CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER RSPP E ASSP MACROSETTORE ATTIVITA 8 MODULO A5

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1 CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER RSPP E ASSP MACROSETTORE ATTIVITA 8 MODULO A5

2 ARGOMENTI DELLA LEZIONE Rischio cancerogeni e mutageni; Rischio chimico; Rischio biologico; Rumore Ing. Lara Sirna 2

3 RISCHIO CANCEROGENI E MUTAGENI Ing. Lara Sirna 3

4 DEFINIZIONI Ing. Lara Sirna 4

5 RISCHIO CANCEROGENO RISCHIO ASSOCIATO ALLA PRESENZA DI SOSTANZE CANCEROGENE IN AMBIENTI DI LAVORO OVE SIANO PRESENTI LAVORATORI ESPOSTI. Ing. Lara Sirna 5

6 LA LEGGE DICE Il D.Lgs. N 52 del 3 febbraio 1997, (concernente classificazione e imballaggio delle sostanze pericolose), definisce cancerogeno 1 e 2: Sostanze e preparati che per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono provocare il cancro o aumentarne la frequenza. Ing. Lara Sirna 6

7 IN PRATICA Un agente cancerogeno è un fattore in grado di causare un cancro o favorire la propagazione del rischio in soggetti esposti. Tra gli agenti cancerogeni ci possono essere: Sostanze chimiche; Radiazioni ionizzanti Ing. Lara Sirna 7

8 A livello internazionale, lo IARC (International Agency for Research on Cancer), parte dell OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) classifica gli agenti cancerogeni noti in 4 gruppi: Categoria 1: cancerogena per l'uomo. Categoria 2A: cancerogena probabile per l'uomo. Categoria 2B: cancerogena possibile per l'uomo. Categoria 3: classificazione impossibile riguardo all'azione cancerogena per l'uomo. Categoria 4: probabilmente non cancerogena per l'uomo. Es. Benzene Ing. Lara Sirna 8

9 RISCHIO MUTAGENO RISCHIO ASSOCIATO ALLA PRESENZA DI SOSTANZE MUTAGENE IN AMBIENTI DI LAVORO OVE SIANO PRESENTI LAVORATORI ESPOSTI. Ing. Lara Sirna 9

10 LA LEGGE DICE Il D.Lgs. N 52 del 3 febbraio 1997, (concernente classificazione e imballaggio delle sostanze pericolose), definisce mutageno 1 e 2: Sostanze e preparati che per inalazione, ingestione o assorbimento cutaneo, possono causare effetti genetici ereditari o aumentarne la frequenza. Ing. Lara Sirna 10

11 IN PRATICA Agente in grado di provocare una mutazione genetica ovvero variare la sequenza nucleotidica del materiale genetico (sia DNA che RNA). In generale le mutazioni genetiche sono gli elementi di base grazie ai quali possono svolgersi i processi evolutivi: esse determinano infatti la cosiddetta variabilità genetica, ovvero la condizione per cui gli organismi differiscono tra loro per uno o più caratteri. Essendo la maggior parte delle mutazioni non favorevoli, gli organismi hanno sviluppato diversi meccanismi per la riparazione del DNA dai vari danni che può subire, riducendo in questo modo il tasso di mutazione. Es. Cloruro di vinile monomero Ing. Lara Sirna 11

12 PER COMPLETEZZA Ing. Lara Sirna 12

13 TERATOGENO Un agente fisico o biologico che può danneggiare direttamente il feto a dosi innocue per la madre. Es. diossine, fumo di sigaretta. Ing. Lara Sirna 13

14 Il D.Lgs 81/2008 e s.m.i. al titolo IX, fa obbligo al ddl: Art. 235 Sostituzione e riduzione 1. Evitare o ridurre l'utilizzazione; 2. Sostituire l agente dove è tecnicamente possibile; 3. Se non è tecnicamente possibile sostituire l'agente cancerogeno o mutageno necessario fare in modo che il sistema di impiego/produzione sia un sistema chiuso se tecnicamente possibile; 4. Se il ricorso a un sistema chiuso non è tecnicamente possibile il livello di esposizione dei lavoratori deve essere ridotto al più basso valore tecnicamente possibile; 5. L'esposizione non deve comunque superare il valore limite dell'agente stabilito nell'allegato XLIII. Ing. Lara Sirna 14

