AIRIS INGEGNERIA PER L AMBIENTE. Aeroporto G. Marconi di Bologna Masterplan

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1 Aeroporto G. Marconi di Bologna Masterplan Committente: Aeroporto G. Marconi Studio di incidenza ambientale sul SIC IT Golena San Vitale e Golena del Lippo Soggetto Proponente: ENAC/SAB Studio di incidenza: dott. Salvatore Giordano collaborazione Dott.ssa Cinzia Morsiani Dicembre 2011 AIRIS INGEGNERIA PER L AMBIENTE

2 Studio di Incidenza Ambientale INDICE 0. PREMESSA INQUADRAMENTO NORMATIVO DATI GENERALI DEL PROGETTO DATI GENERALI DEL PROGETTO MOTIVAZIONI DEL PROGETTO Finalità Inquadramento del progetto con gli strumenti di programmazione e pianificazione vigenti Accordo territoriale Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) Piano Strutturale Comunale di Bologna Piano Strutturale Comunale di Calderara di Reno Piano Strutturale Comunale di Castel Maggiore Altre procedure di verifica ambientale cui è assoggettato il progetto RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DEGLI INTERVENTI Caratteri generali Le opere previste Norme dell Accordo Territoriale Programma temporale dei lavori Fase di cantiere Complementarietà con altri piani e progetti RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA DELL AREA D'INTERVENTO E DEL SITO DATI GENERALI HABITAT, FLORA E VEGETAZIONE DEL SITO NATURA FAUNA ELEMENTI DI VULNERABILITÀ DEL SITO E MISURE DI CONSERVAZIONE PRESENZA DI CONNESSIONI ECOLOGICHE (ART. 7 L.R. 6/05) DESCRIZIONE DELLE INTERFERENZE TRA OPERE/ATTIVITÀ PREVISTE ED IL SISTEMA AMBIENTALE SOTTRAZIONE DI HABITAT E IMPATTI DIRETTI SU FAUNA E FLORA FRAMMENTAZIONE ECOLOGICA FATTORI D'INQUINAMENTO E DI DISTURBO AMBIENTALE Inquinamento atmosferico Inquinamento acustico Inquinamento del suolo Inquinamento dell acqua (superficiale e/o sotterraneo) Inquinamento elettromagnetico/radiazioni (ionizzanti o non ionizzanti) Produzione di rifiuti e scorie Inquinamento luminoso RISCHIO DI BIRDSTRIKE SINTESI DELLE INCIDENZE AMBIENTALI ATTESE SUL SITO SIC LE ALTERNATIVE PROGETTUALI, MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI CONCLUSIONI FONTI AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 1

3 Studio d Incidenza Ambientale 0. PREMESSA Il presente studio costituisce lo Studio di Incidenza Ambientale relativo al Masterplan dell'aeroporto G. Marconi in quanto il progetto interessa indirettamente il sito d Importanza Comunitaria IT denominato Golena San Vitale e Golena del Lippo distante. Il Masterplan si pone l'obiettivo di risolvere le criticità attuali rimodulando la logistica infrastrutturale e attuando nuovi interventi, limitando massimamente l'espansione che si concentra praticamente tutta all interno dell attuale sedime aeroportuale. Questi comportano comunque un ulteriore consumo di suolo (circa 31 ha) rispetto a quello già in essere (245 ha). I principali interventi si possono riassumere nei seguenti: Realizzazione di un nuovo terminal passeggeri; Riconfigurazione e razionalizzazione del sistema dei Piazzali Aeromobili; Riprotezione del Deposito Carburanti JA1; Individuazione della nuova area Cargo; Il presente Studio di Incidenza Ambientale viene effettuato contestualmente all elaborazione dello Studio d'impatto Ambientale, di cui è parte integrante, nell ambito della procedura di VIA ai sensi dell'art.10 del DLgs 4/2008. Più in particolare i presupposti normativi dello studio possono essere riferiti a: la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 e s.m.i. (c.d. Direttiva Habitat), relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, che rappresenta il principale atto legislativo comunitario a favore della biodiversità; la Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 e s.m.i. (c.d. Direttiva Uccelli), concernente la conservazione degli uccelli selvatici; il progetto nazionale "BioItaly" che in sede tecnica ha individuato i siti proponibili come "Siti di Importanza Comunitaria" in base ai loro contenuti in termini di habitat e specie di cui alle citata direttiva 92/43/CEE; il D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 "Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna selvatiche e successive modificazioni; Il Decreto Ministeriale 3 aprile 2000, con il quale il Ministero dell Ambiente ha reso pubblica la lista dei proposti Siti di Importanza Comunitaria (SIC); il Decreto Ministeriale 3 settembre 2002, con il quale il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio ha dettato le Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000 ; AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 2

4 Studio di Incidenza Ambientale il D.P.R. 12 marzo 2003, n. 120 "Regolamento recante modifiche ed integrazioni al D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 ; i DM del 25/03/2005 e i DM del 05/07/2007 che riportano gli elenchi delle ZPS e dei SIC in Italia; LR 14 aprile 2004, n. 7 Disposizioni in materia ambientale. Modifiche ed integrazioni a leggi regionali titolo I Norme in materia di conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonché della flora e della fauna selvatiche di cui alle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE inerenti la rete Natura 2000 in attuazione del D.P.R. n. 357/97 ; la D.G.R. n del "Approvazione Direttiva contenente i criteri di indirizzo per l'individuazione la conservazione la gestione ed il monitoraggio dei SIC e delle ZPS nonché le Linee Guida per l'effettuazione della Valutazione di Incidenza ai sensi dell'art. 2 comma 2 della L.R. n.7/04"; la D.G.R. n. 167 del Aggiornamento dell'elenco e della perimetrazione delle aree della regione Emilia Romagna designate come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e come Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE ; la D.G.R. n. 456 del Modifica dell elenco aggiornato e della nuova perimetrazione delle aree SIC e ZPS della Regione Emilia Romagna ; la Determinazione n del Elenchi dei Comuni e dei Fogli catastali interessati dai SIC e dalle ZPS della Regione Emilia Romagna ; In riferimento al quadro appena definito il presente studio ha dunque il compito di individuare le interferenze del Masterplan sulle componenti biotiche e abiotiche e sulla funzionalità ecologica del sito e di valutarne la significatività dell incidenza ovvero la consistenza degli effetti e degli impatti sull integrità ambientale del sito stesso e dunque sul suo mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente. L analisi è stata svolta con riferimento sia alla fase di esercizio che di cantiere sebbene quest ultima non sia allo stato dell arte del Masterplan ancora definita ad un livello di dettaglio progettuale. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 3

