4.5 Il sistema distributivo agroalimentare

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1 4.5 Il sistema distributivo agroalimentare In Italia, pur ancora persistendo la grave crisi economica-finanziaria, nel 2010 si registra una leggera inversione di tendenza. Tra le variabili che hanno contribuito a invertire la fase discendente del ciclo economico si può annoverare, fra l altro, l incremento delle spese delle famiglie per generi alimentari. Dalle prime stime del 2011 i consumi dei prodotti alimentari hanno però mostrato una dinamica ridotta. Si tratta di un nuovo segnale negativo che interessa un comparto, come quello alimentare, storicamente meno sensibile all andamento dei cicli economici 89. Ciò influisce direttamente anche nei comportamenti di acquisto dei consumatori nonché nei livelli di vendita delle diverse tipologie di strutture distributive presenti nel territorio. Figura Valore delle vendite complessive. Variazione % ! "!! "! #! $ %!! In particolare, come evidenziato dalla Figura 4.5.1, nella regione Marche così 89 L incremento della disoccupazione unito agli effetti delle manovre di correzioni dei conti pubblici, fa prevedere per il 2012 un nuovo calo dei consumi delle famiglie italiane. Sebbene concentrata in particolare sui beni durevoli dove gli acquisti saranno limitati alle sostituzioni, tale riduzione potrebbe interessare anche il settore agro-alimentare. 178

2 & & come a livello nazionale, si assiste nell ultimo quinquennio a una contrazione delle vendite complessive determinata prevalentemente dalla caduta di quelle relative ai prodotti non alimentari (-9,9% della grande distribuzione e -7,7% negli altri esercizi). Il livello delle vendite dei prodotti alimentari, per contro, registra una crescita nei punti vendita della grande distribuzione (GD) di un + 5,3%, incremento che compensa il calo registrato negli esercizi tradizionali (- 8,8%.). Tali trend sottolineano che per i prodotti alimentari: in questa fase di stasi dei consumi vi è uno spostamento degli acquisti effettuati dai consumatori in direzione dei punti vendita della GD; le incertezze riguardanti la situazione economica generale e personale, unite alle minori disponibilità finanziarie delle famiglie, fa sì che gli acquisti siano destinati prevalentemente ai beni di prima necessità quali quelli alimentari. La continua crescita del fatturato degli esercizi della GD nel comparto alimentare ha portato nel corso degli ultimi cinque anni all incremento della propria quota di mercato, fino ad attestarsi nel 2010 al 70,8% nelle Marche e 64,2% in Italia. Nei beni non alimentari, invece, la quota di fatturato maggiore non è registrata dalla GD, ma dalle altre tipologie di esercizi. Essi coprono, sempre nel 2010, il 78,2% delle vendite nella regione e il 76,0% in Italia. A livello di numerosità, dall elaborazione dei dati dell Osservatorio Nazionale del Commercio (Tabella 4.5.1), si registra in Italia nel biennio un incremento di oltre punti vendita al dettaglio (+0,5%) 90' In controtendenza nella regione Marche, sola regione italiana a presentare un andamento regressivo, si verifica una contrazione del numero degli esercizi commerciali con sede fissa dello 0,8%. Tale calo è dovuto a una diminuzione delle sedi di impresa (-211 unità), mentre resta positivo l andamento delle unità locali (+ 61 esercizi) 91. Articolando il dato complessivo per tipologia merceologica si evidenzia che a tale variazione negativa hanno contribuito prevalentemente gli esercizi alimentari (-2,6%) poiché quelli che trattano beni non alimentari diminuiscono solo di uno 0,1%. 90 A seguito della riorganizzazione della banca dati del Registro delle imprese avvenuta nel corso del 2009 con l applicazione della nuova codifica ATECO 2007, sono state apportate modifiche nella tipologia di voci utilizzate. Le variazioni più significative sono rappresentate dall esistenza di un solo gruppo per gli ambulanti e di una nuova categoria del commercio effettuato esclusivamente via internet. Non sono più distinte, inoltre, le forme speciali di vendita che trattano beni alimentari da quelli non alimentari. Il 2009 diviene pertanto il primo anno di una nuova serie storica. 91 La consistente diminuzione delle sedi, accompagnata da un aumento delle unità locali, convalida il trend in atto ormai da anni che attribuisce una percentuale crescente di nuove aperture alle localizzazioni separate. 179

