Comune di Milano Direzione Centrale Famiglia Scuola e Politiche Sociali Settore Servizi all Infanzia CARTA DEI SERVIZI. Scuole dell infanzia

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Comune di Milano Direzione Centrale Famiglia Scuola e Politiche Sociali Settore Servizi all Infanzia CARTA DEI SERVIZI. Scuole dell infanzia"

Transcript

1 Comune di Milano Direzione Centrale Famiglia Scuola e Politiche Sociali CARTA DEI SERVIZI Scuole dell infanzia Dicembre 2010

2 Comune di Milano Famiglia Scuola e Politiche Sociali Assessore Mariolina Moioli Direttore Centrale Carmela Madaffari Direttore del Settore Servizi all Infanzia Aurelio Mancini Responsabile Ufficio Sistema Qualità, Innovazione e Sostegno alunni disabili Attilio Silipo pag. 2 di 62

3 INDICE Contenuti della Carta dei Servizi 4 7 Parte prima: coordinate pedagogiche 8 40 Parte seconda: coordinate organizzative e gestionali Parte terza: politiche per la qualità Allegato n. 1 Riferimenti normativi Allegato n. 2 Elenco delle scuole dell infanzia comunali (scaricabile sul sito: Allegato n. 3 Indirizzi utili pag. 3 di 62

4 1. Contenuti della Carta dei Servizi La Carta contiene: Principi di riferimento : è la parte in cui vengono descritti i principi di base a cui fanno riferimento i servizi Scuole dell infanzia. Progetto educativo-didattico : è la parte in cui viene descritto il progetto educativo offerto e previsto per i bambini. Partecipazione delle famiglie (è la parte in cui vengono descritte le modalità di presenza e di partecipazione dei genitori all interno dei servizi) e Impegni della famiglia (è la parte in cui vengono descritti gli impegni della famiglia dal momento in cui il bambino è iscritto e ammesso a frequentare i servizi). Definizione e organizzazione dei servizi (è la parte in cui vengono definiti i servizi e il loro funzionamento) e Iscrizioni, refezione scolastica. Osservazioni, reclami e ricorsi : è la parte in cui vengono descritte le modalità con le quali l utente può esporre e comunicare i propri suggerimenti, dissensi e/o rimostranze. Livelli e verifica della qualità : è la parte in cui vengono elencati e descritti sinteticamente i livelli di qualità che si intende garantire. In particolare nella Carta si trovano informazioni e indicazioni utili su: Principi di riferimento definizione, finalità e organizzazione del servizio progetto educativo programmazione didattica ambientamento organizzazione della giornata educativa allestimento degli spazi e materiali didattici tutela della salute e sicurezza pag. 4 di 62

5 attività educative e progetti di arricchimento dell offerta educativa gestione dei gruppi di bambini rapporti con le famiglie continuità educativa rapporto con il territorio verifica e valutazione dell attività educativa documentazione presenza di bambini disabili e/o in difficoltà partecipazione delle famiglie tutela e protezione dei dati personali sperimentazioni, innovazioni e servizi integrativi calendario e orari di funzionamento dei servizi accesso ai servizi e iscrizioni personale educativo e non frequenza, dimissioni dei bambini quota di contribuzione servizio di ristorazione salute e benessere impegni delle famiglie osservazioni, reclami, ricorsi livelli e verifica della qualità dei servizi erogati customer satisfaction La Carta è completata da alcuni allegati. - Allegato n. 1 Riferimenti alla normativa - Allegato n. 2 Elenco delle scuole dell infanzia comunali - Allegato n. 3 Indirizzi utili. La Carta dei Servizi è pubblicata sul sito web del Comune ed è diffusa attraverso le strutture che erogano i servizi. pag. 5 di 62

6 2. Perché la Carta dei Servizi La Carta si propone di far conoscere, nel modo il più possibile completo, il sistema cittadino dei servizi di scuola dell infanzia. La Carta si pone l obiettivo di delineare un quadro di riferimento teoricopedagogico e di enucleare standard di qualità uguali per tutti i servizi e declinati su tutti gli aspetti del funzionamento dei servizi comunali per l infanzia (Carta=linee guida). I nidi e le scuole dell infanzia sono servizi ormai consolidati e fortemente radicati nel tessuto sociale e nella cultura della città e continuano a svolgere la loro funzione che rimane insostituibile. Accanto ai servizi tradizionali sta affermandosi la necessità di trovare ulteriori risposte (da intendersi come complementari e integrative) attraverso l individuazione di forme flessibili e aperte che siano in grado di rispondere ad una pluralità di bisogni, come, ad esempio, le Sezioni Primavera e i Centri prima infanzia, proposte di più recente istituzione. Questi servizi, in un quadro di sistema complessivo rivolto all infanzia, arricchiscono significativamente la gamma degli interventi a sostegno della qualità della vita dei bambini e dei genitori. La Carta, raccogliendo gli orientamenti e i fondamentali elementi progettuali e organizzativi formalizzati e/o condivisi, assume la caratteristica di riferimento comune per tutti i servizi all infanzia e rappresenta un tentativo di superamento della frammentazione in direzione dell individuazione di linee guida unitarie e di elementi di trasversalità e di connessione tra i diversi servizi. La Carta ha inoltre l obiettivo di: - adottare regole comuni - individuare e divulgare gli indicatori e standard di qualità dei servizi offerti - porre in essere procedure di controllo per verificare gli standard. Va precisato che la Carta contiene i principi generali e i fattori, indicatori e standard di qualità per i processi ritenuti significativi per un servizio educativo in quanto non è possibile prevedere o tenere conto di tutti i casi particolari che si possono rappresentare. La cultura dei servizi per l infanzia costruita negli anni nella città di Milano garantisce una qualità educativa adeguata allo sviluppo evolutivo di ogni bambino, che non può essere né occasionale né frammentaria. pag. 6 di 62

7 Costruita nel tempo, scritta nelle pratiche educative, oltre che nelle affermazioni dei principi, costituisce la cornice di riferimento utile ad orientare il funzionamento del sistema dei servizi comunali. L attenzione alla qualità dei contesti educativi offerti ai bambini e l impegno a farla crescere ha costituito e continua a costituire uno dei principi di fondo che ispirano la progettualità pedagogica dei servizi e l organizzazione e la gestione che le consentono di prendere forma concreta e diventare parte rilevante della più generale qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie, nonché investimento per la crescita della città. pag. 7 di 62

8 Parte prima Coordinate pedagogiche pag. 8 di 62

9 1. Principi di riferimento Nel loro insieme e sinteticamente, i numerosi riferimenti normativi generali riferiti ai bambini dai 3 mesi ai 6 anni sui quali si basa questa Carta dei Servizi e la Carta dei Servizi dei Nidi d infanzia, affermano: l opportunità di offrire servizi educativi ai bambini per dare loro possibilità di crescita e sviluppo; l opportunità di offrire servizi educativi a sostegno del compito e dell impegno di cura ed educazione delle famiglie con bambini. Altri principi di riferimento sono: eguaglianza e l imparzialità nell erogazione del servizio: intese come garanzia di un uguale trattamento a tutti i bambini e alle loro famiglie, come opportunità di accesso e di fruizione dei servizi e come assicurazione di completa e costante conformità alle leggi ed ai regolamenti in ogni fase di erogazione del servizio. Particolare attenzione è riservata ai bambini che presentano esigenze specifiche (per situazioni di disabilità, di disagio, di difficoltà psicologiche o di adattamento), ricercando forme di cooperazione con i servizi sociali e sanitari per poter costruire interventi orientati a ridurre gli svantaggi e ad offrire a tutti pari opportunità di crescita; certezza dell erogazione del servizio: intesa come garanzia di continuità e costanza nel funzionamento dei servizi, che viene opportunamente programmato e costantemente verificato, nell ambito del calendario annuale di apertura, definito nel rispetto delle norme in materia, delle disposizioni dei contratti collettivi di lavoro, delle deliberazioni di Giunta/Consiglio comunale; collaborazione delle famiglie: intesa come risorsa da favorire attraverso una partecipazione fattiva e responsabile, secondo le modalità illustrate nella presente Carta dei Servizi; efficienza ed efficacia: intesa come impegno a lavorare costantemente in un ottica di miglioramento continuo e a operare scelte tese alla soddisfazione degli utenti e a garantire la massima semplificazione delle modalità di accesso al servizio, la competenza e la disponibilità degli operatori e, inoltre, assicurare condizioni di sicurezza e di igiene dei locali e una permanenza a scuola confortevole per i bambini e il personale; pag. 9 di 62

10 trasparenza: intesa come impegno a garantire la massima informazione ai cittadini ed agli utenti dei servizi, ad assicurare equità e correttezza nell azione amministrativa, a garantire l accesso agli atti nel pieno rispetto delle disposizioni previste dalle norme in materia. Va ricordato che nell organizzazione, nella gestione e nel funzionamento delle Scuole dell infanzia, si fa soprattutto riferimento alle normative nazionali vigenti e alle disposizioni del Comune di Milano. La Carta dei Servizi rappresenta uno strumento dinamico che potrà evolvere nel tempo in coerenza con l orientamento dell Amministrazione Comunale a migliorare costantemente la qualità dei servizi offerti, attraverso anche un adeguato coinvolgimento delle famiglie e degli operatori educativi. 2. Definizione e organizzazione del Servizio Scuola dell Infanzia 2.1. Definizione La scuola dell infanzia rappresenta un momento fondamentale per lo sviluppo di identità, autonomia e competenze dei bambini. E un servizio gratuito che accoglie i bambini dai 3 ai 6 anni residenti nel Comune di Milano, con la possibilità, in conformità con le norme vigenti, di anticipare l accesso. La scuola dell infanzia collabora con il nido d infanzia e con la scuola primaria. Le scuole dell infanzia mantengono con gli altri servizi educativi e con i servizi sociali e sanitari presenti sul territorio continui rapporti di collaborazione. La scuola dell infanzia è il luogo privilegiato, assieme alla famiglia, delle relazioni, dell esperienza, della costruzione della conoscenza e della crescita emotiva e dell identità, della conquista di una progressiva autonomia da parte dei bambini. Essa assicura la programmazione e l organizzazione di attività educative, all interno di un progetto che tiene conto delle esigenze pag. 10 di 62

