COMUNE DI SAN LAZZARO DI SAVENA PROVINCIA DI BOLOGNA

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "COMUNE DI SAN LAZZARO DI SAVENA PROVINCIA DI BOLOGNA"

Transcript

1 COMUNE DI SAN LAZZARO DI SAVENA PROVINCIA DI BOLOGNA REGOLAMENTO DI GESTIONE DEI NIDI D INFANZIA COMUNALI Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 44 del Revisioni: C.C. n. 133 del C.C. n. 61 del G.C. n. 806 del C.C. n. 36 del C.C. n. 23 del NOTE:

2 PARTE 1^: FINALITA E ORIENTAMENTI EDUCATIVI Cap. 1 - Caratteri e finalità del nido Art. 1 - Finalità dei nidi d infanzia comunali Il nido d infanzia é un servizio educativo pubblico istituito allo scopo di favorire l equilibrato sviluppo psicofisico dei bambini con età compresa fra i 12 mesi e i 3 anni. La finalità educativa del nido si realizza a partire dalla osservazione diretta delle esigenze dei bambini, sulla base dei risultati della ricerca scientifica sullo sviluppo da 0 a 3 anni e si esplica attraverso una programmazione educativa eleborata in un rapporto costante con la famiglia e con il contributo delle altre istituzioni educative e socio-sanitarie esistenti sul territorio cittadino (U.S.L., scuole dell infanzia). La gestione sociale, attuata attraverso gli organismi del presente regolamento, costituisce parte integrante del progetto educativo del nido d infanzia. Art. 2 - Utenti Il nido d infanzia si rivolge a tutta l utenza infantile residente nel territorio di S. Lazzaro, con età compresa fra i 12 mesi e i 3 anni: potranno essere accolti i bambini non residenti nel Comune, fatti salvi i diritti di priorità di quelli ivi residenti. La priorità dei residenti si intende salvaguardata inserendo tutti i non residenti dopo l accoglimento al nido di tutti i residenti. Può costituire motivo di precedenza in deroga alla residenza ed ai normali periodi di ammissione, per un massimo di due posti, la presenza di situazioni di handicap e/o di casi di particolare disagio sociale documentati dai competenti servizi. La presenza di portatori di handicap può comportare assegnazione di personale aggiuntivo in carico alla sezione interessata. Art. 3 - Obiettivi educativi del nido La programmazione educativa e la gestione complessiva del nido perseguono come obiettivo di carattere generale lo sviluppo equilibrato della personalità del bambino attraverso la promozione e l affinamento graduale di specifiche competenze di carattere motorio, linguistico, logicopercettivo e relazionale. La conduzione delle attività avverrà in modo tale da garantire sia esigenze di continuità che esigenze di specificità educativa del nido rispetto all ambiente familiare e alla scuola dell infanzia. Art. 4 - Orientamenti educativi La qualità della proposta educativa del nido d infanzia si fonda sulla elaborazione pratica di quattro concetti fondamentali: - la programmazione educativa delle attività e del funzionamento complessivo dell istituzione - nido; - la formazione permanente degli operatori attraverso una riflessione costante e collegiale sul proprio lavoro e attraverso occasioni specifiche di carattere istituzionale di aggiornamento e di ricerca;

3 - la sperimentazione in accordo con il coordinatore pedagogico di particolare attività e soluzioni tecniche richieste dalle situazioni concrete; - la gestione sociale intesa fondamentalmente come cogestione con un duplice significato: 1) elaborazione e conduzione collegiale delle linee educative fra gli operatori; 2) partecipazione dei genitori alla elaborazione delle decisioni inerenti i vari aspetti della gestione del nido e alla attuazione di specifiche iniziative. La programmazione educativa dovrà puntare sullo sviluppo integrato di tutte le potenzialità del bambino, attraverso specifiche proposte didattiche attuate mediante la strutturazione degli spazi interni ed esterni, la organizzazione dei ritmi di vita quotidiana e la valorizzazione dei rapporti interpersonali significativi e stabili fra adulto e bambino e fra bambino e bambino, la promozione della autonomia personale del bambino secondo percorsi graduali e flessibili che prevedono il rispetto dei ritmi soggettivi di apprendimento e di sviluppo, con una articolazione mirata delle attività in relazione alle situazioni di partenza dei bambini. La gestione quotidiana e la progettazione delle attività educative sono dirette a promuovere significative esperienze sul piano affettivo e sul piano cognitivo anche allo scopo di integrare eventuali scarti socio-culturali di partenza a carico dei bambini. Cap. 2 - Rapporti con le altre istituzioni educative e sociali Art. 5 - Nido/famiglia L azione educativa del nido si esplica in un rapporto costante con i genitori del bambino e attraverso la promozione di specifiche esperienze formative realizzate utilizzando il contributo della ricerca psicopedagogica sullo sviluppo da 0 a 3 anni. A questo scopo viene valorizzato la funzione e l attività dei vari organismi di gestione sociale, di ulteriori incontri con i genitori ed eventualmente anche dei colloqui a carattere individuale con i genitori da sostenere al momento dell inserimento e al termine del periodo di permanenza del bambino al nido. La procedura di inserimento del bambino prevede di norma forme di gradualità nella permanenza del bambino al nido e di compresenza di uno dei due genitori secondo un programma preventivamente concordato con gli operatori almeno durante le prime due settimane. Il nido potrà farsi promotore, attraverso l iniziativa degli operatori e del coordinatore pedagogico, di iniziative di socializzazione che prevedano la compresenza di genitori, operatori e bambini oppure ancora di specifiche iniziative di educazione permanente inerenti temi e problemi relativi al rapporto fra adulti e bambini con l eventuale partecipazione di esperti esterni. Art. 6 - Nido/scuola dell infanzia Nel rispetto della specificità e dell autonomia di elaborazione degli obiettivi formativi e degli strumenti didattici delle due diverse istituzioni, nido e scuola dell infanzia costituiscono una risposta unitaria e articolata comune ai problemi educativi e socio-culturali relativi allo sviluppo del bambino da 0 a 6 anni. In questo spirito, sentito il parere del coordinatore pedagogico, il nido può attuare esperienze e iniziative volte a dare spessore e significato alla ipotesi della continuità educativa nel passaggio del bambino da una istituzione all altra (ad es. attraverso incontri specifici, momenti di

4 aggiornamento comune, una gestione mirata del passaggio dal nido alla scuola dell infanzia ecc..). Art. 7 - Nido/servizi socio-sanitari Il nido d infanzia si pone come luogo privilegiato per l attuazione di una corretta e tempestiva azione di prevenzione e di rilevazione precoce di eventuali deficit o problemi dello sviluppo. Tale azione viene svolta dai tecnici competenti dell U.S.L. in collaborazione con gli operatori, normalmente all interno del nido. Il calendario e le modalità dell intervento dei tecnici sanitari all interno del nido é determinata in accordo con l Ufficio Scuola del Comune. Durante il periodo di permanenza al nido tutti i bambini saranno sottoposti a un esame completo di carattere auxologico per un controllo dello sviluppo visivo, uditivo e morfologico. Il nido in accordo con il coordinatore pedagogico ricerca la collaborazione dei tecnici sanitari per l eventuale attivazione di iniziative a carattere informativo o promozionale di educazione sanitaria. I competenti servizi dell U.S.L. svolgono opera di vigilanza igienico-sanitaria sul funzionamento del servizio. Art. 8 - Nido/comunità locale La programmazione istituzionale del servizio, sentito il parere del comitato di gestione cittadino, é determinata dalla Giunta Comunale sulla base delle indicazioni raccolte attraverso gli uffici comunali circa i bisogni dell utenza e nel rispetto delle esigenze funzionali e pedagogiche interne al nido stesso. Su tali basi potranno essere proposte anche modificazioni strutturali interne al servizio (apertura o chiusura di sezioni, determinazioni degli organici, età di ingresso al nido, ristrutturazione degli spazi ecc..). PARTE 2^: STRUTTURA E FUNZIONI DEGLI ORGANISMI DI GESTIONE Cap. 1 - Gli organismi della programmazione educativa Art. 9 - Collettivo di sezione (o intersezione) Il collettivo di sezione (o intersezione) é formato dagli operatori (insegnanti e personale ausiliario) della sezione (o intersezione). Alle riunioni può sempre partecipare anche il coordinatore pedagogico. Il collettivo di sezione (o intersezione) costituisce un momento di elaborazione collegiale di base del lavoro nel nido, predispone la programmazione educativa ed il piano di lavoro annuale di sezione (o intersezione), sulla base delle linee programmatiche elaborate dal collettivo di plesso. Programma e concorda in assemblea con i genitori il calendario e le modalità degli inserimenti; in mancanza di un accordo sarà valido l ordine della graduatoria vigente. Si riunisce di norma almeno una volta al mese. Art Collettivo di plesso Il collettivo di plesso é formato da tutti gli operatori (insegnanti e personale ausiliario) del plesso. Alle riunioni può sempre partecipare il coordinatore pedagogico.