3 V V Al calo delle strutture commerciali marchigiane nel settore alimentare (Tabella 4.5.1) hanno contribuito non solo quelle al dettaglio con sede fissa, ma anche quelle del commercio ambulante (-1,4%). Si sottolinea come la variazione negativa registrata negli esercizi marchigiani con sede fissa che trattano beni alimentari è superiore di 2,5 punti percentuali a quella verificatasi a livello italiano. Considerando tutte le tipologie di intermediari che trattano beni alimentari, la variazione negativa registrata nelle Marche nel biennio è pari a 8,0%, mente il valore medio italiano si attesta ad un -0,2%. Ciò segnala una peggiore tenuta del sistema commerciale regionale rispetto a quello italiano. Tabella Il sistema distributivo nelle Marche distinto per tipologia di intermediari 180 ( ) * +, - ). / ) 3 4 / 5 + / / 0 ; : < 9 7 = A B C > D E E F C G H A > I I > / 0 ; : < 9 7 J K L M N O M P N O Q M K R N O S T U M M K V O Q K U O W O W O X X Y X Z [ Z \ ] ^ ] ] _ Y ] ` ] ] _ Y [ a a \ b ^ c N T d T L L O K U O Q M V L K N O \ e M W K V d M M L K e K S S T [ b X [ Z Z f a \ g ^ X g _ ` [ X X g _ ` h g f a \ ] ^ i U L N O j M L L T N O X _ b Z X X _ g Z [ Y \ Y ^ ] g X _ Y a Y ] g b _ h [ a ] \ g ^ k, 4 / 5 ) l ; 9 m 7 l ; n 7 o 6 p 7 q 6 o n ; m o r ; 6 n m 9 p o q s ) 4 4 / * 5 +, 1, - t ) u ) v + t t / w j M N S O x O K U O Q M V L K N O X _ [ a h X _ b b b f Y \ Z ^ ] g h _ ` ` Y ] g h _ ] X X f a \ ] ^ w j M N S O x O V T V K U O Q M V L K N O ] h _ a h Y ] h _ a ` a f a \ ] ^ h g b _ ` g a h [ ] _ Y Y ] a \ b ^ k, 4 / 5 ) 9 8 ; 8 y r 9 8 ; m 7 r z 7 p m q r r 6 ; r 9 6 r r l ; n l y 7 p y q {, ) 0 1 +, / } ~ 5 / - 4 ) ) v, 0 ) t ) 1 + / 5 + u + ) - u + 4 / i U O Q M V L K N M [ b Y [ h g f ] \ X ^ ` g _ a [ a ` b _ b Y X f ] \ a ^ T V i U O Q M V L K N M ` _ b b ` ` _ [ a ] ` \ X ^ ] Y [ _ [ b h ] ` ` _ ] Y ] Y \ X ^ k, 4 / 5 ) o ; r o y o ; m y 8 6 p o q 9 l m ; 7 l y 9 r 7 ; m o y 9 p r q k, 4 / 5 ) ~ ) - u + 4 / T L K U M K U O Q M V L K N M b _ b g Z b _ ] Z b f g \ a ^ Y g ` _ a Y [ Y g Y _ h ] Z f a \ Y ^ T L K U M V T V K U O Q M V L K N M Y ` _ a [ Z Y ` _ g a ` ` \ ] ^ [ a ] _ h h b [ ] ] _ [ ` Y ] \ Y ^ k, 4 / 5 ) * ) - ) 0 / 5 ) n 7 ; m m 6 n 7 ; 8 r 7 7 p n q 9 ; 9 m o ; y m l 9 ; 9 8 o ; o o m 7 p m q ƒ V S O d M V x K M j M N S O x O K U O Q M V L K N O V T V S S ` ` \ b ^ ` a \ ] ^ ` ] \ X ^ ` ] \ a ^ K U O Q M V L K N O Fonte: nostra elaborazione su dati Osservatorio nazionale del commercio [3] Focalizzando l attenzione sugli esercizi che trattano beni alimentari con sede fissa si evidenzia che nelle Marche, con un peso del 66,7%, essi rappresentano la tipologia prevalente (Tabella in appendice).

