Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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1 Civile Sent. Sez. L Num Anno 2014 Presidente: ROSELLI FEDERICO Relatore: PATTI ADRIANO PIERGIOVANNI Data pubblicazione: 19/03/2014 SENTENZA sul ricorso proposto da: REGIONE CALABRIA C.F , in persona del legale rappresentante 212 tempore, elettivamente domiciliata in ROMA, VIA OTTAVIANO 9, presso lo studio dell'avvocato GRAZIANO PUNGI, rappresentata e difesa dall'avvocato CALOGERO MARIANO, giusta delega 2014 in atti; ricorrente - contro FULCINITI ROSARIO c.f. FLRRSR8OTO3C352E, elettivamente domiciliato in ROMA, VIA G. BORSI 4,

2 presso lo studio dell'avvocato BRUNO ALFREDO, rappresentato e difeso dagli avvocati ROTELLA MARIA IRENE, PRESTIA SALVATORE, giusta delega in atti; - controri correnti - nonchè contro MINISTERO DELLA SALUTE, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso dall'avvocatura GENERALE DELLO STATO presso i cui Uffici domicilia, in ROMA, alla VIA DEI PORTOGHESI n. 12 (atto di costituzione del 09/06/2008); - resistente con mandato - avverso la sentenza n. 2122/2007 della CORTE D'APPELLO di CATANZARO, depositata il 20/12/2007 R.G.N. 1661/2005; udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 13/02/2014 dal Consigliere Dott. ADRIANO PIERGIOVANNI PATTI; udito l'avvocato PUNGI' GRAZIANO per delega MARIANO CALOGERO; udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. FRANCESCA CERONI 7 che ha concluso per l'accoglimento del ricorso per quanto di ragione.

3 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Con sentenza 20 dicembre 2007 la Corte di Appello di Catanzaro, in riforma della sentenza del Tribunale di Catanzaro n. 1004/05 (che, in accoglimento della domanda proposta da Rosario Fulciniti nei confronti del Ministero della Salute e della Regione Calabria con ricorso notificato il 5 e 8 luglio 2002, aveva condannato il primo al pagamento, a titolo di interessi per ritardata corresponsione dell'indennizzo previsto dalla /1992.) spettantegli per l'accertata dipendenza causale dell'epatopatia irreversibile diagnosticatagli nel 1995 dalle emotrasfusioni in precedenza subite, della somma di ,50 e dichiarato la carenza di legittimazione passiva della seconda), aveva invece dichiarato il difetto di legittimazione passiva del Ministero appellante e condannato al suddetto pagamento la Regione Calabria, anche tenuto conto della corresponsione da parte sua dell'indennizzo in linea capitale. La Corte di merito riteneva, infatti, la carenza di prova dell'avvenuto riconoscimento dell'indennizzo ovvero della definizione in via amministrativa della pratica o dell'iscrizione a ruolo dell'indennizzo entro il termine del 21 febbraio 2001, in applicazione della previsione dell'art. 3 del D.C.P.M. 8 gennaio 2002 (ora riprodotta nel D.C.P.M. 24 luglio 2003), secondo cui a sono carico dello Stato, ai sensi dell'art. 2, quarto comma D.P.C.M. 26 maggio 2000, gli oneri a qualsiasi titolo derivanti dal contenzioso giurisdizionale riguardante le istanze di indennizzo trasmesse dalle aziende sanitarie locali al Ministero della sanità sino a detta data. La Regione Calabria ricorre per cassazione sulla base di unico motivo, cui si associa con controricorso Rosario Fulciniti, mentre il Ministero della Salute si è costituito ai soli fini di partecipazione alla discussione, ai sensi dell'art. 370, primo comma c.p.c. MOTIVI DELLA DECISIONE Con unico motivo di gravame, la Regione Calabria deduce violazione degli artt. 2 e 3 D.P.C.M. 26 maggio 2000, dell'art. 3 D.P.C.M. 8 gennaio 2002 e dell'art. 3 D.C.P.M. 24 luglio 2003, in riferimento al d. lg. 112/98, in relazione all'art. 360 n. 3 c.p.c., per erronea esclusione della legittimazione passiva del Ministero della Salute, nonostante la documentata