5 Il collettivo di plesso decide all inizio dell anno i raggruppamenti in sezioni, prepara il piano annuale di lavoro del nido da presentare all assemblea di plesso, elabora proposte di aggiornamento da inviare al Comitato di Gestione. Alla fine dell anno verifica e confronta i risultati della programmazione educativa di plesso e di sezione (o intersezione). Si riunisce di norma almeno una volta al mese. Art Intercollettivo L intercollettivo é composto dagli operatori dei nidi esistenti sul territorio comunale, si riunisce su convocazione del coordinatore pedagogico allo scopo di diffondere e confrontare le esperienze dei singoli nidi, favorirne l integrazione e programmare le attività comuni. L intercollettivo elabora proposte per i piani annuali di aggiornamento e ricerca il confronto e la collaborazione con gli operatori delle scuole dell infanzia allo scopo di favorire una continuità di esperienze educative e didattiche. Il monte ore di lavoro relativo agli organismi di cui agli artt viene disciplinato dalle norme contrattuali in vigore. Art Coordinatore pedagogico comunale Il coordinatore pedagogico promuove e verifica assieme ai collettivi le attività di programmazione, di gestione sociale e di aggiornamento; partecipa alle riunioni di collettivo e alle assemblee normalmente secondo un programma concordato con gli operatori del nido, cura il coordinamento degli interventi e la funzionalità del rapporto fra Ufficio Scuola, Servizi dell U.S.L. e nidi, promuove iniziative di sperimentazione in accordo con i collettivi, predispone i dati consuntivi in collaborazione con l Ufficio Scuola relativi alla gestione dei nidi, mantiene contatti e rapporti di carattere tecnico-scientifico con l università ed i competenti istituti regionali di ricerca e sperimentazione, cura la documentazione complessiva delle attività educative svolte all interno dei nidi. Cap. 2 - Gli organismi della gestione sociale Art Assemblea di sezione L assemblea di sezione é l organo in cui si articola l assemblea di plesso per un rapporto più continuo e specifico fra operatori del nido e genitori. In particolare discute le proposte e la programmazione educativa presentata dal collettivo, esamina l andamento della sezione. E formata dal collettivo e dai genitori dei bambini della sezione. L assemblea si riunisce almeno ogni due mesi. La riunione é valida qualunque sia il numero dei presenti. L assemblea può stabilire eventuali altre norme particolari per il proprio funzionamento. Può riunirsi anche per particolari iniziative di discussione e di informazione con la partecipazione di esperti esterni. All assemblea può partecipare il coordinatore pedagogico. Art Assemblea di plesso L assemblea di plesso é composta da tutti gli operatori e dai genitori dei bambini del plesso, all assemblea partecipa il coordinatore pedagogico. L assemblea discute e verifica la programmazione educativa annuale presentata dal collettivo di plesso, esamina l andamento complessivo del nido, fissa i criteri per l utilizzo dei fondi in

6 dotazione, elegge i propri rappresentanti nel comitato di gestione cittadino, indica i compiti dell esecutivo di plesso e ne fissa le modalità di funzionamento. Le riunioni dell assemblea sono pubbliche: il diritto di voto é riservato ai soli componenti, il diritto di parola può essere concesso dall Assemblea a chiunque ne faccia richiesta. Entro un mese dall inizio dell anno scolastico il collettivo di plesso é tenuto a convocare la prima riunione dell Assemblea, nomina al suo interno un Presidente e un segretario che avrà il compito di redigere il verbale. Il Presidente convoca l assemblea su richiesta dell esecutivo, del collettivo, del comitato di gestione o di almeno 1/3 dei genitori del plesso. In accordo con il gruppo o l organo che ne ha richiesto la convocazione, il Presidente stabilisce anche l ordine del giorno che dovrà essere affisso in bacheca preventivamente. L assemblea si riunisce almeno tre volte all anno. I tempi di convocazione sono decisi dall assemblea stessa nella sua prima seduta. La riunione é valida qualunque sia il numero dei presenti. Eventuali decisioni si intendono approvate se votate a maggioranza dai presenti (in caso di parità prevale il voto del Presidente). Art Esecutivo di plesso E composto dai rappresentanti degli operatori e dei genitori del plesso eletti nel comitato di gestione cittadino. Si riunisce secondo le modalità stabilite dall assemblea, su richiesta anche di uno solo dei suoi membri. Rappresenta l organo esecutivo che ha il compito di attuare le decisioni e le iniziative deliberate in assemblea. Art Comitato di gestione cittadino dei servizi per l infanzia Il comitato di gestione cittadino dei servizi comunali per l infanzia é lo strumento essenziale di coordinamento dei vari organismi di gestione dei nidi e delle scuole d infanzia. Costituisce la sede principale in cui si affrontano i problemi generali dei servizi per l infanzia comunali e si esplicano i rapporti fra l istituzione stessa e l Amministrazione Comunale (Assessorato, Giunta e Consiglio). Il comitato in particolare elabora piani e proposte nelle seguenti materie: - organizzazione generale dei servizi per l infanzia (criteri per le ammissioni, la distribuzione degli iscritti nei vari plessi, calendario e orario scolastico nell ambito delle norme contrattuali e regolamentari, soppressione di sezioni eccedenti o apertura di nuove sezioni, dotazione e uso dei fondi di dotazione, ecc..); - aggiornamento professionale del personale insegnante e ausiliario; - assistenza sanitaria, psicologica e sociale; - rapporti con le altre istituzioni educative e scolastiche e con l U.S.L.; - organizzazione di particolari iniziative di carattere generale di sperimentazione o di gestione all interno dei servizi. Il Comitato di Gestione é composto dai seguenti membri che devono essere confermati e rinnovati anno per anno, salvo perdita dei requisiti o revoca da parte dell organo che li ha nominati: - Assessore alla scuola o un suo delegato; - coordinatore pedagogico; - un rappresentante sindacale dei dipendenti comunali; - un rappresentante dell équipe psicopedagogica dell U.S.L.; ed inoltre: a) per le scuole dell infanzia: - un rappresentante del personale insegnante per ogni plesso; - un rappresentante del personale ausiliario per ogni plesso; - un rappresentante dei genitori per ogni plesso; b) per i nidi d infanzia:

7 - due rappresentanti del personale insegnante di ogni plesso con più sezioni; - due rappresentanti dei genitori di ogni plesso con più sezioni; - due rappresentanti del personale ausiliario di ogni plesso con più sezioni. Nelle monosezioni di nido: - un rappresentante del personale insegnante; - un rappresentante del personale ausiliario; - un rappresentante dei genitori. Il Comitato di Gestione si riunisce di norma in seduta congiunta, può però riunirsi in sezioni distinte (nidi e scuole dell infanzia) per particolari problemi di esclusivo interesse di una delle due istituzioni, su convocazione dell Assessore. I rappresentanti dei genitori eletti nel comitato di gestione, sono stabili e durano in carica un anno con possibilità di riconferma l anno successivo, per quel che riguarda il personale insegnante e ausiliario il collettivo può decidere in caso di necessità di stabilire forme di rotazione nell incarico anche nel corso dell anno scolastico. Il Comitato di Gestione si riunisce almeno tre volte l anno, é presieduto dall Assessore ai servizi scolastici o un suo delegato, un rappresentante dell ufficio scuola svolge compiti di segretario. Il Comitato di Gestione viene convocato dal Presidente con almeno cinque giorni di anticipo ed avendo comunicato ai vari plessi e ai singoli componenti l ordine del giorno. Il Comitato é convocato anche su richiesta di almeno cinque dei suoi membri. Le riunioni del Comitato sono pubbliche. Il diritto di voto e di parola é riservato ai suoi membri, il Comitato può decidere di concedere il diritto di parola a chiunque ne faccia richiesta. I consiglieri della Commissione consiliare dipartimentale competente sono invitati, con diritto di parola, al Comitato di Gestione. Le riunioni sono valide se é presente almeno 1/3 dei componenti. Eventuali decisioni si intendono approvate dalla maggioranza semplice dei membri presenti. Cap. 3 - Organismi della programmazione istituzionale Art Ufficio scuola comunale L ufficio scuola comunale predispone tutti i dati statistici e gestionali per una corretta programmazione istituzionale del servizio e per il controllo di gestione in collaborazione con il coordinatore pedagogico, con altri uffici comunali interessati e con gli organismi dell U.S.L. preposti alla vigilanza igienico-sanitaria. PARTE 3^: ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO Cap. 1 - Tipologia dei nidi e organizzazione delle sezioni Art Tipologia dei nidi I nidi sono organizzati in sezioni con l intento di consentire una eventuale suddivisione per gruppi dei bambini approssimativamente articolata almeno su due fasce di età. Art Organizzazione delle sezioni