5 Studio d Incidenza Ambientale 1. INQUADRAMENTO NORMATIVO Il presente Studio, premessa per la Valutazione di Incidenza Ambientale che verrà effettuata dall'autorità competente, deriva dall applicazione della Direttiva Comunitaria 92/43/CEE, nota come Habitat, che qui viene brevemente presa in esame. La Direttiva Habitat ha come scopo quello di contribuire a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato, e a tal fine fornisce orientamenti con riferimento alla necessità che le misure adottate a norma della direttiva siano intese a mantenere o ripristinare alcuni habitat e specie in uno stato di conservazione soddisfacente, nonché alla necessità di misure adottate a norma della direttiva per tener conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali. Per raggiungere gli obiettivi di conservazione di cui sopra la Direttiva prevede la creazione di una Rete Ecologica Europea, denominata Rete Natura 2000, costituita dai siti SIC (Siti d'importanza Comunitaria) e dalle ZPS (Zone di Protezione Speciale), con richiamo e integrazione della precedente Direttiva Uccelli, 79/409/CEE. L articolo 6 stabilisce le disposizioni che disciplinano la conservazione e la gestione dei siti Natura Nel contesto, l articolo 6 è uno dei più importanti tra i 24 articoli della direttiva in quanto è quello che maggiormente determina il rapporto tra conservazione ed uso del territorio. L articolo contiene tre serie di disposizioni: paragrafo 1, concerne l introduzione delle necessarie misure di conservazione e gli interventi positivi e proattivi; paragrafo 2, concerne le disposizioni per evitare il degrado degli habitat e la perturbazione delle specie significative. L accento è quindi di carattere preventivo; paragrafi 3 e 4, stabiliscono una serie di salvaguardie procedurali e concrete che disciplinano i piani ed i progetti atti ad avere incidenze significative su un sito Natura Nel più ampio contesto del trattato che istituisce la Comunità Europea, l articolo 6 può essere considerato un elemento chiave per attuare il principio di integrazione in quanto incoraggia gli Stati membri a gestire in maniera sostenibile le zone protette e stabilisce limiti alle attività atte ad avere un impatto negativo sulle zone stesse consentendo alcune deroghe in circostanze specifiche. In un contesto internazionale, l articolo 6 contribuisce a raggiungere le finalità delle convenzioni internazionali concernenti la conservazione della natura, come la convenzione di Berna e la convenzione sulla biodiversità, creando al tempo stesso un quadro generale più dettagliato per la conservazione e la protezione dei siti rispetto a queste convenzioni. La Valutazione d'incidenza Ambientale (Vinca) è il procedimento di carattere preventivo al quale è necessario sottoporre qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 4

6 Studio di Incidenza Ambientale su un sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso. Tale procedura è stata introdotta dall'articolo 6, comma 3, della Direttiva Habitat con lo scopo di salvaguardare l'integrità dei siti attraverso l'esame delle interferenze di piani e progetti non direttamente connessi alla conservazione degli habitat e delle specie per cui essi sono stati individuati, ma in grado di condizionarne l'equilibrio ambientale. Sulla scorta del documento interpretativo della Commissione La gestione dei siti della rete natura 2000: Guida all interpretazione dell articolo 6 della Direttiva Habitat 92/43/CEE e delle linee guida regionali DGR n.1191 del 30/07/2007 "Linee Guida per la presentazione dello studio d'incidenza e lo svolgimento della valutazione d'incidenza di piani, progetti ed interventi", nonché dei casi più importanti e della pratica evolutasi nel frattempo sussiste ormai un consenso generalizzato sul fatto che le valutazioni richieste dall'articolo 6 siano da realizzarsi seguendo i seguenti livelli: Livello 1: Fase della pre valutazione; processo d individuazione delle implicazioni potenziali di un progetto o piano su un sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, e determinazione del possibile grado di significatività di tali incidenze; Livello 2: Fase della valutazione d'incidenza; considerazione dell incidenza del progetto o piano sull integrità del sito Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani o progetti, tenendo conto della struttura e funzione del sito, nonché dei suoi obiettivi di conservazione. In caso d incidenza negativa, si aggiunge anche la determinazione delle possibilità di mitigazione; Livello 3: Fase della valutazione dell incidenza d'eventuali soluzioni alternative; valutazione delle modalità alternative per l'attuazione del progetto o piano in grado di prevenire gli effetti passibili di pregiudicare l integrità del sito Natura 2000; Livello 4: Fase d'individuazione delle misure di compensazione; valutazione delle misure compensative laddove, in seguito alla conclusione positiva della valutazione sui motivi imperanti di rilevante interesse pubblico, sia ritenuto necessario portare avanti il piano o progetto. Di seguito è illustrato il rapporto tra i quattro livelli della procedura della guida metodologica emanata dalla Commissione Europea e la procedura generale sancita dall'articolo 6, paragrafi 3 e 4. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 5

7 Studio d Incidenza Ambientale Fig. 1.1 Schema esplicativo dei quattro livelli della procedura di Vinca previsti dalla guida metodologica della Commissione Europea In considerazione della tipologia di progetto e di quanto sopra riportato, il presente Studio si configura come supporto alla Valutazione d'incidenza Ambientale collocandosi dunque nel livello 2 e affrontando comunque le fasi relative a compensazioni e mitigazioni. Al fine della redazione dello studio, e quindi dell'analisi di tutte le potenziali incidenze del Masterplan sul sito SIC Golena San Vitale e Golena del Lippo, sono state applicate le linee guida della DGR 1191/2007 in particolare lo Schema n. 1 che costituisce il modello di riferimento elaborato dalla Regione Emilia Romagna al fine della stesura dello studio d'incidenza in coerenza con quanto previsto nell allegato G del DPR n. 357/97. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 6

