CAPITOLO PRIMO: LA PRIMA FORMAZIONE: TRA FILOSOFIA E PSICOLOGIA UN SAPERE FUNZIONALE

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1 CAPITOLO PRIMO: LA PRIMA FORMAZIONE: TRA FILOSOFIA E PSICOLOGIA UN SAPERE FUNZIONALE Nella prima metà del XX secolo, emerge il movimento dell Educazione nuova, esso comporta l incontro di più correnti di pensiero. In questo contesto, Roger Cousinet, ricercatore, ispettore scolastico e pubblicista, gioca un ruolo molto importante per la diffusione delle nuove idee, con le sue riflessioni che fanno affiorare contraddizioni e problemi aperti. Anche se già dal 1881 in Francia vigeva la gratuità e l obbligatorietà dell istruzione, in verità la scuola francese agli inizi del XX secolo, continuava a mantenere una struttura centralizzata tradizionale, con programmi e direttive uniformi, tesa comunque anche a contenere l ingerenza della Chiesa in materia di istruzione, ma di fatto condizionata nelle scelte dalla necessità di salvaguardare i principi della laicità e dell uguaglianza nell istruzione. Lo stato dunque, da un lato sotto l influsso del liberalismo laico era indotto a teorizzare la riduzione del suo potere sull istituzione scolastica, dall altro lato, aveva la necessità di difendere il suo potere dalla possibile ingerenza di altri poteri. Cresceva contemporaneamente il dibattito intorno alla libertà di coscienza e autodeterminazione dell individuo, con fasi accese che vedranno coinvolti periodici e riviste del tempo. Uno dei punti centrali, diventa quello dell istruzione professionale dove tale settore in Francia, passa in affidamento dal ministero del commercio al ministero della pubblica istruzione. Cousinet, a tal proposito, osserva con occhio attento e critico, questa realtà, ricercando soluzioni e sollecitazioni che gli giungono anche dall estero. Della sua stessa idea è Freinet, anchegli diretto verso i principi della scuola del popolo, il cui strumento guida, doveva essere quello del lavoro. Siamo in tal modo nell ambito della cosiddetta scuola attiva, prospettiva antipositivistica che comincia a vedere in modo nuovo i rapporti tra apprendimento e sviluppo, sfera affettiva e cognitiva, pedagogia e psicologia, moralità e legalità. Seppur fu proprio il positivismo che fece guadagnare aalla sociologia e alla psicologia, una dignità scientifica, dopo breve tempo, esse spostarono la loro attenzione sul campo di intervento. La sociologia, sorta proprio in Francia nell 800, amplia il proprio interesse cominciando ad occuparsi dei rapporti tra azioni e valori, all interno delle società moderne industriali, dando un forte contributo per chiarire i rapporti tra istruzione, cultura e società. Ed anche la psicologia, si trasforma in una scienza dalle molteplici implicazioni. All inizio del secolo, emerge una controcultura pedagogica, che si pone delle domande, riguardo a come possa esistere una cultura generale ed enciclopedica, che possa non coltivare la violenza. Si fa strada così il principio della funzionalità del sapere, che si esprimerà con un originalità non ancora messa in luce in tutti i suoi aspetti. Si prende in considerazione l ecole des roches di Demolins, cui vengono accostate le tecnice di Freinet e il lavoro libero per gruppi di Cousinet. Tale prospettiva andrebbe rivista, nel caso di Cousinet, va appunto rilevato, come la riduzione del pensiero al semplice formalismo del lavoro di gruppo abbia nociuto alla fama della pedagogia francese. Egli stesso osserva che l educazione nuova, corre maggior pericolo, se conquista molti amici, in quanto tra questi ce ne saranno molti che si impadroniranno dei procedimenti nuovi, per includerli nell educazione di prima. L INCONTRO CON ANDRE LALANDE Importanti nella vita e negli studi di Cousinet, sono le sollecitazioni culturali, fin dalla sua adolescenza, che gli provennero dalla filosofia di Andrè Lalande, filosofo francese e suo insegnante, e dalla lettura dei classici, antichi e moderni, da Rousseau a Tolstoi. Cousinet che frequentava da interno il liceo Michelet, approfondisce gli studi delle lingue straniere, con vivo interesse per ogni tipo di cultura, decidendo infatti di concorrere per l ingresso della scuola normale superiore. Ed è in questo periodo che Cousinet, conosce Lalande, in qualità di insegnante, prima al liceo Michelet e poi alla scuola superiore di Sevres. Lalande, propone, come legge generale della natura, la dissoluzione, ossia un processo di unificazione che è identificazione, il passaggio dal diverso all eguale. Da queste idee, Lalande costruisce una filosofia, una psicologia, una logica ed una morale, aperte reazioni alla epistemologia del positivismo al bergsonismo, e ad ogni filosofia della vita, capaci di raccogliere il valore più profonde della ragione umana: la funzione normativa. Egli nei suoi scritti, definisce la filosofia, un sapere rigoroso, la cui verità è sorrettà dal principio di unità. Infatti, alla verità, ci si arriva attraverso una graduale eliminazione dei punti di vista

2 individuali, quindi la ragione unifica, dove invece la vita divide. Questa stretta frequentazione con Lalande, influenzerà in modo molto significativo lo sviluppo del pensiero maturo del Cousinet e le sue idee in merito al valore della socialità. In modo particolare, Cousinet, approfondirà il problema morale, la ricerca dei valori, tra cuji spiccano quelli della comunicazione interpersonale e della chiarezza del linguaggio, indispensabili per una reale armonia tra gli animi. TOLSTOI E ROUSSEAU Proprio durante la frequentazione alla scuola normale superiore, Cousinet medita anche sul pensiero di due grandi pedagogisti moderni: Tolstoi e Rousseau, che egli considera i due maggiori esponenti della corrente mistica dell educazione nuova, iniziatori di una vera rivoluzione. Egli passa in rassegna tutte le loro opere, In merito a Tolstoi, egli considera come nonostante la condanna severa nei confronti delle instituzioni scolastiche, venga salvato il principio stesso della scuola, una scuola di certo diversa da quella vigente. Ogni allievo ha una propria individualità che va salvaguardata e dei bisogni che solo in condizioni di libera scelta potranno essere tradotti in componenti di crescita personale. Tolstoi, precisa che l educazione popolare è sempre in gran parte dovuta alla vita e non alla scuola. Per Cousinet, Tolstoi, è un attento conoscitore dei sistemi scolastici europei, che cerca di saggiare anche attraverso i suoi viaggi personali. Il diritto di educare non esiste, la formazione nasce da un rapporto libero tra gli individui ed è il risultato delle condizioni di vita di ognuno. Le teorie di Tolstoi lasceranno una forte impronta sul pensiero di Cousinet che egli porrà in stretta relazione col pensiero di Rousseau. Dal pensiero di entrambi, Cousinet apprezza il rigore teorico ed il valore etico sociale. All età di 21 anni, Cousinet, decide di prepararsi al concorso per ispettore primario, ma non abbandona gli studi alla Sorbona. Viene riformato dagli obblighi di leva, ed insegna per 5 anni come maestro elementare, iter obbligatorio per chi aspira alla carriera di ispettore primario. Grazie a questa esperienza Cousinet, impara ad osservare con occhio attento, ogni manifestazione infantile. A Malakoff, gli viene affidato un corso di 75 allievi, divenendo membro della libera società per gli studi psicologici del bambino. Alla fine dell anno 1904, Binet, animatore del gruppo, porta a compimento gli studi sulla misurazione della fatica intelletuale. E si occupa insieme a Simon del problema dei bambini con scarso rendimento scolastico. Egli rilevarono che spesso vengono classificati come bambini ritardati o anormali, bambini, le cui difficoltà d apprendimento, derivano, non da deficit mentali, ma dalle condizioni di miseria in cui vivono, o dal rifiuto palesato nei confronti del maestro. Questo coinvolge l interesse di Cousinet, attratto dalla scrupolosa correttezza metodologica con cui vengono condotte le osservazioni. Gli ritorna così in mente la lezione di Tolstoi e Rousseau, dove bisogna in primo luogo conoscere il bambino, porlo in libertà ed osservarlo. Egli passa in seguito ad insegnare a Clamart. Si fa sempre più chiara l idea che l apprendimento non sia un fatto meramente scolastico e che quindi l educatore debba non avere atteggiamenti di indifferenza nei confronti della realtà esterna dell alunno. LA SOCIETA BINET Secondo Binet, le opinioni personali, non hanno alcun valore, egli sostiene che la vecchia pedagogia è il risultato di pregiudizi, affermazioni gratuite, al posto dei fatti mette avanti discorsi ed esortazioni, di quì la necessità di trasferirsi sul piano dell osservazione e della sperimentazione. Cousinet, ne L educazione nuova, puntualizza l esistenza di una corrente psicologica che nell ambito dell educazione interviene sotto diversi aspetti di pedagogia sperimentale e psicologia infantile. Cousinet, lavorando a fianco di Binet e della sua opera, ha ricevuto un rilevante impulso nella sua ricerca, gingendo ad una ad una definizione del proprio metodo, in base a considerazioni psicologiche e nn da mire pedagogiche. Grazie alla psicologia del bambino, la pedagogia sperimentale, agli studi di Terman, Binet, Simon etc, la misura e l osservazione, la scienza ha fatto breccia sulla pedagogia tradizionale, sostenendo uno dei principi più importanti dell educazione nuova, confermando le parole di Rousseau che sosteneva che il ragazzo non è un uomo in miniatura, ma un essere distinto dall adulto, con modi e pensieri propri. Tuttavia Cousinet, con un alasi più matura, individua anche gli aspetti meno produttivi di questa sperimentazione psico-pedagogica. Le statistiche infatti indicano sono la quantità degli errori e non la qualità di essi, dalla semplice constatazione non si deduce niente. Perchè un ragazzo fa un errore? La psicologia, non può rispondere limitandosi a descrivere i bisogni ed i desideri umani, quindi non è possibile fondare la pedagogia sulla psicologia, senza cadere nell errore pedagogico di voler mantenere il ragazzo ciò che

