COMUNE DI FOSSANO ELABORATO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE. Centrale idroelettrica sul canale Mellea in località Gerbo. aprile 2013 TECNICI INCARICATI:

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1 REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO COMUNE DI FOSSANO STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ai sensi della LR 40/1998 Centrale idroelettrica sul canale Mellea in località Gerbo relazione per la fase di Valutazione della procedura di V.I.A. TECNICI INCARICATI: Dott. For. Marco Allasia Corso Principe di Piemonte n Racconigii (CN) P.I C.F. LLSMRC79B25B791N tel marco.allasia79@alice.it Dott.For. Giorgio Curetti Piazza Roma n Rocca dè Baldi (CN) P.I C.F. CRTGRG80M01B111R tel giorgiocuretti@gmail.com aprile 2013 COMMITTENTE: Emme 3 s.a.s. Località Maddalene n Fossano (CN) P.I TIMBRI E FIRME: ELABORATO 1

2 REGIONE PIEMONTE Provincia di Cuneo COMUNE DI FOSSANO Committente: Emme 3 S.A.S. Località Maddalene n Fossano (CN) PI IMPIANTO IDROELETTRICO SUL CANALE MELLEA FASE DI VALUTAZIONE DELLA PROCEDURA DI VIA STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE Relazione comprendente quanto specificato dall art. 12 della Legge Regionale n. 40/98 Allegato D Dott. For. Giorgio CURETTI Dott. For. Marco ALLASIA Regione: Provincia: Comune: Località: Piemonte Cuneo Fossano Canale Mellea Villa Cussini Rocca de Baldi, aprile 2013

3 INDICE 0. INTRODUZIONE ELENCO ELABORATI SIA QUADRO PROGRAMMATICO INQUADRAMENTO TERRITORIALE INQUADRAMENTO NORMATIVO IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE (P.T.R.) PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE (P.T.P.) LINEE GUIDA PER L UTILIZZAZIONE DELLA RISORSA IDROELETTRICA IN PROVINCIA DI CUNEO PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI PROGRAMMAZIONE IN MATERIA DI ENERGIA EVOLUZIONE DELLA NORMATIVA ITALIANA IN MATERIA DI PRODUZIONE DI ENERGIA PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE QUADRO PROGETTUALE INTRODUZIONE DESCRIZIONE GENERALE DEL PROGETTO DESCRIZIONE DELLE OPERE CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE E DIMENSIONALI DELLE OPERE PROGETTATE PROGRAMMA CRONOLOGICO DELLE FASI ATTUATIVE QUADRO AMBIENTALE METODOLOGIA E STRUMENTI D INDAGINE ARIA CLIMA AMBIENTE IDRICO SUOLO, SOTTOSUOLO, ASSETTO IDROGEOLOGICO RUMORE FLORA E VEGETAZIONE FAUNA ECOSISTEMI SALUTE E BENESSERE PAESAGGIO BENI CULTURALI ASSETTO TERRITORIALE ANALISI DELLA SENSIBILITÀ AMBIENTALE QUALITÀ E CAPACITÀ DI RIGENERAZIONE DELLE RISORSE NATURALI DELLA ZONA STIMA DEGLI EFFETTI CUMULATIVI DEGLI IMPATTI NEL TEMPO E CON ALTRE FONTI D IMPATTO PRESENTI SUL TERRITORIO DEFINIZIONE DELLE MATRICI DI IMPATTO AMBIENTALE (VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI CUMULATIVI) MISURE PREVISTE PER EVITARE, RIDURRE E COMPENSARE GLI EFFETTI NEGATIVI DEL PROGETTO SULL AMBIENTE CONCLUSIONI

4 0. INTRODUZIONE Il presente Studio di Impatto Ambientale (SIA) è stato redatto ai sensi dell art. 12 della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40, per l attivazione della Fase di Valutazione della Procedura di VIA finalizzata al giudizio di compatibilità ambientale. La relazione riporta le considerazioni ambientali messe in luce nella stesura del progetto preliminare di Impianto Idroelettrico sul Canale Mellea in loc. Villa Cussini, redatto dall Ing. Daniele Pirra e dal Dott. For. Stafano Rosso dello studio DP Ingegneria con sede in Dogliani Borgata Pamparato 45 e dagli scriventi Dott. For. Giorgio Curetti con Studio in Piazza Roma 20 a Rocca de Baldi (CN) e dal Dott. For. Marco Allasia con Studio in C.so Principe di Piemonte 76 a Racconigi (CN). Il progetto è stato commissionato dalla società Emme 3 S.A.S. Località Maddalene n Fossano (CN), PI Il progetto si sviluppa interamente in Comune di Fossano, in Provincia di Cuneo, nel sul canale Mellea. I dati territoriali e la documentazione citata nella presente relazione sono ricavati prevalentemente dalle seguenti fonti: Repertorio Cartografico della Regione Piemonte, Settore Cartografico, Assessorato Pianificazione e Gestione Urbanistica; Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di Fossano, approvato con D.G.R. n del 03/06/2009. Lo Studio di Impatto Ambientale è redatto con criteri che hanno la finalità di semplificare il più possibile la lettura e la comprensione del progetto, sia da parte delle Autorità competenti, che dovranno esprimere il giudizio di compatibilità ambientale del progetto, sia degli Enti e dei Cittadini che ne prenderanno visione durante la fase di consultazione e che potranno esprimere osservazioni in merito. Il documento è conforme a quanto stabilito dall art. 29, comma 1, del D.P.R. 21 dicembre 1999, n. 554 e dal Decreto 1 aprile 2004 del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio. Lo studio è stato elaborato seguendo l Allegato D Contenuti della relazione di cui all art. 12, da redigere ai fini della fase di valutazione della Procedura di VIA della Legge Regionale 14 dicembre 1998, n. 40, riguardante le Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione, e si articola in tre distinti quadri di riferimento: programmatico: fornisce gli elementi conoscitivi circa le relazioni tra l'opera di progetto e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale a livello regionale, provinciale e comunale; progettuale: offre gli elementi tecnici significativi ai fini dell'illustrazione del progetto in esame e dello studio di impatto ambientale ad esso relativo, evidenziando le qualità paesaggistiche e gli aspetti gestionali dell impianto; ambientale: analizza le componenti ambientali nella situazione attuale, definendo le necessarie misure di mitigazione, compensazione e monitoraggio. 2

5 0.1. ELENCO ELABORATI SIA Gli elaborati dello Studio di Impatto Ambientale sono riportati nel seguente elenco. STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ELENCO ELABORATI Elab. 1 Elab. 2 Relazione per la fase di Valutazione della procedura di V.I.A. Sintesi in linguaggio non tecnico ELENCO ALLEGATI Elab. 3 Documentazione Cartografica Tav 1 Inquadramento geografico 1: Tav 2 Ortofotocarta 1: Tav 3 Aree vincolate 1: Tav 4 Beni culturali ambientali 1: Tav 5 Uso del suolo 1: Tav 6 Paesaggi agrari e forestali 1: Tav 7 Unità litologiche e dissesti 1: Tav 8 Capacità d uso dei suoli ai fini agricoli e forestali 1: Tav 9 Ecosistemi 1: Tav 10 Intervisibilità 1: Tav 11 Ipotesi alternative varie scale Tav 12 Impatti 1:1.000 Elab. 4 Documentazione Fotografica Elab. 5 Elab. 6 Fotoinserimenti Stralcio PRGC 3

6 1. QUADRO PROGRAMMATICO L analisi ambientale è stata condotta con successivi approfondimenti dei temi individuati, relativi ai prevedibili effetti del progetto sull ambiente. Le indagini preliminari e d inquadramento, finalizzate alla individuazione delle fonti d impatto ed alla previsione preliminare degli effetti provocati dal progetto sull ambiente, sono state denominate Analisi della qualità ambientale e Analisi preliminare della sensibilità ambientale. Un successivo livello di studio, basato sulle indagini relative alla sensibilità ambientale, ha riguardato la dettagliata descrizione dei prevedibili effetti del progetto sull ambiente, comprendenti una preventiva stima d impatto ambientale. La descrizione delle misure per ottimizzare l inserimento nell ambiente previste dal progetto conclude la trattazione INQUADRAMENTO TERRITORIALE L inquadramento territoriale dell opera in progetto è stato redatto mediante l utilizzo del GIS, (Sistema di Informazione Geografico), adottando come fondo topografico di riferimento la Carta Tecnica della Regione Piemonte in formato Raster (CTR) e avente coordinate UTM Datum WGS84; la suddetta carta topografica è stata inoltre corredata delle informazioni contenute nella cartografia tematica messa a disposizione della Regione Piemonte. Allo scopo di definire l ambito territoriale in cui è inserita l area di intervento sono state prodotte le seguenti tavole tematiche: Tavola n. 1 - Inquadramento geografico (scala 1:30.000) - individua la posizione geografica Tavola n. 2 Ortofotocarta (scala 1:10.000) - illustra l aspetto di percezione reale del territorio e della situazione idrografica attraverso le foto aeree Tavola n. 3 Aree vincolate (scala 1:10.000) indicano con esattezza le aree del territorio che sono soggette a particolari vincoli L analisi degli aspetti ambientali tiene conto anche di quanto già stabilito dal Legislatore e dalle Amministrazioni locali, in materia di tutela ambientale e di uso del territorio, con particolare riferimento al Piano regolatore comunale di Fossano (PRGC) e al tema vincolistico esaminato nel quadro programmatico del presente studio. 4

7 Inquadramento geografico La Tavola n. 1 Inquadramento geografico (scala 1:30.000) individua il progetto nella parte sud-occidentale del Comune di Fossano, in Provincia di Cuneo. Il progetto è interamente contenuto nelle Sezione n e n della Carta Tecnica Regionale (CTR) scala 1: L area dell impianto idroelettrico in progetto si localizza nell area vasta di pianura che cinge il Comune di Fossano, ovvero nella fascia di territorio compresa tra gli alvei dei torrenti Grana-Mellea, a est, e Stura di Demonte, a ovest. Il sito è accessibile tramite la Strada Provinciale Via Villafalletto SPmn.184, la Strada Provinciale Via Centallo SP n.169, la Strada Provinciale SP n.20 e della Tangenziale SS n.231. All impianto v a collocarsi nelle vicinanze della frazione Gerbo di Fossano, a cui si arriva percorrendo le sopraelencate strade principali e successivamente continuando sulle le numerose strade di accesso secondarie presenti nella zona circostante l impianto. La carta dell Inquadramento geografico 5

8 Immagini aeree La Tavola n. 2 Ortofotocarta (scala 1:10.000) riporta il rilievo aerofotografico Bing Maps, disponibile sul web al seguente URL: Tale carta permette di avere una percezione realistica del territorio grazie alla sovrapposizione dell immagine fotografica (raddrizzata) con la carta tecnica regionale (CTR), realizzata su volo Regione Piemonte del L Ortofotocarta 6

9 Aree vincolate Le Tavole n. 3 Aree vincolate (scala 1:10.000) indica le aree sottoposte a vincolo ubicate nell intorno dell intervento in progetto. In particolare la tavola evidenzia che il progetto in esame non si trova in zona soggetta a vincolo idrogeologico (R.D.3267/23). Per quanto riguarda il vincolo paesistico-ambientale la Tavola n. 3 Aree vincolate, non evidenzia la presenza di aree vincolate. L analisi del tema vincolistico, è analizzato dettagliatamente nel par. 2.2 Inquadramento normativo. La carta delle Aree vincolate 7