4 A livello territoriale è la provincia di Ancona a registrare una incidenza maggiore dei punti vendita alimentari con sede fissa (27,4%), mentre in quella di Fermo e Ascoli Piceno questa tipologia di esercizi riveste il peso percentuale minore (rispettivamente 12,7% e 13,5%). Dall analisi dei punti vendita suddivisi per specializzazione merceologica emerge che nelle Marche quelli con il maggior numero di esercizi al dettaglio con sede fissa ricadono nella categoria non specializzati con prevalenza di prodotti alimentari e bevande che, con unità, rappresentano il 50,1% del totale. Seguono i negozi che operano nel settore della carne (18,1%) e della frutta e verdura (11,0%). Rispetto al 2009 si verifica una contrazione dei punti vendita alimentari con sede fissa dovuta principalmente alle chiusure dei negozi che trattano bevande (-4,7%), seguiti dagli esercizi pane, torte e dolciumi (-3,7%) e i despecializzati (-3,3%). L unico settore che registra una variazione positiva è quello della frutta e verdura. In Italia, per contro, anche se con percentuali non elevate si verifica una crescita in tutti i settori ad eccezione dei negozi di carni e non specializzati, i quali registrano nel biennio una contrazione rispettivamente del - 0,9% e del -0,6%. Figura Variazione % degli esercizi alimentari con sede fissa. Anni š œ ž Ÿ ž ž œ ž ž œ ž ª «««± «² ² ³ «ª ² µ µ ª ² µ ² ± ««² ± «ˆ Š Œ Š Œ Š Ž Œ Š Œ Š Œ Œ Œ Œ Ž Œ Œ Œ ¹ º» ¼ ½ ¾ ¹ À Á ¹ 92 Negli esercizi non specializzati si collocano i punti vendita che appartengono alla grande distribuzione despecializzata (ipermercati, supermercati, grandi magazzini, minimercati) e agli esercizi qualificati dalla sola mancanza di specializzazione. Ciò spiega le differenze numeriche rispetto all indagine diretta sulle caratteristiche della grande distribuzione organizzata. 181

5 Â Â Â A livello territoriale, in controtendenza alla media regionale, si rileva: nella provincia di Pesaro-Urbino una diminuzione dei negozi di frutta e verdura; una variazione positiva dei negozi che trattano bevande, carne e di quelli specializzati nella provincia di Macerata; una crescita nella provincia di Fermo del numero dei panifici, pasticcerie e dei punti vendita di bevande. Esaminando i rapporti di densità territoriale, con una media regionale di circa 3,0 esercizi alimentari ogni mille abitanti, le Marche presentano un valore in linea con quello nazionale. Per contro il tasso di densità per i punti vendita che non operano nei generi alimentari è molto più elevato (9,6 nelle Marche, 9,8 in Italia). Riguardo, invece, al commercio ambulante (attività commerciali esercitate al di fuori dei negozi) nel 2010 operano nelle Marche unità di cui il 20,5% tratta prodotti alimentari (Tabella in appendice). Rispetto al 2009 si verifica un incremento di un più 3,4% del commercio ambulante non alimentare, mentre gli ambulanti che trattano beni alimentari diminuiscono del -1,4%. Il commercio al di fuori dei negozi presenta un valore medio di 3,1 esercizi ogni diecimila abitanti che scende a 0,6 per quelli che operano nel settore alimentare. Tale trend è in linea con quanto registrato a livello italiano. Disaggregando il dato complessivo si evidenzia una maggiore presenza del commercio ambulante operante nel settore alimentare nella provincia di Macerata (37,0% del totale regionale), seguita da quella di Ancona (24,4%). Per contro la provincia di Fermo con un peso del 12,5% e quella di Ascoli Piceno (7,1%) sono i territori dove minore è la presenza di questa forma di commercio. I canali distributivi precedentemente analizzati rappresentano ormai una quota minoritaria dei flussi commerciali che, come evidenziato precedentemente, sempre più transitano per le catene della GD 93. Nel 2010, con 575 punti vendita la GD marchigiana assorbe un totale di circa 8 mila addetti e dispone di una superficie di vendita pari a 436 mila di mq (Tabella in appendice). Rispetto al 2009, continua l espansione dell area presidiata dalla grande distribuzione, molto spesso in sostituzione dei piccoli negozi progressivamente estromessi dal mercato, crescita che ha comportato un incremento: 93 Negli ultimi anni nelle Marche, come in Italia e nel resto d'europa, la GD è una realtà in continua crescita e sta divenendo sempre più il canale preferenziale dei consumatori per gli acquisti al dettaglio. 182

