Art. 3 CONTENUTI DEL PIANO STRUTTURALE. 1) Quadro conoscitivo dettaggliato a livello comunale delle risorse individuate tramite specifiche analisi;

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Art. 3 CONTENUTI DEL PIANO STRUTTURALE. 1) Quadro conoscitivo dettaggliato a livello comunale delle risorse individuate tramite specifiche analisi;"

Transcript

1 TITOLO I CARATTERI GENERALI Art. 1 STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Il Piano Regolatore Generale nella sua completezza costituisce atto di pianificazione comunale ed è composto da: - il Piano Strutturale (P.S.); - il Regolamento Urbanistico (R. U.). Art. 2 CARATTERISTICHE E FINALITA' DEL PIANO STRUTTURALE Il P.S. è il primo strumento di pianificazione per costituire il Piano Regolatore Comunale. Esso definisce le indicazioni strategiche per il governo del territorio che dovranno garantire le potenzialità di crescita del benessere dei cittadini attraverso la salvaguardia delle risorse del territorio, per permettere la loro fruizione alle comunità presenti e future. Il P.S. individua come obbiettivi principali da perseguire: a) salvaguardia e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e ambientale, in particolare per le aree agricole, per le aree ricadenti negli ambiti fluviali, per le aree degradate da riqualificare e di tutti gli apazi ambientalmente significativi; b) salvaguardia e valorizzazione dell' identità culturale del territorio e della comunità, attraverso l' incentivazione e l utilizzazione razionale delle risorse, in particolare quelle legate all' economia agricolarurale, promuovendo forme economiche alternative ma compatibili con quest' ultima che contribuiscano allo sviluppo sociale delle aree rurali stesse anche ai fini ricreativi e turistici; c) salvaguardia e tutela del patrimonio edilizio esistente, tramite il mantenimento dei caratteri storicotipologici e l' utilizzazione sia ai fini abitativi che come strutture per il ristoro e l' ospitalità; d) razionalizzazione e riequilibrio delle diverse forme insediative, storiche, recenti e di nuova previsione, attraverso una riorganizzazione degli spazi, che permetta ed assicuri la presenza di dotazioni sufficienti che contribuiscano a migliorare i livelli di qualità della vita ed aiutino a prevenire forme di degrado. Il P.S. è redatto secondo le modalità dell' art. 24 della L.R. n.5/1995 e della L. n. 1150/1942, si applica all' intero territorio comunale ed il contenuto si uniforma agli indirizzi di programmazione della pianificazione provinciale e regionale. Il P.S. si compone di: Art. 3 CONTENUTI DEL PIANO STRUTTURALE 1) Quadro conoscitivo dettaggliato a livello comunale delle risorse individuate tramite specifiche analisi; 2) Individuazione dei Sistemi e dei Sub-Sistemi ambientali, insediativi, infrastrutturali, di servizio e funzionali; 3) Indirizzi ed i parametri da rispettare nella predisposizione della parte gestionale del P.R.G., nonchè gli indirizzi programmatici per la sua attuazione: - Invarianti Strutturali di tutela; - Criteri progettuali e normativi; - Unità Territoriali Organiche Elementari (U.T.O.E.); 1

2 - Dimensionamento; 4) Elementi per la valutazione degli effetti ambientali; 5) Le salvaguardie; 6) Statuto dei Luoghi; 7) Criteri per la definizione e la valutazione dei piani e programmi di settore di competenza comunale, aventi effetti sull uso per la tutela delle risorse del territorio. Art. 4 CRITERI DI INTERVENTO NEI SISTEMI I criteri di intervento da applicare nell ambito di ogni Sistema Territoriale, Sub-sistema e U.T.O.E. al fine di conseguire gli obbiettivi generali del P.S. sono i seguenti: 1) Conservazione Gli interventi ammessi in questa categoria riguardano le azioni volte alla: a) tutela e salvaguardia dei caratteri del paesaggio naturale e agrario; b) tutela e salvaguardia dei caratteri storico-ambientali del tessuto edificato; c) tutela e salvaguardia dei caratteri architettonici e tipologici degli edifici e manufatti storici esistenti; d) tutela e salvaguardia dei ritrovamenti archeologici; e) interventi di salvaguardia idraulica e interventi idro -forestali; 2) Recupero Complesso di prescrizioni finalizzate: a) al ripristino dello stato dei luoghi, degli edifici e manufatti la cui importanza stirico-artistica, il valore architettonico, monumentale e tipologico impongono il mantenimento delle peculiarità, della identità dei luoghi, nel rispetto dei caratteri e configurazioni originarie; b) al recupero dei ritrovamenti archeologici. 3) Riqualificazione Per riqualificazione si intende quel complesso di operazioni edilizie e paesaggistiche volte al superamento delle condizioni di degrado e al ripristino urbanistico e ambientale, in particolare: a) alla manutenzione e ripristino di quelle parti dei sistemi ambientali compromessi, in cui siano evidenti segni di manomissioni e alterazioni apportate da trasformazioni e/o dissesti; b) alla creazione di nuovi standards urbanistici e servizi per il miglioramento della qualità generale della vita. 4) Completamento Interventi che comprendono attività dirette alla realizzazione di nuove opere edilizie su parti di territorio parzialmente edificate e con presenza delle opere di urbanizzazione, eventualmente da riorganizzare, tramite specifica disciplina che ne consenta l edificazione nel rispetto dei parametri edilizi e urbanistici medi di zona e definiti puntualmente dal R.U.. 5) Trasformazione Azione di modifica di un luogo o di un immobile in senso fisico. Il criterio della trasformazione è volto alla sostituzione e/o alle nuove previsioni di interventi edilizi necessari per il riequilibrio delle funzioni e delle necessità sociali abitative. I Criteri di intervento sopraindicati saranno oggetto di ulteriori specificazioni in sede di redazione del R.U.. 2

3 Art. 5 PRESCRIZIONI Per l attuazione delle finalità e degli obbiettivi previsti dall Art.2 delle presenti norme il P.S. individua: - le prescrizioni direttamente precettive e operative, tutte quelle derivanti da Leggi, Piani e programmi di settore di livello sovracomunale che prevalgono sulle disposizioni degli strumenti urbanistici vigenti e sono cogenti nei confronti dei soggetti pubblici e privati; - le prescrizioni vincolanti per gli atti costituenti la parte gestionale del P.R.G., esse sono: a) l individuazione sul territorio delle Invarianti Strutturali elencate per ogni sistema al successivo Art.11.1; b) i Criteri di Intervento di cui al precedente Art.4, attribuiti secondo le finalità del P.S. ad ogni Sistema, Sub-Sistema e U.T.O.E.; c) le dimensioni massime ammissibili degli insediamenti e delle funzioni previste dal successivo Art.11.4; d) le prescrizioni per il R.U. circa l attivazione delle direttive sul rischio idraulico (D.C.R. 230/94) per gli interventi riconducibili alle nuove previsioni e nel rispetto degli studi ed indicazioni contenute nelle indagini geologiche allegate al presente Piano a cura del Dott. Luigi Bruni. In fase di redazione del R.U. si dovrà tener conto di quanto previsto dalla Delibera n. 107 del 15/07/1997 e successive modifiche, relative al progetto degli interventi preposti per la riduzione del rischio idraulico nel Bacino dell Arno; e) i criteri e gli indirizzi progettuali a cui il R.U. dovrà conformarsi; f) le salvaguardie, quali prescrizioni direttamente operative stabilite al fine di impedire l attuazione degli interventi in contrasto con le previsioni del P.S. fino all approvazione del R.U.. Esse sono definite a livello di Sistema e, se necessario ulteriormente specificate a livello di Sub-Sistema e U.T.O.E., descritte nel successivo Art.6 delle presenti norme. Art. 6 SALVAGUARDIE Fino all'approvazione del R.U. e comunque per una durata non superiore a tre anni dalla data di approvazione del P.S. (art.33 L.R.5/95) il Sindaco, sentito il parere della Commissione Edilizia sospende ogni determinazione delle domande di Concessione Edilizia, quando riconosca che siano in contrasto con il progetto di atto di pianificazione adottato dal Comune. Fino all approvazione del R.U. si applicano le seguenti norme di salvaguardia di carattere generale: - Per gli edifici e aree storiche oggetto della vigente variante secondo l'art.5 della L.R.59/80, e' confermata la disciplina stabilita dalla variante stessa, per gli altri immobili di documentata presenza e testimonianza storica di cui al quadro conoscitivo sono ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e restauro conservativo; - per l'edificato esistente sono ammessi esclusivamente interventi fino alla ristrutturazione edilizia; - fasce di rispetto previste dal Nuovo Codice della Strada per ogni categoria di viabilità presente sul territorio comunale; - fasce di rispetto delle zone di emungimento dei pozzi per uso potabile ai sensi degli Artt. 5 e 6 del D.P.R. 236/86; - fasce di rispetto lungo le vie ad alta tensione a partire dal cavo elettrico esterno; 3

4 - le localizzazioni di depuratori e/o aree destinate alla realizzazione di detti impianti, con vincolo di inedificabilità assoluta per una fascia di ml. 100 a partire dal limite dell area occupata dall impianto; -le aree di tutela in applicazione delle misure relative alle zone cimiteriali ai sensi della Legge n. 1265/1934 e D.P.R. n. 285/1990; - nelle aree denominate dal P.S. Agricole Collinari, Agricole di Fondovalle e Agricole Fluviali a prevalente uso agricolo, quale che sia la disciplina per esse dettata dallo strumento urbanistico in vigore previgente il presente P.S., e comunque in tutte le aree classificate come zone omogenee E ai sensi del D.M. 2 Aprile 1968, trovano applicazione le disposizioni di cui alla L.R. 64/95, come modificato per effetto della L.R. 25/97. Fino all entrata in vigore del R.U., il Programma di Miglioramento Agricolo Ambientale (P.M.A.A.) di cui all Art. 4 della L.R. 25/97 ha in tutti i casi valore di piano attuativo ai sensi e per gli effetti di cui agli Artt. 31,40 e 32 della L.R. 5/95. Fino all entrata in vigore del R.U. in tali aree, sul patrimonio edilizio esistente sono consentite esclusivamente: - trasformazioni di cui alla lettera a) e b) del comma 2 dell Art. 5 della L.R. 64/95, sostituito per effetto dell Art. 5 L.R. 25/97, non potendo le trasformazioni comportare aumento del preesistente numero di unità immobiliari, in dette aree fino all entrata in vigore del R.U., non possono essere rilasciate concessioni per nuove edificazioni, potranno essere effettuate trasformazioni e cambi di destinazione d uso ai soli fini abitativi, nonchè opere che non deturpino l aspetto architettonico dell edificio, ma che siano utili a rendere l organismo edilizio utilizzabile, migliorandone le condizioni igienico sanitarie; - per quanto riguarda nuove costruzioni e/o ampliamenti si provvederà a definirne le procedure, gli indici e tutti i parametri urbanistici in sede di stesura del R.U.; - le salvaguardie non vengono applicate per interventi di pubblico interesse preposti da enti pubblici purche' venga garantito un corretto inserimento nel rispetto delle finalita' e degli obbiettivi del P.S.; - le salvaguardie non vengono applicate per interventi di bonifica, consolidamento e riqualificazione delle aree interessate da condizioni di degrado fisico-ambientale; - sono fatte salve e mantengono la loro efficacia le domande di concessione edilizia per nuova edificazione nonchè qualsiasi altra domanda, ed eventuali integrazioni, ad Enti sovracomunali, presentata entro e non oltre la data di adozione del P.S.; - sono fatti salvi e mantengono la loro efficacia i piani urbanistici attuativi vigenti o adottati di iniziativa pubblica e/o privata, che rimangono in vigore per la validità prevista dalla convenzione. Decorso il periodo di validità della convenzione, nel caso che gli interventi risultassero ancora da ultimare, quest ultimi dovranno essere verificati ed adeguati ai nuovi criteri previsti dal R.U.. TITOLO II CONTENUTI DEL PIANO STRUTTURALE CAPO I Art. 7 ELABORATI DEL PIANO STRUTTURALE Gli elaborati del P.S. sono: - Relazione; - Quadro Conoscitivo comprendente: a) materiale e cartografia P.T.C. della provi ncia di Pisa; b) materiale informativo trasmesso dalla Regione Toscana a seguito dell' avvio del procedimento di formazione del P.S.; c) materiale e cartografia Autorità di Bacino Fiume Arno per la proposta della riduzione del rischio 4

