Amianto e altri materiali fibrosi Rischi per la salute e misure di protezione

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1 Amianto e altri materiali fibrosi Rischi per la salute e misure di protezione 43

2 Amianto e altri materiali fibrosi Rischi per la salute e misure di protezione Suva Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni Tutela della salute Casella postale, 6002 Lucerna Telefono Fax (per ordinazioni) Internet Amianto e altri materiali fibrosi : Rischi per la salute e misure di protezione Autore: Egon Hürlimann, Settore chimica Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. 1 a edizione Aprile In copertina: lavori di isolazione con fibre ceramiche all interno di una camera di combustione Codice: i

3 Sommario 1 Introduzione 3 2 Basi della tutela della salute negli ambienti lavorativi Basi legislative Identificazione dei rischi per la salute I tre principi basilari della tutela della salute sul lavoro Prevenzione nel settore della medicina del lavoro 5 3 Tipi di fibre Definizioni Visione generale 7 4 Rischi per la salute associati a polveri fibrose Tecnopatie riconosciute, causate da polveri fibrose Affezioni causate dalle fibre d amianto Affezioni causate da fibre minerali artificiali Affezioni causate da fibre organiche naturali Fibre delle caratteristiche pericolose per la salute Geometria delle fibre Biopersistenza Struttura superficiale Comportamento di polverizzazione Effetto cancerogeno delle fibre di materiale diverso dall amianto: sintesi Riepilogo dei rischi per la salute e conclusioni 13 6 Polveri fibrose in posti di lavoro tipici: presenza esposizione valutazione misure di protezione Amianto Amianto quale materiale industriale: fabbricazione, trasformazione e utilizzazione Risanamento Riepilogo dei rischi attuali associati all amianto Fibre minerali artificiali (FMA) Lane (fibre di lana vetrosa e di lana minerale) per l isolazione termica e acustica Fibre di vetro tessile Fibre ceramiche Concentrazioni di polveri fibrose negli ambienti lavorativi senza manipolazione di FMA Fibre organiche Materiali isolanti a base di fibre organiche 29 7 Bibliografia 31 8 Riassunto 32 Allegato: Descrizione e possibilità d impiego di fibre selezionate 34 A1 Fibre sintetiche inorganiche 34 A2 Fibre sintetiche organiche 37 A3 Fibre naturali inorganiche 38 A4 Fibre naturali organiche 39 A5 Uso di prodotti sostitutivi: sintesi 39 5 Valori massimi delle concentrazioni sui posti di lavoro (valori MAC) e la relativa sorveglianza Valore limite in funzione della presenza di particelle: numero delle fibre Metodo di misurazione per il conteggio delle fibre Valore limite in funzione della massa: concentrazione di polvere fine 16 2

4 1 Introduzione La presente pubblicazione serve a dare una visione generale dei rischi per la salute associati ai materiali fibrosi di tipici posti di lavoro in Svizzera e a informare sulle misure di protezione che occorre adottare. Vengono trattate le fibre di amianto e quelle di materiale diverso dall amianto. L opuscolo ha lo scopo di prevenire le tecnopatie (malattie professionali). Esso è rivolto agli imprenditori e ai responsabili della sicurezza e della tutela della salute presso le aziende che producono, lavorano o eliminano questi materiali, nonché agli uffici tecnici interessati e alle autorità coinvolte. In molti materiali e prodotti industriali e artigianali vengono impiegati già da molti anni materiali fibrosi (in breve: fibre). Grazie alle loro caratteristiche chimico-fisiche le fibre offrono premesse ottimali per numerose applicazioni tecnologiche. Il più delle volte esse vengono usate in combinazione con leganti e riempitivi. Questi prodotti fibrosi trovano impiego in: piastre, pannelli o masse malleabili come protezione antincendio e isolamento termico; guarnizioni di freni (ferodi) e di frizioni nell industria automobilistica; guarnizioni resistenti a elevate sollecitazioni termiche o chimiche. vamente misure rigorose atte a ridurre l esposizione alla polvere. Alla fine degli anni settanta venne cessato l uso di isolamenti in amianto floccato. In numerose aziende specializzate nella lavorazione dell amianto è stato inoltre possibile ridurre sensibilmente l esposizione alla polvere grazie al continuo miglioramento degli impianti di ventilazione. Dopo essersi resi conto della reale pericolosità che l amianto costituisce per l ambiente, nel 1990 fece seguito un divieto generale di usare questo materiale e ciò a salvaguardia della salute della popolazione svizzera. Figura 1 Fibre d amianto (crocidolite, detta anche amianto azzurro dal colore tipico delle fibre), ingrandimento 500 x. Si tratta di fibre estremamente sottili che possono facilmente separarsi longitudinalmente in fibrille ancora più sottili. I prodotti fibrosi trovano un applicazione diffusa anche nel settore edilizio e del genio civile sotto forma di: lastre piane od ondulate, oppure condotte in pressione o canalizzazioni. Per decenni l amianto (figura 1) era considerato il materiale delle mille possibilità d uso: in effetti esso possiede, più di qualsiasi altra fibra, caratteristiche ottimali per molti prodotti tecnici. Quando si cominciò a registrare un numero sempre maggiore di affezioni associate all amianto e si evidenziò l effetto nocivo che esso ha sull uomo, la Suva ordinò, a partire dalla metà degli anni sessanta, successi- Figura 2 Fibre sintetiche inorganiche (fibre di vetro tessile), ingrandimento 500 x. A differenza delle fibred amianto, queste fibre hanno di regola un diametro più grande e una struttura più resistente. Di regola non avvengono separazioni longitudinali delle fibre. 3