6 Â Â Â della consistenza dei punti vendita del 3,2%, ad un valore superiore a quello medio nazionale (1,9%); del numero di addetti a un tasso leggermente superiore a quello registrato a livello italiano (+1,9% nelle Marche, +1,2% in Italia); della superficie di vendita del +2,4%, valore in linea alla media italiana. Analizzando la rete distributiva della GD nelle singole province, si nota che quella di Macerata ha subito il più elevato ridimensionamento in termini di numerosità di punti vendita (-4,5%), ma non in termini di superficie che nello stesso periodo si incrementa di un +10,8%. Segue la provincia di Ascoli Piceno che, rispetto al 2009, registra una diminuzione dei punti vendita del -1,7%, e una riduzione della superficie di vendita (-1,2%). E Fermo invece la provincia dove risulta la crescita maggiore sia del numero dei punti vendita (27,1%) sia della loro superficie (22,2%). L analisi dei dati dell Osservatorio del Commercio evidenzia, inoltre, che i punti vendita della GD presenti nella regione Marche hanno una dimensione media inferiore a quella registrata per la stessa tipologia di strutture a livello nazionale (758 metri quadri nelle Marche, 878 in Italia). Rispetto all anno precedente va evidenziato che mentre la superficie media dei punti vendita appartenenti alla GD è in diminuzione lievemente nelle Marche (-0,5%), a livello italiano cresce di un +0,6%. A livello territoriale è la provincia di Ascoli Piceno che presenta la superficie media più elevata (928 mq) seguita da Ancona (893 mq), mentre quella di Fermo la dimensione media minore. Nelle Marche l indicatore che si riferisce alla densità dei punti vendita della GD in relazione al bacino di utenza dei clienti potenziali è pari a 278 mq ogni 1000 abitanti 94. I valori registrati nella regione si attestano ad un livello superiore alla soglia di saturazione e comunque più elevati di quelli medi italiani (228 mq) 95. La provincia di Ancona, con 345 mq di superficie di vendita ogni mille abitanti, è la provincia più servita, seguita da Macerata (287 mq). La dotazione minore si registra nella provincia di Pesaro Urbino (209 mq ogni 1000 abitanti). Di seguito si è focalizzata l analisi sulle diverse tipologie di esercizi che appartengono alla GD (Tabella in appendice). 94 L indice della densità dei punti vendita è ottenuto dal rapporto tra la superficie di vendita regionale ed i rispettivi abitanti. 95 La saturazione commerciale di una determinata area si ha quando l entità dell offerta dei punti vendita presenti in un determinato ambito territoriale è superiore alla domanda potenziale della popolazione che effettua gli acquisti nella stessa zona. Convenzionalmente essa è indicata tra mq per 1000 abitanti a seconda delle caratteristiche del territorio e della sua densità abitativa. 183

7 Figura Variazione % dei principali indicatori delle strutture della GD. Anni Í Æ Ç Æ Ç Ä È Æ Å Æ Î Ï Ê Æ È Æ É Æ Ã Ä Å Æ Ã Ä Ì Æ Ã Ä Ê Æ Ã Ä Ê Æ Ê Ä Ã Æ Ê Ä È Æ È Ä Ë Æ È Ä Ç Æ È Ä Ê Æ É Ä Í Æ É Ä É Æ Ð Ñ Ò Ó Ô Õ Ö Ñ Ó Ô Ø Û Ó Ü Ý ß Ð Ñ Ò Ó Ô Õ Ö Ñ Ó Ô Ø Û Ó Ü Ý ß Ð Ñ Ò Ó Ô Õ Ö Ñ Ó Ô Ø Û Ó Ü Ý ß Ö Ñ Ó Ô Ò Ó Ô Ú ß Þ Ù à Ó Ô Ò Ó Ô Ú ß Þ Ù á Ù Ü Ù Ò Ó Ô Ú ß Þ Ù á ß Ô Ú â Ó ß ã ÙÚ ÙÓ ÙÞ ÙÚ ÙÓ ÙÞ ÙÚ ÙÓ ÙÞ àþ Ùß Riguardo ai supermercati nelle Marche, dai dati dell Osservatorio nazionale del commercio, al 2010 risultano attivi 333 punti di vendita. Rispetto al dato rilevato nell anno precedente si registra un incremento del 3,4% (Figura 4.5.3). Anche la superficie di vendita, sempre nel 2010, cresce nello stesso periodo del 5,1% attestandosi a 272 mila mq. Il numero degli addetti è pari a unità con un incremento del 7,3% sull anno precedente. La superficie media dei supermercati situati nelle Marche è di 816 mq (888 mq a livello italiano), valore leggermente in crescita rispetto all anno precedente (1,6% nelle Marche, 0,3% in Italia). Anche l indicatore di densità territoriale mostra un generale aumento rispetto ai valori dell anno precedente sia a livello regionale (+4,7%) che nazionale (+1,6%); nel 2010 esso è pari a 174 mq ogni mille abitanti (141 mq in Italia). A livello provinciale (Tabella in appendice), Ancona continua a presentare la più alta concentrazione di supermercati nel proprio territorio sia in termini numerici (37,2%) che di superficie (40,7%). Segue la provincia di Macerata dove si trovano il 22,8% dei punti vendita e il 22,3% della superficie regionale. Da ultime le provincie di Ascoli Piceno e Fermo dove ricadono complessivamente il 20,4% di esercizi e il 19,7% di superficie. Rispetto al 2009 solo le province di Fermo e Ancona evidenziano una crescita sia del numero che della superficie dei punti vendita appartenenti alla categoria dei supermercati. In tutte le altre province si verifica per entrambe le 184