10 Idrografia L intervento a progetto si colloca nella porzione centrale della Provincia Cuneo, nel territorio pianeggiante, nell intorno del comune di Fossano, denominato Risorgiva Mellea- Centallese, delimitato dal corso dei fiumi Grana Mellea a ovest e Stura di Demonte ad est. In tale porzione di territorio scorrono numerosi canali irrigui tra cui il Canale Mellea, sul cui corso si inserisce l intervento a progetto. Il Canale Mellea è un canale artificiale appartenente alla rete irrigua in gestione alla COUTENZA CANALI EX DEMANIALI DELLA PIANURA CUNEESE. Il corso d acqua artificiale deriva l acqua in parte dalle sorgenti ubicate in regione Sagnassi ed in parte dal fiume Grana Mellea in località San Vittore. Il canale solcando terreni a vocazione principalmente agricola, ha un tracciato che si sviluppa inizialmente verso est in direzione dell abitato di Fossano e poi procede verso nord in direzione Bra. Nello specifico l impianto sarà realizzato nella parte occidentale del territorio comunale di Fossano, in località Gerbo, in destra orografica del Canale Mellea. 8

11 1.2. INQUADRAMENTO NORMATIVO Norme in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) La relazione è redatta in ottemperanza alle normative di legge esistenti ed in particolare alla legislazione in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) a carattere europeo, nazionale e regionale. Le Direttive Comunitarie Direttiva 85/337 CEE concernente la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici o privati ; Direttiva 97/11 CE che modifica la direttiva 85/667 sopra citata. Il quadro Legislativo Nazionale Legge 8 luglio 1986, n. 349 Istituzione del Ministero dell Ambiente e norme in materia di danno ambientale Art. 6; D.P.C.M. 10 agosto 1988, n. 377 Regolamentazione delle pronunce di compatibilità ambientale di cui all art. 6 della Legge 349/86 ; D.P.C.M. 27 dicembre 1988 Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formazione del giudizio di compatibilità di cui all art. 6 della Legge 349/86, adottata ai sensi dell art. 3 del D.P.C.M. 377/88 ; D.P.R. 12 aprile 1996 Atto di indirizzo e coordinamento per l attuazione dell art. 40 comma 1, della Legge 22 febbraio 1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale ; D.P.R. 27 aprile 1992 Regolamentazione delle pronunce di compatibilità ambientale e norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all art. 6 della legge 349/86 per gli elettrodotti aerei esterni ; D.P.R. 11 febbraio 1998 Disposizioni integrative al Decreto del Consiglio dei Ministri 377/88, in materia di disciplina delle pronunce di compatibilità ambientale, di cui alla legge 349/86 art. 6. D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale Parte Seconda Procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la Valutazione d Impatto Ambientale (VIA) e per l autorizzazione Ambientale Integrata (IPPC) D. Lgs 16 gennaio 2008, n. 4 Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale. La normativa della Regione Piemonte Legge Regionale 14 dicembre 1998, n. 40 Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione. Il contenuto del presente Studio di impatto ambientale si riferisce a quanto specificato nell art. 12 della Legge Regionale 40/1998 (fase di valutazione e giudizio di compatibilità ambientale). 9

12 Riferimenti alla Legge regionale 40/98 La Legge Regionale 14 dicembre 1998, n. 40 Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione, definisce i progetti che devono essere sottoposti alla fase di verifica oppure alla fase di valutazione ; con l art. 4, comma 2, individua i progetti sottoposti alla fase di valutazione che sono elencati negli elaborati allegati. La giunta regionale con D.G.R. N del 19/03/2002 (B.U. 11 aprile 2002, n. 15) ha provveduto alla riorganizzazione degli allegati A1, A2, B1, B2, B3 e C. Il progetto in esame, sarà oggetto del Procedimento Unico autorizzativo ai sensi del D.Lgs. 387/2003 e della Procedura di Valutazione di impatto ambientale ai sensi dell'art. 12 L.R. 40/1998 Lo studio è stato elaborato seguendo l Allegato D Contenuti della relazione di cui all art. 12, da redigere ai fini della fase di valutazione della Procedura di VIA della Legge Regionale 14 dicembre 1998, n. 40, riguardante le Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione. 10

13 Norme di tutela delle unità ambientali sensibili per l individuazione delle aree vincolate ai sensi dell attuale normativa di tutela ambientale è stata utilizzata la lista di controllo unità ambientali sensibili codificate dal d.m. 1 aprile 2004 linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale ed indicata come prima lista di controllo utilizzabile per l individuazione delle sensibilità ambientali, di eventuali problemi inerenti la scelta localizzativa, per un primo screening di fattibilità di tale scelta. Lista di controllo vincoli territoriali Aree vincolate con specifica normativa Riserve integrali e/o riserve generali orientate in parchi regionali di cui all art. 2 della legge 6 dicembre 1991, istituite o comunque perimetrate ai sensi della medesima legge Riserve naturali di cui all art. 2 della legge 6 dicembre 1991, istituite o comunque perimetrate ai sensi della medesima legge Area soggetta a vincolo per scopi idrogeologici ai sensi del R.D. 3267/23. Fasce di rispetto di fiumi, corsi d acqua, laghi e coste marine, ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Boschi tutelati ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Altre aree vincolate ai sensi del D. Lgs. 42/2004. Zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar (DPR 448 del ) Siti di Importanza Comunitaria proposti per l inserimento della rete Natura 2000, di cui al DPR 8/91997 n. 357 Fasce di rispetto di sorgenti o captazioni idriche (art. 6 del DPR 236/88) Zone ad elevato livello di tutela o conservazione da parte di Piani Territoriali Paesistici regionali Ambiti di rilevanza ambientale individuati da leggi regionali Vincoli paesistici: Bellezze naturali e singolarità geologiche ai sensi del D. Lgs. 42/2004 Vincoli paesistici: Ville, giardini e parchi di cui al D. Lgs. 42/2004 Presenza NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO Vincoli paesistici: Complessi di valore estetico e tradizionale di cui al D. Lgs. 42/2004 Vincoli paesistici: Bellezze panoramiche e punti di vista di cui al D. Lgs. 42/2004 Tutele delle cose di interesse artistico o storico: vincoli archeologici, ai sensi del D. Lgs. 42/2004 Beni sottoposti a vincolo architettonico e monumentale ai sensi del D. Lgs. 42/2004 * D.M. 1 aprile 2004 Linee guida per l utilizzo dei sistemi innovativi nelle valutazioni di impatto ambientale. NO NO NO NO 11

14 Si segnala che l area di studio non è soggetta al vincolo per scopi idrogeologici ai sensi del R.D. 30 dicembre 1923, n Le verifiche hanno permesso di constatare che l area d intervento non è soggetta a vincolo naturalistico in quanto le opere in progetto si trovano seppur parzialmente all interno di aree protette o tutelate. La carta tematica Tavola n. 4 Beni culturali ambientali (scala 1:10.000) che individua e localizza le emergenze architettoniche, i beni ambientali urbanistici e archeologici presenti nell area di studio, indica che l impianto idroelettrico in progetto non interferisce direttamente con Beni Ambientali Architettonici né con Beni Urbanistici e Archeologici, ma rientra in una zona a tutela archeologica. Individuate le unità ambientali sensibili attraverso la lista di controllo (D.M. 1 aprile 2004), nel presente paragrafo si approfondisce il tema vincolistico facendo riferimento alle principali norme di tutela ambientale che prevedono particolari autorizzazioni per la realizzazione dell opera; in particolare si analizzano gli atti legislativi riguardanti il vincolo paesaggistico, il vincolo naturalistico e il vincolo per scopi idrogeologici Vincolo paesaggistico Riferimenti al Decreto Legislativo 42/04 Il Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, che sostituisce ed integra il D.Lgs 29 ottobre 1999, n. 490 Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali, a norma dell articolo 1 della legge 8 ottobre 1997, n. 352, la legge n. 1497/39 e la legge n. 431/85, con l articolo 142, individua i Beni tutelati per legge in ragione del loro interesse paesaggistico. L area interessata dal progetto non è soggetta a vincolo paesistico-ambientale, anche conosciuto come vincolo di tutela ambientale. Il progetto non interferisce con Siti archeologici vincolati ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 42/04, sostituente la precedente legge nazionale 1/6/1939 n. 1089, riguardante beni di particolare interesse archeologico entro e fuori dai centri urbani, tuttavia si colloca in una zona definita dal PRGC di tutela archeologica. Si tratta si aree non voncolate ai sensi del D.Lgs. 42/2004, ma soggette a tutela preventiva. Pertanto i progetti di interventi ricadenti nell ambito di tali aree, che modifichino in maniera consistente il sottosuolo in zone non ancora manomesse devono, contestualmente alla richiesta di rilascio del Permesso di Costruire, essere trasmessi alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie, al fine di concordare con essa le modalità di controllo preventivo sulle opere di scavo Vincolo naturalistico In ambito di valutazione d incidenza sugli habitat e sulle specie animali e vegetali tutelati da direttive CEE, il quadro normativo regionale di riferimento è il seguente: Normativa Regionale L.R. 47/95: Norme per la tutela dei biotopi che attua la direttiva 85/338/CEE e la 92/43/CEE, definisce e istituisce i biotopi di interesse ecologico, culturale e scientifico. D.G.R. 29 novembre 1999, n Individuazione di aree finalizzate alla costituzione di Zone di Protezione Speciale per gli uccelli ai sensi della Direttiva 79/409/CEE. Proposta al Ministero dell Ambiente D.P.G.R. 16 novembre 2001, n, 16/R regolamento regionale recante : Disposizioni in materia di procedimento di valutazione d incidenza. 12

15 L intervento in progetto non interferisce con: Zone di Protezione Speciale ZPS ; Siti di importanza comunitaria SIC ; Beni culturali ambientali La Tavola n. 4 Beni culturali ambientali (scala 1:10.000) individua e localizza le emergenze architettoniche, culturali e ambientali dell area di studio. I beni culturali, architettonici, urbanistici ed archeologici della Regione Piemonte sono stati rilevati, per conto della stessa Regione, da un gruppo di lavoro della Facoltà di Architettura di Torino, coordinato dal Prof. G. Vigliano, negli anni , e resi noti attraverso il Settore Cartografico dell Assessorato Pianificazione e Gestione Urbanistica regionale, quindi diffusi con il disciplinare per la consultazione e la cessione in copia dei documenti fotocartografici disponibili presso il Settore Cartografico, approvato con DGR n del 23/01/90 e s.m.i., con le variazioni introdotte dalla DGR n del 01/03/2000. Osservando la cartografia emerge che l opera è inserita all interno di un territorio molto più vasto sottoposto a tutela archeologica. Infatti nei pressi del Frazione Gerbo vi è la presenza di un sito oggetto di ritrovamento archeologico. Si precisa che l opera in progetto non interferirà negativamente con tali beni sia in fase di cantiere, sia in fase di esercizio. La carta dei Beni culturali ambientali 13

16 Quadro riepilogativo sul tema vincolistico Nella seguente tabella si riassume quanto enunciato nei paragrafi precedenti indicando sinteticamente l esistenza e le ragioni dei vincoli a cui è sottoposto il progetto di impianto idroelettrico. Quadro riepilogativo del tema vincolistico L analisi del tema vincolistico permette di evidenziare che: il progetto non è sottoposto a vincolo paesaggistico (D.Lgs. 42/2004); il progetto non è sottoposto a vincolo idrogeologico (R.D. 3267/23); il progetto non interferisce con Siti di Importanza Comunitaria (SIC); il progetto non interessa Zone di protezione speciale (ZPS); il progetto non interferisce con Siti archeologici vincolati ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 42/2004, sostituente la precedente legge 1/6/1939 n. 1089; 14

