Father and son. ispirato a Gli sdraiati e Breviario comico di Michele Serra

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1 Father and son ispirato a Gli sdraiati e Breviario comico di Michele Serra

2 Colle della Nasca INTRO NASCA 1 Dovresti venire con me al Colle della Nasca. Tu non hai idea di come ti piacerebbe. Tu non hai idea di quanto ti farebbe bene. Sono sei ore di cammino: non troppe, non poche,. Ci si sveglia alle cinque, non presto, non tardi. E si sale, si sale, si sale. La prima luce del giorno fatica a filtrare tra i rami fitti dei larici. Si sale, si suda e si tace. Finché si arriva al lago, ci si ferma a fare colazione al primo sole del mattino. E poi ancora si sale, si sale, si sale, nella pietraia interminabile. Si sale, si suda e si tace. Finché salendo e tacendo si imbocca una seconda cresta che sale fino a una stretta forca tra due cime aguzze di ardesia. Quello e il Colle della Nasca. Duemilasettecento metri. Ci sono solo: ardesia e cielo. E il posto piu bello del mondo. La prima volta che ci son salito mi ci ha portato mio padre. 2

3 Sei passato da questa casa Ma dove cazzo sei? Sono le 3 del mattino. Ti ho telefonato almeno quattro volte, non rispondi mai. Il tuo cellulare suona a vuoto, (come quello dei mariti adulteri e delle amanti). Per non dire della mia ansia quando non ti trovo, cioe quasi sempre. Ogni sirena di ambulanza scoperchia la scatola delle mie paure. Vedo motorini schiantati, risse sanguinose, overdosi fatali, ragazzi schiacciati nella calca dei rave party o pestati a morte da gendarmi indegni della loro divisa. Mi vedo soccorrerti e contemporaneamente sgridarti, caricatura schizofrenica dell autorita, sommando le due debolezze: la smania protettiva della Madre, le pretese di rettitudine del Padre. Mi chiedo: Quante volte invece di mandarti a fare in culo avrei dovuto darti una carezza. E quante volte ti ho dato una carezza e invece avrei dovuto mandarti a fare in culo. L unica certezza e che sei passato da questa casa. Le tracce della tua presenza sono inconfondibili. Il tappeto davanti all ingresso e una piccola cordigliera di pieghe e avvallamenti, causa scarponcini che usi tu. In cucina il lavello e pieno di piatti sporchi. Proprio lì sul ripiano davanti al frigo una pirofila con maccheroni avanzati produce le sue muffe: un passo ancora e avrebbe trovato salvezza, ma la tua maestria nell assecondare l entropia del mondo sta esattamente in questo minimo, quasi impercettibile scarto tra il fatto e il non fatto. Anche quando basterebbe un nonnulla per chiudere il cerchio, e il frigorifero, tu lo lasci aperto. Il cerchio e il frigorifero. Sei un perfezionista della negligenza. Piu di un posacenere, in giro per la casa, rigurgita di cicche, residui di canne. Spero non solo tue. In questo quadro bisunto e tendente allo scuro, quasi radiosa e l aureola candida che sta sotto alla macchina del caffe. E un anello di zucchero con al centro un piccolo cerchio intonso. Evidentemente deve sembrarti lezioso centrare con il cucchiaino la circonferenza della tazzina, e dunque spargi virilmente il tuo zucchero con il gesto largo e brusco del seminatore. 3