8 La suddivisione dei bambini in gruppi tendenzialmente omogenei per fasce di età avrà di norma caratteristiche di stabilità rispetto alla suddivisione per gruppi degli operatori in modo che i bambini possano trovare negli adulti un punto di riferimento certo e sicuro. L insieme dei bambini e degli operatori costituisce l unità di sezione. Il collettivo di sezione comprende senza alcuna distinzione il personale educatore ed il personale collaboratore. La programmazione educativa attuale a livello di intersezione e di plesso garantirà agli operatori esperienza di collaborazione operativa e ai bambini la possibilità di rapporti più ampi e complessi di socializzazione e di relazione bambino/bambino/adulto secondo un piano di lavoro opportunamente articolato e preventivamente concordato fra gli operatori. Art Dotazione organica e funzioni degli operatori La dotazione organica dell unità di sezione é costituita in ragione di quattro operatoti (di norma due educatori e due collaboratori). Il rapporto numerico personale/bambini é regolamentato dal Contratto Nazionale di lavoro e dagli accordi decentrati relativi. Il rapporto numerico adulto/bambino rimane invariato nel corso dell anno sia nel caso delle plurisezioni come quello delle monosezioni. L organico di sezione può essere aumentato nel caso dell inserimento di bambini portatori di handicap. Il personale educatore e collaboratore promuove e cura il primo processo formativo del bambino secondo gli orientamenti esposti agli artt, 1, 3 e 4 del presente regolamento e partecipa all attività complessiva del nido. La partecipazione del personale insegnante e ausiliario agli organismi di gestione e ai corsi di aggiornamento rientra nel normale orario di lavoro secondo quanto stabilito dal CNL e da eventuali accordi locali. Cap. 2 - Calendario, orario e modalità di funzionamento Art Calendario e orario di funzionamento Il calendario scolastico e l orario di funzionamento sono stabiliti annualmente dalla Giunta in accordo con le OO.SS. Art Ammissioni e dimissioni AMMISSIONI Ai nidi di infanzia disciplinati dal presente regolamento possono essere ammessi i bambini che compiono l anno entro il 31 gennaio successivo alla presentazione della domanda e che non compiono i tre anni entro il 31 dicembre successivo alla presentazione della domanda. Alle medesime condizioni di età e nel rispetto degli accordi sovracomunali possono essere ammessi i bambini non residenti esaurita la graduatoria dei bambini residenti. In mancanza di specifici accordi l ammissione dei non residenti è subordinata al pagamento dell intero costo del servizio. L ammissione viene determinata secondo l ordine delle graduatorie predisposte dall ufficio responsabile del procedimento sulla base dei criteri di ammissione vigenti. Le situazioni non contemplate nei criteri suddetti sono valutate da un apposita Commissione formata da: un rappresentante dell Ufficio Scuola, un rappresentante del Comitato di gestione delle scuole dell infanzia e degli asili nido comunali, il Dirigente del settore P.I., un rappresentante del Distretto Sanitario di San Lazzaro di Savena e un coordinatore pedagogico. Le graduatorie conservano validità fino al 31 marzo dell anno successivo. INSERIMENTI

9 Negli asili nido disciplinati dal presente regolamento, fatto salvo quanto previsto dalle disposizioni regionali vigenti, i bambini vengono inseriti non prima del compimento degli 11 mesi secondo le seguenti modalità: i bambini che compiono l anno entro settembre vengono inseriti all apertura dell anno scolastico; i bambini che compiono l anno fra ottobre e dicembre vengono inseriti nel mese in cui compiono l anno oppure, compatibilmente con l organizzazione degli inserimenti prevista dalle educatrici, al compimento degli 11 mesi; i bambini che compiono l anno a gennaio, vengono inseriti al nido soltanto se esistono dei posti liberi a partire dal mese di gennaio stesso. Tuttavia non possono essere inseriti al nido, da gennaio in poi, i bambini che compiono 3 anni entro l anno per evitare un inserimento in un servizio che potrebbe accoglierli solo per pochi mesi. E fatto comunque salvo l inserimento di tali bambini ove vi siano posti disponibili in sezioni composte da bambini che compiono i 3 anni entro l anno. DIMISSIONI Le rinunce al posto possono essere presentate fino al 15 marzo di ogni anno scolastico. Eventuali rinunce presentate successivamente non fanno venire meno il pagamento della tariffa del servizio. Nel mese di agosto vengono dimessi dall asilo nido i bambini che compiono i 3 anni entro il 31 dicembre. Il genitore che rinuncia al posto in una sede prima dell inserimento del bambino resta in graduatoria per le altre sedi. Dal momento dell inserimento non sono ammessi trasferimenti presso altre sedi. I bambini nati a GENNAIO possono essere dimessi al compimento del terzo anno di età per passare alla scuola materna se l inserimento al nido è avvenuto almeno l anno scolastico precedente. Art Modalità di frequenza Il periodo di permanenza giornaliera al nido del bambino non può superare di norma le 10 ore. L orario di ingresso é previsto dalle ore 7,30 alle ore 9,00 e quello di uscita di norma dalle ore 12,30 alle ore 13 e sono consentiti margini di flessibilità su richiesta motivata degli utenti. L orario serale é dalle ore 16,30 all orario di chiusura. In caso di assenze, il genitore oltre a motivarle avvisando il personale all asilo, se l assenza si protraesse oltre 5 giorni, dovrà presentare, al momento della riammissione il certificato del proprio medico. Se l assenza rimane ingiustificata per oltre un mese, il personale dovrà segnalare la situazione all ufficio scuola del Comune. Nel caso di assenze continuative superiori a 30 giorni o di un periodo di assenza complessiva, anche non continuativa, superiore a tre mesi, si procederà ad opportuni controlli e, verificate le motivazioni delle assenze ingiustificate, si provvederà alla dimissione del bambino. l ufficio scuola procederà successivamente alla copertura del posto vacante secondo la graduatoria delle domande di ammissione ed in base alle normative in vigore. L ufficio scuola controllerà mensilmente le presenze e le assenze dei bambini. Art Modalità degli inserimenti Ai fini di realizzare un inserimento pedagogicamente corretto del bambino al nido si pone la necessità di concordare con i genitori una procedura graduale e specifica di accoglienza. I principi della gradualità della permanenza del bambino al nido e la compresenza per una parte della giornata di almeno uno dei familiari nel corso delle prime settimane costituiscono un

10 elemento importante in grado di facilitare l inserimento del bambino, così come una opportuna organizzazione dei turni di lavoro, in modo da evitare una rotazione eccessiva del personale nell orario di accoglienza del bambino. Art Le rette La partecipazione degli utenti alle spese di funzionamento del servizio si realizza secondo il principio di gradualità della contribuzione in relazione al reddito complessivo familiare. I criteri di calcolo e l ammontare delle quote di contribuzione, la determinazione delle fasce reddituali e le modalità di contribuzione sono stabilite annualmente dal Consiglio Comunale. Art Norme finali e transitorie Per ogni altra questione non contemplata dal presente regolamento valgono le norme del regolamento organico dei dipendenti comunali, le leggi e le disposizioni vigenti. Norme per il conferimento di incarichi e supplenze al personale insegnante non di ruolo nei nidi d infanzia comunali 1. Gli insegnanti non di ruolo sono nominati dalla direzione delle istituzioni educative comunali mediante il conferimento di incarichi annuali o di supplenze temporanee; 2. Le nomine sono disposte in base alle rispettive graduatorie comunali; 3. Gli incarichi annuali sono conferiti per i posti che entro il 31 dicembre, e per l intera durata dell anno scolastico, risultano vacanti e disponibili. Rientrano in tale ipotesi i posti occupati dai docenti collaboratori della direzione esonerati dall insegnamento, da insegnanti in servizio militare, da insegnanti esonerati per motivi sindacali e per mandato politico o amministrativo, da insegnanti assenti per gravidanze e puerperio ai sensi della legge n. 1204/71 e da insegnanti comandati in scuole che effettuano sperimentazioni. Oltre tale data potranno essere conferiti incarichi per rinuncia o decadenza del personale a cui é stata conferita la nomina in precedenza e per gravidanze e puerperio. Per posti che si rendono vacanti e disponibili dopo il 31/12 verranno conferite supplenze temporanee. 4. La mancata accettazione della nomina di incarico annuale a tempo pieno comporta il depennamento definitivo della relativa graduatoria. Tale provvedimento non si applica nel caso di accettazione di nomina per altra graduatoria comunale. 5. I docenti depennati dalle graduatorie a seguito di mancata accettazione hanno diritto di ottenete il reinserimento nella medesima posizione della graduatoria utilizzata ai fini dell incarico per l anno scolastico successivo, facendone domanda dall 1 al 30/6 dell anno antecedente. Tale domanda deve essere presentata presso l ufficio scuole dell infanzia e asili nido del comune. 6. I docenti aspiranti ad incarico ai quali aspetta il diritto di essere interpellati sulla base delle rispettive graduatorie, vengono convocati telefonicamente presso la sede Municipale. La prima convocazione avverrà all inizio dell anno scolastico tramite lettera scritta. Coloro che non si presentino o che non provvedano a rilasciare apposita delega verranno ritenute rinunciatari. L accettazione dell incarico deve avvenire contestualmente senza condizioni e riserve pena la decadenza della nomina stessa ed il depennamento della rispettiva graduatoria secondo quanto previsto dal comma 4). 7. Qualora, all atto del conferimento dell incarico, l avente titolo risulti già in servizio a titolo di supplenza temporanea sul posto vacante e disponibile per l intera durata dell anno scolastico, l incarico, per ragioni di continuità didattica, é conferito d ufficio all interessato/a sul medesimo posto occupato quale supplente temporaneo/a.