17 1.3. IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE Al fine dell inquadramento Paesaggistico dell Area oggetto di studio si è proceduto ad analizzare Piano paesaggistico Regionale della Regione Piemonte (P.P.R.), adottato con D.G.R. n del 4 agosto IL Piano Paesaggistico Regionale (P.P.R.) disciplina la pianificazione del paesaggio e, unitamente al Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) e al Documento Strategico Territoriale (D.S.T.) costituisce il Quadro di Governo del Territorio (Q.G.T.) con il quale la Regione e definisce gli indirizzi strategici per uno sviluppo sostenibile del proprio territorio. Il Piano costituisce atto di pianificazione generale regionale ed è improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Obiettivi del Piano Paesistico Regionale sono: Integrazione tra valorizzazione del patrimonio ambientale, storico, culturale, paesaggistico e attività connesse; Riqualificazione delle aree urbane e rigenerazione delle aree dimesse e degradate; Recupero e riqualificazione di aree degradate in territori rurali (insediamenti industriali dimessi, cave, discariche ecc.); Contenimento dell edificato frammentato e disperso. Le tavole del Piano individuano: Il Quadro strutturale: in questa tavola (P1) sono riconosciuti i fattori costitutivi della struttura paesaggistica articolati in relazione agli aspetti naturalisticiambientali, idro-geomorfologici, storico-culturali e percettivi identitari. I beni paesaggistici: i beni paesaggistici sono identificati nella Tavola P2 e nei relativi elenchi: la loro disciplina generale è definita da quella delle componenti in essi ricadenti, fatto salvo quanto previsto dagli articolo 138, comma 3, 140, comma 2 e 141 bis, comma 3 del Codice; tale disciplina si applica per ciascuna delle componenti individuate, nelle presenti norme, e nella Tavola P4. Gli ambiti e le Unità di Paesaggio: il PPR articola il territorio regionale in 76 ambiti di paesaggio (AP) che costituiscono complessi integrati di paesaggi locali differenti. Gli ambiti di paesaggio sono ulteriormente articolati in 535 unità di paesaggio (UP), intese come sub-ambiti connotati da specifici sistemi di relazioni che conferiscono loro un immagine unitaria, distinta e riconoscibile. Le UP sono raccolte in nove tipologie normative specificate all'articolo 11, individuate sulla base degli aspetti paesaggistici prevalenti, con riferimento all integrità, alla rilevanza e alle dinamiche trasformative che le caratterizzano. Le componenti paesaggistiche: a integrazione e specificazione del quadro strutturale e dell individuazione degli ambiti e delle unita di paesaggio, il PPR riconosce le componenti paesaggistiche finalizzate ad assicurare la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio regionale, come disciplinate dagli articoli di cui alla presente Parte. La rete ecologica, storico-culturale e fruitivi: il PPR promuove la formazione della rete ecologica, inquadrata nelle rete ecologica nazionale ed europea, quale sistema integrato di risorse naturali interconnesse, volto ad assicurare in tutto il territorio regionale le condizioni di base per la sostenibilità ambientale dei processi di crescita e di trasformazione e in primo luogo per la conservazione attiva della biodiversità. 15

18 La Tavola P3 Ambiti e Unità di paesaggio inserisce il territorio del Comune interessato dall opera oggetto del presente studio all interno di ambiti territoriali paesistici e di unità di paesaggio. Per quanto riguarda la parte di territorio interessata dall opera in progetto, in Comune di Fossano, la Tavola P3 Ambiti e Unità di paesaggio inserisce questa parte di territorio all interno dell ambito territoriale paesistico n. 58 Pianura e colli cuneesi, Unità di paesaggio 5812 Piana tra Stura e Maira. In particolare, all interno dell Area oggetto del presente studio, le norme di attuazione del PPR inseriscono nell Unità di paesaggio secondo quanto contenuto nella tavola Ambiti e unità di paesaggio alla quale si fa riferimento: Per quanto riguarda l Unità di paesaggio 5812 la tipologia normativa è: Rurale/insediato non rilevante (Tipologia VIII): il cui carattere tipizzante prevede la compresenza tra sistemi rurali e sistemi insediativi urbani o suburbani, in parte alterati e privi di significativa rielvanza. Per quanto riguarda gli indirizzi riguardanti le UP, il PPR prevede degli indirizzi generali che dovranno essere applicati nella formazione o nell adeguamento al PPR dei piani territoriali provinciali e dei piani locali. Indirizzi Fermo restando quanto previsto dalla Parte IV delle norme del PPR riguardante le Componenti e i Beni paesaggistici, gli indirizzi da seguire in ogni UP per gli interventi e le forme di gestione sono orientati a rafforzare: a. la coesione: interventi e forme di gestione devono tendere a potenziare la coesione e la connettività interna della UP, sia in termini di funzionalità ecosistemica che di unitarietà, leggibilità e riconoscibilità dell immagine complessiva, particolarmente nelle UP caratterizzate da consolidati sistemi di relazioni tra componenti diversificate, naturali o culturali; b. l identità: interventi e forme di gestione devono tendere a rafforzare i caratteri identitari dell UP, particolarmente quando tali caratteri abbiano specifica rilevanza in termini di diversità biologica e paesaggistica; c. la qualità: interventi e forme di gestione devono tendere prioritariamente alla mitigazione dei fattori di degrado, rischio o criticità che caratterizzano negativamente la UP o che ostacolano l attuazione dei suddetti criteri di coesione e di identità o il perseguimento degli obiettivi di qualità associati all ambito di paesaggio interessato. L immagine seguente mostra un estratto della Carta in oggetto. Il tratteggio di colore blu individua all incirca la posizione dell area d intervento. 16

19 Estratto della Tavola P3 Ambiti e unità di paesaggio - Legenda Estratto della Tavola P3 Ambiti e unità di paesaggio Area d intervento 17

20 Le Componenti Paesaggistiche sono individuate dalle norme tecniche del PPR e sono rappresentate nella Tavola 4 del PPR Componenti Paesaggistiche alla quale si fa riferimento per verificare la compatibilità dell intervento con la pianificazione regionale. La Tavola 4 Componenti Paesaggistiche individua per il sito di intervento i seguenti elementi: Componenti morfologiche-insediative: - Aree rurali di pianura o collina con edificato diffuso (art. 40) m.i. 10 Per quanto riguarda le componenti morfologico insediative individuati nell area oggetto di studio il PPR, prevede: a. in generale: Sviluppo delle attività agro-silvo-pastorali che valorizzano le risorse locali e le specificità naturalistiche e culturali; Contenimento delle proliferazioni insediative non connesse all agricoltura, con particolare attenzione alle aree di pregio paesaggistico o a elevata produttività; Salvaguardia dei suoli agricoli di alta capacità d uso; Potenziamento della riconoscibilità dei luoghi di produzione agricola che qualificano l immagine del Piemonte; Sviluppo, nelle aree protette e nei corridoi ecologici, delle pratiche forestali che uniscono gli aspetti produttivi alla gestione naturalistica. b. per le m.i. 10, 11, 14, in contesti esposti alla dispersione urbanizzativa : Sviluppo, nei contesti periurbani, delle pratiche colturali e forestali innovative che uniscono gli aspetti produttivi alla fruizione per il tempo libero e per gli usi naturalistici. Direttive I piani territoriali provinciali, in relazione alle specificità dei territori interessati, precisano i criteri per la delimitazione delle morfologie di cui al comma 2 all interno dei piani locali. Entro le aree di cui al presente articolo la pianificazione settoriale (lett. b. ed e.), territoriale provinciale (lett. b., f., g. e h.) e locale (lett. a., b., c., d., f., g. e h.) stabilisce previsiohi e normative atte a: a. disciplinare gli interventi edilizi e infrastrutturali in modo da favorire il riuso e il recupero del patrimonio rurale esistente, con particolare riguardo per gli edifici, le infrastrutture e Ie sistemazioni di interesse storico, culturale, documentario; b. collegare gli interventi edilizi e infrastrutturali alla manutenzione/ripristino dei manufatti e delle sistemazioni di valenza ecologica e/o paesaggistica (bacini di irrigazione, filari arborei, siepi, pergolati, ecc.); c. limitare gli interventi di ampliamento e nuova edificazione al soddisfacimento delle esigenze espresse dalle attività agricole e a quelle ad esse connesse, tenuto conto delle possibilità di recupero o riuso del patrimonio edilizio esistente; d. disciplinare gli interventi edilizi in modo da assicurare la coerenza paesistica e culturale con i caratteri tradizionali degli edifici e del contesto; 18

21 e. disciplinare lo sviluppo delle attività agrituristiche e dell ospitalità diffusa, dell escursionismo e delle altre attività ricreative a basso impatto ambientale; f. definire criteri per il recupero dei fabbricati non più utilizzati per attività agro-si vopastora i, nei limiti previsti dalla l.r. 9/2003; g. consentire la previsione di interventi eccedenti i limiti di cui al punto f., qualora vi sia l impossibilità di reperire spazi e volumi idonei attraverso interventi di riqualificazione degli ambiti già edificati o parzialmente edificati, solo nel quadro di programmi regionali 0 piani locali che affrontino organicamente il complesso delle implicazioni progettuali sui contesti investiti; in tali casi gli interventi dovranno comunque non costituire la creazione di nuovi aggregati, ma garantire la continuità con il tessuto edilizio esistente e prevedere adeguati criteri progettuali, nonché la definizione di misure mitigative e di compensazione territoriale, paesaggistica e ambientale e per le quali la Regione predisporrà specifiche linee guida. h. consentire la previsione di interventi infrastrutturali o insediativi di rilevante interesse pubblico solo a seguito di procedure di tipo concertativo (accordi di programma, accordi tra amministrazioni, procedure di copianificazione), ovvero se previsti all interno di strumenti di programmazione regionale o di pianificazione territoriale di livello regionale o provinciale, che definiscano adeguati criteri per la progettazione degli interventi e Ia definizione di misure mitigative e di compensazione territoriale, paesaggistica e ambientale. Estratto della Tavola P4 Componenti paesaggistiche Evidenziata con ovale blu la zona interessata dall opera in oggetto Area d intervento 19