11 specifiche dei bambini per età, provenienza, appartenenza culturale, condizioni personali, in funzione anche del futuro inserimento nella scuola primaria, senza anticipare contenuti e metodi propri della scuola di livello successivo Finalità In base ai principi della Costituzione Italiana (articoli ) e della Convenzione sui diritti del bambino (approvata con legge 176/1991), le scuole dell infanzia si impegnano a considerare e a riconoscere i bambini come persone soggetti di diritti individuali, sociali, civili. I bambini sono portatori di proprie culture e partecipano alla costruzione della loro autonomia, identità, competenze in interazione e relazione con gli adulti, i coetanei, il mondo circostante. La scuola riconosce a tutti i bambini, senza alcuna distinzione, i diritti fondamentali tra i quali l uguaglianza, la libera espressione, il gioco e il rispetto personale e opera per garantirli. Inoltre, si impegna a favorire le condizioni affinché tutte le potenzialità di cui ogni bambino è dotato trovino l opportunità di esprimersi ed espandersi in un clima di affetto e in un ambiente educativo che risponda al suo desiderio e bisogno di apprendere. L art. 1 del decreto legislativo 59/2004 (finalità della scuola dell infanzia) così si esprime: La scuola dell infanzia, non obbligatoria e di durata triennale, concorre all educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, e ad assicurare un effettiva eguaglianza delle opportunità educative; nel rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori, contribuisce alla formazione integrale delle bambine e dei bambini e, nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica, realizza il profilo educativo e la continuità educativa con il complesso dei servizi all infanzia e con la scuola primaria. Art. 3. Al fine del conseguimento degli obiettivi formativi, i docenti curano la personalizzazione delle attività educative, attraverso la relazione con la famiglia in continuità con il primario contesto affettivo e di vita delle bambine e dei bambini. Nell esercizio dell autonomia delle istituzioni scolastiche sono attuate opportune forme di coordinamento pag. 11 di 62

12 didattico, anche per assicurare il raccordo in continuità con il complesso dei servizi all infanzia e con la scuola primaria. In linea con quanto indicato dalla norma, le finalità della scuola dell Infanzia sono: 1. Lo sviluppo delle bambine e dei bambini: è perseguito offrendo loro un contesto di cura e di formazione nella prospettiva della crescita e dello sviluppo delle loro potenzialità affettive, sociali e cognitive, con particolare attenzione alle eventuali situazioni di svantaggio socio-culturale e/o di disabilità. La scuola si propone come contesto di relazione, di cura, di apprendimento. L apprendimento avviene attraverso l esperienza, l esplorazione, i rapporti tra i bambini, con la natura, gli oggetti, l arte, il territorio e le sue tradizioni, attraverso la rielaborazione individuale e collettiva delle esperienze e attraverso il gioco (dalle Indicazioni per il curricolo, Ministero Pubblica Istruzione, 2007). 2. Il sostegno al ruolo genitoriale; è perseguito dando alle famiglie sia la possibilità di un luogo per la cura dei figli in un contesto esterno a quello familiare e caratterizzato da una specifica competenza tecnica e professionale, sia la possibilità di avere un luogo di scambio e confronto con tutti gli operatori e con gli altri genitori. Le scuole dell infanzia del Comune di Milano garantiscono: - tempi e modalità di inserimento nell ambito di un percorso costruito a partire dai bisogni dei bambini; - attività che si fondano su Linee guida di riferimento per tutti i servizi all infanzia comunali e su un progetto e una programmazione didattica, partecipati e condivisi; - attività che tengano conto delle situazioni di disagio, di difficoltà, di disabilità; - attività che tengano conto delle diverse identità culturali (nei servizi all infanzia comunali sono presenti bambini di 145 diverse nazionalità); - la valorizzazione nell esperienza educativa dei momenti quotidiani quali il pranzo, il sonno e il riposo, l igiene e la cura di sé; - tempi e modi adeguati per rispettare i bambini; pag. 12 di 62

13 - attenzione ai momenti della separazione e del ricongiungimento (accoglienza e congedo); - un informazione alle famiglie, precisa e puntuale, sulle attività educative offerte, sull esperienza quotidiana e sulle conquiste dei bambini; - occasioni che promuovano le relazioni e gli scambi tra operatori e famiglie. 3. Progetto educativo e didattico 3.1.) Tutti i servizi per l infanzia operano sulla base di un progetto educativo. Sulla base delle Indicazioni ministeriali, le scuole dell infanzia milanesi presentano i medesimi standard di qualità e si ispirano alle linee guida presenti nella Carta dei Servizi e fornite dalla Direzione dei Servizi all Infanzia, in un quadro di continua ricerca, revisione e aggiornamento. 3.2) Orientamenti nazionali. Le linee generali dei Progetti si ispirano agli Orientamenti delle attività educative per la scuola materna (decreto ministeriale del 3 giugno 1991), alle Indicazioni nazionali per i piani personalizzati delle attività educative nella scuola dell infanzia (allegato al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, Definizione delle norme generali relative alla scuola dell infanzia e al primo ciclo dell istruzione, a norma dell art. 1 della legge 53/2003) e alle Indicazioni per il curricolo emanate dal Ministero Pubblica Istruzione nel settembre In relazione alle finalità della scuola dell infanzia e in coerenza con le Indicazioni del Ministero, la scuola dell infanzia si caratterizza per un approccio globale e organizza l ambiente di apprendimento in cinque campi di esperienza - il sé e l altro (le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme) - il corpo e il movimento (identità, autonomia, salute) - linguaggi, creatività, espressione (gestualità, arte, musica, multimedialità) - i discorsi e le parole (comunicazione, lingua, cultura) - la conoscenza del mondo (ordine, misura, spazio, tempo, natura). pag. 13 di 62

14 La scuola dell infanzia è aperta all esterno ed interagisce con tutto il mondo esterno, Sue specificità sono: - non è obbligatoria ma è frequentata dalla quasi totalità dei bambini - è inserita nel sistema scolastico - è centrata sul bambino che ne è il vero protagonista - è una scuola affettiva, con il gioco come grande mediatore, e contemporaneamente con finalità di sviluppo e apprendimento - è caratterizzata da intenzionalità e programmazione degli interventi educativi e didattici. Si richiamano, per il loro valore generale, alcune indicazioni tratte dal decreto ministeriale 3 giugno 1991, Orientamenti per la scuola materna. L approccio intenzionale e programmatico alle finalità e allo sviluppo dei campi di esperienza propri della scuola materna richiede una organizzazione didattica intesa come predisposizione di un accogliente e motivante ambiente di vita, di relazioni e di apprendimenti che, escludendo impostazioni precocemente disciplinaristiche e trasmissive, fornisca una pratica basata sull articolazione di attività, sia strutturate che libere, differenziate, progressive e mediate. In particolare la scuola dell infanzia riconosce come suoi connotati essenziali: - la valorizzazione del gioco - l esplorazione e la ricerca - la vita di relazione - la mediazione didattica - l osservazione, la progettazione, la verifica - la documentazione e, per ciò che concerne gli aspetti organizzativi: - l organizzazione della sezione - le attività ricorrenti di vita quotidiana - la strutturazione degli spazi - la scansione dei tempi. 3.3) Le esperienze. Le esperienze educative che si realizzano nelle scuole hanno origine dalla ricerca costante e dall approfondimento dei temi che riguardano: - la storia personale e sociale dei bambini pag. 14 di 62

15 - le pratiche di vita quotidiana - gli oggetti e i fenomeni del mondo naturale, fisico, artificiale - il mondo delle emozioni e quello dell immaginario - l espressione e la comunicazione linguistica - l insieme delle esperienze corporee, drammatico-teatrali, musicali. L educatore aiuta il bambino a tenere insieme e dare significato alle esperienze vissute nella scuola; i bambini così imparano ad avere fiducia in sé e negli altri, a realizzare attività, a provare piacere nel fare da sé e saper chiedere aiuto, ad esprimere e riconoscere con diversi linguaggi i sentimenti e le emozioni, ad esplorare la realtà e comprendere le regole quotidiane, ad assumere comportamenti sempre più responsabili. 3.4.) La conoscenza e valorizzazione di ciascun bambino Pur facendo riferimento ad orientamenti generali comuni, il piano educativo è personalizzato su ciascun bambino. Alla base di tale personalizzazione vi è la conoscenza e la valorizzazione delle risorse personali del bambino, dei suoi desideri, delle sue esperienze passate ed attuali, della sua modalità di affrontare la conoscenza del mondo e delle persone. Il progetto educativo e la programmazione didattica, pur realizzandosi in un contesto di vita collettivo (la sezione e la scuola), rispettano i tempi e le modalità di sperimentazione e apprendimento e i bisogni specifici di ogni bambino, in relazione alla sua storia e alle sue caratteristiche personali. La presenza nelle scuole di molti bambini che provengono da altri Paesi rappresenta una risorsa per favorire il dialogo, il rispetto reciproco e il senso di sé e della propria identità personale e sociale. La scuola si impegna alla migliore accoglienza nei confronti dei bambini immigrati. La conoscenza e la valorizzazione di culture, comportamenti, tradizioni, religioni, modi di vivere diversi sono risorse che concorrono alla formazione dei cittadini di domani (interculturalità quale momento strutturale dell impianto educativo). 3.5) Caratteristiche del progetto educativo Il progetto educativo indica i presupposti pedagogici di riferimento e l insieme dei criteri educativi e organizzativi da seguire nell impostazione dell attività educativa. Esso prevede: - l identificazione di obiettivi pag. 15 di 62

