Club Alpino Italiano Sezione di Bozzolo. Scuola di Alpinismo e SciAlpinismo Sesto Gnaccarini Gestione delle Emergenze
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- Giuditta Bernardini
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1 Gestione delle Emergenze
2 PREVENIRE. E MEGLIO CHE CURARE
3 Indice della serata: Messa in sicurezza della cordata e predisposizione del sistema iniziale di recupero Paranco semplice con rinvio al compagno Paranco Mezzo Poldo con piastrina Paranco Mezzo Poldo con piastrina e spezzone ausiliario Paranco Vanzo Autosoccorso in valanga
4 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 1. Tenuta 2. Predisposizione del primo sistema di assicurazione 3. Caricamento dell ancoraggio provvisorio 4. Predisposizione dell ancoraggio definitivo 5. Collegamento dei punti di ancoraggio 6. Caricamento dell ancoraggio definitivo 7. Autoassicurazione e riduzione degli attriti
5 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 1. Tenuta a. Importanza della corda tesa in modo da arrestare la caduta in pochi metri b. Opporsi con tutte le proprie forze all improvvisa trazione, magari abbassandosi (si abbassa il baricentro), magari aiutandosi con la becca della piccozza c. Una volta bloccata la caduta, stabilizzare la propria posizione in modo da operare con una certa libertà d. Essere in linea con la corda in modo da scaricare il più possibile sui piedi il peso del compagno e. Per quanto possibile il caduto dovrà cercare si alleviare il proprio peso in modo da facilitare l assicuratore
6 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 1. Tenuta
7 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 2. Predisposizione del primo sistema di assicurazione a. Si predispone un ancoraggio provvisorio sul quale scaricare parzialmente il peso del compagno e predisporre in condizioni di maggiore sicurezza e stabilità la sosta definitiva che dovrà avere assoluta garanzia di tenuta b. Operazione da farsi quanto più velocemente possibile
8 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 2. Predisposizione del primo sistema di assicurazione A seconda del terreno, come ancoraggio provvisorio possiamo utilizzare: - Neve poco consistente: piccozza orizzontale - Neve con sufficiente consistenza: piccozza in verticale - Neve molto dura o ghiaccio: piantare la becca della piccozza o avvitare un chiodo da ghiaccio
9 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 3. Caricamento dell ancoraggio provvisorio a. Collegare l anello di cordino da ghiacciaio (collegato alla corda con nodo Prusik) all ancoraggio provvisorio e caricarlo gradualmente accertandosi della sua tenuta b. Nel caso di neve sufficientemente consistente, gli attrezzi possono essere infilati direttamente nell anello di cordino durante l infissione c. Collaborare comunque alla tenuta mantenendo in tensione la corda fino all esecuzione della sosta definitiva
10 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 3. Caricamento dell ancoraggio provvisorio
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12 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 4. Predisposizione dell ancoraggio definitivo a. Col materiale disponibile realizzare un ancoraggio definitivo che garantisca la massima tenuta possibile b. Ancoraggio definitivo sempre a monte dell ancoraggio provvisorio c. Si raccomanda la massima velocità e semplicità di esecuzione d. A seconda del terreno valgono le stesse regole di cui sopra riguardo al tipo di ancoraggio da utilizzare
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14 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 5. Collegamento dei punti di ancoraggio a. Collegare i vari ancoraggi con un cordino sufficientemente lungo b. Nel vertice ottenuto applicare un moschettone a ghiera con piastrina bloccante c. Inserirvi il tratto di corda di cordata compresa tra il prusik e il barcaiolo del soccorritore (tratto che può diventare lasco) d. Tensionare il più possibile la corda recuperando mediante piastrina autobloccante
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16 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 5. Collegamento dei punti di ancoraggio
17 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 6. Caricamento dell ancoraggio definitivo a. Sciogliere asola e contro-asola e traferire in modo graduale il peso del compagno dall ancoraggio provvisorio a quello definitivo
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19 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 6. Caricamento dell ancoraggio definitivo
20 MESSA IN SICUREZZA DELLA CORDATA E PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA INIZIALE DI RECUPERO 7. Autoassicurazione e riduzione degli attriti a. Moschettone nel foro inferiore della piastrina e barcaiolo sul ramo di corda scarico b. Sciogliere il prusik sul ramo carico ed eseguirlo su quello scarico c. Collegare uno dei due rami del cordino da ghiacciaio all imbragatura mediante barcaiolo e nodino di sicurezza d. Solo ora sciogliere il barcaiolo della corda di cordata
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22 PREDISPOSIZIONE DEL SISTEMA DI RECUPERO Considerazioni da fare 1. Il gruppo di soccorritori è numeroso (4 o più) 2. Il compagno caduto è perfettamente in grado di collaborare (fisicamente e psicologicamente integro) 3. Il compagno caduto è leggermente infortunato e/ in stato confusionale (il suo apporto nelle fasi di recupero è limitato) 4. Il compagno caduto non è in grado di collaborare
23 PARANCO SEMPLICE CON RINVIO AL COMPAGNO Sistema adatto con gruppi numerosi e con compagno in grado di collaborare Si basa sulla grande forza disponibile derivante dal numero cospicuo di soccorritori
