PROTOCOLLO D'INTESA. tra REGIONE TOSCANA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
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- Pasquale Giglio
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1 PROTOCOLLO D'INTESA tra REGIONE TOSCANA e REGIONE EMILIA-ROMAGNA - Regione Toscana, con sede in Firenze, Piazza del Duomo, 10, partita IVA , rappresentata da., in qualità di..; - Regione Emilia-Romagna, con sede in Bologna, Viale Aldo Moro 52, partita IVA CF , rappresentata da, in qualità di...; Premesso che Il D.Lgs. 502/92, come modificato dal D.Lgs. 229/99 e successive integrazioni e modifiche, nel riconoscere l autonomia Regionale nell organizzazione dei servizi sanitari del territorio di competenza, all art. 1 comma 1 qualifica il Servizio sanitario nazionale..quale complesso delle funzioni e delle attività assistenziali dei Servizi sanitari regionali.. e al comma 4 prevede che le regioni possano elaborare proposte per la predisposizione del Piano sanitario nazionale anche attraverso forme di auto coordinamento. Ancora il D.Lgs., al comma 8 dell art. 8 sexies prevede che le Regioni possano stabilire specifiche intese e concordare politiche tariffarie, anche al fine di favorire il pieno utilizzo delle strutture e l autosufficienza di ciascuna Regione, nonché l impiego efficiente delle strutture che esercitano funzioni a valenza interregionale e nazionale. Il Patto per la Salute , siglato tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano il 3 dicembre 2009, individua negli accordi sulla mobilità interregionale un settore in cui operare al fine di qualificare i sistemi sanitari regionali e garantire maggiore soddisfacimento dei bisogni dei cittadini ed al tempo stesso un maggior controllo della spesa. Con il medesimo Patto per la Salute viene data indicazione alle Regioni, di individuare adeguati strumenti di Governo della domanda tramite accordi tra Regioni confinanti finalizzati al conseguimento del livello di appropriatezza nella erogazione e nella organizzazione dei servizi Per l ampiezza e le caratteristiche orografiche del territorio di confine fra le regioni Toscana ed Emilia Romagna si registra da sempre, insieme ad una significativa 1
2 mobilità dei cittadini, l abitudine a rivolgersi alle strutture sanitarie dell altra regione, soprattutto per quelle località, prevalentemente toscane, che raggiungono con più facilità i centri urbani dell altra regione rispetto a quelli della propria. Entrambe le Regioni hanno servizi sanitari all avanguardia nel panorama nazionale e in entrambe le regioni è stata posta grande attenzione allo sviluppo dei servizi territoriali, alla riorganizzazione della rete ospedaliera ed alla costituzione di nuove forme organizzative e assistenziali per le altre reti di servizio. Negli ultimi anni è andato crescendo l interesse e il confronto fra le due regioni per le iniziative di volta in volta assunte dall altra Regione nella individuazione di soluzioni innovative e caratterizzanti gli aspetti dell equità di accesso alle cure, quali quelli legati alla compartecipazione aggiuntiva regionale alla spesa sanitaria di cui all art. 1 comma 796, della legge 27 dicembre 2006 n. 296 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007). Ricordato che Con Delibera GR Toscana n del e GR Emilia Romagna n del è stato approvato l Accordo triennale per la gestione della mobilità sanitaria tra la Regione Toscana e la Regione Emilia-Romagna, attraverso il quale ciascuna Regione intende garantire ai propri cittadini le necessarie forme di assistenza con modalità che rispettino gli standard di qualità dell assistenza, siano logisticamente vicine alla residenza e siano facilmente fruibili dai cittadini stessi. Dato atto che Già con l Accordo triennale per la gestione della mobilità le due Regioni condividono di collaborare per: o condividere programmi di monitoraggio e controllo dell attività effettuata e di valutazioni dell appropriatezza delle tipologie e delle prestazioni erogate; o definire livelli essenziali di assistenza comuni (concordanza della esclusione di peculiari prestazioni e condivisione dei criteri di accesso). Valutato opportuno Accrescere le occasioni di scambio e di approfondimento comune delle tematiche di più immediato interesse per l organizzazione sanitaria attraverso la condivisione di un quadro strategico unitario che consenta di sviluppare azioni comuni e rivolte alla realizzazione di una funzione cooperativa tra i due sistemi sanitari regionali attraverso la stipula di un protocollo che delinei i campi di collaborazione e sistematizzi le forme e le modalità operative; 2