4 In bagno, asciugamani zuppi giacciono sul pavimento. Appendere un asciugamani all appendiasciugamani, mi rendo conto, e un attivita che deve risultarti incomprensibile. Come richiudere un cassetto, o l anta di un armadio, dopo averli aperti. Come raccogliere da terra, e piegare quelle felpe che paiono indossate da un corpo fatto di soli gomiti, bozzute anche nelle parti che non hanno ragione di esserlo, e per giunta farcite della maglietta che sfili in un solo colpo insieme a qualunque indumento sovrastante. La parte superiore del tuo vestiario e un multistrato che si compone vestendosi ma non si divide svestendosi. Calzini sporchi ovunque, a migliaia. A milioni. Appallottolati, e in virtu del peso modesto e dell ingombro limitato, non tutti per terra. Alcuni anche su ripiani, mensole, sul lampadario come palloncini che un gas misterioso, e inequivocabilmente fetido, ha fatto librare in ogni angolo della casa. Il tuo computer scarica musica, sempre, e sobbolle abbandonato sul letto. Con una parvenza di autorità ho cercato di farti credere che e pericolosissimo, che può bruciare il cervello e la casa. Inutilmente. Dovunque bagliori soffusi di spie, led, video ronzanti. La televisione di camera tua replica anche in tua assenza uno di quei cartoon satirici americani che dileggiano il consumismo. Tutto rimane aperto, niente chiuso. Tutto rimane iniziato, niente concluso. Tutto rimane acceso, niente spento. Tu sei il consumista perfetto. 4

5 NASCA 2 Se non vieni con me al Colle della Nasca non fai un dispetto a me. Lo fai a te stesso. Dai, vieni con me al Colle della Nasca. Partiamo venerdì mattina e sabato sera sei di nuovo a casa per uscire con i tuoi amici. Te lo chiedo per piacere. Non farlo per me. Fallo per te. 5

6 Bambini ieri e oggi Oggi finalmente ti sei svegliato nello stesso momento in cui si sveglia tutta la citta. Quando la gente va a lavorare, i bambini a scuola, e tutti sembrano partecipi dello stesso ritmo, membri della stessa comunita. Peccato che la citta sia Sydney, 9 ore di fuso orario. Qui da noi sono le sette di sera. Rabbuia. E tu dormi ancora. Nel tuo assetto classico, sul divano, in mutande, con la tivu accesa. Il respiro e leggero, la fronte sgombra, le palpebre lisce e integre come un libro mai aperto. Ho la nitida sensazione che questo esattamente questo sia l ultimo istante della tua infanzia. Penso a come e stato facile amarti da piccolo. A quanto e difficile continuare a farlo ora che le nostre stature sono appaiate, la tua voce somiglia alla mia, gli ingombri dei corpi sono gli stessi. L amore naturale che si porta ai figli non e un merito. Non richiede capacita che non siano istintive. Anche un idiota o un cinico ne e capace. La cagna primipara e del tutto inesperta, ma apre coi denti il sacchetto della placenta, lecca il naso dei cuccioli per aiutarli a respirare, lascia che scivolino sul suo ventre e si abbandona beata al succhio forsennato di sei, otto ladri di vita. E anni dopo, e quando tuo figlio si trasforma in un tuo simile, che amarlo richiede le virtu che contano. La pazienza, la forza d animo, l autorevolezza, la severita, la generosita, l esemplarita... troppe, troppe virtu per chi nel frattempo cerca di continuare a vivere. Chi nel frattempo cerca di continuare a vivere, ecco una onesta definizione dei genitori: e aggiungerei e cerca di non farsi troppo sopraffare dai figli. Parlo di quelli della mia generazione, perché ho il forte sospetto che le generazioni precedenti, quanto all arte di non farsi sopraffare dai figli, fossero molto piu attrezzate della nostra. 6

7 Quando ero piccolo io, i bambini non erano ammessi alla tavola dei genitori. I bambini a tavola danno fastidio, interrompono, reclamano attenzione. Non so dire se fosse giusto o sbagliato. Certo era funzionale: e secondo la mia esperienza lo era anche per noi, i bambini. A casa nostra mia sorella e io cenavamo prima, godendo di un menu speciale che ci esentava dai minacciosi orrori allestiti per la cena degli adulti, escargot in salsa di cavolo, trippa in umido, fegato alla veneziana con cipolle in agrodolce. A noi preparavano pasta al burro con molto parmigiano, bistecca ai ferri, e a volte la pesca, a fettine. Gli adulti a turno venivano a trovarci, e ricordo con gratitudine la brevita di quelle ispezioni. Ripensandoci, mi rendo conto di avere interpretato quelle cene appartate non come un esclusione, ma come un esenzione. Voleva dire che potevo rimanere un bambino. Che ero un bambino. Che avrei potuto rimandare quelle conversazioni impegnative, argute, spiritose e continuare a dedicarmi a Topolino. Del mondo deli adulti io ero ai margini. Ma non esiliato. Ero incluso nell aura della grande famiglia, ma beato nella mia periferia di meditabonda ignavia, di irresponsabilita. Bambino. 7