5 In seguito al divieto dell amianto in importanti paesi industriali come USA, Germania, Svezia e anche in Svizzera, l industria fu costretta a sviluppare prodotti sostitutivi (figura 2): vedere bibliografia [1] al capitolo 7. Per molti prodotti, per i quali le proprietà tecnologiche dell amianto coprivano una volta tutta una serie di esigenze del mondo produttivo, occorre oggi far ricorso a una combinazione di diversi generi di fibre (cosiddetti cocktail di fibre). Grazie a intensi lavori di ricerca è oggi tecnicamente possibile sostituire l amianto praticamente in tutti i campi d applicazione. Nella seconda parte (capitolo 6) vengono presentati importanti generi di fibre e valutate le esposizioni che i lavoratori subiscono sui posti di lavorazione e indicate le misure di protezione che devono essere adottare a seconda del caso. Nelle appendici A1-A4 sono descritti dettagliatamente alcuni tipi di fibre. Nell appendice A5 sono elencati in una tabella i prodotti sostitutivi più importanti fornendo una panoramica dei loro campi d applicazione. Da circa anni, gli studi sui pericoli che le fibre costituiscono per la salute sono stati estesi sistematicamente alle fibre di materiale diverso dall amianto. I risultati ottenuti prevalentemente da sperimentazioni su animali sono oggetto di discussioni controverse fra gli esperti, in modo particolare l opinione secondo cui tutte le fibre possono causare, in determinate circostanze, gravi affezioni (tumori) [2], [3]. Ci si riferisce qui in special modo alle fibre minerali artificiali (FMA) che vengo-no, in parte, fabbricate e lavorate già da decenni. La Suva si è prefissa anni fa di individuare i posti di lavoro in cui vengono utilizzate fibre di materiale diverso dall amianto e di esaminare l esposizione alle fibre 1 subita dai lavoratori. Sulla base di sopralluoghi e misurazioni sul posto è stato possibile acquisire fondate conoscenze sull esposizione alle fibre esistente su tipici posti di lavoro. Una parte importante del presente lavoro è dedicata alla presentazione di queste conoscenze pratiche. La prima parte del presente opuscolo (capitoli dal 2 al 5) tratta i principi basilari: principi basilari della tutela della salute negli ambienti lavorativi, generi di fibre e rischi per la salute, indicazioni relative alle malattie professionali associate alle fibre, valori massimi delle concentrazioni sui posti di lavoro (valori MAC) e metodi di misurazione delle sostanze fibrose. 1 Esposizione: entrare in contatto con una sostanza (per es. polvere di fibre). 4

6 2 Basi della tutela della salute negli ambienti lavorativi 2.1 Basi legislative Le disposizioni legislative fondamentali sulla profilassi delle malattie professionali sono contenute: nella legge federale sull assicurazione contro gli infortuni (LAINF) [4] e nella connessa ordinanza sulla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali (OPI) [5]. Fa parte delle basi legislative anche: l ordinanza del Dipartimento federale dell interno sulle misure tecniche per la prevenzione delle malattie professionali, cagionate da sostanze chimiche. [6] Dalla legge (LAINF art. 82 cpv. 1) risulta chiaramente che l obbligo di prevenire gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali spetta in primo luogo ai datori di lavoro, risp. ai superiori. Essi sono tenuti a prendere tutte le misure: necessarie per esperienza, tecnicamente applicabili e adatte alle circostanze. Secondo la OPI i requisiti essenziali della sicurezza in relazione alle polvere di fibre sono: le misure di protezione da adottare in caso di esposizione a sostanze nocive (art. 44); le misure tecniche di ventilazione (art. 33); gli equipaggiamenti individuali di protezione (art. 5); la prevenzione nel settore della medicina del lavoro (art ). In base all articolo 50 capoverso 3 OPI, la Suva pubblica periodicamente i valori limite d esposizione sui posti di lavoro con indicazione delle concentrazioni massime ammissibili sui posti di lavoro (valori MAC) [7]. Questi valori limite sono impegnativi e devono essere osservati. Spetta alla Suva sorvegliare l applicazione delle prescrizioni sulla prevenzione delle malattie professionali in tutte le aziende assoggettate alla LAINF (OPI art. 50). 2.2 Identificazione dei rischi per la salute Il datore di lavoro può adempiere l obbligo di proteggere il proprio personale contro le malattie professionali lavorando con fibre solo se conosce a fondo i materiali in dotazione nella sua azienda. Egli deve essere in chiaro specialmente sui punti seguenti: ❺ Esistono sostanze fibrose nel processo lavorativo? ❺ Sono noti i generi di fibre? ❺ Può verificarsi un aerodispersione di fibre respirabili 2 (vedere capitolo 4.2.1)? ❺ Esistono concentrazioni massime ammissibili sui posti di lavoro (valori MAC)? ❺ Si dispone di indagini che indicano quali concentrazioni di fibre bisogna prevedere nelle diverse situazioni regnanti sui posti di lavoro? ❺ Sono note le misure di protezione appropriate? ❺ Vengono esse applicate? ❺ Esistono altre avvertenze e regole comportamentali previste dai produttori, dalle associazioni professionali e dalla Suva? 2 Definizione «fibre respirabili»: lunghezza L > 5 µm diametro D < 3 µm rapporto L : D > 3 Una volta raccolte queste informazioni, il datore di lavoro è in grado di pianificare le necessarie misure di protezione e di metterle in pratica. 2.3 I tre principi basilari della tutela della salute sul lavoro Quando è appurata l esistenza di rischi per la salute associati a materiale fibrosi occorre stabilire le misure di protezione nella seguente sequenza [7]: 1. Sostituzione di materiali (sostanze) e procedimenti pericolosi Per quanto tecnicamente possibile bisogna ricorrere sempre, come prima misura, alla Sì/No 5