3 è, o determinare arbitrariamente ciò che deve essere. A ciò si aggiunge la difficoltà di dover operare in un campo in continua modifica, come la crescita ed il progressivo apprendimento. Quanto potrà dunque durare la validità di un metodo? Oltre che misurare è difficile anche stimare il valore di un risultato, anche supponendo che un metodo risulti efficace in un determinato ambito, bisognerà poi stimarne il valore e capire addirittura cosa significhi con esattezza tale parola valore. Davanti a tali interrogativi, si decide di considerare il ragazzo in rapporto a se stesso, avulso da quel che lo circonda, condizionandone lo sviluppo. Cousinet, si rende conto dell insufficienza della psicologia scienza di fatto, che si interessa solo di ciò che è, a costituire la pedagogia scienza di diritto, alla continua ricerca di leggi regolative. Bisogna muoversi dunque da una prospettiva pedagogica per utilizzare la psicologia, individuando nessi ed ambiti comuni. Cousinet in veste di pedagogo interessato alla psicologia, a 25 anni, entra a fare parte del gruppo di redazione della rivista: l educateur Moderne, grazie a questa sua collaborazione, egli ha modo di conoscere i più recenti contributi di molti studiosi di larga fama, come ad esempio Claparède. Il primo articolo di Cousinet in questa rivista, tratta l insegnamento dell ortografia, dove, riprendendo le tesi di Payot, egli sostiene che il la pratica del dettato è dannosa ed inutile, ai fini di una corretta acquisizione ortografica. Tutti gli svariati interessi di Cousinet, interagiscono fra loro, viene nominato da Binet nel 1907 come secretaire des seances, della societè, dove si occupa della stsura del bollettino, pubblicandone un resoconto sintetico su L educateur Moderne. Dopo un anno, appare un altro articolo in una rivist diretta da Ribot, sempre legato alla psicologia della percezione, dove è possibile osservare il tipo di relazione che Cousinet vuole stabilire tra psicologia e pedaogia. Muovendo da un problema pedagogico, la possibilità di comunicazione tra individui, adulti e bambini così diversi fra di loro, con il supporto della psicologia che cerca di spiegare tale fenomeno: il bambino è immerso in un mondo di indistinzione, non percependo diversità o rassomiglianze della realtà circostante, si conviene così alla sintesi di un progetto educativo: la vita sociale, aiuta il bambino a cogliere le diversità del mondo esterno, non confondendolo sulle diverse percezioni. Cousinet, osserva che nel corso della vita scolastica, scompaiono progressivamente i giochi di immaginazione ed imitazione, e pian piano si costituisce una sorta di società infantile, nella ricreazione, quindi fuori dall ambito scolastico, dove il bambino si rapporta con i suoi simili ed è interessato a conoscere le regole. LA SOLIDARITE ENFANTINE Nel 1908, nella rivista di Ribot, appare un articolo di Cousinet dal titolo: La solidaritè enfantine. Egni inaugura uno stile incisivo che accompagnerà tutta la sua prima produzione, dove appare accesa la condanna alla scuola tradizionale, e l ironia nei confronti del comportamento degli insegnanti. Cousinet, sostiene che la scuola ha delle responsabilità elevate, nelle forme di socialità deviata che manifestano i bambini, se un uomo, con la sua indiscussa autorità ostacola il naturale sviluppo, la solidarietà infantile diviene schiavitù nei confronti del gruppo che consolida la sua ostilità nei confronti del maestro. Ne conseguono atteggiamenti negativi come la rivolta, ed una morale perversa che trasforma il gruppo in una folla composta da individui privi di personalità. Proprio in tale periodo, l educatore moderno attraversa un momento di crisi dove le adesioni scarseggiano. La rivista cambia direttore, passando ad un ispettore generale di forte prestigio di nome Compayrè, attento agli sviluppi della psicologia americana, di conseguenza il raggio di interesse della rivista si allarga e vengono pubblicati anche articoli di studiosi americani. Cousinet, si dedicaallo studio dei programmi, preparandosi all esame per divenire ispettore primario, dalle sue riflessioni nasce un articolo pubblicato in due tempi, dove vengono proposte delle modifiche al testo ministeriale. A distanza di tempo Cousinet scriverà un altro articolo sull argomento, dove si chiede se abbia ancora senso fare lezione sulle cose, piuttosto che lezioni attraverso le cose, lezioni di idee. Negli anni prima della sua nomina a ispettore scolastico, Cousinet valuta con molto interesse gli apporti della psicologia americana e del pragmatismo. La sua formazione, la collaborazione con Binet, l esperienza dell insegnamento, fanno si che teoria, prassi e sperimentazione convergano in un unica direzione, sostenuti dal comune piano pedagogico. Nel gennaio del 1910, alla riunione della società di Binet, Cousinet, presenta una relazione su un tema di attualità dove si definiscono meglio i termini di una filosofia dell educazione. Cousinet, introduce un oggetto di studio, che gli sta molto a cuore: la pedagogia del self-government dove definisce un concetto che diventerà centrale nel suo pensiero pedagogico, e tramite il quale comporre le ragioni di un esperienza intesa come libero

4 controllo, nel singolo individuo, della relazione uomo-ambiente, la concezione dell idea come rifacimento, una prospettiva filosofico politica improntata ai valori della democrazia. Pur non avendo accennato apertamente l influenza di Considerant o Robin Cousinet, non può aver ignorato il loro pensiero e la loro opera, e si presume che egli abbia attinto a queste fonti così poco riconosciute. Le tematiche di Considerant, sono sempre presenti in Cousinet, tuttavia egli preferisce lasciare nell ombra fonti deichiaratamente compromesse dal punto di vista politico, per riferirsi apertamente all attivismo ufficiale. La scuola deve rispecchiare i principi della società democratica. Per la prima volta, Cousinet tenta di organizzare una sperimentazione pedagogica proprio riferita al selfgovernment. Belot si offre per organizzare un gruppo di classi, sotto la guida di Binet e di Cousinet, un gruppo di insegnanti disposti ad inserire nelle loro classi il nuovo sistema di lavoro. Ma a frenare la diretta partecipazione di Cousinet, che ne era stato il promotore, giunge nell estate del 1910 l ambita nomina di ispettorie primario ad Arcis sur Aube. CAPITOLO SECONDO: DALLO SPERIMENTALISMO ALLA PEDAGOGIA DALL AUTOGOVERNO ALL AUTOEDUCAZIONE Divenuto ispettore scolastico, Cousinet matura una più profonda conoscienza dell interdipendenza tra istituto scolastico ed indipendenza sociale. La funzione che ricopre, lo impegna molto di più di quando era maestro durante i cinque anni dell apprendistato, e vive in prima persone le problematiche e le contraddizioni del sistema d istruzione francese. Cousinet da ispettore, impiega gran parte della sua attività, promuovendo la sperimentazione con gli insegnanti della circoscrizione di Arcis sur aube, proseguendo la sua attività di ricerca a fianco di Compayrè presso l educateur moderne. Inizia per Cousinet, un lungo periodo di approfondimento dei propri studi e della propria proposta metodologica, verificando in prima persona, come qualsiasi problema legato all educazione, sia anche un problema di ordine sociale e morale e inevitabilmente anche politico. Continua a tenersi aggiornato, grazie al suo lavoro in redazione presso l educateur moderne, su quanto viene pubblicato in francia e all estero. Il continuo intersecarsi di interessi provenienti dalla psicologia, dalla pedagogia sperimentale, dalla sociologia di Durkheim, fa si che Cousinet approdi a posizioni per certi aspetti inedite all interno dell educazione nuova, la cui originalità è ridimensionata a causa di preconcetti schemi interpretativi. Anche senza il suo diretto contributo, alla seduta della società binet, viene prodotto un rendiconto della sperimentazione sul self-government. Sebebne Cousinet ammetta l insuccesso del metodo, afferma comunque la sua convinzione secondo la quale è possibile educare uomini liberi, solo in un clima di autogoverno. (F) L errore del self-government sta nell autoritarismo indiretto degli insegnanti, seppur fatto senza rendersene conto. L autogoverno si risolve in una forma vuota esteriore, quando non viene compreso in una complessiva prospettiva pedagogica d insieme, ispirata a criteri di non direttività. E pertanto muovendo dall autogoverno che pian piano, Cousinet approda all autoeducazione. L EDUCAZIONE ESTETICA Nel corso del 1911, vengono pubblicati due articoli su l educateur moderne, nei quali Cousinet tratta nuove tematiche mai affrontate prima. Nel primo, esprime il proprio rammarico per la scarsa considerazione che la pedagogia francese contemporanea riserva alla lettura per l infanzia. I ragazzi amano leggere, si interessano a storie di eroica vicenda personale, nota Cousinet, rifacendosi ad un suo precedente articolo dove sosteneva appunto che il bambino, ancor privo di una identità definita, proietta se stesso in un eroe che supera le difficoltà, nonostante alcuni lettori sostengono che non vi sia alcun insegnamento morale da tali letture. Nell altro articolo di Cousinet, traspare chiaramente la sua esperienza d insegnamento, specie nei 4 articoli sull educazione estetica, dove Cousinet, ispirato dal movimento per l educazione artistica di Quenioux, ispettore generale, propone riflessioni di natura pedagogico didattica, difendendo tale movimento che era contestato specialmente dagli insegnanti artistici più tradizionali che temevano di perdere la centralità del proprio ruolo. Cousinet rassicura comunque chi diffida del movimento. Egli, amante della pittura, si impegna nel corso dell anno scolastico s diffondere il metodo Quenioux, presso gli insegnanti del suo dipartimento. E sempre presente ad ogni sperimentazionein modo da poter studiare il comportamento dei ragazzi. Secondo Cousinet è importante educare i ragazzi ad osservare i prodotti artistici con un occhio diverso, in quanto nn sono in grado di scomporre i particolari e quindi incapaci di ammirare e contemplare l arte.

