Olmo campestre. Famiglia: ULMACEE Genere: ULMUS Ulmus campestris Common elm

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1 Olmo campestre Famiglia: ULMACEE Genere: ULMUS Ulmus campestris Common elm Caratteristiche morfologiche E un albero caducifoglie, molto longevo (anche più di 5 secoli), il cui tronco può arrivare fino a 30 metri di altezza e 2-3 metri di diametro; il fusto presenta una corteccia liscia e grigio-bruna da giovane, poi screpolata. Aspetti botanici Le foglie sono alterne, semplici, asimmetriche alla base, lungamente acuminate all apice, con margine dentato; sono di colore verde scuro e ruvide nella pagina superiore mentre, in quella inferiore, sono più chiare. I fiori compaiono sui rami prima delle foglie e presentano delle antere rosso porpora. I frutti sono delle samare, anch esse precoci rispetto alle foglie, con larghe ali funzionali alla disseminazione. Areale E diffuso in tutta l Europa centro-meridionale e in parte dell Asia minore e dell Africa settentrionale, dove si presume che sia stato introdotto dai Romani; in Italia si trova, ormai decimato dalla grafiosi, soprattutto nei filari ai bordi dei campi o nelle alberature stradali. Predilige i suoli freschi, profondi e fertili. Balvano, a Muro Lucano, nella foresta di Gallipoli Cognato, nei boschi del Vulture, etc.. Utilizzo principale Il legno dell Olmo campestre è di bell aspetto, resistente e di lunga durata, per questi motivi è utilizzato per diversi impieghi. In passato il legno era ricercato particolarmente per lavori da carradore (mozzi e raggi di ruote); le foglie, invece, erano usate come foraggio per il bestiame. La corteccia del fusto, molto fibrosa, è utilizzata dagli agricoltori per fare legature per innesti. Questa specie è anche molto coltivata nei viali a scopo ornamentale. Curiosità Dato l elevato contenuto in protidi delle foglie, che le rende un eccellente foraggio per il bestiame, questa specie viene preferita ad altre dove si pratica pascolo rado, come avviene nei cedui della Maremma; dal decotto di foglie e gemme si ottiene un calmante contro i gonfiori e le scottature; quello della corteccia è, invece, astringente e cicatrizzante; la linfa era considerata efficace contro la calvizie. In Basilicata è presente nei dintorni di Potenza, nel bosco di Pallareta, a Macchia Romana, al Pantano di Policoro, a Tolve, alle falde del Pollino, a 68

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3 Ontano napoletano Famiglia: BETULACEE Genere: ALNUS Alnus cordata Italian alder Caratteristiche morfologiche Piccolo albero che può arrivare anche a 20 m, con tronco del diametro di 0,5 m; in fase di crescita giovanile ha forma slanciata e chioma non espansa mentre, in età adulta, assume chioma piramidale e rami ad andamento orizzontale; corteccia liscia (con macchie chiare da giovane), di colore grigio-verde. Aspetti botanici Foglie ovaliformi di (5-12 x 4-9) cm, cordate alla base, con apice acuminato e margini dentati, colore verde scuro lucido nella pagina superiore, verde chiaro inferiormente. Pianta monoica, con infiorescenze maschili e femminili solitamente sullo stesso ramo; a fecondazione avvenuta le infiorescenze femminili si accrescono, assumendo la forma e la consistenza di piccoli strobili di forma ovale oblunga ( pseudostrobili ) riuniti in gruppi di due o più della dimensione singola di 3 x 2 cm. Il colore degli pseudostrobili è inizialmente verdognolo, a maturità assumono consistenza legnosa e colore bruno. Areale Vegeta nell Appennino meridionale (Campania, Basilicata, Calabria) all interno di boschi formati da altre specie, dai ai metri s.l.m.. Specie frugale nei confronti del terreno, non sopporta i ristagni idrici e resiste abbastanza bene alla siccità. Nei confronti della luce il suo fototemperamento è intermedio. In Basilicata l ontano napoletano forma consociazioni con querce, castagno e, al limite, faggio. Si ritrova nei boschi presso i Comuni di Abriola, Muro Lucano, San Severino Lucano, sul M.te Sirino, nel lagonegrese. Utilizzo principale Legno tenero e leggero, con anelli d accrescimento larghi e ben distinti, di colore rossiccio, utilizzato per imballaggi, come legname da opera, per compensati, in falegnameria e come legname da carbone. Curiosità Il nome deriva dal celtico al ed han, ovvero prossimo alle acque, a sottolineare l habitat di queste piante; risulta essere una valida specie miglioratrice del suolo (vegetando in terreni difficili ); reagisce molto bene al passaggio del fuoco, ripristinando rapidamente un denso soprassuolo; gli ontani hanno, in passato, goduto di attenzione sia per le possibilità terapeutiche che offrivano (sudorifere, diuretiche, antipiretiche ed antisettiche), che per la validità della corteccia ai fini della concia del pellame. 70