4 trasmissione della propria domanda di indennizzo ex lege 210/1992 il 25 gennaio 2000 dalla A.S.L. n. 7 di Catanzaro al Ministero e quindi prima del 21 febbraio 2001: data individuata dalle suindicate disposizioni regolamentari ai fini del mantenimento a carico dello Stato di eventuali oneri derivanti dal contenzioso riferito a fatti precedenti il trasferimento delle funzioni in questione alle Regioni (fissato nella decorrenza dal 10 gennaio 2001, a norma dell'art. 3 D.P.C.M. 26 maggio 2000), radicante la conseguente legittimazione passiva del ministero per le relative controversie. Il motivo è infondato, per la peculiarità del caso di specie. Non è qui in discussione la legittimazione passiva del Ministero della salute a decidere, così come in sede amministrativa sul ricorso di chi chieda l'indennizzo in questione, sulla domanda giudiziale proposta dal danneggiato che rivendichi detta prestazione assistenziale: riguardando le disposizioni contenute nei citati D.P.C.M. solo l'onere del contenzioso relativo a fatti precedenti il trasferimento delle funzioni in questione alle regioni, senza che da esse si ricavi anche una regola processuale sulla legittimazione passiva; neppure potendolo, per inidoneità della fonte a disciplinare tale aspetto pur in un mutato contesto costituzionale di riparto delle competenze legislative tra Stato e Regione, ora attributivo alle regioni della competenza residuale in materia di assistenza sociale. E continuando, d'altro canto, l'art. 5 della legge 210/1992 a riservare al ttnistro della salute la competenza a decidere il ricorso amministrativo avverso la valutazione della commissione medico - ospedaliera, conservata dall'art. 123 d. lg. 112/1998 e sopravvissuta anche nel mutato contesto di trasferimento alle regioni di compiti e funzioni in tema di indennizzo (per effetto dei suindicati D.P.C.M. 8 gennaio 2002 e 24 luglio 2003) e di attribuzione alle regioni della competenza legislativa residuale in materia di assistenza pubblica, ai sensi dell'art. 117, quarto comma Cost. novellato (Cass. s.u. 9 giugno 2011, n ; Cass. 28 dicembre 2011, n ). Ciò che viene concretamente in rilievo è piuttosto la domanda (e la relativa disposta condanna, diversamente allocata, come illustrato nella superiore parte espositiva, dalle due corti di merito) di pagamento degli interessi per tardiva corresponsione dell'indennizzo

5 spettante a Rosario Fulciniti, a cura della Regione Calabria con decreto di liquidazione del 16 aprile 2003 (come accertato dalla corte d'appello calabrese, a pg. 5 della sentenza impugnata). Si comprende allora come si verta in tema di responsabilità da tardivo inadempimento, di cui non dimostrata, a norma dell'art c.c., la non imputabilità della causa al debitore. In tema di obbligazioni pecuniarie, il debito degli interessi moratori, alla cui sussistenza è correlata la risarcibilità del maggior danno ai sensi dell'art c.c. non coperto da detti interessi, presuppone l'esistenza di un'obbligazione, ma trova la sua causa immediata nella mora, ossia nel ritardo colpevole dell'adempimento, fonte esclusiva e diretta della responsabilità del debitore per il risarcimento del danno sofferto dal creditore a seguito e per effetto del ritardato pagamento (Cass. 5 aprile 1990, n. 2803, secondo cui più specificamente, qualora il ritardo nell'adempimento sia dipeso da causa non imputabile al debitore, integrata anche dall'ipotesi di mancato pagamento per opposizione dell'eccezione prevista dall'art c.c. all'inadempimento del creditore, non può essere disposta, in difetto del necessario presupposto della mora, la condanna del debitore alla corresponsione né degli interessi moratori, né del maggior danno ex art c.c.). Poiché dunque la causa petendi della domanda di Rosario Fulciniti è costituita dagli interessi per la mora nel pagamento compiuto dalla Regione Calabria, appare evidente la sua esclusiva legittimazione passiva, al di là di ogni questione più generale in ordine ad essa in merito alla domanda di indennizzo ai sensi della legge 210/1992. Dalle superiori argomentazioni discende allora coerente la reiezione del ricorso, con affermazione, a norma dell'art. 384, primo comma c.p.c., del seguente principio di diritto: "Ferma la legittimazione passiva del Ministero della salute in tema di controversie relative all'indennizzo previsto dalla legge 25 febbraio 1992, n. 210, in favore di soggetti che abbiano riportato danni irreversibili a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati e da questi ultimi proposte per l'accertamento del diritto al beneficio, sussiste tuttavia la legittimazione della Regione, che abbia provveduto al pagamento dell'indennizzo in linea capitale, nella causa promossa dal danneggiato per il

6 pagamento degli interessi maturati per la sua tardiva corresponsione, secondo gli ordinari principi in materia di inadempimento delle obbligazioni civili". La particolarità della controversia, l'integrale adesione di Rosario Fulciniti alla tesi difensiva della Regione (come esplicitamente affermato a pg. 3 del suo controricorso) e la mancanza di attività difensiva del Ministero della salute giustificano la compensazione integrale delle spese del giudizio tra le parti. P.Q.M. La Corte rigetta il ricorso e compensa tra le parti le spese del giudizio. Così deciso in Roma, il 13 febbraio 2014 Il Presidente