5 idraulico; d) riproduzione Catasto Leopoldino (1824) di tutto il territorio comunale 1:5000; e) carte storiche fine 1800 I.G.M. (1880) 1:25000/1:50000; f) analisi di trasformazione storica del tessuto edilizio, dalle antiche preesistenze del 1824 alle trasformazioni recenti, dettagliato ai centri urbani 1:2000 e come carta d' insieme 1:10000; g) schedatura del patrimonio edilizio esistente con riferimento cartografico 1:5000, 1:2000 per i centri urbani; h) inquadramento generale con indicazione delle principali reti idrografiche ed infrastrutturali 1:25000; i) uso del suolo del territorio extraurbano 1:10000; l) carta illustrativa dei valori e degradi ambientali 1:10000; m) carta dei beni culturali, poderi storici e loro viabilità 1:10000; n) carta degli impianti e sistemi delle opere a rete e puntuali 1:10000; o) carta dei vincoli ambientali e paesaggistici 1:10000; p) analisi delle infrastrutture viarie e sosta; q) analisi delle attività produttive esistenti e degli aspetti socio-economici; r) analisi aspetti demografici; s) analisi stato d' attuazione strumento urbanistico vigente; - relazione geo -litomorfologica e idrologica-idraulica del territorio comunale e carta della pericolosità; - relazione sugli aspetti di agricoltura e paesaggio; - TAV. 1 Sistemi, sub-sistemi territoriali ed individuazione delle U.T.O.E.; - TAV. 2 Statuto dei luoghi e invarianti strutturali di tutela; - TAV. 3 Infrastrutture viarie; - Norme tecniche di attuazione; - Valutazione degli effetti ambientali. Art. 8 INDIVIDUAZIONE DEI SISTEMI TERRITORIALI Sulla base degli studi e delle analisi effettuate dal Quadro Conoscitivo, il P.S. individua all interno del territorio comunale i Sistemi Territoriali. Essi rappresentano quadri ambientali complessi, costituiti dall insieme delle risorse naturali del territorio, così come definito dall art. 2 comma primo della L.R. 5/95: aria, acqua, suolo, ecositemi della fauna e della flora, con particolare attenzione alle loro reciproche interazioni, nonchè alle condizioni di fragilità e di 5

6 equilibrio dell ecosistema territoriale a fronte degli usi e delle trasformazioni antropiche. I Sistemi Territoriali individuati dal P.S. sono: 1) SISTEMA TERRITORIALE VALLIVO DEI FIUMI CASCINA, ERA E STERZA; 2) SISTEMA TERRITORIALE COLLINARE; Ogni Sistema Territoriale e' articolato in Sub-Sistemi ambientali e insediativi, Unità Territoriali Organiche Elementari per i quali vengono definite le Invarianti strutturali da sottoporre a tutela che costituiscono lo Statuto dei Luoghi, gli indirizzi programmatici, i criteri e la disciplina da seguire per la definizione degli assetti territoriali. Art. 9 SISTEMA TERRITORIALE VALLIVO DEI FIUMI CASCINA, ERA E STERZA Caratteri distintivi E' la parte di territorio prevalentemente di valle, delimitata ad ovest dal corso del Fiume Cascina e ad est dai Fiumi Era e Sterza che segnano, nelle due direzioni, il confine comunale e che si estende fino alla fascia rilevata pedecollinare, limite morfologico con la collina, corrispondente in gran parte con gli assi viari ad ovest, della via della Cascina e ad est dalla Strada Statale 439 Sarzanese Valdera. Il Sistema Territoriale risulta caratterizzato dalla presenza di insediamenti urbani, residenziali e produttivi, localizzati prevalentemente nella parte est e formatisi essenzialmente lungo la direttrice rappresentata dalla S.S. 439 Sarzanese Valdera e da una struttura agricola, che avvolge il sistema insediativo, prevalentemente coltivata che racchiude al suo interno insediamenti sparsi ed elementi di valore storico testimoniale. Il Sistema Territoriale Vallivo dei Fiumi Era, Sterza e Cascina si articola nei seguenti Sub-Sistemi: - Sub-Sistema ambientale agricolo di fondovalle; - Sub-Sistema ambientale agricolo fluviale; - Sub-Sistema insediativo della S.S. 439 Sarzanese Valdera. Obbiettivi generali del Sistema - Messa in sicurezza del territorio dal rischio idraulico attraverso azioni preventive e collettive; - recupero delle aree degradate e degli edifici abbandonati; - promozione della fruizione pubblica del territorio aperto anche attraverso opportune forme di convenzionamento con i privati; - valorizzazione degli edifici, manufatti storici nonchè delle aree e ritrovamenti archeologici; - incentivazione dell uso turistico e del tempo libero anche attraverso l agriturismo; - incremento della dotazione di servizi; - valorizzazione delle strutture insediative; - regolamentazione delle aree agricole, tutela e valorizzazione delle colture tradizionali. Prescrizioni vincolanti - Aree incluse nel sistema regionale delle aree protette D.C.R. 296/1988; - Aree ricadenti nelle zone classificate a pericolosità 4 di cui alla delibera C.R.T. n. 230/94 nelle quali non sono consentite previsioni edificatorie, salvo che per infrastrutture a rete ai sensi dell Art.7, punto 6.4, stessa deliberazione; 6

7 - Salvaguardie e interventi previsti dalla delibera 107/97 e successive modifiche per la riduzione del rischio idraulico nel Bacino dell Arno; - Invarianti strutturali di cui all Art.11.1 delle presenti norme facenti parte del Sistema Territoriale vallivo dei fiumi Era, Sterza e Cascina e relativi Criteri di Intervento di cui all Art.12 delle presenti norme. Art. 9.1 SUB-SISTEMA AMBIENTALE AGRICOLO DI FONDOVALLE Caratteri distintivi E costituito dalle fasce di territorio di fondovalle localizzate ad est ed ovest del territorio comunale contigue alle aree più proprie dell ambito fluviale, sostanzialmente agricole, distinte da una struttura dei campi ad orditure regolari utilizzati prevalentemente a seminativo. All interno del Sub -Sistema sussistono aree e ritrovamenti archeologici, case coloniche sparse che costituiscono elementi di particolare valore storico-testimoniale meritevoli di tutela e salvaguardia. Obbiettivi - Mantenimento della prevalente funzione agricola; - conservazione e recupero del patrimonio edilizio esistente attraverso interventi mirati e coerenti con il grado di storicità e l ambiente di riferimento e valorizzazione delle aree e ritrovamenti archeologici; - interventi finalizzati al recupero e riqualificazione delle aree degradate, promuovendone la fruizione collettiva anche attraverso la previsione di attività culturali, per il tempo libero di natura turistico-ricreativa e sportiva; - interventi, con riferimento agli usi in atto individuati dal Quadro Conoscitivo, di tutela e trasformazione guidata delle attività agricole finalizzati a favorire lo sviluppo del territorio rurale. Prescrizioni vincolanti - Aree definite dalla D.C.R. 230/94 e interventi preposti per la riduzione del rischio idraulico dall Autorità di Bacino delibera 107/97 e successive modifiche; - Invarianti strutturali di tutela: fossi, botri e specchi d acqua (laghi artificiali); la sruttura fondiaria agricola e le colture tradizionali; la S.S. 439 Sarzanese Vadera ; aree e ritrovamenti archeologici; pozzi di emungimento come risorse acquifere connesse e relative aree di rispetto; case coloniche e poderali sparse di interesse storico. - Criteri specifici del Sub-Sistema ambientale agricolo di fondovalle: Il R.U., in relazione alle oggettive caratteristiche dei luoghi ed agli obbiettivi prefissati definirà, in applicazione alla legislazione nazionale e regionale vigente, le forme e le tipologie di intervento ammissibili, con particolare riferimento ai requisiti di sostenibilità ambientale e di valorizzazione delle risorse. All interno delle zone agricole, il R.U. potrà individuare specifiche zone per attività di trasformazione e conservazione dei prodotti agricoli e per le attività arto-floro-vivaistiche. 7

8 Al R.U. spetterà anche l individuazione di aree atte alla localizzazione, qualora se ne dimostri l effettiva necessità, di strutture di servizio alle attività agricole, prevedendone l integrazione morfologica e tipologica con l edificato rurale esistente. La localizzazione di nuovi insediamenti, ai sensi della L.R. 64/95 e successive modifiche, dovrà privilegiare la realizzazione di unità organiche attraverso la formazione di Piani di Miglioramento Agricolo Ambientale (P.M.A.A.) (o di specifici Piani Particolareggiati qualora i nuovi insediamenti riguardino più aziende), che definiscano i caratteri generali dell intervento precisandone le superfici, le tipologie, e le sistemazioni del comparto in relazione al paesaggio agricolo circostante. Il R.U. potrà individuare gli edifici sparsi che abbiano perso le caratteristiche di storicità e/o di recente formazione, per i quali prevedere ampliamenti e/o trasformazioni, finalizzati alla valorizzazione ed al superamento delle condizioni di degrado e abbandono. Il R. U. potrà valutare la possibilità di realizzare manufatti ad uso di annesso agricolo temporanei o fissi per aziende aventi superficie fondiaria mantenuta in produzione inferiore ai minimi stabiliti dal P.T.C. oltre che per gli orti finalizzati all autoconsumo. Dovranno essere contestualmente specificate le dimensioni, le caratteristiche tipologiche ed i materiali da utilizzare. Le zone utilizzate ad arboricoltura da legno (pioppi, noci, ciliegi, ecc.) non sono annoverabili tra i boschi e saranno oggetto di una normativa specifica all interno del R.U.. Per le aree, all interno del Sub-Sistema, interessate da fenomeni di degrado, causa attività estrattive praticate in passato, si prevedono interventi di riqualificazione e valorizzazione turistico ambientale. Il R.U. dovrà definire quali attività siano compatibili in tali aree, subordinando gli interventi a Piano Attuativo che ne studi la corretta integrazione con il contesto ambientale, All interno del Sub-Sistema permane una struttura adibita ad attivi tà alberghiera (località Locanda della Sterza ). Tale destinazione è tollerata. Sarà il R.U. a valutare la possibilità di un eventuale ampliamento della struttura stessa ai fini turistico/ricettivi, subordinando l intervento a Piano Attuativo con valutazione degli effetti ambientali. Le zone del Sub-Sistema lungo la S.S. 439 (edificazioni sparse a bassa densità), per le quali lo strumento urbanistico vigente prevede interventi di completamento, potranno essere riconfermate dal R.U., con la possibilità di eventuali revisioni e rettifiche dell attuale zonizzazione e dei parametri urbanistici, ininfluenti ai fini del dimensionamento, finalizzati a garantire omogeneità e definizione formale dei manufatti oltre a renderli più funzionali e rispondenti alle attuali esigenze igienico-sanitarie e distributive. - Conservazione (Art.4-1)); Recupero (Art.4-2)); Riqualificazione (Art.4-3)); Completamento (Art.4-4)); Trasformazione (Art.4-5)). - Salvaguardie: Fino all entrata in vigore del R.U. valgono le seguenti indicazioni: non sono consentiti interventi di nuova edificazione, sono comunque ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione edilizia e restauro conservativo ai fini del miglioramento igienico sanitario del patrimonio edilizio esistente oltre ad interventi di sistemazione del suolo e del sitema idraulico superficiale. 8