8 Opzione E Calderoli propone lo Sputum E mentre nelle nostre case si discute di calzini sporchi (fetidi) e di gite in montagna, il governo italiano lavora indefessamente per noi. Continua serrato in parlamento il dibattito sulla revisione del Porcellum. Secondo alcuni esperti anche la legge elettorale azteca, che prevedeva l'elezione di un unico deputato da sacrificare agli dei ad ogni solstizio, era più democratica del Porcellum. Il suo creatore Calderoli, orgoglioso di questo primato, tuttavia non dispera di poterlo cambiare, in peggio. Lo Sputum, che Calderoli propone agli altri partiti, è identico al Porcellum, ma in aggiunta prevede che il presidente di seggio, al momento della deposizione della scheda nell'urna, sputi in faccia all'elettore. Di fronte alle dure critiche del Pd, il centrodestra ha accusato Epifani di saper dire solo di no. Secondo voci incontrollate Umberto Bossi, geloso dei successi di Calderoli come costituzionalista, starebbe preparando una sua proposta alternativa allo Sputum, il Vomitum una legge elettorale che deve il suo nome al fatto che basta leggerne le prime due o tre righe per vomitare. Le perplessità espresse dal Pd sono state subito biasimate da Fabrizio Cicchitto, secondo il quale «Epifani è capace di dire solamente no». Il sistema elettorale messo a punto dai collaboratori più stretti di Berlusconi è invece l Acquistum. Risparmiando l inutile assurda spesa delle campagne elettorali e delle elezioni vere e proprie, l'acquistum stabilisce che tutte le cariche elettive siano messe all'asta e vendute al miglior offerente. «Chi non può permettersi di comperare neppure un seggio», ha spiegato Berlusconi, «come può ambire a governare il Paese?». L'ex premier, comunque, per garantire un'equa rappresentanza parlamentare, si è detto disposto a regalare al Pd una decina di seggi, a casaccio. Alcuni - quelli 8

9 accanto al gruppo leghista - sarebbero in condizioni igieniche molto precarie, altri sono raggiungibili solo con l'aiuto dei commessi, scavalcando deputati addormentati. Il segretario Epifani ha rifiutato la proposta, facendo notare che i dieci seggi sono troppo distanti l'uno dall'altro impedendo ai deputati del PD il tradizionale, serrato confronto al termine del quale votare a casaccio. «Questo ennesimo no di Epifani», ha commentato Cicchitto, «impedisce qualunque trattativa seria Il Movimento Cinque Stelle propone il Cliccatum. Viene eletto deputato chiunque ottenga il maggior numero di "mi piace" su Facebook. Il titolo di onorevole sarebbe così finalmente abolito, e sostituito dal titolo di mipiacciato e mipiacciata. Nelle prime prove simulate, ha ottenuto sette milioni di "mi piace" Wally '92, che chiede la parificazione tra X Factor e la scuola dell'obbligo, incalzata da Psyco Bakunin, che chiede l'impiccagione del papa e di Napolitano alla stessa corda. Alle perplessità espresse dal PD Casaleggio ha digitato: Ma questo Epifani sa dire solo no?. Non mi piace C è poi la proposta del Partito Democratico: Primarie. Sempre e ovunque, senza una data precisa, anche per assumere i vigili urbani, per nominare i direttori degli uffici postali, per decidere i titolari della nazionale di calcio. «L'intero Paese, - ha dichiarato Epifani- si trasformerebbe in un solo, immenso seggio elettorale permanente». A trovarlo! ha replicato Renzi con una cadenza genovese assolutamente immotivata. Decisiva, la proposta di Casini e dell'udc, il minoritario secco. Prevede un forte premio di maggioranza per il partito che ottiene meno voti. Monti ha dato il suo assenso. Fini, Rutelli e Turigliatto hanno esultato. Colloquio dai professori 9