7 sostituzione di materiali (sostanze) e procedimenti pericolosi con quelli meno pericolosi. Esempio: Sostituzione dell amianto pericoloso per la salute con altri materiali molto meno pericolosi. 2. Protezione collettiva Tenendo conto dei procedimenti di lavoro, delle sostanze impiegate e delle condizioni d uso, i posti di lavoro devono essere installati in modo che l aria respirata dai lavoratori non abbia a contenere concentrazioni di polvere fibrosa nociva. Questo obiettivo è raggiunto di regola quando è garantito il rispetto dei valori MAC. A seconda della situazione, questo obiettivo può essere raggiunto adottando le seguenti misure: u u u u lavori svolti con sistemi chiusi (incapsulamento); aspirazione alla fonte delle emissioni di polvere (aspirazione alla fonte); ventilazione artificiale dei locali; ventilazione naturale sufficiente. 3. Protezione individuale Quando la protezione collettiva si rivela irrealizzabile o non può essere assicurata in misura sufficiente, occorre utilizzare in più mezzi di protezione personale. I respiratori a filtro antipolvere sono apparecchi di protezione delle vie respiratorie appropriati contro le polveri fibrose. Secondo la loro capacità di ritenuta, essi sono suddivisi nelle classi di filtri antipolvere P1 (capacità di ritenuta ridotta), P2 (capacità di ritenuta media) e P3 (capacità di ritenuta elevata). La scelta di una delle classi di filtri antipolvere va fatta in funzione della concentrazione di fibre nell aria ambiente. La classe P1 non deve essere scelta per proteggersi contro le sostanze cancerogene. Hanno dato buona prova i seguenti apparecchi di protezione delle vie respiratorie: a) semimaschere e quarti di maschere con filtro antipolvere classi P1, P2 e P3; b) semimaschere antipolvere classi FFP1, FFP2 e FFP3; c) respiratori a filtro a ventilazione forzata e casco o cuffia classi TH1P, TH2P e TH3P. All acquisto degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (maschere, filtri) bisogna controllare che essi siano conformi alle norme europee EN 140, EN 143 o EN 149. Fanno parte dei mezzi di protezione personale anche: le tute di lavoro chiuse; gli occhiali di protezione; i guanti. Il datore di lavoro deve mettere a disposizione tutti i necessari mezzi di protezione personale. Il lavoratore è tenuto a osservare le istruzioni del suo superiore e a usare i mezzi di protezione in modo appropriato. 2.4 Prevenzione nel settore della medicina del lavoro Un ruolo importante nella profilassi delle malattie professionali viene svolto non solo dalle misure di protezione tecniche, personali e organizzative, ma anche dalla prevenzione nel settore della medicina del lavoro. Per determinate sostanze nocive, questi provvedimenti vengono applicati anche nei casi in cui vengono osservati i valori MAC. Nel singolo caso spetta alla Suva decidere se un azienda, una parte di essa o singoli lavoratori debbano essere assoggettati alle prescrizioni sulla prevenzione nel settore della medicina del lavoro. Le aziende i cui collaboratori hanno manipolato o manipolano amianto oppure prodotti a base di amianto vengono assoggettate alla prevenzione nel settore della medicina del lavoro. Questa prevenzione comprende una visita generale d entrata, visite di controllo generali a intervalli prestabiliti, nonché controlli medici dopo la cessazione dell attività nell azienda assoggettata. I collaboratori che svolgono attività lavorative a contatto con fibre di materiale diverso dall amianto non vengono assoggettati al controllo obbligatorio. 6

8 3 Tipi di fibre 3.1 Definizioni Il termine generale «fibra» viene usato per indicare tutte le particelle di forma allungata, vale a dire quelle aventi una lunghezza nettamente maggiore al proprio diametro. Altrimenti si parla di particelle compatte. La lunghezza delle particelle fibrose può essere limitata (fibre vere e proprie, per es. capelli) o praticamente infinita (cosiddetti filamenti). Le fibre si presentano singolarmente o disposte in fasci. Le fibre vengono suddivise secondo la natu-ra della sostanza in funzione della composizione chimica del materiale fibroso. Si distinguono: fibre inorganiche materie prime: minerali naturali, rocce, sali, metalli fibre organiche materie prime: sostanze vegetali e animali, prodotti del petrolio Con un ulteriore procedimento di lavorazione è possibile trasformare la gran parte delle fibre in tessuti non tessuti, feltrature e sotto forma di filamenti o fili in tessuti, maglierie, reti e corderie. 3.2 Visione generale Le applicazioni industriali impiegano una moltitudine di fibre naturali e sintetiche inorganiche e organiche. Lo sviluppo di fibre a sostituzione dell amianto ha portato alla creazione di numerosi nuovi materiali fibrosi. Le seguenti tabelle danno una visione generale delle fibre attualmente note nonché la loro classificazione a seconda della sostanza e del procedimento di fabbricazione. Nell allegato (vedere pag. 34) è riportata la descrizione dettagliata dei principali tipi di fibre. Un secondo criterio di suddivisione tiene conto del modo in cui il materiale fibroso viene prodotto (procedimento di produzione): Fibre naturali: materia prima naturale che viene trasformata in fibre tramite un procedimento (chimico-) fisico. La materia non subisce alcun cambiamento. Esempi: amianto (asbesto), sepiolite, canapa, lana. Fibre sintetiche: fabbricazione artificiale di fibre. In una prima fase, la materia prima fibrosa viene prodotta chimicamente dalle materie grezze organiche e inorganiche. Si ha qui un cambiamento della materia. Solo in una seconda fase avviene l effettiva fabbricazione delle fibre. Esempi: fibre di carbonio, fibre minerali artificiali, fibre di poliammide. 7

9 Fibre naturali Fibre inorganiche Fibre organiche Minerali Amianto Materiali diversi dall'amianto Fibre vegetali Fibre animali Amianto di serpentino - Crisotilo Amianto di anfibolo - Crocidolite - Amosite - Tremolite - altri - Erionite - Palygorskite/Attapulgite - Wollastonite - Sepiolite - altri - Cotone - Canapa -Lino - Luta - altri - Lana - Capelli - Seta - altri Tabella 1: fibre naturali. Fibre sintetiche Fibre inorganiche Fibre organiche Fibre di silice Fibre diverse dall'amianto Polimeri sintetici Polimeri naturali - Fibre di carbonio - Fibre di polititanato - Fibre d'ossido d'alluminio - Fibre metalliche - Whysker -altre - Poliacrilonitrile (PAN) - Poliaramide (Kevlar) - Poliammide (PA) - Polivinilalcool (PVAL) - Politetrafluoroetilene (PTFE) (Teflon) - altri - Fibre di cellulosa Capro Viscose Acetato - Alginate - Elastodiene (gomma) -altre Fibre minerali artificiali Fibre di vetro tessili Fibre di vetro non tessili Fibre refrattarie Fibre di vetro speciali - Filamenti - Fibre tessili - Fibre di acido silicico -altre - Lana di vetro - Lana minerale - Lana di scorie - Fibre ceramiche - Fibre di quarzo -altre - Microfibre di vetro -altre Tabella 2: fibre sintetiche. 8