8 Studio di Incidenza Ambientale 2. DATI GENERALI DEL PROGETTO 2.1. Dati generali del progetto Titolo del piano: Masterplan Aeroportuale Provincia: Bologna Comuni: Bologna e Calderara di Reno via del Triumvirato, 84 Bologna Coordinate geografiche: latitudine 44 31' 37 N longitudine 11 17' 38 E Altezza media 30 m slm Soggetto proponente: ENAC/SAB 2.2. Motivazioni del progetto Il Masterplan riguarda il potenziamento di una infrastruttura esistente che necessita di essere potenziata in ragione delle previsione di aumento del volume di traffico passeggeri (dai passeggeri attuali a oltre 10 milioni) e aereo. Tale infrastruttura aeroportuale si configura ai sensi del PTCP come polo funzionale con le caratteristiche di "portale strategico per l accessibilità del sistema economico emiliano romagnolo rispetto al sistema di relazioni europeo e internazionale, candidando il complesso aeroportuale a diventare una struttura polifunzionale dotata anche di attività complementari, quali quelle logistiche, congressuali, direzionali, espositive, ricettive, retail, funzioni di assistenza all utenza, necessarie per elevare di rango la struttura attualmente esistente. Nell'Accordo Territoriale tra le finalità dell'infrastruttura sono indicate anche le opportunità occupazionali e lo sviluppo del territorio circostante. Le principali criticità dell'attuale aeroporto possono essere riassunte nei seguenti punti: a. inadeguata configurazione delle uscite veloci e delle bretelle di collegamento tra taxiway e piazzali di sosta (movimentazione a terra degli aeromobili in condizioni di bassa visibilità); b. ridotto numero di postazioni di sosta per aeromobili dovuto alla mancanza e/o indisponibilità di aree per la realizzazione di nuovi piazzali aa/mm; c. ridotta superficie del Terminal passeggeri, sia a livello arrivi che partenze, con conseguente abbattimento del livello di servizio ed impossibilità a realizzare futuri potenziamenti ed ampliamenti per mancanza di idonee aree disponibili; d. impianto trattamento bagagli (BHS) in arrivo e partenza (insufficiente rispetto all attuale domanda dell ora di punta critica); e. ridotta lunghezza del marciapiede di accosto (curbside), sia a livello arrivi che partenze; f. Centrali Tecnologiche ed Impianti a rete (necessità di adeguati potenziamenti). AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 7

9 Studio d Incidenza Ambientale Polo funzionale aeroportuale Sito d Importanza Comunitaria Imgg. 2.1 e 2.2 Immagini dell area di studio tratte dal sito web Google Earth (1/12/2011) AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 8

10 Studio di Incidenza Ambientale Finalità Le suddette criticità, emerse dall analisi della situazione attuale dello scalo bolognese, limitano il livello di capacità, sia del sistema Airside (ridotti movimenti/ora per sequenza mista atterraggi e decolli rispetto alla capacità effettiva della Pista), sia del sistema Terminale che nelle ore di punta raggiunge il livello di congestione (Check in, Sala imbarchi, Controlli di sicurezza, restituzione bagagli etc.). Il Masterplan si pone l'obiettivo di risolvere le criticità attuali rimodulando la logistica infrastrutturale e attuando nuovi interventi, limitando massimamente l'espansione e dunque un ulteriore consumo di suolo (circa 31 ha) rispetto a quello già in essere (245 ha). I principali interventi si possono riassumere nei seguenti: Realizzazione di un nuovo terminal passeggeri; Riconfigurazione e razionalizzazione del sistema dei Piazzali Aeromobili; Riprotezione del Deposito Carburanti JA1; Individuazione della nuova area Cargo; Inquadramento del progetto con gli strumenti di programmazione e pianificazione vigenti. Di seguito verranno analizzati i piani generali e quelli di settore per gli aspetti eventi una maggiore attinenza agli scopi del presente studio, al fine dell'inquadramento del progetto e in particolare per la verifica della coerenza con gli obiettivi di tutela e conservazione del sito Natura 2000 e più in generale del sistema ambientale ad esso correlato. Al fine di tali verifiche si evidenzia che il sito IT Golena San Vitale e Golena del Lippo attualmente non è dotato di Piano di Gestione, così come definito dagli artt.4 e 6 del DPR n.357/97 e s.m.i., sono però state definite specifiche Misure di Conservazione con il Piano di Azione Linee guida per la gestione dei psic del territorio provinciale (allegato 1 4 alla Relazione del PTCP) di cui si tratterà nel paragrafo 3.4. L area del sito SIC è inoltre tutelata come Area di Riequilibrio Ecologica Golena San Vitale, classificata come area protetta ai sensi dell art. 4 della LR 6/2005 costituta da aree naturali od in corso di rinaturalizzazione, di limitata estensione, inserite in ambiti territoriali caratterizzati da intense attività antropiche che, per la funzione di ambienti di vita e rifugio per specie vegetali ed animali, sono organizzate in modo da garantirne la conservazione, il restauro, la ricostituzione. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 9

11 Studio d Incidenza Ambientale Fig 2.1 Confini dell Area di Riequilibrio Ecologica Golena San Vitale (Fonte: Rapporto Provinciale ai sensi dell art. 14 LR 6/2005, allegato 01 Studio sullo stato di conservazione e gestione del patrimonio naturale nelle aree proposte come Aree di riequilibrio ecologico Centro Agricoltura e Ambiente ) Accordo territoriale L'analisi della coerenza del progetto con gli atti pianificatori vigenti parte da un punto di forza ovvero dall inserimento del Masterplan all'interno di un più ampio Accordo territoriale, relativo allo sviluppo del Polo funzionale Aeroportuale, stipulato tra Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna, Comuni di Bologna e Calderara di Reno, Società Aeroporto di Bologna (SAB), Accordo territoriale per il polo funzionale Aeroporto. Ai sensi dell'art. 15 LR E R 20/2000 e dell'art. 9.4 del PTCP Prot. n /2008 del Fasc /2/2008 Prov Bo. Tale tipologia di accordo è previsto dalla legge urbanistica regionale LR 20/2000 che all'art.13 sancisce che al fine di sviluppare un efficace sistema di governo del territorio multilivello, il PTR, il PTCP e gli altri strumenti di pianificazione e programmazione regionale e provinciale individuano gli elementi e i sistemi territoriali per i quali, l'avvio dei processi di regolazione territoriale e urbanistica richiede la preventiva conclusione di accordi territoriali tra Regione, Provincia e Comune territorialmente interessati. Gli accordi hanno lo scopo di realizzare un migliore coordinamento nella definizione delle politiche territoriali e nella programmazione e attuazione degli interventi attuativi nonché di assicurare l'assunzione negli strumenti di pianificazione di scelte strategiche condivise, anche attraverso la previsione di ulteriori momenti negoziali. L'accordo territoriale è codificato dettagliatamente dall'art. 15. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 10