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5 Ontano nero Famiglia: BETULACEE Genere: ALNUS Alnus glutinosa Common alder Caratteristiche morfologiche Albero che può arrivare anche a 30 m, con tronco dritto e ramificazione rada ed espansa costituita da branche orizzontali che formano una chioma dalla forma ovato-piramidale (il suo portamento ricorda le conifere); corteccia liscia, di colore bruno-nerastro, in gioventù, fessurata in età adulta. Aspetti botanici Foglie obovate di (4-10 x 3-7) cm, cuneate alla base, smarginate all apice ed irregolarmente dentate, colore verde scuro lucido nella pagina superiore, verde chiaro inferiormente. Pianta monoica, con infiorescenze maschili e femminili solitamente sullo stesso ramo; a fecondazione avvenuta le infiorescenze femminili si accrescono, assumendo la forma e la consistenza di piccoli strobili di forma ovale oblunga ( pseudostrobili ) riuniti in gruppi di due o più. Il colore degli pseudostrobili è inizialmente verde chiaro, a maturità assumono consistenza legnosa e colore rosso bruno. Areale Esteso in tutta Europa, in Italia vegeta in tutte le Regioni dal livello del mare sino ai 1600 metri circa s.l.m.. Specie molto frugale nei confronti del terreno, sopporta bene i ristagni idrici e resiste abbastanza alla siccità. Eliofila nei confronti della luce. In Basilicata l ontano nero è diffuso lungo i corsi d acqua ed in zone umide esposte alla luce, formando boschetti puri o misti con pioppi, salici ed altre piante igrofile. E presente nei boschi dei Comuni di Muro Lucano, Pignola (M.te Arioso), M.te Volturino, Lagopesole, ai laghi di Monticchio, presso il fiume Basento, nel Parco regionale di Gallipoli- Cognato e Piccole Dolomiti lucane, presso il Pantano di Policoro. Utilizzo principale Legno semiduro, omogeneo e leggero, di colore rossastro, utilizzato per piccoli lavori d intaglio (tra l altro si tinge ed impregna bene) e come mediocre legname da carbone. Curiosità Pianta a rapido accrescimento e miglioratrice del terreno; a contatto con l acqua il suo legno diventa durissimo ed è per questo che si presta ad opere soggette a sommersione; raramente supera i 100 anni di vita; gli ontani hanno, in passato, goduto di attenzione sia per le possibilità terapeutiche che offrivano (sudorifere, diuretiche, antipiretiche ed antisettiche), che per la validità della corteccia ai fini della concia del pellame. 72

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7 Orniello Famiglia: OLEACEE Genere: FRAXINUS Fraxinus ornus Flowering ash Caratteristiche morfologiche Piccolo albero alto 10 metri, con fusto dritto. Corteccia liscia di colore grigio. Chioma ampia ed arrotondata. Aspetti botanici Foglie composte da 5-9 foglioline di (3-8 x 1,8-4,5) cm, ovato-lanceolate, dotate di picciolo ed irregolarmente dentate ai margini, pubescenti lungo la nervatura della pagina inferiore. Fiori in pannocchie terminali dense ed odorose. Frutto consistente in una samara ellittica di (1,6-3,0 x 4,6) cm. Apparato radicale fittonante ed esteso. Areale Pianta diffusa nell Europa centro-orientale e meridionale. In Italia vegeta tra il livello del mare ed i 1500 metri s.l.m.. Specie termofila, eliofila, xerofila, poco socievole nel comportamento. Utilizzo principale Il legname, con alburno bianco rosato e durame bruno chiaro, è resistente ed elastico. Pertanto è destinato alla produzione di manici ed attrezzi sportivi. Utilizzato anche per la combustione. Curiosità In Sicilia viene impiegato per la produzione della manna (una essudazione zuccherina, dal sapore dolce e gradevole, solubile in acqua); soprattutto in passato la si utilizzava per scopi lassativi; il termine manna potrebbe derivare dal latino manare, ovvero colare o distillare; altresì deriverebbe dalla citazione del Vecchio Testamento man-hu, utilizzata per ricordare il cibo inviato da Dio al popolo ebreo nel deserto del Sinai. In Basilicata è presente nei boschi misti di cerro, roverella, carpino nero, castagno, leccio, soprattutto nei versanti esposti a sud. Si ritrova nei boschi dei Comuni di Potenza, Muro Lucano, Picerno, Lagonegro, sul M.te Vulture e nel Parco regionale di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti lucane. 74

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