9 Art. 9.2 SUB-SISTEMA AMBIENTALE AGRICOLO-FLUVIALE Caratteri distintivi Rappresentano le aree localizzate ad est ed ovest del territorio comunale, comprese tra i corsi dei Fiumi Era, Sterza e Cascina ed il limite del Sub-Sistema Ambientale Agricolo di Fondovalle. Le aree risultano caratterizzate dai corsi d acqua, dall ambito prettamente fluviale, costituito dalle rive dei fiumi, contraddistinte per alcuni tratti dalla presenza delle arginature e vegetazione ripariale, oltre che dalle aree adiacenti all ambito fluviale prevalentemente agricole interessate da fenomeni di frequente allagamento. Obbiettivi - Mantenimento della funzione agricola, in quanto le aree agricole, costituiscono parte integrante del sistema fluviale e solo attraverso il loro mantenimento si può garantire la tutela attiva dei luoghi. - Messa in sicurezza del territorio con la realizzazione delle opere di riduzione del rischio idraulico previste dall Autorità di Bacino ed altri Enti sovracomunali quali, Provincia di Pisa e Regione. - Recupero delle aree degradate con possibilità di interventi legati alla sicurezza idraulica e loro riutilizzo a fini ricreativi, sportivi e/o del tempo libero. - Valorizzazione delle risorse ambientali, tramite una progettazione complessiva che coniughi la conservazione ambientale con la disponibilità di aree per il tempo libero. Prescrizioni vincolanti - Aree definite dalla D.C.R. 230/94 e interventi preposti per la riduzione del rischio idraulico dall Autorità di Bacino delibera 107/97 e successive modifiche; - Sistemazione idraulica del Fiume Era in località Selvatelle, approvato con D.C.P. n 4 del Invarianti strutturali di tutela: corsi d acqua: Era, Sterza e Cascina con i relativi ambiti identificabili come le parti più prossime alle rive dei fiumi con le arginature e le golene, coincidenti per ampi tratti all area protetta n. 162/A perimetrata ai sensi della D.C.R. 296/88 relativa ai fiumi Era e Sterza; fossi, botri e specchi d acqua (laghi artificiali); aree boscate; la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali; poderi, molini, case coloniche sparsi di interesse storico; pozzi di emungimento come risorse acquifere connesse e relative aree di rispetto; l area di rigurgito e di esondazione prevista nell ambito della realizzazione di una soglia per la messa in sicurezza del Fiume Era in località Selvatelle a seguito della delibera del C.P. n. 4 del 19/01/ Criteri specifici del Sub-Sistema ambientale agricolo-fluviale: Le aree che costituiscono il Sub-Sistema, per i particolari caratteri ambientali e paesaggistici sono da considerarsi parte integrante del paesaggio fluviale, esse vengono classificate dal P.S.: Zone Agricole di Interesse Paesaggistico. Nell ambito del Sub-Sistema, in considerazione della particolare fragilità ambientale in quanto zona classificata a pericolosità 4 di cui alla deliberazione C.R.T. n230/94, la disciplina delle trasformazioni edilizie dovrà essere esclusivamente rivolta alla conservazione ed alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente. E pertanto vietata la realizzazione di nuovi edifici a carattere abitativo o di annesso 9

10 agricolo anche se collegati ad esigenze di conduzione del fondo. Per gli elementi del reticolo idraulico (corsi d acqua ed ambiti di piena ordinaria) dovranno essere individuate adeguate fasce di rispetto delle coltivazioni. In attuazione degli obbiettivi di valorizzazione dell asta fluviale dell Era, il R.U. dovrà individuare interventi di sistemazione delle sponde e di recupero dei percorsi di accesso al fiume e di attraversamento, garantendone una facile fruizione. Gli interventi dovranno essere rivolti a garantir e una forte integrazione e compatibilità tra il contesto agricolo, le trasformazioni previste, e l ambiente fluviale. Potranno essere previste inoltre, attraverso Piani Attuativi di iniziativa pubblica e/o privata con specifiche convenzioni, aree attrezzate per attività sportive e legate al tempo libero. Il Sub -Sistema potrà essere interessato dalla previsione di Parco Fluviale che andrà a porsi a nord in continuità spaziale e funzionale con la previsione di Parco Fluviale del Comune di Capannoli e recepire la previsione della Provincia di Pisa del percorso ciclo-turistico. Nel definire le norme ed i criteri per la tutela a la manutenzione degli elementi costitutivi del sistema ambientale e del paesaggio agrario il R.U. dovrà porre particolare attenzione alle esigenze di conservazione e di consolidamento della vegetazione ripariale esistente. - Conservazione (Art.4-1)); Recupero (Art. 4-2)); Riqualificazione (Art.4-3)). - Salvaguardie: Fino allentrata in vigore del R.U. valgono le seguenti indicazioni: sono ammessi interventi di salvaguardia intesi alla messa in sicurezza dei luoghi, oltre ad opere di sistemazione del suolo e del sistema idraulico superficiale. Art. 9.3 SUB-SISTEMA INSEDIATIVO DELLA S.S. 439 SARZANESE VALDERA Caratteri distintivi Rappresenta la parte di territorio dove negli anni più recenti si è sviluppata la maggiore concentrazione urbana del Comune. La configurazione urbana del sub-sistema, caratterizzato da un edificazione prevalentemente lungo strada, è stata influenzata dalla centralità della Strada Statale n. 439 Sarzanese Valdera, asse infrastrutturale di collegamento con Volterra (verso sud) e Ponsacco- Pontedera (verso nord), che ha supportato il maggior carico insediativo, generando, assieme ad altre espansioni lungo vie di penetrazione perpendicolari alla Statale stessa, i centri di Selvatelle e La Rosa. Il sub-sistema è costituito da aree a prevalente funzione residenziale (Selvatelle) e da aree che presentano una stratificazione più complessa, dove alla residenza si affiancano parti miste a funzione produttiva e abitativa ed isolati ad esclusiva utilizzazione produttiva (La Rosa). Obbiettivi - Costituzione del nuovo limite degli insediamenti. - Salvaguardia dell edificato storico. - Riorganizzazione e separazione delle funzioni residenziali e produttive. - Interventi di riqualificazione urbanistico-ambientale anche attraverso una modesta densificazione urbanistica atta a migliorare la configurazione morfologica del tessuto urbano, garantire le dotazioni minime di standards, di servizi, nonchè il superamento di condizioni di degrado ed il ripristino ambientale di parti compromesse del territorio. 10

11 - Riconversione funzionale degli immobili industriali/artigianali dismessi, sotto utilizzati, con evidenti situazioni di degrado e comunque mal localizzati, favorendo l insediamento di nuove attività. - Riequilibrio tra esigenze private di nuove abitazioni e la necessità di spazi attrezzati per la vita sociale e di relazione. - Individuazione delle aree di intervento per nuove quote residenziali, produttive e di servizi. - Riorganizzazione della mobilità maccanizzata, ciclo-pedonale e degli spazi di sosta. Prescrizioni vincolanti - aree ricadenti nelle zone classificate a pericolosità 4 di cui alla delibera C.R.T. n. 230/94 nelle quali non sono consentite previsioni edificatorie, salvo che per infrastrutture a rete ai sensi dell Art.7, punto 6.4, stessa deliberazione; - Invarianti strutturali di tutela: fossi e botri; nuclei urbani storici; agglomerati, case coloniche e poderi sparsi di interesse storico; complessi religiosi e relative aree pertinenziali; la S.S. 439 Sarzanese Valdera ; la viabilità storica di accesso al sistema collinare. - Criteri specifici per il Sub-Sistema insediativo della S.S.439 Sarzanese Valdera : Relativamente al sub-sistema insediativo della S.S. 439 Sarzanese Valdera, sono stati classificati gli insediamenti, ai fini delle prescrizioni del P.S., secondo le seguenti tipologie: a)nuclei urbani storici; b)aree urbane consolidate; c)aree di recente formazione; d)aree per attività produttive esistenti; e)aree di nuova attuazione distinte in: - aree di nuova attuazione interessate da urbanizzazioni plurifunzionali dove l utilizzazione residenziale risulta predominante, assicurando comunque la presenza di altre destinazioni complementari, quali il commercio al dettaglio, il terziario e l artigianato di servizio alla residenza; - aree di nuova attuazione interessate da urbanizzazioni specialistiche da destinare alla produzione di beni e servizi ovvero aree per attività produttive; - aree di nuove attuazione interessate da urbanizzazioni specialistiche da destinare agli insediamenti turistici ed attrezzature ricettive. per i quali sono stati definiti dal successivo Art.12 delle presenti norme i contenuti progettuali e normativi che dovranno essere applicati e sviluppati in sede di stesura del R.U.. - Categorie di intervento: Conservazione (Art.4-1)); Recupero (Art.4-2)); Riqualificazione (Art.4-3)); Completamento (Art.4-4)); Trasformazione (Art.4-5)). - Salvaguardie: Fino all entrata in vigore del R.U. sono consentiti esclusivamente: 11

12 interventi di nuova edificazione in zone definite B di completamento e DS di saturazione del vigente P.d.F., quando siano collegate funzionalmente ad opere di urbanizzazioni presenti ee funzionanti e non contrastino con le previsioni di P.S.. Sugli edifici esistenti sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione edilizia e restauro conservativo. Art. 10 SISTEMA TERRITORIALE COLLINARE Caratteri distintivi E' la parte di territorio prevalentemente collinare, delimitata a nord e sud dal confine comunale, ad est ed ovest dal limite morfologico dei sistemi vallivi coincidente in gran parte con la S.S. 439 e via della Cascina. Questo sistema risulta caratterizzato da elementi di valore ambientale-paesaggistico, quali la struttura agricola tradizionale prevalentemente coltivata, la presenza di aree boscate, la rete di insediamenti sparsi di interesse storico-testimoniale, ville, badie, santuari, case coloniche e poderali e piccoli nuclei rurali nonche', gli insediamenti urbani di matrice storica che si sviluppano lungo la viabilita' di crinale. Il Sistema Territoriale collinare e' suddiviso nei seguenti sub-sistemi: - Sub-Sistema ambientale collinare settentrionale (sabbioso) nord-est; - Sub-Sistema ambientale collinare meridionale (argilloso) sud-ovest; - Sub-Sistema insediativo collinare. Obbiettivi generali del Sistema - Messa in sicurezza del territorio con azioni preventive e collettive; - recupero delle aree degradate e degli edifici in abbandono; - tutela delle aree agricole e boscate; - promozione della fruizione pubblica del territorio aperto, anche attraverso opportune forme di convenzionamento con i privati; - valorizzazione degli edifici, manufatti storici, nonchè delle aree e ritrovamenti archeologici; - incentivazione dell uso turistico e per il tempo libero anche attraverso l agriturismo; - incremento della dotazione di servizi; - valorizzazione delle strutture insediative in particolare dei nuclei storici; - regolamentazione delle aree agricole, tutela e incentivazione delle colture tradizionali. Prescrizioni vincolanti - Aree ricadenti nelle zone classificate a pericolosità 4 di cui alla D.C.R. 230/94, nelle quali non sono consentite previsioni edificatorie; - Invarianti strutturali di cui all Art.11.1 delle presenti norme facenti parte del Sistema Territoriale Collinare e relativi Criteri di Intervento di cui all Art.12 delle presenti norme. - Aree boscate per le quali vengono confermate le modalità di intervento previste dal P.T.C. della Provincia di Pisa e dalla L.R. 39/00. 12

13 Art SUB-SISTEMA AMBIENTALE AGRICOLO COLLINARE SETTENTRIONALE Caratteri distintivi E costituito dalle aree agricole collinari, localizzate prevalentemente nella parte nord-est del sistema collinare, costituito da terreni sabbiosi e caratterizzate in prevalenza da coltivazioni specialistiche quali, filari di vite, oliveti, frutteti, seminativo alborato, alternate a tratti di bosco, che assieme alla maglia della viabilità di antico impianto e poderale, alle aree e ritrovamenti archeologici ed alla rete degli edifici storici sparsi, costituisce un interessante quadro paesaggistico. Obbiettivi - Tutela del paesaggio agrario; - Incentivazione degli indirizzi colturali tradizionali conservazione e ripristino degli elementi qualificanti il paesaggio quali canali di scolo delle acque, viabilità poderale e storica, alberature in genere ed i versanti con elevate acclività; - Promozione di attività integrative del reddito agricolo quali l agriturismo; - Tutela e valorizzazione del patrimonio edilizio rurale storico e delle aree e ritrovamenti archeologici; - Recupero dell edilizia esistente anche verso usi turistico-ricettivi e culturali. Prescrizioni vincolanti - Aree ricadenti nelle zone classificate a pericolosità 4 di cui alla D.C.R. 230/94, nelle quali non sono consentite previsioni edificatorie; - Invarianti strutturali di tutela: corsi d acqua principali( Botro di Rosciano, Botro delle Coste, Botro dell Imbrogiana); fossi e botri secondari; la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali determinanti condizioni paesaggistiche tipiche dei luoghi; la viabilità principale storica e paesaggistica, nonchè gli antichi tracciati della viabilità poderale; le aree ed i ritrovamenti archeologici; nuclei urbani storici; i complessi monumentali religiosi, ville, palazzi e relative aree pertinenziali; agglomerati, case coloniche, poderi sparsi di interesse storico-testimoniale; i filari alberati segnanti i tracciati principali e secondari oltre agli accessi a complessi monumentali religiosi, ville e palazzi; le aree boscate; i versanti con elevate acclività caratterizzanti il paesaggio collinare. - Criteri specifici del Sub-Sistema ambientale collinare settentrionale: Il Piano Strutturale classifica il Sub-Sistema come Zona Agricola di Interesse Paesaggistico. Per tali aree, dovranno essere favorite forme di sviluppo rurale ai fini di tutelare il paesaggio e il rapporto tra fatti architettonico-urbanistici e ambiente circostante. Il R.U. potrà individuare gli edifici sparsi che abbiano perso le caratteristiche di storicità e/o di recente formazione, per i quali prevedere ampliamenti e/o trasformazioni, finalizzati alla valorizzazione ed al superamento delle condizioni di degrado e abbandono. 13