15 Art. 236 Valutazione del rischio Per la valutazione del rischio bisogna tenere conto di: Caratteristiche; Durata; Frequenza; Quantitativi prodotti ovvero utilizzati; Concentrazione; Capacità di penetrare nell'organismo per le diverse vie di assorbimento; La valutazione deve tener conto di tutti i possibili modi di esposizione, compreso quello in cui vi è assorbimento cutaneo. Ing. Lara Sirna 15

16 Art. 237 Misure tecniche, organizzative, procedurali Utilizzare quantitativi minimi strettamente necessari; Evitare l accumulo di queste sostanze nei luoghi di lavoro qualora queste non debbano essere utilizzate; Limitare al minimo possibile il numero dei lavoratori esposti; Dotare le aree di lavoro specifiche con appositi segnali di avvertimento e di sicurezza; Rendere questi luoghi accessibili soltanto ai lavoratori addetti e quindi autorizzati; Progettare, programmare e sorvegliare le lavorazioni in modo che non vi è emissione di agenti cancerogeni o mutageni nell'aria; Ing. Lara Sirna 16

17 Nel caso in cui ci sia emissione in aria, è necessario eliminare gli agenti cancerogeni o mutageni il più vicino possibile al punto di emissione mediante aspirazione localizzata; Dotare l'ambiente di lavoro di un adeguato sistema di ventilazione generale; Misurare i quantitativi presenti nell ambiente di lavoro; Operare pulizia sistematica e accurata dei locali, delle attrezzature e degli impianti; Elaborare procedure per i casi di emergenza che possono comportare esposizioni elevate; Su parere del MC disporre misure protettive particolari dove il rischio sia particolarmente elevato. Ing. Lara Sirna 17

18 N.B. Sono sempre fondamentali INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEI LAVORATORI SOGGETTI AL RISCHIO Ing. Lara Sirna 18

19 Art. 243 REGISTRO DEGLI ESPOSTI E CARTELLE SANITARIE I lavoratori di cui all'art. 242 sono iscritti in un registro nel quale è riportata, per ciascuno di essi, l'attività svolta, l'agente cancerogeno o mutageno utilizzato e, ove noto, il valore dell'esposizione a tale agente. Detto registro è istituito ed aggiornato dal datore di lavoro che ne cura la tenuta per il tramite del medico competente. Il responsabile del servizio di prevenzione e il rappresentante per la sicurezza hanno accesso a detto registro. Ing. Lara Sirna 19

20 Il medico competente, per ciascuno dei lavoratori di cui all'articolo 242, provvede ad istituire ed aggiornare una cartella sanitaria e di rischio, custodita presso l'azienda o unità produttiva sotto la responsabilità del datore di lavoro. I registri di esposizione, le annotazioni individuali e le cartelle sanitarie e di rischio sono custoditi e trasmessi con salvaguardia del segreto professionale e del trattamento dei dati personali. Ing. Lara Sirna 20

21 Dove nella scuola? Negli ambienti scolastici, data la destinazione d uso, non è previsto l utilizzo di agenti cancerogeni, mutageni o teratogeni. I prodotti di laboratorio eventualmente presenti devono essere eliminati poiché le esperienze di laboratorio possono essere fatte con prodotti sostitutivi Ing. Lara Sirna 21

22 RISCHIO CHIMICO Ing. Lara Sirna 22

23 AGENTE CHIMICO Tutti gli elementi o composti chimici, sia da soli sia nei loro miscugli, allo stato naturale o ottenuti, utilizzati o smaltiti, compreso lo smaltimento come rifiuti, mediante qualsiasi attività lavorativa, siano essi prodotti intenzionalmente o no e siano immessi o meno sul mercato. Ing. Lara Sirna 23

