E DELLE

Dettagli

ISTRUZIONI PER LA GESTIONE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO. Normativa di riferimento: La gestione delle terre e rocce da scavo può avvenire:

ISTRUZIONI PER LA GESTIONE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO. Normativa di riferimento: La gestione delle terre e rocce da scavo può avvenire: ISTRUZIONI PER LA GESTIONE DI TERRE E ROCCE DA SCAVO Normativa di riferimento: art. 186 del D.Lgs. 152/06 D.G.R.V. N. 2424 del 08/08/2008 art. 20, comma 10-sexies del D.L. 29/11/2008 n. 185 La gestione

Dettagli

TAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI. Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008

TAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI. Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008 TAVOLA TECNICA SUGLI SCAVI Art. 100 comma 1 del D. Lgs. 81/2008 D. Lgs. 81/2008: Art. 100 Piano di Sicurezza e Coordinamento comma 1: il Piano di Sicurezza e Coordinamento è corredato..da una tavola tecnica

Dettagli

D.M. 11.03.1988: NTC2008: 6.2.1. 6.2.2

D.M. 11.03.1988: NTC2008: 6.2.1. 6.2.2 D.M. 11.03.1988: [ ] la progettazione deve essere basata sulla caratterizzazione geotecnica dei terreni di fondazione, ottenuta a mezzo di rilievi, indagini e prove [ ] NTC2008: [ ] Le scelte progettuali

Dettagli

1 Relazione Generale sull Intervento...2. 2 Determinazione dei parametri geotecnici...2. 3 Normativa di riferimento...3. 4 Relazione sui materiali...

1 Relazione Generale sull Intervento...2. 2 Determinazione dei parametri geotecnici...2. 3 Normativa di riferimento...3. 4 Relazione sui materiali... 1 Relazione Generale sull Intervento... Determinazione dei parametri geotecnici... 3 Normativa di riferimento...3 4 Relazione sui materiali...3 5 Verifiche statiche...4 5.1 Formule di calcolo delle azioni...4

Dettagli

CDDWin - Computer Design of Declivity. CDDWin Release 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015. Validazione del codice di calcolo

CDDWin - Computer Design of Declivity. CDDWin Release 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015. Validazione del codice di calcolo CDDWin - Computer Design of Declivity CDDWin Release 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 e 2015 Validazione del codice di calcolo ESEMPI DI VALIDAZIONE DEL PROGRAMMA CDDWin della S.T.S. S.r.l. Il programma

Dettagli

Approccio Normativo e problematiche Gestionali Discariche

Approccio Normativo e problematiche Gestionali Discariche . Approccio Normativo e problematiche Gestionali Discariche Dott. Geol. Raffaele Rizzo Dott.Geol.. RAFFAELE RIZZO - ROMA 4 maggio 2011 1 Normativa Europea di riferimento: - Direttiva 1999/31 31/CE relativa

Dettagli

COMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI

COMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI COMUNE DI FANO RELAZIONE GEOLOGICO TECNICA PER LA SOPRELEVAZIONE DI UN FABBRICATO RESIDENZIALE SITO IN FANO VIA RINALDUCCI COMMITTENTE: MANCINELLI GIUSEPPINA OPERA DELL INGEGNO RIPRODUZIONE VIETATA OGNI

Dettagli

INDICE. 1. Recupero ambientale..pag.2. 2. Calcolo economico delle operazioni di recupero ambientale...3

INDICE. 1. Recupero ambientale..pag.2. 2. Calcolo economico delle operazioni di recupero ambientale...3 INDICE 1. Recupero ambientale..pag.2 2. Calcolo economico delle operazioni di recupero ambientale....3 M.F.G. service s.a.s. di A.L Incesso 1. Recupero ambientale Istanza di ampliamento di calcare Prima

Dettagli

Fanghi di escavazione Problema ancora senza soluzione?