16 - la programmazione dei percorsi educativi e degli aspetti organizzativi necessari al raggiungimento degli obiettivi - l osservazione e la documentazione dei processi di socializzazione e di apprendimento dei bambini - la verifica dei risultati. Il progetto educativo prevede la considerazione dei seguenti punti: - finalità e obiettivi e prospettive metodologiche - inserimento/ambientamento - rapporti con i genitori - spazi e materiali e strumenti didattici - tempi e ritmi della giornata educativa - interazione tra pari - strumenti di monitoraggio e valutazione. Il lavoro in equipe tra il personale educativo finalizzato all attività di progettazione rappresenta un processo necessario. Il progetto educativo e la programmazione didattica elaborati rappresentano la necessaria cornice entro la quale dare un senso alle azioni e proposte educative ed è inteso come strumento orientativo, disponibile a subire gli adattamenti, integrazioni o riduzioni che l esperienza dei bambini e del personale educativo suggerirà di apportare. Un fattore essenziale della qualità educativa e professionale della scuola dell infanzia è costituito dalla dimensione organizzativa. Spazi, tempi, orari, forme e tipi di aggregazione, numero dei bambini, organico del personale, arredi, sussidi, servizi di supporto, modalità di funzionamento della giornata e della settimana, rapporti con l ambiente esterno,, rappresentano il contesto di riferimento principale della scuola dell infanzia. Il Progetto Educativo è messo a disposizione delle famiglie. 3.6) Insegnamento della religione cattolica. E rivolto ai bambini i cui genitori ne sottoscrivono l adesione annualmente; è affidato, secondo le norme vigenti, ad insegnanti in possesso di titolo specifico. Per i bambini i cui genitori non aderiscono a questa scelta è previsto lo svolgimento di attività didattiche alternative. In coerenza con i criteri di formulazione del progetto educativo e con le norme vigenti e nel rispetto della libertà di scelta e della libertà di pag. 16 di 62

17 coscienza e delle responsabilità dei genitori, l insegnamento della religione si può configurare assecondando la naturale curiosità esplorativa del bambino anche con riferimento a fasi temporali, storiche e culturali quali il Natale, l Epifania, la Pasqua, per rispettare il modo di conoscere dei bambini e per offrire situazioni motivanti perché ricche di senso. 3.7) Progettazione delle attività Il progetto educativo e la programmazione didattica vengono redatti collegialmente. Il Collegio degli educatori di fine anno scolastico procede con la verifica e valutazione del progetto in vigore, al fine di individuare tutti i problemi emersi e proporre azioni necessarie.: - il responsabile attribuisce in sede collegiale a singole o a gruppi di educatrici il compito di redigere una proposta - gli ambiti prioritariamente affrontati sono: inserimenti; giornata educativa; allestimento spazi e scelta di materiali; attività educative finalizzate in relazione all età, ai percorsi educativi, all organizzazione dei gruppi di bambini, nonché con riferimento ai bambini in situazione di disagio o di disabilità; rapporti con le famiglie; continuità educativa; rapporti con il territorio; verifiche e strumenti di valutazione. Dopo la redazione da parte degli educatori, il Collegio verifica la stesura del nuovo progetto e declina la programmazione didattica/piani operativi comuni e/o di sezione. Le verifiche di avanzamento delle attività avvengono periodicamente in occasione di collegi e/o delle riunioni di sezione/intersezione. (Nota. Gli standard elencati a partire dal quadro seguente rappresentano gli standard di funzionamento essenziali, in conformità a quanto previsto o dalla normativa vigente o dalle determinazioni/scelte dell Amministrazione Comunale). pag. 17 di 62

18 FATTORI di QUALITA INDICATORI di QUALITA STANDARD Presenza del progetto educativo Riferimento a linee guida Condivisione del progetto tra le educatrici Elaborazione/aggiornamento annuale e rielaborazione e verifica entro il mese di ottobre di ogni anno scolastico Personalizzazione educativa e valorizzazione dell'identità del bambino Monitoraggio e aggiornamento Stabilità delle figure educative (salvo situazioni regolate dalla norma, necessità e cambiamenti organizzativi) Esistenza di testo in formato cartaceo 2 incontri collegiali per la stesura del progetto educativo Elementi di attenzione: fasce di età dei bambini; analisi competenze e bisogni dei bambini; analisi loro contesto di vita; personalizzazione delle proposte educative. Un incontro di verifica in itinere Un incontro di verifica finale entro il mese di maggio di ogni anno scolastico Esiste gruppo educativo di riferimento stabile per sezione e/o struttura durante il percorso educativo In corso d anno si prefigura il cambio delle figure educative solo in caso di necessità pag. 18 di 62

19 La scuola ha rapporti stabili con la famiglia Il progetto educativo è a conoscenza dei genitori, viene presentato nelle prime riunioni dell anno da parte del personale educativo Messa a disposizione dei documenti cartacei del progetto e della programmazione didattica (anche in forma di sintesi) e/o comunicazione alle famiglie in incontri collettivi (almeno un incontro di sezione) 3.8) Programmazione didattica - POF-Piano dell offerta formativa Il Progetto Educativo si concretizza attraverso la programmazione didattica. La didattica riguarda le modalità con le quali attivare e sostenere i processi di crescita e apprendimento dei bambini: con la programmazione didattica gli educatori individuano le specifiche attività che intendono sviluppare nel corso dell anno scolastico presso la propria scuola. Il P.O.F., previsto dal dpr 8 marzo 1999, n. 275 sull autonomia scolastica, è il documento attraverso il quale ogni scuola presenta il proprio piano educativo e organizzativo (Il Piano è il documento fondamentale costitutivo dell identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell ambito della loro autonomia, art. 3). La programmazione didattica viene elaborata entro il mese di ottobre di ogni anno scolastico in base ai bambini presenti e alla formazione dei gruppi sezione. La programmazione didattica della sezione o della scuola si configura come dinamica, flessibile ed è oggetto di verifica periodica da parte del Collegio in presenza del responsabile della scuola. Il progetto educativo e la programmazione didattica hanno un duplice scopo: - verso l esterno: è un importante informazione (per i genitori, le altre scuole, ) su ciò che si intende realizzare nel corso pag. 19 di 62

20 dell anno; è una dichiarazione delle proprie intenzioni e delle proprie scelte educative; - verso l interno: definisce il quadro organico e coerente degli obiettivi da realizzare con i bambini. La programmazione si costruisce a partire da una situazione specifica data e non generica, va riferita al raggiungimento di specifici traguardi formativi individuati sulla base dell osservazione dei bambini che si hanno di fronte e delinea le specifiche attività che si ritiene di attivare nell anno/i scolastico/i di riferimento. Fasi della programmazione sono: - individuazione delle esigenze e della situazione di partenza dei bambini; - organizzazione delle attività - individuazione dei metodi, materiali, sussidi - verifiche del percorso didattico. La programmazione didattica è messa a disposizione delle famiglie. Le scuole, inoltre, ampliano e potenziano l offerta educativa con progetti specifici, che possono essere comuni a tutte o a parte delle scuole dell infanzia comunali oppure essere sperimentali e avviati per temi o aree territoriali e riguardare solo alcune sedi. A titolo esemplificativo si citano: - approccio alla lingua inglese per i bambini di 5 anni, attraverso laboratori condotti da educatori o docenti esperti opportunamente formati alla relazione con i piccoli utenti; ai laboratori partecipano le educatrici che, formate attraverso corsi di formazione linguistica previsti dall Amministrazione, possono essere coinvolte sempre più attivamente estendendo progressivamente la pratica dell approccio costante alla lingua straniera anche per i bambini di età inferiore e all interno dei normali ritmi della giornata educativa; - educazione alimentare, con l obiettivo di promuovere il corretto consumo di alimenti protettivi per la salute già in età infantile, con un coinvolgimento delle famiglie e l introduzione di sane abitudini alimentari nella collettività; - sensibilizzazione alla musica e all ascolto, attraverso il gioco e l accostamento agli strumenti musicali per realizzare una precoce vicinanza alla musica; - educazione alla salute; pag. 20 di 62

21 - progetti di conoscenza del quartiere, con la finalità di offrire ai bambini la possibilità di esplorare, conoscere e vivere la propria città; - altri progetti ancora tra i quali scuola natura, educazione stradale, FATTORI di QUALITA' INDICATORI di QUALITA STANDARD Il progetto educativo è articolato in una programmazione didattica (piano dell offerta formativa) e in progetti specifici La programmazione è riferita alle diverse aree di sviluppo affettivo, sociale, corporeo, espressivo, cognitivo e comunicativo dei bambini e alle diverse età dei bambini Coerenza fra progetto educativo e programmazione didattica. Messa a disposizione dei documenti programmatori Stesura e approvazione dal Collegio entro il mese di ottobre di ogni anno scolastico La programmazione didattica e i progetti specifici sono soggetti a verifica Aggiornamento monitoraggio periodici e 2 incontri collegiali e di sezione per la formulazione della programmazione iniziale 2 incontri in itinere (collegiale e di sezione) Un incontro collegiale per la verifica finale, con redazione di una relazione scritta entro il mese di maggio di ogni anno scolastico 4) Elementi della programmazione Il Progetto Educativo e la programmazione didattica comprendono vari punti. pag. 21 di 62

22 4.1) l'ambientamento (o inserimento), che prevede uno specifico percorso di ambientamento per i bambini, con la presenza, al loro fianco, di un familiare/figura di riferimento. Gli inserimenti dei nuovi iscritti vengono concordati tra la famiglia e il Responsabile del servizio d infanzia. Il periodo di inserimento è considerato parte integrante del servizio. Il periodo dell inserimento del bambino è un periodo di impegno per tutti: per la famiglia che lascia il bambino e per la scuola che lo accoglie; è pertanto un periodo in cui la collaborazione tra scuola e famiglia è particolarmente rilevante e significativa. Le caratteristiche costanti dell inserimento sono rappresentate da: - gradualità per ciò che concerne i tempi dell inserimento del bambino - continuità tra le risposte della famiglia e quelle della scuola nei confronti delle esigenze del bambino. La scuola si attrezza, con tempi e/o spazi differenziati, al fine di rispondere alle esigenze individuali e di gruppo con flessibilità, fino al raggiungimento di un sereno ambientamento. Il percorso di inserimento prevede anche l accoglienza dei genitori, mettendo in atto strategie di comunicazione che facilitino la conoscenza del bambino e dell istituzione in cui il bambino è ammesso. FATTORI di QUALITA' La scuola prevede un percorso specifico per l inserimento/ambientamento INDICATORI di QUALITA Il percorso è personalizzato, nell ambito di un periodo determinato, ai tempi di ogni bambino Il percorso prevede momenti di incontro STANDARD Stesura di un progetto specifico (anche all interno del Piano dell offerta formativa) per gli inserimenti Stesura calendari inserimenti dei pag. 22 di 62

