FACILITAZIONE NEUROMUSCOLARE PROPRIOCETTIVA (METODO HERMAN KABAT)
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- Domenica Daniella Valli
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1 FACILITAZIONE NEUROMUSCOLARE PROPRIOCETTIVA (METODO HERMAN KABAT)
2 MECCANISMI ALLA BASE DELLA PLASTICITÀ DEL S.N.C. 1 RIORGANIZZAZIONE DELLE FUNZIONI PERDUTE O UTILIZZAZIONE DI ALTRE AREE CORTICALI (Lurija) 2 TRASFERIMENTO DI FUNZIONI ALL EMISFERO OPPOSTO (Jackson) 3 RECUPERO DELLE FUNZIONI DI CELLULE IN STATO DI INATTIVITÀ FISIOLOGICA (Riserva funzionale) NOTA BENE: SOLO IL SISTEMA NERVOSO PUÒ ESSERE RIEDUCATO (O EDUCATO), IL SISTEMA MUSCOLARE PUÒ ESSERE SOLO RIATTIVATO E RINFORZATO (TRAINING)
3 METODO KABAT PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI GENERALI (1) L intensità della contrazione muscolare dipende dal numero di unità motorie coinvolte (più UM entrano in azione maggiore è l attività muscolare) La contrazione volontaria di un muscolo agonista determina il rilasciamento dell antagonista e ne facilita la contrazione successiva ( induzione successiva di Sherrington)
4 METODO KABAT PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI GENERALI (2) Le caratteristiche di forza, resistenza e coordinazione si sviluppano solo attraverso la ripetizione del movimento volontario. L effetto terapeutico del movimento è ottimale solo se si attivano massimalmente le vie nervose sensitive e motorie (fenomeno dell irradiazione) Il movimento finalizzato (gesto) è scomponibile in una serie di movimenti globali semplici che vengono poi inseriti in schemi motori sempre più complessi. La ripetizione continua di schemi motori semplici ne facilita l esecuzione.
5 METODO KABAT - PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI SPECIFICI (1) Il cervello non conosce i muscoli ma solo i movimenti (patterns motori) I patterns motori sono costituiti dall azione coordinata di una serie di movimenti semplici (catena motoria) Se una singola componente muscolare all interno di un pattern è deficitaria può essere impossibile elicitarla separatamente ma può ripresentarsi se si elicita l intero pattern (evocazione)
6 METODO KABAT - PRINCIPI NEUROFISIOLOGICI SPECIFICI (2) In un pattern l attivazione contro resistenza di una componente valida può determinare l attivazione di una componente non valida (diffusione dello stimolo) I patterns possono essere organizzati in schemi di movimento globali (globalizzazione)
7 METODO KABAT TECNICHE DI BASE (1): GLI SCHEMI SCHEMI DI MOVIMENTO GLOBALI Si svolgono sempre come successione di patterns più semplici che fanno perno su un complesso articolare (articolazione pivot ) I patterns possono essere DIAGONALI o SPIRALI e sono costituiti dai movimenti di FLESSIONE; ESTENSIONE; ADDUZIONE e ROTAZIONE
8 METODO KABAT TECNICHE DI BASE (2): I MOVIMENTI NESSUN MOVIMENTO DEVE ESSERE SVOLTO SULLO STESSO PIANO INIZIO PROGRESSIONE 1 PROGRESSIONE 2 FINE ROTAZIONE DA FLESSIONE AD ESTENSIONE E VICEVERSA DA ADDUZIONE AD ABDUZIONE E VICEVERSA ROTAZIONE L ESERCIZIO COMINCIA DALLA POSIZIONE DI MASSIMO ALLUNGAMENTO E TERMINA IN QUELLA DI MASSIMO ACCORCIAMENTO L ESERCIZIO È COSTITUITO DA CONTRAZIONI ISOTONICHE E ISOMETRICHE LA RESISTENZA È SEMPRE MASSIMALE
9 MOVIMENTI PURI (SUI PIANI) E COMPONENTI Flessione + Abduzione Solo flessione Solo abduzione
10 MOVIMENTO SPIRALE