Fanghi di escavazione Problema ancora senza soluzione? Fanghi di escavazione Problema ancora senza soluzione? Ordinarie operazioni di ricavatura di un corso d acqua Il problema fanghi in Toscana Per evidenziare l estensione del problema a livello regionale

Dettagli

Problemi applicativi riscontrati nel computo delle garanzie fideiussorie di cui alla DGR n. 1635 del 7 dicembre 2011

Problemi applicativi riscontrati nel computo delle garanzie fideiussorie di cui alla DGR n. 1635 del 7 dicembre 2011 Problemi applicativi riscontrati nel computo delle garanzie fideiussorie di cui alla DGR n. 1635 del 7 dicembre 2011 In vista della scadenza del 21 febbraio 2012 per la prestazione delle garanzie fideiussorie,

Dettagli

LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DI POZZI PER L ESTRAZIONE DI ACQUA SOTTERRANEA

LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DI POZZI PER L ESTRAZIONE DI ACQUA SOTTERRANEA LINEE GUIDA PER LA COSTRUZIONE DI POZZI PER L ESTRAZIONE DI ACQUA SOTTERRANEA Le domande di autorizzazione e di concessione per la costruzione di un pozzo devono essere corredate da un progetto preliminare

Dettagli

Il sottoscritto. Titolare della Ditta. Legale Rappresentante della Ditta con sede legale nel Comune di località Via...n... CAP.Prov...

Il sottoscritto. Titolare della Ditta. Legale Rappresentante della Ditta con sede legale nel Comune di località Via...n... CAP.Prov... A.O.O. Provincia di Roma Servizi di Tutela Ambientale Anno Classificazione Fascicolo.. N.. DATA. Modello I-5bis (Provincia Modello_E-bis Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Civitavecchia

Dettagli

R E G I O N E P U G L I A

R E G I O N E P U G L I A - Visto il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22 (sostituito dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152); - Visto il decreto legislativo 13 gennaio 2003, n.36; - Visto il decreto ministeriale 5 febbraio

Dettagli

Sviluppo dell anagrafe dei siti contaminati nella Provincia Autonoma di Trento

Sviluppo dell anagrafe dei siti contaminati nella Provincia Autonoma di Trento Sviluppo dell anagrafe dei siti contaminati nella Provincia Autonoma di Trento A. Camin I. Castellani G. Rampanelli Rimini 5-8/11/2008 L Anagrafe dei siti contaminati Il 15/12/1999, sul Supplemento Ordinario

Dettagli

Idrogeologia. Velocità media v (m/s): nel moto permanente è inversamente proporzionale alla superficie della sezione. V = Q [m 3 /s] / A [m 2 ]

Idrogeologia. Velocità media v (m/s): nel moto permanente è inversamente proporzionale alla superficie della sezione. V = Q [m 3 /s] / A [m 2 ] Idrogeologia Oltre alle proprietà indici del terreno che servono a classificarlo e che costituiscono le basi per utilizzare con facilità l esperienza raccolta nei vari problemi geotecnici, è necessario

Dettagli

Quaderni di aggiornamento normativo A cura del dott. Jacopo Rapisarda e-mail:j.rapisarda@bluebrain.it DISCARICHE

Quaderni di aggiornamento normativo A cura del dott. Jacopo Rapisarda e-mail:j.rapisarda@bluebrain.it DISCARICHE DISCARICHE Nuove definizioni: riflessi per le aziende Criteri di ammissione dei rifiuti, adeguamento delle discariche in esercizio, obblighi dei conferitori dei rifiuti Il Decreto Legislativo 13 gennaio

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

RELAZIONE RISPOSTA A DOMANDA N. 2. Generalità. Fondazioni. Caratteristiche del terreno

RELAZIONE RISPOSTA A DOMANDA N. 2. Generalità. Fondazioni. Caratteristiche del terreno RISPOSTA A DOMANDA N. 2 RELAZIONE Generalità La presente relazione illustra gli aspetti geotecnici e delle fondazioni relativi alle strutture delle seguenti opere: EDIFICIO SERVIZI BUNKER PROTEXIMETRICO

Dettagli

DISCARICA loc. Lastiella

DISCARICA loc. Lastiella COMUNE DI ROVERETO DISCARICA loc. Lastiella n. 21 La discarica è ubicata a Rovereto in Località Lastiella e interessa la ex cava Ognibeni & Vettori ora abbandonata. L'intervento si configura come recupero

Dettagli

RELAZIONE SULLA GESTIONE DELLE MATERIE (ai sensi dell art. 26 comma 1 lett.i del D.P.R. n. 207/2010)