10 4 Rischi per la salute associati a polveri fibrose Il rischio che la manipolazione di materiali fibrosi costituisce per la salute è oggi ancora motivo di discussioni in parte intense e controverse. Le fibre d amianto sono state le prime ad essere individuate come la causa di gravi affezioni professionali. Sulla base di esperimenti su animali si è giunti più tardi ad attribuire anche a fibre di materiale diverso dall amianto effetti nocivi sull uomo. Alcuni scienziati [2] sono perciò dell opinione che tutte le fibre, sempre che siano sufficientemente lunghe e sottili e presentino una biopersistenza abbastanza elevata, posseggono effetti cancerogeni. Ecco perché la medicina del lavoro ha ritenuto opportuno occuparsi maggiormente dei problemi correlati alle fibre a livello mondiale. In questo capitolo verranno trattate le affezioni riconosciute dall assicurazione come malattie professionali e cagionate da polveri fibrose, nonché descritte le caratteristiche delle fibre che possono costituire un rischio per la salute. 4.1 Tecnopatie riconosciute, causate da polveri fibrose Di tutte le fibre tecnicamente importanti, l amianto è considerato il responsabile primario delle malattie professionali. Sono invece rare le tecnopatie causate da fibre di materiale diverso dall amianto. Il ruolo predominante che le fibre d amianto assumono nell ambito delle malattie professionali è dovuto, fra l altro: alla grande diffusione che l amianto ha conosciuto in 40 anni d uso sul piano delle applicazioni industriali e artigianali; alle condizioni di lavoro che specialmente negli anni dal 1950 al 1975 comportavano, in parte, un elevata esposizione dei lavoratori alla polvere di amianto; al potenziale effetto nocivo dell amianto sull uomo; all elevata biopersistenza di queste fibre. Passiamo ora a descrivere brevemente le malattie professionali che sappiamo sono dovute a fibre Affezioni causate dalle fibre d amianto Asbestosi L asbestosi è una progressiva iperplasia connettiva nei polmoni (fibrosi polmonare), ossia uno sviluppo eccessivo del tessuto colpito. In stadio avanzato essa provoca dispnea progressiva, alterazioni funzionali dei polmoni e, in casi gravi, invalidità da insufficienza respiratoria. I soggetti colpiti da asbestosi sono inoltre molto più soggetti a tumori ai polmoni (cancro polmonare) rispetto alla popolazione media. Il consumo di tabacco aumenta ulteriormente e in modo notevole il rischio di contrarre un tumore. Il periodo di latenza 3 di un asbestosi è generalmente di oltre 15 anni. L asbestosi è una malattia dovuta a un esposizione importante e per lunghi anni alle fibre nocive, così come la si è riscontrata di sovente negli anni '50, 60 e 70. La Suva riconosce attualmente ancora circa 5 casi di asbestosi all anno come malattia professionale: la tendenza è decrescente. Un motivo di questa evoluzione positiva va ricercata nel netto miglioramento delle condizioni di lavoro a partire dagli anni 80, nonché nel divieto in vigore già dal 1975 di usare l amianto floccato quale mezzo d isolamento. Cancro polmonare (carcinoma bronchiale) Nei casi di un elevata esposizione pluriennale si deve temere un elevato rischio di contrarre un cancro polmonare. Mesotelioma maligno Per mesotelioma maligno si intende un tumore maligno (cancro) che può avere localizzazione 3 Periodo latente (d incubazione): intervallo di tempo che intercorre tra inizio dell esposizione e comparsa della malattia. 9

11 prevalentemente pleurica e più raramente peritoneale, di cui il nome mesotelioma pleurico o peritoneale. Questa malattia ha praticamente sempre un decorso letale. Il periodo di incubazione è estremamente lungo: da 20 a 40 anni. I mesotelioma possono insorgere anche in seguito a esposizione nettamente inferiore a quella osservata nei casi di asbestosi. I casi riconosciuti dalla Suva sono attualmente all anno; si osserva una stagnazione a un livello elevato del numero di affezioni che insorgono nel corso di un anno. Visto il lungo periodo di incubazione non si è ancora registrata una riduzione dei casi da quando sono state adottate diverse misure atte a ridurre l esposizione alle polveri nocive. Placche pleuriche Per placche pleuriche si intende una progressiva iperplasia connettiva (sviluppo eccessivo del tessuto) a carico della pleura. La si riscontra sovente presso i lavoratori esposti all amianto. Nella maggior parte dei casi le placche pleuriche non hanno nessun influsso negativo sull organismo e sulla funzione polmonare Affezioni causate da fibre organiche naturali In Svizzera le affezioni causate da fibre organiche naturali si manifestano sotto forma di asma allergica (attacchi di affanno che insorgono per spasmi o contratture delle pareti bronchiali) o di infiammazione polmonare allergica (cosiddetta alveolite estrinseca o pneumonia da ipersensibilità). Va comunque osservato che le cause di queste affezioni sono da ricercare generalmente non nelle fibre, ma piuttosto nelle sostanze presenti sulla superficie delle fibre. 4.2 Fibre delle caratteristiche pericolose per la salute Geometria delle fibre Gli effetti che singole fibre possono avere sull uomo nel maneggiare sostanze fibrose sono di due tipi, ossia: effetti esterni: per esempio sulla pelle, sugli occhi (fig. 3) effetti interni: sulle vie respiratorie (bronchi e polmoni) e nella regione del ventre e della pleura (fig. 4) Affezioni causate da fibre minerali artificiali Le affezioni causate da fibre minerali artificiali, quali le fibre di vetro tessili, le lane isolanti (lana vetrosa e lana minerale) o le fibre ceramiche e riconosciute come malattie professionali, si limitano fino ad oggi a casi attribuibili agli effetti che le fibre spesse hanno sulla pelle o sugli occhi. È accertato che si tratta il più delle volte di irritazioni della pelle d origine meccanica che possono essere accompagnate da forte arrossamento e prurito. Rari sono i casi di reazioni allergiche, di infiammazioni della congiuntiva e della cornea. Le irritazioni della pelle e degli occhi sono generalmente passeggere e leggere. Figura 3 Esistono determinati tipi di fibre che possono causare infiammazioni della pelle quando posseggono una sufficiente consistenza. Si tratta il più delle volte di fibre spesse (grossolane). Figura 4 Fibre sottili del diametro inferiore a 3 µm che passando attraverso le vie respiratorie possono penetrare fino alle ultime diramazioni bronchiali e invadere gli alveoli polmonari. 10