24 RISCHIO CHIMICO RISCHI PER LA SALUTE RISCHI PER LA SICUREZZA Possono influire sullo stato di salute del lavoratore esposto (tossiche, nocive, irritanti) Possono provocare incidenti o infortuni, danni o menomazioni (infiammabili, comburenti, esplosive e corrosive) Ing. Lara Sirna 24

25 RISCHI PER LA SALUTE Ing. Lara Sirna 25

26 VIE DI ESPOSIZIONE INALAZIONE INGESTIONE CONTATTO CUTANEO Ing. Lara Sirna 26

27 Rischio legato alla pericolosità di sostanze chimiche trasportate, manipolate, prodotte, stoccate. I danni provocati possono avere effetti acuti o cronici sulla salute Da cosa dipende??? Ing. Lara Sirna 27

28 TOSSICITA Caratteristica di un agente chimico che, una volta in contatto con l organismo, può provocare un alterazione omeostatica non desiderata. Omeostasi = capacità dell organismo a mantenere una stabilità interna anche al variare delle condizioni esterne attraverso meccanismi autoregolanti Ing. Lara Sirna 28

29 INTOSSICAZIONE Malattia acuta o cronica che si manifesta a seguito dell interazione tra sostanza tossica ed organismo. ACUTA si manifesta al contatto con la sostanza; Es. sostanza corrosiva -> pelle = ustione CRONICA si manifesta dopo tempo dall esposizione. Es. CO -> inalazione > insufficienza respiratoria. Ing. Lara Sirna 29

30 Piccola parentesi.. Paracelso nel 1500 scriveva.. Tutto può essere velenoso e nessuna cosa è priva di capacità venefica; è la dose che fa in modo che una sostanza non sia venefica. Ing. Lara Sirna 30

31 FATTORI DELLA TOSSICITA Relativi alla sostanza (caratteristiche chimicofisiche); Relativi alla durata e frequenza di esposizione; Relativi alla via di esposizione (sostanza tossica per ingestione, se inalata non crea problemi); Relativi all individuo (sesso, età, fattori genetici individuali dei soggetti esposti). Ing. Lara Sirna 31

32 CARATTERISTICHE DI CUI TENERE CONTO NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Sostanza utilizzata e sue caratteristiche chimico - fisiche; Modi di utilizzo; Tempi di utilizzo; Possibilità di esposizione per il lavoratore (ciclo aperto possibili vie di contatto); Vie di esposizione. Ing. Lara Sirna 32

33 N.B. Altre caratteristiche di pericolosità possono creare un rischio di incidente o di infortunio e per questo viene classificato con altri nomi (esplosione, incendio, corrosione). Ad eccezione per le sostanze infiammabili e per le polveri (organiche o metalliche) che in determinate condizioni (pressione, temperatura, concentrazione) possono dare luogo ad un esplosione. Ing. Lara Sirna 33

34 SOSTANZE ESPLOSIVI; COMBURENTI; INFIAMMABILI; FACILMENTE INFIAMMABILI; ESTREMAMENTE INFIAMMABILI; CORROSIVI; PERICOLOSI PER L AMBIENTE. Ing. Lara Sirna 34

35 SdS La Scheda di Sicurezza è una scheda tecnica fornita dal produttore/venditore del prodotto. È articolata in 16 punti ove sono raccolte le seguenti informazioni: Identificazione della sostanza/preparato e dell impresa; Composizione; Identificazione dei pericoli; Interventi di primo soccorso; Ing. Lara Sirna 35

36 Antincendio; Provvedimenti in caso di dispersione accidentale; Manipolazione e immagazzinamento; Protezione dalle esposizioni; Caratteristiche chimico- fisiche; Stabilità e reattività; Informazioni tossicologiche; Informazioni ecologiche; Informazioni sullo smaltimento; Informazioni sul trasporto; Informazioni sulla normativa; Altre informazioni Ing. Lara Sirna 36