22 Estratto della Tavola P4 Componenti paesaggistiche - Legenda 20

23 1.4. IL PIANO TERRITORIALE REGIONALE (P.T.R.) Il nuovo Piano Territoriale Regionale (PTR) approvato con DCR n del 21 luglio 2011, sostituisce il PTR approvato nel 1997 ad eccezione delle norme di attuazione relative ai caratteri territoriali e paesistici (articoli 7, 8, 9, 10, 11, 18bis e 18ter) che continuano ad applicarsi fino all approvazione del Piano Paesaggistico Regionale. Il nuovo PTR si colloca nel processo di ridefinizione della disciplina e degli strumenti per il governo del territorio ai vari livelli amministrativi e la sua approvazione costituisce il primo riferimento attuativo per la definizione delle strategie finalizzate a governare processi complessi, in un ottica di collaborazione tra Enti per lo sviluppo della Regione. Il PTR costituisce il quadro degli indirizzi per il governo del territorio, ad ogni livello, per la programmazione regionale di settore, la programmazione negoziata, i piani di sviluppo delle grandi reti di servizi, che la Regione integra sistematicamente al fine di garantire un quadro conoscitivo coordinato e coerente con l evoluzione delle esigenze. Il PTR è uno strumento di supporto per l attività di governance territoriale della Regione in quanto consente, in armonia con il PPR, di rendere coerente la visione strategica della programmazione generale e di quella settoriale con il contesto fisico, ambientale, culturale ed economico, attraverso un interpretazione del territorio che ne pone in risalto i punti di forza e di debolezza e ne evidenzia potenzialità e opportunità. Un ruolo che attribuisce al piano una natura d indirizzo, di inquadramento e promozione delle olitiche per lo sviluppo socioeconomico e territoriale sostenibile. Il Ptr definisce gli indirizzi generali e settoriali di pianificazione del territorio della Regione, e provvede al riordino organico dei piani, programmi e progetti regionali di settore. Il Ptr individua i caratteri territoriali e paesistici e gli indirizzi di governo del territorio. In conseguenza della sua valenza paesistica e ambientale il Ptr contiene vincoli specifici a tutela di beni cartograficamente individuati e prescrizioni vincolanti per gli strumenti urbanistici, nonché direttive e indirizzi per i soggetti pubblici locali. In concreto il Ptr: individua le aree di tutela per le quali non sono possibili interventi che ne alterino le caratteristiche; gli interventi ammessi; le limitazioni per particolari trasformazioni; le azioni strategiche da attivare per le quali bisogna attivare concrete iniziative di progettazione. Il Ptr rappresenta, in sintesi, il documento per determinare le regole per il governo delle trasformazioni territoriali in un quadro di coerenze definite e di obiettivi specificati. 21

24 I caratteri territoriali e paesistici Per l area oggetto d intervento, le norme di attuazione del PTR individuano il seguente Carattere territoriale e paesistico secondo quanto contenuto nella tavola 1 del P.T.R. I caratteri territoriali e paesistici alla quale si fa riferimento: Sistemi dei suoli a buona produttività; Tali aree comprendono suoli di buona e media fertilità, con un più limitato valore agronomico. In relazione a esse, si pongono le problematiche di riqualificazione morfologica e funzionale dell'ambiente urbano, di "ridisegno" e "ricucitura" dei tessuti insediativi, di integrazione tra funzioni complesse, residenziali, terziarie e produttive: è in queste aree che potranno trovare collocazione eventuali flussi di riurbanizzazione nelle aree individuate dalle dorsali di riequilibrio, nelle rimanenti aree destinazioni diverse da quella agricola solo con adeguata motivazione. Conseguentemente, la programmazione di settore si connota per una minore centralità delle esigenze agricole, alle quali si affiancano, assumendo un rilievo che può anche essere prevalente, altri obiettivi, legati ai processi di rilocalizzazione delle residenze e delle attività produttive. Indirizzi Il Piano territoriale provinciale e i piani regolatori generali definiscono le aree da con servare all'uso agricolo e quelle da destinare ad altri usi e possono fissare standard e indicare criteri qualitativi riferiti ai processi di riequilibrio e di espansione urbana. 22

25 Piano Territoriale Regionale Estratto Carta dei caratteri territoriali e paesistici Area d intervento 23

26 Legenda del Piano Territoriale Regionale per I caratteri territoriali e paesistici 24

27 Tavola A - Strategia 1, Riqualificazione territoriale, tutela e valorizzazione del paesaggio Per l area oggetto d intervento, le norme di attuazione del PTR, individuano l Ambito di Integrazione territoriale (AIT) 30 all interno di un territorio di pianura. Piano Territoriale Regionale Estratto Tavola A - Strategia 1, Riqualificazione territoriale, tutela e valorizzazione del paesaggio Area d intervento 25

28 Legenda del Piano Territoriale Regionale per Tavola A - Strategia 1, Riqualificazione territoriale, tutela e valorizzazione del paesaggio 26

29 Gli Ambiti di Integrazione Territoriale Al fine di garantire un efficace governo delle dinamiche di sviluppo dei territori della regione e nel rispetto dei caratteri culturali ed ambientali che li contraddistinguono, il PTR articola il territorio regionale in Ambiti di Integrazione Territoriale (AIT), sistemi territoriali e funzionali di livello regionale, che hanno lo scopo di favorire una visione integrata a scala locale di tutto ciò che il PTR intende governare. Essi costituiscono perciò un elemento di supporto alle fasi diagnostiche, valutative e strategiche del Piano per quanto riguarda le implicazioni locali delle scelte, riferimenti indispensabili per la promozione di azioni e progetti integrati coerenti con i caratteri dei territori interessati. Come tali gli AIT, costituiscono una dimensione ottimale per le analisi e le azioni di reti sovralocali (regionale, nazionale, europea), in quanto, sotto diversi aspetti, possono essere trattati come nodi complessi di queste reti. Il Piano identifica gli Ambiti di Integrazione Territoriale, che hanno una dimensione intermedia tra l ambito comunale e l ambito provinciale. Gli AIT sono costituiti da insiemi di Comuni gravitanti su un polo urbano principale e rappresentano ambiti ottimali per la pianificazione strutturale locale, per condividere strategie di sviluppo e processi di copianificazione. Gli AIT evidenziano le relazioni di prossimità inerenti azioni e progetti che coesistono ed interagiscono negli stessi luoghi. AIT N. 30 FOSSANO 1. Componenti strutturali L Ait ( abitanti) comprende alcuni Comuni dei pianalti terrazzati del Tanaro e della Stura, mediamente fertili, che gravitano sulla città di Fossano. Ai valori paesaggistici e naturalistici offerti dalla profonda incisione della Stura di Demonte nella pianura pleistocenica, si aggiungono quelli storico architettonici di Fossano e archeologici di Bene Vagienna (Augusta Bagiennorum). L Ait occupa una posizione nodale nella pianura tra Torino e Cuneo, come nodo ferroviario (Torino-Savona e Torino-Cuneo) e autostradale (A6 per Savona e Asti-Cuneo in completamento) e per la sua vicinanza all aeroporto di Levaldigi. L industria è presente soprattutto nel settore meccanico e in quello agro-alimentare (dolciario in particolare). 2. Il sistema insediativo Il principale centro del sistema insediativo è Fossano, gli altri centri sono localizzati in modo radiale nel territorio rurale. L autostrada A6 rappresenta una forte cesura all interno dell ambito e nei pressi dell uscita autostradale si rileva una dispersione insediativa di tipo ramificato. È prevista un espansione residenziale piuttosto rilevante, organizzata principalmente in modo compatto intorno ai centri consolidati, con alcuni casi di sviluppo arteriale (comune di Bene Vagienna). Le previsioni di espansione del tessuto produttivo invece sono prevalentemente organizzate in agglomerati dispersi nel territorio. Le maggiori espansioni sono previste a Fossano, localizzate lungo le direttrici viarie in uscita. 3. Ruolo regionale e sovraregionale Fossano e il suo territorio sono in una posizione nodale caratterizzata dall intersezione dei principali assi della Provincia. 27

30 Relazioni di raggio sovralocale fanno capo principalmente alle principali imprese esportatrici agricole e industriali e dal ruolo di piazza di riferimento per l attività di commercializzazione zootecnica a livello provinciale e regionale. 4. Dinamiche evolutive, progetti, scenari Gli scenari evolutivi dell Ambito non presentano criticità tali da prevedere che il suo cammino di sviluppo si discosti da quello sin qui seguito, il quale ha finora prodotto una situazione soddisfacente dal punto di vista del benessere economico, testimoniata tra l altro dagli alti tassi di attività, anche femminile e da un tasso di disoccupazione del tutto fisiologico. Stimoli nuovi potrebbero derivare dalla realizzazione, nell Ait stesso in quelli confinanti, del previsto polo logistico europeo agro-alimentare del quadrante regionale sud-occidentale. Tale infrastruttura potrebbe risolvere una delle criticità principali del sistema produttivo della pianura cuneese, ossia la difficoltà di trasformare e commercializzare in loco le produzioni tipiche (nella fattispecie i suini qui allevati, ma poi esportati per la trasformazione). Le principali iniziative di sviluppo infrastrutturale programmate all interno dell Ambito sono riconducibili alle opere connesse alla realizzazione del Movicentro, orientate sia al miglioramento della mobilità locale su mezzi pubblici, sia al raddoppio di Fossano come nodo sull asse ferroviario Torino-Ceva-Savona. La centralità dell Ambito nella pianura cuneese ne fa un possibile candidato alla localizzazione di impianti logistici. 5. Progettazione integrata La progettazione integrata dell ambito presenta connessioni con gli Ait di Savigliano, Cuneo, Bra e Saluzzo, ha un livello medio-basso (presenta un medio ancoraggio territoriale e una media organizzazione degli attori locali), non è particolarmente rilevante il ruolo che svolgere nelle politiche territoriali di livello regionale ed è inoltre manifesto l interesse per l instaurazione di relazioni con l area metropolitana torinese. Le prospettive di sviluppo alla base della progettazione integrata sono fondamentalmente rivolte alla valorizzazione delle produzioni agro alimentali e della zootecnia, al miglioramento della struttura economica (competitività delle imprese) e dell attrattività del territorio. Anche la qualità ambientale, degli insediamenti urbani e la realizzazione di impianti di cogenerazione sono obiettivi presi in considerazione dalla progettazione integrata. 6. Interazioni tra le componenti Le carenze maggiori, comuni a tutto il quadrante sud-occidentale della Regione, riguardano i rapporti a scala locale delle attività economiche (agro-industriali, manifatturiere e, in prospettiva, logistiche) con quelle di ricerca, trasferimento tecnologico, sevizi per le imprese e formazione. Sinergie maggiori potrebbero aversi tra nodalità (e quindi buona accessibilità), valorizzazione delle componenti paesaggistiche, ambientali, storico-architettoniche e archeologiche, in relazione anche alla già discreta dotazione fieristica e alla possibilità di innestarvi manifestazioni culturali di portata sovralocale. 28

31 Tavola B - Strategia 2 Sostenibilità ambientale, efficienza energetica Dal punto di vista della qualificazione e certificazione ambientale, la presente tavola individua l area oggetto d intervento all interno di un ambito in cui vi è la presenza di Impianti qualificati in esercizio per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Art. 33. Le energie rinnovabili La Regione promuove l efficienza energetica incentivando la realizzazione di impianti di sfruttamento delle diverse energie rinnovabili (eolico, biomasse, fotovoltaico, solare termico, idroelettrico, biogas, ecc.), facendo proprio l'obiettivo di una tendenziale chiusura dei cicli energetici a livello locale. La localizzazione e la realizzazione dei relativi impianti sono subordinati alla specifica valutazione delle condizioni climatiche e ambientali che ne consentano la massima efficienza produttiva, insieme alla tutela e al miglioramento delle condizioni ambientali e il pieno rispetto delle risorse agricole, naturali e dei valori paesaggistici e di tutela della biodiversità del territorio interessato. Indirizzi Nelle aree di nuovo insediamento ed in quelle di recupero e riqualificazione urbana gli strumenti di governo del territorio, ad ogni livello, assicurano: l adozione di processi e tecnologie finalizzate all efficienza e al risparmio energetico e idrico, nonché alla minimizzazione delle emissioni; la diffusione dei sistemi di cogenerazione per il teleriscaldamento e per i processi di produzione industriale; 29