11 DIAGONALI E FULCRI Fulcro capo Fulcro prossimale Fulcro intermedio Fulcro tronco Fulcro distale
12 REGOLA CASELLA / COLORE STESSO COLORE E STESSA COLONNA = STESSA POSIZIONE STESSO COLORE E STESSA LINEA = POSIZIONE OPPOSTA
13 POSIZIONE A POSIZIONE C DITA POLSO EXT EXT incl.rad ALTO incl.rad FLEX. FLEX. DITA POLSO Av.-BRACCIO SUPI SUPI Av.-BRACCIO SCAPOLO- OMERALE SCAPOLO TORACICA ABD ADD ROT.LAT FLEX. Scorr.Ext Elevazione ROT.LAT FLEX. Scorr.Ext Elevazione ADD ABD SCAPOLO- OMERALE SCAPOLO TORACICA ESTERNO INTERNO SCAPOLO TORACICA SCAPOLO- OMERALE ADD ABD Depressione Scorr.Int EXT ROT.MED BASSO Depressione Scorr.Int EXT ROT.MED ABD ADD SCAPOLO TORACICA SCAPOLO- OMERALE Av.-BRACCIO PRON PRON Av.-BRACCIO POLSO EXT incl.uln incl.uln FLEX. POLSO DITA EXT FLEX. DITA POSIZIONE D POSIZIONE B
14 POSIZIONE A POSIZIONE C DITA EXT. FLEX. DITA PIEDE ABD. ADD. PRON. SUPI. PIEDE CAVIGLIA FLEX. ALTO FLEX. CAVIGLIA ROT.MED. ROT.LAT. ANCA ABD. ADD. ANCA FLEX. FLEX. ESTERNO INTERNO EXT. EXT. ANCA ABD. ADD ANCA ROT.MED. ROT.LAT. CAVIGLIA EXT. BASSO EXT. CAVIGLIA PIEDE PRON. SUPI. ABD. ADD. PIEDE DITA EXT. FLEX. DITA POSIZIONE D POSIZIONE B
15 METODO KABAT TECNICHE DI BASE (3) : LE STIMOLAZIONI FACILITANTI LO SCHEMA : rigoroso: deve rispettare la diagonalità,la rotazione il massimo allungamento e la fuidità LA POSIZIONE DELLE MANI: controlla tutte le componenti del movimento, la resistenza deve essere applicata con tutto il corpo del terapista e lungo le diagonali, la mano prossimale applica la resistenza, la mano distale guida il movimento. LA RESISTENZA MASSIMALE: si intende quella che il paziente può sopportare senza che la fluidità del movimento venga compromessa (non è il massimo carico spostabile!), serve per facilitare l irradiazione dai fulcri forti verso quelli più deboli
16 M. KABAT TECNICHE DI BASE (3) : LE STIMOLAZIONI ESTEROCETTIVE COMANDO VERBALE : enfatizza la risposta, spiega il movimento, stimola e mantiene l attenzione del paziente COOORDINAZIONE VISIVA : serve a superare i disturbi sensitivi, gnosici ed uditivi.
17 M. KABAT TECNICHE DI BASE (3) : LE STIMOLAZIONI PROPRIOCETTIVE TRAZIONE: (allontamento dei capi articolari) facilita la contrazione isotonica ed i movimenti in flessione (si richiede al paziente la spinta ) APPROSSIMAZIONE: (avvicinamento dei capi articolari) stimola la contrazione isometrica con movimenti in estensione (si richiede al paziente la tenuta ) STIRAMENTO: stimola e facilita l inizio del movimento è la manovra con cui comincia ogni schema
18 PRIMA DIAGONALE ARTI SUP 1.1 Da spalla in posizione di abduzione (estensione) verso l adduzione (flessione) 1.2 Movimento inverso POLSO >incl.rad Av.-BRACCIO>SUPINATO SC.-OMERALE>ROT.LAT SC.TORACICA >ELEVATA SC.TORACICA >DEPRESSA SC.-OMERALE>ROT.MED Av.-BRACCIO>PRONATO POLSO >incl.ulnare 1.3 Inversione lenta
19 SECONDA DIAGONALE ARTI SUP 2.1 Da spalla in posizione di adduzione (estensione) verso l abduzione (flessione) 2.2 Inversione 2.3 Inversione lenta
20 PRIMA DIAGONALE ARTI INF 3.1 Da anca in posizione di abduzione (estensione) verso l adduzione (flessione) 3.2 Inversione
21 SECONDA DIAGONALE ARTI INF 4.1 Da anca in posizione di adduzione (estensione) verso l abduzione (flessione) 4.2 Inversione
22 LA SPALLA elevatori romboideo Trapezio superiore
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