10 Al colloquio con i professori la madre che mi precede e una signora alta e pallida che parla fitto fitto e a voce abbastanza alta, va avanti da venti minuti buoni e si sta lamentando che il figlio non riesce a concentrarsi nello studio, e non e che lo faccia apposta a non concentrarsi, anzi, lui glielo dice proprio, mamma non riesco a concentrarmi, e questo vuol dire che ha individuato perfettamente il problema, che non riesce a concentrarsi, e la madre lo ha capito che davvero non e per cattiva volonta, perche se fosse per cattiva volonta non gli importerebbe niente di non riuscire a concentrarsi, anzi non lo direbbe nemmeno, e invece si lamenta continuamente di questa cosa, che non riesce a concentrarsi, per lui non riuscire a concentrarsi e veramente un cruccio, in effetti lo sa benissimo anche lui che se avesse impiegato a concentrarsi sui libri tutto il tempo che impiega a cercare inutilmente di concentrarsi, o a spiegare alla madre che proprio non gli riesce di concentrarsi, il problema sarebbe gia risolto, d altra parte lei, la madre, non sa come aiutarlo, quando e al lavoro ovviamente non e in casa e quando e in casa ha tanto da lavorare in casa, non ha il tempo di aiutare il figlio a concentrarsi nello studio, e anche se lo avesse non saprebbe da che parte cominciare, magari esistono delle tecniche per concentrarsi, ma ha dimenticato di chiederlo al professore che lo ha visitato per la dislessia, il figlio non e dislessico ma a volte nei test la dislessia sfugge e sarebbe meglio rifare la visita ogni anno, perche e incredibile come fa progressi velocemente la diagnostica, oggi si scoprono forme di dislessia che ieri neanche si potevano immaginare, e un po come per le intolleranze alimentari che non si ha idea di quante persone ne sono afflitte e neanche lo sospettano, per esempio il figlio di una sua amica e stato certificato dislessico dopo anni che nessuno ci credeva che era dislessico, a parte la madre, ma si sa, le madri hanno uno sguardo speciale, e la dottoressa, una dottoressa bravissima, se n e accorta perche il ragazzo sottolineava i libri con il pennarello nero facendo una linea così storta che piu che sottolineare cancellava (oddio non sara mica strabico?), poi sfido che aveva difficolta a rileggere, gia uno e dislessico, poi gli tocca anche studiare su un libro mezzo cancellato, tra l altro cancellato da lui e dunque senza nemmeno la possibilita di prendersela con qualcun altro, si può immaginare il 10

11 problema, anzi i due problemi che si sommano, pare che esista un nesso tra l incapacita di sottolineare e la dislessia, anche se non tutte le dislessie, solo alcune. Certo che una volta a scuola facevano un sacco di storie per la brutta calligrafia, le macchie, i quaderni in disordine, e neanche sapevano di tutti gli aspetti psicologici annessi e connessi e di quante patologie dell apprendimento ci sono al mondo, sai quante punizioni inutili e stupide si sarebbero evitate, certo questi ragazzi andrebbero seguiti di piu, ma chi ne ha il tempo, noi del resto, quando si andava a scuola, chi ci seguiva?......e mentre pronuncia la breve frase chi ci seguiva? mi illudo di indovinare nel flusso monocorde della sua voce come un trasalimento, un inceppo prodotto dal dubbio, effettivamente cara signora a noi non ci seguiva nessuno ma non e che ci siamo impiccati a una trave. Chi piu chi meno, anche i dislessici inconsapevoli, anche i patologici non certificati, anche gli intolleranti al cetriolo, abbiamo trascinato la carretta fino alla maturita o al diploma, e dunque per un attimo spero che la madre, rendendo conto a se stessa del fatto che non ci seguiva nessuno beati noi, sia sfiorata, almeno sfiorata, dal sospetto che l unico vero problema del figlio e avere una rompicoglioni siffatta che lo segue, lo asfissia, lo giustifica, lo soffoca, gli fa da alibi, lo assolve, e mentre la sua voce alta di volume ma piatta di tono, vuotamente assertiva, seguita ad affastellare alla rinfusa considerazioni di nessuna congruenza scientifica o logica, ma tutte perfettamente ancorate solo alla sua ossessione protettiva, vedo la professoressa impietrita che annuisce con il viso ma con la testa per mettersi in salvo e certamente altrove, ai compiti da correggere, al corso di pilates o al derby, qualunque cosa pur di evadere almeno con il pensiero da quel confessionale insano, dove genitori spaventati o spiazzati o ignorati riciclano la loro impotenza in una ciarla mortifera, che trova un capo e una coda solo nel loro terrore di non essere abbastanza Madre e Padre, non certo nella vita reale del figlio che magari in questo momento si stara confezionando una bella canna, concentratissimo, nella Panda usata di un suo amico punk ripetente. 11

