Sociologia dell organizzazione Sociologia economica e dell organizzazione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Sociologia dell organizzazione Sociologia economica e dell organizzazione"

Transcript

1 Corso di laurea SAM Corso di laurea ORU Sociologia dell organizzazione Sociologia economica e dell organizzazione Professor Lorenzo Bordogna Dipartimento di Studi del Lavoro e del Welfare Università degli Studi di Milano A.A

2 Argomenti discussi a lezione (quinta e sesta settimana) La problematicità del rapporto individuo-organizzazione in Barnard, Simon e Crozier (v. anche Bonazzi, cap. 2). Il problema della partecipazione. Beni pubblici e i paradossi dell azione collettiva. Free riding, incentivi selettivi, dimensione dei gruppi (v. Antologia Individuo e organizzazione, cap.2, Olson). Alcuni giochi discussi a lezione, rappresentativi di problemi di azione collettiva a diversa difficoltà di soluzione. A.A Lorenzo Bordogna 2

3 Sintesi concezione classica di organizzazione La concezione dell organizzazione della teoria classica può essere sintetizzata, con qualche semplificazione, in tre elementi fondamentali: carattere strumentale dell organizzazione rispetto a scopi esogeni, predeterminati e fissi: l organizzazione è vista come strumento trasparente e passivo per il perseguimento razionale di scopi specifici e dati; la razionalità e legittimità degli scopi non costituiscono un problema; carattere coeso e unitario dell organizzazione, che è in grado di imporre naturalmente la sua razionalità ai soggetti che la compongono, e di ottenere obbedienza e conformità dei comportamenti individuali rispetto alle regole e ai ruoli prescritti. I conflitti, quindi, non hanno ragion d essere; chiara delimitazione dei confini tra organizzazione e ambiente, tra funzionamento interno ed avvenimenti e influenze esterni, e pieno controllo di tali confini da parte dell organizzazione. A.A Lorenzo Bordogna 3

4 Sintesi concezione classica di organizzazione Nella concezione classica, il comportamento degli attori nelle organizzazioni non è considerato come un problema: si assume che i soggetti obbediscano alle regole e conformino i propri comportamenti al ruolo loro assegnato, connesso alla posizione che occupano nella struttura formale. I comportamenti negativi ed inefficienti non sono il risultato di una scelta dell attore -comunque motivata: su basi psicologiche, cognitive o strategiche - ma il risultato di strutture organizzative (formali) mal congegnate e mal disegnate: essi derivano da un imperfetta applicazione dei precetti delle teorie organizzative. A.A Lorenzo Bordogna 4

5 Le critiche all impianto teorico classico. Le relazioni problematiche attore-organizzazione Questo impianto teorico, in tutti i suoi elementi, è stato messo in discussione negli studi organizzativi successivi alla Scuola classica. Una linea di critica importante, che va da Barnard a Simon a Crozier (v. Bonazzi, cap. 2), riguarda precisamente il ruolo degli attori e le relazioni tra attori e organizzazione, e sottolinea: le conseguenze inattese delle strategie degli attori; i limiti della razionalità organizzativa; le dinamiche del potere all interno dell organizzazione. A.A Lorenzo Bordogna 5

6 Le critiche all impianto teorico classico. Le relazioni problematiche attore-organizzazione Chester Barnard, alto dirigente della Bell Telephone Company e poi docente alla Harvard Business School, autore di un importante saggio nel 1938 su Le funzioni del dirigente e Herbert Simon, premio Nobel per l economia nel 1976, in un altrettanto importante libro del 1945, Il comportamento amministrativo pongono esplicitamente il problema della possibile divergenza tra scopi dell organizzazione e moventi/interessi degli individui, e quindi il problema organizzativo e gestionale di come allineare i primi con i secondi. Barnard e Simon vedono il rapporto individuo-organizzazione in termini contrattuali. Michel Crozier, importante sociologo francese, vede questo rapporto in termini di relazioni di potere. A.A Lorenzo Bordogna 6

7 Contrattazione contributi/incentivi Secondo Barnard, le organizzazioni sono una realtà moralecooperativa, dove la cooperazione è consapevole, deliberata, orientata ad uno scopo (diversamente da quella spontanea che si realizza sul mercato), ma dove la partecipazione e cooperazione dei singoli non è scontata, è un problema da risolvere. Uno dei compiti principali dell amministrazione è precisamente quello di allineare scopi organizzativi e moventi individuali, conciliare perseguimento dei primi con la soddisfazione delle motivazioni dei singoli partecipanti all'organizzazione. A.A Lorenzo Bordogna 7