5 L EDUCAZIONE ALLA LIBERTA Le scuole nuove, i metodi innovativi, sono oggetto ricorrente negli articoliche compaiono su l educateur moderne. In tale periodo Ferriere collabora con la rivista, e compaiono articoli che hanno come tematica nuovi metodi sperimentali sia in francia che all estero. In particolare Cousinet stila 4 importanti articoli che hanno per oggetto il metodo montessori che viene presentato senza trascurare dettagli importanti. Ma la libertà non va concepita come una concessione della scuola o dell educatore ai fanciulli. Egli si scontra continuamente con la rigidità, l immobile uniformità di una struttura sociale quale la scuola. Essa appare identica nel tempo, sia nella sua forma esteriore, che nelle nozioni e nei valori che trasmette. Passando da una scuola all altra, Cousinet in veste di ispettore, ritrova sempre gli stessi libri e le stesse abitudini di lavoro, egli ironizza sul lavoro degli insegnanti in una serie di articoli pubblicati sulla rivista L educateur moderne, con testi carichi di provocazione. Il suo ruolo di ispettore scolastico contrasta con il suo ruolo di ricercatore di innovazione. DALLO SPERIMENTALISMO ALLA PEDAGOGIA: ROUSSEAU L analisi del pensiero di Rousseau, va approfondita e precisata, in quanto non sono stati considerati adeguatamente alcuni elementi anticipatori della moderna psicologia, che contribuiscono ad una voncezione del fanciullo rinnovata, dove viene inteso come essere completo ed autonomo. Cousinet, pubblica un resocondo sulla rivista L educateur Moderne, sulle nuove prospettive di studio che offre l analisi di Rousseau, del quale viene rapito entusiasticamente. Cousinet osserva che Rousseau ha guadagnato all estero, la fame di grande padagogista. Cousinet afferma che Rousseau, non è uno psicologo nè un filosofo dell educazione in senso stretto, ma un visionario, mosso più che dal suo interesse verso i fanciulli, dalle proprie argomentazioni e dalle meditazioni sullo stato originario dell infanzia. Ed è proprio lui il pigmalione di quella corrente mistica dell educazione nuova da cui secondo Cousinet, deriverebbe l intero movimento. L itinerario proposto da Rousseau, non è quello del rifiuto soggettivo del vivere civile, perchè nella sua opera è presente un istanza pedagogicosociale, che ha come obiettivo la trasformazione della società da strumento di corruzione e regresso a strumento di progresso morale. Cousinet condivide tale istanza, egli scopre dei principi cardine del tutto nuovi, che influenzeranno la consistenza della sua proposta metodologica. Cousinet, rimase affascinato dai testi di Rousseau, già dalle sue prime letture, cogliendone dopo in profondità i numerosi aspetti innovativi. In primo luogo, la concezione della libertà intesa come equilibrio tra un soggetto ed un ordine a lui esterno, una diversa considerazione tra forze interiori ed esteriori nella formazione dell individuo. Rousseau scrive nelle confessioni, che noi siamo quello che le nostre impressioni, date da circostanze esterne ci fanno essere, infatti, se modificassimo queste cause esterne, modificheremmo anche le nostre idee ed il nostro modo di essere. Per Cousinet, tali considerazioni sono alla base della rivoluzione che si ha con Rousseau. Il bambino è autonomo dal punto di vista morale. Per Rousseau, il problema della libertà si risolve col fatto che un individuo prende coscienza del condizionamento che l ambiente nel quale vive ha su di egli. Egli deve dipendere e non obbedire. La scuola arricchisce tale ambiente che comprende la vita permanente in mezzo ad eguali, il ragazzo dipende da tale comunità. Soltanto attraverso l esperienza diretta, si può realizzare tale processo di adattamento, l intervento dell educatore è inutile.permane però in Rousseau e lo stesso Cousinet, un problema di conciliazione tra autorità e libertà, entrambinon hanno mai pensato di risolvere questa questione, dell intimità della coscienza umana e del rapporto che l uomo stabilisce con un autorità. Rousseau, fa dipendere la capacità di libertà, dallo stato effettivo di libertà, tale concezione pedagogica, crea le premesse per una problematica che è già virtualmente pedagogico-sociale. Rousseau spiega come le leggi esercitino un influenza sulla formazione, la legge è l unico strumento che può garantire la rigenerazione morale dell umanità. Nella visione di Rousseau, però la politica non fonda la morale più di quando essa non fondi la politica, ed in un certo qual modo entrambe si identificano. Ma affinche legalità e libertà coincidano è necessario che la norma sia concorde con la natura umana che tutti gli individui possano vivere pienamente, facendola propria. L essere sociali è nella natura umana e lo stesso Cousinet si trova concorde con tali affermazioni sottolineando che non è necessaria la distinzione tra i bisogni dell individuo e quelli della specie. Rovatti, in merito, osserva che il sociale per essere soggettivo deve rinforzare e mantenere i percorsi individuali che lo

6 costituiscono, in tal modo il gruppo non sarebbe un secondo individuo, ma un nesso attivo di pratiche individuali che non si negano ma si rafforzano in quanto tali. L individuo sociale, sarà al centro delle riceche di Cousinet. LA VITA SOCIALE DEL BAMBINO Nel 1913 Cousinet presenta la tesi di sociologia dal titolo la vie sociale des enfante, Cousinet dispone già di parecchio materiale, ma Durkheim, che lo segue nel suo lavoro, esige che venga definito in modo molto preciso, il campo di indagine, e così insieme circoscrivono tale campo. Con la collaborazione di un gruppo di colleghi ispettori, Cousinet avvia la sua ricerca su un campione di circa 400 bambini di svariata età, ai quali viene richiesto di completare il racconto di un gioco lasciato a metà. Ad una prima osservazione dei dati, Cousinet conclude che per i bambini la giustizia è un affare di sentimenti. Già nel passato Cousinet nel suo saggio la solidarietà infantile, si era interessato alle reazioni della società infantile valutandole all interno della classe. Egli allorà notò, come il gruppo formatosi nella classe posto sotto l autorità autocratica di un uomo, costruiva una sorta di morale primitiva che poteva addirittura imprigionare i singoli individui. Questa forma di solidarietà deviata veniva consolidata dal fatto che gli insegnanti, presupponendo che i bambini arrivassero a scuola senza precedenti esperienze, passassero dall educazione all insegnamento, anche in campo morale inculcando agli allievi precetti morali a loro totalmente estranei. Con una serie di rilievi, Cousinet giunge a conclusioni vicine al pensiero di Durkheim, egli sottolinea che la solidarietà infantile sarebbe una sorta di solidarietà difensiva, caratterizzata, non da un aiuto reciproco, ma da un unione per aggirare una minaccia esterna. Questo tipo di solidarietà varia in base all età ed una forma di schiavitù, quindi Cousinet conclude dicendo che bisogna estirpare il bambino a questa imitazione servile che assopisce la coscienza individuale. Cousinet attraverso il pensiero di Durkeim, riceve indicazioni di grande valore. In primo luogo, indirizza il proprio pensiero verso una pedagogia intesa come fatto sociale. Durkheim aveva notato già attraverso i suoi studi, sull educazione morale, che la debolezza del sentimento altruistico, all inizio della vita, dipende dal fatto che la coscienza infantile è limitata. Tale coscienza, crescerà man mano che il bambino acquisirà certe idee e questo avverrà a poco a poco, con nozioni più precise, intorno al gruppo sociale di appartenenza, al legame tra generazioni. In questa prospettiva, pedagogo e sociologo assumono ruoli paralleli, dove il primo ha il compito di far si che la morale venga interiorizzata in quanto essa è il risultato di un prodotto storico e l insieme delle norme che regolano la convivenza civile e sociale, ed il secondo dovrà costituire la morale come scienza positiva. Cousinet, ha la convinzione che il compito dell educatore sia quello di lasciare che il fanciullo trovi il bisogno di socializzazione che potrà manifestarsi, contro, malgrado o con l insegnante. Ad interrompere gli studi di Cousinet, subentra nel 1914 la prima guerra mondiale, dove sarà chiamato alle armi e successivamente, ferito, verrà curato con un programma per invalidi e tornerà a riprendere le proprie mansioni, solo nel CAPITOLO TERZO: LA PEDAGOGIA SPERIMENTALE ALLA RICERCA DEL METODO La guerra, costringe Cousinet ad interrompere le sue ricerche, per evitare dunque che si disperdessero i suoi studi di ricerca, egli fa il punto della pedagogia sperimentale, attraverso 13 articoli sull argomento negli anno tra il 1918 e il 1921, su una nuova rivista dal titolo l ecole et la vie. La pedagogia sperimentale si fonda sulla psicologia e sull esperienza, ribadisce Cousinet. Cousinet prende una posizione più critica maturata alla luce di nuovi studi di cui viene a conoscienza, sulle considerazioni metodologiche delle ricerche di Binet e del suo gruppo, c è fretta di sostituire all osservazione individuale dei primi ricercatori, l osservazione metodica e la sperimentazione, seguendo il criterio della misura invece che quello di una conoscenza del bambino più approfondita dal punto di vista qualitativo. Cousinet si orienterà in direzione di un metodo fondato sul lavoro libero. Attraverso le sue letture, cousinet scopre in un testo di Formiggini Santamaria l acutezza dell osservazione in merito alla curiosità, che viene definita preziosa e che va salvaguardata ed incoraggiata attraverso la libera ricerca. Il metodo di lavoro è molto importante, tanto quanto la scelta del soggetto da studiare. Cousinet non abbandona mai la sua idea di self-goverment. Cook, un professore di Cambridge ritiene che i bambini sono perfettamente in grado di gestire i loro giochi collettivi e che quindi potrebbero fare lo stesso nell ambito del lavoro scolastico e Cousinet sostiene