12 Ma no, la voce della madre non ce l ha, quel trasalimento salvifico, la nenia verbosa ha subito ripreso il sopravvento e sta trascinando verso nuovi vortici non piu la dislessia, ora il padre assente che e farmacista ma non lo aiuta in chimica la povera professoressa inerte, che adesso pare una di quelle automobili che si vedono nei telegiornali travolte dalla piena del fiume e menate dove da sole mai sarebbero andate a ficcarsi. La voce della madre, fin dall inizio, e di parecchi decibel superiore alla soglia della discrezione, in compenso il tono e così monocorde che lo si potrebbe trascrivere su un solo rigo del pentagramma, pagine e pagine di lalalalalalalalalalalalalalala senza pause ne a capo, io che purtroppo non posso non ascoltare anche se mi sono tirato indietro di qualche passo fino a incappare nella seconda madre, il prototipo della depressa sotto farmaci, che per fortuna non dovrò ascoltare perche quando dara la stura alla sua impotenza io starò gia infilando la chiave nel cruscotto della macchina per fuggire via. Quanto a me, non e che mi senta migliore. Riconosco nelle mie fughe, nei miei silenzi, la stessa mancanza di autorevolezza, la stessa inconsistenza. Mi viene in mente l aneddoto del padre di Giorgio Amendola che andava una volta all anno dai professori del figlio solo per dire guardi che mio figlio e un cretino, lo bocci senza pensarci un attimo. E magari Giorgio Amendola era un dislessico ante-diagnosi, poverello, o intollerante alle barbabietole. E quando tocca finalmente a me sono distratto, e la professoressa deve ripetermi due o tre volte si accomodi mentre la madre del dislessico - strabico si e dissolta come un peto al vento. La prof mi guarda e non capisce se sono lì per caso o se ero in coda, la seconda madre alle mie spalle mi sfiora un braccio, guardi che tocca a lei, mi scuoto, sorrido, mi piacerebbe dire sono il padre di Giorgio Amendola e sono venuto a dirle che deve bocciarli tutti, specialmente il figlio di lalalalala, invece dico sono il padre di Tizio, buongiorno, e come tutte, come tutti, mi imbarco in una vaga chiacchierata a proposito di una persona, mio figlio, che entrambi conosciamo poco e male, e il cui destino sfugge giorno dopo giorno dalle nostre mani 12

13 NASCA 3 Se vieni con me al Colle della Nasca, ti pago. Quanti soldi vorresti, euro piu euro meno, per venire con me al Colle della Nasca? Contanti? Un assegno? Un bonifico? Un tanto al chilometro, o un tanto all ora o un tanto al passo (ce l hai un contapassi?), oppure, facciamo un forfait. Cosa? Vuoi venirci in motorino? L'evoluzione della specie 13