8 Contrattazione contributi/incentivi Secondo Barnard, per ottenere tale allineamento tra scopi organizzativi e moventi individuali, le organizzazioni possono utilizzare due strumenti principali: la persuasione, che agisce sulle motivazioni personali, aumentando la disponibilità degli individui a collaborare (di qui l importanza della cultura organizzativa, in tutte le sue dimensioni); la contrattazione tra contributi richiesti agli individui ed incentivi loro offerti dall organizzazione stessa. A.A Lorenzo Bordogna 8

9 Contrattazione contributi/incentivi La decisione di un individuo di partecipare all'organizzazione - e di questa d includerlo - si basa su una contrattazione di incentivi e di contributi, relativa a ciò che le parti offriranno e riceveranno. La contrattazione definisce ciò che l'organizzazione può aspettarsi dagli individui, in termini di lavoro e di prestazione, e ciò che essa garantisce loro in termini di ricompense (non solo ricompense materiali-monetarie, ma anche morali, di status, di riconoscimento, prestigio, ecc.). Tale contrattazione può essere dettagliata, formale e discreta, o implicita, informale e continua. Secondo Crozier, è un processo incessante in tutte le organizzazioni, che si configurano quindi assai più come ordini negoziati che non come strumenti razionali per il perseguimento efficiente di fini dati, come pensava il modello classico. La contrattazione pone limiti sia al comportamento dell'individuo nell'organizzazione, sia alla prestazione che l'organizzazione può richiedere all individuo. A.A Lorenzo Bordogna 9

10 Contrattazione contributi/incentivi La contrattazione contributi/incentivi definisce una area d indifferenza (Barnard) o zona di accettazione (Simon), così definita: area per ciascun individuo nella quale gli ordini sono accettabili senza metterne consapevolmente in questione l'autorità. Ovvero, area nella quale i lavoratori sono disposti a riconoscere l'autorità legittima dell'organizzazione e dei suoi rappresentanti (dei superiori) a decidere quali prestazioni essi devono fornire, ad impartire loro ordini circa le attività da svolgere. La maggiore o minore ampiezza della zona d indifferenza o di accettazione dipende dal grado in cui gli incentivi (morali e materiali, positivi e negativi) offerti dall'organizzazione eccedono il costo per l'individuo di aderire e collaborare all'organizzazione stessa, fornire il proprio contributo. Tanto più ampia la zona d indifferenza, tanto più flessibile risulterà l'organizzazione (perché tanto maggiore la gamma di prestazioni che possono essere richieste agli individui senza bisogno di ri-negoziarle ogni volta). La contrattazione offre opportunità e vincoli per entrambe le parti. A.A Lorenzo Bordogna 10

11 Le dinamiche di potere nell organizzazione La contrattazione si configura come un processo politico basato sul potere relativo delle parti, sulla dipendenza di ognuna dall'altra (dei lavoratori dall'organizzazione per l'accesso a mansioni desiderate; dell organizzazione dai lavoratori per le abilità e competenze di cui essi dispongono). Non tutti gli individui all interno di un organizzazione dispongono dello stesso potere di negoziazione, e quindi sono in grado di ottenere gli stessi incentivi a fronte dei contributi loro richiesti. Il potere in questione ha natura diversa dal potere proprio dell organizzazione burocratica weberiana, legato al rango gerarchico ed alla posizione formale che ciascuno individuo occupa nella struttura organizzativa. Nel modello weberiano, il potere ha carattere formale (ovvero la possibilità di emettere ordini ed ottenere obbedienza), è legato alla posizione o alla carica ricoperta e si esercita solo dall alto verso il basso della scala gerarchica. Secondo Crozier, il potere di un individuo è la capacità di controllare i margini d incertezza (cioè il grado di imprevedibilità) del proprio comportamento nei rapporti con gli altri individui e con l organizzazione nel suo insieme. A.A Lorenzo Bordogna 11

12 Le dinamiche di potere nell organizzazione Differenza con la concezione del potere in Weber. Questo tipo di potere può essere condizionato dal grado gerarchico occupato in un organizzazione, ma non e strettamente legato ad esso. Questo potere non si esercita soltanto dall alto al basso, ma anche in direzione opposta, o in senso orizzontale. Questo potere non coincide con la possibilità di emettere ordini ed ottenere obbedienza, e non ha carattere formale ma si manifesta come influenza o potere di fatto che si esercita sugli altri, condizionando il loro comportamento attraverso il controllo sui propri margini di imprevedibilità. A.A Lorenzo Bordogna 12

