L INTERVENTO NEI CASI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO

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1 Fondazione Besso di Roma L INTERVENTO NEI CASI DI BULLISMO E CYBERBULLISMO Indicazioni per le attività rivolte agli alunni; valutare e promuovere il coinvolgimento delle famiglie; esercitazioni da sperimentare e riportare in classe. dott.ssa Fabiola Trojani Psicologa, Psicoterapeuta, Psicologa Giuridica

2 LO SCREENING Cosa può fare la scuola? individuare, attraverso l utilizzo di scale di valutazione diretta, gli alunni «a rischio» per problemi comportamentali ed emozionali. Segnalare alle famiglie l opportunità di effettuare una possibile valutazione specialistica. Promuovere il coinvolgimento delle famiglie. Collaborare con gli specialisti e le strutture nel percorso diagnostico, terapeutico ed eventualmente giudiziario.

3 SCALE DI VALUTAZIONE SEDS Test dei Problemi Comportamentali ed Emozionali Edizioni Erickson TVD Test di Valutazione del Disagio e della Dispersione Scolastica Edizioni Erickson

4 SEDS Può essere utilizzato dall ultimo anno della Scuola Materna (5 anni) fino al termine della Scuola Secondaria. Indaga 6 aree: evitamento dell interazione con i compagni interazione aggressiva evitamento dell interazione con gli insegnanti comportamenti inappropriati reazione depressiva reazioni fisiche di paura Viene compilato dagli insegnanti e/o dagli specialisti dopo un periodo di osservazione diretta dell alunno di almeno tre settimane.

5 TVD Può essere utilizzato nella Scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado. Indaga 5 aree: concetto di sé rapporti con i compagni rapporto con l istituzione scolastica rapporto con gli insegnanti rapporto con i genitori Viene compilato direttamente dagli alunni.

6 I LIVELLI DI INTERVENTO Con il singolo alunno Con il gruppo classe Con la comunità scolastica Con la comunità locale Più sono coinvolti i vari livelli più è efficace l intervento.

7 CON LA VITTIMA Supporto individuale e sostegno in classe «Ti ringrazio per avermi raccontato quello che ti sta succedendo. Capisco quanto possa essere difficile per te venire a scuola in questo momento, ma il fatto di avermene parlato mi darà modo di poterti aiutare.»

8 CON IL BULLO Approccio legale Approccio umanistico

9 APPROCCIO LEGALE Si basa sulla condivisione dei comportamenti accettabili e non accettabili all interno del gruppo classe e della scuola. L obiettivo è quello di far riflettere e responsabilizzare l alunno sulla gravità degli atti compiuti.

10 APPROCCIO UMANISTICO Si basa sulla capacità di ascoltare il bullo per aiutarlo gradualmente a sviluppare la capacità empatica, attraverso un esperienza di empatia su di sé. L obiettivo è quello di promuovere la capacità di sentire le emozioni e i vissuti delle vittime.

11 CON IL GRUPPO CLASSE Approccio Curriculare Potenziamento delle abilità sociali e della cooperazione

12 APPROCCIO CURRICULARE Prevede l utilizzo di attività didattiche che affrontano attraverso tematiche storiche, sociali e culturali le caratteristiche del bullismo (es. il concetto di potere, di oppressione, di violenza, il pregiudizio, la diversità, ecc.). L obiettivo è quello di acquisire e potenziare la consapevolezza del fenomeno delle prevaricazioni, evidenziandone cause, effetti e strategie di risoluzione.

13 I DOCENTI Inseriscono nella programmazione didattica attività cooperative e in sottogruppi che promuovano la conoscenza e le relazioni tra gli alunni; Propongono attività di conoscenza e di prevenzione del bullismo e del cyberbullismo.

14 IL CONSIGLIO DI CLASSE mette in comune le osservazioni e le informazioni sugli alunni, nella consapevolezza che ognuno ha una visione parziale e che tutti i punti di vista insieme raggiungono una comprensione più articolata; concorda regole di comportamento chiare e comprensibili e relative sanzioni, impegnandosi a farle rispettare alla classe in modo concorde ed uniforme; stabilisce strategie di intervento e, se occorre, stabilisce provvedimenti disciplinari a valenza educativa; Si confronta nel tempo per cogliere l evoluzione dei casi e verificare l efficacia degli interventi.

15 CON LA COMUNITA SCOLASTICA Elaborazione di un Piano di prevenzione ed intervento del Bullismo e del Cyberbullismo, che preveda attività di screening e strategie di risoluzione a livello di istituto, di classe e di interventi sui singoli alunni. L obiettivo è quello di favorire la condivisione e l alleanza tra tutte le componenti scolastiche (Dirigente, docenti, famiglie, alunni, collaboratori scolastici, ecc.)

16 CON LA COMUNITA LOCALE Coinvolgere le realtà locali (Forze dell Ordine, Associazioni, Professionisti) negli interventi di prevenzione e di presa in carico delle situazioni di bullismo e cyberbullismo. L obiettivo è quello di «fare rete» e promuovere quanto più possibile un intervento integrato.

17 ASPETTI PSICOGIURIDICI E NORMATIVI Nel bullismo possono essere individuabili diversi reati previsti dal Codice Penale Italiano (ingiuria, diffamazione, minacce, lesioni, furto, molestie sessuali, ecc.)

18 ASPETTI PSICOGIURIDICI E NORMATIVI In base al Codice Penale Italiano il soggetto su cui incombe l obbligo di denuncia è quello apicale dell Istituzione e, dunque, nella scuola il Dirigente Scolastico (o il collaboratore che lo sostituisce in caso di assenza o impedimento).

19 ASPETTI PSICOGIURIDICI E NORMATIVI In base al Codice Penale Italiano il personale non apicale dell Istituzione Scolastica (docenti, psicologi scolastici, ecc.) ha l obbligo di riferire al Dirigente Scolastico per non incorrere nel reato di omessa denuncia.

20 BIBLIOGRAFIA Mancini e Gabrielli (1998) «TVD-Test di Valutazione del Disagio e Della Dispersione Scolastica», Edizioni Erickson Hutton e Roberts (1990) «SEDS-Test dei Problemi Comportamentali ed Emozionali», Edizioni Erickson

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