32 la sperimentazione per l utilizzo e la diffusione di produzione di energia da fonti rinnovabili: eolico, biomasse, fotovoltaico, solare termico, ecc.; la promozione di aree industriali ecocompatibili, la bonifica e il riuso dei siti degradati e/o dismessi. Il piano territoriale provinciale, in ragione dei diversi territori interessati e in coerenza con gli strumenti della pianificazione settoriale regionale: definisce criteri per la localizzazione dei nuovi impianti per la produzione energetica che soddisfino il miglioramento complessivo dell'ecosistema provinciale, l'inserimento paesaggistico e la tutela delle risorse naturali e agricole; verifica, anche attraverso l'uso di indicatori ambientali, che le previsioni contribuiscano a diminuire - o, comunque a non incrementare - le pressioni esercitate sulle diverse risorse ambientali definendo parametri prestazionali per la pianificazione locale. Direttive La pianificazione locale, in coerenza con la normativa vigente e in coerenza con gli strumenti della pianificazione settoriale regionale e con le indicazioni di cui al comma 4, stabilisce in rapporto alle caratteristiche dei territori di competenza e delle valenze storico-architettoniche e paesaggistico-ambientali dell ambito di intervento, tipologie di materiali, tecnologie, elementi costruttivi, ecc., per assicurare la qualità degli interventi in rapporto all efficienza energetica, alla riduzione dell'inquinamento, al risparmio di risorse naturali e al miglior inserimento nel contesto. 30

33 Piano Territoriale Regionale Estratto Tavola B Strategia 2 Sostenibilità ambientale, efficienza energetica Area d intervento 31

34 Legenda del Piano Territoriale Regionale per Tavola B - Strategia 2, Sostenibilità ambientale, efficienza energetica 32

35 Tavola D - Strategia 4 - Ricerca, innovazione e strategia produttiva Per l area oggetto d intervento, le norme di attuazione del PTR, individuano l Ambito produttivo specializzato manifatturiero indicato nella Tavola come: Meccanica Agricola e Ferroviaria, Auto, Carta, Vetro, Gomma, Industria dolciaria. Indirizzi La pianificazione territoriale, ad ogni livello, favorisce ed incentiva l innovazione e la transizione produttiva attraverso lo sviluppo dei sistemi produttivi locali e il rafforzamento delle filiere produttive creando le condizioni per: l approntamento di un sistema di opportunità insediative e di servizi alla produzione all insegna della sostenibilità, che ne rafforzi e ne rinnovi le condizioni di competitività; riordinare e riqualificare le aree industriali attrezzate per la creazione di poli di eccellenza; un coordinamento territoriale dei processi di compensazione, attraverso meccanismi virtuosi di governance e perequazione territoriale volti all uso eco-efficiente e razionale del territorio; adottare un modello di gestione del territorio che riduca le esternalità negative connesse alle realtà socioeconomiche, all ambiente e al paesaggio; lo sviluppo delle reti e dei nodi per l'accessibilità e la mobilità sostenibile; migliorare i servizi pubblici; coniugare lo sviluppo del territorio con la gestione sostenibile dell ambiente e con la promozione di fonti energetiche rinnovabili attraverso l approntamento di un sistema di opportunità insediative e di servizi alla produzione; promuovere processi di innovazione finalizzati all introduzione di tecnologie pulite nei sistemi produttivi; valorizzare le specificità produttive e le diverse vocazioni territoriali; valorizzare la filiera agroalimentare, con particolare riguardo alle produzioni tipiche e di qualità; migliorare il sistema delle infrastrutture materiali ed immateriali di collegamento e connettività; localizzare i centri direzionali e le più rilevanti funzioni terziarie nelle aree prossime ai nodi infrastrutturali per favorire una razionalizzazione della mobilità e dell uso del suolo. 33

36 Piano Territoriale Regionale Estratto Tavola D Strategia 4 - Ricerca, innovazione e strategia produttiva Area d intervento 34

37 Legenda del Piano Territoriale Regionale per Tavola D Strategia 4 - Ricerca, innovazione e strategia produttiva 35

38 Tavola D - Strategia 4 - Ricerca, innovazione e strategia produttiva SISTEMA AGRICOLO COLTURE PREVALENTI Nell intorno dell area oggetto d intervento, le norme di attuazione del PTR, individuano un Sistema Agricolo con costituito da coltura prevalente di tipo cerealicolo in cui sono è anche presente una componente ridotta di frutteti e vigneti. Piano Territoriale Regionale Estratto Tavola D Strategia 4 - SISTEMA AGRICOLO - COLTURE PREVALENTI Area d intervento 36

39 Legenda del Piano Territoriale Regionale Tavola D Strategia 4 - SISTEMA AGRICOLO - COLTURE PREVALENTI 37

40 Tavola D - Strategia 4 - Ricerca, innovazione e strategia produttiva SISTEMA AGRICOLO PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE (PSR) Il territorio dell area oggetto d intervento è compreso secondo, le norme di attuazione del PTR, all interno di un Sistema Agricolo caratterizzato da aree rurali ad agricoltura intensiva. Piano Territoriale Regionale Tavola D Strategia 4 - SISTEMA AGRICOLO PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE Area d intervento 38

41 Legenda del Piano Territoriale Regionale Tavola D Strategia 4 - SISTEMA AGRICOLO PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 39

42 1.5. PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE (P.T.P.) Il Piano Territoriale Provinciale è un documento di programmazione a valenza provinciale, che risponde agli adempimenti già perseguiti dal Piano Territoriale Regionale. Il Piano Territoriale Provinciale verifica, integra e specifica le indicazioni e gli obiettivi del Piano Territoriale Regionale, in particolare si propone di valorizzare le realtà locali integrando i procedimenti di tutela e valorizzazione previste dal PTR in merito a: Sistema delle Emergenze Paesistiche Sistema del Verde Aree Protette Nazionali e Regionali Aree con Strutture Colturali a Forte Dominanza Paesistica Aree ad Elevata Qualità Paesistico Ambientale Sistema dei Suoli ad Eccellente e Buona Produttività Centri Storici e alla Rete dei Corsi d Acqua. Il Piano Territoriale Provinciale (PTCP) è stato definito dalla Provincia di Cuneo nel L esigenza è stata quella di elaborare un Piano in grado di raffigurare l intero territorio e di orientarne, in termini di efficacia, i processi di crescita nel rispetto delle presenze storiche e di valori condivisi. L attività di programmazione avviata dalle Province ha purtroppo coinciso con una perdita di credibilità della pianificazione territoriale di area vasta, che aveva caratterizzato la stagione dei comprensori e che era stata, per volontà regionale, fortemente dirigista. Il mancato coinvolgimento delle realtà locali e, soprattutto, lo scetticismo nella capacità di incidere veramente sulle dinamiche socio-economiche con i meccanismi rigidi e i tempi lunghi delle burocrazie pubbliche, hanno finito per decretare l inadeguatezza di questo modello di pianificazione. Uno degli elementi caratteristici del PTP, sul piano dell efficacia, è la previsione di progetti integrati che la Provincia promuove con i concorso degli enti locali interessati. Tali progetti di tutela, recupero e valorizzazione ambientale, oppure di riqualificazione urbana e di infrastrutturazione sostenibile, o ancora riferiti ai temi della sicurezza hanno proprio lo scopo di approfondire la conoscenza e la valutazione delle tematiche del Piano, e darvi puntuale attuazione, mediante la formazione di accordi di programma, che stabiliscano dettagliatamente le attività di ciascun ente firmatario, semplificando le procedure ed evitando conflitti di competenze. Il Comune di Fossano rientra in alcune delle strategie del PTCP; a grandi linee si tratta di obiettivi finalizzati a: rafforzamento della competitività del sistema cuneese in ambito regionale; garanzia della equità socio-spaziale; garanzia di adeguati livelli di sicurezza del territorio provinciale; valorizzazione della identità culturale e della qualità paesistica del territorio; tutela della qualità biologica e della funzionalità ecologica del territorio cuneese; qualificazione dell azione e della struttura dell amministrazione pubblica. 40

43 Carta dei caratteri territoriali e paesistici Il Piano Territoriale Provinciale (PTP) allega alle norme di attuazione la Carta dei caratteri Territoriali e Paesistici che orienta i processi di trasformazione territoriale della provincia ed organizza le manovre di conservazione e protezione attiva dei valori naturali e storico culturali presenti sul territorio provinciale, alla luce di obiettivi strategici selezionati nel Documento Programmatico al fine di assicurare lo sviluppo sostenibile della società e dell'economia della Provincia. La Carta dei caratteri territoriali e paesistici non individua nella zona d intervento alcuna specifica tutela paesistica i sensi del D.L. 490/99. Si rileva la presenza di ALTRI RIFERIMENTI PER L IDENTIFICAZIONE PAESISITICA in particolare: Aree insediate (Fonte CTR, Osservatorio Urbanistico). Nelle pagine seguenti si riporta uno stralcio della Carta dei caratteri territoriali e paesistici del P.T.P. con indicata l area d intervento. Il tratteggio circolare in blu, inserito soltanto su questo testo e non facente parte delle indicazioni di piano provinciale, localizza la zona di intervento. Piano Territoriale Provinciale Estratto Carta dei caratteri territoriali e paesistici Area d intervento 41

44 Legenda del Piano Territoriale Provinciale Carta dei caratteri territoriali e paesistici 42

45 Carta degli indirizzi di governo del territorio La Carta degli indirizzi di governo del territorio indica gli orientamenti di pianificazione, ai sensi dei quali il progetto risulta interessare un area che prevede determinati indirizzi di governo del territorio. L estratto della Carta degli indirizzi di governo del territorio del P.T.P riportato alle pagine seguenti, evidenzia come l area oggetto di intervento (indicata con il tratteggio circolare in blu), rientri, all interno della Aree a dominante costruita, nella categoria : Aree produttive. Per quanto riguarda al Capacità d uso dei suoli, La Tavola inserisce la Zona attorno all opera in progetto in ClasseII (Fonte IPlA. con presenza di suoli con al cune moderate li limitazioni. Si precisa che, come verrà affrontato più specificatamente in seguito nel quadro ambientale, la Cartografia di riferimento più di dettagliata (carta dei suoli della Regione Piemonte al ) identifica sul territorio oggetto del presente intervento suoli in Classe IV. La freccia di colore giallo, inserita soltanto su questo testo e non facente parte delle indicazioni di piano provinciale, localizza la zona di intervento. Art Aree a dominante costruita Il P.T.P. individua il perimetro delle aree prevalentemente utilizzate per gli insediamenti urbani residenziali, produttivi o di servizio, 0odestinate ad ospitare tali insediamenti sulla base delle previsioni urbanistiche vigenti, qualificandole come "aree a dominante costruita". Tale previsione si intende automaticamente aggiornata sulla base delle previsioni urbanistiche vigenti alla data di adozione del PTP. Nell'ambito delle aree a dominante costruita i Comuni individuano attraverso i propri strumenti urbanistici le porzioni di territorio e le componenti territoriali oggetto di azioni e progetti di riqualificazione urbana, avendo particolare attenzione ai temi della qualità formale, sociale ed ecologica degli spazi pubblici. 43