13 Le dinamiche di potere nell organizzazione Questo potere è tanto maggiore quanto più le incertezze controllate da un individuo riguardano risorse critiche per gli altri individui e per l organizzazione nel suo insieme. Esempio Se un inferiore sulla scala gerarchica (es. un tecnico informatico rispetto al direttore generale) possiede margini d incertezza ed imprevedibilità nello svolgimento del proprio lavoro che il superiore non può controllare (es. le giornate di lavoro necessarie per informatizzare un reparto), egli esercita un potere sul superiore. => Il possesso di competenze tecniche più o meno esclusive è certamente una fonte di potere, perché permette di disporre di margini d incertezza difficilmente controllabili da altri, anche di grado gerarchico superiore. Ma anche chi distribuisce la posta o è al centralino telefonico di un organizzazione dispone di margini di potere. A.A Lorenzo Bordogna 13

14 Le dinamiche di potere nell organizzazione Conseguenze sistemiche Ciascun attore in un organizzazione mette in atto strategie esplicite o nascoste di difesa dei propri margini d incertezza e di potere, e ciascuno cerca di ridurre i margini d incertezza ed imprevedibilità di coloro da cui dipende. Ciascun soggetto all interno dell organizzazione - dice Crozier - non è solo un cuore (relazioni umane), non è solo un braccio (taylorismo), ma è anche una mente, che, ad ogni livello gerarchico, attua strategie razionali in difesa dei propri interessi e del proprio potere nell organizzazione. Le organizzazioni sono continuamente pervase da queste dinamiche di potere, che possono portare a circoli viziosi, a paralisi dell organizzazione, fino al suo collasso. Questa visione del potere implica una concezione dell organizzazione molto lontana dal modello ideale di burocrazia -strumento razionale e trasparente per il perseguimento di fini dati- di Weber e della scuola classica. A.A Lorenzo Bordogna 14

15 La teoria contributi/incentivi di Barnard e Simon mostra come la partecipazione di un individuo all organizzazione costituisca un problema: non un dato scontato, ma un risultato da acquisire in un delicato, duplice processo di scambio tra individuo ed organizzazione e tra organizzazione ed ambiente. In realtà, nelle situazioni in cui è in gioco la produzione di un bene pubblico o collettivo (concetto sconosciuto a Barnard e Simon di Administrative behavior ), il problema della partecipazione e della collaborazione degli individui ai fini dell organizzazione può essere ancora più complicato. A.A Lorenzo Bordogna 15

16 Bene pubblico o collettivo (definizione di M. Olson, La logica dell azione collettiva): un bene tale per cui se un individuo in un gruppo lo consuma, esso non può essere sottratto (precluso) agli altri individui in quel gruppo. In altre parole, coloro che non pagano per un bene pubblico o collettivo non possono essere esclusi dal partecipare al consumo di quel bene, come invece è possibile quando si tratta di beni privati. Dunque la caratteristica essenziale di un bene pubblico (secondo Olson, e ai fini del nostro discorso) è la non escludibilità dal consumo per tutti gli appartenenti al gruppo una volta che un bene pubblico è prodotto, nessuno nel gruppo è escluso dal beneficio di quel bene. N.B.: Non escludibilità non significa necessariamente che l esclusione dal consumo è tecnicamente impossibile, ma che è costosa, non economica. A.A Lorenzo Bordogna 16

17 Bene pubblico o collettivo Un bene è tale per cui se un individuo in un gruppo lo consuma, nessun altro nel gruppo può essere escluso dalla fruizione di quel bene. Ma allora Problema del free rider Nessun individuo razionale auto-interessato è indotto ad accollarsi la propria quota di costo per la produzione di quel bene (aspettando che tutti gli altri lo facciano). Se però tutti si comportano in questo modo, il bene non viene prodotto, o viene prodotto in misura sub-ottimale. A.A Lorenzo Bordogna 17

18 Conseguenza della non-escludibilità Nessun individuo razionale auto-interessato ha interesse ad accollarsi la propria quota di costo per la produzione del bene pubblico. Ovvero, ciascuno è incentivato a comportarsi da free rider, a prendere la corsa gratis. Così facendo ottiene infatti un duplice risultato: ottiene il vantaggio (privato) di non accollarsi la propria quota di costo per la produzione del bene pubblico (la corsa dell autobus, la spiaggia pulita); usufruisce comunque del bene pubblico prodotto, dal cui consumo non può essere escluso (per definizione). Ma se tutti si comportano così, il bene pubblico non verrà prodotto, o verrà prodotto in quantità sub-ottimale, e tutti staranno peggio di come sarebbero stati se si fossero accollati la propria quota di costo per la produzione del bene pubblico. A.A Lorenzo Bordogna 18