14 Ho appena letto di alcuni nuovi brevetti tecnologici. Cito testualmente: Il solarbikini: è un costume da bagno composto da una serie di pannelli fotovoltaici. Ottimo per prendere il sole e contemporaneamente caricare il cellulare. (non voglio sapere dov è incorporata la porta Usb) Il Babycode: è un piccolo codice a barre tatuato sul corpo del neonato. Indispensabile per individuare il vostro bambino in caso di smarrimento. E infine L IPotty: un vasino con innestato nella seduta un aggancio per l Ipad. (Ideale per i bambini che vogliono cagare navigando.) Ma queste sono americanate fantascientifiche. Noi non saremo mai così Poi ti guardo figlio mio. Annoto con zelo scientifico, e nessun ricamo letterario: sei sdraiato sul divano, immerso in un accrocco spiegazzato di cuscini e briciole, il computer acceso appoggiato sulla pancia. Con la mano destra digiti qualcosa sull Iphone. La sinistra regge con due dita un lacero testo di chimica. Tra lo schienale e i cuscini vedo l avanzo di uno dei tuoi alimenti preferiti: un wurstel crudo. La televisione è accesa, a volume altissimo, su una serie americana nella quale un professore di chimica malato di cancro sfrutta le sue conoscenze accademiche per sintetizzare metanfetamina con l aiuto di suo ex studente. Alle orecchie hai le cuffiette collegate all ipod: e possibile, dunque, che tu stia anche ascoltando musica. Non essendo quadrumane, purtroppo non sei ancora in grado di utilizzare i piedi per altre connessioni; ma si capisce che le tue enormi estremita, abbandonate sul bracciolo, sono un evidente banco di prova per un tuo coetaneo californiano che trovera il modo 14

15 di trasformare i tuoi alluci in antenne, diventando lui miliardario, e tu uno dei suoi milioni di cavie solventi. Volendo tentare una ricostruzione sommaria di quanto sta accadendo nel tuo cervello, verrebbe fuori qualcosa di molto simile a questo: Io sono il professore, io so cucinare la migliore metanfetamina del New Mexico/ Robi, stase da Kikka va bene? / il gruppo funzionale amminico e carbossilico degli amminoacidi / no Kikka stase non puo / tu sei solo uno studente, e non eri neanche dei migliori, quindi smercia la roba e taci / Apprendista dell impero, apripista dell emporio, tu mi sembri solo un ghisa, che non sa suonar la fisa/ Guarda che buco hai fatto nella roulotte, questo è acido!/ Le basi azotate dell adenosintrifosfato combinate con il carbonio / Cazzo, Walter, volevo solo sciogliere il cadavere / Dalla merda voglio uscire, ma mi mancan mille lire, sogno un mondo più migliore, vaffanculo le signore / Fankulo a Kikka, allora, usciamo con la Ginni, la Vale e la Franci/ I ribosomi qualora non siano sintetizzabili dagli organismi vertebrati / No non sento, il sacramento chiamami vento, rime baciate invento /Scialla Robi, sai che ti dico? Io stase sto tranqui Lo sapevo! E stato tuo cognato dell antidroga a metterci contro i messicani!/ Cani alani e batti batti le mani. La cosa pazzesca e che l indomani nella verifica di chimica ha preso sette. Lo guardo, stupefatto. Lui mi guarda, stupefatto della mia stupefazione, e commenta: E l evoluzione della specie, pà.. Penso che abbia ragione. Di quale specie, al momento, non ci è dato sapere. Il tatuatore 15