23 con i genitori dei bambini bambini e comunicazione ai genitori prima dell inizio dell anno scolastico Riunione e colloqui fra educatrici e genitori prima di iniziare gli ambientamenti Periodo di ambientamento del bambino nella scuola con la presenza di un genitore o figura di riferimento significativa Durante il periodo di inserimento, momenti di incontro tra genitori e educatori Colloqui/riunioni di verifica finali 4.2) l organizzazione della giornata educativa. Il significato della giornata educativa (scansione della giornata in una successione ordinata e pensata di tempi e di modalità diversificate di intervento educativo) è quello di accogliere, valorizzare e dare senso alle molteplici attività del bambino. L organizzazione del tempo all interno dei servizi è legata al progetto educativo e didattico che scandisce la giornata, contiene la successione organizzata delle esperienze e prevede interventi flessibili per accogliere le esigenze di tutti i bambini. All inizio dell anno è pag. 23 di 62

24 importante calendarizzare le attività annuali in relazione agli obiettivi che si intendono perseguire. L organizzazione della giornata tiene conto delle esigenze specifiche del gruppo dei bambini (in rapporto all età, al periodo dell anno, ) ed è scandita dalla successione regolare di alcune routine che favoriscono il senso di sicurezza e di appartenenza. Particolare valore hanno anche i momenti di accoglienza e del commiato che sono parte integrante della giornata educativa. FATTORI di QUALITA INDICATORI di QUALITA STANDARD La giornata educativa promuove esperienze differenziate e attività educative finalizzate Indicazione di obiettivi educativi e di crescita specifici, in riferimento a grande gruppo, medio e piccolo gruppo e al singolo bambino (nota metodologica: aspetti da considerare: momenti di cura e di quotidianità attività ed esperienze educative, collettive e individuali, rituali di accoglienza e commiato aspetti affettivi/ relazionali e cognitivi ) Comunicazione alle famiglie Presenza di un piano di attività specifico (anche all interno del Piano dell offerta formativa) per tutto l arco orario di apertura della scuola, scritto ed esposto Premesso che la permanenza del bambino nel servizio d infanzia è da considerarsi a tutti gli effetti tempo educativo, si riporta di seguito il modello di giornata tipo nelle scuole dell infanzia: - dalle ore 7,30/8 alle 9 accoglienza e giochi - ore 9-11,30: svolgimento delle attività didattiche programmate negli spazi predisposti - 11,30-12,30/13: uso servizi igienici, preparazione per il pasto, consumazione del pasto con le proprie educatrici di riferimento ,45/16: attività di gioco, riposo (quando necessario), attività didattiche e di laboratorio - 16/16,30-18: attività educative pomeridiane e di gioco. pag. 24 di 62

25 4.3) l allestimento degli spazi e la scelta dei materiali didattici: organizzazione degli spazi e di materiali diversificati per rispondere ai bisogni dei diversi bambini e alla tipologia delle attività educative. Vivere una parte della propria giornata in una scuola assume una serie di significati che nei servizi all infanzia sono rappresentati: - dalle sezioni che sono i luoghi principali di appartenenza, degli affetti, delle relazioni; esse sono luoghi di incontri, di scambi, di relazione con gli altri bambini e gli educatori; - dagli spazi esterni alla sezione (il salone, il laboratorio, il giardino, il quartiere, la città, ), dove il bambino si mette in gioco, prova il noto, il nuovo e il diverso, facendo emergere ed evolvere le proprie possibilità e potenzialità di apprendimento e di crescita. La sezione è strutturata in zone diversamente attrezzate. I materiali sono di norma a disposizione dei bambini, in modo che li possano utilizzare autonomamente, con la cura di evitare che l eccessiva presenza di stimoli e di opportunità disorienti ed ostacoli l auto-organizzazione dei bambini nel gioco. Un attenzione particolare è dedicata alla cura ed al rispetto degli arredi e dei materiali da parte dei bambini stessi ed al loro impegno nelle operazioni di riordino. Oltre alla sezione, i bambini fruiscono di spazi comuni a tutte le sezioni, sia interni che esterni, per aumentare le possibilità espressive e di incontro sociale. L allestimento degli spazi e la scelta dei materiali didattici rivestono un aspetto importante nell organizzazione della giornata educativa e derivano da precise scelte pedagogiche e da ipotesi favorenti l approccio del bambino ad un ambiente ricco di esperienze. All interno di questo ambiente suddiviso in molteplici proposte educative il bambino si muove, si organizza, sperimenta, conosce, impara insieme con i suoi compagni e con le educatrici. Gli arredi e i materiali sono a misura di bambino e rispettano i criteri ergonomici propri delle fasce di età. Nelle scuole sono previsti sussidi e materiali didattici finalizzati ai bisogni dei bambini. pag. 25 di 62

26 4.4) Tutela della salute e sicurezza Norma di riferimento è il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, Attuazione dell articolo 1 della legge 123/2007 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. L Amministrazione comunale garantisce la funzionalità e la sicurezza di attrezzature, impianti, arredi, prevedendo interventi di manutenzione e riparazione ed effettuando, nel caso di acquisti, attente analisi di mercato. Il personale docente ed ausiliario, nonché i responsabili ed il personale amministrativo controllano costantemente l'efficienza del servizio, segnalando attraverso apposite procedure le richieste di intervento agli Uffici/Settori preposti. La sicurezza interna ed esterna delle scuole viene assicurata dall Amministrazione Comunale tramite i suoi Settori/uffici attraverso: la disinfestazione dei locali; l'adeguamento degli impianti alle norme; la manutenzione periodica degli estintori; la predisposizione di uscite di sicurezza; la pulizia periodica delle zone esterne; la manutenzione dei locali. In tutti i plessi scolastici sono presenti i Documenti di valutazione dei rischi e i Piani di evacuazione, aggiornati e verificati dai Settori Tecnici comunali, e si effettuano prove di evacuazione almeno due volte l anno. E stipulata una polizza assicurativa valida per gli infortuni che possano occorrere ai bambini dei servizi all infanzia durante le attività svolte e programmate dalle educatrici dei servizi, incluse le attività esterne disposte e organizzate da ogni singolo servizio ed il rischio in itinere. FATTORI di QUALITA INDICATORI di QUALITA STANDARD La scuola cura con intenzionalità educativa l organizzazione degli spazi Predisposizione e diversificazione di spazi adibiti e riconoscibili per il gioco e le differenti attività dei bambini Presenza di un progetto (anche all interno del Piano dell offerta formativa) di allestimento specifico degli spazi, sezione per sezione e pag. 26 di 62

27 all interno e all esterno La scuola osserva le norme di prevenzione e tutela della salute e della sicurezza Le educatrici di sezione osservano i bambini sull uso degli spazi Attività di informazione e formazione per il personale La scuola dispone di spazi allestiti per gli adulti dell intero servizio Numerosità/caratterizzazione di spazi/angoli leggibili/riconoscibili (manipolazione, libri, costruzione, movimento, gioco simbolico...) Alcuni degli spazi devono poter essere modificabili e polifunzionali Presenza di documento di valutazione dei rischi, piano di emergenza ed effettuazione periodica delle prove di evacuazione Presenza di spazi/angoli appositi (anche se flessibili sul loro uso) per incontri tra operatori della scuola e con famiglia e operatori di altri servizi 4.5) Le attività educative: attività finalizzate, pensate, organizzate e proposte tenendo conto della fascia di età e del livello evolutivo del bambino e mirate allo sviluppo delle sue competenze. Le esperienze educative sono offerte ai bambini attraverso una metodologia che utilizza il gioco e l attività ludica come principale forma di apprendimento, in un contesto pensato e organizzato per soddisfare i loro bisogni e interessi e le loro curiosità. L intervento educativo tiene conto della presenza di eventuali situazioni di disagio o di disabilità ) Il lavoro in gruppo. pag. 27 di 62

28 La programmazione delle attività educative favorisce e privilegia l interazione tra bambini. L educatrice esercita un ruolo di regia e di punto di riferimento: assicura a ciascun bambino il senso di sicurezza e il contenimento emotivo di cui ha bisogno per sentirsi libero e fiducioso nelle relazioni con gli altri. Pur lasciando a ciascun bambino il diritto di compiere esperienze e scoperte individualmente, il personale educativo ha particolare cura nel contrastare processi di emarginazione o isolamento dei bambini con maggiori difficoltà nell interazione di gruppo ) Routine. La vita quotidiana nella scuola dell infanzia ruota intorno ad alcuni momenti di routine: l accoglienza, l uso dei servizi igienici, il pasto con tutte le sue ritualità, il commiato e tutti i momenti di passaggio da un attività all altra. Per il bambino i rituali quotidiani sono importanti perché lo rassicurano, lo fanno sentire accolto e sono ricchi di relazioni significative che danno senso al tempo trascorso a scuola; inoltre, i bambini, attraverso l espletamento delle semplici attività di vita quotidiana, sviluppano la loro autonomia rendendosi gradualmente più indipendenti dagli adulti. I momenti di routine, riconosciuti come parti integranti dello sviluppo dell autonomia, della consapevolezza del sé, dell interiorizzazione delle regole, delle relazioni sociali, della progressiva consapevolezza dello scorrere del tempo, sono supportati da specifici obiettivi educativi. 4.6) Dotazione organica del personale educativo Il rapporto numerico tra educatori e bambini è dimensionato nel rispetto delle norme in materia. Nelle scuole dell infanzia comunali per ogni sezione vi è una previsione di impiego di due educatrici titolari e ogni tre sezioni una educatrice in più, con una quota oraria di compresenza nella fascia stabilita dalla programmazione didattica. Tale modello organizzativo è previsto per - facilitare il raggiungimento degli obiettivi programmati - permettere la relazione fra gruppi di bambini di diverse sezioni - formare gruppi di lavoro differenziati pag. 28 di 62