37 D.Lgs 81/2008 e s.m.i. Obbligo del datore di lavoro è determinare l'eventuale presenza di agenti chimici pericolosi che possono rappresentare un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori, prendendo in considerazione in particolare: a) le loro proprietà pericolose; b) le informazioni sulla salute e sicurezza comunicate dal produttore o dal fornitore tramite la relativa SdS; c) il livello, il tipo e la durata dell'esposizione; d) le circostanze in cui viene svolto il lavoro in presenza di tali agenti, compresa la quantità degli stessi; e) i valori limite di esposizione professionale o i valori limite biologici; f) gli effetti delle misure preventive e protettive adottate o da adottare Ing. Lara Sirna 37

38 Nel caso di attività lavorative che comportano l'esposizione a più agenti chimici pericolosi, i rischi sono valutati in base al rischio che comporta la combinazione di tutti i suddetti agenti chimici. Ing. Lara Sirna 38

39 Sorveglianza sanitaria I lavoratori esposti agli agenti chimici pericolosi per la salute che rispondono ai criteri per la classificazione come molto tossici, tossici, nocivi, sensibilizzanti, corrosivi, irritanti, tossici per il ciclo riproduttivo, cancerogeni e mutageni di categoria 3, devono essere soggetti a sorveglianza sanitaria. La sorveglianza sanitaria viene effettuata: a) prima di adibire il lavoratore alla mansione che comporta esposizione; b) periodicamente, di norma una volta l'anno o con periodicita' diversa decisa dal medico competente con adeguata motivazione riportata nel documento di valutazione dei rischi e resa nota ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori, in funzione della valutazione del rischio e dei risultati della sorveglianza sanitaria; c) all'atto della cessazione del rapporto di lavoro. In tale occasione il medico competente deve fornire al lavoratore le eventuali indicazioni relative alle prescrizioni mediche da osservare. Ing. Lara Sirna 39

40 Il monitoraggio biologico e' obbligatorio per i lavoratori esposti agli agenti per i quali e' stato fissato un valore limite biologico. Dei risultati di tale monitoraggio viene informato il lavoratore interessato. I risultati di tale monitoraggio, in forma anonima, vengono allegati al documento di valutazione dei rischi e comunicati ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori. Gli accertamenti sanitari devono essere a basso rischio per il lavoratore. Il ddl, su conforme parere del MC, adotta misure preventive e protettive particolari per singoli lavoratori sulla base delle risultanze degli esami clinici e biologici effettuati. Ing. Lara Sirna 40

41 Se all'atto della sorveglianza sanitaria si evidenzia, in un lavoratore o in un gruppo di lavoratori esposti in maniera analoga ad uno stesso agente, l esistenza di effetti pregiudizievoli per la salute imputabili a tale esposizione o il superamento di un valore limite biologico, il medico competente informa individualmente i lavoratori interessati e il ddl. Ing. Lara Sirna 41

42 CARTELLE SANITARIE Il medico competente, per ciascuno dei lavoratori soggetti a rischio chimico elevato, istituisce ed aggiorna una cartella sanitaria e di rischio custodita presso l azienda, o l unità produttiva, e fornisce al lavoratore interessato tutte le informazioni circa il rischio a cui è soggetto. Nella cartella di rischio sono, tra l'altro, indicati i livelli di esposizione professionale individuali forniti dal servizio di prevenzione e protezione Su richiesta, e' fornita agli organi di vigilanza copia dei documenti di cui sopra. In caso di cessazione del rapporto di lavoro, le cartelle sanitarie e di rischio sono trasmesse all'ispesl. Ing. Lara Sirna 42

43 Dove nella scuola? Nei laboratori di chimica e nelle sostanze impiegate nella pulizia. N.B. IL RISCHIO CHIMICO NELLA SCUOLA DEVE ESSERE IRRILEVANTE!!! Limitate quantità e basse concentrazioni e divieto di acquisto di determinati prodotti. Ing. Lara Sirna 43

44 RISCHIO BIOLOGICO Ing. Lara Sirna 44

45 DEFINIZIONE Rischio ambientale ed occupazionale proveniente dalla presenza di agenti biologici e anche di sottoprodotti della crescita microbica (endotossine e micotossine), che possono essere presenti nell aria, negli alimenti, su superfici contaminate e che possono provocare ai lavoratori: infezioni; allergie; intossicazioni. Ing. Lara Sirna 45