RELAZIONE SULLA GESTIONE DELLE MATERIE (ai sensi dell art. 26 comma 1 lett.i del D.P.R. n. 207/2010) RELAZIONE SULLA GESTIONE DELLE MATERIE (ai sensi dell art. 26 comma 1 lett.i del D.P.R. n. 207/2010) La presente relazione si riferisce alle opere inerenti il progetto delle urbanizzazioni primarie e secondarie

Dettagli

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS AREA DEI SERVIZI AMBIENTALI

PROVINCIA DI CARBONIA IGLESIAS AREA DEI SERVIZI AMBIENTALI DETERMINAZIONE N. 170 DEL 05.07.2012 OGGETTO: Provvedimento Unico n. 6 del 09.04.2009 SUAP del Comune di Iglesias Autorizzazione alla realizzazione e alla gestione di un impianto di messa in riserva di

Dettagli

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO

L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO È noto che la gestione del magazzino è uno dei costi nascosti più difficili da analizzare e, soprattutto, da contenere. Le nuove tecniche hanno, però, permesso

Dettagli

Zonizzazione Acustica

Zonizzazione Acustica Zonizzazione Acustica Relazione POLO SCIENTIFICO TECNOLOGICO LOMBARDO Consulenti: dott. arch. Luca Bertagnon dott. arch. Claudio Scillieri 0 introduzione La zonizzazione acustica è la classificazione del

Dettagli

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento

6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Capitolo 6 Risultati pag. 301 6.5. Risultati simulazioni sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo fanno riferimento alle concentrazione

Dettagli

La classificazione dei rifiuti ai fini del loro recupero. Maria Palumbo Direttore Centro Campano Tecnologie Ambientali CCTA Scarl

La classificazione dei rifiuti ai fini del loro recupero. Maria Palumbo Direttore Centro Campano Tecnologie Ambientali CCTA Scarl La classificazione dei rifiuti ai fini del loro recupero Maria Palumbo Direttore Centro Campano Tecnologie Ambientali CCTA Scarl Definizione di rifiuto Rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra

Dettagli

GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL

GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA PER LA COMPILAZIONE DELLA SCHEDA CCNL GUIDA RAPIDA BOZZA 23/07/2008 INDICE 1. PERCHÉ UNA NUOVA VERSIONE DEI MODULI DI RACCOLTA DATI... 3 2. INDICAZIONI GENERALI... 4 2.1. Non modificare la struttura dei fogli di lavoro... 4 2.2. Cosa significano

Dettagli

1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE

1. PREMESSA 2. CALCOLI E VERIFICHE FOGNATURA ACQUE REFLUE 1. PREMESSA La presente verifica idraulica fa riferimento alla precedente verifica allegata al progetto preliminare approvato con Deliberazione del Giunta Municipale n. 113 del 19.09.2011, con la quale

Dettagli

Assessorato territorio e ambiente Dipartimento territorio e ambiente

Assessorato territorio e ambiente Dipartimento territorio e ambiente Assessorato territorio e ambiente Dipartimento territorio e ambiente LINEE-GUIDA PER LA GESTIONE DEI MATERIALI/RIFIUTI INERTI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ DI DEMOLIZIONE, COSTRUZIONE E SCAVO, COMPRESE LE COSTRUZIONI

Dettagli

DISPENSE IN MATERIA DI: GESTIONE RIFIUTI DAL DECRETO RONCHI DEL 1997 AL CODICE AMBIENTALE DEL 2006. Claudio Boldori

DISPENSE IN MATERIA DI: GESTIONE RIFIUTI DAL DECRETO RONCHI DEL 1997 AL CODICE AMBIENTALE DEL 2006. Claudio Boldori DISPENSE IN MATERIA DI: GESTIONE RIFIUTI DAL DECRETO RONCHI DEL 1997 AL CODICE AMBIENTALE DEL 2006 Claudio Boldori CON LA PUBBLICAZIONE DEL RONCHI TER, SEMBRA CONCLUSA LA PRIMA E DOVEROSA FASE DI COMPLETAMENTO

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

Direzione Impresa, Lavoro e Scuola Area Produzione e Servizi - Agricoltura. Settore Calamità ed Avversità Naturali in Agricoltura

Direzione Impresa, Lavoro e Scuola Area Produzione e Servizi - Agricoltura. Settore Calamità ed Avversità Naturali in Agricoltura Pag. 1 di 15 Presentazione domanda iniziale e Comunicazioni Pag. 2 di 15 Sommario... 1 Dettaglio azienda... 3 Pratiche e Comunicazioni... 3 Nuova Domanda... 4 Dati identificativi... 5 Referente del Progetto...

