I BENI TEMPORALI DELLA CHIESA

Transcript

1 I BENI TEMPORALI DELLA CHIESA CAPITOLO PRIMO I BENI TEMPORALI DELLA CHIESA NEL VECCHIO CODICE DI DIRITTO CANONICO Il vecchio codice canonico del 1917 definiva i beni temporali come qualsiasi cosa stimabile con prezzo, mentre i beni ecclesiastici come qualsiasi bene appartenente a qualunque persona ecclesiastica. Tutti i beni temporali ed ecclesiastici sono corporali se si percepiscono con un senso corporale, incorporali se si percepiscono con la sola ragione (es. i diritti). Quelli corporali sono a loro volta immobili se non si possono 5

2 muovere da un luogo ad un altro e mobili se al contrario si possono muovere da un luogo ad un altro (es. il denaro). Ancora i beni sono sacri se con la benedizione e consacrazione sono destinati al culto divino (can. 1497), preziosi se hanno un valore materiale artistico o storico, non preziosi se hanno un valore irrilevante. La parola Chiesa, in materia di beni temporali, significa non solo la Chiesa universale o la Santa Sede, ma qualunque persona morale nella chiesa (can. 1498). La Chiesa cattolica e la Santa Sede in virtù della loro personalità morale giuridicamente perfetta, hanno il diritto nativo di acquistare, possedere e amministrare beni temporali per il raggiungimento dei fini loro propri liberamente ed indipendentemente dalla potestà civile. La Chiesa ha il diritto indipendente dallo stato di imporre tributi ai fedeli per provvedere al culto divino, all onesto sostentamento dei chierici e degli altri ministri e ai suoi fini. 6

3 Il dominio dei beni spetta alla persona giuridica che li ha legittimamente acquistati (can. 1499) e tale acquisto può avvenire in tutti quei modi di diritto con cui è lecito agli altri. Per acquistare beni immobili, accettare donazioni, eredità, gli istituti ecclesiastici e gli enti di culto di qualsiasi natura devono essere autorizzati, autorizzazione che è concessa con decreto dal Presidente della Repubblica e quando si tratta di atti il cui oggetto sia di valore superiore alle trcentomila lire, deve essere udito il Consiglio di Stato; mancando l autorizzazione gli acquisti e le accettazioni sono nulli. Per quanto riguarda l amministrazione dei beni ecclesiastici, il Pontefice è il supremo amministratore e dispensatore di tutti i beni ecclesiastici (can. 1518). L ordinario diocesano è il sommo ordinatore ed ispettore dell ordinaria amministrazione e deve vigilare sull amministrazione di tutti i beni 7

4 ecclesiastici; deve essere assistito da un consiglio diocesano di amministrazione, così che qualunque ordinario nella sua città episcopale deve costituire questo consiglio; deve esigere il rendiconto annuale dell amministrazione. Non rientrano nell ordinaria amministrazione accettare o rinunciare un eredità, donazioni fatte solennemente, comprare, vendere o ipotecare beni immobili. I BENI TEMPORALI DELLA CHIESA NEL NUOVO C.J.C.: a) CONCETTO DI BENE GIURIDICO I beni, in quanto tali, sono cose esistenti nella realtà e capaci di arrecare una qualche soddisfazione (economica, spirituale ) alle persone. La realtà umana presenta delle cose attribuite a soggetti che sono necessarie per 8

5 soddisfare i loro bisogni di ogni tipo; questi sono i beni giuridicamente rilevanti. Il codice civile definisce all art. 810 i beni come cose che costituiscono oggetto di diritto. La parola cosa è generica ed individua sia le cose materiali che non materiali. 1 Sono intesi come beni anche ciò che non è concreto, infatti all art. 814 si afferma che i beni possono essere intesi anche come energie naturali che hanno valore economico, così ad es. l art ipotizza quale soggetto di pegno un diritto di credito. Il termine diritto va inteso nel senso di situazione soggettiva. Quindi il bene è la cosa che forma una situazione soggettiva che è idonea a soddisfare un bisogno umano meritevole di tutela dall ordinamento. I beni vengono divisi in varie categorie a seconda della loro funzione, struttura, appartenenza. Si parlerà di beni materiali e immateriali (che si ricollegano a cose corporali 1 P.PERLINGIERI, Manuale di diritto civile, Napoli ESI 2000, pag.166 e ss. 9

6 o non), commerciali o fuori commercio (acquistabili o non), necessariamente demaniali o accidentalmente demaniali (appartengono solo allo Stato o possono appartenere anche ad un privato come la strada), divisibili ed indivisibili (possono essere divisi in parti uguali senza perdere la loro funzione originale e non, come la torta e maglione), mobili ed immobili (possono essere trasportati e non), fungibili ed infungibili (sostituibili e prodotti unici che non possono essere sostituiti), ed infine consumabili ed in consumabili (che si consumano nel tempo non potendo svolgere più la loro funzione iniziale e che non si consumano). b) CONCETTO DI BENE TEMPORALE NELLA LEGISLAZIONE CANONICA La legislazione canonica vigente non contiene indicazioni su quali siano i beni temporali, ma 10