12 Studio di Incidenza Ambientale Per maggiori dettagli relativi alle previsioni dell Accordo si rimanda al paragrafo 2.2. Fig. 2.2 Allegato I all Accordo di Programma La coerenza programmatica e pianificatoria del Masterplan è dunque garantita da questo specifico strumento di concertazione istituzionale finalizzato alla pianificazione territoriale Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) La LR 20/00 assegna al PTCP il ruolo di strumento di pianificazione di livello provinciale, sede di raccordo e verifica delle politiche settoriali, che articola le linee di azione della programmazione regionale e che da attuazione agli accordi territoriali. Il PTCP costituisce lo strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale definendo l'assetto del territorio limitatamente agli interessi sovra comunali, che attengono: a) al paesaggio; b) all'ambiente; c) alle infrastrutture per la mobilità; d) ai poli funzionali e agli insediamenti commerciali e produttivi di rilievo sovra comunale; e) al sistema insediativo e ai servizi territoriali, di interesse provinciale e sovra comunale. Il PTCP della Provincia di Bologna è stato approvato con delibera del Consiglio Provinciale n 19 del 30/03/2004. L aeroporto di Bologna rientra dunque a pieno titolo tra le competenze della pianificazione provinciale la quale all'art. 9.4 delle Norme di Attuazione del PTCP, in applicazione dell'art. A 15 AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 11

13 Studio d Incidenza Ambientale della LR 20/00, individua l'aeroporto G. Marconi di Bologna tra i poli funzionali esistenti da consolidare, sviluppare e riqualificare (codice unità 4.1). Gli obiettivi generali da perseguire per lo sviluppo dell Aeroporto di Bologna sono esplicitati nella Relazione del PTCP: 1. Sviluppare le attività di core business della piattaforma aeroportuale bolognese attraverso sia il potenziamento del traffico passeggeri e della logistica merci correlata con il traffico aereo sia la promozione di una stretta integrazione funzionale con le attività aeroportuali presenti nel territorio romagnolo ed in particolare con l Aeroporto di Forlì. Tale obiettivo potrà essere perseguito da una lato attraverso la promozione di un collegamento ferroviario diretto con Forlì (il PTCP proporrà di formalizzare l impegno ad uno studio e ad una verifica di fattibilità del collegamento ferroviario delle due aerostazioni), e dall altro con il potenziamento del terminal merci con un binario dedicato collegato con la vicina linea ferroviaria Bologna Verona. 2. Candidare il complesso aeroportuale a diventare una struttura polifunzionale dotata anche di attività complementari, quali quelle logistiche, congressuali, espositive, ricettive, retail, funzioni di assistenza all utenza, business centre, necessarie per elevare di rango la struttura attualmente esistente. Le aree idonee allo sviluppo di tali funzioni economiche correlate sono quelle immediatamente a sud dell aeroporto, dove si trovano un area militare, di auspicabile sdemanializzazione, e aree libere in posizione pregiata rispetto ai servizi dell aerostazione e alle infrastrutture di mobilità dedicate sopracitate. Al di fuori di questo auspicabile sviluppo a sud di funzioni pregiate correlate all aeroporto, tutto attorno all infrastruttura deve essere mantenuta un ampia fascia di salvaguardia in cui escludere ogni insediamento di funzioni ordinarie (residenze, attività produttive, ecc.) sia per evitare conflitti con le esigenze di sviluppo del traffico aeroportuale, sia per limitare al massimo l ulteriore impermeabilizzazione delle aree di conoide del Reno ad alta permeabilità. 3. Migliorare l accessibilità pubblica come condizione necessaria per sviluppare l attrattività regionale, nazionale ed internazionale dell Aeroporto, collegandolo con un servizio di trasporto pubblico di massa di tipo ferroviario (Servizio Ferroviario Metropolitano e Regionale incentrato sulla nuova stazione di Prati di Caprara che vedrà il passaggio di 6 direttrici ferroviarie) ed urbano (tram metrò) che possa servire non solo l utenza cittadina ma anche quella metropolitana, regionale e nazionale, e dalla quale far partire il sistema di collegamento diretto e automatizzato (people mover) di collegamento con l aeroporto (che potrebbe peraltro avere una fermata dedicata anche al Business Centre). Relativamente all accessibilità privata, si dà priorità di realizzazione al potenziamento dell uscita attuale della Tangenziale, secondo soluzioni già definite e che devono essere stralciate e anticipate rispetto al più complesso programma di potenziamento del sistema autostradale tangenziale bolognese; inoltre si ritiene che, alla luce del nuovo progetto di passante autostradale nord e della conseguente liberalizzazione dell attuale fascio autostradale tangenziale, possa prevedersi un ulteriore svincolo all altezza di Borgo Panigale a servizio dei traffici viari provenienti dalla direzione di Milano e destinato non solo al traffico passeggeri ma anche al potenziamento delle funzioni di logistica aeroportuale delle merci. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 12