Dettagli

Gestione dei rifiuti

Gestione dei rifiuti IL SOFTWARE PER LA SICUREZZA E L AMBIENTE STRUMENTO Gestione dei rifiuti Gestione dei rifiuti La finalità dello strumento Rifiuti di Risolvo è una rapida registrazione delle operazioni di carico e scarico,

Dettagli

Il concetto di gestione dei rifiuti

Il concetto di gestione dei rifiuti Autorizzazioni e adempimenti per la gestione dei rifiuti Relatore: Laura Pampaloni Il concetto di gestione dei rifiuti Il D.lgs n. 152/2006 definisce la GESTIONE come la raccolta, il trasporto, il recupero

Dettagli

SOMMARIO: LEGGI SU CUI SI BASANO LE ATTUALI NORME LE NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI E L AZIONE SISMICA

SOMMARIO: LEGGI SU CUI SI BASANO LE ATTUALI NORME LE NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI E L AZIONE SISMICA LEGGI FONDAMENTALI DELLE NORMESISMICHE SOMMARIO: LEGGI SU CUI SI BASANO LE ATTUALI NORME SISMICHE LE NUOVE NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI E L AZIONE SISMICA Giacomo Di Pasquale, Dipartimento della Protezione

Dettagli

PROCEDURA --------------------------------------

PROCEDURA -------------------------------------- PROCEDURA PER L ACQUISIZIONE DI BENI IMMOBILI (AREE O FABBRICATI) FUNZIONALI ALL EROGAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO -------------------------------------- La PROVINCIA DI GENOVA, nella sua qualità

Dettagli

4.5.5 Risultati analisi XRPD

4.5.5 Risultati analisi XRPD 4.5.5 Risultati analisi XRPD CAMPIONE N.11 Campione abbastanza massivo, di colore biancastro-verde pallido, costituito da cristalli da aciculari a fibrosi, tendenzialmente isorientati. - XRPD: diopside

Dettagli

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 Documento approvato con DGR 1532 del 2.12.2005 - Allegato 2 - ALLEGATO 2

Dettagli

Compilazione del modulo di dichiarazione per l utilizzo terre e rocce da scavo come sottoprodotto, ai sensi della legge 9 agosto 2013 n.

Compilazione del modulo di dichiarazione per l utilizzo terre e rocce da scavo come sottoprodotto, ai sensi della legge 9 agosto 2013 n. Compilazione del modulo di dichiarazione per l utilizzo terre e rocce da scavo come sottoprodotto, ai sensi della legge 9 agosto 2013 n. 98 A seguito dell entrata in vigore della Legge 09.08.2013 n. 98,

Dettagli

Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi Via Astico, 1 36066 Sandrigo (VI)

Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi Via Astico, 1 36066 Sandrigo (VI) PROGETTO DEFINITIVO n. 13010308 PROVINCIA DI VICENZA COMUNE DI SANDRIGO Impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi Via Astico, 1 36066 Sandrigo (VI) Partnership Ambientale PROGETTO DEFINITIVO

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

Sintesi non tecnica dei documenti progettuali e di valutazione ambientale pag. 1. Premessa

Sintesi non tecnica dei documenti progettuali e di valutazione ambientale pag. 1. Premessa INDICE Premessa... 1 1. - Ubicazione ed inquadramento territoriale... 2 2. - Riferimenti normativi e analisi dei vincoli presenti... 2 3. - Descrizione del progetto... 2 Sintesi non tecnica dei documenti

Dettagli

CATASTO SITI CONTAMINATI ARPA EMILIA-ROMAGNA

CATASTO SITI CONTAMINATI ARPA EMILIA-ROMAGNA CATASTO SITI CONTAMINATI ARPA EMILIA-ROMAGNA Indice 1. Introduzione 1 2. Descrizione del catasto 2 2.1 Sezione A: Anagrafica 4 2.2 Sezione B: Tecnica 7 2.3 Sezione C: Procedurale 10 2.4 Sezione D: Interventi