29 - consentire eventuali sostituzioni per brevi assenze nella scuola e/o nelle scuole di pertinenza del personale educativo. FATTORI di QUALITA INDICATORI di QUALITA STANDARD Le attività educative previste sono varie e differenziate Presenza di linee metodologiche condivise che richiamano il progetto educativo generale Gli obiettivi sono declinati in riferimento alle diverse attività/aree di intervento Le attività previste sono offerte, fruibili e praticabili per: - piccolo gruppo - medio gruppo - grande gruppo - singolo bambino Molteplicità dei ruoli delle educatrici: osservazione coordinamento e regia conduzione Predisposizione di un prospetto (anche all interno del Piano dell offerta formativa) scritto di attività Il prospetto delle attività viene portato a conoscenza dei genitori Tre verifiche di sezione all'anno per la valutazione delle attività (verifica iniziale, in itinere, finale 4.7) Gestione dei gruppi di bambini: si prevedono, nell arco della giornata, attività diversificate di gruppi di bambini. Fermo restando che la sezione come struttura didattica conserva la sua funzione di luogo primario di riferimento per i bambini, modalità diverse di raggruppamento offrono al bambino la possibilità di relazioni sociali, di scambio affettivo, di stimoli e di esperienze diverse. pag. 29 di 62

30 FATTORI di QUALITA La formazione e l organizzazione delle sezioni è realizzata dal responsabile della scuola secondo criteri noti e condivisi con il collegio La scuola promuove la continuità della relazione fra educatori e bambini negli anni INDICATORI di QUALITA I criteri di formazione ed organizzazione delle sezioni tengono conto, al fine di raggiungere situazioni di equilibrio tra le varie sezioni, di criteri quali: - il numero di bambini di nazionalità straniera, per dare pari opportunità di scambio di esperienze e culture a tutti i bambini favorendo l integrazione - il numero di bambini che vivono una realtà sociale disagiata - il numero di bambini disabili - il numero di bambini rispetto alle età - la provenienza dal nido Garanzia di momenti individualizzati per ogni bambino La scuola assicura la stabilità delle figure educative di riferimento per il gruppo di bambini (salvo situazioni normate, di necessità e STANDARD Un incontro collegiale per la definizione dei criteri per la formazione /organizzazione delle sezioni Presenza di un verbale sulle modalità di formazione delle sezioni e dei gruppi Comunicazione alle famiglie, anche tramite riunioni Riunioni, collegiali e di sezione, a cadenza trimestrale, sull andamento e sul percorso educativo dei diversi gruppi Designazione di responsabilità per affidamento di un gruppo di bambini annuale pag. 30 di 62

31 La scuola promuove la socializzazione e l integrazione fra i bambini dell intera struttura cambiamenti organizzativi) Sono previsti momenti e attività di scambio fra gruppi/sezioni Designazione di responsabilità per affidamento di un gruppo di bambini nel ciclo 2 riunioni di collegio o gruppi di lavoro in cui si definiscono le modalità dello scambio fra sezioni/gruppi e verifica finale 4.8) Rapporti con le famiglie: costruzione di una relazione positiva attraverso momenti di incontro individuali e collettivi, sia a scopo informativo, sia sulle problematiche educative generali della scuola e specifiche dei bambini. Le famiglie, che rappresentano il contesto primario per lo sviluppo dei bambini, sono portatrici di risorse che possono essere valorizzate e sostenute nella scuola per consentire di creare una rete solida di scambi e di responsabilità comuni. Il bambino vive molto tempo nell ambiente del servizio d infanzia e la collaborazione con le famiglie è importante per poter condividere le finalità dell azione educativa. La valorizzazione del contributo offerto dalla famiglia è un punto di confronto del collegio delle educatrici per la ricerca di diverse strategie di coinvolgimento che vanno dallo scambio comunicativo quotidiano sul fare dei bambini, a momenti individualizzati con i genitori (colloqui), a momenti aperti con possibili incontri a tema (riunioni di sezione, assemblee), a momenti socializzanti tra famiglie/bambini/scuola (feste, iniziative varie). pag. 31 di 62

32 FATTORI di QUALITA INDICATORI di QUALITA STANDARD La scuola organizza incontri iniziali con le famiglie per far conoscere e condividere le attività educative della scuola Conoscenza diretta della scuola da parte delle famiglie Ogni scuola programma modalità di incontro e aggregazione per le famiglie attraverso occasioni comunitarie pensate e organizzate Disponibilità/reperibilità della responsabile per colloqui E' effettuata una riunione con le famiglie interessate prima dell'inizio della frequenza dei bambini Sono previsti più incontri all'anno per sezione Ogni scuola organizza incontri individuali con le famiglie Disponibilità delle educatrici a scambi comunicativi quotidiani e a colloqui individuali previa richiesta 3 colloqui formali ad anno (inserimento, in itinere, finale) La scuola informa costantemente le famiglie La scuola prevede specifiche modalità per le informazioni alle famiglie in forma chiara e precisa Presenza di una bacheca di scuola e di sezione Uso di altre modalità (lettere, comunicati, posta elettronica, messaggi-sms standardizzati, ) L Amministrazione si interessa del grado di soddisfazione degli utenti L Amministrazione effettua indagini per conoscere il parere dei genitori sul servizio erogato Partecipazione della scuola a indagini/ ricerche dell'amministrazione a pag. 32 di 62

33 carattere cittadino L Amministrazione e la scuola si preoccupano di raccogliere osservazioni, reclami, Raccolta di tutte le segnalazioni e dei reclami, gestiti in conformità a quanto previsto dalla procedura del Sistema gestione qualità 4.9) Continuità educativa: si prevede per i bambini un percorso in grado di sostenere i cambiamenti che avvengono durante la crescita e nel passaggio alla scuola primaria; il passaggio alla scuola primaria è sostenuto da progetti di continuità e dallo scambio di informazioni fra i due ordini di scuola, nel rispetto delle norme sulla tutela dei dati personali. FATTORI di QUALITA INDICATORI di QUALITA STANDARD Nella scuola sono previsti incontri di scambio con il servizio precedente e/o successivo Esistenza di un progetto di raccordo Definizione di modalità congiunte di osservazione dei bambini Il progetto di raccordo è redatto (anche all interno del Piano dell offerta formativa) e condiviso dai collegi dei diversi servizi e dai diversi responsabili di istituto Due incontri annuali fra le educatrici /insegnanti dei due ordini di scuola/servizi Un incontro di verifica ad inserimenti ultimati 4.10) Rapporto con il territorio: collaborazione con altri servizi territoriali per dare risposte mirate ed adeguate ai bisogni dei bambini. Attenzione alla qualità delle collaborazioni significa costruire relazioni continuative nel tempo, funzionali non solo alla pag. 33 di 62

34 realizzazione di singoli interventi ma finalizzate a promuovere e a condividere il più possibile obiettivi, progetti, interventi comuni. FATTORI di QUALITA INDICATORI di QUALITA STANDARD Collaborazione con le altre agenzie presenti sul territorio La scuola intrattiene relazioni con i servizi sociali, sanitari, educativi, scolastici e culturali presenti sul territorio La scuola ricerca la cooperazione con altri servizi, associazioni ed enti culturali per elaborare e attuare progetti coerenti con le proprie finalità educative Conoscenza dei servizi esistenti e delle loro offerte Due incontri annuali per i bambini disabili e in difficoltà Verbali degli incontri effettuati Diffusione di materiale informativo dei diversi servizi (iniziative culturali, educative, sociali, sportive, ricreative) 4.11) La verifica e valutazione sono previste durante e alla fine del percorso di ogni singolo bambino e del gruppo. La verifica è un processo che riconosce o annulla o modifica la validità del percorso pedagogico effettuato per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. La valutazione è un momento successivo e mette in atto un processo di condivisione del percorso. I momenti di verifica del lavoro sono di primaria importanza e vanno intesi come strumenti di lavoro, come modo per organizzare e riflettere sull efficacia delle proposte didattiche; sono espressi al plurale in quanto è importante che essi siano effettuati sul processo in corso e non si limitino ad una verifica conclusiva, per non perdere il reale concreto su cui si sta operando. Aspetto importante del percorso di verifica e valutazione è l osservazione. L osservazione dei bambini è finalizzata a rilevare il livello di autonomia del bambino, le abilità, le conoscenze, gli atteggiamenti, le abitudini, gli interessi, L osservazione svolge funzioni importanti rispetto all evolversi del percorso didattico in quanto si osserva per pag. 34 di 62

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI

RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI INTEGRAZIONE, ORIENTAMENTO E BUONE PRASSI RUOLO CENTRALE DEL DS NELL ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI DISABILI COME SENSIBILIZZARE E RESPONSABILIZZARE I DIRIGENTI L iscrizione degli alunni con certificazione L.104

Dettagli

La scuola dell infanzia, anello fondamentale del sistema formativo del paese, deve essere in continuità con:

La scuola dell infanzia, anello fondamentale del sistema formativo del paese, deve essere in continuità con: La scuola dell infanzia, anello fondamentale del sistema formativo del paese, deve essere in continuità con: V E NIDO DIPARTIMENTO MATERNO INFANTILE R ENTI LOCALI T QUARTIERE I C SCUOLA DELL INFANZIA FAMIGLIA

Dettagli

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità

Progetto 5. Formazione, discipline e continuità Istituto Comprensivo Statale Lorenzo Bartolini di Vaiano Piano dell Offerta Formativa Scheda di progetto Progetto 5 Formazione, discipline e continuità I momenti dedicati all aggiornamento e all autoaggiornamento

Dettagli

CURRICOLO SCUOLA PRIMARIA BAROLO

CURRICOLO SCUOLA PRIMARIA BAROLO CURRICOLO SCUOLA PRIMARIA BAROLO L ISTITUZIONE SCOLASTICA E IL NUOVO SISTEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE L Istituzione Scolastica ha proceduto alla definizione del proprio Curricolo operando l essenzializzazione