12 Fibre «spesse», non respirabili Le sostanze fibrose sono generalmente composte da una miscela di fibre di differente diametro; in una stessa miscela troviamo così fibre «spesse» e fibre «sottili», che possono esercitare sull uomo effetti sia esterni che interni. Le fibre spesse, quando posseggono una sufficiente consistenza, possono causare lesioni della pelle e degli occhi. A volte a queste irritazioni possono seguire vere e proprie malattie della pelle. Fibre «sottili», respirabili Le fibre in grado di penetrare nelle vie respiratorie inferiori e nei polmoni, ossia quelle respirabili, vengono considerate «fibre critiche». La dimensione di queste fibre è definita come segue (convenzione WHO): lunghezza L ò 5 µm (5/1000 mm); diametro D ó 3 µm; lunghezza : diametro > 3:1 (questo rapporto minimo permette di stabilire una distinzione netta fra una fibra e una particella compatta). Importante: questa definizione delle fibre critiche comprende unicamente la respirabilità e la struttura di una fibra. Non dà invece nessuna indicazione su un eventuale rischio per la salute! Da questa definizione si può trarre la seguente conclusione significativa: I materiali fibrosi le cui singole fibre hanno un diametro superiore a 3 µm, sono considerati oggi come innocui per quanto concerne i rischi per la salute a carico dei polmoni! Biopersistenza La biopersistenza delle fibre sta a significare se ed entro quale lasso di tempo le fibre penetrate nei polmoni possono dissolversi (decomporsi) nei liquidi dell organismo umano. Le fibre con una solubilità elevata nei liquidi dell organismo hanno una biopersistenza ridotta e quindi un tempo di permanenza breve. Un tempo di permanenza lungo significa che le cellule polmonari colpite vengono maggiormente irritate: da ciò si può dedurre un intensificazione dell azione cancerogena. Attualmente non esistono ancora metodi standard per eseguire un controllo uniforme della biopersistenza delle fibre. Si può allestire la seguente lista per ordine crescente di solubilità: anfibolo, crocidolite; erionite; fibre ceramiche ad alto rendimento; fibre ceramiche; crisotilo; lana vetrosa e minerale (lane isolanti); fibre naturali e sintetiche organiche; wollastonite; fibre di gesso. Questa lista è basata prevalentemente su valori empirici. A seconda della composizione delle fibre minerali artificiali i valori di solubilità possono variare enormemente Struttura superficiale Le fibre sono diventate un tema molto discusso non solo in merito alla loro composizione chimica che influisce sulla loro biopersistenza, ma anche alla loro struttura superficiale. Si suppone, fra l altro, che sulla superficie delle fibre si svolgano dei processi chimico-fisici tali da produrre composti chimici molto reattivi e di vita breve. Questi cosiddetti radicali sono in grado di modificare il tessuto cellulare Comportamento di polverizzazione Una messa in pericolo della salute da materiali fibrosi presuppone l aerodispersione di fibre respirabili, per esempio durante la lavorazione dei materiali, in modo tale da inquinare l aria ambiente dei lavoratori. La capacità di liberare fibre, o comportamento di polverizzazione, di un materiale dipende fra l altro: dalla finezza delle fibre; dalla possibilità di una spaccatura longitudinale; dall impiego di leganti. Biopersistenza decrescente 11

13 Misurazioni delle fibre presenti nell aria degli ambienti lavorativi hanno dimostrato, per esempio, che la manipolazione di fibre ceramiche produce una maggiore dispersione di fibre respirabili che non la manipolazione di lane isolanti o di fibre di vetro tessile. In effetti, la proporzione di fibre fini presenti nei prodotti di fibra ceramica è elevata e, in più, non si fa ricorso a leganti. Naturalmente la concentrazione di fibre sui posti di lavoro è influenzata dalle misure di ventilazione adottate e dai metodi di lavoro, fattori questi che, per quanto possibile, dovrebbero essere adattati al comportamento di polverizzazione del materiale. 4.3 Effetto cancerogeno delle fibre di materiale diverso dall amianto: conoscenze attuali Per accertare se anche le fibre di materiale diverso dall amianto esercitano un effetto cancerogeno sull uomo si ricorre a due metodi di rilevamento, ossia: Esperienze pratiche sull uomo Basandosi su indagini epidemiologiche 4, si accerta se il tasso delle malattie cancerose (cancro ai polmoni e mesotelioma) è statisticamente più elevato presso le persone esposte che presso quelle non esposte professionalmente alle fibre. Sperimentazioni su animali [2], [3] Queste sperimentazioni servono a verificare se una determinata fibra può favorire l insorgere di una formazione tumorale negli animali. Le sperimentazioni classiche con le fibre consistono, fra l altro, nella somministrazione o nell iniezione diretta: nella pleura (iniezione intrapleurale); nel peritoneo (iniezione intraperitonale); nei bronchi o nel polmone (instillazione intratracheale) 5. Per questi esperimenti vengono somministrate generalmente forti dosi di fibre. 4 Epidemiologia: ramo della medicina che si occupa dell origine e dello sviluppo delle malattie. 5 Immissione di piccole quantità di liquido, a goccia a goccia. Sulla base di questi due metodi di rilevamento e dell attuale stato della scienza è possibile trarre le seguenti conclusioni: 1. Per quanto concerne i materiali diversi dall amianto, gli studi epidemiologici svolti finora sull uomo non hanno permesso di rivelare nessun rischio elevato di cancro ai polmoni o di mesotelioma. Eccezione: l erionite, una zeolite fibrosa naturale, tuttavia di nessuna importanza quale materiale d interesse tecnologico. In Svizzera, la Suva non ha ancora riconosciuto finora nessun caso di tumore professionale associato a fibre di materiale diverso dall amianto. 2. Sulla base di sperimentazioni su animali, la Suva ha classificato le seguenti fibre come cancerogene: 6 fibre ceramiche; fibre di titanato potassico. 3. Per le seguenti fibre non è stato provato nessun effetto cancerogeno. Sussiste tuttavia un sospetto di carcinogenicità sulla base di sperimentazioni su animali: fibre di ossido d alluminio; fibre di lana vetrosa e di lana minerale (fibre di lana isolante); fibre di carburo di silicio; aramide. 6 In Germania, oltre alle sperimentazioni su animali, è stato introdotto un secondo criterio di classificazione per determinare la potenzialità cancerogena: il cosiddetto indice di carcinogenicità che viene calcolato sulla base della composizione chimica secondo la formula seguente (TRGS 905) [8]: K I = ossido di Na, K, B, Ca, Mg, Ba-2 x ossido di Al (calcolo in % del peso) Na: sodio, K: potassio, B: boro, Ca: calcio, Mg: magnesio, Ba: bario, Al: alluminio Per attribuire gli indici di carcinogenicità alle categorie delle sostanze cancerogene si applicano le seguenti regole: Categoria: K I 2 (potenziale di carcinogenicità comprovato) ó 30 3 (potenziale di carcinogenicità sospetto) (nessun potenziale di carcinogenicità) ò 40 Nei casi in cui sperimentazioni su animali mettono in evidenza che per una fibra non esiste nessun effetto cancerogeno, la fibra viene classificata nella successiva categoria superiore. La classificazione sulla base dell indice di carcinogenicità viene applicata solo in Germania. La Svizzera come pure altri paesi non hanno adottato questo procedimento, essendo esso oltremodo contestato dagli specialisti. 12