11 8. Gli insegnanti già incaricati ad orario ridotto, compatibilmente alle esigenze del servizio presso cui operano possono essere nominati, in base alla stessa graduatoria, per un incarico che si renda ulteriormente disponibile relativamente ad un orario che non preveda comunque il superamento di complessive 36 ore settimanali. 9. Non si dà comunque luogo a spostamenti del personale incaricato dopo l inizio dell attività educativa. 10. Gli insegnanti che abbiano accettato l incarico devono assumere servizio, salvo gravi e comprovati motivi, alla data stabilita pena la decadenza dell incarico ed il depennamento dalla relativa graduatoria come previsto dal comma 4). La nomina ha in ogni caso decorrenza giuridica ed economica dalla data di effettiva assunzione del servizio. La nomina del personale il quale, in base a vigenti norme di legge non possa assumere servizio, ha effetto ai soli fini giuridici e non a quelli economici, nei limiti di durata dell incarico stesso. 11. Dopo l accettazione di incarico non é consentito abbandonarlo. L insegnante che lo abbandona non potrà assumere altro incarico o supplenza presso il Comune e verrà depennato dalle diverse graduatorie come previsto dal comma 4). 12. La nomina di supplenza temporanea deve essere conferita per i giorni strettamente necessari per assicurare lo svolgimento dell attività educativa. Nel caso in cui il titolare concluda l assenza durante il periodo di sospensione delle lezioni: vacanze natalizie, pasquali, consultazioni elettorali, misure igieniche o profilattiche, ecc..., e si assenti nuovamente a decorrere dal primo giorno di ripresa delle lezioni ovvero proroghi, in detto periodo, la sua assenza, la supplenza già conferita sino all ultimo giorno di lezione é confermata allo stesso docente a aprtire dal primo giorno di ripresa delle lezioni e per tutta la durata successiva dell assenza del titolare. 13. La mancata accettazione della supplenza, salvo giustificato motivo, comporta lo spostamento in coda alla relativa graduatoria per l anno scolastico in corso. L insegnante che, dopo aver accettata la nomina e avere assunto servizio abbandoni la supplenza senza giustificato motivo non può essere nominato per incarichi e supplenze presso il Comune per l intero anno scolastico e viene depennata dalla graduatoria come previsto dal comma 4). L insegnante già nominata non può essere interpellata per tutta la durata della supplenza per altre nomine eccetto che per eventuali incarichi. 14. Nel caso in cui il titolare, per il cui posto si é proceduto alla supplenza, si assenti dalla scuola senza soluzione di continuità per quanto concerne l attività educativa, per un ulteriore periodo, la supplenza già conferita é prorogata sino al rientro del titolare. Il /la supplente inizialmente nominato/a per la copertura delle ore relative alla riduzione d orario dovrà essere nominato per l intero orario di insegnamento, qualora l insegnante avente diritto alla riduzione dell orario giornaliero di servizio per allattamento si assenti anche per le rimanenti ore.

Comune di Montevecchia Provincia di Lecco REGOLAMENTO DELL ASILO NIDO DEL COMUNE DI MONTEVECCHIA

Comune di Montevecchia Provincia di Lecco REGOLAMENTO DELL ASILO NIDO DEL COMUNE DI MONTEVECCHIA Comune di Montevecchia Provincia di Lecco REGOLAMENTO DELL ASILO NIDO DEL COMUNE DI MONTEVECCHIA APPROVATO CON DELIBERA DEL CONSIGLIO COMUNALE N.37 DEL 30/09/2011 ART. 1 - FINALITÀ DEL SERVIZIO Il Comune

Dettagli

Comune di Vallesaccarda (Av) Provincia di AVELLINO. Regolamento Comunale Ludoteca Prima Infanzia Il Chicco di Grano

Comune di Vallesaccarda (Av) Provincia di AVELLINO. Regolamento Comunale Ludoteca Prima Infanzia Il Chicco di Grano Comune di Vallesaccarda (Av) Provincia di AVELLINO Regolamento Comunale Ludoteca Prima Infanzia Il Chicco di Grano 1 art. 1 - finalità La Ludoteca infantile è un servizio educativo e sociale di interesse

Dettagli

STATUTO ASSOCIAZIONE DELLE SCUOLE AUTONOME DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ASA.BO

STATUTO ASSOCIAZIONE DELLE SCUOLE AUTONOME DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ASA.BO STATUTO ASSOCIAZIONE DELLE SCUOLE AUTONOME DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA ASA.BO FINALITÀ E SCOPI Art. 1 L Associazione è costituita al fine di sostenere le scuole aderenti nel raggiungimento dei fini istituzionali

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

REGOLAMENTO. Articolo 1 Principi generali. Articolo 2 Graduatorie di sostegno. Articolo 3 Supplenze annuali

REGOLAMENTO. Articolo 1 Principi generali. Articolo 2 Graduatorie di sostegno. Articolo 3 Supplenze annuali REGOLAMENTO per il conferimento delle supplenze al personale educativo dei nidi d infanzia, delle scuole dell infanzia, dei ricreatori e del s.i.s. comunali Articolo 1 Principi generali 1. Al fine di garantire

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA SCUOLA DELL INFANZIA COMUNALE

REGOLAMENTO DELLA SCUOLA DELL INFANZIA COMUNALE REGOLAMENTO DELLA SCUOLA DELL INFANZIA COMUNALE Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 6 del 13.01.1998 Revisioni: NOTE: 1 TITOLO I FINALITA DELLE SCUOLE DELL INFANZIA COMUNALI ART. 1 - FINALITA

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE SCUOLE DELL INFANZIA

REGOLAMENTO COMUNALE SCUOLE DELL INFANZIA REGOLAMENTO COMUNALE SCUOLE DELL INFANZIA ART. 1 - NATURA E FINALITA La Scuola comunale dell infanzia concorre, nell ambito del sistema scolastico, a promuovere la formazione integrale della personalità

Dettagli

CITTÀ DI IMOLA MEDAGLIA D ORO AL VALORE MILITARE PER ATTIVITA PARTIGIANA

CITTÀ DI IMOLA MEDAGLIA D ORO AL VALORE MILITARE PER ATTIVITA PARTIGIANA CITTÀ DI IMOLA MEDAGLIA D ORO AL VALORE MILITARE PER ATTIVITA PARTIGIANA REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA DELLE RAGAZZE E DEI RAGAZZI DELLA CITTÀ DI IMOLA Approvato con deliberazione C.C.

Dettagli

Comune di Figline Valdarno (Provincia di Firenze) REGOLAMENTO PER IL SERVIZIO DI RISTORAZIONE SCOLASTICA

Comune di Figline Valdarno (Provincia di Firenze) REGOLAMENTO PER IL SERVIZIO DI RISTORAZIONE SCOLASTICA Comune di Figline Valdarno (Provincia di Firenze) REGOLAMENTO PER IL SERVIZIO DI RISTORAZIONE SCOLASTICA Approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 46 del 13.4.2010 ART. 1 FINALITA 1. Il servizio

Dettagli

COMITATO METODOLOGIE di ASSICURAZIONE della QUALITA' REGOLAMENTO

COMITATO METODOLOGIE di ASSICURAZIONE della QUALITA' REGOLAMENTO COMITATO METODOLOGIE di ASSICURAZIONE della QUALITA' REGOLAMENTO Titolo I Denominazione, Funzionamento, Sede, Scopo, Durata Art. 1 - Denominazione Nell ambito dell Associazione Italiana Cultura Qualità

Dettagli

ISTRUZIONI PER LE INSEGNANTI DI SOSTEGNO

ISTRUZIONI PER LE INSEGNANTI DI SOSTEGNO Pag 1/5 INCONTRI DI INIZIO ANNO SCOLASTICO Al più presto il docente di sostegno, non appena assegnato a nuovi casi, dovrà curare alcuni incontri: Con il gruppo docente dell anno precedente Con i genitori

Dettagli

FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI B A R I

FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI B A R I FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI di B A R I REGOLAMENTO DEL COMITATO TECNICO SCIENTIFICO per l Attività Formativa Professionale Continua degli Iscritti all Ordine Consigliatura

Dettagli

Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè. Adozione testo definitivo del 02/05/2014

Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè. Adozione testo definitivo del 02/05/2014 Regolamento della Consulta delle Associazioni del Comune di Villa d Almè Adozione testo definitivo del 02/05/2014 Art.1 RIFERIMENTI ALLO STATUTO COMUNALE 1 Il presente Regolamento si ispira al Titolo III

Dettagli

REGOLAMENTO GENERALE PER L ASILO NIDO PARTE PRIMA ART. 1)- ISTITUZIONE

REGOLAMENTO GENERALE PER L ASILO NIDO PARTE PRIMA ART. 1)- ISTITUZIONE REGOLAMENTO GENERALE PER L ASILO NIDO PARTE PRIMA ART. 1)- ISTITUZIONE E istituito a cura dell Amministrazione Comunale, il servizio di Asilo Nido per bambini, di età inferiore ai 3 anni, divisi in lattanti,