7 che gli insegnanti non osservano abbastanza i bambini, non li guardano giocare liberi nella ricreazione e non hanno idea di quante risorse essi sono in grado di utilizzare in condizioni di libertà. Cousinet, si rende conto che è molto difficile convincere gli insegnanti ad abbandonare il loro ruolo tradizionale di insegnare soltanto, si accorge che accettano a fatica le sue proposte, manifestandolo anche nelle sperimentazioni. Eppure, egli verrà molto colpito, dal lavoro di un insegnante di 17 bambini, Wauthier, che si serve spontaneamente del self-government e del lavoro di gruppo. Sarà appunto in questa classe, che verranno introdotte le innovazioni di Cousinet che verificherà periodicamente visitando la classe. Nel corso di una conferenza pedagogica, Cousinet, nonostante l esperienza isolata condotta e lo scarso numero dei bambini coinvoli, parlerà chiaramente di un concreto risultato ottenuto, lancerà un appello agli educatori invogliandoli a partecipare ad una sperimentazione a più ampio raggio di quello che per la prima volta egli definirà il proprio metodo. IL LAVORO STORICO Il metodo del lavoro libero per gruppi, trova larga applicazione nell ambito dell insegnamento della storia, ossia il cosiddetto lavoro storico, come viene definito da Cousinet. Egli dedicherà ben quarantadue articoli sull argomento, pubblicandoli nella rivista: l ecole et la vie, per approfondire questa problematica tematica. Secondo Cousinet, vanno rivisti sia i metodi che i programmi, facendo storia delle cose, l abbigliamento, la storia dell insegnamento, le abitazioni, la storia dell agricoltura saranno i temi del programma. Cisacuna di codeste storie parallele, deve essere suddivisa in periodi, in qualche modo correlati fra loro seppur distinti, attraverso appunto dei sincronismi, spiegando ad esempio ai fanciulli, che un abito fatto in un determinato modo, corrispondeva ad un periodo in cui le case avevano una data forma. Vi è dunque una polemica aperta, verso il metodo tradizionale di insegnamento della storia, improntato ad inculcare negli alunni, sentimenti patriottici e nazionalistici. La storia non deve studiare avvenimentitrascorsi, in quanto la verità storica, è una ricostruzione del passato compiuta sulla base di una preconcetta idea del presente. Al ragazzo, vanno proposte delle attività, che vengono definite di lavoro storico, dove egli può richiamare l azione trasformatrice del tempo su quegli oggetti materiali, in grado di evocare situazioni lontane perchè connesse a determinati bisogni umani. Innumerevoli le critiche mosse a Cousinet in questo ambito, fin dalle prime teorizzazioni di tale metodo, egli appare ancora incatenato ad una concezione positivista, che considera gli oggetti fonte immediata di scienza e conoscienza, dove il fare viene inteso spesso come un fare solamente manuale. Dimenticandosi che dietro le cose operano sempre e comunque gli uomini, si rischia di rappresentare il tempo come lo svolgersi di un azione anonima. Bisogna valorizzarela coscienza dell uomo, che progetta, che produce, che idealizza, cosichè ogni storia divenga esperienza vissuta e coscienza in atto per divenire. LA NOUVELLE EDUCATION Nel 1920, prende consistenza, l idea di creare un associazione nazionale francese, la Nouvelle Education, che si faccia promotrice dell innovazione pedagogica. Cousine, propone la propria candidatura ad ispettore generale. La Nouvelle Education, comincia a prendere corpo e per raccogliore nuove adesioni, Cousinet, pubblica sulla rivista education, un appello rivolto a quanti vogliono esperire direttamente i metodi pedagogici basati sul rispetto della personalità del bambino. Gli scambi a livello internazionale, si moltiplicano, e dalle innovazioni che giungono attraverso tale corrispondenza Cousinet, prova soluzioni nuove, una delle quali consiste nell organizzare un esposizione dei disegni dei bambini, e di pubblicare una piccola rivista l oiseau bleu, dove sono stampati testi prodotti proprio dai bambini. A Versailles, nel giugno del 1921 la Nouvelle Education, tiene la prima assemblea, vi partecipano attivamente anche l ispettore Qenioux e la Fermier dandom il loro diretto contributo. Cousinet, nel corso della propria relazione, confronta il suo metodo con altri metodi innovativi. Durante l assemblea viene sperimentato in diretta il metodo di Cousinet, su una classe di alunni. Viene chiesto ai ragazzi, di formare dei gruppi lineramente, nel corso del lavoro non ci saranno interventi esterni e gli elaborati verranno corretti prima della consegna. I risultati, stupiranno tutti i presenti. Cousinet interviene dicendo che l unico metodo universalmente valido, sarà quello di garantire lo spazio e promuovere le condizioni, cosichè possa essere espresso lo sforzo massimo possibile. Egli ascrive alla pedagogia valore morale, sociale e politico. L anno successivo, vi è la seconda assemblea della Nouvelle Education, dove parteciperanno numerosi

8 membri dell alta gerarchia scolastica. I lavori si aprono in modo diverso dalla precedente assemblea, e alla solita conferenza iniziale si sostituisce una sorta di visita guidata ad una mostra che presenta i lavori fatti dai bambini, articolata in 4 sezioni, lavoro letterario, aritmetico, storico geografico e scientifico e sono presenti anche lavori di altre scuole europee. Vanno definendosi chiaramente alcune caratteristiche del movimento, principalmente la dimensione internazionale, con una notevole corrispondenza che vivifica i contatti all interno dell associazione. Altro elemento importante è l apertura verso delle tematiche dell insegnamento tecnico e dell orientamento professionale estranee alla pedagogia francese passata. Cousinet si trova sempre in forte contrasto con la gerarchia scolastica, infatti viene esonerato da ispettore primario ad arcis sur aube, con la scusa che viene soppressa la mansione, quindi è costretto a trasferirsi alla frontiera e viene nominato a Sedan. CAPITOLO QUARTO: UN METODO DI LAVORO LIBERO INDIVIDUO E SOCIO Nelle Ardenne, a Sedan, Cousinet allarga il raggio della propria attività, in veste di ispettore scolastico, conducendo per circa 20 anni la sperimentazione del suo metodo del lavoro libero per gruppi. Sebbene lontano dalla Nouvelle education nel 1925, pubblica con il titolo: La Methode de ravail libre par groupes, per illustrare i principali argomenti del proprio metodo.egli precisa più volt, che la parola libero, è quella che sintetizza bene i principi del suo metodo. Grazie ai suoi primi sudi nei corsi di Lalande, gli approfondimenti del pensiero di Rousseau e Durkheim, egli matura il suo pensiero approdando ad una concezione dell individuo come essenza di alterità per cui l uomo è in grado di costruire la propria libertà e la propria moralità come parte di tutto. In presenza di un altro individuo su cui esercitare la propria attività, non più di un soggetto, ma di un proprio pari con reazioni proprie, il bambino si trova in difficoltà, non sa cosa fare, pur volendo agire. Questa difficoltà nasce da un conflitto interno tra due bisogni naturali, quello di socializzazione, allo stato emergente e quello più antico di preservare la propria individualità. Il dovere dell insegnante è suscitare le resistenze individuali. Tale conflitto si risolverà in un età in cui i dui sviluppi, saranno condizionati l uno dall altro e l individuo maturo, contribuirà allo sviluppo del gruppo il quale lo aiuterà a sua volta a sviluppare la sua individualità. L apprendimento sociale avviene in modo graduale e matura verso gli 8-9 anni, prima di questa età il processo di socializzazione avviene a tentativi, che possono diventare atteggiamenti a volte antisociali e aggressivi, sottoforma di aggressioni verbali, manuali, dispetti etc. Però questo comportamento è antisociale solo all apparenza, perchè l apprendimento si nutre di questi comportamenti complessi che sono errori necessari per far si che si possa costruire in modo graduale una vera cooperazione futura. Nella metà degli anni venti, Cousinet approda ad una concezione della libertà non solo come fine, ma in particolare come fattore di educazione, egli appena giunto a sedan, si interessa alla realtà dei bambini appartenenti a famiglie di immigrati e osservando i ritmi di apprendimento particolarmente veloci di tali bambini, che invece dovevano essere meno agevolati per la loro situazione, Cousinet, avvia un percorso di ricerca che punta sull autoeducazione, superando ogni precedente sperimentazione sull autogoverno. Questi bambini non ricevono speciali insegnamenti, e nonostante ciò, essi hanno un rendimento al di sopra della media. Un insegnante di Sedan, Bertrand, decide di intraprendere nella sua classe la sperimentazione di Cousinet, in quella occasione Prevot, ispettore dell accademia delle Ardenne, visita la classe più volte assieme all ispettore dell accademia di Lille, ma invece di sorvegliare Cousinet, come gli era stato suggerito dal Ministro, lo incoraggiano ad allargare la sua sperimentazione. UN PROGETTO DI SCUOLA SPERIMENTALE Secondo Cousinet, è impossibile parlare di autogoverno, senza autoeducazione, ma la scuola pubblica è disposta a concedere spazio alla sperimentazione? In prospettiva di una risposta negativa, si fa strada l idea di trovare spazi alternativi dove poter agire con le nuove metodologie. Arriva dunque un occasione importante per Cousinet, nel 1924 infatti un associata alla Nouvelle Education, Odier, decide di aprire nella periferia di Parigi una scuola sperimentale e chiede a Cousinet di redigere un progetto. Nell anno seguente viene illustrato dettagliatamente il piano, dove in un articolo, Cousinet è preceduto da una lunga nota introduttiva di Ferriere che era favorevole al progetto. La scuola si fonda sul principio del lavoro di gruppo e della libertà, essa si articola in due sezioni, una comprendente bambini più piccoli dai 4 anni in su, e una per bambini più grandi fino a