Dettagli

PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA

PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA PROGETTO di INSERIMENTO e ACCOGLIENZA INSEGNANTI DI RIFERIMENTO: Scainelli Stefania e Pallotti Alessandra PREMESSA - L INGRESSO ALLA SCUOLA DELL INFANZIA. L ingresso alla Scuola dell Infanzia è una tappa

Dettagli

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

PROTOCOLLO PER L ACCOGLIENZA ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI Ministero dell Istruzione dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo NORD 2 - Brescia Via Costalunga, 15-25123 BRESCIA Cod. Min. BSIC88400D - Cod.Fisc. 80049710173 Tel.030307858-0308379448-9

Dettagli

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA

FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA I.C.S. MAREDOLCE FINALITA DELLA SCUOLA DELL INFANZIA La nostra scuola dell Infanzia con la sua identità specifica sotto il profilo pedagogico e metodologico-organizzativo persegue: l acquisizione di capacità

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE

ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE ISTITUTO COMPRENSIVO V.O.CENCELLI SABAUDIA RELAZIONE FINALE FUNZIONE STRUMENTALE Ferraro Adele Anno Scolastico 2013 2014 ATTIVITA di Continuità educativo - didattica Accoglienza PROGETTO Conoscere per

Dettagli

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre

Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Approfondimenti e-book: I laboratori come strategia didattica autore: Antonia Melchiorre Breve excursus delle risoluzioni giuridiche introdotte per garantire il diritto al Successo formativo nella scuola

Dettagli

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA

LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Mirella Pezzin - Marinella Roviglione LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA SCUOLA DELL ACCOGLIENZA, DELLA RELAZIONE, DELLA CURA Nelle Indicazioni per il curricolo del 2007, alla sezione Centralità della persona

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER L INTEGRAZIONE FINALITA Il presente documento denominato Protocollo di Accoglienza è un documento che nasce da una più dettagliata esigenza d informazione relativamente all

Dettagli

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA

ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA ATTO D INDIRIZZO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO PER LA PREDISPOSIZIONE DEL PIANO TRIENNALE DELL OFFERTA FORMATIVA VISTO l art. 3 comma 4 del D.P.R. 275/1999 come modificato dall art. 1, comma 14, della Legge

Dettagli

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2

TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 TOLLO CH -VIA CAVOUR N.2 Tel. 0871. 961126-961587 Fax 0871 961126 email chic81300t@istruzione.it chic81300t@pec.istruzione.it www.istitutocomprensivotollo.it CHIC81300T Cod. Fisc. 80003000694 PROGETTO

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO «V.MUZIO» SCUOLA DELL INFANZIA

ISTITUTO COMPRENSIVO «V.MUZIO» SCUOLA DELL INFANZIA ISTITUTO COMPRENSIVO «V.MUZIO» SCUOLA DELL INFANZIA LA SCUOLA DELL INFANZIA La scuola dell infanzia si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai tre ai sei anni di età E la risposta al loro diritto all

Dettagli

Doveri della famiglia

Doveri della famiglia MINISTERO DELL ISTRUZIONE,UNIVERSITA E RICERCA Via Figurella, 27 Catona 89135 Reggio di Calabria (RC) Telefax 0965302500-0965600920 C.F. 92081350800 C.M. RCIC868003 PEC rcic868003@pec.istruzione.it A.S.

Dettagli

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016

Istituto Comprensivo Cepagatti anno scolastico 2015-2016 Finalità della Scuola del primo ciclo Compito fondamentale della scuola del primo ciclo d istruzione, che comprende la Scuola Primaria e la Scuola Secondaria di primo grado, è la promozione del pieno sviluppo

Dettagli

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario

L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA. L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA L integrazione dell alunno con disabilità: l operatore socio sanitario L OSS NEL SERVIZIO DI INTEGRAZIONE SCOLASTICA Il Servizio di Integrazione Scolastica

Dettagli

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica

PREMESSA Continuità curricolare Continuità metodologica PREMESSA Il progetto continuità, nasce dall esigenza di garantire al bambinoalunno un percorso formativo organico e completo, che miri a promuovere uno sviluppo articolato e multidimensionale del soggetto,

Dettagli

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA

7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA 7 CIRCOLO DIDATTICO - MODENA Via San Giovanni Bosco, 171 - Modena tel. 059.223752 / fax 059.4391420 VADEMECUM IMPEGNI DI RECIPROCITA NEI RAPPORTI SCUOLA FAMIGLIA Premessa Dal POF 2009/2010 del 7 Circolo

Dettagli

Programmazione Nido Monti 2014-2015

Programmazione Nido Monti 2014-2015 Programmazione Nido Monti 2014-2015 OBIETTIVI GENERALI L obiettivo generale è ambientare il bambino nel contesto educativo e relazionale dell Asilo Nido rispettando e valorizzando l individualità del bambino

Dettagli

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE

COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE COMUNE DI ANCONA REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE Delibera Consiglio Comunale n. 51 del 10.06.2015 1 REGOLAMENTO TEMPO PER LE FAMIGLIE ART. 1 DEFINIZIONE Il Tempo per le famiglie rientra nella tipologia

Dettagli

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999;

visto il Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale dipendente del comparto Scuola sottoscritto il 26 maggio 1999; Protocollo d intesa tra Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca (di seguito denominato Ministero) e Istituto Nazionale per l Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (di seguito

Dettagli

N. 423 DEL 09.09.2008

N. 423 DEL 09.09.2008 N. 423 DEL 09.09.2008 ASILI NIDO - APPROVAZIONE PROGETTO PER L INSERIMENTO DI BAMBINI CON DISABILITÀ NEGLI ASILI NIDO COMUNALI - ANNO SCOLASTICO 2008/2009 LA GIUNTA COMUNALE Vista la Legge Regionale 27/94

Dettagli

Legge 8 ottobre 2010, n. 170

Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 Legge 8 ottobre 2010, n. 170 (in G.U. n. 244 del 18 ottobre 2010) Nuove norme in materia di disturbi specifici d apprendimento in ambito scolastico Art. 1. (Riconoscimento

Dettagli

QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO (per i docenti dei tre ordini di scuola)

QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO (per i docenti dei tre ordini di scuola) QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE D ISTITUTO (per i docenti dei tre ordini di scuola) Docente di: scuola infanzia scuola primaria scuola secondaria I Professionalità dei docenti Programmazione e valutazione

Dettagli

Scuola dell Infanzia Walt Disney anno scolastico 2005/2006

Scuola dell Infanzia Walt Disney anno scolastico 2005/2006 anno scolastico 2005/2006 Progetto recupero. Considerando non sufficienti le ore che il Provveditorato ha destinato ai bambini diversamente abili inseriti nella nostra scuola, le insegnanti di sezione

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI Pag. 1 a 7 Protocollo di accoglienza alunni stranieri Istituto Comprensivo Via Cassia 1694 Roma XV Municipio XXVIII Distretto PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI Il Protocollo di accoglienza alunni

Dettagli

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s.

PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s. PATTO EDUCATIVO DI CORRESPONSABILITÁ (DPR 249 del 1998 come modificato dal DPR 235 del 2007) Scuola Primaria.. classe.. a. s. 2014 15 L obiettivo del patto di corresponsabilità è quello di impegnare le

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA FINALITA Questo documento contiene informazioni, principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e le pratiche per l inclusione degli alunni

Dettagli

Identità e filosofia di un ambiente

Identità e filosofia di un ambiente Comune di Novellara scuola comunale dell infanzia Arcobaleno Identità e filosofia di un ambiente Storia La scuola dell infanzia Arcobaleno nasce nel 1966 ed accoglie 3 sezioni. La scuola comunale è stata

Dettagli

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati)

QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) QUESTIONARIO DOCENTI Riepilogo (48 questionari compilati) 1) Pensi alla sua istituzione scolastica, comprensiva delle diverse sedi e dei diversi gradi di scuola. Quanto è d accordo con le seguenti affermazioni?

Dettagli

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA

Dettagli

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano

Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano Il disagio educativo dei docenti di fronte al disagio scolastico degli alunni Appunti Pierpaolo Triani (Università Cattolica del Sacro Cuore) Milano 9 aprile 2014 Premessa Mi è stato chiesto di mettere

Dettagli

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado

PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado PROGETTO AFFETTIVITÀ secondaria di primo grado anno scolastico 2014-2015 EDUCAZIONE ALL AFFETTIVITÀ E ALLA SESSUALITÀ Premessa La preadolescenza e l adolescenza sono un periodo della vita in cui vi sono

Dettagli

Giochi nel mondo. Laboratorio di intercultura

Giochi nel mondo. Laboratorio di intercultura Progetto per le attività laboratoriali Anno 2012-2013 Giochi nel mondo Laboratorio di intercultura Premessa: Oggi, più di ieri, ci si rende conto che le nuove generazioni hanno bisogno di una proposta

Dettagli

Allegato: PIANO NAZIONALE L2 INTERVENTI PER L INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO DI ITALIANO L2 PER ALUNNI DI RECENTE IMMIGRAZIONE DI SCUOLA SECONDARIA DI

Allegato: PIANO NAZIONALE L2 INTERVENTI PER L INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO DI ITALIANO L2 PER ALUNNI DI RECENTE IMMIGRAZIONE DI SCUOLA SECONDARIA DI Allegato: PIANO NAZIONALE L2 INTERVENTI PER L INSEGNAMENTO / APPRENDIMENTO DI ITALIANO L2 PER ALUNNI DI RECENTE IMMIGRAZIONE DI SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO Il fenomeno della elevata presenza

Dettagli

via Regina Elena, 5-62012- Civitanova Marche (MC) Tel. 0733/812992 Fax 0733/779436 www.icviareginaelena.gov.it IL PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA

via Regina Elena, 5-62012- Civitanova Marche (MC) Tel. 0733/812992 Fax 0733/779436 www.icviareginaelena.gov.it IL PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA 1 via Regina Elena, 5-62012- Civitanova Marche (MC) Tel. 0733/812992 Fax 0733/779436 www.icviareginaelena.gov.it PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA A.S. 2015/2016 IL PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA CHE COS E IL

Dettagli

PROGETTO DIDATTICO LAVORARE IN CONTINUITA

PROGETTO DIDATTICO LAVORARE IN CONTINUITA Comune di Casalecchio di Reno ASILO NIDO R. VIGHI PROGETTO DIDATTICO LAVORARE IN CONTINUITA Per un progetto di territorio: uno spazio e un tempo per l incontro Anno educativo 2007/2008 A cura del Collettivo

Dettagli

L AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI

L AVORO DI RETE AL OBIETTIVI FORMATIVI Finalita educativa generale: Favorire l inserimento, promuovere l integrazione scolastica e lo sviluppo delle potenzialità dell alunno disabile o in situazione di svantaggio nell apprendimento, nella comunicazione,

Dettagli

Direzione Centrale Famiglia Scuola e Politiche Sociali Settore Servizi all Infanzia CARTA DEI SERVIZI. Scuole dell infanzia. Milano.