19 Bene pubblico e azione collettiva Produzione di un bene pubblico e partecipazione all azione collettiva rappresentano lo stesso problema UN GRUPPO HA UN PROBLEMA DI AZIONE COLLETTIVA SE SI VERIFICA CHE E MEGLIO PER TUTTI CHE CIASCUNO SI IMPEGNI IN UNA CERTA ATTIVITA DI INTERESSE COMUNE A TUTTO IL GRUPPO, MA PER CIASCUNO INDIVIDUALMENTE E MEGLIO NON IMPEGNARSI, NON COLLABORARE ALL ATTIVITA COMUNE (J. Elster, Come si studia la società, Bologna: Il Mulino) A.A Lorenzo Bordogna 19

20 Esempi di bene pubblico: a. l aria pura in un aula (per gli studenti presenti in quell aula); b. la difesa dei confini nazionali (per i cittadini di quella nazione); c. barriere tariffarie in una certa industria (per i produttori di quell'industria); d. prezzi di vendita più elevati per un determinato bene (ad es. il prezzo del petrolio per i membri del cartello dell OPEC); e. politiche pubbliche favorevoli (per i membri di un associazione d interessi); f. La pulizia di un parco pubblico, di un lago, di una spiaggia, del cortile della facoltà di Scienze politiche (per i potenziali utilizzatori); g. le infrastrutture pubbliche di una città o di una nazione (per gli abitanti); h. un contratto collettivo di lavoro (per i lavoratori di quell azienda o categoria). A.A Lorenzo Bordogna 20

21 Il costo della produzione di un bene pubblico in alcuni degli esempi precedenti. a. Astenersi dal fumare un sigaro in quell aula. b. Non imboscarsi. d. Rispettare da parte di ciascun produttore la propria quota di produzione che permette di tenere il prezzo al livello desiderato. f. Non abbandonare l immondizia o non buttare le cicche di sigarette sulla spiaggia, nel parco, nel lago, nel cortile della Facoltà ma raccoglierle e buttarle negli appositi cestini. g. Pagare le tasse che permettono di finanziare le infrastrutture i. Partecipare agli scioperi necessari per ottenere quel contratto, o pagare la quota sindacale necessaria per rappresentare e sostenere con successo quelle richieste. A.A Lorenzo Bordogna 21

22 Altro esempio Politica concordata di controllo delle retribuzioni per ottenere il bene pubblico controllo dell inflazione (nell ipotesi semplificatoria che l inflazione dipenda solo dalla dinamica delle retribuzioni del lavoro dipendente). Per ciascun gruppo di lavoratori, la propria quota di costo per la produzione del bene pubblico è il rispetto della dinamica concordata di incremento delle retribuzioni I gruppi di lavoratori che non rispettano gli incrementi concordati ottengono il duplice beneficio: della stabilità dei prezzi e quindi della difesa del valore reale delle retribuzioni, se tutti gli altri gruppi (o la maggior parte di essi) rispettano l accordo; del miglioramento della propria posizione relativa rispetto agli altri gruppi (che rispettano l accordo). A.A Lorenzo Bordogna 22

23 Il problema olsoniano della partecipazione alla produzione di un bene pubblico in un gruppo di grandi dimensioni può essere trascritto nei termini del noto dilemma del prigioniero (con n giocatori). Dilemma del prigioniero (i numeri indicano anni di carcere: 2 = utilità massima; 10 = utilità minima) B TACE (coopera) PARLA (defeziona) TACE (coopera) 5 2 A PARLA (defeziona) A.A Lorenzo Bordogna 23

24 Dilemma del prigioniero espresso in valori ordinali dove: 1 = utilità minima 4 = utilità massima B TACE (coopera) PARLA (defeziona) TACE (coopera) 3 4 A PARLA (defeziona) A.A Lorenzo Bordogna 24

25 Dilemma del prigioniero (anni di carcere) In questo esempio, i numeri (pay offs, cioè l utilità che ciascun attore riceve, data la scelta dell altro) indicano anni di carcere. In ciascuna coppia di numeri, quello in basso a sinistra indica l'esito (anni di carcere, in questo esempio) per il giocatore A, quello in alto a destra l esito per B. La situazione olsoniana corrisponde ad un dilemma del prigioniero a n giocatori, in gruppi di grandi dimensioni, in cui uno dei due giocatori (A o B) sia sostituito da tutti gli altri. A TACE (coopera) PARLA (defeziona) TACE (coopera) B PARLA (defeziona) A.A Lorenzo Bordogna 25

26 Dilemma del prigioniero Nell esempio: C = strategia cooperativa (tacere, non fare la spia a danno dell'altro, e rinunciare allo sconto di pena). D = strategia defezionistica (fornire informazioni a danno dell'altro giocatore, guadagnando lo sconto di pena). In termini generali: C = cooperare, accollarsi la propria quota di costo per la produzione del bene pubblico. D = defezionare, fare il free rider, non partecipare, non pagare la propria quota di costo per la produzione del bene pubblico. A.A Lorenzo Bordogna 26