14 Il R.U. potrà valutare la possibilità di realizzare manufatti ad uso di annesso agricolo temporanei o fissi per aziende aventi superficie fondiaria mantenuta in produzione inferiore ai minimi stabiliti dal P.T.C. oltre che per gli orti finalizzati all autoconsumo. Dovranno essere contestualmente specificate le dimensioni, le caratteristiche tipologiche ed i materiali da utilizzare. Il R.U. in considerazione delle peculiari caratteristiche di pregio paesaggistico e ambientale, dovrà individuare le norme ed i criteri per la tutela e la manutenzione degli elementi costitutivi del sistema ambientale e del paesaggio agrario, quali la viabilità vicinale e poderale, la rete idraulica di drenaggio superficiale, i manufatti e gli elementi naturali di pregio storico, architettonico e ambientale. Date le attuali condizioni di fragilità sotto l aspetto idrogeologico, particolare attenzione dovrà essere posta nel disciplinare gli interventi di trasformazione fondiaria che inducono alterazioni del paesaggio e del territorio. Tra questi, dovranno essere presi in considerazione le alterazioni della morfologia dei suoli, il riassetto della rete idraulica superficiale, l adozione di tecniche di lavorazione non idonee alle caratteristiche morfologiche e pedologiche dei suoli, la trasformazione da colture alboree e colture erbacee, la soppressione di colture paesaggisticamente significative. In relazione agli obbiettivi di fruizione turistica, ricreativa e naturalistica del territorio collinare, per le aree boscate (boschi di transizione, pinete, ecc.) così come sono state individuate nel quadro conoscitivo, l atteggiamento prevalente è quello della tutela, favorendone la diversificazione verso stati vegetali più stabili e quindi più in equilibrio. Potranno essere individuate e promosse, anche attraverso forme di convenzionamento pubblico-privato, modalità di fruizione collettiva delle aree boscate. La programmazione degli interventi pubblici e/o privati convenzionati dovrà essere effettuata all interno di un piano unitario. Uno specifico regolamento definirà inoltre gli interventi di conservazione della viabilità minore, dei sentieri e dei manufatti che caratterizzano i luoghi. In genere si confermano gli atteggiamenti formulati dall Amministrazione Provinciale nel P.T.C. in merito alle varie cenosi vegetali. Nelle zone di incolto, nelle quali il processo di evoluzione verso un soprasuolo boschivo sia abbastanza avanzato (cespuglieto), dovrà essere valutata l opportunità di recupero ad attività agricola oppure di promozione anche attraverso l applicazione del Regolamento CEE 2080, di interventi di riappropriazione di queste superfici da parte del bosco. Per quanto riguarda i vigneti e gli oliveti, gli obbiettivi sono di tutela e valorizzazione. Il R.U. potrà individuare specifiche disposizioni e modalità per il mantenimento a la tutela delle forme tradizionali di coltivazione, anche attraverso la promozione e l incentivazione della produzione di qualità (marchi, certificazioni, ecc.), a basso impatto (utilizzo del 2078) e biologica. All interno del Sub-Sistema permangono alcuni edifici sparsi con destinazione produttiva, non collegata alla conduzione agricola. Tali destinazioni sono tollerate, ma ad esse non è concessa nessuna possibilità di ampliamento. Eventuali cambiamenti di destinazione d uso e di riconversione ai fini non agricoli e non ad essa collegati, saranno appositamente regolati dal R.U. e saranno oggetto di Piano di Recupero. - Conservazione (Art.4-1)); Recupero (Art.4-2)); 14

15 Riqualificazione (Art.4-3)); Completamento (Art.4-4)); Trasformazione (Art.4-5)). - Salvaguardie: Fino all entrata in vigore del R.U. valgono le seguenti indicazioni: non sono consentiti interventi di nuova edificazione, sono comunque ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione edilizia e restauro conservativo ai fini del miglioramento igienico sanitario del patrimonio edilizio esistente oltre ad opere di sistemazione del suolo e di manutenzione del sistema idraulico superficiale. Art SUB-SISTEMA AMBIENTALE AGRICOLO COLLINARE MERIDIONALE Caratteri distintivi E la parte sud -ovest del Sistema Collinare, dove la conformazione dei terreni prevalentemente argillosi, determina una sistemazione agricola caratterizzata da aree utilizzate a seminativo e pascolo. Obbiettivi - Conservazione e ripristino degli elementi costitutivi del paesaggio agrario quali versanti ad elevata acclività, canali di scolo delle acque, siepi, filari alberati, ecc. ; - Riqualificazione ambientale attraverso forme di diversificazione del paesaggio; - Tutela e valorizzazione del patrimonio edilizio rurale storico. Prescrizioni vincolanti - Invarianti strutturali di tutela: fossi e botri secondari; la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali prevalentemente a seminativo; la viabilità principale storica e paesaggistica e gli antichi tracciati della viabilità poderale; le aree ed i ritrovamenti archeologici; case coloniche e poderi sparsi di interesse storico; i versanti con elevate acclività caratterizzanti il paesaggio collinare. - Criteri specifici del Sub-Sistema ambientale agricolo collinare meridionale: Il Piano Strutturale classifica il Sub-Sistema come Zona Agricola di Interesse Paesaggistico. Per tali aree, dovranno essere favorite forme di tutela dell ambiente e del paesaggio. Il R.U. potrà individuare gli edifici sparsi che abbiano perso le caratteristiche di storicità e/o di recente formazione, per i quali prevedere ampliamenti e/o trasformazioni, finalizzati alla valorizzazione ed al superamento delle condizioni di degrado e abbandono. Il R.U. potrà valutare la possibilità di realizzare manufatti ad uso di annesso agricolo temporanei o fissi per aziende aventi superficie fondiaria mantenuta in produzione inferiore ai minimi stabiliti dal P.T.C. oltre che per gli orti finalizzati all autoconsumo. Dovranno essere contestualmente specificate le dimensioni, le caratteristiche tipologiche ed i materiali da utilizzare. Il R.U., in considerazione delle peculiari caratteristiche di pregio paesaggistico e ambientale dei luoghi, dovrà individuare i tipi di intervento, le modalità ed i criteri per la riqualificazione degli equilibri ambientali e la manutenzione degli elementi costitutivi del paesaggio agrario, quali la viabilità vicinale e poderale, la rete idraulica di drenaggio superficiale, i manufatti e gli elementi naturali di pregio storico, architettonico e ambientale. Date le condizioni di fragilità idrogeologica dei luoghi, dovranno essere specificati dal R.U. gli interventi 15

16 ammessi relativamente alla trasformazione della morfologia dei suoli e della rete idraulica superficiale, nonchè le tecniche di lavorazione idonee alle caratteristiche morfologiche e pedologiche dei suoli. Particolare attenzione dovrà essere inoltre posta alle esigenze di conservazione e consolidamento della vegetazione e delle siepi presenti lungo i fossi e le direttrici di scolo delle acque. Il R.U. dovrà incentivare una riqualificazione dell ambiente da realizzarsi attraverso forme di diversificazione del paesaggio che favoriscano l evoluzione degli ecosistemi verso una maggiore complessità, anche attraverso la promozione e l incentivazione di metodi produttivi a basso impatto (utilizzo del 2078) e del biologico. Per l area all interno del Sub-Sistema utilizzata in passato come discarica, oggi esaurita e chiusa, il R.U. a seguito dell avvenuta bonifica, dovrà definire le modalità ed i criteri per la riqualificazione degli equilibri ambientali ai fini agricoli. - Conservazione (Art.4-1); Recupero (Art. 4-2); Riqualificazione (Art.4-3); Trasformazione (Art. 4-5). - Salvaguardie: Fino all entrata in vigore del R.U. valgono le seguenti indicazioni: non sono consentiti interventi di nuova edificazione, sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione edilizia e restauro conservativo ai fini del miglioramento igienico sanitario del patrimonio edilizio esistente oltre ad interventi di salvaguardia intesi alla messa in sicurezza dei luoghi, al miglioramento delle colture e le opere di sistemazione del suolo e del sistema idraulico superficiale. Art SUB-SISTEMA INSEDIATIVO COLLINARE Caratteri distintivi E' la parte di territorio dove storicamente si è sviluppata la maggior concentrazione urbana e dove sussistono varie forme insediative, tra le quali i principali centri di Terricciola capoluogo, Morrona, Soiana, Soianella e La Chientina. Tali centri, sviluppatisi lungo la viabilità di matrice storica, prevalentemente in posizione di crinale, che ne esalta il carattere paesaggistico-panoramico, sono ben contraddistinti da un nucleo storico che presenta un tessuto edilizio continuo ed om ogeneo e senza dubbio meritevole di conservazione e valorizzazione, la cui unitarietà viene interrotta dalla crescita urbana più recente, sviluppatasi lungo le principali vie di collegamento in addizione ai nuclei storici, caratterizzata da un tessuto più rado e disomogeneo, sia per impianto che per tipologia. Gli abitati risultano avere funzione prevalentemente residenziale, con una presenza limitata di terziario e artigianato di servizio e scarsamente attrezzati in senso turistico-ricettivo. Obbiettivi - Costituzione del nuovo limite degli insediamenti. - Salvaguardia e rivitalizzazione dell'identità storica e culturale delle singole frazioni, quali principali elementi di riferimento e di aggregazione sociale e dei loro centri storici oggi in via di spopolamento dovuto principalmente alla loro destinazione di monofunzionalità residenziale. - Interventi di riqualificazione urbanistico-ambientale anche attraverso una modesta densificazione urbanistica atta a migliorare la configurazione morfologica del tessuto urbano, garantire le dotazioni minime di standards, di servizi, nonchè il superamento di condizioni di degrado ed il ripristino ambientale di parti compromesse del territorio. 16

17 - Attenta localizzazione e riorganizzazione delle funzioni, articolate e ampliate ad altre attività oltre a quella residenziale ma compatibili con essa come l'artigianato, il turismo, il commercio, il terziario, strutture per il tempo libero ed attività culturali. - Incentivazione dell offerta turistica e di attività per il tempo libero e lo sport, quali forme di sviluppo economico alternativo atte a costituire elementi di attrattiva per promuovere la conoscenza dei diversi aspetti ambientali, paesaggistici e storici che caratterizzano il territorio. Prescrizioni vincolanti - Invarianti strutturali di tutela: la viabilità principale storica di crinale; nuclei urbani storici; i complessi monumentali religiosi, ville, palazzi e relative aree pertinenziali; - Criteri specifici del Sub-Sistema insediativo collinare: Relativamente a questo sub-sistema sono stati classificati gli insediamenti secondo le seguenti tipologie: a)nuclei urbani storici; b)insediamenti e edifici isolati storici non urbani; c)aree urbane consolidate; d)aree di recente formazione; e)aree di nuova attuazione distinte in: - aree di nuova attuazione interessate da urbanizzazioni plurifunzionali dove l utilizzazione residenziale risulta predominante, assicurando comunque la presenza di altre destinazioni complementari, quali il commercio al dettaglio, il terziario e l artigianato di servizio alla residenza; - aree di nuove attuazione interessate da urbanizzazioni specialistiche da destinare agli insediamenti turistici ed attrezzature ricettive. per i quali sono stati definiti dal successivo Art. 12 delle presenti norme i contenuti progettuali e normativi che dovranno essere applicati e sviluppati in sede di stesura del R.U.. - Conservazione (Art.4-1); Recupero (Art.4-2); Riqualificazione (Art.4-3); Completamento (Art.4-4); Trasformazione (Art.4-5). - Salvaguardie: Fino all entrata in vigore del R.U. sono consentiti esclusivamente: interventi di nuova edificazione in zone definite B di completamento del vigente P.d.F., quando siano collegate funzionalmente ad opere di urbanizzazioni presenti e funzionanti e non contrastino con le previsioni di P.S.. Sugli edifici esistenti sono ammessi interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, ristrutturazione edilizia e restauro conservativo. 17