Direzione Centrale Famiglia Scuola e Politiche Sociali Settore Servizi all Infanzia CARTA DEI SERVIZI. Scuole dell infanzia. Milano. Direzione Centrale Famiglia Scuola e Politiche Sociali Settore Servizi all Infanzia Milano CARTA DEI SERVIZI Scuole dell infanzia Comune di Milano Comune di Milano Direzione Centrale Famiglia Scuola e

Dettagli

ALLEGATO A) all'avviso LINEE GUIDA DEL PROGETTO EDUCATIVO CRESCERE NEL CENTRO

ALLEGATO A) all'avviso LINEE GUIDA DEL PROGETTO EDUCATIVO CRESCERE NEL CENTRO ALLEGATO A) all'avviso LINEE GUIDA DEL PROGETTO EDUCATIVO CRESCERE NEL CENTRO 1. Premessa Il Comune di Forlì, in relazione al proprio ruolo di promozione e governo del sistema territoriale integrato dei

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI STRANIERI

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI STRANIERI PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA DEGLI ALUNNI STRANIERI Questo documento si propone quale parte integrante del P.O.F. e intende presentare un modello di accoglienza che illustri una modalità comune, corretta

Dettagli

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola

VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola Premessa VALeS Valutazione e Sviluppo Scuola progetto sperimentale per individuare criteri, strumenti e metodologie per la valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici Le precedenti sperimentazioni

Dettagli

Scuola dell Infanzia San Francesco

Scuola dell Infanzia San Francesco Scuola dell Infanzia San Francesco 1 PROGETTO ACCOGLIENZA FINALITA L obiettivo del progetto è di rendere piacevole l ingresso o il ritorno a scuola dei bambini, superare quindi serenamente la paura della

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Area Disabilita. Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS

Area Disabilita. Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS Area Disabilita Num. Scheda 1 TITOLO AZIONE o o Assistenza scolastica per l autonomia e la comunicazione dei disabili LIVEAS OBIETTIVI Come recita l articolo 12 della legge 104/92, scopo generale dell

Dettagli

PROGETTO ACCOGLIENZA SCUOLA DELL INFANZIA

PROGETTO ACCOGLIENZA SCUOLA DELL INFANZIA Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini Anno Scolastico 2015-2016 PROGETTO ACCOGLIENZA SCUOLA DELL INFANZIA Motivazione: Necessità di accogliere i bambini in modo personalizzato e di farsi carico delle

Dettagli

INDICE PR 13 COMUNICAZIONE E GESTIONE DELLE INFORMAZIONI 1 SCOPO 2 CAMPO DI APPLICAZIONE 3 TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI 4 RESPONSABILITÀ

INDICE PR 13 COMUNICAZIONE E GESTIONE DELLE INFORMAZIONI 1 SCOPO 2 CAMPO DI APPLICAZIONE 3 TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI 4 RESPONSABILITÀ PAG 1 /7 INDICE 1 SCOPO 2 CAMPO DI APPLICAZIONE 3 TERMINOLOGIA E ABBREVIAZIONI 4 RESPONSABILITÀ 5 MODALITÀ ESECUTIVE 5.1 Comunicazione verso l'esterno 5.1.1 Utenti dei corsi 5.1.2 Potenziali utenti 5.2

Dettagli

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Sostegno e Accompagnamento Educativo Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione

Dettagli

GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP

GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP ISTITUTO COMPRENSIVO E. CURTI GEMONIO Pagina 1 di 6 GESTIONE DELLE ATTIVITÀ DI SOSTEGNO DEGLI ALUNNI IN SITUAZIONE DI HANDICAP Entro i termini e i criteri previsti dalla legge, sulla base del numero di

Dettagli

Sottogruppo progetto pedagogico

Sottogruppo progetto pedagogico COORDINAMENTO PEDAGOGICO PROVINCIALE Sottogruppo progetto pedagogico Macro punti di riflessione del gruppo a partire dal 2004 ad oggi Principali tematiche: A) Il progetto pedagogico analizzato nei suoi

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE Linee guida per genitori ed insegnanti Conoscere per accogliere I minori adottati nella provincia di Bolzano 478 negli ultimi 10 anni 30 nuove adozioni

Dettagli

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE PROGETTO CITTADINANZA E COSTITUZIONE SICUREZZA E RISPETTO DELLE REGOLE FINALITA e OBIETTIVI DEL PROGETTO Le direttive comunitarie in tema di salute e sicurezza sul luogo di lavoro sottolineano la necessità

Dettagli

Linee guida per le Scuole 2.0

Linee guida per le Scuole 2.0 Linee guida per le Scuole 2.0 Premesse Il progetto Scuole 2.0 ha fra i suoi obiettivi principali quello di sperimentare e analizzare, in un numero limitato e controllabile di casi, come l introduzione

Dettagli

ASILO NIDO CASCINA LEVADA

ASILO NIDO CASCINA LEVADA UNA GIORNATA TIPO e Il METODO EDUCATIVO ASILO NIDO CASCINA LEVADA 7.30-9.30: accoglienza personalizzata, riferita ai diversi gruppi di età utilizzando le zone appositamente allestite in modo caldo, confortevole

Dettagli

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico

Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico Scheda descrittiva del Laboratorio Didattico Tipologia: Recupero e consolidamento delle capacità linguistiche Recupero e consolidamento delle capacità logiche Recupero e consolidamento delle capacità matematiche

Dettagli

RUOLO, FUNZIONI, SERVIZI

RUOLO, FUNZIONI, SERVIZI RUOLO, FUNZIONI, SERVIZI Il tema della disabilità mette a prova tutti i passaggi dei cicli di vita delle persone. Attraverso le vicende biografiche di chi attraversa questa particolare condizione è possibile

Dettagli

Protocollo per l accoglienza degli alunni stranieri

Protocollo per l accoglienza degli alunni stranieri LICEO G. MARCONI San Miniato Pisa Protocollo per l accoglienza degli alunni stranieri Questo documento intende presentare una modalità corretta e pianificata con la quale affrontare e facilitare l inserimento

Dettagli

SCHEDA DI PROGETTO. Regione..

SCHEDA DI PROGETTO. Regione.. Ministero Pubblica Istruzione Titolo sintetico del progetto: I CARE Imparare Comunicare Agire in una Rete Educativa Piano Nazionale di formazione e ricerca SCHEDA DI PROGETTO Regione.. Scuola Capofila

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE LAFFRANCO, BIANCONI Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 572 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI LAFFRANCO, BIANCONI Disciplina della professione di educatore di asilo nido e istituzione

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI CENTRO DIURNO DISABILI IL MELOGRANO

CARTA DEI SERVIZI CENTRO DIURNO DISABILI IL MELOGRANO CARTA DEI SERVIZI CENTRO DIURNO DISABILI IL MELOGRANO 1. L'Istituto San Vincenzo L'Istituto San Vincenzo è un ente religioso legalmente riconosciuto che dipende dalla Arcidiocesi di Milano. E' presieduto

Dettagli

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO?

I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO? I MOMENTI DI CURA: SOLO SODDISFAZIONE DI BISOGNI DI ACCUDIMENTO FISICO? Il Lavoro di cura fisica e psichica necessaria al benessere e alla crescita del bambino è parte integrante del Progetto Educativo

Dettagli

I CAMPI DI ESPERIENZA

I CAMPI DI ESPERIENZA I CAMPI DI ESPERIENZA IL SE E L ALTRO sviluppa il senso dell identità personale; riconosce ed esprime sentimenti e emozioni; conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e della scuola, sviluppando

Dettagli

Progetto accoglienza Scuola dell infanzia

Progetto accoglienza Scuola dell infanzia Progetto accoglienza Le docenti di scuola dell infanzia del IV istituto comp. G. Verga di Siracusa hanno stilato il progetto accoglienza per i bambini iscritti all anno scolastico 2011/2012 Motivazioni

Dettagli

SOMMARIO. Destinatario pag. 3. Normativa di riferimento pag. 3. Finalità del progetto pag. 3. Obiettivi generali pag. 3

SOMMARIO. Destinatario pag. 3. Normativa di riferimento pag. 3. Finalità del progetto pag. 3. Obiettivi generali pag. 3 1 SOMMARIO Destinatario pag. 3 Normativa di riferimento pag. 3 Finalità del progetto pag. 3 Obiettivi generali pag. 3 Obiettivi educative e didattici pag. 3 Obiettivi specifici di apprendimento pag. 4

Dettagli

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO

REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO E DELL ASSOCIAZIONISMO Approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 36 del 04.05.2006 Indice ART. 1 - OBIETTIVI...2 ART. 2 - FUNZIONI DELLA CONSULTA...2

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO P. CARMINE. Regolamento. del gruppo di lavoro sull handicap. Regolamento GLHI. Ai sensi dell art. 15 c.