14 Studio di Incidenza Ambientale 4. Contemplare azioni di miglioramento delle condizioni ambientali degli insediamenti residenziali esistenti, e armonizzare lo sviluppo previsto rispetto ai limiti fisici presenti nell ambito territoriale in cui si colloca l aeroporto di Bologna, inibendo la costruzione di edifici nelle aree soggette a rumore ed individuando un opportuna fascia di rispetto del sedime aeroportuale. L Accordo territoriale stabilisce le politiche urbanistiche e territoriali, assumendo il Piano di Sviluppo Aeroportuale ( ) di SAB come riferimento per la definizione dell ambito territoriale interessato dallo sviluppo, a precisazione, integrazione e individuazione di quanto contenuto nel PTCP. Il Masterplan rappresenta dunque il progetto di dettaglio che ha accolto e specificato le previsioni e obiettivi dell Accordo Territoriale e in prima istanza del PTCP. E quindi verificata la coerenza programmatica e pianificatoria con il PTCP. Coerenza del Masterplan con gli obiettivi di conservazione dell area del SIC posti dal PTCP: La pianificazione territoriale e urbanistica provinciale, come previsto dalla LR20/00, assume la funzione di carta unica del territorio e a tal fine recepisce e coordina le prescrizioni relative alla regolazione dell'uso del suolo e delle sue risorse ed i vincoli territoriali, paesaggistici ed ambientali che derivano dai piani sovra ordinati, da singoli provvedimenti amministrativi o da previsioni legislative. L analisi del PTCP e delle sue tavole rappresenta dunque una fase semplificata e imprescindibile al fine dell inserimento programmatico di un intervento sul territorio. In questa sede di studio è stata svolta una verifica con il fine di indagare la coerenza del progetto in particolare con le destinazioni d uso ed i vincoli di tipo ambientale riguardanti il sito SIC ed un suo ragionevole intorno. L analisi di quest ultimo è altrettanto importante del sito medesimo potendo gli impatti indiretti pregiudicare seriamente lo stato di conservazione e la funzionalità dello stesso. Nella tabella seguente si riportano sinteticamente le classificazioni, le norme e le tavole del PTCP che regolano l area del sito SIC ed il suo intorno, e l esito della valutazione circa la coerenza del progetto. L analisi completa è trattata di seguito. Classificazione Area interessata Tavola Articoli Coerenza programmatica Alvei attivi e invasi SIC e intorno Tav.1 Tutela Tav.2B Art.4.2 Assenza di dei bacini idrici dei sistemi Tutela delle interferenze dirette Reticolo idrografico principale SIC e intorno ambientali e delle risorse naturali e acque superficiali e sotterranee storiciculturali AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 13

15 Studio d Incidenza Ambientale Fasce di tutela fluviale Fasce di pertinenza fluviale Siti di Importanza Comunitaria proposti (psic) SIC e intorno Tav.1 Tutela dei sistemi Art.4.3 Assenza di ambientali e delle risorse interferenze dirette naturali e storici SIC e intorno Art.4.4 Assenza di interferenze dirette SIC Art.3.7 Assenza di interferenze dirette Nodi ecologici complessi Zone di rispetto dei nodi ecologici SIC e intorno Intorno Tav.1 Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storici Tav.5 Reti ecologiche Art.3.5 e 7.4 Assenza di interferenze dirette ad eccezione di una zona di rispetto dei nodi in prossimità della ex cava Berleta. Connettivo ecologico diffuso Intorno Tav.5 Reti ecologiche Art.3.5 Assenza di interferenze dirette Connettivo ecologico periurbano diffuso Intorno Sistema delle aree Intorno Tav.1 Tutela dei sistemi Art.7.2 Assenza di forestali ambientali e delle risorse interferenze dirette naturali e storici culturali Tabella 2.1 Classificazioni, norme e tavole del PTCP inerenti l area del SIC e valutazione di coerenza Di seguito vengono riportati gli estratti delle Tavole e analizzati gli articoli facenti capo al titolo 4 inerente alla tutela della rete idrografica e delle relative pertinenze e sicurezza idraulica. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 14

16 Studio di Incidenza Ambientale Fig. 2.3 Estratto della Tav.1 III Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storici culturali Art. 4.2 Alvei attivi e invasi dei bacini idrici 1.(P) Definizione e Individuazione. Gli alvei attivi sono definiti come l insieme degli spazi normalmente occupati, con riferimento ad eventi di pioggia con tempi di ritorno di 5 10 anni, da masse d acqua in quiete od in movimento, delle superfici che li delimitano, del volume di terreno che circoscrive tali spazi e che interagisce meccanicamente od idraulicamente con le masse d acqua contenute in essi e di ogni elemento che partecipa alla determinazione del regime idraulico delle masse d acqua medesime. 2.(I) Finalità specifiche e indirizzi d uso. Gli alvei attivi sono destinati al libero deflusso delle acque e alle opere di regimazione idraulica e di difesa del suolo da parte delle autorità competenti, queste ultime da realizzarsi preferibilmente con tecniche di ingegneria naturalistica, tendenti a ridurre il grado di artificialità del corso d acqua e a favorire la contestuale funzione di corridoio ecologico. 3.(P) Funzioni e attività diverse e interventi ammissibili. Negli alvei non è ammissibile qualunque attività che possa comportare un apprezzabile rischio idraulico per le persone e le cose o rischio di inquinamento delle acque o di fenomeni franosi. Il Masterplan non prevede un ampliamento ad est dell attuale sedime, per cui sono da escludere interferenze dirette con l alveo del fiume Reno. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 15

17 Studio d Incidenza Ambientale Art. 4.3 Fasce di tutela fluviale 1.(P) Definizione e individuazione. Le fasce di tutela sono definite in relazione a connotati paesaggistici, ecologici e idrogeologici. Comprendono le aree significative ai fini della tutela e valorizzazione dell ambiente fluviale dal punto di vista vegetazionale e paesaggistico, e ai fini del mantenimento e recupero della funzione di corridoio ecologico, o ancora ai fini della riduzione dei rischi di inquinamento dei corsi d acqua e/o di innesco di fenomeni di instabilità dei versanti; comprendono inoltre le aree all interno delle quali si possono realizzare interventi finalizzati a ridurre l artificialità del corso d acqua. 2.(I) Finalità specifiche e indirizzi d uso. La finalità primaria delle fasce di tutela fluviale è quella di mantenere, recuperare e valorizzare le funzioni idrauliche, paesaggistiche ed ecologiche dei corsi d acqua. In particolare le fasce di tutela fluviale assumono una valenza strategica per la realizzazione del progetto di rete ecologica. Il Masterplan non prevede un ampliamento ad est dell attuale sedime, per cui sono da escludere ulteriori interferenze dirette, rispetto a quelle già in essere, con le fasce di tutela fluviale del Reno. Art. 4.4 Fasce di pertinenza fluviale 1.(P) Definizione e individuazione (o campo di applicazione). Le fasce di pertinenza sono definite come le ulteriori aree latistanti ai corsi d acqua, non già comprese nelle fasce di tutela di cui al precedente articolo, che, anche in relazione alle condizioni di connessione idrologica dei terrazzi, possono concorrere alla riduzione dei rischi di inquinamento dei corsi d acqua e/o di innesco di fenomeni di instabilità dei versanti, al deflusso delle acque sotterranee, nonché alle funzioni di corridoio ecologico e di qualificazione paesaggistica; comprendono inoltre le aree all interno delle quali si possono realizzare interventi finalizzati a ridurre l artificialità del corso d acqua. 2.(I) Finalità specifiche e indirizzi d uso. La finalità primaria delle fasce di pertinenza fluviale è quella di mantenere, recuperare e valorizzare le funzioni idrogeologiche, paesaggistiche ed ecologiche degli ambienti fluviali. Esse possono assumere una valenza strategica per l attuazione del progetto di rete ecologica. Il Masterplan non prevede un ampliamento ad est dell attuale sedime, per cui sono da escludere ulteriori interferenze dirette, rispetto a quelle già in essere, con le fasce di pertinenza fluviale del Reno. Di seguito vengono analizzati gli articoli facenti capo al titolo 3 relativo alla pianificazione integrata per la valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 16