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI

REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI C O M U N E D I D E R U T A PROVINCIA DI PERUGIA REGOLAMENTO PER LA CONSULTA COMUNALE DEI GIOVANI CAPO I NORME ISTITUTIVE E ATTRIBUZIONI. Art. 1 Istituzione.. Art. 2 Attribuzioni.. CAPO II ORGANI DELLA

Dettagli

Comune di Montagnareale Provincia di Messina

Comune di Montagnareale Provincia di Messina REGOLAMENTO PER LA NOMINA ED IL FUNZIONAMENTO DELLA COMMISSIONE CONSILIARE PERMANENTE PER L ESAME DELLE NORME REGOLAMENTARI DELL ENTE INDICE Art. 1 - Oggetto del regolamento- definizioni. Art. 2 - Composizione,

Dettagli

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI

REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI REGOLAMENTO DI ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLE SEZIONI TERRITORIALI dell AISLA Onlus Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica Organizzazione non lucrativa di utilità sociale Indice Titolo

Dettagli

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA

REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA COMUNE DI FALCADE (Provincia di Belluno) REGOLAMENTO DEL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA (TESTO DEFINITIVO APPROVATO CON DELIBERA DI CONSIGLIO COMUNALE N. 5 DEL 17.02.2005) ART. 1 - FINALITA... 2 ART. 2 -

Dettagli

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE Delibera Consiglio Comunale n. 51 del 10.06.2015 1 REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE ART. 1 DEFINIZIONE Il Tempo per le famiglie rientra nella tipologia

Dettagli

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI. Regolamento. Regolamento del Comitato Controllo e Rischi PRYSMIAN S.P.A. COMITATO CONTROLLO E RISCHI Regolamento Regolamento del Comitato Controllo e Rischi Data approvazione: 16/01/2007 Ultima modifica: 08/11/2012 Regolamento del Comitato Controllo e Rischi

Dettagli

STATUTO SOCIALE ONLUS MARIANNA. È stata costituita, con riferimento agli articoli 2 e 18 della Costituzione Italiana, agli

STATUTO SOCIALE ONLUS MARIANNA. È stata costituita, con riferimento agli articoli 2 e 18 della Costituzione Italiana, agli STATUTO SOCIALE ONLUS MARIANNA ART. 1 - DENOMINAZIONE È stata costituita, con riferimento agli articoli 2 e 18 della Costituzione Italiana, agli articoli 36, 37 e 38 del Codice Civile e alle indicazioni

Dettagli

CITTA DI PADERNO DUGNANO Provincia di Milano REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEGLI ASILI NIDO COMUNALI

CITTA DI PADERNO DUGNANO Provincia di Milano REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEGLI ASILI NIDO COMUNALI CITTA DI PADERNO DUGNANO Provincia di Milano REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEGLI ASILI NIDO COMUNALI APPROVATO CON DELIBERAZIONE CONSILIARE N 78 del 26 settembre 1997 e N 13 del 12 marzo 1998 TITOLO 1 Finalità

Dettagli

statuto Testo approvato dalla XXXI Assemblea Generale congressuale Roma, 1 dicembre 2004

statuto Testo approvato dalla XXXI Assemblea Generale congressuale Roma, 1 dicembre 2004 statuto Testo approvato dalla XXXI Assemblea Generale congressuale Roma, 1 dicembre 2004 Art. 1 DENOMINAZIONE E SEDE È costituita dal 1908 l Unione delle Province d Italia (U.P.I.). Essa ha sede in Roma.

Dettagli

STATUTO DELL ASSOCIAZIONE LEND TRENTO

STATUTO DELL ASSOCIAZIONE LEND TRENTO STATUTO DELL ASSOCIAZIONE LEND TRENTO Art 1 Denominazione e sede dell associazione 1. È costituita l Associazione culturale e professionale degli operatori delle istituzioni scolastiche e formative lend

Dettagli

Regolamento per l attuazione del servizio di Mensa Scolastica

Regolamento per l attuazione del servizio di Mensa Scolastica www.comune.bottanuco.bg.it Regolamento per l attuazione del servizio di Mensa Scolastica (Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale nr. 40 del 29.9.2005 e modificato con deliberazione di Consiglio

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA GIOVANILE COMUNALE

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA GIOVANILE COMUNALE Città di Racconigi ASSESSORATO ALLE POLITICHE GIOVANILI COMUNE DI RACCONIGI REGOLAMENTO DELLA CONSULTA GIOVANILE COMUNALE Approvato con deliberazione C.C. n. 42 del 25.10.2011 1 Art. 1 - Istituzione È

Dettagli

DGR. n. 11496 del 17.3.2010

DGR. n. 11496 del 17.3.2010 DGR. n. 11496 del 17.3.2010 DEFINIZIONE DEI REQUISITI MINIMI DI ESERCIZIO DELL' UNITA' DI OFFERTA SOCIALE "CENTRO RICREATIVO DIURNO PER MINORI". ((PROSECUZIONE DEL PROCEDIMENTO PER DECORRENZA TERMINI PER

Dettagli

REGOLAMENTO CENTRO RICREATIVO DISABILI C.R.D.

REGOLAMENTO CENTRO RICREATIVO DISABILI C.R.D. COMUNE DI CARUGATE PROVINCIA DI MILANO REGOLAMENTO CENTRO RICREATIVO DISABILI C.R.D. DEL COMUNE DI CARUGATE APPROVATO CON DELIBERAZIONE DI C.C. N. 62 DEL 25/07/2007 ART. 1 Il Comune di Carugate ha attivato,

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PER IL COORDINAMENTO E LA PROMOZIONE DELLE ATTIVITA SPORTIVE E RICREATIVE

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PER IL COORDINAMENTO E LA PROMOZIONE DELLE ATTIVITA SPORTIVE E RICREATIVE REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PER IL COORDINAMENTO E LA PROMOZIONE DELLE ATTIVITA SPORTIVE E RICREATIVE Approvato con atto del C.C. n. 73 del 5.11.2014. Pubblicato all albo comunale, ai sensi dell art.

Dettagli

STATUTO CONSULTA GIOVANILE COMUNALE COMUNE DI ORISTANO. Comuni de Aristanis

STATUTO CONSULTA GIOVANILE COMUNALE COMUNE DI ORISTANO. Comuni de Aristanis COMUNE DI ORISTANO Comuni de Aristanis STATUTO CONSULTA GIOVANILE COMUNALE (APPROVATO CON DELIBERA C.C. N. 21 DEL 06.03.2008) (MODIFICATO CON DELIBERA C.C. NR. 8 DEL 10.03.2009). I N D I C E CAPO I NORME

Dettagli

REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04)

REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04) REGOLAMENTO DEL FORUM COMUNALE DEI GIOVANI (Approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 88 del 28/9/04) Art. 1 Istituzione il Consiglio Comunale di San Giorgio a Cremano, riconosciuto: l importanza

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE UNICA PER LE POLITICHE DEL LAVORO

REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE UNICA PER LE POLITICHE DEL LAVORO REGOLAMENTO DELLA COMMISSIONE PROVINCIALE UNICA PER LE POLITICHE DEL LAVORO (D.Lgs 23 dicembre 1997, n. 469) SOMMARIO TITOLO I - Norme di organizzazione ART. 1 Ambito di applicazione ART. 2 Finalità ART.

Dettagli

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori

COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania. Regolamento per l affidamento familiare dei minori COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania Regolamento per l affidamento familiare dei minori Adottato con deliberazione consiliare n 41 del 16/03/2000 COMUNE DI RIPOSTO Provincia di Catania Regolamento per

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA REGOLAMENTO CENTRO DI SICUREZZA STRADALE (DISS) (Centro Universitario ai sensi dell art.6 del Regolamento per l Istituzione ed il funzionamento dei Centri Universitari,

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO P. CARMINE CANNOBIO. Regolamento volontari. Regolamento. a scuola. volontari a scuola

ISTITUTO COMPRENSIVO P. CARMINE CANNOBIO. Regolamento volontari. Regolamento. a scuola. volontari a scuola ISTITUTO COMPRENSIVO P. CARMINE CANNOBIO Regolamento volontari a scuola Regolamento volontari a scuola REGOLAMENTO PER L UTILIZZO DI VOLONTARI PER IL MIGLIORAMENTO DELL OFFERTA FORMATIVA Art.1 Oggetto

Dettagli

Articolo 1 Composizione

Articolo 1 Composizione Regolamento interno di organizzazione per il funzionamento della Conferenza nazionale per la garanzia dei diritti dell infanzia e dell adolescenza Istituita dall art. 3, comma 7, della legge 12 luglio

Dettagli

COMUNE DI SAN MARTINO IN PENSILIS PROVINCIA DI CAMPOBASSO REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA

COMUNE DI SAN MARTINO IN PENSILIS PROVINCIA DI CAMPOBASSO REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA COMUNE DI SAN MARTINO IN PENSILIS PROVINCIA DI CAMPOBASSO REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA Approvata con delibera di CC n. 50 del 22.12.2009 CAPO I NORME GENERALI ART. 1 Oggetto