8 variabili una diminuzione, in particolar modo in quella di Ascoli Piceno. Gli indicatori di densità territoriale calcolati a livello territoriale evidenziano come la provincia di Ancona registri la più alta densità (230 mq di superficie ogni mille abitanti), mentre i valori minori si hanno in quella di Ascoli Piceno. Riguardo agli ipermercati, nelle Marche risultano operativi, sempre nel 2010, 20 esercizi che possono contare su una superficie di vendita pari a circa 100 mila mq e addetti. Nella regione il numero degli ipermercati rimane costante rispetto agli anni precedenti, mentre a livello italiano si rileva un incremento del +3,2%. Per contro, sempre nello stesso periodo, gli ipermercati regionali registrano una diminuzione sia della superficie di vendita che scende del -3,3%, sia degli addetti (-8,6%). Tale trend è in controtendenza rispetto a quanto si verifica a livello italiano dove per entrambe queste due variabili si hanno valori positivi (+3,7% in termini di superfici, +0,2% di addetti). Il calo della superficie di vendita degli ipermercati ha comportato nelle Marche una diminuzione del -3,3% della loro dimensione media che nel 2010 risulta pari a mq (6.197 in Italia). L indice di densità nella regione rimane comunque ancora più elevato rispetto al valore medio italiano (rispettivamente 64 e 60 mq). E la provincia di Ancona dove è localizzato il 45% degli ipermercati e il 39,4% di superficie. In coda la provincia di Fermo dove risulta attivo, nel suo territorio, un solo ipermercato. La provincia di Ancona presenta la densità maggiore con un valore (230 mq ogni 1000 abitanti) doppio a quello delle province di Ascoli Piceno (114 mq) e Pesaro Urbino (128 mq). Rispetto al 2009 per le tre variabili (numero, superficie e addetti), si registrano incrementi solo nella provincia di Macerata, mentre in quelle di Pesaro e Urbino e Fermo una contrazione. Nelle province di Ancona e Ascoli Piceno, nonostante il numero degli ipermercati rimane invariato, si verifica un leggero calo della superficie di vendita e nel contempo un aumento degli addetti. Relativamente ai minimercati si evidenzia come nelle Marche essi ammontino a 222 unità che operano con una superficie di vendita di circa 64 mila mq e un numero di addetti pari a unità 96. Rispetto al 2009 si evidenzia nella regione una crescita a tassi superiori di quelli medi italiani sia della consistenza dei punti vendita (+2,3%) così come della superficie (+0,6%) e degli addetti (2,8%). Nel 2010 la dimensione media dei minimercati marchigiani, con 289 mq, è 96 Si ricorda che nella categoria dei minimercati sono ricomprese alcune forme di discount. 185