ISTITUTO COMPRENSIVO P. CARMINE. Regolamento. del gruppo di lavoro sull handicap. Regolamento GLHI. Ai sensi dell art. 15 c. ISTITUTO COMPRENSIVO P. CARMINE Regolamento Regolamento GLHI del gruppo di lavoro sull handicap Ai sensi dell art. 15 c. L 104/92 Approvato dal Consiglio di stituto in data 08/07/2013 1 Gruppo di Lavoro

Dettagli

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE POLO TECNICO DI ADRIA

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE POLO TECNICO DI ADRIA Comma 1 (finalità della legge): affermare il ruolo centrale della scuola nella societa della conoscenza innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI DI LINGUA NON ITALIANA

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI DI LINGUA NON ITALIANA Allegato 4 PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA ALUNNI DI LINGUA NON ITALIANA IL protocollo d accoglienza è un documento deliberato dal Collegio Docenti che contiene principi, indicazioni riguardanti l iscrizione

Dettagli

Piano Offerta Formativa

Piano Offerta Formativa Piano Offerta Formativa ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE Scuola dell Infanzia, Primaria e Secondaria di primo grado Via Venezia,15 San Giovanni Teatino Chieti I plessi Scuola dell'infanzia Dragonara Scuola

Dettagli

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)*

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)* E' atto successivo alla Diagnosi Funzionale (a cura della NPI) e indica in via prioritaria, dopo un primo periodo di inserimento scolastico, il prevedibile livello

Dettagli

SCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15

SCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15 SCUOLA INFANZIA-PRIMARIA PRAIA-AIETA-SAN NICOLA ARCELLA ANNO 2014/15 PREMESSA I primi giorni di scuola segnano per i bambini e le famiglie l inizio di un tempo nuovo : un tempo carico di aspettative ma

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI PER L INFANZIA 0 3 ANNI AMBITO TERRITORIALE IX 2004. Finalità, principi e criteri di attuazione. Parte I

CARTA DEI SERVIZI PER L INFANZIA 0 3 ANNI AMBITO TERRITORIALE IX 2004. Finalità, principi e criteri di attuazione. Parte I 1 CARTA DEI SERVIZI PER L INFANZIA 0 3 ANNI AMBITO TERRITORIALE IX 2004 I nidi d Infanzia e i servizi integrativi costituiscono il sistema dei servizi educativi e si configurano come centri territoriali

Dettagli

Anno Scolastico 2007 2008. Progetto di Tirocinio Animazione Musicale

Anno Scolastico 2007 2008. Progetto di Tirocinio Animazione Musicale Istituto di Istruzione Superiore L.R. D.M. 14/06/1946 e Paritario provvedimento del 28/02/2001 "Gesù Eucaristico" Indirizzi: Socio-Psico-Pedagogico Linguistico via Monte, 52-75019 Tricarico MT tel. + fax

Dettagli

Relatore: Paula Eleta

Relatore: Paula Eleta A scuola nessuno è straniero Firenze, 30 settembre 2011 Sessione: L integrazione comincia dai più piccoli Una scuola aperta che guarda al futuro Percorsi interculturali e di integrazione presso le Scuole

Dettagli

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A

PROTOCOLLO D'INTESA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE. DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A PROTOCOLLO D'INTESA TRA MINISTERO PUBBLICA ISTRUZIONE (di seguito denominato Ministero) E DE AGOSTINI SCUOLA S.p.A (di seguito denominata Casa Editrice) VISTO il decreto legislativo 16 aprile 1994, n.

Dettagli

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE

Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE Progetto per la promozione della lettura INTRODUZIONE L interesse verso la lettura ed il piacere ad esercitarla sono obiettivi che, ormai da anni, gli insegnanti della scuola primaria di Attimis si prefiggono

Dettagli

5. PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI

5. PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI 5. PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI INTRODUZIONE NORMATIVA I minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all istruzione indipendentemente dalla regolarità

Dettagli

DALLA TESTA AI PIEDI

DALLA TESTA AI PIEDI PROGETTO EDUCATIVO DIDATTICO ANNUALE SCUOLA DELL INFANZIA A. MAGNANI BALIGNANO DALLA TESTA AI PIEDI ALLA SCOPERTA DEL NOSTRO CORPO Anno scolastico 2013-14 MOTIVAZIONI Il corpo è il principale strumento

Dettagli

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR

IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca PROTOCOLLO DI INTESA TRA IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA MIUR E LA SOCIETA DANTE ALIGHIERI Protocollo d'intesa Tra

Dettagli

Sviluppo di comunità

Sviluppo di comunità Sviluppo di comunità Rendere la comunità locale un attore del cambiamento sociale S e per comunità si intende un gruppo sociale (comunità locale, scuola, organizzazione, associazione), nel quale relazioni,

Dettagli

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi:

Azione Disabilità. Per raggiungere gli obiettivi enunciati si perseguiranno sue punti: Le attività previste verranno realizzate in tre fasi: Azione Disabilità Num. Scheda 2 TITOLO AZIONE o o Assistenza domiciliare per disabili LIVEAS OBIETTIVI Scopo dell intervento è consentire alle persone disabili la permanenza nell abituale contesto di vita

Dettagli

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori.

I principali servizi educativi gestiti direttamente dal comune sono i nidi, le scuole dell infanzia e i ricreatori. I Servizi Educativi del Comune di Trieste rappresentano una tradizione storica, un patrimonio di tradizione culturale di cui la città e le famiglie vanno orgogliose. Un patrimonio storico che negli anni

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO

PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO PROTOCOLLO DI INTESA TRA REGIONE LAZIO- DIREZIONE RAGIONALE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA E L UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER IL LAZIO La Regione Lazio - Direzione Ragionale Politiche Sociali e Famiglia

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

2 FINALITA FORMATIVE DELLA SCUOLA PRIMARIA

2 FINALITA FORMATIVE DELLA SCUOLA PRIMARIA 2 FINALITA FORMATIVE DELLA SCUOLA PRIMARIA Il nostro impianto educativo vuol porre al centro la ricerca del sé nella scoperta della necessità dell altro. Noi siamo tutti gli altri che abbiamo incontrato

Dettagli

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA

PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI CON DISABILITA PREMESSA L Istituto opera con particolare attenzione per l integrazione degli alunni disabili, favorendo la socializzazione, l acquisizione di autonomia

Dettagli

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO

IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO LINEE GUIDA DISABILITÀ ALLEGATO 3 IL PROGETTO DI INTEGRAZIONE DALLE DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO ALLA PRATICA D AULA ATTRAVERSO IL PERCORSO EDUCATIVO DIDATTICO 1. DIRETTIVE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO

Dettagli

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze

Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Progetto IDENTITAS: Formazione agli operatori di Bilancio di Competenze Provincia di Roma Anno 2005 Indice Il problema affrontato...3 Obiettivi attesi/risultati raggiunti...3 Soggetti coinvolti...3 Il

Dettagli

SCUOLA DELL INFANZIA DI ALSENO

SCUOLA DELL INFANZIA DI ALSENO SCUOLA DELL INFANZIA DI ALSENO PROGETTO ACCOGLIENZA MOTIVAZIONE L Ingresso alla Scuola dell Infanzia costituisce l inizio di un nuovo cammino, che vede il bambino il più delle volte alla sua prima esperienza

Dettagli

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI

ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO. SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI ALLEGATO 6 ELEMENTI ESSENZIALI DEL PROGETTO TITOLO DEL PROGETTO: INTER_ AZIONE SETTORE e Area di Intervento: SETTORE A ASSISTENZA AREA 02 MINORI 06 DISABILI OBIETTIVI DEL PROGETTO Con il presente progetto

Dettagli

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera PROVINCIA DI MATERA Regolamento per il funzionamento dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera SOMMARIO Art. 1 Principi generali Art. 2 Finalità e funzioni dell Ufficio Relazioni

Dettagli

5.3. INCARICHI E COMMISSIONI SCOLASTICHE INCARICHI

5.3. INCARICHI E COMMISSIONI SCOLASTICHE INCARICHI 5.3. INCARICHI E COMMISSIONI SCOLASTICHE INCARICHI FUNZIONI STRUMENTALI: Sono funzioni strategiche nell organizzazione della scuola autonoma, che vengono assunte da docenti incaricati i quali, oltre alla

Dettagli

I diritti dei bambini negli ambienti scolastici

I diritti dei bambini negli ambienti scolastici I diritti dei bambini negli ambienti scolastici Fare clic per modificare lo stile del sottotitolo dello schema Speranzina Ferraro MIUR Direzione Generale per lo Studente Speranzina Ferraro 1 Speranzina

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO AVIGLIANO CENTRO PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA ANNO SCOLASTICO 2014/2015

ISTITUTO COMPRENSIVO AVIGLIANO CENTRO PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA ANNO SCOLASTICO 2014/2015 ISTITUTO COMPRENSIVO AVIGLIANO CENTRO PIANO DELL OFFERTA FORMATIVA ANNO SCOLASTICO 2014/2015 Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo. Malala Yousafzai Premio Nobel per

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

ESITI DEGLI STUDENTI

ESITI DEGLI STUDENTI ALLEGATO Priorità e Traguardi evidenziati nel Rapporto Autovalutazione Periodo di Riferimento - 2014/15 RAV Scuola NAIC812007 "CAMPO DEL MORICINO" ESITI DEGLI STUDENTI 1. Risultati scolastici Studenti

Dettagli

PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA

PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA PROGETTO DI PRATICA PSICOMOTORIA EDUCATIVO-PREVENTIVA anno scolastico 2012/2013 Scuola dell Infanzia Don Antonio Dalla Croce Monteforte d Alpone a cura di: Sara Franchi PREMESSA La proposta di questo progetto

Dettagli

SCHEDE PROGETTUALI SCUOLA DELL INFANZIA

SCHEDE PROGETTUALI SCUOLA DELL INFANZIA ALLEGATO 2 PTOF 2016/2019 SCHEDE PROGETTUALI SCUOLA DELL INFANZIA INDICE ACCOGLIENZA CONTINUITÀ SI/SP LINGUA INGLESE ATTIVITA MOTORIA EDUCAZIONE MUSICALE LABORATORIO TEATRALE 1 ACCOGLIENZA Integrazione

Dettagli