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA

REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA 1 REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO DI MENSA SCOLASTICA ART. 1 OGGETTO E FINALITA DEL SERVIZIO Il servizio di refezione scolastica è realizzato dal Comune nell ambito delle proprie competenze. Il servizio

Dettagli

COMUNE DI CARNAGO. (Provincia di Varese) Regolamento per il servizio di refezione. scolastica Scuola Elementare E.Fermi

COMUNE DI CARNAGO. (Provincia di Varese) Regolamento per il servizio di refezione. scolastica Scuola Elementare E.Fermi COMUNE DI CARNAGO (Provincia di Varese) Regolamento per il servizio di refezione scolastica Scuola Elementare E.Fermi Approvato con deliberazione di C.C. n. 44 del 20.12.2005 e modificato con deliberazione

Dettagli

REGOLAMENTO DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE MEDICHE, CHIRURGICHE E TECNOLOGIE AVANZATE G.F. INGRASSIA. (art. 15, comma 12, dello Statuto di Ateneo)

REGOLAMENTO DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE MEDICHE, CHIRURGICHE E TECNOLOGIE AVANZATE G.F. INGRASSIA. (art. 15, comma 12, dello Statuto di Ateneo) REGOLAMENTO DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE MEDICHE, CHIRURGICHE E TECNOLOGIE AVANZATE G.F. INGRASSIA (art. 15, comma 12, dello Statuto di Ateneo) Art. 1 Oggetto, denominazione e sede Il presente regolamento

Dettagli

STATUTO DELL ASSOCIAZIONE CASA DELLA CITTÀ LEOPOLDA

STATUTO DELL ASSOCIAZIONE CASA DELLA CITTÀ LEOPOLDA Associazione Casa della Città Leopolda Piazza Guerrazzi 56125 Pisa Tel. 050.21531 STATUTO DELL ASSOCIAZIONE CASA DELLA CITTÀ LEOPOLDA Titolo primo: i principi generali Art. 1 1. L Associazione Casa della

Dettagli

ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO

ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO ASSOCIAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TREVISO REGOLAMENTO DELLE COMMISSIONI DI STUDIO SULLE MATERIE OGGETTO DELLA PROFESSIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI

Dettagli

COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO Provincia di Treviso Determinazione del Dirigente del settore Servizi ai cittadini

COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO Provincia di Treviso Determinazione del Dirigente del settore Servizi ai cittadini COMUNE DI CASTELFRANCO VENETO Provincia di Treviso Determinazione del Dirigente del settore Servizi ai cittadini N generale 526 Data 01/09/2010 N di Protocollo: Oggetto: AFFIDAMENTO INCARICO DI COORDINATORE

Dettagli

REGOLAMENTO CONSULTA DELLE PERSONE CON DISABILITA

REGOLAMENTO CONSULTA DELLE PERSONE CON DISABILITA COMUNE DI CARRARA Decorato di Medaglia d Oro al Merito Civile REGOLAMENTO CONSULTA DELLE PERSONE CON DISABILITA Approvato in data con deliberazione consiliare n. Premesso che la Legge 5 Febbraio 1992 n.

Dettagli

STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA

STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA STATUTO DELLA FONDAZIONE R.E TE. IMPRESE ITALIA Articolo 1. Denominazione e sede. Su iniziativa dell Associazione R.E TE. Imprese Italia è costituita la Fondazione R.E TE. Imprese Italia, con sede in Roma.

Dettagli

1) E costituita, con sede in Trescore Balneario, via dell Albarotto. una associazione di volontariato senza scopi di lucro, per fini di

1) E costituita, con sede in Trescore Balneario, via dell Albarotto. una associazione di volontariato senza scopi di lucro, per fini di STATUTO COSTITUZIONE E SCOPI 1) E costituita, con sede in Trescore Balneario, via dell Albarotto una associazione di volontariato senza scopi di lucro, per fini di solidarietà e con durata illimitata,

Dettagli

COMUNE DI SINNAI (PROVINCIA DI CAGLIARI)

COMUNE DI SINNAI (PROVINCIA DI CAGLIARI) COMUNE DI SINNAI (PROVINCIA DI CAGLIARI) CONVENZIONE SCUOLE DELL INFANZIA (art. 2, comma 2, L.R. 25.6.1984, n 31) CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI SINNAI E LA SCUOLA DELL INFANZIA PARITARIA LE GIOVANI MARMOTTE

Dettagli

ISTITUZIONE CONSULTA GIOVANILE ED APPROVAZIONE REGOLAMENTO

ISTITUZIONE CONSULTA GIOVANILE ED APPROVAZIONE REGOLAMENTO ISTITUZIONE CONSULTA GIOVANILE ED APPROVAZIONE REGOLAMENTO ART. 1 ISTITUZIONE La Consulta Giovanile Comunale è istituita dal Comune di Torino di Sangro con deliberazione del Consiglio Comunale n. 5 del

Dettagli

Statuto Associazione Borsisti Marco Fanno

Statuto Associazione Borsisti Marco Fanno Statuto Associazione Borsisti Marco Fanno Statuto iscritto nel registro delle persone giuridiche, ai sensi dell articolo 2 del D.P.R. 10 febbraio 2000 n.361 su istanza del 23 agosto 2013 della Prefettura

Dettagli

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE Premessa L affidamento etero-familiare consiste nell inserire un minore in un nucleo familiare diverso da quello originario per un tempo determinato. È un esperienza di accoglienza

Dettagli

STATUTO DELLA CONSULTA GIOVANILE COMUNALE

STATUTO DELLA CONSULTA GIOVANILE COMUNALE STATUTO DELLA CONSULTA GIOVANILE COMUNALE Approvato con deliberazione C.C. n. 11 del 24 febbraio 2005 e modificato con deliberazione C.C. n. 55 del 20 dicembre 2006 STATUTO DELLA CONSULTA GIOVANILE DEL

Dettagli

CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO. La Provincia di Novara, nell ambito delle proprie attività e nel rispetto di quanto assegnatole dalla vigente

CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO. La Provincia di Novara, nell ambito delle proprie attività e nel rispetto di quanto assegnatole dalla vigente CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO ART. 1 ISTITUZIONE CONSULTA PROVINCIALE DEL VOLONTARIATO La Provincia di Novara, nell ambito delle proprie attività e nel rispetto di quanto assegnatole dalla vigente

Dettagli

MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO

MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO Allegato A alla deliberazione n. 11 dell 08/06/2012 MODALITA DI FUNZIONAMENTO E CONSULTAZIONE DEL TAVOLO PERMANENTE DEI SOGGETI DEL TERZO SETTORE DEL DISTRETTO SOCIALE EST MILANO 1. COMPITI E FINALITA

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI Elaborazione Ufficio Servizi Culturali Ottobre 2007 INDICE Art. 1 Principi ispiratori Art. 2 Consulta delle Associazioni Art. 3 Finalità ed attività Art. 4

Dettagli

COMUNE DI LONDA Provincia di Firenze REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI

COMUNE DI LONDA Provincia di Firenze REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DELLE ASSOCIAZIONI Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale N. 35 del 29.04.2010 1 INDICE ART. 1: Oggetto del regolamento ART. 2: Valorizzazione della partecipazione

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DEL COMITATO UNICO DI GARANZIA DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RACCONIGI Art. 1 Oggetto del Regolamento Il presente regolamento disciplina l attività del Comitato Unico

Dettagli

CENTRO ANZIANI DI PORCIA

CENTRO ANZIANI DI PORCIA Centro anziani di Porcia Associazione di volontariato O.N.L.U.S Iscritto al n 930 del Registro del Volontariato F.V.G Decreto iscrizione n. 1574 del 23.04.2015 Via delle Risorgive, 3-33080 Porcia (PN)

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 572 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI LAFFRANCO, BIANCONI Disciplina della professione di educatore di asilo nido e istituzione

Dettagli

MODALITA E CRITERI DI GESTIONE DELLE GRADUATORIE PER SUPPLENZE NEI SERVIZI EDUCATIVI E SCOLASTICI DEL COMUNE DI BOLOGNA.

MODALITA E CRITERI DI GESTIONE DELLE GRADUATORIE PER SUPPLENZE NEI SERVIZI EDUCATIVI E SCOLASTICI DEL COMUNE DI BOLOGNA. Allegato A P. G. n. 114366/2009 COMUNE DI BOLOGNA SETTORE PERSONALE E ORGANIZZAZIONE MODALITA E CRITERI DI GESTIONE DELLE GRADUATORIE PER SUPPLENZE NEI SERVIZI EDUCATIVI E SCOLASTICI DEL COMUNE DI BOLOGNA.