46 AGENTE BIOLOGICO Qualsiasi microrganismo anche se geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare un danno. Ing. Lara Sirna 46

47 MICRORGANISMO Qualsiasi entità microbiologica, cellulare o meno, in grado di riprodursi o trasferire materiale genetico. Ing. Lara Sirna 47

48 Il D.Lgs 81/2008 classifica i diversi agenti biologici in base alla loro pericolosità, basandosi su alcune caratteristiche quali: la trasmissibilità (capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad uno suscettibile); l infettività (capacità di penetrare nell organismo ospite); la patogenicità (capacità di produrre malattia); la neutralizzabilità (disponibilità di efficaci misure per prevenire e curare la malattia). Ing. Lara Sirna 48

49 CLASSIFICAZIONE DEGLI AGENTI BIOLOGICI Gli agenti biologici sono ripartiti nei seguenti quattro gruppi a seconda del rischio di infezione: agente biologico del gruppo 1: un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in soggetti umani; agente biologico del gruppo 2: un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori; la propagazione nella comunità è poco probabile; sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; Ing. Lara Sirna 49

50 agente biologico del gruppo 3: un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori; l'agente biologico può propagarsi nella comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche o terapeutiche; agente biologico del gruppo 4: un agente biologico che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituisce un serio rischio per i lavoratori e può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità; non sono disponibili, di norma efficaci misure profilattiche o terapeutiche. Ing. Lara Sirna 50

51 Nel caso in cui l'agente biologico oggetto di classificazione non può essere attribuito in modo inequivocabile ad uno fra due gruppi sopraindicati, esso va classificato nel gruppo di rischio che rappresenta il rischio più elevato. Ing. Lara Sirna 51

52 DISPOSIZIONI Valgono le stesse disposizioni previste per il rischio chimico: VALUTAZIONE E RIDUZIONE (PER QUANTO POSSIBILE DEL RISCHIO); INFORMAZIONE AGLI ESPOSTI; REGISTRO DEGLI ESPOSTI; SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI ESPOSTI. Ing. Lara Sirna 52

53 INOLTRE Necessaria autorizzazione da parte del Ministero della Sanità per l utilizzo di suddette microrganismi. Ing. Lara Sirna 53

54 Nella scuola RISCHIO INFETTIVO Ing. Lara Sirna 54

55 IL RISCHIO INFETTIVO RIENTRA ALL'INTERNO DEL RISCHIO BIOLOGICO MA NON A CAUSA DI USO DELIBERATO NON E PREVISTA SORVEGLIANZA SANITARIA Ing. Lara Sirna 55

56 RISCHIO INFETTIVO Per il tipo di microrganismi presenti nelle comunità scolastiche, è l unico rischio da considerare in quanto il rischio di allergie e intossicazioni è sovrapponibile a quello della popolazione generale. Non è particolarmente significativo se non nel caso di presenza di soggetti immunodepressi o lavoratrici madri ed è fondamentalmente analogo a quello di tutte le attività svolte in ambienti promiscui e densamente occupati. Ing. Lara Sirna 56

57 Per gli insegnanti della scuola primaria, il rischio è legato soprattutto alla presenza di allievi affetti da malattie tipiche dell infanzia (rosolia, varicella, morbillo, parotite, scarlattina) che possono coinvolgere persone sprovviste di memoria immunitaria. Attenzione va anche posta nei confronti degli allievi diversamente abili: va loro garantito un adeguato livello igienico quando utilizzano i servizi. Ing. Lara Sirna 57

58 PREVENZIONE Adeguata ventilazione; Minimi ricambi di aria; Igiene e pulizia degli ambienti di lavoro; Manutenzione di giochi (ferro) e giardini (vetri..) vs tetano; Attenzione durante assistenza igienica; Pulizia dei servizi con disinfettantanti opportuni. Ing. Lara Sirna 58