18 CAPO II Art.11 INDIRIZZI E PARAMETRI PER LA REDAZIONE DEL R.U. Gi indirizzi ed i parametri a cui il R.U. deve conformarsi sono: - invarianti strutturali di tutela; - contenuti progettuali e normativi; - U.T.O.E.; - dimensionamento. Art.11.1 INVARIANTI STRUTTURALI DI TUTELA Il P.S. individua all interno dei Sistemi Territoriali le Invarianti Strutturali di tutela. Esse sono state individuate nella tavola n.2 Statuto dei luoghi e invarianti strutturali di tutela. Le Invarianti Strutturali relative ai singoli Sistemi sono: Sistema Territoriale Vallivo dei Fiumi Era, Sterza e Cascina - corsi d acqua principali e relativi ambiti; - fossi e botri; - la viabilità storica di accesso al sistema collinare; - la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali; - pozzi emungimento e relative aree di rispetto; - aree e ritrovamenti archeologici; - aree boscate; - nuclei urbani storici; - agglomerati, case coloniche, molini e poderi sparsi di interesse storico; - la Strada Statale 439 Sarzanese Valdera ; - complessi religiosi e relative aree pertinenziali: Chiesa di S. Martino, loc. Selvatelle; - area di rigurgito e di esondazione prevista nell ambito della realizzazione di una soglia per la messa in sicurezza del Fiume Era in località Selvatelle a seguito della delibera C.P. n. 4 del 19/01/ Sistema Territoriale Collinare - corsi d acqua principali e relativi ambiti; - fossi e botri; - la viabilità principale storica e paesaggistica, nonchè gli antichi tracciati della viabilità poderale; - la struttura fondiaria agricola e le colture tradizionali; - aree e ritrovamenti archeologici; - aree boscate; - filari alberati; - i versanti ad elevata acclività; - nuclei urbani storici; - agglomerati, case coloniche, molini e poderi sparsi di interesse storico; - complessi monumentali religiosi, ville, palazzi e relative aree pertinenziali: -Villa di San Marco; -Fattoria di San Marco; -Pieve di Santa Maria e Giovanni, loc. San Marco; -Villa Ciardi, loc. Aia Bianca; -Chiesa di S. Andrea, loc. Soiana; -Oratorio della Natività, loc. Soiana; -Oratorio dell' Addolorata, loc. Soiana; 18

19 -Badia di S. Maria, loc. Morrona; -Chiesa di Morrona; -Oratorio di S. Annunziata, loc. Terricciola; -Oratorio di S. Rocco, loc. Casanova; -Chiesa di S. Stefano, loc. Terricciola; -Chiesa di S. Donato, loc. Terricciola; -Santuario di Monterosso, loc. Terricciola; -Oratorio di S. Michele, loc. Casanova; -Chiesa di S. Bartolomeo, loc. Casanova; -Oratorio di Villa Pieve a Pitti; -Chiesa di S. Maria, loc. Pieve a Pitti; -Villa dipieve a Pitti; -Fattoria di Pieve a Pitti; -Villa di Monte Murlo; -Castello (ruderi), loc. Soiana; -Villa di Stibbiolo. Art.11.2 CONTENUTI PROGETTUALI E NORMATIVI Il seguente articolo definisce i contenuti progettuali e gli indirizzi che dovranno essere applicati e sviluppati in sede di Regolamento Urbanistico. 1) Patrimonio edilizio esistente Attraverso la schedatura del patrimonio edilizio esistente ed alla classificazione degli edifici per grado di storicità, valore architettonico-ambientale di cui al Quadro Conoscitivo, il R.U. dovrà determinare le categorie degli interventi favorendo forme di recupero dove tali alterazioni siano contenute e permettere invece interventi più incisivi dove le alterazioni dei caratteri architettonici e tipologici siano più evidenti. Per gli edifici già oggetto della vigente variante redatta secondo l' art. 5 della L.R. 59/80, il Regolamento Urbanistico dovrà verificare lo stato d' attuazione della stessa e procedere eventualmente alla riattribuzione puntuale degli interventi ai sensi della legislazione vigente. 2) Nuclei urbani storici Il P.S. considera per nuclei urbani storici le parti del territorio urbanizzate ed edificate con consistenza e caratteristiche di insediamento urbano di primo impianto,(edificato esistente al 1824 Catasto Leopoldino ed esistente al 1880 cartografia I.G.M.)di cui al Quadro Conoscitivo. - In sede di redazione del R.U. dovrà essere verificata la corrispondente area pertinenziale a cui l edificato storico si riferisce. 3) Insediamenti e edifici storici non urbani Il P.S. considera per insediamenti e edifici isolati storici non urbani le parti del territorio urbanizzate ed edificate con consistenza e caratteristiche di insediamento non urbano di primo impianto(edificato esistente al 1824 Catasto Leopoldino ed esistente al 1880 cartografia I.G.M.)di cui al Quadro Conoscitivo. - Al fine di assicurare l identità territoriale di ogni singolo insediamento non urbano e salvaguardare la percezione visiva dell edificato storico, il R.U. dovrà prevedere e definire un idonea fascia di rispetto. Per essa valgono prescrizioni di carattere conservativo e non è ammessa nessuna incidenza edificatoria neppure a carattere precario. 4) Aree urbane consolidate Il P.S. considera per aree urbane consolidate le parti del territorio urbanizzate ed edificate con consistenza e caratteristiche di insediamento urbano esistenti al 1950/54 (cartografia del N.C.E.U. di primo impianto) di cui al Quadro Conoscitivo. - Nell ambito delle aree urbane consolidate il R.U., dovrà individuare i lotti liberi residui dove prevedere 19

20 le eventuali trasformazioni, sia per garantire il soddisfacimento degli standards urbanistici sia per l utilizzazione ai fini edificatori pubblici o privati, in ampliamento o di nuova edificazione prescrivendo adeguati parametri urbanistici ed edilizi, l uso di tipologie edilizie e materiali da impiegare nel rispetto delle caratteristiche prevalenti dell abitato esistente per garantirne il pieno inserimento nel tessuto edilizio e nell ambiente circostante. La nuova edificazione di cui sopra è ammessa a condizione che siano gia esistenti le opere di urbanizzazione primaria, oppure all effettuazione delle stesse, a cura dei richiedenti, anche a scomputo degli oneri concessori, secondo quanto regolamentato da apposite convenzioni. Nell ambito dei nuclei urbani storici, degli insediamenti e edifici isolati storici non urbani e delle aree urbane consolidate il R.U. dovrà individuare: - le parti di territorio che conservano caratteristiche tipologiche e formali sia dell impianto, sia dei manufatti edilizi per i quali prescrive una disciplina volta alla conservazione mediante interventi di manutenzione, restauro e risanamento conservativo; - le parti di territorio e l edificato con particolare stato di alterazione documentabili sia dalle conoscenze del Quadro Conoscitivo e sia da nuova documentazione e prescrive una disciplina volta alla trasformazione degli elementi fisici alterati mediante interventi fino alla ristrutturazione edilizia; - le parti di territorio dove sussitono aree, manufatti o porzioni di essi incompatibili con l organizzazione morfologica del tessuto insediativo e privi di valori architettonici e tipologici, il R.U. dovra provvedere alla ricostituzione della morfologia insediativa attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica volti a sostituire in tutto o in parte il tessuto esistente sia esso edificato o scoperto con altro diverso tramite progetti d ambito e di dettaglio (P.d.R.). 5) Aree di recente formazione Il P.S. considera per aree di recente formazione le parti del territorio urbanizzate ed edificate successivamente al 1950/54 con consistenza e caratteristiche di insediamento urbano ed extraurbano, di cui al Quadro Conoscitivo. - Nell ambito delle aree di recente formazione il R.U., dovrà individuare i lotti liberi residui dove prevedere gli eventuali completamenti, sia per garantire il soddisfacimento degli standards urbanistici sia per l utilizzazione ai fini edificatori pubblici o privati, in ampliamento o di nuova edificazione, prescrivendo adeguati parametri urbanistici ed edilizi, l uso di tipologie edilizie e materiali da impiegare nel rispetto delle caratteristiche prevalenti dell abitato esistente per garantirne il pieno inserimento nel tessuto edilizio e nell ambiente circostante. La nuova edificazione di cui sopra è ammessa a condizione che siano gia esistenti le opere di urbanizzazione primaria, oppure all effettuazione delle stesse, a cura dei richiedenti, anche a scomputo degli oneri concessori secondo quanto regolamentat o da apposite convenzioni. Nell ambito delle aree storiche, degli insediamenti ed edifici isolati storici non urbani, delle aree consolidate e delle aree di recente formazione fatte salve le prescrizioni particolari delle singole U.T.O.E., le destinazioni ammissibili sono oltre la residenza, tutte le attività ad essa connesse, quali ad esempio attrezzature sociali e collettive, commercio al dettaglio e terziario di servizio, artigianato tradizionale e di servizio purchè non inquinante che non rechi pregiudizio alla residenza. 6) Aree produttive esistenti Il P.S. considera aree produttive esistenti le parti di territorio attualmente urbanizzate ed edificate a funzione prevalentemente produttiva-artigianale. Tali aree sono distinte in due categorie: A) quelle localizzate in piccole zone ai limiti dell abitato o inserite all interno degli insediamenti residenziali; B) quelle collocate nella zona industriale di La Rosa inserite in lotizzazioni sufficientemente ordinate. 20

1. INSERIMENTO URBANISTICO

1. INSERIMENTO URBANISTICO A.S.A. Azienda Servizi Ambientali Comune di Pomarance OPERE DI COLLETTAMENTO DELLA RETE FOGNARIA AL NUOVO DEPURATORE RELAZIONE INSERIMENTO URBANISTICO Data Aprile 2015 Codice PGI G089-0636-000 Codice Commessa

Dettagli

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO Nelle tavole seguenti si esaminano rispettivamente i valori storico-culturali e il patrimonio storico architettonico con la viabilità storica; in questo caso non si rilevano situazioni di particolare interesse.

Dettagli

ART. 19 - G - SERVIZI GENERALI (vigenti)

ART. 19 - G - SERVIZI GENERALI (vigenti) ART. 19 - G - SERVIZI GENERALI (vigenti) La zona è destinata ad accogliere attrezzature e servizi pubblici o ad uso pubblico di interesse generale su scala territoriale: uffici pubblici o privati di interesse

Dettagli

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05 Documento approvato con DGR 1532 del 2.12.2005 - Allegato 2 - ALLEGATO 2

Dettagli

Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica

Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica 20 ottobre 2004 Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica Norme di Attuazione: Titolo 6 Elaborati grafici di riferimento: Tavola 2 OBIETTIVI DEL PTCP COORDINAMENTO

Dettagli

SCHEDE DESCRITTIVE AREE DEGRADATE

SCHEDE DESCRITTIVE AREE DEGRADATE SCHEDE DESCRITTIVE AREE DEGRADATE In adeguamento al Regolamento n.1 di attuazione della legge regionale n. 50/2012, articolo 2 - comma 6, nel Comune di Tezze sul Brenta è stata individuata un area degradata

Dettagli

VARIANTE AL R.U. PER INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TRATTO DELLA S.R.T. 439 "SARZANESE - VALDERA" IN ATTRAVERSAMENTO DEL C.A.