Dettagli

REGOLAMENTO ASSEGNAZIONE FONDI PER PROGETTI DI INTEGRAZIONE RIVOLTI A STUDENTI DISABILI

REGOLAMENTO ASSEGNAZIONE FONDI PER PROGETTI DI INTEGRAZIONE RIVOLTI A STUDENTI DISABILI REGOLAMENTO ASSEGNAZIONE FONDI PER PROGETTI DI INTEGRAZIONE RIVOLTI A STUDENTI DISABILI 1 Art. 1 oggetto 1.1 - Il presente Regolamento disciplina l assegnazione, agli Istituti secondari di secondo grado

Dettagli

STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI

STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI STATUTO ASSOCIAZIONE GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo CAPO I - PRINCIPI FONDAMENTALI Art. 1 - L Associazione L Associazione GIOVANI BANCA di CREDITO COOPERATIVO Giuseppe Toniolo (GIOVANI

Dettagli

Comune di Morlupo Provincia di Roma REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI REFEZIONE SCOLASTICA

Comune di Morlupo Provincia di Roma REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI REFEZIONE SCOLASTICA Comune di Morlupo Provincia di Roma REGOLAMENTO COMUNALE PER IL SERVIZIO DI REFEZIONE SCOLASTICA Approvato con delibera di consiglio comunale n 33 del 08.08.2007 INDICE Art. 1 Oggetto del servizio Art.

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

REGOLAMENTO COMUNALE DEI SERVIZI DI TRASPORTO E MENSA SCOLASTICA

REGOLAMENTO COMUNALE DEI SERVIZI DI TRASPORTO E MENSA SCOLASTICA COMUNE DI BASCHI PROVINCIA DI TERNI REGOLAMENTO COMUNALE DEI SERVIZI DI TRASPORTO E MENSA SCOLASTICA (Approvato con delibera consiliare n. 50 del 30.09.2010) TITOLO I Norme Generali TITOLO II Trasporto

Dettagli

ALLEGATO 4 STUDIO DI FATTIBILITA

ALLEGATO 4 STUDIO DI FATTIBILITA ALLEGATO 4 STUDIO DI FATTIBILITA Procedura aperta per la selezione di una Società di Gestione del Risparmio per l'istituzione e la gestione di un fondo di investimento, immobiliare, chiuso per il patrimonio

Dettagli

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO

REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO REGOLAMENTO PER IL FUNZIONAMENTO DELLA CONSULTA FEMMINILE DEL COMUNE DI SOLARINO Art. 1 - Istituzione della Consulta Ai sensi dell art. 80 dello Statuto Comunale e deliberazione del C.C. n 55 del 13/11/2008

Dettagli

STATUTO dell ASSOCIAZIONE CANTARE SUONANDO TRENTO. Associazione Cantare Suonando - Onlus

STATUTO dell ASSOCIAZIONE CANTARE SUONANDO TRENTO. Associazione Cantare Suonando - Onlus STATUTO dell ASSOCIAZIONE CANTARE SUONANDO TRENTO Approvato il 08.01.1997 Prima modifica: 23.06.1998 Seconda modifica: 23.06.2001 Terza modifica: 01.05.2005 Associazione Cantare Suonando - Onlus Articolo

Dettagli

Istituto di Istruzione Secondaria Superiore UGO FOSCOLO

Istituto di Istruzione Secondaria Superiore UGO FOSCOLO Istituto di Istruzione Secondaria Superiore UGO FOSCOLO LICEO CLASSICO - LICEO SCIENTIFICO-LICEO LINGUISTICO Via Pirandello, 6 92024 CANICATTI (AG) agis00100x@istruzione.it agis00100x@pec.istruzione.it

Dettagli

STATUTO Piccola Famiglia onlus (versione definitiva 18 gennaio 2012)

STATUTO Piccola Famiglia onlus (versione definitiva 18 gennaio 2012) STATUTO Piccola Famiglia onlus (versione definitiva 18 gennaio 2012) Art. 1 E costituita una associazione denominata La Piccola Famiglia Organizzazione non lucrativa di Utilità Sociale la cui denominazione

Dettagli

******************* Regolamento per la costituzione ed il funzionamento della Consulta Comunale per il Volontariato **************************

******************* Regolamento per la costituzione ed il funzionamento della Consulta Comunale per il Volontariato ************************** ******************* Regolamento per la costituzione ed il funzionamento della Consulta Comunale per il Volontariato ************************** Approvato con delibera consiliare n. 180 del 18 Dicembre 2012.

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE REGOLAMENTO DELLA CONSULTA COMUNALE PER L AMBIENTE approvato con approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 18 del 14/02/2005 Pagina 1 di 5 Art. 1 ISTITUZIONE Il Comune di Bari istituisce la

Dettagli

REGOLAMENTO per l EROGAZIONE del SERVIZIO di RISTORAZIONE SCOLASTICA

REGOLAMENTO per l EROGAZIONE del SERVIZIO di RISTORAZIONE SCOLASTICA COMUNE DI CAMPOSANTO PROVINCIA DI MODENA Via F. Baracca, 11-41031 Camposanto (MO) Tel. 0535-80903-4 - Fax: 0535-80917 E-mail: servizi.socioculturali@comune.camposanto.mo.it AREA SOCIO-CULTURALE Ufficio

Dettagli

COMUNE DI ESCALAPLANO

COMUNE DI ESCALAPLANO COMUNE DI ESCALAPLANO Provincia di Cagliari STATUTO CONSULTA GIOVANI DI ESCALAPLANO CAPO I NORME ISTITUTIVE E ATTRIBUZIONI FONTI NORMATIVE Le disposizioni contenute nel presente statuto trovano il loro

Dettagli

MODALITÀ DI UTILIZZO DELLE GRADUATORIE PER ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO NELLE SCUOLE DELL INFANZIA - ASILI NIDO SEDI COMUNALI

MODALITÀ DI UTILIZZO DELLE GRADUATORIE PER ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO NELLE SCUOLE DELL INFANZIA - ASILI NIDO SEDI COMUNALI ALLEGATO A MODALITÀ DI UTILIZZO DELLE GRADUATORIE PER ASSUNZIONI A TEMPO DETERMINATO NELLE SCUOLE DELL INFANZIA - ASILI NIDO SEDI COMUNALI 1. GRADUATORIE Sono gestite con le presenti modalità le graduatorie

Dettagli

Legge Provinciale Bolzano 19/1/1976 n.6. B.U.R. 10/2/1976 n.6 ORDINAMENTO DELL' ISTITUTO PROVINCIALE ASSISTENZA ALL' INFANZIA

Legge Provinciale Bolzano 19/1/1976 n.6. B.U.R. 10/2/1976 n.6 ORDINAMENTO DELL' ISTITUTO PROVINCIALE ASSISTENZA ALL' INFANZIA Legge Provinciale Bolzano 19/1/1976 n.6 B.U.R. 10/2/1976 n.6 ORDINAMENTO DELL' ISTITUTO PROVINCIALE ASSISTENZA ALL' INFANZIA Articolo 1 Finalità [1] 1. L' istituto provinciale di assistenza all' infanzia

Dettagli

SEZIONE I PROGETTI DI RICERCA E COLLABORAZIONI FONDI PER LA RICERCA E MODALITÀ DI ACCESSO

SEZIONE I PROGETTI DI RICERCA E COLLABORAZIONI FONDI PER LA RICERCA E MODALITÀ DI ACCESSO REGOLAMENTO SULLE MODALITA' DI ASSEGNAZIONE E UTILIZZO DEI FONDI PER LA RICERCA (Emanato con D.D. n. 45 del 23.01.2002, modificato con i D.D. n. 618 del 2003, n. 103 del 2005, n. 99 e n. 552 del 2006,

Dettagli

Comitato di Coordinamento

Comitato di Coordinamento Coomitaatoo t ddi i Coooorddi r i nnaamenntoo e t ddeel llee Orrggaannizzzaazioonni i z zi i ddi i Vooloonntaarri l t i aatoo t ddellaa PPrrootezioonnee Civvili ill ee Reggoolaameenntoo e l t Art. 1 Premessa

Dettagli

CONVENZIONE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DEL SERVIZIO SCOLASTICO RELATIVO ALLA SCUOLA DELL INFANZIA TRA I COMUNI DI GARBAGNA NOVARESE NIBBIOLA

CONVENZIONE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DEL SERVIZIO SCOLASTICO RELATIVO ALLA SCUOLA DELL INFANZIA TRA I COMUNI DI GARBAGNA NOVARESE NIBBIOLA CONVENZIONE PER LA GESTIONE ASSOCIATA DEL SERVIZIO SCOLASTICO RELATIVO ALLA SCUOLA DELL INFANZIA TRA I COMUNI DI GARBAGNA NOVARESE E NIBBIOLA Ai sensi dell art. 30 del D.Lgs. 267/2000 Allegato alla deliberazione

Dettagli

GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP

GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP ISTITUTO COMPRENSIVO E. CURTI GEMONIO Pagina 1 di 6 GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP Entro i termini e i criteri previsti dalla legge, sulla base del numero di

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE E L'ISCRIZIONE ALLA BABY HOUSE

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE E L'ISCRIZIONE ALLA BABY HOUSE Comune di Castelnuovo di Val di Cecina Provincia Di Pisa REGOLAMENTO PER LA GESTIONE E L'ISCRIZIONE ALLA BABY HOUSE Approvato con deliberazione di C.C. n. 59 del 24.09.2009 1 ART. 1 - FINALITA La Baby