9 13 anni. Per la prima fascia, è di fondamentale importanza l attività legata allo sviluppo sensoriale, dove viene proposto ampiamente il materiale montessori, per la fascia dei più grandi è prevista l attività domestica fondata sull innato bisogno che hanno i ragazzi di condurre la casa in maniera conforme ai loro bisogni, all interno di tale attività domestica, vengono elaborati compiti manuali, scientifici ed estetici. Anche lo studio della storia ed il perfezionamento della lingua, verranno condotti attraverso una libera attività d espressione e ricerca. E un piccolo mondo in miniatura, fatto per loro, dove possono esprimersi in totale libertà. Gli insegnanti che dirigeranno tale scuola, dovranno lasciare che i fanciulli sviluppino la loro attività in totale libertà, il loro compito sarà quello di osservare attentamente i bambini, prestare attenzione al loro apparire e a tutte le attività nuove, seguire lo sviluppo di ogni attività. Ma probabilmente, fu proprio questa regola di non direttiva, che preoccupò la Odier, che senza dare troppe spiegazioni rinuncia improvvisamente al progetto, lasciando l amaro in bocca a Cousinet. Ecco che nuovamente al centro del problema riaffiora la libertà. Cousinet da sfogo alla sua forte delusione sulle pagine della Nouvelle education. PIAGET Nel 1925, nella consueta assemblea che si tiene per la pentecoste, alla quale prende parte anche Cousinet, interviene anche Piaget, che tiene la sua relazione in merito ai suoi ultimi lavori di ricerca sulla psicologia del bambino. In quello stesso periodo Piaget insegna Psicologia infantile alla facoltà di scienze di Ginevra e psicologia e filosofia della scienza, alla facoltà di lettere e sociologia dell istituto di scienze sociali. Egli scoprì, somministrando test di intelligenza ai bambini della scuola di Binet, la propria strada scientifica che avrebbe conciliato i suoi interessi biologici e filosofici. Secondo Piaget, considerando che il bambino non riflette necessariamente il linguaggio sulle proprie azioni, per capire la logia del bambino, non è sufficiente analizzare unicamente la sfera dell interazione verbale. Nei suoi studi iniziali vi erano delle carenze, una di queste era la sua limitazione, che consisteva nell aver limitato la propria ricerca al linguaggio ed al pensiero espresso, la seconda carenza derivava dalla prima, in quanto Piaget, non cercava di capire le operazioni logiche sulla base delle loro origini delle operazioni concrete. Infatti Piaget, si accorge, studiando i modelli di comportamento intellettivi dei primi due anni che per comprendere adeguatamente la genesi delle operazioni intellettuali, vanno considerate prima di tutto, la manipolazione e l esperienza con gli oggetti. Esiste inoltre, una fondamentale unità fra l organizzazione delle strutture affettive, cognitive e sociali, anche lo sviluppo sociale, implica la ristrutturazione del concetto di sè, come per le cognizioni fisiche, sono alla base dello sviluppo sociale. Piaget, svilupperà queste convinzioni di ricerca fino ad incontrare anch egli, l esperienza del lavoro libero per gruppi. Anche Cousinet, nel corso degli anni, troverà sempre nuovi elementi di rielaborazione, affermando di aver sempre creduto che il ragazzo sia distinto dall adulto, per l andamento del suo pensiero concettuale e per la natura della sua affettività e per il posto che l adulto occupa in questa sua afettività, per i legami che uniscono la sua intelligenza e la sua attività dove il suo pensiero non è mai svincolato dalla sua sensibilità. FREINET Cousinet, avrà un importante confronto, con il pensiero di Celestin Freinet che nel 1925, si iscrive alla Nouvelle Education. Freinet, aveva già avuto l idea, di affidare dei piccoli lavori manulai collettivi, ad un gruppo di alunni, anche se l iniziativa di Cousinet secondo lui era troppo sistematizzata, se ne servì e la utilizzò in particolar modo per calmare i timori eccessivi del suo direttore. Cousinet e Freinet, sono molto diversi, Freinet, nega valore ad ogni innovazione, e sperimentazione, di cui le scuole più povere e disagiate, non possono avvantaggiarsene, rimanendo perplesso, sull avanzare incalzante della pedagogia progressista. Cousinet, dal suo canto, con un atteggiamento diverso, a partire dalla seconda metà degli anni venti, conquista popolarità sia all estero che in Francia, dove molte saranno le occasioni per presentare il suo metodo, ad un ampio pubblico anche straniero. Tuttavia, per quanto diversi, emergono molte affinità tra i due, dall utilizzo di un metodo naturale per l apprendimento, al fatto di sostenere la socialità e la cooperazione, dall importanza riconosciuta al lavoro, espressione dell essere e non di un semplice fare etc.. Condividono insieme la posizione, secondo cui l educazione non è traducibile in alcuna forma di imposizione. Nel congresso di Nice, dove entrambi vi partecipano, Freinet, lancia un appello che invita i relatori ad intervenire in una tavola rotonda a Saint Paul Vence, dove i genitori degli alunni

10 sono molto diffidenti nei confronti del suo metodo di insegnamento. Ad aderire all iniziativa, solo due persone, uno dei quali Cousinet. Nell anno successivo, alcuni deputati reazionari, otterranno la promessa della radiazione dai ruoli di Freinet, ma questo provvesimento non verrà mai attuato. In questa vicenda, Cousinet, interviene presso il Ministero insieme ad altri rappresentanti delle associazioni pedagogiche, il loro intervento ha lo scopo di evitare l assimilazione delle posizioni del movimento dell education nouvelle, a quelle del rivoluzionario Freinet, che da sempre si dichiara un comunista. La nouvelle Education, pubblica un articolo laconico, sul contraddittorio compromesso tra educazione nuova e potere costituito in francia. Questo articolo riduce la portata innovativa della tecnica tipografica inserita nelle scuole di Freinet, con una disapprovazione sulla sua opera pedagogica. Cousinet interviene nell articolo, sia per la posizione che ricopre nell associazione, ma anche per il suo rammarico nel vedere riapparire la filosofia in ambito pedagogico sotto forma di analisi che a suo avviso approdano solo ad un vago idealismo privo di fondamento scientifico. Nella sua esposizione, Cousinet pone il proprio metodo e altri metodi che lui ritiene importanti, come Montessori, Decroly ecc, riassumendone alcuni punti, tra i quali il lavoro per gruppi e la libera scelta del lavoro, solo in coda, viene citata la tipografia scolastica di Freinet. Cousinet in questa occasione, cerca di evitare ogni forma di dissidio aperto ed anche in occasione del settimo congresso della lega internazionale in inghilterra, sceglie di evitare lo scontro aperto, non partecipandovi. Alla fine degli anni trenta, si fa sempre più incalzande, il difficile clima della guerra, con gravi circostanze sociali, dove rimanere neutrali è sempre più difficile, di fronta a tante contraddizioni. Scoppia la seconda guerra mondiale, e la francia e occupata dai tedeschi, terminano così le pubblicazioni della Nouvelle Education e Cousinet scrive, rinchiuso nel proprio studio alcuni articoli che vengono pubblicati in una rivista di psicologia diretta da Guillaume, insegnante alla Sorbona che inviterà Cousinet a tenere un corso di pedagogiua pratica alla facoltà di lettere, però il corso verrà interrotto senza spiegazioni, il nazismo incalza e Cousinet viene accusato di essere comunista. CAPITOLO QUINTO: FORMARE L EDUCATORE NUOVO L OPZIONE PEDAGOGICA Durante la guerra, i bombardamenti demoliscono la dimora di Cousinet, dove rimane ferito rd il suo archivio distrutto dalle fiamme. Ma dopo un anno dalla fine della guerra, egli riprende tutte le sue attività, collaborando con Chatelain, nasce il movimento dell ecole nouvelle francaise, con l omonima rivista che nel giro di poco tempo accoglierà numerose adesioni. Nello stesso anno, in collaborazione con Jasson, verrà fondata la scuola La source, che diventerà una sorta di laboratorio sperimentale per il gruppo dell ecole nouvelle francaise. Questo gruppo conta all inizio 10 bambini, e le lezioni si svolgeranno presso un appartamento donato temporaneamente da un genitore di un bambino partecipante, a Parigi, e due anni dopo, la scuola disporrà di una propria sede a Meudon Bellevue. Il metodo è quello di Cousinet, del lavoro libero per gruppi, ma fin dalla nascita della scuola, si pone immediato il problema della formazione del corpo educatori. In la formation de l educateur, Cousinet affronterà tale argomento e propone il recupero dell idea di opzione pedagogica, rifacendosi a ferrier. Secondo Cousinet, la prima cosa da insegnare agli educatori, è la capacità di vivere col dissimile, che è una cosa totalmente diversa dall atteggiamento severo e sdolcinato che si assume verso l inferiore., occore vivere con i ragazzi, ma non da scolari, il modello di formazione è il seguente: all età di 16 anni, età dove gli adolescenti sono veramente dissimili dai bambini, come più tardi la stessa adolescenza sarà dissimile dalla giovinezza, sia nelle scuole medie e superiori, come in quelle complementari, il preside o il professore delle materie principali, farà conoscere agli alunni la nuova opzione, spiegando loro in cosa consiste e gli sbocchi lavorativi. Alcuni allievi sceglieranno questa opzione, o perchè invogliati dai genitori, o perchè si sentiranno conformi per natura a parteciparvi, o anche sotto spinta degli insegnanti, che osservandoli, potranno indirizzarli verso la meta. Gli alunni così designati, saranno sottoposti ad un esame di preselezione, e dopo, ad un tirocinio allo scopo di testarsi ed essere testati. Secondo Cousinet, le colonie estive, sono un ottimo luogo per il tirocinio dell educatore, sempre sotto sorveglianza di dirigenti che potranno calcolare il livello delle attitudini ed il carattere pedagogico del tirocinante. Il giovane, nel corso del suo apprendistato, avrà modo di essere allievo e maestro contemporaneamente, solo così sarà in grado di capire quanto importanti e connesse tra loro siano