59 RISCHIO RUMORE Capo II - TITOLO VIII D.Lgs 81/2008 e s.m.i Ing. Lara Sirna 59

60 DEFINIZIONI Pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza «C»; Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [db(a) riferito a 20 (micro)gpa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo; Livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,8h): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore, definito dalla norma internazionale ISO 1999: 1990 punto 3.6, nota 2. Ing. Lara Sirna 60

61 Livello di esposizione giornaliera LEX, 8h Valori limite di esposizione Valori superiori di azione Valori inferiori di azione 87 db(a) 85 db(a) 80 db(a) Riguarda tutti i rumori presenti incluso quello impulsivo (ha durata inferiore a pochi millesimi di secondo e si ripete con una frequenza inferiore a una volta al secondo [Es. rumori come gli scatti o gli schiocchi]). Ing. Lara Sirna 61

62 PRESSIONE ACUSTICA DI PICCO (ppeak) Valori limite di esposizione Valori superiori di azione Valori inferiori di azione 200 Pa = 140 db(c) 140 Pa = 137 db(c) 112 Pa = 135 db(c) La pressione acustica di picco (Ppeak) è il valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza "C"; la ponderazione in "C" fa riferimento alla curva di ponderazione utilizzata per il calcolo del rumore e permette di misurare il livello di pressione sonora del picco per valutare il rischio di danno all'udito. Ing. Lara Sirna 62

63 PERCHE PROPRIO QUESTI VALORI? Ing. Lara Sirna 63

64 SUONO E RUMORE Nell accezione comune, si possono distinguere in base alla sensazione soggettiva che viene percepita dall ascoltatore. Positiva nel caso del suono e negativa nel caso del rumore (variazione non periodica). Entrambi sono dovuti alla propagazione attraverso un mezzo elastico (es. ARIA) di onde meccaniche (ACUSTICHE): le molecole di aria vengono messe in oscillazione da un corpo in vibrazione (SORGENTE) e trasmettono tale vibrazione alle molecole vicine fino a quando sia esaurita l energia dell onda stessa. PERCEZIONE VARIA DA SOGGETTO A SOGGETTO IMPORTANZA DELLA RIDUZIONE ALLA FONTE UTILITA DELLE BARRIERE ACUSTICHE Ing. Lara Sirna 64

65 FREQUENZA INFRASUONI < (20 Hz) SUONO UDIBILE < ULTRASUONI (20 khz) 0 db ( = 0.20 µpa) a 130 db

66 SCALA DEI DECIBEL pressione sonora [Pa] Livello di pressione [db] Pressione [µpa] Esempi Soglia del dolore Discoteca Tipografia Cartiera Betoniera a 15 m Traffico urbano Uffici Residenza urbana Biblioteca Abitazione di notte (=0.20µPA) 20 Soglia dell udibile

67 MISURE DI PREVENZIONE EPROTEZIONE Superamento del valore inferiore di azione (80 db): Misurazione del rumore; Messa a disposizione dei DPI; Informazione e formazione per i lavoratori; Sorveglianza sanitaria su richiesta del lavoratore o del medico competente; Superamento del valore superiore di azione (85 db): Programma di misure per ridurre il valore di esposizione; Segnali per i locali di lavoro; Fare il possibile per assicurare che i lavoratori indossino i DPI; Sorveglianza sanitaria; Superamento del valore limite di esposizione (87 db): Adozione delle misure per riportare l'esposizione al di sotto del valore limite. Ing. Lara Sirna 67

68 NELLE SCUOLE Situazioni variabili a seconda della tipologia di istituto: Mense (scuole primarie); Laboratori meccanici, tessili, plastici (scuole secondarie superiori). Che fare? Teoricamente il rumore non dovrebbe superare gli 80 db(a) ma... Ing. Lara Sirna 68

69 Se si può fondatamente ritenere che non sono superati i valori inferiori di azione la valutazione termina; Se invece potrebbero essere superati tali valori si possono fare delle misure estemporanee; Se il risultato delle misure estemporanee rileva dati critici, allora si deve fare la fonometria; Le misure estemporanee possono essere direttamente sostituite dalla fonometria Ing. Lara Sirna 69

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