Dettagli

COMUNE DI TREVISO BRESCIANO Provincia di Brescia STATUTO DELLA CONSULTA GIOVANILE DEL COMUNE DI TREVISO BRESCIANO

COMUNE DI TREVISO BRESCIANO Provincia di Brescia STATUTO DELLA CONSULTA GIOVANILE DEL COMUNE DI TREVISO BRESCIANO COMUNE DI TREVISO BRESCIANO Provincia di Brescia STATUTO DELLA CONSULTA GIOVANILE DEL COMUNE DI TREVISO BRESCIANO 1 STATUTO DELLA CONSULTA GIOVANILE COMUNALE DEL COMUNE DI TREVISO BRESCIANO Art. 1 Istituzione

Dettagli

REGOLAMENTO DEL PART-TIME

REGOLAMENTO DEL PART-TIME REGOLAMENTO DEL PART-TIME (approvato con deliberazione di Giunta comunale n. 279 del 14/11/2012, integrato con deliberazione di Giunta comunale n. 311 del 17/12/2013 e, da ultimo, modificato con deliberazione

Dettagli

CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE

CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE CITTÀ DI IMOLA REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA VALUTAZIONE, INTEGRITÀ E TRASPARENZA DELLA PERFORMANCE Approvato con deliberazione C.C. n. 30 del 23/02/2011 1 INDICE Titolo I Programmazione e valutazione

Dettagli

REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE

REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA DISCIPLINA DELLE INIZIATIVE E DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE NELL AMBITO DI PROGRAMMI E PROGETTI FINALIZZATI ART.1 AMBITO DI APPLICAZIONE Il presente Regolamento definisce e disciplina

Dettagli

STATUTO DELL ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ABILMENTE CON TUTTI PREMESSA

STATUTO DELL ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ABILMENTE CON TUTTI PREMESSA STATUTO DELL ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO ABILMENTE CON TUTTI PREMESSA L Associazione ABILMENTE CON TUTTI vuole essere una risposta alla situazione di profondo disagio in cui vengono a trovarsi le persone

Dettagli

REGOLAMENTO DI GESTIONE DELL ASILO NIDO COMUNALE

REGOLAMENTO DI GESTIONE DELL ASILO NIDO COMUNALE COMUNE DI LAVARONE provincia di Trento REGOLAMENTO DI GESTIONE DELL ASILO NIDO COMUNALE Approvato con deliberazione consiliare n. 18 di data 20.06.2011. Modificato con deliberazione consiliare n. 40 dd.

Dettagli

C I T T À DI SURBO Provincia di Lecce ~~~~~~o~~~~~~

C I T T À DI SURBO Provincia di Lecce ~~~~~~o~~~~~~ C I T T À DI SURBO Provincia di Lecce ~~~~~~o~~~~~~ REGOLAMENTO COMUNALE DEL SERVIZIO AUSILIARIO VOLONTARIO - Approvato con deliberazione C.C. n. 7 del 01.03.2013 - Modificato con deliberazione C.C. n.

Dettagli

REGOLAMENTO CONCERNENTE I CRITERI, LE MODALITA DI PROGRAMMAZIONE E DI INTERVENTO IN MATERIA DI TRASPORTO REFEZIONE SCOLASTICA

REGOLAMENTO CONCERNENTE I CRITERI, LE MODALITA DI PROGRAMMAZIONE E DI INTERVENTO IN MATERIA DI TRASPORTO REFEZIONE SCOLASTICA REGOLAMENTO CONCERNENTE I CRITERI, LE MODALITA DI PROGRAMMAZIONE E DI INTERVENTO IN MATERIA DI TRASPORTO E REFEZIONE SCOLASTICA Approvato con delibera del Consiglio dell Unione N. 21 del 30/04/2013 CAP.

Dettagli

Regolamento della Scuola di Ateneo per le attività undergraduate e graduate dell Università degli Studi Link Campus University

Regolamento della Scuola di Ateneo per le attività undergraduate e graduate dell Università degli Studi Link Campus University Regolamento della Scuola di Ateneo per le attività undergraduate e graduate dell Università degli Studi Link Campus University TITOLO I AMBITO DI APPLICAZIONE E FUNZIONI Art. 1 Ambito di applicazione 1.

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA ANZIANI

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA ANZIANI COMUNE DI CARRARA Decorato di Medaglia d Oro al Merito Civile REGOLAMENTO DELLA CONSULTA ANZIANI Approvato in data con deliberazione consiliare n. 1. E istituita la Consulta Anziani. Art. 1 ISTITUZIONE

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA COSTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DELLA COMMISSIONE MENSA COMUNALE.

REGOLAMENTO PER LA COSTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DELLA COMMISSIONE MENSA COMUNALE. REGOLAMENTO PER LA COSTITUZIONE ED IL FUNZIONAMENTO DELLA COMMISSIONE MENSA COMUNALE. Approvato con deliberazione di C.C. n. 30 del 27.3.1998 Modificato con deliberazioni di C.C.: n. 49 del 29.5.1998 n.

Dettagli

Criteri per la formazione delle graduatorie per l accesso agli asili nido comunali.

Criteri per la formazione delle graduatorie per l accesso agli asili nido comunali. Settore Servizi educativi Criteri per la formazione delle graduatorie per l accesso agli asili nido comunali. I bambini sono accolti al nido, compatibilmente con le disponibilità dei posti, tenendo conto

Dettagli

COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO Provincia di Pordenone

COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO Provincia di Pordenone COMUNE DI SAN VITO AL TAGLIAMENTO Provincia di Pordenone Codice fiscale 80003930932 Partita IVA 00242130938 PIAZZA DEL POPOLO N.38 TEL.0434/842926 FAX 0434/842971 www.comune.san-vito-al-tagliamento.pn.it

Dettagli

Riferimenti normativi: DM 42/07 E 80/07 OM N 92/07 Legge n 1/07

Riferimenti normativi: DM 42/07 E 80/07 OM N 92/07 Legge n 1/07 Riferimenti normativi: DM 42/07 E 80/07 OM N 92/07 Legge n 1/07 Al termine del primo trimestre ( dicembre) Alla fine del mese di marzo inizio aprile ( valutazione intermedia) Alla fine dell anno scolastico.

Dettagli

SCHEMA STATUTO PER LE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO

SCHEMA STATUTO PER LE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO giunta regionale 8^ legislatura ALLEGATO B Dgr n. 3117 del 21/10/2008 pag. 1/7 SCHEMA STATUTO PER LE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO ALLEGATO B Dgr n. 3117 del 21/10/2008 pag. 2/7 ART. 1* (Denominazione

Dettagli

CONVENZIONI PRIVATI TRA

CONVENZIONI PRIVATI TRA Legge 12 Marzo 1999, n. 68 Norme per il diritto al lavoro dei disabili CONVENZIONE EX ART. 11 Premesso che a) le parti si sono determinate nella stipula della presente convenzione al fine di consentire

Dettagli

REGOLAMENTO Accademia Dimensione Musica

REGOLAMENTO Accademia Dimensione Musica REGOLAMENTO Accademia Dimensione Musica I Principi generali art.1 oggetto e finalità del regolamento II Finalità art.2 finalità dell associazione III Struttura organizzativa art.3 struttura organizzativa

Dettagli

Università degli Studi di Palermo Servizio di Prevenzione e Protezione di Ateneo

Università degli Studi di Palermo Servizio di Prevenzione e Protezione di Ateneo NG Università degli Studi di Palermo REGOLAMENTO Per l individuazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) e la definizione delle loro attribuzioni (approvato nella seduta di contrattazione

Dettagli

TITOLO I ISTITUZIONE ALBO COMUNALE E ISCRIZIONI

TITOLO I ISTITUZIONE ALBO COMUNALE E ISCRIZIONI REGOLAMENTO ALBO COMUNALE DELLE ASSOCIAZIONI TITOLO I ISTITUZIONE ALBO COMUNALE E ISCRIZIONI Art. 1 Finalità 1. Il Comune di Badia Polesine riconosce e promuove il pluralismo associativo per la tutela

Dettagli

RINUNCIO IN UNA GRADUATORIA ACCETTO IN UNA GRADUATORIA ACCETTO SU SOSTEGNO HO AVUTO IL RUOLO SECONDO LE ISTRUZIONI MINISTERIALI DEL 25 AGOSTO 2009

RINUNCIO IN UNA GRADUATORIA ACCETTO IN UNA GRADUATORIA ACCETTO SU SOSTEGNO HO AVUTO IL RUOLO SECONDO LE ISTRUZIONI MINISTERIALI DEL 25 AGOSTO 2009 SECONDO LE ISTRUZIONI MINISTERIALI DEL 25 AGOSTO 2009 a cura di Laura Razzano RINUNCIO IN UNA GRADUATORIA PER QUEST'ANNO (2009/2010)O NON POTRO' PIU' LAVORARE NELLA GRADUATORIA DI QUELLA PROVINCIA POTRO'

Dettagli