11 l apprendimento e l insegnamento.lo scopo principale della rivista l ecole nouvelle francaise è quello di fornire una guida a coloro i quali intendono trasformare le proprie classi, rinnovandole attraverso l impiego di metodi attivi. Teoria e pratica, ragiungono un perfetto equilibrio nell attività di Cousinet, riesce infatti a raggiungere il suo scopo e ad insegnare alla Sorbona. L interesse sulla formazione dell educatore, si mobilita attraverso svariati congressi, corsi e stages su tale tema. Bisogna lasciare libero il bambino nei suoi movimenti, perchè ogni suo agire è espressione e creazione di sè, il maggior sforzo per il bambino è quello di sopprimere la realtà a favore dell apparenza, perchè l essere umano si sviluppa in modo naturale, solo agendo. LES ANNALES Alla Sorbona, una delle tematiche principali affrontate da Cousinet, in qualità di docente universitario, è quella dell insegnamento della storia, problema a cui egli si dedica fin da giovane. Cousinet, è aperto ad una concezione innovativa di fatto storico : non è più un oggetto dìosservazione dai contorni definiti nella sua immobilità, quel passato stabile, che veniva definito storia, si trasforma in un reticolo intrinseco di interconnessioni, su cui non può essere scritta nessuna parola definitiva, perchè le variabili operano a loro volta e dipendono dal soggetto critico che interpreta gli eventi. Secondo Cousinet, non esiste una realtà spoglia di tutto, essa può essere oggetto di una sperimentazione scientifica, dov è possibile, ma non costituisce materia di storia, ossia non è più storicizzabile. L arte, la letteratura, e gli aspetti sociali della vita dell individuo, ignorati prima dallo storico, divengono adesso anch essi, oggetto di storia al pari di quello che viene definito documento, secondo i canoni cosueti. Febvre, precisa che anche le emozioni hanno un particolare carattere, di cui l uomo non può più fare astrazione, le emozioni sono contagiose e implicano rapporti tra uomo e uomo e rapporti collettivi. Nel 1950, viene pubblicata un opera dal titolo, l indegnamento della storia e l educazione nuova, tale scritto viene definito da Leonardo Patanè un preziosissimo volumetto, dove emerge consolidata la metodica di Cousinet, sull insegnamento della storia, posta nell ambito della pedagogia attivistica seppur con ispirazione vicina al marxismo, con riflessioni approfondite sui problemi della storia, passata dal filtro dell esperienza degli storici delle Annales e di Febvre in particolare. In un quaderno dell ecole nouvelle francaise, a cura di Cousinet e Chatelain, viene posta in evidenza ogni possibile errata interpretazione del concetto di educazione nuova, sia nei suoi principi teorici che pratici. PEDAGOGIA DELL APPRENDIMENTO Cousinet, ha modo di intraprendere esperienze diverse da quelle legate all ambito scolastico, e negli anni 50 viene chiesto sia a lui che a Chatelain, di dare un contributo per la realizzazione di un piano di formazione indirizzato ai giovani che vogliono intraprendere la carriera di minatore. In questa occasione, Cousinet, incontrerà individui rudi, che si fanno carico della formazione dei giovani apprendisti. E un ambiente nuovo e sconosciuto alla pedagogia ufficiale contemporanea e molto distande dall ambiente della scuola, ma considerevole di attenzione, in quanto rappresentativo di una numerosa parte del sistema formativo francese dei tempi. Infatti, non erano molte le possibilità che si offrivano ai figli dei lavoratori, modestamente retribuiti, licei e scuole superiori erano troppo onerosi e la soluzione erano i corsi che introducevano subito al lavoro. Cousinet si accosta con interesse a queste esperienze che coinvolgono l ambiente industriale ed il mondo rurale, prende infatti parte, anche a dei corsi di formazione che sperimentano nuove forme nuove forme di alternanza pedagogica dove gioca un ruolo fondamentale l azienda di famiglia. In una delle sue più importanti opere, pedagogia dell apprendistato, egli polemizza, nei confronti del modo in cui viene inteso l apprendimento in ambito scolastico, la scuola non è più il luogo in cui il maestro vuole e l alunno da, ma il luogo in cui l alunno vuole ed il maestro deve. Cousinet giunge ad una concezione del sapere sempre più chiaramente inteso come risultato di un azione di costruzione dell uomo, quel che la natura ha dato all uomo è per Cousinet, poca cosa se paragonato a ciò che l uomo ha saputo creare nel corso delle tante generazioni. L allievo ed il maestro sono dei costruttori e l apprendimento, che comporta sempre un apprendistato, diviene cultura nel momento in cui implica un lavoro personale di osservazione e ricerca personale di soluzioni adeguate al progetto prefisso. EDUCATION E DEVELOPPEMENT All età di 77 anni, cousinet abbandona la sua cattedra universitaria alla Sorbona, e viene sostituito da Debesse. Viene colpito da una serie di problemi che lo addolorano profondomanete, come la

12 malattia del suo unico figlio Pierre, musicista di talento, che viene colpito da una malattia molto grave, quale la poliomelite. Scrive una lettera al Ferriere, dove traspare la sua stanchezza, ma anche la sua voglia di non ritirarsi dalla propria attività, specialmente dalla Ecole nouvelle francaise, che di li a qualche anno, dedicherà a Cousinet un intero numero che ha da poco compiuto 80 anni. In questo periodo, viene anche fondata una nuova rivista, Education e Developpement, cousinet, ve ne prende parte, seppur sottolineando il suo non voler avere nessun vincolo e non vuole sentirsi condizionato dalle scelte dei compagni di lavoro. La rivista, si rivolge a differenti istituzioni educative, negli anni 60 infatti cominciano a diffondersi nelle diverse parti del paese svariatti agenti educativi extrascolastici, cosa che comporterà innovazioni nel sistema di formazione, che dovrà integrare, ruoli, funzioni e figure nuove. Cousinet, segue con molto interesse gli sviluppi della rivolta studentesca del 68. Ha inizio la terza età della pedagogia e Cousinet ne vedrà solo l inizio in quanto morirà cieco all età di 92 anni il 5 aprile del CAPITOLO SESTO: DALL INTERESSE ALLA MOTIVAZIONE SOCIALIZZARE L INDIVIDUALITA Ripercorrendo l itinerario formativo di Cousinet, è possibile riscontrare sempre due connessioni, la prima ruota intorno al concetto di sapere, come apprendimento naturale, veicolato dal lavoro e dalla ricerca personale. Questa concezione del sapere caratterizza l uomo come costruttore. Cousinet, da un grande contributo alla svolta delle problematiche legate all apprendimento, e lo fa in primo luogo, in ambito di sperimentazione didattica, cosa tuttaltro che semplice. Sempre presente, in Cousinet appare un altra istanza, quella tesa a valorizzare la società quale veicolo chiave, dove sfera cognitiva ed affettiva, ormai non più considerate in modo separato, interpretano la realtà su basi diverse, tali da permettere all individuo di esprimersi in modo creativo, individualmente e collettivamente. Nel bambino in particolar modo, il pensiero è frutto di sensibilità e la socializzazione, avviene attraverso l esigenzo di un bisogno che deve essere soddisfatto. Nella diversità che lo circonda, il bambino costruisce la propria identità ed il passaggio dal diverso all eguale, avviene in modo del tutto naturale. Allìetà di 12 / 14 anni, il fanciullo vive secondo Cousinet in un età di grazia sociale, ma fin dalla sua infanzia, quando comincia ad avere i suoi primi rapporti sociali, il bambino incontra la difficoltà di essere contemporaneamente individuo e socio. IL GIUOCO COME APPRENDISTATO SOCIALE L apprendimento sociale, avviene in modo graduale, attraverso dei tentativi, che nascondono dietro comportamenti talvolta aggressivi ed apparentemente antisociali, un bisogno di socializzare. Dai 3 ai 5 anni, i bambini quando approcciano si urtano, si tirano si strattonano continuamente, senza nessuna causa apparente, questo testimonia il loro bisogno di manifestarsi distinti dagli altri ed un bisogno ancora larvale di unirsi agli altri. Cousinet osserva ad esempio, che nelle situazioni in cui i bambini si contendono un oggetto, che il bambino desidera non l oggetto in sè, in quanto nel momento in cui gli viene presentato un altro oggetto del tutto uguale, egli lo rifiuta, ma vuole possedere l insieme costituito dell altro bambino nell atto di giocare con quell oggetto, egli vuol fare sua l attività. Questo è in realtà un vero esercizio di presocializzazione. L essere dispettosi, musoni, spavaldi, sono modi di fare che auspicano alla ricerca dell altro, tali comportamenti sono asociali, attuati per compensare le proprie frustrazioni attirando l attenzione del gruppo su di sè, e questo è un vero e proprio tirocinio sociale. Nel corso di tali tentativi, il bambino soffre nel vedere che l altro può benissimo fare a meno di lui, specialmente se questo avviene con un intero gruppo e non con un singolo individuo. Attraverso una lenta evoluzione, il bambino impara pian piano a relazionarsi con gli altri bambini ed il giuoco è fondamentale per la propria affermazione all interno del gruppo. Infatti, fino dalle prime esperienze di gioco, il compagno, comincia a trasformarsi, inizialmente da oggetto in pseudo persona, successivamente, quando si avrà chiara l idea che la cooperazione è indispensabile, il compagno diventerà una persona reale. Si trasformerà anche il giuoco, all inizio i bambini giuocheranno insieme fianco a fianco, senza però intraprendere attività in comune, poi passeranno al gioco di imitazione e di finzione. A questo livello di giuoco, il bambino si sottomette al gruppo come insieme, senza dare troppa importanza ai singoli elementi del gruppo, considerati solo utili alla riuscita del giuoco, successivamente, compaiono i giuochi sociali, basati sulla vera cooperazione, su regole e divisione dei compiti, compaiono dunque i ruoli, dove gradualmente i singoli membri assumono il ruolo di persone reali. Quando si passeràalla scelta dei compagni del