18 Studio di Incidenza Ambientale Fig. 2.4 Estratto della Tav.5 Reti ecologiche del PTCP Art. 3.4 e 3.5 La rete ecologica di livello provinciale Art (I) Finalità e obiettivi. Il PTCP nel promuovere lo sviluppo delle reti ecologiche persegue i seguenti obiettivi specifici: a) Favorire i processi di miglioramento e connessione degli ecosistemi naturali e semi naturali che interessano il territorio delle Unità di paesaggio di pianura, salvaguardando e valorizzando i residui spazi naturali o seminaturali, favorendo il raggiungimento di una qualità ecologica diffusa del territorio di pianura e la sua connessione ecologica con il territorio delle Unità di paesaggio della colina e della montagna, nonché con gli elementi di particolare significato ecosistemico delle province circostanti; Art (D) La rete ecologica di livello provinciale è strutturata nei seguenti elementi funzionali esistenti o di nuova previsione, come definiti all art. 1.5 alla voce rete ecologica (v): nodi ecologici semplici, nodi ecologici complessi, zone di rispetto dei nodi ecologici, AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 17

19 Studio d Incidenza Ambientale corridoi ecologici, direzioni di collegamento ecologico, connettivo ecologico di particolare interesse naturalistico e paesaggistico, connettivo ecologico diffuso, connettivo ecologico diffuso periurbano, area di potenziamento della rete ecologica di area vasta, varchi ecologici. 5.(D) Fra gli elementi funzionali che compongono la rete ecologica di livello provinciale si assumono come elementi caratterizzati da specifica rilevanza normativa i siti della Rete Natura 2000, nonché le aree protette. 8.(D) I Nodi ecologici complessi, con le eventuali Zone di rispetto, individuano porzioni di territorio caratterizzate da habitat e/o specie animali e vegetali rari o minacciati e contribuiscono all articolazione del paesaggio; la finalità di tali zone è la conservazione e valorizzazione della biodiversità presente e potenziale. 10.(D) Quando i Corridoi ecologici corrispondono ai corsi d acqua (intesi come alveo, fascia di tutela e/o fascia di pertinenza) tutti gli interventi di gestione e di manutenzione ordinari e straordinari che riguarderanno tali ambiti dovranno essere svolti prestando attenzione al loro ruolo ecologico, in sinergia con i progetti d attuazione delle reti ecologiche. 14.(D) Nelle aree individuate come Connettivo ecologico diffuso periurbano, per garantire la funzione di connessione ecologica, si dovranno realizzare nodi e corridoi di estensione limitata, ma maggiormente diffusi, perseguendo contemporaneamente l obiettivo di qualificare il territorio agricolo e di costituire un filtro fra i limiti della città e la campagna. L articolato del PTCP mette fortemente in evidenza l importanza di mantenere e migliorare la funzionalità ecosistemica del territorio e a tal fine indica come strategico la tutela e il ripristino della connettività ecologica resa possibile da specifici corridoi ecologici visti però non come autostrade verdi a se stanti bensì necessariamente calati in un contesto territoriale caratterizzato da naturalità diffusa in grado di consentire interazioni positive nella misura di scambi di energia, materia e di tipo genetico. I dettati del titolo 3 sono ulteriormente rafforzati dal titolo 7 inerente la tutela di altri sistemi, zone ed elementi naturali e paesaggistici, in particolare dal Art. 7.4 Zone di particolare interesse naturalistico e paesaggistico della pianura il quale attribuisce agli spazi naturali e seminaturali caratterizzati da valori di naturalità e di diversità biologica, anche connotati paesaggistici meritori di tutela. Tali zone sono costituite dalla porzione di pianura della Rete ecologica di livello provinciale in particolare dagli elementi: a) Nodi ecologici complessi, b) Zone di rispetto dei nodi ecologici. La finalità primaria delle Zone di particolare interesse naturalistico e paesaggistico è la conservazione e miglioramento della biodiversità presente in tali zone e la valorizzazione delle relative peculiarità paesaggistiche in funzione della riqualificazione e fruizione didattica e ricreativa del territorio. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 18