27 Dilemma del prigioniero In questo gioco ciascun attore razionale auto-interessato ha una strategia dominante, costituita dalla defezione (nell esempio, confessare a danno dell altro). Strategia dominante La strategia incondizionatamente migliore, quella sempre preferibile, indipendentemente dalla strategia scelta dall'altro giocatore. Per A: 2 anni di carcere invece di 5 se B tace; 7 anni invece di 10 se B parla. Proprio perché incondizionatamente migliore, la strategia dominante (in questo gioco quella defezionistica) può essere scelta in isolamento, senza curarsi della strategia che sceglierà l altro giocatore. La comunicazione tra i giocatori non è sufficiente a fare scegliere la strategia cooperativa. A.A Lorenzo Bordogna 27

28 L ordine delle preferenze che definisce il dilemma del prigioniero per ciascun è giocatore è dunque il seguente: DC > CC > DD > CD dove: DC: la situazione del defezionatore unilaterale, l unico free rider in un gruppo dove tutti collaborano. Per un attore razionale autointeressato è il migliore dei mondi possibili CD: la situazione opposta del collaboratore unilaterale, il peggiore dei mondi possibili per un attore razionale autointeressato. L esito del gioco è dunque DD, nel quale tutti i giocatori stanno peggio di come sarebbero stati se avessero scelto la strategia cooperativa (vale a dire, CC). Contrasto tra razionalità individuale e razionalità collettiva A.A Lorenzo Bordogna 28

29 Soluzioni prospettate da Olson Incentivi selettivi (positivi o negativi; morali o materiali). Dimensione dei gruppi. Soluzioni non olsoniane Iterazione del gioco. Motivazioni diverse degli attori. A.A Lorenzo Bordogna 29

30 Soluzioni prospettate da Olson Incentivi selettivi Selettivi in quanto devono essere in grado di discriminare chi coopera da chi defeziona, di premiare gli uni (o penalizzare i defezionisti) non gli altri. La funzione degli incentivi selettivi è di alterare la struttura dei pay-offs, così da rendere conveniente la strategia (cooperativa) che non lo era, o non più conveniente quella che lo era (quella defezionista). Gli incentivi selettivi devono essere anche separati o distinti dal bene pubblico (altrimenti il problema si ripropone). Gli incentivi selettivi possono essere positivi (un premio) o negativi (una multa, una penalità). A.A Lorenzo Bordogna 30

31 Gli incentivi selettivi possono essere: Incentivi selettivi positivi (un premio) o negativi (una penalità, una sanzione); monetari/materiali o morali. Gli incentivi selettivi monetari/materiali richiedono in genere la presenza di una autorità in grado di attribuire premi o sanzioni. Es: controllore che commina una multa a chi è senza biglietto sull autobus (incentivo monetario negativo). Tra gli incentivi morali di particolare interesse nelle organizzazioni (soprattutto, ma non solo, in quelle non-commerciali, come un sindacato, o quelle di volontariato o religiose) sono gli incentivi di status e quelli di identità. Di qui anche l importanza della dimensione culturale e valoriale nelle organizzazioni. A.A Lorenzo Bordogna 31

32 Soluzioni prospettate da Olson La dimensione dei gruppi: grandi e piccoli gruppi Il problema indicato da Olson si pone tipicamente nei rapporti tra individuo ed organizzazioni di grandi dimensioni (con un numero elevato di partecipanti): il contributo dell individuo non avrà alcun un effetto rilevante sulla situazione dell'organizzazione ed allo stesso tempo egli potrà usufruire di ogni miglioramento prodotto dal contributo degli altri, anche se non ha fornito il proprio. In questa situazione la partecipazione dell individuo razionale auto-interessato richiede presenza d incentivi selettivi (tali da compensare i costi della partecipazione). Nei piccoli gruppi sono presenti condizioni che rendono più probabile la produzione dei beni pubblici: Maggiore visibilità del comportamento (e quindi controllo ed eventuale sanzionabilità della defezione); maggiore vulnerabilità, ovvero esposizione dell attore alle ricadute dell azione da lui prescelta (e quindi all'eventuale effetto negativo della scelta defezionistica). A.A Lorenzo Bordogna 32

33 La dimensione dei gruppi: grandi e piccoli gruppi => In altre parole, nei piccoli gruppi sono presenti condizioni implicite che alterano la struttura della convenienze degli attori rispetto alla situazione dei gruppi numerosi e rendono meno probabili comportamenti di free riding e più probabile la partecipazione, la produzione del bene pubblico. Ciò è tanto più probabile se vi è una distribuzione asimmetrica tra i membri del piccolo gruppo dell interesse che il bene pubblico venga prodotto, un sproporzionata posta in gioco di alcuni rispetto ad altri. => Allora si può verificare il fenomeno dello sfruttamento del più grande (dell attore con la più alta posta in gioco, che si accollerà gran parte del costo) da parte del più piccolo o dei più piccoli (quelli con minore interesse nel bene pubblico). A.A Lorenzo Bordogna 33