13 gruppo, si avrà anche una certa regolarità, in una prima faso, sopo che il capo gruppo è stato designato, si sceglieranno i compagni o per ragioni affettive, o a caso, successivamente, la scelta avverrà inserendo nel proprio gruppo, i membri più validi, per assicurarsi i migliori giocatori. Infine in un ultima fase, i capi cominciano a ragionare su criteri di uguaglianza, e avverrà che i capi dei gruppi, si divideranno i migliori membri per far quadrare la bilancia. Arrivati alla soglia dell adolescienza, in tal modo i bambini possono definirsi socializzati. L importanza del giuoco ai fini della socializzazione e della formazione della personalità, è importantissima. DALL INTERESSE ALLA MOTIVAZIONE Cousinet, in una delle sue lezioni di pedagogia, precisa in quali condizioni e prospettiva, l ambiente possa considerarsi formativo. Afferma che non si può dire che un villaggio, una regione o un quartiere, costituiscano l ambiente naturale di un bambini che ci vive e nè che il suo sviluppo sia avvenuto grazie a questo ambiente. Il bambino cresce grazie ad elementi presi in prestito dall ambiente in cui vive, ma anche da altri ambienti, elementi forniti dal giuoco, dalla lettura, dalla finzione etc. Cousinet afferma che non esistono oggetti interessanti, ma oggetti che corrispondono a degli interessi, di cui il bambino solo sperimentandone il valore, attraverso un ruolo sociale attivo, può coglierne l importanza. Il bambino si sperimenta come individuo, all interno di un gruppo, come membro, assume un atteggiamento attivo, nel superamento delle possibili anomalie della vita del gruppo. Sempre presente il tema della libertà, intesa come metodo, come cultura e come apprendimento. Quando un ragazzo si sente annoiato o fa delle sciocchezze, avviene o perchè la sua attività è stata disturbata da un adulto o perchè la sua attività si esplica nel vuoto. Anche la nozione di interesse di ispirazione dewenyana, tende ad essere sostituita da quella di bisogno. Cousinet osserva che il significato d interesse, risiede tutto in ciò a cui tende, nelle esperienze nuove e nei poteri nuovi che crea. Le abitudini e gli impulsi dei ragazzi, devono essere interpretati, compito dell educatore è quello di vedere in questi interessi delle funzioni che hanno delle possibilità e portano ad uno scopo ideale. Anche Freinet, si trova concorde con tali affermazioni, e come Cousinet, anch ègli ricorre alla motivazione, per definire la qualità dell azione didattica ed educativa. I BISOGNI Cousinet stila una serie di bisogni che risiedono all interno dell individuo in crescita: bisogno di crescere, di libertà, di sicurezza, bisogni strettamente legati l uno all altro, seguono il bisogno di socializzazione, di fiducia in se stessi, di apprendimento ecc, ed altri bisogni che una psicologia attenta potrà far conoscere poichè ancora sconosciuti. Il bisogno di crescere risiede proprio nel ragazzo, che appunto lo circoscrive come tale e lo differenzia dall adulto, questo tipo di bisogno si evolve con l età, coinvolgendo via via tutta la personalità dell individuo che energicamente chiede di potersi esercitare nella scoperta. Insieme a questa evoluzione, vi è il bisogno di sicurezza, sicurezza per la sua crescita, che non sia intralciata ne guastata e che potrà avvenire in libertà. Libertà e sicurezza vanno di pari passo: il ragazzo si sente libero perchè sicuro, e si sente sicuro perchè è libero. Cousinet fa sempre riferimento a Rousseau, quando parla di bisogni, concorda infatti con lui nella distinzione tra bisogni veri e reali, e bisogni fantastici, asserendo anche l intolleranza verso i moderni mezzi di comunicazione, come strumenti possibili di uso didattico e creativo, come ad esempio il cinema o la radio o la stampa, che da informazioni frammetarie e slegate. Tutta l importanza della teoria dei bisogni di Cousinet si esplica in sede educativo didattica. In primo luogo si deve considerare, come obbedendo al naturale bisogno di socializzazione, si possano osservare effetti positivi, sul piano morale ed intellettuale. Soddisfare questo bisogno, significa favorire implicitamente, sia la cosiddetta socializzazione gnoseologica, che il formarsi di una morale naturale. Quel che invece suggerisce l ambiente scolastico tradizionale è una riflessione solo teorica e logica, sui comportamenti, che snatura il concetto stesso di moralità che di per sè implica un agire pratico. Quando ad un ragazzo si impongono delle regole, è osservabile come questo assuma un carattere negativo e limitativo per le sue scelte decisionali. Gli unici spazi in cui l insegnante potrebbe vedere il bambino muoversi in libertà è la ricreazione, ma l insegnante non se Il problema della autonomia eteronomia, è stato più volte preso in considerazione dai molti interpreti del pensiero di Cousinet. Uno in particolar modo va ricordato, Broccolini, che afferma che in tale ambito Cousinet cadrebbe in un grosso equivoco, nato dal fatto che, stando alle affermazioni