20 Studio di Incidenza Ambientale Il sito SIC Golena San Vitale e Golena del Lippo si configura quale elemento funzionale della rete ecologica provinciale e nel caso specifico come elemento di in un più vasto nodo ecologico complesso localizzato sull asta fluviale del Reno, a sua volta classificato come corridoio principale della rete ecologica provinciale. Il contesto nel quale sono inseriti tali elementi è però fortemente antropizzato seppur non scevro di elementi sparsi di una certa valenza naturalistica (soprattutto ex cave in corso di rinaturalizzazione spontanea: a nord S. Anna, Olmi, Storione, a sud due Portoni, Fornace ex acqua parco, Savigna, LEM, Berleta). Il rispetto di tali elementi, che talora assumono il valore di nodi semplici e di varchi, si configura necessario ad una maggiore percolazione ecologica del territorio e quindi a garantire una maggiore funzionalità della rete ecologica nel suo complesso e a ridurre l erosione della biodiversità dei suoi elementi, nel caso specifico del sito SIC. Il progetto ha assunto quasi pienamente tali prescrizioni non interferendo direttamente con il corridoio ecologico primario del fiume Reno e con i nodi ecologici complessi del fiume Reno (nel quale rientra il sito SIC) e quello in corrispondenza della ex cava S. Anna a nord dell Aeroporto. Sono altresì rispettate le relative zone di rispetto dei nodi ecologici, si segnalano però due interferenze già in essere, una a nord relativa ad una ristretta fascia adiacente alla ex cava Storione che coincide con un tratto di pista esistente e l altra a sud in prossimità della ex cava Berleta dove una porzione di zona di rispetto dei nodi ecologici coincide con il sedime aeroportuale. Parte di quest'ultima zona è oggi interessata dalla presenza di due piazzole elicotteri, di cui il Masterplan prevede la sostituzione con la piazzola de icing e relativo edificio, la rimanente porzione di zona, invece, non sarà interessata da interventi. Per quanto riguarda i nodi semplici (ex cava: Savigna, Fornace ex Acqua parco, 2 Portoni e parco di villa Valmy) e l area classificata come connettivo ecologico diffuso periurbano, tutti localizzati a sud e sud ovest non verranno interferiti direttamente dal progetto. Infine, si evidenzia la prossimità del progetto, a sud, con un elemento del Sistema delle aree forestali (ex cava Berleta), normato dall art.7.2 il quale prevede che il PTCP e i PSC conferiscano al sistema forestale finalità prioritarie di tutela naturalistica, di protezione idrogeologica, di ricerca scientifica, di funzione climatica e turistico ricreativa, oltreché produttiva. Tale area, contigua all attuale sedime aeroportuale, non verrà interferita in modo diretto dal Masterplan Piano Strutturale Comunale di Bologna Il Piano Strutturale Comunale (PSC), secondo quanto dettato dalla LR 20/00, è lo strumento di pianificazione urbanistica generale che deve essere predisposto dal Comune, con riguardo a tutto il proprio territorio, per delineare le scelte strategiche di assetto e sviluppo e per tutelare l'integrità fisica ed ambientale e l'identità culturale dello stesso. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 19

21 Studio d Incidenza Ambientale Il Regolamento Urbanistico ed Edilizio (RUE), in conformità alle previsioni del PSC, stabilisce la disciplina generale relativa ai seguenti interventi : a) le trasformazioni negli ambiti consolidati e nel territorio rurale; b) gli interventi diffusi sul patrimonio edilizio esistente sia nel centro storico sia negli ambiti da riqualificare; b bis) le modalità di intervento su edificio e impianti per l'efficienza energetica e le modalità di calcolo degli eventuali incentivi per il raggiungimento di livelli prestazionali superiori al requisito minimo di prestazione energetica previsto dalle norme in vigore; c) gli interventi negli ambiti specializzati per attività produttive di cui al comma 6 dell'art. A 13 dell'allegato. 2 bis. Il RUE può stabilire, per le parti del territorio specificamente individuate dal PSC, e in conformità alle previsioni del medesimo piano, la disciplina particolareggiata degli usi e delle trasformazioni ammissibili, dettandone i relativi indici e parametri urbanistici ed edilizi. Il PSC è inoltre corredato dal Piano Operativo Comunale (POC) che è lo strumento urbanistico che individua e disciplina gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione e trasformazione del territorio da realizzare nell'arco temporale di cinque anni. Il Piano Strutturale Comunale, approvato il 14 luglio 2008 ed entrato in vigore il 10 settembre, insieme al Regolamento Urbanistico Edilizio e al Piano Operativo Comunale costituiscono dunque il quadro della pianificazione comunale di Bologna. Poiché, il PSC, al pari del PTCP, costituisce la carta unica del territorio ma di livello locale, un analisi di tale piano consente una verifica pressoché esaustiva della coerenza programmatica del progetto. La Relazione illustrativa del PSC relativamente al Masterplan riporta : L aeroporto Marconi è un portale strategico per le relazioni internazionali del sistema economico emiliano romagnolo; per elevare di rango la struttura attualmente esistente è necessario realizzare una effettiva polifunzionalità, dotandola di attività complementari: logistiche, congressuali, espositive, ricettive, ricreative, funzioni di assistenza all utenza. Il potenziamento dell aeroporto è una opportunità per lo sviluppo economico e sociale del territorio bolognese e dell intera regione, e una importante occasione per realizzare una migliore integrazione territoriale, considerando la sostenibilità ambientale come precondizione per l attuazione delle politiche e degli interventi. Le funzioni che devono essere sviluppate sono, dunque, quelle legate al traffico passeggeri e al core business, in misura adeguata al rango obiettivo della struttura aeroportuale e integrate con il sistema di eccellenza dell area urbana bolognese. Per realizzare pienamente questi obiettivi è necessario migliorare l accessibilità pubblica e privata assieme alle condizioni ambientali e di sicurezza dell aeroporto e del suo intorno. Con l'approvazione dell'accordo territoriale sono stati definiti tra Regione Emilia Romagna, Provincia di Bologna, Comuni di Bologna e Calderara di Reno, Società aeroportuale di Bologna gli assetti territoriali, AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 20

22 Studio di Incidenza Ambientale urbanistici e infrastrutturali per lo sviluppo del polo funzionale, i cui contenuti sono stati recepiti negli elaborati costitutivi del Piano strutturale. La coerenza del progetto con le previsioni urbanistiche comunali è dunque verificata. Coerenza del Masterplan con gli obiettivi di conservazione dell area del SIC posti dal PSC: Il PSC ha suddiviso idealmente il territorio bolognese in 7 città in base a elementi fortemente caratterizzanti. Una di queste è la città del Reno che si costruisce intorno all'asta del fiume che scende dalle colline bolognesi attraversando territori con caratteri profondamente diversi: le pendici dell'appennino dove gli insediamenti si sono concentrati sui terrazzi fluviali, le città di Casalecchio e Bologna, e dove scava un letto sul quale affacciano spazi disomogenei, e la pianura in cui permangono serbatoi di naturalità. In questo ambito il Reno svolge (ma soprattutto può svolgere meglio) funzioni di corridoio ecologico tra collina e pianura, connettendosi alla più ampia rete regionale di spazi aperti naturali, e mira a recuperare tutti i materiali, a diversi gradi di naturalità, che permangono all'interno dell'urbanizzato allo scopo di ricostruire continuità fondamentali per gli equilibri ecologici. Le aree lungo il Reno si presentano come un mosaico di spazi aperti e verdi di diverso aspetto e diversamente sistemati. Nella parte settentrionale prevalgono ampie zone a valenza ecologica e naturalistica, in particolare al confine con i comuni di Calderara di Reno e Castel Maggiore dove si trova l'area di riequilibrio ecologico San Vitale di Reno. È importante sottolineare che il tratto bolognese del fiume, dal punto di vista ecologico, è uno dei più critici e fragili a causa delle notevoli pressioni e costrizioni a cui è sottoposto. La città del Reno è interessata da un importante progetto di parco metropolitano, Parco lungo Reno, che presenta tra gli obiettivi quelli della conservazione e potenziamento della valenza ecologica, che oggi conta sulla presenza di lembi di bosco igrofilo, pratelli aridi, prati seminaturali e zone di greto frequentate dall'avifauna, prevedendo una gestione d'impronta naturalistica di tutti gli spazi per questo adatti, compresi quelli derivanti da cave dismesse. Nella tabella seguente si riportano sinteticamente le classificazioni, le norme e le tavole del PSC di Bologna che regolano l area del sito SIC ed il suo intorno, e l esito della valutazione circa la coerenza del progetto. L analisi completa è trattata di seguito. Classificazione Aree interessate Tavola Quadro normativo Coerenza programmatica Rete ecologica principale Corridoio ecologico territoriale SIC e intorno Strategie per la qualità Dotazioni ecologiche e ambientali Art.35 Conforme. Necessità di un approfondimento in fase di progetto definitivo. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 21