16 Un po di tempo di tempo fa mi ferma per la strada un tale. Sulla trentina, tozzo, muscoloso, con i capelli corti ossigenati, lampadato, canotta nera sbracciatissima e jeans a fior di pelle. Lei non mi conosce, dice, ma io conosco lei. Sono il tatuatore di suo figlio : Buongiorno, gli dico, e per fortuna hanno inventato il saluto, che nella sua riposante genericità consente di prendere tempo, riaversi dalla sorpresa, organizzare un eventuale difesa. Le convenzioni sociali attraverso i secoli e le generazioni hanno più o meno stabilito come ci si rapporta al ginecologo della moglie, al pedicure della mamma, al coiffeur della sorella; non ancora al tatuatore del figlio. Spetterebbe a lui, adesso, riprendere la parola, ma no lo fa. Mi fissa con un sorriso impacciato, forse anche con qualche soggezione. Lo osservo meglio, noto un orecchino di corallo, il catenone d oro al collo. Mio figlio è maggiorenne e può decidere quello che vuole, gli dico puntando a uno scioglimento burocratico del nostro incontro, come se si trattasse di giustificarci entrambi del dragone (bruttino) comparso da un paio di mesi sull avambraccio sinistro di un diciottenne. Lui mi rivolge un sorriso aperto, che interpreto come il generoso tentativo, perfettamente riuscito, di levarmi dall imbarazzo di avere appena detto una cosa meschina, formale, non all altezza. Lei deve parlare di più con suo figlio, dice d un fiato. Guardi che è mio figlio che non parla con me, balbettò. No sembra soddisfatto. Incrocia le braccia (faticando, per il gonfiore di bicipiti e pettorali, a chiudere la stretta) e si sistema meglio sulle gambe, allargandole leggermente. Mi è inevitabile considerare che in quella posizione l apparato genitale, strizzato nei jeans, è in vistoso rilievo. La nuova postura, platealmente statica, lascia capire che la conversazione non è affatto conclusa. Dice suo figlio che lei odia i tatuaggi. Non e che li odio, e che quando uno invecchia e la pelle si rilascia, il tatuaggio non regge piu, e collassa. E una moda che non considera l azione del tempo. Non si può fare finta di rimanere forever young. 16

17 La citazione rock gli piace. Mi sono accorto (i suoi occhi sono parlanti) che gli era piaciuto anche il verbo collassare. Pure se nella critica, o proprio attraverso la critica, si sente preso in considerazione. E la sua replica mi lascia di stucco. Anche gli affreschi, sa, e le pitture a olio, i mosaici, perfino le statue alla lunga si rovinano. E un arco di tempo diverso, molto piu ampio, ma tutte le cose fatte dall uomo sono destinate a deperire, e a sparire. Il tatuaggio e bello perche muore insieme al corpo. L opera e il corpo umano sono la stessa cosa. E non bisogna neanche scomodare i musei, basta la cremazione ad archiviare la pratica... Acquistando sicurezza mentre parla, mi sembra che anche la sua slabbrata cadenza padana si attenui, in favore di una pronuncia quasi italiana. Gli faccio un paio di domande generiche sul suo mestiere, cose tecniche, mi risponde a tono, contento di farlo, parliamo di pennini e di inchiostri, siamo al confine tra la bottega artigiana e il colorificio. Comunque, dice a un tratto, e si sente che quel comunque fa da cesura tra la piega amena che ha preso la chiacchierata e una conclusione più impegnativa, comunque suo figlio, sui tatuaggi, dice la cosa giusta. E scommetto che lei non la sa. No che non la so, rispondo. Me lo dica lei, che cosa dice mio figlio sui tatuaggi. Dice che non sarà un problema invecchiare e vedere il tatuaggio che smolla. Perché tutti i tatuati invecchieranno insieme, e tutti i vecchi, tra un poco di anni, saranno tatuati. E tutti i tatuaggi smolleranno in contemporanea, in tutto il mondo. Non ci avevo mai pensato, gli rispondo. Ed e proprio vero, che non ci avevo mai pensato. E nel pensiero immutato che i tatuaggi, in qualunque modo si riesca a girare la questione, mi faranno sempre schifo, fa breccia la consolante immagine del tatuato riflessivo, non in balìa del primitivo istinto di segnarsi il corpo, come il maschio tribale, o come il metallaro rintontolito dalle birre, ma come il body-artist che fa di se stesso, e della sua confraternita di istoriati, i testimoni della caducità del corpo, della sua preziosa fragilità... Lui mi prende la mano, la stringe in una morsa da portuale, avvicina appena il suo volto al mio, come per sottolineare la confidenza conquistata, e ripete: 17