VARIANTE AL R.U. PER INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TRATTO DELLA S.R.T. 439 SARZANESE - VALDERA IN ATTRAVERSAMENTO DEL C.A. SIMONE STEFANI - GEOLOGO GEOLOGIA ECOLOGIA - AMBIENTE COMUNE DI TERRICCIOLA (Provincia di Pisa) VARIANTE AL R.U. PER INTERVENTI DI MESSA IN SICUREZZA DEL TRATTO DELLA S.R.T. 439 "SARZANESE - VALDERA" IN

Dettagli

STATUTO DEL LUOGO N. 2

STATUTO DEL LUOGO N. 2 CF e PI 00259290518 http://wwwcivichianait PIANO STRUTTURALE STATUTO DEL LUOGO N 2 La Fattoria di Dorna e la valle del Leprone PROGETTO: Prof Arch Giorgio Pizziolo Dott Arch Gabriele Corsi (Aprile 1997)

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA. Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente

LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA. Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente Legge 1986022 Pagina 1 di 5 LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE

Dettagli

DISCIPLINA DI SALVAGUARDIA DEL REGOLAMENTO URBANISTICO ADOTTATO

DISCIPLINA DI SALVAGUARDIA DEL REGOLAMENTO URBANISTICO ADOTTATO DIREZIONE URBANISTICA SERVIZIO Edilizia Privata, DISCIPLINA DI SALVAGUARDIA DEL REGOLAMENTO URBANISTICO ADOTTATO Deliberazione Consiglio Comunale n. 13/2014 SCHEDA INFORMATIVA Aprile 2014 In data 25 marzo

Dettagli

Art. 1 - Principi e scopi Art. 2 - Contenuti delle norme Art. 3 Principi interpretativi Art. 4 Ambito d intervento Art. 5 Suddivisione del territorio

Art. 1 - Principi e scopi Art. 2 - Contenuti delle norme Art. 3 Principi interpretativi Art. 4 Ambito d intervento Art. 5 Suddivisione del territorio Art. 1 - Principi e scopi Art. 2 - Contenuti delle norme Art. 3 Principi interpretativi Art. 4 Ambito d intervento Art. 5 Suddivisione del territorio Art. 6 Comparti sottoposti a ristrutturazione edilizia

Dettagli

P.TA A MARE VIA DI VIACCIA

P.TA A MARE VIA DI VIACCIA COMUNE DI PISA Ufficio Speciale del Piano REGOLAMENTO URBANISTICO SCHEDA-NORMA PER LE AREE DI TRASFORMAZIONE SOGGETTE A PIANO ATTUATIVO scheda n.23.1 P.TA A MARE VIA DI VIACCIA D.M.1444/68: ZONA OMOGENEA

Dettagli

Disposizioni e tabelle per la determinazione del contributo di cui al titolo VII della L.R Toscana 03.01.2005 n.1

Disposizioni e tabelle per la determinazione del contributo di cui al titolo VII della L.R Toscana 03.01.2005 n.1 . Comune di Vicopisano Provincia di Pisa Servizio 3 U.O. 3.3 Tel. 050 796533 - Fax 050 796540 ediliziaprivata@comune.vicopisano.pi.it Disposizioni e tabelle per la determinazione del contributo di cui

Dettagli

CITTA DI PISTICCI COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA

CITTA DI PISTICCI COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA CITTA DI PISTICCI (Provincia di Matera) COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA (Art. 8 D.Lgs. n. 114/98 ed art. 19

Dettagli

Direzione Centrale Sviluppo del Territorio Settore Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree

Direzione Centrale Sviluppo del Territorio Settore Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree Direzione Centrale Sviluppo del Territorio Settore Pianificazione Tematica e Valorizzazione Aree SCHEDA SINTETICA DESCRITTIVA RELATIVA ALL IMMOBILE SITO IN VIALE MONZA 148 Allegata all avviso per l attivazione

Dettagli

PIANO DEGLI INTERVENTI

PIANO DEGLI INTERVENTI COMUNE DI MUSSOLENTE Provincia di Vicenza P.R.C. Elaborato Scala PIANO DEGLI INTERVENTI Atto di Indirizzo Criteri perequativi per il Piano degli Interventi IL SINDACO Maurizio Chemello IL SEGRETARIO Maria

Dettagli

Schede delle aree di trasformazione MODIFICATA A SEGUITO DELLE CONTRODEDUZIONI

Schede delle aree di trasformazione MODIFICATA A SEGUITO DELLE CONTRODEDUZIONI Schede delle aree di trasformazione MODIFICATA A SEGUITO DELLE CONTRODEDUZIONI Novembre 2012 INDICE Nuove aree di trasformazione... 3 Ambito A - Residenziale e Commerciale... 4 Ambito B - Residenziale

Dettagli

Comune di Cenate Sotto PGT Piano dei servizi 6 settembre 2012

Comune di Cenate Sotto PGT Piano dei servizi 6 settembre 2012 INDICE 1. Elementi costitutivi del... 2 2. Zona S1: aree per l'istruzione pubblica... 2 3. Zona S2: aree per servizi pubblici... 2 4. Zona S3: aree per attrezzature religiose... 2 5. Zona S4: aree pubbliche

Dettagli

NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE - AMBITO DI RIQUALIFICAZIONE N 2: Piano di Recupero N 3 Albergo Trieste - via San Rocco

NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE - AMBITO DI RIQUALIFICAZIONE N 2: Piano di Recupero N 3 Albergo Trieste - via San Rocco NUCLEI DI ANTICA FORMAZIONE - AMBITO DI RIQUALIFICAZIONE N 2: Piano di Recupero N 3 Albergo Trieste - via San Rocco ORTOFOTO PLANIMETRIA AEROFOTOGRAMETRICA (scala 1:1000) Nuclei di antica formazione Criteri

Dettagli

COMUNE DI FORLI' AREA PIANIFICAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO

COMUNE DI FORLI' AREA PIANIFICAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO 6 Allegato 1 COMUNE DI FORLI' AREA PIANIFICAZIONE E SVILUPPO DEL TERRITORIO Servizio Pianificazione e Programmazione del Territorio Via delle Torri n. 13 47100 Forlì Unità Segreteria mariateresa.babacci@comune.forli.fo.it

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

PUC3 PROGRAMMA INTEGRATO DI SVILUPPO URBANO (D.G.R. N. 281 DEL 03/04/2013, art.4) Avviso pubblico

PUC3 PROGRAMMA INTEGRATO DI SVILUPPO URBANO (D.G.R. N. 281 DEL 03/04/2013, art.4) Avviso pubblico PUC3 PROGRAMMA INTEGRATO DI SVILUPPO URBANO (D.G.R. N. 281 DEL 03/04/2013, art.4) 1. Generalità Avviso pubblico La regione dell Umbria, con DGR 7 aprile 2013, n. 281, ha approvato l avviso per la presentazione

Dettagli

OPERE DI ADEGUAMENTO E VALORIZZAZIONE

OPERE DI ADEGUAMENTO E VALORIZZAZIONE OPERE DI ADEGUAMENTO E VALORIZZAZIONE CHIOSCO VILLASANTA (ALLEGATO 1) PROGETTO PRELIMINARE RELAZIONE TECNICA / ILLUSTRATIVA 1 INDICE 1. CENNI STORICI pag. 3 2. ANALISI DELLO STATO DI FATTO pag. 3 3. QUADRO

Dettagli

P I A N O D E L L A R I C O S T R U Z I O N E

P I A N O D E L L A R I C O S T R U Z I O N E comune di CAMPOSANTO P I A N O D E L L A R I C O S T R U Z I O N E Norme di specificazione per gli interventi di ricostruzione e/o delocalizzazione di edifici posti in territorio rurale vincolati dalla

Dettagli

Articolo originale. Articolo emendato

Articolo originale. Articolo emendato In seguito alla variante per l'area centrale del quartiere "Torri ex Gescal" Marx-Livorno viene inserita nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale vigente - in aggiunta all'invariato

Dettagli

TITOLO 3 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI E PAESAGGISTICHE Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio

TITOLO 3 VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI E PAESAGGISTICHE Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio Art. 3.1-3.2 - Unità di paesaggio Unità di paesaggio (Art. 3.1-3.2) Indicazioni generali Le unità di paesaggio, al fine di garantire una gestione del territorio coerente con gli obiettivi di valorizzazione

Dettagli

7. LA STRUTTURA URBANA CONSOLIDATA

7. LA STRUTTURA URBANA CONSOLIDATA 7. LA STRUTTURA URBANA CONSOLIDATA 7.1. Premessa La qualità dell ambiente e lo stile di vita sono strettamente correlati alle caratteristiche specifiche della struttura urbana locale. In una fase in cui

Dettagli

Piano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia

Piano Regionale di Tutela delle Acque del Friuli Venezia Giulia Associazione Imprenditori Idroelettrici del Friuli Venezia Giulia Monitoraggio dei corsi d'acqua per la realizzazione e la gestione delle derivazioni Palazzo Torriani, Udine, 20 settembre 2013 Piano Regionale

Dettagli

Richiesta del parere preventivo della Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio (ai sensi dell art. 18 del Regolamento Edilizio)

Richiesta del parere preventivo della Commissione per la Qualità Architettonica e il Paesaggio (ai sensi dell art. 18 del Regolamento Edilizio) COMUNE DI FERRARA Città patrimonio dell Umanità Marca da Bollo PG Allo Sportello Unico per l Edilizia PR Ufficio Ricezione Data di arrivo Richiesta del parere preventivo della Commissione per la Qualità

Dettagli

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale.

Quadro normativo delle Regioni e Province Autonome sulla VAS LIGURIA. Disciplina della valutazione di impatto ambientale. L.R. 4/09/1997, n. 36. Pubblicata nel B.U. Liguria 17 settembre 1997, n. 16, L.R. 30/12/1998, n. 38. Pubblicata nel B.U. Liguria 20 gennaio 1999, n. 1. L.R. 4/08/2006, n. 20. Pubblicata nel B.U. Liguria

Dettagli

Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO

Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO Autorità di Bacino BACINO PILOTA DEL FIUME SERCHIO Piano di Gestione delle Acque I Aggiornamento Rapporto tra PDGAcque e altri piani di indirizzo: PDGAlluvioni, Piano di Sviluppo Rurale, Piano di Indirizzo

Dettagli

INDIRIZZI PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI

INDIRIZZI PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI L.P. 5 SETTEMBRE 1991, N. 22 articolo 99, comma 1, lettera e bis) INDIRIZZI PER L INSTALLAZIONE DI PANNELLI SOLARI TERMICI E FOTOVOLTAICI (testo approvato con deliberazione della Giunta provinciale n.

Dettagli

TITOLO I NATURA E DEFINIZIONI

TITOLO I NATURA E DEFINIZIONI PIANO DI PROGRAMMAZIONE COMUNALE CONCERNENTE I CRITERI PER IL RILASCIO DELLE AUTORIZZAZIONI ED I CRITERI DI PROGRAMMAZIONE ALL APERTURA, AL TRASFERIMENTO DI SEDE E ALL AMPLIAMENTO DI SUPERFICIE DELLE MEDIE

Dettagli

2 & 3 ZONA RURALE TUTELATA E TURISMO SOSTENIBILE:

2 & 3 ZONA RURALE TUTELATA E TURISMO SOSTENIBILE: UTILIZZO della MISURA 323 del PSR Sottomisura B Azione 2 & 3 ZONA RURALE TUTELATA E TURISMO SOSTENIBILE: valorizzazione e recupero del patrimonio testimonianza dell economia rurale E Azione 4 Il Piano

Dettagli

L INSTALLAZIONE DEI PANNELLI TERMICI E FOTOVOLTAICI

L INSTALLAZIONE DEI PANNELLI TERMICI E FOTOVOLTAICI PROVINCIA DI TRENTO COMUNE DI PREDAZZO PIANO REGOLATORE GENERALE D E L C O M U N E D I PREDAZZO REGOLAMENTO COMUNALE PER L INSTALLAZIONE DEI PANNELLI TERMICI E FOTOVOLTAICI Arch. Luca Eccheli Via Cavour,

Dettagli

Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio

Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Architettura Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio UNA RETE DI GREENWAYS PER IL TERRITORIO DEL COMUNE DI PRATO: occasioni di riqualificazione

Dettagli

COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Provincia di Bologna

COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Provincia di Bologna 1 COMUNE DI SAN GIORGIO DI PIANO Provincia di Bologna Area Programmazione e Gestione del Territorio ALLEGATO 1 DETERMINAZIONE VALORI DI RIFERIMENTO DELLE AREE INSERITE NEL P.R.G., NEL P.S.C. E NEL R.U.E.

Dettagli

Comunità Alto Garda e Ledro Piano stralcio in materia di programmazione urbanistica del settore commerciale

Comunità Alto Garda e Ledro Piano stralcio in materia di programmazione urbanistica del settore commerciale COMUNITA' ALTO GARDA E LEDRO PIANO TERRITORIALE DELLA COMUNITA' PIANO STRALCIO IN MATERIA DI PROGRAMMAZIONE URBANISTICA DEL SETTORE COMMERCIALE art. 25 bis, comma 1 bis l.p.4 marzo 2008, n.1 NORME TECNICHE

Dettagli

Estratto Elaborato A7 PIT. Localizzazione siti oggetto di osservazione COMUNE DI EMPOLI. Servizio Urbanistica

Estratto Elaborato A7 PIT. Localizzazione siti oggetto di osservazione COMUNE DI EMPOLI. Servizio Urbanistica 12 13 11 4 5 Estratto Elaborato A7 PIT 10 6 7 3 2 8 9 1 1) Località Terrafino 2) Località Terrafino 3) Località Castelluccio 4) Località Avane 5) Località S. Maria 6) Empoli centro 7) Empoli centro 8)

Dettagli

OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato dei produttori agricoli biologici. IL SINDACO

OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato dei produttori agricoli biologici. IL SINDACO Comune di Modena Politiche Economiche, Società Partecipate e Sportello Unico L Assessore 22 settembre 2005 Prot. Gen. 2005/125195 IE 11299 OGGETTO: Modalità di svolgimento in piazza Pomposa di un mercato

Dettagli

Pagina 1 di 6. Allegato A

Pagina 1 di 6. Allegato A Allegato A LIMITI E MODALITÀ APPLICATIVE DEGLI INTERVENTI PREVISTI DAGLI ARTICOLI 2, 3 e 4 DELLA LEGGE REGIONALE N. 14 DEL 08.07.2009 e smi Pagina 1 di 6 Limiti e modalità applicative per gli interventi

Dettagli

COMUNE DI PECCIOLI Provincia di Pisa

COMUNE DI PECCIOLI Provincia di Pisa COMUNE DI PECCIOLI Provincia di Pisa REGOLAMENTO COMUNALE PER LA CONCESSIONE DI CONTRIBUTI PER IL SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE RESIDENTI NELLE FRAZIONI DEL COMUNE ED ALLE ATTIVITA ECONOMICHE IVI SVOLTE Art.