46 Piano Territoriale Provinciale Carta degli indirizzi di governo del territorio Area d intervento 44

47 Piano Territoriale Provinciale Carta degli indirizzi di governo del territorio Legenda 45

48 Legenda del Piano Territoriale Provinciale - Dettaglio Rete viabilistica primaria 46

49 Carta dei paesaggi insediativi La carta dei paesaggi insediativi si prefigge lo scopo di descrivere l organizzazione del territorio analizzando il rapporto tra territorio fortemente insediato, quello debolmente insediato e quello privato di presidio urbano. La carta dei paesaggi insediativi descrive la varietà di paesaggi presenti nella provincia di Cuneo. Essi sono in buona parte condizionati dalle caratteristiche geomorfologiche tipiche delle aree di pianura, di collina, di fondovalle, di alta montagna e dalle opportunità e vincoli creati da tali condizioni alle economie di base possibili. L estratto della Carta dei paesaggi insediativi del P.T.P riportato alle pagine seguenti, evidenzia come l area oggetto di intervento (indicata con la freccia gialla), rientri, all interno degli Ambienti insediativi rurali dei seminativi di pianura. Il tratteggio di colore blu, inserito soltanto su questo testo e non facente parte delle indicazioni di piano provinciale, localizza la zona di intervento. In seguito, è riportata la legenda della Carta dei caratteri territoriali e paesistici. Estratto della Carta dei paesaggi insediativi Area d intervento 47

50 Estratto della Carta dei paesaggi insediativi Legenda 48

51 Carta della naturalità della vegetazione Tra le applicazioni più significative ed immediate della banca dati territoriale costituita dagli usi reali del suolo vi è la rappresentazione provinciale della naturalità della vegetazione. La carta evidenzia la distribuzione spaziale degli elementi che costituiscono la matrice naturale della Provincia di Cuneo dando un immagine varia e complessa del territorio provinciale. Sono, tuttavia, riconoscibili quattro ambiti omogenei corrispondenti grosso modo ai principali paesaggi agrari e forestali (pianura, collina, montagna e alta montagna) ed un trend che, seguendo la progressione altitudinale, va dalle zone a più bassa a quelle a più alta naturalità. Il Piano Territoriale Provinciale (PTP) allega alle norme di attuazione la Carta della naturalità della vegetazione. La Carta della naturalità della vegetazione inquadra il sito in progetto, nell ambito delle: Aree ad artificializzazione massima-grado 4. Il tratteggio circolare in blu, inserita soltanto su questo testo e non facente parte delle indicazioni di piano provinciale, localizza la zona di intervento. In seguito, è riportata la legenda della Carta della naturalità della vegetazione. Estratto della Carta della naturalità della vegetazione Area d intervento 49

52 Estratto della Carta della naturalità della vegetazione legenda 50

53 Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione Piemonte In data 6 aprile 2004, con deliberazione n , la Giunta regionale ha approvato il Progetto di Piano di tutela delle acque (PTA) previsto dall articolo 44 del decreto legislativo 11 maggio 1999 n. 152 quale strumento finalizzato al raggiungimento di ambiziosi obiettivi di qualità dei corpi idrici e più in generale alla protezione dell intero sistema idrico superficiale e sotterraneo. Dell approvazione del Progetto di PTA è stata data notizia nella Gazzetta Ufficiale n. 92 del 20 aprile 2004, nel Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 14 dell 8 aprile 2004 e sul Sito Internet ufficiale della Regione Piemonte, con la precisazione dei tempi, dei luoghi e delle modalità con cui chiunque interessato potesse prendere visione e consultare la documentazione. Nei novanta giorni successivi alla pubblicazione, sono pervenuti i pareri delle Province, nonché numerose osservazioni da parte di una molteplicità di soggetti istituzionali e di privati. Sulla base delle risultanze degli studi e delle indagini condotte ed alla luce dei contributi apportati nel corso delle consultazioni effettuate, la Giunta regionale, rielaborato il Progetto approvato, con deliberazione n del 20 settembre 2004 ha quindi adottato il Piano di tutela delle acque e trasmesso il medesimo all Autorità di bacino del fiume Po per l espressione del relativo parere e al Consiglio Regionale per la sua definitiva approvazione. In data 13 marzo 2007 è stato approvato dal Consiglio Regionale, con D.C.R. n , il Piano di Tutela delle Acque (PTA). Il PTA definisce l'insieme degli interventi per mezzo dei quali conseguire gli obiettivi generali del D.Lgs. 152/1999: prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; migliorare lo stato delle acque ed individuare adeguate protezioni di quelle destinate a particolari usi; perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche; mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Oltre ad attenersi alle prescrizioni del D.Lgs. 152/99, il PTA si ispira alle Linee Guida messe a punto dai gruppi di esperti della Commissione europea per la costruzione di una comune strategia per la tutela delle acque da parte dei Paesi membri, in applicazione della Direttiva Quadro in materia di acque 2000/60/CE. Il PTA è costituito dai seguenti documenti: la Relazione generale, composta da una relazione illustrativa, che fornisce il quadro descrittivo generale della struttura e dei caratteri del piano, ne espone in modo sintetico i contenuti descritti analiticamente nelle monografie di area, evidenzia le motivazioni delle scelte operate, indica gli strumenti e le modalità di attuazione. Ad essa si aggiungono una serie di carte in scala 1/ , ed una relazione di sintesi che ha lo scopo di informare il largo pubblico sui contenuti e gli effetti del piano; le Monografie di area, contenenti in forma sintetica le conoscenze acquisite sui bacini idrografici presi a riferimento, le informazioni e i dati necessari per caratterizzare i corpi idrici superficiali e sotterranei del bacino, le criticità emerse e le misure adottate dal piano; le Norme di piano, articolate in norme generali, che definiscono ruolo, compiti, efficacia e contenuti generali del piano, e norme di area, che assegnano valenza normativa al programma delle misure previste dal piano e descritte, nel loro dettaglio tecnico, nelle monografie di area; 51

54 le Tavole di piano, che sono parte integrante delle norme e si distinguono dalla cartografia tematica che accompagna la relazione generale e dagli allegati tecnici poiché assumono carattere normativo; Le tavole di piano riferite alla specifica Area idrografica AI01 ALTO PO, sono le seguenti: - Tav.1 Inquadramento territoriale acque superficiali - Tav.2 Inquadramento territoriale acque sotterranee - Tav.3 Vincoli esistenti - Tav.4 Reti di monitoraggio ambientale e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione - Tav.5 Pressioni- prelievi e scarichi - Tav.6 Pressioni- prelievi ad uso irriguo - Tav.7 Pressioni- uso del suolo e attività antropiche - Tav.8 Stato quantitativo - Tav.9 Stato ambientale D.Lgs. 152/99 - Tav.10 Criticità quali-quantitative 52

55 Inquadramento territoriale acque superficiali I dati caratteristici del bacino idrografico interessato dal progetto sono contenuti nella monografia dell Area idrografica AI07 Grana Mellea della quale si riportano alcuni estratti. Estratto PTA Regione Piemonte Localizzazione dell area d intervento nel Bacino idrografico del Po Sottobacino idrografico Maira Area Idrografica AI 07- Grana Mellea. AREA DI INTERVENTO 53

56 Il territorio piemontese risulta contraddistinto dai seguenti bacini idrografici: PTA - Sottobacini idrografici e aree idrografiche di riferimento L intervento in progetto si trova nel bacino idrografico del Po, sottobacino del Maira, Area idrografica del Grana Mellea (AI07) alla cui monografia si fa riferimento. 54

57 PTA - Corsi d acqua significativi Il Canale Mellea non è segnalato nell elenco dei Corsi d acqua significativi. Si tratta di corsi d acqua da monitorare e classificare in ragione del loro rilevante interesse ambientale, per particolari utilizzazioni in atto o per valori naturalistici e/o paesaggistici, nonché quelli che, per carico inquinante convogliato, possono aver influenza negativa sui corpi idrici. 55

58 PTA - Corsi d acqua potenzialmente influenti sui corpi idrici significativi e/o di particolare interesse ambientale Il Canale Mellea non è inserito nell elenco dei Corsi d acqua potenzialmente influenti sui corpi idrici significativi. 56

59 Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-1 Inquadramento territoriale acque superficiali Area d intervento Legenda Tavola-1 Inquadramento territoriale acque superficiali L intervento in progetto, localizzato sul Canale Mellea, non interessa l asta principale del Fiume Po, pertanto ha un influenza di tipo locale e, quindi, di secondo ordine rispetto agli obiettivi di qualità ambientale dei corsi d acqua individuati dal PTA. 57

60 Inquadramento territoriale acque sotterranee Il progetto si sviluppa in ambito di pianura dove è segnalata la presenza di macroaree idrogeologiche di riferimento (acquifero profondo corpo idrico significativo) MS08 Pianura Cuneese. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-2 Inquadramento territoriale acque sotterranee Area d intervento 58

61 Legenda Tavola-2 Inquadramento territoriale acque sotterranee 59

62 Vincoli esistenti Per quanto riguarda le aree soggette a vincolo la cartografia di piano evidenzia che l area di intervento non ricade all interno di aree Vincolate. Estratto PTA Regione Piemonte - Tavola-3 Vincoli esistenti Area d intervento 60

63 Legenda Tavola-3 Vincoli esistenti 61

64 Reti di monitoraggio ambientale e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione Per quanto riguarda le stazioni di monitoraggio delle acque sotterranee, in particolare per l acquifero superficiale, sul Canale Mellea è segnalata la presenza di una stazione manuale di monitoraggio chimico fisico a monte del presente progetto. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-4 Rete di monitoraggio e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione Area d intervento 62

65 Legenda Tavola-4 Rete di monitoraggio e stato di qualità dei corpi idrici a specifica destinazione 63

66 Pressioni - prelievi e scarichi Per quanto riguarda i prelievi e gli scarichi segnalati dal PTA, si osserva che a monte dell impianto è indicato un impianto scarichi produttivi non trattati (dovuti ad attività profuttiva) Nel complesso l area interessata dall opera in progetto è inserita in una più ampia zona di Pozzi ad uso industriale che prelevano tra 5-10 Mm 3 /anno. Estratto PTA Regione Piemonte - Tavola-5 Pressioni - prelievi e scarichi Area d intervento 64

67 Legenda Tavola-5 Pressioni- prelievi e scarichi 65

68 Pressioni - prelievi ad uso irriguo La Tavola 6 Pressioni - prelievi ad uso irriguo individua la densità di prelievo irriguo. L area di intervento, delimitata dal cerchio rosso, ricade sul territorio di competenza del Comprensorio individuato dal PTA come Risorgive Mellea-Centallese. I prelievi idrici a carico di tale comprensorio irriguo sono limitati a derivazioni (Comprese fra 0.8 e 1.7 l/s/ha), che permettono l irrigazione delle aree limitrofe ad intensa attività agricola. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-6 Pressioni- prelievi ad uso irriguo Area d intervento 66

69 Legenda Tavola-6 Pressioni- prelievi ad uso irriguo 67

70 Pressioni - uso del suolo e attività antropiche L estratto della Tavola 7 Pressioni uso suolo e attività antropiche individua le fonti di pressione antropica che si ripercuotono sulla risorsa suolo ponendo particolare attenzione alla presenza di impianti industriali a rischio di incidenti rilevanti, di siti inquinanti temporanei e di discariche. Dalla lettura della carta si percepisce che l area di indagine è interessata principalmente da seminativi. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-7 Pressioni uso suolo e attività antropiche Area d intervento 68