Dettagli

I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità. Valeria Frittelloni ISPRA

I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità. Valeria Frittelloni ISPRA I criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e le principali criticità Valeria Frittelloni ISPRA Analisi della Commissione europea sulla conformità del DM 27 settembre 2010 inclusione del codice

Dettagli

(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE

(Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE L 86/6 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 5.4.2005 II (Atti per i quali la pubblicazione non è una condizione di applicabilità) COMMISSIONE DECISIONE DELLA COMMISSIONE del 22 marzo 2005 che stabilisce

Dettagli

RAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874

RAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874 RAPPORTO DI PROVA 110104 - R 0874 DETERMINAZIONE DEL CONTRIBUTO DI UNA VERNICE TERMICA A BASE CERAMICA SUI VALORI DI TRASMITTANZA DI PARETI INTONACATE, DELLA DITTA "ATRIA s.r.l." STABILIMENTO DI PARTANNA

Dettagli

BILANCIO DI PRODUZIONE DEI MATERIALI INERTI DA SCAVO E DEI MATERIALI INERTI DA DEMOLIZIONE E COSTRUZIONE

BILANCIO DI PRODUZIONE DEI MATERIALI INERTI DA SCAVO E DEI MATERIALI INERTI DA DEMOLIZIONE E COSTRUZIONE BILANCIO DI PRODUZIONE DEI MATERIALI INERTI DA SCAVO E DEI MATERIALI INERTI DA DEMOLIZIONE E COSTRUZIONE L.R. 3 DICEMBRE 2007 N. 31 (NUOVE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI GESTIONE DEI RIFIUTI) Comune Foglio

Dettagli

D.P.C.M. 14 novembre 1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore.

D.P.C.M. 14 novembre 1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore. D.P.C.M. 14 novembre 1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Vista la legge 26 ottobre 1995, n. 447, recante "Legge quadro sull'inquinamento

Dettagli

DEFINIZIONI INDISPENSABILI

DEFINIZIONI INDISPENSABILI 1 DEFINIZIONI INDISPENSABILI Preimballaggio Per imballaggio preconfezionato, o preimballaggio, si intende l insieme del prodotto e dell imballaggio nel quale è confezionato. Possiamo affermare quindi che

Dettagli

PIANO DI RECUPERO. RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA ED AMPLIAMENTO DI UN EDIFICIO AD USO SINGOLA ABITAZIONE ai sensi dell'art.3 della L.R.

PIANO DI RECUPERO. RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA ED AMPLIAMENTO DI UN EDIFICIO AD USO SINGOLA ABITAZIONE ai sensi dell'art.3 della L.R. COMUNE DI ROVIGO PROVINCIA DI ROVIGO PIANO DI RECUPERO E ubicazione: committente: RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA ED AMPLIAMENTO DI UN EDIFICIO AD USO SINGOLA ABITAZIONE ai sensi dell'art.3 della L.R. 13/11

Dettagli

DETERMINAZIONE DELLA FASCIA DI RISPETTO PER I CAMPI ELETTROMAGNETICI GENERATI DALLE CABINE ELETTRICHE A SERVIZIO DELL IMPIANTO FOTOVOLTAICO DA

DETERMINAZIONE DELLA FASCIA DI RISPETTO PER I CAMPI ELETTROMAGNETICI GENERATI DALLE CABINE ELETTRICHE A SERVIZIO DELL IMPIANTO FOTOVOLTAICO DA RELAZIONE TECNICA DETERMINAZIONE DELLA FASCIA DI RISPETTO PER I CAMPI ELETTROMAGNETICI GENERATI DALLE CABINE ELETTRICHE A SERVIZIO DELL IMPIANTO FOTOVOLTAICO DA 933.60kW DA REALIZZARSI PRESSO L AEROPORTO

Dettagli

COMUNE DI BARLETTA. Tav. 1/Str. RELAZIONE GEOTECNICA

COMUNE DI BARLETTA. Tav. 1/Str. RELAZIONE GEOTECNICA COMUNE DI BARLETTA Settore Manutenzioni Provincia di Barletta-Andria-Trani Tav. 1/Str. RELAZIONE GEOTECNICA OGGETTO: RECUPERO E RISTRUTTURAZIONE DELLA PALAZZINA COMUNALE DI VIA GALVANI DA DESTINARE A CENTRO