Dettagli

PIANO CASA FRIULI VENEZIA GIULIA SCHEDA SINTETICA

PIANO CASA FRIULI VENEZIA GIULIA SCHEDA SINTETICA PIANO CASA FRIULI VENEZIA GIULIA SCHEDA SINTETICA (si veda anche la parte normativa, più sotto) Norme L. 11/11/2009 n. 19; L. 21/10/2010 n. 17 Aumenti massimi (salvo casi particolari) + 35% volume con

Dettagli

PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana

PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore Difesa del suolo Regione Toscana Progetto di Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni FASE DI PARTECIPAZIONE ATTIVA (art.66 c.7 D.Lgs 152/06) I INCONTRO PUBBLICO PIANIFICAZIONE E DIFESA DEL SUOLO IN TOSCANA Ing. Beatrice Mengoni Settore

Dettagli

COMUNE DI NOVENTA DI PIAVE

COMUNE DI NOVENTA DI PIAVE COMUNE DI NOVENTA DI PIAVE Quarta Variante Parziale al Piano degli Interventi (PRG) modifica dell articolo 34 Parcheggi e servizi pubblici delle N.T.A.. Ai sensi dell'art. 18 della L.R.V. 11/2004 e s.m.i..

Dettagli

COMUNE DI SANTA CROCE SULL ARNO Provincia di Pisa

COMUNE DI SANTA CROCE SULL ARNO Provincia di Pisa Allegato B COMUNE DI SANTA CROCE SULL ARNO Provincia di Pisa SETTORE 2 GESTIONE DEL TERRITORIO E DEL PATRIMONIO U.O. URBANISTICA EDILIZIA Modifica all Appendice 2 Schede norma dei comparti di trasformazione

Dettagli

REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE N. 30/2000 SULL INQUINAMENTO ELETROMAGNETICO. SOMMARIO

REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE N. 30/2000 SULL INQUINAMENTO ELETROMAGNETICO. SOMMARIO 2 RUE ALLEGATO 6 REGOLAMENTO PER L APPLICAZIONE DELLA LEGGE REGIONALE N. 30/2000 SULL INQUINAMENTO ELETROMAGNETICO. SOMMARIO Parte I - FINALITA... 4 Art. 1 - Obiettivi 4 Parte II MODALITA DI RILASCIO DELLE

Dettagli

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA

CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA. Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA CONTRATTO DEL LAGO DI BOLSENA Accordo di Programmazione Negoziata PROTOCOLLO DI INTESA Protocollo d Intesa per l attuazione del Contratto del Lago di Bolsena PREMESSO CHE la Direttiva 2000/60/CE del Parlamento

Dettagli

Il contributo della Pianificazione Comunale nel calcolo degli indicatori

Il contributo della Pianificazione Comunale nel calcolo degli indicatori Il contributo della Pianificazione Comunale nel calcolo degli indicatori A cura di: Gianluca Bortolini - referente per il Mosaico Informatizzato Provinciale - Sintesi PRG Settore Operativo Pianificazione

Dettagli

Linee guida del Piano Programma di valorizzazione e gestione del Complesso Ex Convento di Sant Orsola.

Linee guida del Piano Programma di valorizzazione e gestione del Complesso Ex Convento di Sant Orsola. ALLEGATO 2 Linee guida del Piano Programma di valorizzazione e gestione del Complesso Ex Convento di Sant Orsola. Approvate dalla Giunta Provinciale con Deliberazione n. 22 del 18 Febbraio 2014 Palazzo

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

Norme Tecniche di Attuazione

Norme Tecniche di Attuazione COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO SETTORE SVILUPPO DEL TERRITORIO SERVIZIO URBANISTICA SERVIZIO AMBIENTE PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale

Dettagli

IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA

IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA INU Emilia Romagna Istituto Nazionale Urbanistica Summer School 2010 Cesenatico, 23-24-25 settembre 2010 IL PROGETTO URBANO COME FASE INTERMEDIA FRA POC E PUA RELAZIONE GUIDO LEONI P.le Arturo Balestrieri

Dettagli

ALLEGATO 4 ALLA D.C.C. n. del ADOZIONE VARIANTE 4 AL R.U. ADEGUAMENTI DEL MINITORAGGIO DEPOSITO INDAGINI GEOLOGICHE

ALLEGATO 4 ALLA D.C.C. n. del ADOZIONE VARIANTE 4 AL R.U. ADEGUAMENTI DEL MINITORAGGIO DEPOSITO INDAGINI GEOLOGICHE ALLEGATO 4 ALLA D.C.C. n. del ADOZIONE VARIANTE 4 AL R.U. ADEGUAMENTI DEL MINITORAGGIO DEPOSITO INDAGINI GEOLOGICHE CITTA` DI FOLLONICA SETTORE 3 USO E ASSETTO DEL TERRITORIO S.I.T. U.O.C. N. 8 PIANIFICAZIONE

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE IN MATERIA DI CESSIONE DI AREE PER STANDARD URBANISTICI

REGOLAMENTO COMUNALE IN MATERIA DI CESSIONE DI AREE PER STANDARD URBANISTICI COMUNE DI BARDONECCHIA Provincia di Torino CAP. 10052 UFFICIO TECNICO EDIIZIA PRIVATA REGOLAMENTO COMUNALE IN MATERIA DI CESSIONE DI AREE PER STANDARD URBANISTICI Maggio 2010 Approvato con deliberazione

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

( testo attuale e modificato)

( testo attuale e modificato) C O M U N E d i C R E S P I N A Servizi al Territorio Variante al Regolamento Urbanistico - Modifica alle Norme Tecniche di Attuazione relative agli impianti e aree cimiteriali ( articoli 61 e 66 ) ( testo

Dettagli

ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL 13-07-1999 (punto N. 20. ) Delibera N.788 del 13-07-1999

ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL 13-07-1999 (punto N. 20. ) Delibera N.788 del 13-07-1999 REGIONE TOSCANA GIUNTA REGIONALE ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL 13-07-1999 (punto N. 20. ) Delibera N.788 del 13-07-1999 Proponente CLAUDIO DEL LUNGO DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE TERRITORIALI E

Dettagli

COMUNE DI BASTIA UMBRA

COMUNE DI BASTIA UMBRA COMUNE DI BASTIA UMBRA SETTORE URBANISTICA Legge regionale 22 febbraio 2005 n.11, art.33, comma 5 Variante parziale al PRG Edifici sparsi di interesse storico, architettonico e culturale Allegato D PROVINCIA

Dettagli

Padova st innovazione. Riconversione e Riqualificazione sostenibile della ZIP nord di Padova IMPOSTAZIONE METODOLOGICA

Padova st innovazione. Riconversione e Riqualificazione sostenibile della ZIP nord di Padova IMPOSTAZIONE METODOLOGICA Padova st innovazione Riconversione e Riqualificazione sostenibile della ZIP nord di Padova IMPOSTAZIONE METODOLOGICA INTRODUZIONE La ZIP di Padova, ha rappresentato e certamente ancora rappresenta una

Dettagli

Ambiti di Rivitalizzazione Prioritaria (ARP)

Ambiti di Rivitalizzazione Prioritaria (ARP) Incontro Ordini professionali Regione Umbria Legge regionale 21 gennaio 2015, n.1 Testo unico governo del territorio e materie correlate Ambiti di Rivitalizzazione Prioritaria (ARP) DIREZIONE PROGRAMMAZIONE,

Dettagli

Modifiche in materia Commerciale

Modifiche in materia Commerciale PROVINCIA DI BOLOGNA PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE Modifiche in materia Commerciale VARIANTE NON SOSTANZIALE AL PTCP ai sensi dell art.27bis della L.R. 20/2000 e s.m.i. RECEPIMENTO DEI

Dettagli

Provincia di Bologna Workshop di approfondimento sui PRA e interventi edilizi in territorio

Provincia di Bologna Workshop di approfondimento sui PRA e interventi edilizi in territorio Impiego del PRA e della Modulistica-tipo per l'attestazione della sussistenza dei requisiti richiesti dall'art. 11.5 delle Norme del PTCP per gli interventi in definiti significativi dagli strumenti urbanistici

Dettagli

IL VERDE PUBBLICO 2.0

IL VERDE PUBBLICO 2.0 IL VERDE PUBBLICO 2.0 Approcci innovativi alla gestione del verde 21 novembre 2014, Brindisi Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, L. n 10/2013: cosa significa per i Comuni? Dott.ssa for. Francesca

Dettagli

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

RELAZIONE ILLUSTRATIVA COMUNE DI CRESPELLANO (Provincia di Bologna) VARIANTE AL PIANO PARTICOLAREGGIATO DI INIZIATIVA PRIVATA IN LOCALITÀ CAPOLUOGO COMPARTO EDIFICATORIO N. 11 (C2) RELAZIONE ILLUSTRATIVA LA PROPRIETÀ: Soc. L.

Dettagli

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI

PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI PRODUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA DA FONTI RINNOVABILI Procedura autorizzativa di impianti fotovoltaici NORMATIVA DI RIFERIMENTO Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387; Legge Regionale 14 dicembre

Dettagli

DETERMINAZIONI IN ORDINE ALLE DIMENSIONI DELLE STRADE ED ALLE DISTANZE DI RISPETTO STRADALI E DEI TRACCIATI FERROVIARI DI PROGETTO

DETERMINAZIONI IN ORDINE ALLE DIMENSIONI DELLE STRADE ED ALLE DISTANZE DI RISPETTO STRADALI E DEI TRACCIATI FERROVIARI DI PROGETTO DETERMINAZIONI IN ORDINE ALLE DIMENSIONI DELLE ED ALLE DISTANZE DI RISPETTO STRADALI E DEI TRACCIATI FERROVIARI DI PROGETTO (articolo 70 della legge provinciale 5 settembre 1991, n. 22 articolo 64 della

Dettagli

COMUNE DI VEDANO AL LAMBRO PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO. ai sensi della LR 12/05 e s.m. e i.

COMUNE DI VEDANO AL LAMBRO PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO. ai sensi della LR 12/05 e s.m. e i. COMUNE DI VEDANO AL LAMBRO PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO ai sensi della LR 12/05 e s.m. e i. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Allegato 1 Stima degli effetti ambientali attesi

Dettagli

Università Roma Tre CdLM Architettura - Progettazione urbana

Università Roma Tre CdLM Architettura - Progettazione urbana Università Roma Tre CdLM Architettura - Progettazione urbana Laboratorio di Urbanistica 1 Titolarità del Laboratorio: Simone Ombuen Anno accademico 2012-2013 secondo semestre Modulo Diritto (4 cfu) Docente:

Dettagli

Capo I disposizioni comuni. art. 1 contenuti e finalità. art. 2 struttura competente

Capo I disposizioni comuni. art. 1 contenuti e finalità. art. 2 struttura competente Regolamento per la concessione e l erogazione dei contributi per la realizzazione di alloggi o residenze per studenti universitari, ai sensi della legge regionale 23 gennaio 2007, n. 1, art. 7, comma 18

Dettagli

PROPOSTA DI DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE

PROPOSTA DI DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE PROPOSTA DI DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE Enunciato l argomento iscritto al n. dell o.d.g., il Presidente mette in approvazione la seguente proposta di deliberazione: OGGETTO: VARIANTE AL REGOLAMENTO

Dettagli

REGIONE PIEMONTE - BOLLETTINO UFFICIALE N. 12 DEL 25/03/10

REGIONE PIEMONTE - BOLLETTINO UFFICIALE N. 12 DEL 25/03/10 1 REGIONE PIEMONTE - BOLLETTINO UFFICIALE N. 12 DEL 25/03/10 Deliberazione della Giunta Regionale 16 marzo 2010, n. 50-13546 L.R. 5.12.1977 n. 56 e successive modificazioni. Comune di CARIGNANO (TO). Variante

Dettagli

ESTRATTO PLANOVOLUMETRICO DEL PIANO URBANISTICO E DELLE RELATIVE NORME DI ATTTUAZIONE

ESTRATTO PLANOVOLUMETRICO DEL PIANO URBANISTICO E DELLE RELATIVE NORME DI ATTTUAZIONE ESTRATTO PLANOVOLUMETRICO DEL PIANO URBANISTICO E DELLE RELATIVE NORME DI ATTTUAZIONE Norme di Attuazione 1^Variante Generale al PGT approvato con D.C.C. n. 33 dl 23.07.2008 o la modifica della tipologia

Dettagli

Comune di Casei Gerola. Regolamento Comunale Attività Edilizia. - Gennaio 2011 -

Comune di Casei Gerola. Regolamento Comunale Attività Edilizia. - Gennaio 2011 - Comune di Casei Gerola Regolamento Comunale Attività Edilizia - Gennaio 2011-1 INDICE articolo 1 articolo 2 articolo 3 articolo 4 articolo 5 articolo 6 articolo 7 articolo 8 articolo 9 PRINCIPI GENERALI

Dettagli

LA NUOVA LEGGE REGIONALE SUL CONSUMO DI SUOLO LR 31/14: CONTENUTI OPERATIVI, RAPPORTI CON I PGT E PTCP E OPPORTUNITA /CRITICITÀ

LA NUOVA LEGGE REGIONALE SUL CONSUMO DI SUOLO LR 31/14: CONTENUTI OPERATIVI, RAPPORTI CON I PGT E PTCP E OPPORTUNITA /CRITICITÀ LA NUOVA LEGGE REGIONALE SUL CONSUMO DI SUOLO LR 31/14: CONTENUTI OPERATIVI, RAPPORTI CON I PGT E PTCP E OPPORTUNITA /CRITICITÀ LA NUOVA LEGGE VISTA DAL BASSO, L OPINIONE DEI COMUNI. A cura dell Arch.