71 Legenda Tavola-7 Pressioni uso suolo e attività antropiche 69

72 Stato quantitativo La Tavola 8 Stato quantitativo fornisce indicazioni sulla quantità di acqua disponibile nell intero bacino. La lettura dei dati globali, permette di osservare che a livello quantitativo, dal punto di vista delle acque sotterranee, la zona rientra in classe A dove l impatto antropico è nullo o trascurabile con condizioni di equilibrio idrogeologico. Le estrazioni di acqua o alterazioni della velocità naturale di ravvenamento sono sostenibili sul lungo periodo. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-8 Stato quantitativo Area d intervento 70

73 Acque superficiali indicatori di bilancio Legenda Tavola-8 Stato quantitativo 71

74 Stato ambientale D.Lgs. 152/99 L estratto dalla Tavola 9 Stato ambientale fornisce indicazioni sullo stato ambientale dei corsi d acqua superficiale che solcano l area idrografica AI07 Grana-Mellea. Nel caso specifico il PTA non segnala alcuna criticità dell area oggetto d intervento come, in relazione ai corpi idrici superficiali, mentre nella zona indagata si segnalano alcune criticità sui corpi idrici sotterranei in relazione all acquifero superficiale definite come Sufficiente e Particolare. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-9 Stato ambientale Area d intervento 72

75 Legenda Tavola-9 Stato ambientale 73

76 Criticità quali-quantitative L estratto della Tavola 10 Criticità quali-quantitative indica che il tratto del Canale Mellea interessato dall intervento presenta criticità quantitative e/o qualitative rispetto ai corpi idrici superficiali, mentre, parzialmente risulta vulnerabile ad inquinamenti di origine diffusa e da nitrati. Sono inoltre da rilevare situazioni di compromissione da solventi clorurati e da profotti fitosanitari. Estratto PTA Regione Piemonte Tavola-10 Criticità quali-quantitative Area d intervento 74

77 Legenda Tavola-10 Criticità quali-quantitative 75

78 Analisi e conclusioni del PTA in merito agli impianti idroelettrici Nell elaborazione del PTA, è stata condotta un analisi dei prelievi da acque superficiali sul territorio regionale basata sui dati contenuti del Catasto derivazioni idriche della Regione Piemonte (2003); l analisi è stata condotta considerando solo le utenze attive. Vengono evidenziati: 1) i principali areali per la produzione idroelettrica: Toce, Dora Baltea, Dora Riparia, Alto Tanaro e Basso Po; minori come entità, ma molto significativi sulle realtà locali, sono i sistemi idroelettrici localizzati su Gesso e Orco; significativi risultano inoltre gli impianti su Chisone, Alto Sesia, Stura di Lanzo, Ticino e Stura di Demonte 2) i principali areali da cui si preleva acqua a scopo irriguo: Basso Po, Dora Baltea, Ticino, Basso Sesia, Stura di Demonte, Stura di Lanzo, Alto Tanaro, Orco e Dora Riparia. Si afferma anche che Le pressioni che più contribuiscono al disequilibrio del bilancio idrico, fattore che risulta di notevole criticità nel riguardo degli obiettivi di qualità ambientale su numerosi corsi d acqua piemontesi, sono quelle adducibili ai grossi prelievi che inducono sottrazione di risorsa all alveo, ovvero i prelievi dissipativi, prevalentemente di tipo irriguo. E vero che, specialmente sulle aree montane interessate da complessi sistemi idroelettrici, con gronde, serbatoi di regolazione, canali adduttori, alcune derivazioni operano vere e proprie sottrazioni di risorsa e trasferimento di volumi idrici fra un sottobacino e l altro; tuttavia gli impatti conseguenti sono generalmente limitati alla scala locale del singolo sottobacino e sono di fatto controllabili assumendo un vincolo di rilascio. L'impatto operato dai prelievi per impianti idroelettrici ad acqua fluente, i più numerosi sul territorio regionale, si traduce nella sottensione di tratti più o meno lunghi di asta fluviale, con conseguenti depauperamenti di risorsa che alterano le normali condizioni di vitalità dell'ecosistema fluviale, condizionano la naturale capacità autodepurativa del corso d'acqua stesso e riducono le disponibilità idriche per gli usi di valle; anche in questo caso si tratta di criticità locale che non risulta alterare il bilancio idrico a scala di bacino. Considerazioni in merito all inserimento dell impianto idroelettrico La realizzazione dell impianto in progetto, viste le sue caratteristiche specifiche di impianto idroelettrico ad acqua fluente, sottende un tratto limitato del canale irriguo (Canale Mellea) e non produce alcun tipo di inquinante. Perciò tale impianto sembra in linea con gli obiettivi di tutela della qualità dei corsi d acqua stabiliti dal PTA e non è in contrasto con le misure di Piano relative all area idrografica di riferimento sopra enunciate. 76

79 1.6. LINEE GUIDA PER L UTILIZZAZIONE DELLA RISORSA IDROELETTRICA IN PROVINCIA DI CUNEO La Provincia di Cuneo si è dotata di uno strumento capace di orientare gli operatori del settore idroelettrico la cui presentazione al pubblico per la consultazione è preceduta dalle seguenti considerazioni: La produzione di energia idroelettrica è da sempre un tema di rilevante interesse in Provincia di Cuneo; nell'ultimo decennio la richiesta di concessioni è notevolmente aumentata, da un lato per l'intervenuta esigenza di promuovere l'utilizzo delle fonti rinnovabili e dall'altro per l'introduzione di nuovi meccanismi di incentivazione. La conduzione di numerose istruttorie, soprattutto in sede di valutazione di impatto ambientale, ha portato il Settore provinciale delle Risorse idriche a mettere a fuoco le problematiche inerenti la situazione che si veniva delineando con il riscontro sul territorio della considerazione espressa nel Piano energetico Regionale, che vi sia, cioè, un: "progressivo esaurimento della risorsa e dei siti disponibili, [..], nonché una diffusa e crescente consapevolezza degli impatti non trascurabili sull'ambiente idrico prodotto dalle centrali idroelettriche". La completa rivisitazione della situazione esistente e delle prospettive attese è avvenuta attraverso uno studio di dettaglio, che ha permesso di giungere a definire l'indice di sfruttamento dei corsi d'acqua cuneesi: esso consiste nel semplice rapporto, espresso in percentuale, tra la somma dei tratti sottesi esistenti e la lunghezza complessiva del corso d'acqua alla sezione considerata e permette di visualizzare con immediatezza lo stato del corso d' acqua. Sulla base di questo studio è stato elaborato uno strumento in grado di porre un freno ad un fenomeno che, se esasperato, potrebbe portare ad una situazione particolarmente critica: la formazione di un corso d'acqua intubato parallelo ad un alveo privato delle sue caratteristiche naturali. Le linee guida devono essere interpretate come uno strumento che, applicando il principio della sostenibilità ambientale intesa come metodo di sviluppo economico che permetta alle generazioni presenti di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro, permetta agli operatori del comparto, di individuare dove sia ancora possibile operare e dove non sia più incrementabile un impatto ambientale già troppo elevato. Nei paragrafi successivi si riportano alcune considerazioni al fine di focalizzare gli elementi che riguardano direttamente l impianto in progetto. 77

80 I principali impatti provocati dalle derivazioni Le Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo sottolineano che il prelievo di acque superficiali presenta due ordini di impatti: l impatto relativo alla variazione (diminuzione) della quantità dell'acqua; l impatto relativo alla variazione della qualità dell'acqua in conseguenza delle variazioni di quantità. In particolare si mette in evidenza che gli impatti che si verificano sul corso d acqua e sull ambiente fluviale complessivo a valle di una derivazione si possono individuare nelle seguenti categorie di fenomeni: a) riduzione della portata: riduzione della capacità di diluizione: o aumento della vulnerabilità all inquinamento; riduzione delle velocità e alterazione del campo idrodinamico: o riduzione della capacità di ricreazione, di autodepurazione e della concentrazione di ossigeno disciolto; o aumento della sedimentazione di materiale fine e alterazione della composizione dei substrati di fondo; riduzione delle profondità e dell ampiezza dell alveo bagnato: o o riduzione degli spazi vitali e aumento della competizione intraspecifica; riduzione della qualità e della diversificazione dell habitat idraulicomorfologico; alterazione dei regimi termici: o alterazione (in compresenza delle variazioni dell habitat idraulico morfologico) della successione delle zone ittiche; b) interruzione della continuità idraulica: impedimento delle migrazioni trofiche e riproduttive. Per quanto riguarda l opera in progetto, gli impatti che si verificano sul corso d acqua e sull ambiente fluviale complessivo a valle di una derivazione, si possono considerare ininfluenti. 78

81 Quadro delle derivazioni esistenti Le Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo, nell analisi della situazione attuale, presentano un quadro delle derivazioni esistenti attraverso il quale si osserva la presenza di diverse derivazioni presenti nel Bacino del Grana-Mellea. Mentre per quanto l ambito di interesse in cui rientra anche il Canale Mellea esistono due derivazioni attive in Comune di Fossano (che sfruttano solo parte della risorsa idrica del Canale irriguo Mellea). Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo Quadro delle derivazioni esistenti nel Bacino del Grana-Mellea Analisi dello sfruttamento attuale Le Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo mettono in evidenza l indice di sfruttamento d asta dei corsi d acqua calcolato in percentuale sulla lunghezza complessiva dell asta. Per quanto riguarda il canale Mellea, essendo un canale irriguo, l indice di sfruttamento complessivo non compare tra quelli delle valli cuneesi indicati nell analisi dello sfruttamento attuale dei corsi d acqua della Provincia di Cuneo. 79

82 Criteri delle Linee guida provinciali I criteri che ispirano le Linee Guida Provinciali possono essere riassunti nei seguenti punti: 1. per tutti i corsi d acqua principali nei tratti rimasti liberi, possono essere attivate derivazioni a scopo idroelettrico, purché non venga superata una soglia massima definita tramite l indice di sfruttamento; 2. i corsi d acqua secondari che ricadono nella zona di massimo sfruttamento non possono essere derivati; 3. i corsi d acqua secondari non compresi nella zona di massimo sfruttamento possono essere derivati purché non venga superata una soglia massima definita tramite l indice di sfruttamento; 4. per i corsi d acqua principali, al fine di rendere paritario l utilizzo tra Comuni che insistono sul medesimo corso d acqua, possono essere attivate derivazioni a scopo idroelettrico, purché non venga superata una soglia massima definita mediante l indice di sfruttamento di pertinenza comunale; 5. tra due derivazioni che insistono sullo stesso corso d acqua, deve essere lasciato un tratto libero ed indisturbato di lunghezza adeguata al contesto ambientale; 6. viene posto in essere il divieto di derivare lungo tratti già sottesi da derivazioni esistenti; 7. la realizzazione di nuovi impianti in zone classificate come Area protetta è sottoposta alla specifica normativa; 8. i parametri di progetto delle derivazioni (lunghezza del tratto sotteso, portata massima di prelievo, rilasci, periodo di funzionamento) devono basarsi sul contesto ambientale (contributi rii secondari, caratteristiche dell alveo, quadro delle derivazioni concesse, tratti soggetti a regolazione); 9. le derivazioni devono minimizzare le differenze fra il regime idrico ante e post prelievo, con speciale riferimento ai periodi di normale e scarso deflusso Norme di attuazione Si riporta il testo di alcuni articoli delle norme di attuazione delle Linee guida per l utilizzazione della risorsa idroelettrica della Provincia di Cuneo. Art. 1 Definizioni Ambito montano: la porzione di territorio della Provincia di Cuneo come definita nella cartografia allegata (Tavola n. 1). Ambito di elevato sfruttamento: l insieme delle aree dei bacini secondari che presentano al loro interno almeno uno sfruttamento idroelettrico. Nel circoscrivere questa entità si sono considerati tutti i bacini di superficie superiore a 5 Km 2. La delimitazione è definita nella cartografia allegata (Tavola n. 4). Corso d acqua di fondovalle o asta fluviale principale: i corsi d acqua di seguito elencati: Po, Varaita, Maira, Grana, Stura di Demonte, Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero, Corsaglia e Tanaro. Corsi d acqua secondari o aste fluviali secondarie: tutti i corsi d acqua diversi da quelli definiti al precedente punto. Asta di pertinenza comunale: tratto di asta fluviale principale che ricade all interno del territorio del Comune, ovvero che confini o sia prospiciente ad esso. Tratto sotteso: tratto di corso d acqua compreso tra la presa e la restituzione della derivazione omissis ---- Art. 5 - Tratti indisponibili al rilascio di concessioni di derivazione d acqua ad uso energetico Sono indisponibili al rilascio delle concessioni di derivazione d acqua ad uso energetico: 80