9 ù ñ ä inferiore a quella italiana (294) e in diminuzione del -1,6% rispetto ai valori del 2009 (-0,3% in Italia). Per contro la densità dei punti vendita per ogni 1000 abitanti per i minimercati è più elevata nelle Marche (41 mq) rispetto alla media italiana (27 mq). Rispetto ai dati rilevati nel 2009 si registra una lieve crescita (0,2%), in linea con quanto verificatosi in Italia (0,7%). La provincia di Pesaro Urbino si distingue come area maggiormente dotata con 60 esercizi, 399 addetti e circa 18 mila mq di superficie di vendita. Segue la provincia di Ancona con 53 esercizi, una superficie di 16 mila mq e 320 addetti. La provincia di Ascoli Piceno si presenta come la zona meno attrezzata con 20 punti vendita (9,0% sul totale regionale) e con un peso dell 8,8% in termini di superficie di vendita e 8,2% di addetti. E la provincia di Ancona con quella di Pesaro Urbino dove la dimensione media dei minimercati è superiore a quella regionale. Riguardo invece alla densità dei punti vendita con 64 mq ogni mille abitanti è nella provincia di Fermo dove si ha il valore maggiore, mentre in quella di Ascoli Piceno, con 26 mq, quello meno elevato. Dall analisi degli indicatori riguardanti la capacità di innovazione organizzativa (Tabella 4.5.2) si evidenzia che il 67,3% delle strutture della GD operanti nel territorio marchigiano, utilizza forme di collegamento economico 97, (55,6% a livello italiano). La forma preminente nelle Marche è il gruppo d acquisto (59,9%), seguita dai contratti di franchising (38,2%), e solo l 1,8% di esercizi sono associati in unioni volontarie. I supermercati sono insieme ai minimercati le formule che si avvalgono maggiormente di forme di collegamento economico. Tabella Addetti degli esercizi della GD per collegamento economico. Marche, anno 2010 ä å æ ç è ç é å ê ë å æ ì í î ç í å ç í å ì æ æ å ê í ö å ø å í é ç î ê è ï ð í ë å î ê ë ð è è ê ñ ò ó ô ï ç è ç í î ê å ð ë ú ê ö û ì å ø î ç ð ü ý þ ý ÿ ý ÿ ý ÿ ý 97 I collegamenti economici tra punti vendita della GD sono creati per supportare gli associati nell'attività logistica e raggruppare gli acquisti di prodotti al fine di ottenere migliori condizioni di acquisto e pagamento. 186

10 ê ê Sono state prese in esame inoltre, le attività commerciali secondarie cioè quelle attività di vendita al dettaglio che accompagnano un altra attività economica primaria svolta nella sede d impresa o in un unità locale (Tabella 4.5.3). Nel comparto alimentare marchigiano, con 676 unità (9,2% del totale delle attività secondarie presenti nelle Marche) tale tipologia di vendita rappresenta una realtà significativa. Rispetto al 2009 si registra un lieve incremento di 4 unità tutte afferenti all industria alimentare. In particolare 530 punti vendita sono situati presso imprese alimentari e 140 in aziende agricole. Tabella Consistenza dell attività secondaria nella regione Marche. Anno 2010 ð î î ç ð ö ç í ç å ö ç ê ö ð î ê è å ê å ê å ç í ð ö ð ý! " # $ % & $ % ý " ' ý! " & $ % $ % þ ( ) ý " ý ÿ þ ý # $ % $ % ä ó ä * +, -,. / 0, 1, In sintesi nel biennio nel sistema distributivo regionale che tratta beni alimentari si verifica una diminuzione delle forme di vendita tradizionali a vantaggio della GD che rafforza la sua presenza nel territorio. In particolare la distribuzione tradizionale registra performance peggiori rispetto a quelle medie italiane registrando una contrazione numerica superiore di ben 7,8 punti percentuali 98. Il calo nella distribuzione alimentare tradizionale è stato determinato dalla chiusura di attività commerciali di vendita al dettaglio con sede fissa, che rimane comunque nella regione, così come a livello italiano, la tipologia prevalente. Per contro nel territorio marchigiano i punti vendita della GD crescono nelle Marche a tassi superiori di quelli medi italiani (+1,3 punti percentuali). La crescita si deve solo all apertura di nuovi supermercati e minimercati mentre, a livello italiano, l incremento è stato determinato soprattutto dall apertura di ipermercati. Le imprese della GDO che operano in regione, anche tenuto conto delle caratteristiche orografiche e demografiche del territorio marchigiano, hanno î ê è å ê 98 Per contro le strutture che trattano beni non alimentari nelle Marche crescono ad un tasso superiore di 1,9 punti percentuali di quello italiano. 187