Dettagli

Problematica Idraulica e piani urbanistici

Problematica Idraulica e piani urbanistici Associazione Nazionale Urbanisti e Pianificatori Territoriali e Ambientali con il patrocinio di Comune di Este Consorzio di Bonifica Adige Euganeo PREVENZIONE DEL RISCHIO IDRAULICO: UN COMPITO PER LA PIANIFICAZIONE

Dettagli

Assistenza tecnica funzionale alla

Assistenza tecnica funzionale alla definizione, alla identificazione ed alla gestione dei Sistemi Turistici Locali ed altri idonei strumenti di promozione turistico territoriale complementari agli STL, e utili allo sviluppo del settore

Dettagli

Fondamenti di diritto urbanistico L'attuazione delle previsioni di PRG : Contenuti specifici degli strumenti urbanistici Il Piano di Lottizzazione

Fondamenti di diritto urbanistico L'attuazione delle previsioni di PRG : Contenuti specifici degli strumenti urbanistici Il Piano di Lottizzazione Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2015/2016 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I Fondamenti di diritto urbanistico L'attuazione delle previsioni

Dettagli

COMUNE DI MONTEGIORGIO

COMUNE DI MONTEGIORGIO COMUNE DI MONTEGIORGIO (Provincia di ASCOLI PICENO) STUDIO PRELIMINARE DI FATTIBILITA FINALIZZATO ALL AMPLIAMENTO DEL CENTRO COMMERCIALE ROSSETTI Località: Via Faleriense Est, 81 63025 Montegiorgio (AP)

Dettagli

Elaborati del Piano Strutturale.

Elaborati del Piano Strutturale. Elaborati del Piano Strutturale. Il Piano Strutturale è costituito dai seguenti elaborati: QUADRO CONOSCITIVO Q.C. 01 - Relazione Illustrativa del Quadro Conoscitivo Documento. Allegato QC 1a - Foto satellitare

Dettagli

Comune di Caldogno (VI) Piano degli Interventi L.R. 23 aprile 2004 n 11, art.18

Comune di Caldogno (VI) Piano degli Interventi L.R. 23 aprile 2004 n 11, art.18 Comune di Caldogno (VI) Piano degli Interventi L.R. 23 aprile 2004 n 11, art.18 Bando di raccolta delle proposte di Accordi Pubblico-Privato COMUNE DI CALDOGNO (VI) REDAZIONE DEL PIANO DEGLI INTERVENTI

Dettagli

MISURE DI SOSTEGNO A FAVORE DEI PICCOLI COMUNI DELLA LOMBARDIA.

MISURE DI SOSTEGNO A FAVORE DEI PICCOLI COMUNI DELLA LOMBARDIA. LEGGE REGIONALE N. 11 DEL 05-05-2004 REGIONE LOMBARDIA MISURE DI SOSTEGNO A FAVORE DEI PICCOLI COMUNI DELLA LOMBARDIA. Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LOMBARDIA N. 19 del 7 maggio 2004 SUPPLEMENTO

Dettagli

PIANO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PRIVATA FOGLIO 171 PART.LLA 124 TERNI

PIANO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PRIVATA FOGLIO 171 PART.LLA 124 TERNI PIANO ATTUATIVO DI INIZIATIVA PRIVATA FOGLIO 171 PART.LLA 124 TERNI Il sottoscritto: Arch. Riccardo Palestra Iscritto all'albo Professionale: Ordine degli Architetti con il n 444 della Provincia di Terni

Dettagli

REGIONE LIGURIA PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO RURALE PER IL PERIODO

REGIONE LIGURIA PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO RURALE PER IL PERIODO Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali REGIONE LIGURIA PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO RURALE PER IL PERIODO 2007-2013 ALLEGATO D RIDEFINIZIONE ZONE SVANTAGGIATE La zonizzazione delle

Dettagli

Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni

Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni Decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554 Regolamento di attuazione della legge quadro in materia di lavori pubblici 11 febbraio 1994, n. 109, e successive modificazioni (G.U. n.

Dettagli

V ar i a nt e spec if ic a ai s ens i de l l a rt. 17 c o mm a 8 de l l a L.R. 56 /7 7 e s.m.i.

V ar i a nt e spec if ic a ai s ens i de l l a rt. 17 c o mm a 8 de l l a L.R. 56 /7 7 e s.m.i. Inquadramento generale e obiettivi delle modifiche La Variante specifica art. 17 comma 7 definita nei suoi obiettivi generali come anticipatoria di alcuni contenuti della variante Strutturale Qualità è

Dettagli

OGGETTO: ISTANZA DI DEPOSITO DI FRAZIONAMENTO CATASTALE IN AREE A FUNZIONE AGRICOLA. Il/La sottoscritto/a. Nato/a a il

OGGETTO: ISTANZA DI DEPOSITO DI FRAZIONAMENTO CATASTALE IN AREE A FUNZIONE AGRICOLA. Il/La sottoscritto/a. Nato/a a il Al Comune di Follonica Settore Urbanistica OGGETTO: ISTANZA DI DEPOSITO DI FRAZIONAMENTO CATASTALE IN AREE A FUNZIONE AGRICOLA Il/La sottoscritto/a Nato/a a il Con residenza anagrafica nel Comune di Prov.

Dettagli

Progetto Preliminare Adottato con delibera del Consiglio Comunale n.. del.

Progetto Preliminare Adottato con delibera del Consiglio Comunale n.. del. REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI ALESSANDRIA COMUNE DI PECETTO DI VALENZA Legge Regionale 5 dicembre 1977 n. 56 e successive modifiche ed integrazioni PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE Approvato con D.G.R.

Dettagli

Energiebonus / bonus energia - 2014

Energiebonus / bonus energia - 2014 AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE Natur, Landschaft und Raumentwicklung Natura, paesaggio e sviluppo del territorio Abteilung 28 Ripartizione 28 Energiebonus

Dettagli

IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NORMATIVA DI RIFERIMENTO:

IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NORMATIVA DI RIFERIMENTO: IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI NORMATIVA DI RIFERIMENTO: D.Lgs 387/2003 (promozione produzione energia da fonti rinnovabili); D.M. Sviluppo Economico 20 settembre 2010 (linee

Dettagli

Zona Elementare 1891 area 03 Stra.llo Fossa Burracchione Accordo art. 18 LR20/2000 in variante al POC

Zona Elementare 1891 area 03 Stra.llo Fossa Burracchione Accordo art. 18 LR20/2000 in variante al POC Zona Elementare 1891 area 03 Stra.llo Fossa Burracchione Accordo art. 18 LR20/2000 in variante al POC Applicazione dell art. 14.1 del Testo Coordinato delle Norme di PSC-POC-RUE RAPPORTO PRELIMINARE (ART.

Dettagli

ACSA Ambito Località villaggio Giovi via Gorki e via Sacharof

ACSA Ambito Località villaggio Giovi via Gorki e via Sacharof 1 Localizzazione ecografica: Localizzazione catastale: Località villaggio Giovi via Gorki e via Sacharof Foglio 43 Mappali 63, 65, 67, 71, 73, 75, 114. Foglio 44 Mappali 23, 24, 25, 59, 62. Foglio 45 Mappali

Dettagli

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale

REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale O GG E TTO : Art. 57 LR 36/97 e art. 8 LR 18/99 : Schema di Accordo di Pianificazione per variante PTC della Provincia di Genova in recepimento del Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico del Bacino

Dettagli

GRUPPO AZIONE LOCALE BASSO TIRRENO COSENTINO Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013 PSR 2007-2013 - ASSE 4 APPROCCIO LEADER

GRUPPO AZIONE LOCALE BASSO TIRRENO COSENTINO Programma di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2007-2013 PSR 2007-2013 - ASSE 4 APPROCCIO LEADER GRUPPO AZIONE LOCALE BASSO TIRRENO COSENTINO PSR 2007-2013 - ASSE 4 APPROCCIO LEADER Programma di Sviluppo Locale BASSO TIRRENO COSENTINO SCHEDA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE ALLA PRESENTAZIONE DI PROGETTI

Dettagli

Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo. Fase Conoscitiva

Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo. Fase Conoscitiva Il Piano Urbano dei Servizi del Sottosuolo Fase Conoscitiva Quali fattori vanno analizzati La fase conoscitiva analizza: Realtà geoterritoriale (quadro strutturale) Quadro Urbano (infrastrutture, edificato,

Dettagli

COMUNE PROVINCIA. Norme di Attuazione. Piano Attuativo PP6 Piazza Fiera su p.f. 168/5 C.C. Cavalese

COMUNE PROVINCIA. Norme di Attuazione. Piano Attuativo PP6 Piazza Fiera su p.f. 168/5 C.C. Cavalese COMUNE PROVINCIA DI CAVALESE DI TRENTO Norme di Attuazione Piano Attuativo PP6 Piazza Fiera su p.f. 168/5 C.C. Cavalese Cavalese, aprile 2014 Il Tecnico EDILSTUDIO Via Coronelle 9 38033 Cavalese Tel. 0462/342820

Dettagli

PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.)

PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.) REGIONE MARCHE Giunta Regionale PIANO REGIONALE ATTIVITA ESTRATTIVE (P.R.A.E.) DIRETTIVA PER LE CAVE DI PRESTITO (articolo 6, comma 2, lettera e) della L.R. 1 dicembre 1997, n. 71) Art. 1 Definizioni e

Dettagli

AZIONE B 4 PRSE 2001-2005 Infrastrutture pubbliche per il turismo Annualità 2005

AZIONE B 4 PRSE 2001-2005 Infrastrutture pubbliche per il turismo Annualità 2005 ALLEGATO 2 AZIONE B 4 PRSE 2001-2005 Infrastrutture pubbliche per il turismo Annualità 2005 Beneficiari Enti locali, soggetti pubblici, società o fondazioni immobiliari a prevalente capitale pubblico che

Dettagli

Comune. Santa Maria Maggiore. Siti RN2000. ZPS Val Formazza SIC/ZPS/Parco Nazionale della Val Grande. PRGC vigente

Comune. Santa Maria Maggiore. Siti RN2000. ZPS Val Formazza SIC/ZPS/Parco Nazionale della Val Grande. PRGC vigente Comune Siti RN2000 Santa Maria Maggiore ZPS Val Formazza SIC/ZPS/Parco Nazionale della Val Grande PRGC vigente Varchi SM1 INCONTRO CON IL COMUNE Comune di Santa Maria Maggiore 21/12/2010 L espansione edilizia

Dettagli

relativo alla Seconda Soluzione Agosto 2013

relativo alla Seconda Soluzione Agosto 2013 COMUNE DI FOSDINOVO Località CANIPAROLA PIANO DI RECUPERO CASA ALBACHIARA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S. ai sensi dell art. 22, L.R.T. n 10/2010 RAPPORTO AMBIENTALE PRELIMINARE relativo alla Seconda

Dettagli