3 TUTTO CIO PREMESSO E VALUTATO CONVENGONO Articolo 1 Premessa La premessa costituisce parte integrante del presente protocollo. Articolo 2 Finalità Il presente protocollo, fondato sui presupposti enunciati in premessa, costituisce l atto mediante il quale i soggetti sottoscrittori condividono le seguenti finalità: - sviluppare i rispettivi servizi sanitari regionali, anche attraverso la condivisione delle tematiche di riordino degli assetti istituzionali, degli indirizzi relativi alla riorganizzazione dei servizi ed all'implementazione di modelli sanitari innovativi; - predisporre percorsi formativi per i professionisti coinvolti nei processi di riorganizzazione e di governo clinico; - condividere progetti di ricerca in tema di organizzazione sanitaria, governo clinico e HTA; - confrontare i rispettivi processi di autorizzazione, accreditamento istituzionale ed accordi contrattuali nell'ottica del miglioramento dei livelli qualitativi del sistema dei servizi; - valutare congiuntamente le ricadute sui cittadini delle politiche sanitarie nazionali e regionali; - condividere strumenti di valutazione degli esiti delle cure, dell'efficacia e dell'appropriatezza delle prestazioni erogate e dell'efficienza dei servizi. Articolo 3 Linee progettuali Gli indirizzi di collaborazione da sviluppare all interno del presente Protocollo saranno sostanziati in specifici accordi, orientati a definire standard, indicatori, linee-guida, strumenti per la misurazione e la valutazione, per le seguenti linee progettuali: Rete ospedaliera Rete territoriale Rete delle cure palliative e della terapia del dolore Rete dell'emergenza-urgenza Percorsi formativi innovativi Meccanismi di integrazione ospedale-territorio Meccanismi di tariffazione e di valutazione dei servizi Monitoraggio e controllo delle attività Cataloghi e nomenclatori Iniziative per la valorizzazione dei Servizi sanitari regionali in ambito internazionale 3
4 Articolo 4 Organismi per l attuazione del Protocollo Al fine di garantire il raggiungimento delle finalità di cui all articolo 2, i soggetti firmatari del presente Protocollo individuano i seguenti organismi e figure di responsabilità, la cui composizione e funzioni sono descritte agli articoli successivi: - Cabina di regia; - Responsabile della linea progettuale; - Gruppi tecnici di supporto. La partecipazione agli organismi e l esercizio delle responsabilità di cui al presente articolo non comporta oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale ed avviene nell ambito del principio di omnicomprensività del trattamento economico. Articolo 5 Cabina di regia La Cabina di regia è formata dai due Direttori Generali competenti, che definiscono le proprie modalità di raccordo e funzionamento. Per la realizzazione delle specifiche linee progettuali, la Cabina di regia predispone un apposito Piano Operativo, ne individua i Soggetti responsabili delle linee progettuali, definisce la composizione dei gruppi tecnici di supporto e dei compiti rispettivamente assegnati. La Cabina di Regia adotta annualmente la relazione generale, da sottoporre alle Giunte regionali, illustrativa delle attività svolte e dei risultati ottenuti, nella quale sono riepilogate le attività di ciascuna linea progettuale. Articolo 6 Provvedimenti operativi della Cabina di regia La Cabina di Regia opera attraverso provvedimenti assunti di concerto dai Direttori Generali competenti. Il Responsabile della linea progettuale, la composizione del gruppo tecnico di supporto nonché i compiti rispettivamente assegnati, sono individuati attraverso i Piani operativi adottati coi provvedimenti di cui al comma precedente. Articolo 7 Altri soggetti coinvolti Il Responsabile della linea progettuale e i componenti dei gruppi tecnici potranno essere individuati tra soggetti esterni all Amministrazione regionale. La responsabilità delle singole linee progettuali può essere attribuita, oltre che agli specifici settori regionali, alle Aziende Sanitarie ovvero alle Agenzie Regionali ed agli organismi di governo clinico e tecnico operanti nelle rispettive Regioni. 4
5 La collaborazione nelle attività e le eventuali risorse umane, strumentali e economiche messe a disposizione dai soggetti esterni alle Amministrazioni regionali, dovranno essere indicate all interno del Piano operativo annuale della linea progettuale di riferimento, che i soggetti stessi dovranno sottoscrivere. Articolo 8 Modalità di gestione del Protocollo Quali strutture tecniche responsabili del coordinamento del presente Protocollo sono individuate: - per la Regione Toscana, la Direzione Generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale, - per la Regione Emilia-Romagna, la Direzione Generale Sanità e politiche sociali, demandando alle strutture regionali competenti tutte le attività, procedure, atti e provvedimenti necessari per la gestione organizzativa e operativa del Protocollo stesso. Articolo 9 Tutela della privacy Le parti del presente accordo, nell ambito del perseguimento dei propri fini istituzionali, provvederanno al trattamento dei dati personali strettamente necessari, non eccedenti e pertinenti unicamente per le finalità di cui all art. 2 dello stesso, nel rispetto di quanto previsto nel D.Lgs. 196/2003 Codice in materia di protezione di dati personali. Il trattamento dei dati personali sarà inoltre improntato ai principi di correttezza, liceità e tutela dei diritti degli interessati. Articolo 10 Eventuali modifiche Eventuali modifiche al presente Protocollo, dovute al mutare delle condizioni organizzative, delle attività poste in essere o dei contenuti finanziari, daranno luogo a specifiche variazioni dello stesso da approvare con appositi successivi atti. Articolo 11 Durata Il presente Protocollo ha validità biennale a decorrere dalla data della sua sottoscrizione. Lì, Per la Regione Toscana, Per la Regione Emilia-Romagna 5
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