14 4. Per tutti gli alti materiali fibrosi non si dispongono di dati sufficienti per far sospettare effetti cancerogeni. 4.4 Riepilogo dei rischi per la salute e conclusioni Occorre differenziare la valutazione dei rischi per la salute associati alle fibre. Questi rischi possono essere influenzati dai seguenti fattori: - geometria delle fibre: determina la possibilità di una dispersione di fibre respirabili; - biopersistenza: esercita un influsso sul tempo di permanenza delle fibre nell organismo; - struttura superficiale: ha, fra l altro, un influsso sui processi chimico-fisici alla superficie; - comportamento di polverizzazione: ha un influsso sull emissione di polvere e di conseguenza sull esposizione alla polvere negli ambienti lavorativi. Da uno sguardo nella statistica delle malattie professionali risulta che: - l amianto ha una responsabilità determinante sull insorgenza di malattie professionali associate a materiali fibrosi; - le affezioni causate da fibre di materiale diverso dall amianto sono finora molto rare e piuttosto di natura leggera. A tutt oggi non è stato possibile comprovare l effetto cancerogeno sul corpo umano delle fibre di materiale diverso dall amianto, molto usate nell industria. Sulla base di sperimentazioni su animali, le fibre ceramiche e di titanato di potassio sono state classificate come cancerogene. Le esigenze della sicurezza sul lavoro nella manipolazione di materiali fibrosi devono essere adattate alla potenzialità del rischio. Il capitolo 6 porta degli esempi per determinate fibre. 13

15 5 Valori massimi delle concentrazioni sui posti di lavoro (valori MAC) e la relativa sorveglianza Una misura efficace atta a prevenire le malattie professionali causate da materiali fibrosi è quella di evitare la formazione di polveri fibrose negli ambienti lavorativi. In pratica questo obiettivo può essere raggiunto raramente, motivo per cui bisogna sempre prevedere una certa immissione. La concentrazione di queste polveri fibrose va tenuta la più bassa possibile onde evitare un rischio per la salute anche a esposizione pluriennale. I valori MAC delle concentrazioni di fibre negli ambienti lavorativi vengono fissati in funzione del potenziale di rischio per la salute delle differenti fibre. Definizione del valore MAC «La concentrazione massima ammissibile sui posti di lavoro (valore MAC) è quel valore massimo della concentrazione media nell aria di una sostanza sotto forma di gas, vapore o polvere il quale, di regola, durante un esposizione di 8 ore giornaliere e fino a 42 ore settimanali, anche per periodi prolungati, secondo le conoscenze attuali non mette in pericolo la salute della massima parte dei lavoratori sani sul luogo di lavoro.» Occorre tenere presente che i valori MAC non sono limiti netti fra concentrazioni pericolose e non pericolose. A concentrazioni al di sotto del valore MAC non è garantita in modo assoluto la sicurezza di chiunque vi sia esposto: per persone particolarmente sensibili o già malate, una esposizione a concentrazioni più basse può già costituire un pericolo. 5.1 Valore limite in funzione della presenza di particelle: numero delle fibre I valori MAC sono espressi in «numero di fibre» per i materiali fibrosi che possono liberare fibre respirabili e classificate a rischio per la salute. Questo numero di fibre corrisponde alla quantità di fibre respirabili per unità di volume dell aria (L ò 5 µm, D ó 3 µm, L:D > 3, vedere capitolo 4.2.1). In generale, il numero di fibre viene indicato nelle due unità seguenti: fibre (F)/ml e fibre (F)/m 3 (1 F/ml = 1'000'000 F/m 3 ) Gli attuali valori MAC (1997) espressi in numero di fibre, sono i seguenti: Amianto (tutti i tipi) 0,25 F/ml = 250'000 F/m 3 C 7 Importante: non confondere il valore MAC con il valore limite d immissione raccomandato dall UFAFP 8, nettamente inferiore a 1'000 F/m 3 risp. a 0,001 F/ml. Questa raccomandazione vale per i locali utilizzati dalla popolazione in generale. Materiali diversi dall amianto Fibre minerali artificiali Lane minerali Lane Lane vetrose isolanti Fibre ceramiche C 7 Microfibre speciali Fibre di ossido d alluminio Fibre di carburo di silicio 0,5 F/ml = F/m 3 0,5 F/ml = 500'000 F/m 3 7 C = classificato come cancerogeno 8 UFAFP = Ufficio federale dell ambiente, delle foreste e del paesaggio 14

16 5.2 Metodo di misurazione per il conteggio delle fibre La fissazione di un valore limite del numero delle fibre come per l amianto e le fibre minerali artificiali, è strettamente connessa a un metodo di misurazione specifico (ZH 1/120.31; RTM 1). [9] Questo metodo comprende due fasi: prelevamento dei campioni sui posti di lavoro; conteggio delle fibre al microscopio ottico in laboratorio. I campioni vengono prelevati aspirando un determinato volume dell aria ambiente sui posti di lavoro mediante una pompa provvista di un separatore di particelle (figura 5). Figura 6 Uno sguardo nel microscopio elettronico a scansione (MES) mostra un fascio di fibre dell amosite, ingrandimento 500 x. Grazie a moderne tecniche di analisi ai raggi X è possibile esaminare e identificare la struttura chimica delle fibre. Dopo averle prima preparate convenientemente, le fibre trattenute dal filtro vengono sottoposte a conteggio mediante un microscopio ottico a contrasto di fase. Con un ingrandimento da 400 a 500 volte vengono contate unicamente le fibre corrispondenti alla definizione di fibre respirabili. Figura 7 Analisi delle fibre mediante MES e spettrometro a raggi X. Con il microscopio ottico vengono contate tutte le fibre aventi la geometria predefinita: non è possibile distinguere i diversi tipi di fibre. In caso di dubbi, occorre quindi eseguire ulteriori misurazioni mediante conteggio con il microscopio elettronico a scansione, abbreviato con la sigla MES (fig. 6): secondo ZH 1/ [10]. Questo metodo di conteggio permette di identificare ogni singola fibra e di contare esclusivamente quelle del tipo ricercato. Figura 5 Le misurazioni rappresentative sui posti di lavoro premettono che i campioni vengano prelevati direttamente sull uomo. A tale scopo si fa ricorso a pompe leggere, portatili, atte ad aspirare l aria ambiente attraverso un separatore di particelle. Le fibre trattenute dal filtro vengono in seguito analizzate in laboratorio. Il metodo MES, rispetto a quello della microscopia ottica, è molto più complesso e dispendioso, in quanto richiede installazioni da laboratorio costose e oltremodo sofisticate (fig. 7). In generale si fa ricorso quindi alla microscopia ottica che risulta sufficientemente precisa per giudicare la concentrazione di polvere fibrosa rispetto al valore MAC. Il metodo MES viene impiegato principalmente nei lavori di ricerca nonché per misurare più basse concentrazioni di fibre comprese tra '000 F/m 3. 15