11 dunque puntato alla creazione di nuovi punti vendita di medie dimensioni, che costituisce lo strumento principale di presidio del territorio da parte delle catene distributive. I trend sopra delineati hanno comportato di conseguenza un incremento delle vendite alimentari nella GD a scapito del dettaglio tradizionale. Nell ultimo quinquennio nelle Marche la GD accresce la sua quota di mercato attestandosi nel 2010 al 70,8%, valore superiore a quello italiano di 6,6 punti percentuali. Riferimenti e fonti [1] Banca d Italia, La grande distribuzione organizzata e l industria alimentare in Italia, Questioni di economia e Finanza n. 119, Marzo 2012 [2] INEA (2011), Annuario dell agricoltura italiana, Volume LXIV, 2010, INEA, Roma [3] Ministero per lo sviluppo economico, Banca dati dell Osservatorio Nazionale del Commercio, [4] Ministero per lo sviluppo economico, Rapporto sul sistema distributivo. Analisi economico-strutturale del commercio italiano. Anno

12 ê ð ç ê Appendice statistica Tabella Consistenza degli esercizi alimentari con sede fissa nella regione Marche suddivisi per province. Anno 2010 * ø ö ç è å 3 * í ö ç í ê ç ê ö 3 å ö ð í ç ô ð ê î ê ð ø ê ö å í ç ð ù 4 5 ) ý 6 ý " ý ÿ þ ý # # # # : 8 ; < : = = < 7 : < > A > < B 8? 7 8 C < D 7 D = = 8 > E > F? > < B? G? F 9 8H 9 < D F = > 9? 8? I D J J : F 9 K 8 G > B? H = D < =? H 7 D J 9 8 : I 8? 9 D B L? = =? < 8 > > B 7? N J = < 8 C < D 7 D = = 8 > J 8 I? B = > < 8 8 B? F? < 9 8 F C? 9 8 > J O > = 8 P F? < 9 8 B D B F C? 9 8 > J O > = 8 9 D B C > J? B O > 7 8 C < D 7 D = = 8 > J 8 I? B = > < 8? > B 7? 8O 8O 8O 8O ø ð ø ð ö å å í ç í ê è å ð í î ê # å 0. Q 0 R R 0 Q. Q Q. Q / R. Q ö å å î ç î ê è å R., R R. / / R. Q, 0. Q - 0. R Q -. / - å ê å ç í ð 2 5 ) ý 6 ý " ý ÿ þ ý & $ % & $ % & $ % & $ % & $ % & $ % : 8 ; < : = = < 7 : < > $ % $ % $ % $ % & $ % $ % A > < B 8? 7 8 C < D 7 D = = 8 > E > F? > < B? $ % & $ % $ % $ % & $ % & $ % G? F 9 8H 9 < D F = > 9? 8? I D J J : F 9 K 8 & $ % & $ % & $ % & $ % $ % & $ % G > B? H = D < =? H 7 D J 9 8 : I 8? 9 D B L? = =? < 8 > & $ % $ % $ % & $ % $ % & $ % > B 7? & $ % $ % $ % $ % & $ % & $ % N J = < 8 C < D 7 D = = 8 > J 8 I? B = > < 8 8 B? F? < 9 8 F C? 9 8 > J O > = 8 P F? < 9 8 B D B F C? 9 8 > J O > = 8 9 D B C > J? B O > 7 8 C < D 7 D = = 8 > J 8 I? B = > < 8? > B 7? 8O 8O 8O 8O ø ð ö å å í ç í ê è å ð í î ê & $ % $ % & $ % $ % & $ % & $ % & $ % & $ % & $ % & $ % & $ % & $ % å , S T U V W X V U Y W Z [ \ ] ^ _ ` _ a b a c d _ V U e W X V U f W V U V W Y U e W X T U T W X V U g W 189