18 Lei deve parlare di più con suo figlio. Gira i tacchi e si allontana. Noto gli stivaletti beige. Sulla nuca ha un piccolo tatuaggio, ma non faccio in tempo a capirne i contorni che e gia sparito in mezzo alla folla del sabato. 18

19 Gli esodati E mentre nei tinelli italiani si dibatte su involuzione ed evoluzione della specie, umana e familiare Il nostro paese si interroga su un problema ancora misterioso e insolubile. Gli esodati. Gli esodati quanti sono? Non si sa. Secondo l'inps sono 300 mila. Secondo l ex ministro Fornero, sono tre. E' lo stesso ministro, molto seccata per lo spiacevole equivoco, a spiegare come è potuto accadere. "Si tratta di tre fratelli, Gino, Pino e Lino, che di cognome si chiamano Centomila. Il comunicato dell'inps spiegava, correttamente, che gli esodati sono tre Centomila. I giornalisti come sempre hanno equivocato". La soluzione proposta dal governo Letta è l'ibernazione, in attesa che dal 2015 in poi l'esodato, scongelato con qualche giorno di anticipo, possa recarsi a riscuotere la pensione minima. E allo studio una ibernazione low cost, in freezer cinesi. Importante che l'ibernato abbia, ben visibile, l'etichetta "non per uso alimentare". Si sono già verificati spiacevoli incidenti. In un piatto di riso cantonese è stata ritrovata, quasi intatta, la rotula di un esodato ibernato e macellato il mese precedente. Un'altra concreta possibilità di sopravvivenza è entrare nella malavita organizzata. In una cosca mafiosa di media grandezza, dove gli imbecilli raccomandati (tipo i figli dei boss) si contano a decine, un buon direttore del personale appena esodato è una vera benedizione. Molto richiesti anche gli ex venditori di assicurazioni porta a porta: per la riscossione del pizzo pare che incutano un terrore nettamente superiore a quello dei tradizionali killer. Tra la vecchia minaccia "Paga o ti spacco le ossa" e un ex venditore di assicurazioni che ti dice "torno domani con un prospetto di polizza su misura per lei e per i suoi familiari", pare sia molto più efficace la seconda. 19

20 Aber&Crombie Sono stato da Aber&Crombie. Volevo capire perche tu e la tua amica Pilly sabato scorso avete fatto una coda di tre ore per entrare in un negozio di felpe. Chiedo che sia messo agli atti: una coda di tre ore per entrare in un negozio di felpe. (In tre ore, camminando in montagna, si cambia vallata.) L eta degli umani in coda davanti a Aber&Crombie, era racchiusa tra i dodici e i diciannove. Una massa impressionante e docile di carne fresca, che avrebbe fatto la gioia di un mercante di schiavi o del capo del personale di una catena di bordelli dotata di un rilevante reparto pedofili. Mi sono documentato. La tua fila, e le seguenti e le precedenti, sono state preparate da un lungo e partecipato periodo di avvento ovviamente on line che ha preceduto, per mesi, il vero e proprio incarnarsi tra noi del dio delle Felpe. Un passaparola di massa, migliaia di increduli piccoli fedeli ai quali non pareva vero che questo negozio famosissimo di New York potesse veramente sustanziarsi proprio qui, in Italia, a Milano. Come se ci dicessero che Venere eccezionalmente nasce ad Arma di Taggia o che Buddha e stato visto meditare seduto nel mezzo di una rotatoria a Buccinasco. I protagonisti del rito dell avvento si chiamano (trascrivo fedelmente dal web) Maggie, Stelly, Niko, Neffy, Frankie, Riko, Toffy, Paffy, Wally, Tinky, Lillo, Pussy, Lemmy, Preppy, Benny, addirittura Uolly. Parrebbe in vigore, tra i felpomani, una specie di obbligo morale ad avere un nickname di due sole sillabe, non una di piu non una di meno, come se ci fosse una metrica naturale, per chiamarsi l uno con l altro, che se uno all improvviso la infrange tutto il web ammutolisce, sgomento, incredulo, fino a che il più coraggioso rompe il silenzio e chiede: Ma veramente tu ti chiami Pierfrancesco?. 20

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