23 Studio d Incidenza Ambientale Nodi complessi Nodi semplici ecologici ecologici SIC e intorno Intorno Connettivo ecologico diffuso Intorno Territorio rurale SIC e intorno Le Regole Artt.28, 29 Conforme Classificazione del Ambiti da Intorno territorio Art.22 Conforme riqualificare Alvei attivi e invasi dei bacini idrici SIC e intorno Carta unica del territorio Art.11 Conforme Fasce di tutela fluviale SIC e intorno Conforme Fasce di pertinenza fluviale Intorno Conforme Aree dei terrazzi fluviali e dei conoidi permeabili della pedecollina e alta pianura SIC e intorno Conforme Area di ricarica della falda SIC e intorno Conforme Aree forestali SIC e intorno Art.13 Conforme Aree protette naturali SIC Conforme Siti rete Natura 2000 SIC Conforme Zone di particolare interesse paesaggistico ambientale della pianura SIC e intorno Non conforme relativamente ad una porzione di area (a sud est) già ricadente all interno del sedime aeroportuale Tabella 2.2 Classificazioni, norme e tavole del PSC di Bologna inerenti l area del SIC e valutazione di coerenza AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 22

24 Studio di Incidenza Ambientale Il Titolo 3 inerente la Disciplina del Territorio all art.35 disciplina il Sistema ecologico ambientale e stabilisce i seguenti obiettivi: completamento e rafforzamento del sistema degli habitat naturali e della rete ecologica territoriale; realizzazione di progetti di tutela, recupero e valorizzazione di aree aventi particolare interesse ambientale e paesaggistico; realizzazione di opere di mitigazione e compensazione ambientale; miglioramento della qualità dell'ambiente urbano. La tavola "Dotazioni ecologiche e ambientali", di cui si riporta uno stralcio (fig.2.5) rappresenta l'insieme delle dotazioni ecologiche necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra. Fig. 2.5 Estratto della Tavola del PSC Strategie per la qualità Dotazioni ecologiche e ambientali AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 23

25 Studio d Incidenza Ambientale L art.35 definisce la rete ecologica come un sistema polivalente di nodi e corridoi. I nodi sono rappresentati da elementi ecosistemici tendenzialmente areali dotati di dimensioni e struttura ecologica tali da svolgere la funzione di "serbatoi di biodiversità". I corridoi sono rappresentati da elementi ecosistemici sostanzialmente lineari di collegamento tra i nodi che, innervando tutto il territorio comunale, favoriscono la tutela, la conservazione e l'incremento della biodiversità floro faunistica. In particolare i corridoi svolgono funzioni di rifugio e sostentamento della fauna, fornendo vie di transito e agendo come captatori di nuove specie. La rete ecologica è composta da: una rete ecologica principale; una rete ecologica secondaria; una rete ecologica urbana. L area del sito SIC ricadente nel territorio bolognese, insieme ad un suo relativamente ristretto intorno, è stato classificato come nodo ecologico complesso della rete ecologica principale. I nodi ecologici complessi sono caratterizzati da specifica valenza ecologica e paesaggistica e dunque hanno la funzione di capisaldi della rete ecologica e quindi di conservazione e valorizzazione della biodiversità presente e potenziale, da garantire attraverso interventi specifici e con la gestione ordinaria e straordinaria del territorio. Tale nodo complesso è inoltre incastonato nel corridoio ecologico territoriale del fiume Reno, elemento lineare, naturale e semi naturale, con andamento e ampiezza variabile che ha la funzione di conservare, migliorare e valorizzare i caratteri naturalistici e paesaggistici presenti o potenziali, svolgendo il ruolo di connessione tra nodi ecologici. Tali elementi sono localizzati ad est dell ambito di intervento. A sud ovest dell aeroporto è individuato un elemento della rete ecologica secondaria precisamente un nodo ecologico semplice costituito dalla ex cava Due Portoni, un potenziale biotopo in via di rinaturalizzazione con il ruolo di caposaldo della rete. A nord e a sud sono delineati anche altri elementi della rete ecologica secondaria ovvero tratti di corridoi ecologici locali di progetto che affiancano la ferrovia Bologna Verona. I corridoi ecologici locali hanno una funzione di collegamento tra nodi ecologici semplici, sono veicoli di naturalità in aree prive di tali prerogative, innervano le aree di connettivo diffuso e devono concludersi, possibilmente, sui nodi ecologici urbani. Per svilupparsi devono appoggiarsi e/o inglobare elementi di valore naturalistico esistenti, anche in affiancamento a percorsi viari di qualsiasi genere e livello. In tal caso, adeguatamente strutturati, possono anche svolgere una funzione di mitigazione paesaggistica e ambientale dell'infrastruttura. Inoltre sia a nord che a sud dell ambito di progetto sono individuate ampie aree di connettivo ecologico diffuso definito come territorio rurale, quando non diversamente caratterizzato in termini ecologici, e da qualsiasi parte di territorio non urbanizzato o solo parzialmente infrastrutturato. AIRIS S.r.l. Ingegneria per l'ambiente Bologna 24

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