34 Soluzioni non olsoniane Iterazione o ripetizione del gioco per un numero indefinito di volte (con possibilità di rappresaglia e di apprendimento). L indeterminatezza del numero di volte in cui verrà ripetuto il gioco è essenziale perché altrimenti attori razionali autointeressati cadrebbero in una regressione all infinito che riporta la situazione a quella di un gioco ad un colpo solo, dove la strategia defezionistica è dominante. In questa situazione si innesca un meccanismo di apprendimento e rappresaglia. Possibile strategia di cooperazione condizionata - tit for tat - che porta ad un equilibrio preferibile a quello della defezione incondizionata; la strategia di cooperazione condizionata può emergere da un atteggiamento di egoismo non miope, lungimirante, che sappia valutare le conseguenze future delle azioni attuali, che non sconti troppo il futuro. A.A Lorenzo Bordogna 34

35 Soluzioni non olsoniane Motivazioni diverse degli attori: fiducia; altruismo; imperativo categorico kantiano (adotta la norma di comportamento che vorresti fosse universalmente adottata). In determinate circostanze il costo della partecipazione può trasformarsi esso stesso in un beneficio per chi coopera (Hirschman; Pizzorno). A ben vedere, queste situazioni possono essere in parte ricondotte agli incentivi selettivi morali o d identità di Olson (presenti in quelli che Olson definisce gruppi religiosi ). Incentivi che sono selettivi - perché premiano chi partecipa - ma non sono separati, distinti dal bene pubblico che deve essere prodotto: il costo della partecipazione diventa quindi un beneficio. In proposito, in contesti organizzativi, importante è il ruolo della cultura organizzativa, nel favorire l identificazione nelle mete e valori dell organizzazione, trasformando così i costi del partecipare in benefici, e consentendo la promozione di cooperazione attraverso incentivi selettivi morali. A.A Lorenzo Bordogna 35

36 SINTESI Il problema della partecipazione degli individui all organizzazione e all azione collettiva è dunque molto più complicato di quanto pensavano Taylor e Weber, che non ritenevano fosse un problema, ed anche Barnard e Simon, che non disponevano del concetto di bene pubblico. Nel funzionamento delle organizzazioni, per allineare interessi dei soggetti e finalità organizzative, gli incentivi selettivi e la dimensione dei gruppi rivestono grande importanza. Nel caso di incentivi selettivi morali importante è la dimensione valoriale e culturale (anche nelle organizzazioni commerciali) A.A Lorenzo Bordogna 36

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

Sociologia dell organizzazione Sociologia economica e dell organizzazione

Sociologia dell organizzazione Sociologia economica e dell organizzazione Corso di laurea SAM Corso di laurea ORU Sociologia dell organizzazione Sociologia economica e dell organizzazione Professor Lorenzo Bordogna Dipartimento di Studi del Lavoro e del Welfare Università degli

Dettagli

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:

IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE: IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti

Dettagli

Capitolo II. GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA

Capitolo II. GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA Capitolo II. GLI ISTITUTI, LE AZIENDE, LA SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA 1 LE SOCIETÀ UMANE E IL BENE COMUNE Ciascuna persona partecipa a più società umane di varia natura: famiglie, Stato, istituti pubblici

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2013/14] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania) 6-1 Struttura della presentazione Domanda e

Dettagli

3. Asimmetrie informative

3. Asimmetrie informative Lezione seconda parte seconda Beni pubblici e altre cause di fallimento del mercato 1 3. Asimmetrie informative 3.1 rischio 3.2 assicurazione 3.3 asimmetrie informative 2 1 3.1 rischio Una situazione rischiosa

Dettagli

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria

Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Il mercato assicurativo: selezione avversa, fallimenti del mercato, menù di contratti, assicurazione obbligatoria Esercizio 1 Ci sono 2000 individui ciascuno con funzione di utilità Von Neumann-Morgestern

Dettagli

Politica Economica Istituzioni e Efficienza

Politica Economica Istituzioni e Efficienza Politica Economica Istituzioni e Efficienza 2 Introduzione al concetto di Istituzioni Le istituzioni riducono il tasso di incertezza creando delle regolarità nella vita di tutti i giorni. Sono una guida

Dettagli

Economia Politica Microeconomia (ECN0006) 10 CFU a.a. 2012-2013. Eleonora Pierucci eleonora.pierucci@unibas.it