83 1. i tratti di corso d acqua sottesi da altri impianti idroelettrici; 2. i tratti dei corsi d acqua secondari che ricadono all interno dell ambito ad elevato sfruttamento come indicato nella allegata Tavola n. 4; 3. i tratti di lunghezza pari ad almeno 2 km dall origine dei corsi d acqua di fondovalle, per i quali il tratto sorgentizio non sia costituito da aste di ordine inferiore; La realizzazione di impianti localizzati in aree protette deve essere consentita dalle leggi istitutive e conforme agli strumenti di pianificazione degli Enti di Gestione. Art. 6 - Limite di sfruttamento di asta fluviale principale 1. Per le aste fluviali principali (Po, Varaita, Maira, Grana, Stura di Demonte, Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero, Corsaglia e Tanaro) viene definito il limite massimo di sfruttamento nella misura del 60%; 2. Per ciascuna asta di pertinenza comunale, il limite massimo di sfruttamento è pari al 50% del tratto di competenza del Comune, come definito all articolo 1; 3. Sono esclusi dal limite contenuto nel precedente comma 2 le aste fluviali che insistano sul territorio di un unico Comune, valendo in tal caso il disposto del comma 1; 4. In deroga al comma 2 nel caso di lunghezza di asta di pertinenza comunale inferiore a 0.5 km non si applica tale limite; 5. In deroga al comma 2 nel caso in cui lo stesso tratto fluviale sia soggetto a più vincoli di pertinenza comunale, si applica di norma il vincolo meno restrittivo. Art. 7 - Limite di sfruttamento di asta fluviale secondaria 1. Per i corsi d acqua secondari non ricadenti nell Ambito ad elevato sfruttamento è definito un limite di sfruttamento massimo pari al 50%. 2. Per i corsi d acqua secondari ricadenti nell Ambito ad elevato sfruttamento si applica quanto indicato al comma 2 dell articolo 5. Art. 8 Derivazioni che effettuano regolazione Ogni derivazione con capacità di regolazione deve dotarsi, in prossimità dello scarico, di adeguati dispositivi di rimodulazione delle portate. Art. 9 Salvaguardia di tratti fluviali tra derivazioni idroelettriche contigue A monte e a valle di ogni derivazione deve essere salvaguardato un tratto di corso d acqua indisturbato, funzione del contesto ambientale e dei parametri della derivazione così come definiti al successivo comma 2 dell art. 10. Art. 10 Indirizzi per il rilascio di concessioni di derivazione d acqua ad uso energetico 1. La derivazione deve minimizzare le differenze fra il regime idrico ante e post prelievo, concentrando il prelievo nei periodi ad elevata disponibilità idrica e salvaguardando le portata naturali nei situazioni di scarso deflusso. 2. L esame istruttorio compara il contesto ambientale presente (contributi idrici nel tratto sotteso, caratteristiche morfologiche, fisiche e idrobiologiche dell alveo, quadro delle derivazioni concesse e tratti soggetti a regolazione nell ambito montano di riferimento), con i parametri di progetto (lunghezza del tratto sotteso, portata massima di prelievo, rilasci, periodo di funzionamento). 3. La localizzazione del tratto sotteso deve essere tale da intercettare corsi d acqua secondari in grado di rimpinguare le portate in alveo. 4. Il contestuale prelievo di più corsi d acqua, ad opera della stessa derivazione, è permesso solo previa dettagliata valutazione delle mutue dipendenze tra condizioni locali e parametri di progetto. 81

84 Ambito territoriale di applicazione L ambito territoriale di applicazione delle Linee Guida è definito dalla Tavola 1 Ambito territoriale di applicazione. L area d intervento, così come tutto il territorio comunale di Saluzzo, non è soggetta al piano della Provincia di Cuneo. Estratto Linee guida Provincia di Cuneo Tavola 1 Ambito territoriale di applicazione Area d intervento L area d intervento risulta essere al di fuori dell ambito di applicazione del Piano, quindi delle Linee guida provinciali in materia di impianti idroelettrici. 82

85 Quadro delle derivazioni La Tavola 2 Quadro delle derivazioni evidenzia che il Canale Mellea è interessato da due derivazioni per uso idroelettrico esistenti che solo in parte sfruttano le acque del Canale Mellea. Estratto Linee guida Provincia di Cuneo Tavola 2 Quadro delle derivazioni Area d intervento Analisi dello stato di progetto Il nuovo progetto prevede un aumento del tratto sotteso pari a 50 m Indice di sfruttamento d asta previsto Per quanto riguarda l Asta del Canale Mellea, essendo un canale irriguo l indice di sfruttamento complessivo non compare tra quelli delle valli cuneesi indicati nell analisi dello sfruttamento attuale dei corsi d acqua della Provincia di Cuneo. 83

86 1.7. PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) In questo paragrafo si analizza il Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI), approvato in data 24 maggio 2001 con DPCM. Tale Piano persegue l obiettivo di garantire al territorio del bacino del fiume Po un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il ripristino degli equilibri idrogeologici e ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni, il recupero delle aste fluviali ad utilizzi ricreativi. Le finalità richiamate sono perseguite mediante: L adeguamento della strumentazione urbanistico-territoriale; La definizione del quadro del rischio idraulico e idrogeologico in relazione ai fenomeni di dissesto considerati; La costituzione di vincoli, di prescrizioni, di incentivi e di destinazioni d uso del suolo in relazione al diverso grado di rischio; L individuazione di interventi finalizzati al recupero naturalistico ed ambientale, nonché alla tutela e al recupero dei valori monumentali, paesaggistici ed ambientali presenti e/o la riqualificazione delle aree degradate; L individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti di ogni tipo, anche edilizi, che determinino rischi idrogeologici, anche con finalità di ri-localizzazione; La sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture adottando modalità di intervento che privilegiano la conservazione e il recupero delle caratteristiche naturali del terreno; La moderazione delle piene, la difesa e la regolazione dei corsi d acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della naturalità delle regioni fluviali; La definizione delle esigenze di manutenzione, completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti in funzione del grado si sicurezza compatibile e del loro livello di efficienza ed efficacia, La definizione di nuovi sistemi di difesa, ad integrazione di quelli esistenti, con funzioni di controllo dell evoluzione dei fenomeni di dissesto, in relazione al grado di sicurezza da conseguire; Il monitoraggio dei caratteri di naturalità e dello stato dei dissesti; L individuazione di progetti di gestione agro-ambientale e forestale; Lo svolgimento funzionale dei servizi di navigazione interna, nonché della gestione dei relativi impianti. 84

87 Tav 4 - GEOLITOLOGIA Legenda per la lettura della cartografia delle componenti geolitologiche nell area oggetto d intervento 85

88 Dalla cartografia delle componenti geolitologiche emerge che l area oggetto d intervento giace su una matrice litologica relativamente omogenea e presenta il seguente substrato litologico: Alluvioni fluviali e lacustri fiancheggianti i principali corsi d acqua ghiaie, sabbie e limi; Depositi derivanti dall alterazione di rocce e terreni. La geolitologia dell area direttamente interessata dal progetto è legata principalmente a fenomeni di depositi derivanti dall alterazione di rocce e terreni (sabbioni, limi, argille, lateriti ecc.) (DCG). Cartografia delle componenti geolitologiche Tav 4 Geolitologia Area di intervento 86

89 Il PAI classifica i territori amministrativi dei comuni e le aree soggette a dissesto e nell Allegato 1 all Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici ne individua le classi di rischio idraulico e idrogeologico, in una scala di quattro valori da moderato a molto elevato. I valori di rischio attribuiti ai singoli comuni sono definiti dalla relazione: dove: R = E H V R = rischio relativo a un determinato elemento, inteso come valore atteso del danno che mediamente può subire l elemento stesso in un periodo di tempo E = entità degli elementi a rischio, cioè le persone e i beni che possono subire danni quando si verifica un evento, misurata in modo diverso a seconda della loro natura H = pericolosità, cioè probabilità di accadimento di un determinato fenomeno potenziale in uno specifico periodo di tempo e in una data area. V = vulnerabilità, definita come attitudine dell elemento a rischio a subire danni per effetto dell evento stesso Il Comune di Fossano appartiene alla classe di rischio idraulico e idrogeologico identificata dalla sigla R2. La classe di rischio R2 corrisponde ad un livello di rischio medio, per il quale sono possibili danni minori agli edifici e alle infrastrutture che non pregiudicano l incolumità delle persone, l agibilità degli edifici e lo svolgimento delle attività socio-economiche. Indice di rischio Comunale RISCHIO Rischio idraulico e idrogeologico Comune di Fossano Medio (R2) L area oggetto di intervento, come evidenziato nella Tav. 6.1 PAI Rischio idraulico e idrogeologico, rientra nella sua interezza nella categoria di rischio totale R2 Medio 87

90 PAI Tav. 6.1 Rischio idraulico e idrogeologico Area di intervento 88

91 PAI Tav. 6.1 Rischio idraulico e idrogeologico - Legenda 89

92 Il PAI, con deliberazione C.I. n. 18/2001, è stato dotato dell Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici e della relativa Delimitazione delle Aree di dissesto attraverso la pubblicazione di carte topografiche in scala 1: di cui si riporta un estratto. PAI - Fasce fluviali derivanti dal PAI vigente e successive integrazioni Area di intervento La zona in cui ricade l opera è al di fuori delle fasce fluviali del PAI; La cartografia evidenzia che solo parzialmente l area interessata dal progetto è inserita nella cartografia di piano per quanto riguarda la delimitazioni delle aree di dissesto. Per la porzione di territorio inserita nel piano che interessa l opera in progetto non si evidenziano aree di dissesto. 90

93 Legenda PAI - Delimitazione delle Aree di dissesto - Legenda 91

94 1.8. STRUMENTI URBANISTICI COMUNALI Il progetto interessa il territorio comunale di Fossano (CN) Piano regolatore generale del Comune di Fossano L intervento si sviluppa interamente nell ambito del Comune Fossano il cui strumento urbanistico vigente è il seguente: Piano Regolatore Generale del Comune di Fossano, Variante parziale 5 al P.R.G.C. approvata con D.C.C. n. 97 in data Inizio validità: 21/12/2011 Comune di Fossano Legenda PRGC 1/4 92

95 Comune di Fossano Legenda PRGC 2/4 93

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