17 Per chi desidera maggiori informazioni si rinvia ai riferimenti bibliografici concernenti i metodi di misurazione standard nonché alle norme specifiche. [9], [10]. 5.3 Valore limite in funzione della massa: concentrazione di polvere fine Il valore limite (concentrazione di polvere fine) dei materiali fibrosi che non generano fibre respirabili (ma possibilmente particelle compatte di polvere fine) viene stabilito come valore gravimetrico (in funzione della massa) al posto del metodo del conteggio delle fibre. Per «polvere fine» si intende quella parte della polvere respirabile in grado di invadere gli alveoli polmonari: sono particelle di un diametro aerodinamico inferiore a 7 µm. Importante: bisogna sempre prevedere che da fibre spesse possono sprigionarsi piccole particelle per effetti d origine meccanica, corrispondenti alla definizione di polvere fine. Per questi materiali fibrosi, il valore MAC in vigore attualmente è di 6 mg di polvere fine per m 3. Ciò corrisponde al «valore limite generale per la polvere» utilizzato per polveri inerti non in grado di provocare sintomi morbosi o la formazione di tessuto connettivale. La determinazione della concentrazione di polvere fine avviene con il metodo gravimetrico per pesatura della parte di polvere fine trattenuta dal filtro tenendo in considerazione il volume d aria del campione. 16

18 6 Polveri fibrose in posti di lavoro tipici: presenza esposizione valutazione misure di protezione La Suva, a cui spetta il compito di controllare l applicazione delle prescrizioni della prevenzione delle malattie professionali nelle aziende, ha riservato una priorità particolare alla sorveglianza dei posti di lavoro con esposizione alle fibre nocive. Per 3 4 decenni la sorveglianza era concentrata sui posti di lavoro in cui sono stati manipolati amianto grezzo e prodotti contenenti amianto. In questi ultimi anni è stata predisposta, in più, una sorveglianza sistematica dei posti di lavoro in cui vengono manipolati prodotti fibrosi diversi dall amianto, anzitutto fibre minerali artificiali. Con ispezioni dei posti di lavoro e mediante l adozione di misure mirate è stato possibile individuare e valutare i posti di lavoro tipici con esposizione alla polvere fibrosa. 6.1 Amianto Sulla base di un decreto del Consiglio federale, in Svizzera l uso generale dell amianto è stato vietato a partire dal 1 marzo Si tratta di un divieto che concerne sia la fabbricazione di prodotti e oggetti contenenti amianto, sia l importazione di prodotti commerciali contenenti amianto. Base legislativa del divieto di usare l amianto Il divieto generale di usare l amianto figura nell «ordinanza sulle sostanze pericolose per l ambiente» (ordinanza sulle sostanze, Osost), allegato 3.3 [11], la quale è basata sulla legge federale sulla protezione dell ambiente (legge sulla protezione dell ambiente, LPAmb). Questo divieto interessa una vasta gamma di applicazioni ed è entrato immediatamente in vigore il 1 marzo Per speciali prodotti tecnici, quali condotte di pressione e canalizzazioni o guarnizioni sottoposte a forti sollecitazioni, è stato allestito un piano delle scadenze che ha prorogato sino alla fine del 1994 il divieto per determi-nate applicazioni. A partire da questa data, tutti i prodotti contenenti amianto sono vieta-ti. La domanda per permessi eccezionali è da inoltrare all UFAFP, il solo ufficio autorizzato a rilasciarli. Sulla base di questa evoluzione il tema amianto va considerato sotto gli aspetti seguenti: amianto quale materiale industriale; eliminazione di rifiuti contenenti amianto. Nel seguito questi due argomenti verranno trattati singolarmente Amianto quale materiale industriale: fabbricazione, trasformazione e utilizzazione Già prima dell introduzione del divieto di usare l amianto si registrò una riduzione netta dell amianto nei settori industriali. Attualmente la situazione è la seguente: Industria del fibrocemento (fabbricazione) Negli anni 70 e 80, il 90% circa dell amianto grezzo importato è stato impiegato per la fabbricazione di prodotti in fibrocemento (amianto-cemento), quali pannelli per facciate, lastre ondulate e tubi. Nel frattempo tutti i prodotti sono senza amianto, alcuni già dalla fine degli anni 80. Le persone tenute a fabbricare o a lavorare questi prodotti non sono quindi più esposte all amianto. Si è fatto ricorso alle seguenti fibre sostitutive (fig. 8): - cellulosa; - poliacrilonitrile; - polivinilalcool. I rischi per la salute associati a queste fibre sostitutive sono da considerare oltremodo ridotti, tanto più che l esposizione alle fibre di queste sostanze è bassa (figg. 9 e 10). Industria edile (trasformazione e utilizzazione) Nel settore edilizio è diminuito di molto il rischio di un esposizione all amianto da parte dei lavoratori grazie alla rinuncia rispettiva- 17

19 mente al divieto dei prodotti nuovi in amiantocemento. Si deve comunque temere ancora un esposizione alla polvere d amianto che si produce in occasione dei lavori di demolizione e smontaggio o riattazione di vecchi pannelli o tubi. Le misure di protezione da adottare dipendono dalla situazione esistente sui posti di lavoro, dalla durata dei lavori e dall esposizione alla polvere fibrosa (vedere capitolo 6.1.2). Figura 8 La produzione di fibrocemento a sostituzione dell amianto-cemento ha richiesto lunghe ricerche e l introduzione di nuovi procedimenti complessi. Specialmente la lavorazione delle fibre sostitutive ha reso necessario creare nuovi macchinari. Guarnizioni di freni e frizioni (ferodi) Dal 1991, tutte le vetture nuove importate in Svizzera devono essere equipaggiate esclusivamente con guarnizioni senza amianto. Anche le guarnizioni di ricambio per i freni a tamburo, i freni a disco e le frizioni sono oggi di materiale esente da amianto. Nelle aziende in cui vengono lavorate e sostituite le guarnizioni di freni e frizioni si è registrata una forte riduzione dell esposizione all amianto. Tuttavia non si può parlare ancora di un «esposizione zero» in quanto capita sempre ancora di dover sostituire ed eliminare vecchie guarnizioni contenenti amianto (fig. 11). Comunque il rischio è molto ridotto (misurazioni fatte hanno mostrato valori attorno a Figura 9 Anche lavorando il fibrocemento con formazione di polvere bisogna predisporre un sistema d aspirazione alla fonte, per es. lavorazione di tubi per canalizzazioni. Figura 11 Lo smontaggio di guarnizioni di freni (ferodi) richiede un aspirazione alla fonte, in quanto si deve prevedere anche in futuro l esistenza di guarnizioni contenenti amianto. Figura 10 Aspirazione alla fonte per punzonatrici di pannelli di scisto. 1/100 esimo del valore MAC). Per i materiali di attrito (cosiddetti ferodi) utilizzati per le guarnizioni di freni - non esiste un effettiva produzione svizzera: i prodotti vengono importati - si utilizzano i seguenti prodotti sostitutivi: - aramide (kevlar); - fibre di grafite; - fibre metalliche; - eventualmente fibre minerali artificiali. 18