Economia Politica Microeconomia (ECN0006) 10 CFU a.a. 2012-2013. Eleonora Pierucci eleonora.pierucci@unibas.it Economia Politica Microeconomia (ECN0006) 10 CFU a.a. 2012-2013 Eleonora Pierucci eleonora.pierucci@unibas.it Teoria dei giochi Cos è un gioco? Si definisce come gioco una situazione in cui ciascuno dei

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA

I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA Corso di Laurea in Servizio Sociale Istituzioni di Economia Introduzione allo studio dell Economia I DIECI PRINCIPI DELL ECONOMIA (Capitolo 1) Il termine economia... Deriva da una parola greca che significa

Dettagli

AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE

AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE RAPPORTO DI LAVORO 1 Il rapporto individuo azienda si basa su un contratto per lo scambio di una prestazione di lavoro a fronte di un corrispettivo economico retribuzione

Dettagli

Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni

Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni Lezione 1 Organizzazione, organi e relazioni Economia e Organizzazione Aziendale Modulo 4 - L organizzazione aziendale Unità didattica 1 Concetti base dell organizzazione Antonio Dallara Concetto di organizzazione

Dettagli

Il mercato di monopolio

Il mercato di monopolio Il monopolio Il mercato di monopolio Il monopolio è una struttura di mercato caratterizzata da 1. Un unico venditore di un prodotto non sostituibile. Non ci sono altre imprese che possano competere con

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni

Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni Capitolo 25: Lo scambio nel mercato delle assicurazioni 25.1: Introduzione In questo capitolo la teoria economica discussa nei capitoli 23 e 24 viene applicata all analisi dello scambio del rischio nel

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale [a.a. 2015/16 ] adattamento italiano di Novella Bottini (ulteriore adattamento di Giovanni Anania, Margherita Scoppola e Francesco Aiello) 6-1

Dettagli

Come affrontare i monopoli naturali

Come affrontare i monopoli naturali Come affrontare i monopoli naturali Il problema del monopolio naturale è che se anche l impresa volesse fissare il prezzo a un livello pari al costo marginale (efficienza sociale), produrrebbe in perdita

Dettagli

COMUNE DI SOLBIATE ARNO

COMUNE DI SOLBIATE ARNO SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 14.11.2013 1 GLI ELEMENTI DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE Oggetto della valutazione:obiettivi

Dettagli

Capitolo 17. I mercati con informazione asimmetrica

Capitolo 17. I mercati con informazione asimmetrica Capitolo 17 I mercati con informazione asimmetrica Introduzione L incertezza sulla qualità e il mercato dei bidoni I segnali di mercato Il rischio morale Il problema agente-principale L informazione asimmetrica

Dettagli

La riforma del servizio di distribuzione del

La riforma del servizio di distribuzione del CReSV Via Röntgen, 1 Centro Ricerche su Sostenibilità e Valore 20136 Milano tel +39 025836.3626 La riforma del servizio di distribuzione del 2013 gas naturale In collaborazione con ASSOGAS Gli ambiti territoriali

Dettagli

Risparmio, investimenti e sistema finanziario

Risparmio, investimenti e sistema finanziario Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci

Dettagli

organizzazioni di volontariato

organizzazioni di volontariato Il bilancio sociale per le organizzazioni di volontariato Modena, 1 Ottobre 2009 Bilancio sociale Cosa ci viene in mente? Rendere conto Perché fare un bilancio? La relazione di fiducia Ti dico chiaramente

Dettagli

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007

Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani. Marta Berni AA. 2006-2007 Corso di Valutazione Economica dei Progetti e dei Piani AA. 2006-2007 PIANO e PIANIFICAZIONE 3 Pianificazione È il Processo con il quale un individuo, una impresa, una istituzione, una collettività territoriale

Dettagli

Economia e politica di gestione del territorio. [1:cap.4]

Economia e politica di gestione del territorio. [1:cap.4] Economia e politica di gestione del territorio Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie (L.M.) A.A. 2013-2014 Lezione n.5: Efficienza ed Equità [1:cap.4] Docente: Antonio Lopolito tel. 0881-589.417

Dettagli

Il modello generale di commercio internazionale

Il modello generale di commercio internazionale Capitolo 6 Il modello generale di commercio internazionale adattamento italiano di Novella Bottini 1 Struttura della presentazione Domanda e offerta relative Benessere e ragioni di scambio Effetti della

Dettagli

Teoria dei Giochi. Anna Torre

Teoria dei Giochi. Anna Torre Teoria dei Giochi Anna Torre Almo Collegio Borromeo 26 marzo 2015 email: anna.torre@unipv.it sito web del corso:www-dimat.unipv.it/atorre/borromeo2015.html COOPERAZIONE Esempio: strategie correlate e problema