Dettagli

730, Unico 2013 e Studi di settore Pillole di aggiornamento

730, Unico 2013 e Studi di settore Pillole di aggiornamento 730, Unico 2013 e Studi di settore Pillole di aggiornamento N. 30 05.07.2013 Liquidazione di srl e presentazione di Unico Categoria: Sottocategoria: Scadenze Nelle società di capitali la fase di è un procedimento

Dettagli

1 PREMESSA 2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI

1 PREMESSA 2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI INDICE 1 PREMESSA 2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI 3 - DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI IN PROGETTO 4 BILANCIO DEI MATERIALI DI RISULTA 5 INDIVIDUAZIONE DELLE CAVE DI DEPOSITO 1 1 - PREMESSA La presente relazione

Dettagli

Istruzioni per la Progettazione, l Esecuzione ed il Controllo delle Strutture di Legno,

Istruzioni per la Progettazione, l Esecuzione ed il Controllo delle Strutture di Legno, Come indicato al Par. 4.4.14 del D.M. 14/01/2008, VERIFICA DI RESISTENZA AL FUOCO ELEMENTI LIGNEI Le verifiche di resistenza al fuoco potranno eseguirsi con riferimento a UNI EN 1995-1-2, utilizzando i

Dettagli

REGOLAMENTO PER LE INIZIATIVE DI TUTELA AMBIENTALE NELLA REALIZZAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI

REGOLAMENTO PER LE INIZIATIVE DI TUTELA AMBIENTALE NELLA REALIZZAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI REGOLAMENTO PER LE INIZIATIVE DI TUTELA AMBIENTALE NELLA REALIZZAZIONE DEI LAVORI PUBBLICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI Approvato con delibera C.P. n. 107 del 21.12.2001 * * * * Art. 1 PREMESSE Con il presente

Dettagli

PROVINCIA DI TERNI SETTORE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO

PROVINCIA DI TERNI SETTORE AMBIENTE E DIFESA DEL SUOLO PROT. N. 23690 DEL 3 MAGGIO 2012 Oggetto: Art. 208 D.lgs. 152/2006 e s.m.i. GIONTELLA QUINTO EREDI S.A.S DI ANTONIO GIONTELLA & C. Autorizzazione unica per un nuovo impianto di recupero di rifiuti speciali

Dettagli

Usando il pendolo reversibile di Kater

Usando il pendolo reversibile di Kater Usando il pendolo reversibile di Kater Scopo dell esperienza è la misurazione dell accelerazione di gravità g attraverso il periodo di oscillazione di un pendolo reversibile L accelerazione di gravità

Dettagli

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro.

V= R*I. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. LEGGE DI OHM Dopo aver illustrato le principali grandezze elettriche è necessario analizzare i legami che vi sono tra di loro. PREMESSA: Anche intuitivamente dovrebbe a questo punto essere ormai chiaro

Dettagli

COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni

COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni Norma di riferimento: D.g.r. 30 novembre 2011 - n. IX/2616 Aggiornamento dei Criteri

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

RESIDUI DELLA PULIZIA STRADALE: IL PROCESSO DI RECUPERO

RESIDUI DELLA PULIZIA STRADALE: IL PROCESSO DI RECUPERO Convegno MatER 15-16 maggio 2013 - Piacenza TECNOLOGIE E TENDENZE PER IL RECUPERO DEI RIFIUTI RESIDUI DELLA PULIZIA STRADALE: IL PROCESSO DI RECUPERO Pergetti Mauro 15-16 maggio 2013 1 Premessa 1/2 Il

Dettagli

IMPIANTI DI TERRA Appunti a cura dell Ing. Emanuela Pazzola Tutore del corso di Elettrotecnica per meccanici, chimici e biomedici A.A.

IMPIANTI DI TERRA Appunti a cura dell Ing. Emanuela Pazzola Tutore del corso di Elettrotecnica per meccanici, chimici e biomedici A.A. IMPIANTI DI TERRA Appunti a cura dell Ing. Emanuela Pazzola Tutore del corso di Elettrotecnica per meccanici, chimici e biomedici A.A. 2005/2006 Facoltà d Ingegneria dell Università degli Studi di Cagliari

Dettagli