24 PARANCO SEMPLICE CON RINVIO AL COMPAGNO Per poter utilizzare il paranco semplice è necessario che: a. Il compagno caduto collabori almeno parzialmente b. Si disponga di una quantità di corda libera pari a circa il doppio della distanza tra compagno caduto ed ancoraggio su cui questo è assicurato c. I soccorritori siano almeno 3/4
25 PARANCO SEMPLICE CON RINVIO AL COMPAGNO FASI DELLA MANOVRA 1. Messa in sicurezza della cordata secondo i punti precedenti 2. Inviare al caduto la corda disponibile, doppiata e predisposta con un moschettone a ghiera che il caduto dovrà agganciare all anello di servizio della propria imbracatura 3. Effettuare il recupero mediante una trazione coordinata dei soccorritori 4. Man mano recuperare il lasco di corda nella piastrina
26 PARANCO SEMPLICE CON RINVIO AL COMPAGNO
27 PARANCO MEZZO POLDO CON PIASTRINA Sistema di recupero in grado di garantire il successo anche con un solo soccorritore e caduto impossibilitato a collaborare Si basa sulla demoltiplicazione delle forze (sollevo circa la metà del peso del caduto e un recupero di corda quattro volte maggiore di quanto dev essere sollevato il compagno)
28 PARANCO MEZZO POLDO CON PIASTRINA LISTA DELLA SPESA - Spazio minimo per la manovra 1,20 m - Un soccorritore esterno - Una piastrina bloccante oppure nodi Edi o nodo cuore - 5 moschettoni (consigliati base larga) - 1 cordino per autobloccante machard bidirezionale - Eventuale puleggia da inserire nel punto M1 (riduzione dello sforzo del 20%)
29 PARANCO MEZZO POLDO CON PIASTRINA
30 PARANCO MEZZO POLDO CON PIASTRINA PASSAGGIO DEI NODI A PALLA
31 PARANCO MEZZO POLDO CON PIASTRINA E SPEZZONE AUSILIARIO Sistema più lento del precedente ma meno faticoso e si basa su un ulteriore demoltiplicazione delle forze Sollevo il mio compagno utilizzando una forza pari a circa un terzo del suo peso, recuperando però una quantità di corda pari a otto volte la distanza che il caduto deve percorrere
32 PARANCO MEZZO POLDO CON PIASTRINA E SPEZZONE AUSILIARIO LISTA DELLA SPESA - Spazio minimo per la manovra 1,50 m - Un soccorritore esterno - Una piastrina bloccante oppure nodi Edi o nodo cuore - 6 moschettoni (consigliati base larga) - 1 cordino per autobloccante machard bidirezionale - Spezzone di cordino - Eventuale puleggia da inserire nel punto M1 (riduzione dello sforzo del 20%)
33 PARANCO MEZZO POLDO CON PIASTRINA E SPEZZONE AUSILIARIO
34 PARANCO VANZO Sistema utilizzabile con caduto in grado di collaborare; si basa sul principio di effettuare il recupero esattamente sulla verticale del caduto con conseguente eliminazione di ogni attrito; lavora il ramo privo di nodi a palla (un problema in meno )
35 PARANCO VANZO LISTA DELLA SPESA - Un soccorritore esterno - Quantità di corda libera pari al doppio della distanza fra compagno caduto ed ancoraggio definitivo - Caduto in grado di collaborare almeno parzialmente - Bordo del crepaccio privo di cornici e sufficientemente solido - Spezzone di cordino della lunghezza di 3,20-3,50m (va bene anche il cordino da ghiacciaio)
36 FASI DELLA MANOVRA PARANCO VANZO 1. Approntamento dell ancoraggio definitivo (già vista e fase comune a tutte le manovre) 2. Bloccare la corda scarica mediante nodo barcaiolo eseguito su un moschettone a ghiera applicato al foro inferiore della piastrina 3. Sciogliere il nodo Prusik che si trova sul ramo carico e rieseguirlo sul ramo scarico 4. Col ramo più corto eseguire un barcaiolo con nodino di sicurezza in un moschettone applicato all asola di servizio 5. Inviare al caduto la corda doppiata dotata di moschettone a ghiera che egli provvederà ad agganciare all asola di servizio della propria imbracatura
37 PARANCO VANZO FASI DELLA MANOVRA 6. Eseguire sulla parte di corda di ritorno dal compagno un nodo autobloccante bellunese utilizzando il ramo più lungo del cordino utilizzato per autoassicurarsi 7. Durante la fase di recupero mantenere il nodo bellunese sul bordo del crepaccio mediante un asoletta sufficientemente larga da far scorrere agevolmente la corda (consigliato il bulino); il capo libero di questo cordino verrà avvolto attorno allo scarpone
38 PARANCO VANZO FASI DELLA MANOVRA 8. Iniziare ora la fase di recupero mediante recupero a spalla della corda proveniente da compagno 9. Alfine di ridurre lo sforzo del soccorritore, il compagno caduto si potrà aiutare trazionando la corda che arriva a lui e che si trova fissata all ancoraggio definitivo mediante nodo barcaiolo
39 PARANCO VANZO
40 PARANCO VANZO
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42 PARANCO VANZO Nodo Bellunese (esecuzione)
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46 PARANCO VANZO
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48 AUTOSOCCORSO IN VALANGA Non è un problema solo degli scialpinisti tempo limite 15 min.
49 AUTOSOCCORSO IN VALANGA ecco perché è meglio averli!!
50 AUTOSOCCORSO IN VALANGA Fase di ricerca Vista-Udito -A.R.V.A in ricezione + Pala + Sonda (se disponibili) -esplorare tutta la superficie della valanga IN SILENZIO - comunicare subito all eventuale coordinatore il ritrovamento di oggetti (segnare e non rimuovere)
51 AUTOSOCCORSO IN VALANGA Aree di Ricerca Primarie Zona di accumulo finale Zona di accumulo laterale Avvallamenti A monte o valle di ostacoli naturali (rocce; alberi) Zona in cui c'è perdita di velocità (pendio <30 )
52 AUTOSOCCORSO IN VALANGA IN OGNI CASO SI DEVE SEMPRE CHIAMARE IL SOCCORSO
53 Grazie per l attenzione!!!
TECNICHE DI RECUPERO DA CREPACCIO
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