13 h h k Tabella Strutture ambulanti presenti nelle province marchigiane. Anno i ^ b i c [ ^ b d _ j _ ^ \ i b \ ] l b m c ^ \ ] c a c q b l l \ ] ^ _ b c l o r d c i a \ j \ [ c ] b n ] o _ i b m c ] ^ p \ s t u v w x y z { w } ~ } ƒ ~ ƒ x s t u v w x y z { w ~ ˆ ~ } ƒ } ˆ ˆ b a c d \ Y Š T Y T Œ e Y Š e g Y Š Y T T Š g Ž c ] _ c ` _ b i \ V V Ž V Y V s t u v w x y z { w ˆ ~ } ~ ˆ ƒ ~ x s t u v w x y z { w ~ ~ ~ ~ } ~ b a c d \ U W V U Ž W Y U V W U Œ W e U f W U T W Tabella Principali indicatori delle strutture della GD m c ] ^ p \ a c d _ c c ] Š W c ] Š W V V Ž V Y V V V Ž V Y V V V Ž Y V V V Ž Y V n j Z m Z q h v w { } } } } } ~ ~ ƒ w { š u u w œ v ž ƒ ƒ ˆ ˆ ˆ ˆ ~ ƒ } ~ ƒ ˆ s Ÿ Ÿ w y y u ~ ƒ } ~ ˆ } ˆ ƒ ˆ ˆ } ~ v w Ÿ u z œ v ž } } z ˆ ~ ~ ˆ } ~ j Z m Z q h v w { ƒ ˆ ƒ } w { š u u w œ v ž } ~ ~ } } } ƒ ƒ ˆ ˆ } ~ } } ˆ s Ÿ Ÿ w y y u ~ ~ ƒ } ƒ ~ ~ ˆ ~ ˆ ~ v w Ÿ u z œ v ž ƒ ˆ ~ ƒ } } } ˆ ˆ ƒ z ~ } ˆ ƒ } m m Z q h v w { ˆ } ƒ ~ ~ ƒ ƒ ~ ƒ w { š u u w œ v ž } ˆ ~ ˆ } ˆ } ˆ s Ÿ Ÿ w y y u ˆ } } } ƒ ƒ } ~ } ~ ~ v w Ÿ u z œ v ž } ƒ ~ } z ~ ~ ˆ ˆ ˆ h Z v w { ƒ ƒ ƒ ˆ ƒ ƒ ~ ƒ ˆ } w { š u u w œ v ž ~ ƒ ˆ ~ ~ ~ } ƒ ~ ~ } ƒ } ˆ ƒ } } ~ ~ s Ÿ Ÿ w y y u ~ ƒ ~ ƒ v w Ÿ u z œ v ž ˆ ˆ ƒ ƒ ˆ } ˆ z ˆ } ˆ ~

14 k Tabella Principali indicatori delle strutture della GD articolati per provincia. Anno 2010 h h j m m q j n n j Z m Z q h v w { ~ } ƒ } } ˆ ƒ w { š u u w œ v ž ƒ } ~ } ˆ ƒ ~ ƒ ~ ˆ s Ÿ Ÿ w y y u ˆ } ~ } ~ ˆ ˆ ~ ~ ~ v w Ÿ u z œ v ž ˆ ˆ ˆ ˆ } z } ~ ~ j Z m Z q h v w { ~ ~ w { š u u w œ v ž } ~ } ƒ ~ ˆ ƒ ~ ~ ˆ ˆ } s Ÿ Ÿ w y y u ˆ ƒ ˆ ƒ } v w Ÿ u z œ v ž ~ } ˆ ~ ~ ~ ~ ˆ z ƒ } } } m m Z q h v w { ƒ } ~ ~ w { š u u w œ v ž ~ ƒ ~ } ƒ } } } } ˆ s Ÿ Ÿ w y y u } ˆ } v w Ÿ u z œ v ž } } ˆ ˆ ˆ ~ z } } ~ ~ ~ c ] _ c ` _ b i \ V V Ž V Y V n j Z m Z q h v w { ~ ƒ ~ } ˆ ƒ ƒ w { š u u w œ v ž ~ } } } s Ÿ Ÿ w y y u } ƒ ˆ v w Ÿ u z œ v ž } z } ˆ } ƒ ƒ ~ j Z m Z q h v w { ƒ } } } w { š u u w œ v ž ƒ ˆ ~ ƒ s Ÿ Ÿ w y y u ˆ ~ ~ ~ } } ƒ ˆ v w Ÿ u z œ v ž } } ƒ ƒ z ƒ ƒ ˆ ~ ˆ m m Z q h v w { } ƒ } ~ ~ } } ~ w { š u u w œ v ž ~ ~ } ˆ ƒ ~ s Ÿ Ÿ w y y u } ˆ ~ } v w Ÿ u z œ v ž } ƒ } ˆ z } ~ ƒ ˆ ˆ } b a c d \ v w { } ˆ ˆ ~ ƒ w { š u u w œ v ž } } s Ÿ Ÿ w y y u } } ˆ ƒ } v w Ÿ u z œ v ž ˆ ƒ } } z ~ ƒ } ~ 191

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