14 di Cousinet, il ragazzo dovrebbe essere posto in una situazione di totale libertà, e tuttavia l educatore, deve comunque conservare la propria autorità morale ossia l elemento dominante dell eteronomia. Per Cousinet il ragazzo deve dipendere, non obbedire e l adulto deve essere costante, deve garantire sicurezza in quanto egli rappresenta sempre l autorità e la leggittimità della stessa legge morale, l insegnante deve comunque accettare il dato di fatto secondo cui l educazione non è affar suo ma del ragazzo, il suo ruolo è quello di osservaree modificare l ambiente a favore del ragazzo e del suo sviluppo, è importante che sia discreto, in tutte le sue manifestazioni, specialmente in quella del linguaggio, importante canale di intrusione del mondo adulto, egli non critica, non giudica nè desidera, ma osserva lo sviluppo. Il maestro, deve in primo luogo amare l infanzia e non i bambini con l aspirazione a farli divenire quanto prima possibile adulti e quindi totalmente diversi di quel che in realtà sono. La prima qualità del maestro deve essere quella di saper convivere con il dissimile. Un altra caratteristica fondamentale, che deve possedere il maestro è la capacità di riconoscere dei limiti per il proprio sapere, espresso attraverso il pensare e l agire, finalizzati al riconoscimento dei bisogni del ragazzo e alla soddisfazione di tali bisogni. Ma fare la classe, non è un compito esclusivamente riguardante il maestro, le interrogazioni, le lezioni gli esercizi sono pratiche che servono solo a sottolineare l atteggiamento del sapiente nei confronti dell ignorante, atteggiamenti gratificanti per il maestro, ma fondamentalmente inutili, sono invece gli allievi che devono fare la classe, dove l unico protagonista della crescita è l apprendimento, dove l insegnante deve smetterla di centellinare il sapere come chissa quale bene preziosa da custodire gelosamente. CAPITOLO SETTIMO: IL METODO IN AZIONE: ATTIVITA, APPRENDIMENTO, CONOSCENZE PREPARARE L AMBIENTE Preparare l ambiente, comporta innanzituttoi offrire opportunità e mettere a disposizione strumenti, affinchè il fanciullo possa liberamente esprimere le proprie tendenze e riconoscere i suoi bisogni. In età scolare, il ragazzo manifesta il bisogno di formare con i compagni un gruppo di lavoro. Intorno ai 9 anni, il bambino prende coscienza dei due fondamentali motori dell ambiente che lo circonda, ossia le cose in movimento ed i compagni, comincia a cogliere la vera funzione del linguaggio come comunicazione di pensieri individuali, imparando ad esprimersi con precisione, ad ascoltare, comprendere e cercare di essere compreso. L APPRENDIMENTO COME LIBERA RICERCA Per Cousinet, l apprendimento è vera e propria cultura. La teoria viene dopo a giustificare la pratica, bisogna dunque distinguere l apprendimento da ciò che gli assomiglia, infatti, non si può dire ad esempio che un bambino apprenda a camminare, perchè l atto del camminare, appare in contemporanea al suo bisogno. L apprendimento è necessario, tutte le volte che un bisogno appare senza essere munito dei mezzi interiori che ne permettano l appagamento., in realtà compare un nuovo bisogno naturale. L educazione secondo Cousinet, è nata con la specie umana, la natura dell apprendimento e dunque della cultura, è di essere ricerca personale, dove l uomo è in grado di costruire. E l allievo che va coltivato e non la materia o la disciplina. Alla fine degli anni 30, Cousinet sperimenta personalmente, con il proprio figlio un itinerario di formazione, ben lontano dai canoni tradizionali del modello scolastico. Il piccolo Pietro, ritarda il suo ingresso a scuola, e vive in casa fino all età di 9 anni. La sua casa dispone di un giardino e poco distante c è anche l oceano, vi sono libri, musica e piante. In tale contesto, gradualmente il bambino, mostra il suo interesse verso la natura, le piante i piccoli animali del suolo come lumache vermicelli, animali acquatici e animali d aria, come farfalle e insetti vari. Impara a leggere e sfoglia in libertà i libri cercando di afferrarne i contenuti, comincia con le illustrazioni e progressivamente a leggere le didascalie fino al testo. Cousinet precisa che per un anno, il lavoro del figlio, è stato di natura scientifica, alla ricerca di documentazioni. Dopo poco, comincia ad interessarsi alla storia. Osservando il figlio, Cousinet, conferma le sue convinzioni, secondo cui il bambino può apprendere solo per effetto della propria curiosità, per la presenza di un adulto disposto a rispondere ai suoi interrogativi. Tutto ciò che chiede Cousinet agli insegnanti è proprio questo. PRIMI TENTATIVI La prima esperienza, tentata in classe, risale al 1919, in veste di ispettore a Torcy le Grand Cousinet, conosce una giovane insegnante Wauthier, che in modo spontaneo, si serve di un metodo

15 di lavoro, improntato sul self government e sul lavoro per gruppi, e sarà proprio lei a stilare un primo rendiconto sull esperienza fatta. Dottrens, ha molte riserve sul metodo Cousinet, sperimentando lui stesso tale metodo, afferma che dovette cambiare la natura dei gruppi, arrivando ad accusare Cousinet, di essere troppo dogmatico e rigido. Freinet, non definisce il metodo Cousinet un vero metodo. Dal 42 al 45, il metodo del lavoro libero per gruppi, viene attuato nelle scuole medie e superiori in un colleggio, con ottimi risultati, fin quando nel 46 non verrà fondata La Source, scuola attiva sperimentale, con classi di scuola materna, elementare e secondaria. Cousinet afferma, che l unico procedimento esplicativo, ha luogo in virtù dell attività che il ragazzo svolge in collaborazione con altri di un gruppo, oppure per imitazione sul modello dell apprendistato artigianale. Nel primo caso, la spiegazione avviene in modo reciproco tra i vari membri del gruppo, nel secondo caso Cousinet descrive accuratamente, quel che il maestro deve fare nel corso dell apprendimento pratico sperimentale: il maestro esegue il lavoro davanti all allievo, col suo preciso modo di operare mostra tale lavoro, lo esegue lentamente enunciandone le forme e facendolo eseguire all allievo fa eseguire minuziosamente ai suoi allievi ogni singolo movimento, senza che essi compiano nessun movimento nuovo, se quello precedente non è stato fatto correttamente infine spiega, le ragioni dei suoi movimenti ed il posto che occupano nell attività. L imitazione, può assicurare una base sicura per i successivi apprendimenti, purchè venga distinta da atteggiamenti simili, ma diversi nella sostanza. *********LAVORO DI CONOSCENZA E LAVORO DI CREAZIONE******** Il vero sapere, non va posseduto, ma realizzato, è il sapere comunemente inteso, ad essere invece disorganico. Cousinet ribadisce, che uno dei più gravi difetti della nostra educazione intellettuale, è proprio la frammentarietà. Egli propone, per quanto riguarda l organizzazione del lavoro scolastico, che le materie cosiddette di insegnamento, si risolvano in libera attività, disinta in lavoro di creazione e lavoro di conoscenza. Il primo riguarda tutto l insieme di quelle materie artistiche, come la musica, la poesia, la scultura ecc. I bambini sono creatori, in modo naturale, mediante la creazione il bambino impara ad interagire in maniera costruttiva con l ambiente circostante, acquistando, attraverso la sperimentazione, sempre maggior sicurezza.e importante, che per le attività creative, il maestro metta a disposizione tutto il materiale necessario agli allievi, carta, matite, penne, colori, plastilina ecc. Il lavoro artistico, anche se in prevalenza è un lavoro individuale, spesso richiede la collaborazione di un gruppo, ed il maestro deve essere discreto nel rispettare la spontanietà e la libertà per le manifestazioni artistiche dell allievo. Assieme al lavoro di creazione, ha luogo il lavoro di conoscenza, ossia lo studio del reale tramite l analisi. Verso l età di 10 anni, il bambino comincia a distinguere la percezione dall azione, maturando le sue capacità di analisi. L attività di conoscenza comprende il lavoro storico, scientifico, aritmentico geografico ecc. E importante, per una proficua attività di conoscenza, la preparazione dell ambiente, l insegnante deve fornire le giuste attrezzature e i materiali adatti, come insetti, piante, animali imbalsamati, documenti storici, lavagne ecc. Si procederà tramite il lavoro di gruppo, dove ogni gruppo sceglierà il lavoro da fare. Ciascun gruppo avrà a disposizione un quaderno su cui verranno ricopiati i testi prima composti alla lavagna. In tal modo, gli alunni, lasciati liberi trovano il modo di esplicare la propria attività. L insegnante si limiterà ad avviare gli alunni al lavoro, fornendo loro il materiale utile, successivamente, saranno i ragazzi stessi a procurarsi altro materiale utile, per l andamento del loro lavoro. In tal modo gli alunni divengono individui impegnati in un lavoro, sono dei veri e propri apprendisti ed è proprio uno schema didattico vicino all apprendistato artigianale può essere definito il metodo proposto da Cousinet. Cousinet si ispira al principio del metodo naturale dell apprendimento che sorge come risposta ad un bisogno. Il fanciullo è autonomo nei bisogni e nella volontà, ma gli mancano i mezzi, e quindi deve essere messo in condizioni di servirsi degli strumenti idonei al suo sviluppo formativo. Questo è il sapere da punto di vista del ragazzo, il possesso degli strumenti atti a soddisfare i suoi bisogni reali. Cultura e metodo, per Cousinet si identificano. L intera prospettiva pedagogico didattica di Cousinet è decisamente la ricerca, in questo procedimento, confluiscono sia il suo metodo che il suo concetto di cultura.

16 CAPITOLO OTTAVO: L INSEGNAMENTO DELLA STORIA TRASFORMARE PER COSTRUIRE RELAZIONI Cousinet afferma che la storia, non è uno studio del passato in quanto tale, quel che studia la storia sono i fatti presenti, i documenti che essa può procurarsi. Allargare il raggio della storia, significa sfuggire alla degenerazione del nazionalismo per accedere ad un modello diverso di civilizzazione, con la meta civile e morale di educare alla solidarietà. In un suo articolo Febvre afferma che anche le emozioni non sono da considerare come semplici automatismi in reazione al mondo esterno, perchè costituiscono il rapporto tra gli uomini e tra la collettività, formando un sistema di stimoli interindividuali. Cousinet, ispirandosi agli storici di les annales, osserva che non è la memoria del passato che ci aiuta a comprendere il presente, ma viceversa la coscienza del presente che è indispensabile per comprendere il passato, in quanto l osservatore scopre nella lettura del passato, quelklo che egli vi porta. La storia è lo studio dell azione esercitata dal tempo sulle cose che sotto tale azione, soddisfanoi bisogni a cui esse corrispondono. LA RICERCA STORICA Il lavoro storico di Cousinet, dimostra che quando il bambino prende coscienza della corrispondenza tra una cosa ed un proprio bisogno naturale, desidera conoscere la storia, esiste una gradualità con cui i diversi bisogni si manifestano nel fanciullo. In una prima fase, il bambino si interessa agli oggetti relativi al bisogno d alloggio, come ad esempio l arredamento, il riscaldamento ecc., di vestirsi, di commercio, di istruirsi ovvero di tutto ciò che è proprio dell essere umano. In una seconda fase, comincia ad interessarsi di bisogni in relazione alle cose, come ad esempio l agricoltura, lo scambio, la fabbricazione delle merci ecc. Poi vi è una terza categoria di bisogni, quelli che interessano in particolar modo gli adolescenti, i bisogni sociali, come la politica, la giustizia, le invenzioni ecc. Lo studio della storia, mediante gli oggetti, deve avere una corrispondenza non fittizzia, quindi reale, l interesse deve precedere l informazione che deve soddisfarlo, esso non nasce da un informazione perchè è costituito dal desiderio di informazione.

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