20 La lavorazione delle guarnizioni per freni e frizioni, perché possa corrispondere allo stato della buona tecnica, deve essere eseguita predisponendo un aspirazione alla fonte durante le operazioni generanti polvere tale da ridurre al minimo l esposizione alle fibre nocive (fig. 12). Da misurazioni fatte sui posti di lavoro è stato possibile rilevare da 20'000 a 50'000 fibre/m 3. Esse sono nettamente al di sotto del valore MAC per le fibre minerali artificiali. Figura 12 Aspirazione alla fonte durante l operazione di taglio di ferodi di materiale senza amianto. Guarnizioni Le guarnizioni a base di amianto erano usate prevalentemente nei settori con esposizione a forti sollecitazioni, fra l altro nell industria chimica e nelle centrali elettriche. I materiali delle guarnizioni provenivano dall estero e venivano lavorate in Svizzera da ditte specializzate. Il divieto di usare l amianto ha comportato l arresto dell importazione di guarnizioni a base di amianto: si fece ricorso, fra l altro, ai seguenti materiali sostitutivi: - aramide (kevlar); - silicati di alluminio; - acciai fini laminati di grafite. La dispersione di fibre durante l operazione di taglio del materiale era già ridotta nella fabbricazione di guarnizioni a base di amianto. Come risulta da diverse misurazioni eseguite sui posti di lavoro, le concentrazioni medie delle fibre erano di molto al di sotto del valore MAC pari a 250'000 F/m 3. La concentrazione delle fibre dei prodotti sostitutivi è ancora più bassa, in quanto esse non contengono, in generale, che una piccola percentuale di fibre respirabili. Materiali per filtri Dalla fine degli anni 80 in Svizzera non vengono più fabbricati filtri a base di amianto per l industria alimentare e farmaceutica. La loro importazione venne vietata a partire dal Per la fabbricazione di filtri sottoposti a forti sollecitazioni si fa oggi ricorso, fra l altro, ai materiali seguenti: - fibre minerali artificiali: fibre ceramiche e speciali microfibre vetrose; - fibre di polipropilene; - fibre di teflon; - fibre di poliacrilonitrile ossidato. Esposizioni all amianto di breve durata sono ancora possibili in occasione dello smontaggio di vecchi filtri a base di amianto. Per quanto concerne i prodotti sostitutivi, le fibre minerali artificiali non costituiscono nessun rischio per la salute. Da misurazioni fatte sui posti di lavoro risulta infatti che le concentrazioni di fibre rilevate si trovano nettamente al di sotto del valore limite. Tessili La fabbricazione di tessili a base di amianto per rivestimenti protettivi o per guanti è stata definitivamente sospesa verso la fine degli anni ottanta. A sostituzione di questi tessili si fece ricorso, fra l altro, ai seguenti prodotti: - pelle; - aramide (kevlar); - fibre vetrose rivestite di neoprene. Gli attuali prodotti sostitutivi non emettono praticamente fibre respirabili. È quindi escluso un rischio per la salute. Materiali di riempimento (riempitivi, cariche) Nel 1989 è stato abbandonato l uso dell amianto quale additivo fibroso per colle e isolanti. Fra le fibre alternative troviamo per esempio: - l aramide; - le fibre di vetro tessile; - le lane vetrose e le lane minerali. I lavoratori possono esporsi facilmente alle fibre respirabili quando usano le fibre minerali artificiali. Numerosi rilevamenti hanno comunque permesso di constatare che i valori ottenuti sono, in generale, di molto inferiori al valore limite (vedere capitolo 6.2.1). 19

21 6.1.2 Risanamento Il divieto dell amianto ha contribuito a far scomparire dagli ambienti lavorativi i materiali a base di amianto. Quello che rimane ancora sono gli innumerevoli edifici e apparecchi contenenti, in parte, quantità importanti di amianto. Conformemente alla legislazione cantonale o comunale devono essere sottoposti a una bonifica, ossia asportazione ed eliminazione del materiale inquinante, determinati ambienti e strutture costruiti con materiali a base di amianto, specialmente prodotti isolanti d amianto floccato, rivestimenti di pavimenti, pannelli leggeri e simili. Si sa per esperienza che una bonifica dell amianto eseguita non a regola d arte può essere la causa di esposizioni a fibre di molto superiore al valore limite (fino a 10 milioni di fibre per m3). Da qui la necessità di proteggere i lavoratori adottando provvedimenti appropriati. Figura 13 Barriera antincendio di un compartimento tagliafuoco allestita con massa d amianto. Il rischio e le misure di protezione da adottare dipendono prevalentemente dal modo in cui le fibre d amianto sono agglomerate nel prodotto. Si distinguono: - amianto debolmente agglomerato; - amianto fortemente agglomerato. Nel seguito si ritiene opportuno trattare più da vicino questi due tipi di amianto: Prodotti a base di amianto debolmente agglomerato Descrizione dei prodotti Di regola, i prodotti a base di amianto debolmente agglomerato hanno un elevato tenore di amianto (> 40 in % del peso) e una ridotta massa volumica (< 1000 kg/m 3 ). Dai prodotti a base di amianto debolmente agglomerato possono quindi disperdersi facilmente fibre il che può comportare un aumento del rischio per la salute. Tipiche applicazioni sono: - amianto floccato (intonaco o rivestimento spruzzato); - pannelli e lastre leggeri d amianto; - rivestimenti a base di amianto per pavimenti; - materiale isolante in forma di lastre o pannelli; - cordoni d amianto per isolamenti; - masse d amianto per paratie o barriere. (Figg. 13, 14, 15) Figura 14 Stuoia d amianto per l isolamento di tubazioni. Figura 15 Trave d acciaio con rivestimento in amianto spruzzato 20

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