Dettagli

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6

Indice. 1 La disoccupazione ---------------------------------------------------------------------------------------- 3. 2 di 6 INEGNAMENO DI EONOMIA OLIIA LEZIONE VIII IL EORE DELL OUAZIONE ROF. ALDO VAOLA Economia olitica Indice 1 La disoccupazione ----------------------------------------------------------------------------------------

Dettagli

Introduzione all informazione asimmetrica. Informazione imperfetta; Informazione nascosta; Selezione avversa; Azione nascosta; Azzardo morale;

Introduzione all informazione asimmetrica. Informazione imperfetta; Informazione nascosta; Selezione avversa; Azione nascosta; Azzardo morale; Introduzione all informazione asimmetrica Informazione imperfetta; Informazione nascosta; Selezione avversa; Azione nascosta; Azzardo morale; Informazione imperfetta Virtualmente ogni transazione economica

Dettagli

TEMPO E RISCHIO. Il valore del denaro è funzione del tempo in cui è disponibile

TEMPO E RISCHIO. Il valore del denaro è funzione del tempo in cui è disponibile Esercitazione TEMPO E RISCHIO Il valore del denaro è funzione del tempo in cui è disponibile Un capitale - spostato nel futuro si trasforma in montante (capitale iniziale più interessi), - spostato nel

Dettagli

I mercati assicurativi

I mercati assicurativi I mercati NB: Questi lucidi presentano solo parzialmente gli argomenti trattati ttati in classe. In particolare non contengono i modelli economici per i quali si rinvia direttamente al libro di testo e

Dettagli

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza

MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti. Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza MICROECONOMIA La teoria del consumo: Alcuni Arricchimenti Enrico Saltari Università di Roma La Sapienza 1 Dotazioni iniziali Il consumatore dispone ora non di un dato reddito monetario ma di un ammontare

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

Metodi statistici per le ricerche di mercato

Metodi statistici per le ricerche di mercato Metodi statistici per le ricerche di mercato Prof.ssa Isabella Mingo A.A. 2014-2015 Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione Corso di laurea Magistrale in «Organizzazione e marketing per

Dettagli

IL SISTEMA INFORMATIVO

IL SISTEMA INFORMATIVO LEZIONE 15 DAL MODELLO DELLE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO AL MODELLO CONTABILE RIPRESA DEL CONCETTO DI SISTEMA AZIENDALE = COMPLESSO DI ELEMENTI MATERIALI E NO CHE DIPENDONO RECIPROCAMENTE GLI UNI DAGLI ALTRI

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

Lezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale

Lezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 10: Il problema del consumatore: Preferenze e scelta ottimale Facoltà di Scienze della Comunicazione Università di Teramo Scelta

Dettagli

Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo

Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Corso di Scienza Economica (Economia Politica) prof. G. Di Bartolomeo Lezione 14 Equilibrio economico generale (efficienza nello scambio) e fallimenti del mercato Facoltà di Scienze della Comunicazione

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

Il razionamento del credito

Il razionamento del credito Corso interfacoltà in Economia Politica economica e finanza Modulo in Teoria e politica monetaria Il razionamento del credito Giovanni Di Bartolomeo gdibartolomeo@unite.it Razionamento del credito Razionamento

Dettagli

La teoria delle risorse comuni

La teoria delle risorse comuni Quali sono le condizioni che consentono agli attori sociali di giocare in modo cooperativo? Siamo destinati a oscillare tra una condizione di conflitto assoluto e una di completo dominio delle norme collettive?

Dettagli

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale

Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale Capitolo Terzo Valore attuale e costo opportunità del capitale 1. IL VALORE ATTUALE La logica di investimento aziendale è assolutamente identica a quella adottata per gli strumenti finanziari. Per poter

Dettagli

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13)

Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Economia Internazionale e Politiche Commerciali (a.a. 12/13) Soluzione Esame (11 gennaio 2013) Prima Parte 1. (9 p.) (a) Ipotizzate che in un mondo a due paesi, Brasile e Germania, e due prodotti, farina

Dettagli

Rischio, assicurazione e asimmetrie informative

Rischio, assicurazione e asimmetrie informative Rischio, assicurazione e asimmetrie informative RISCHIO Nei mercati reali non c è perfetta certezza e informazione La presenza di rischio modifica le condizioni di scelta degli individui Si crea una divergenza

Dettagli

Un modello matematico di investimento ottimale

Un modello matematico di investimento ottimale Un modello matematico di investimento ottimale Tiziano Vargiolu 1 1 Università degli Studi di Padova Liceo Scientifico Benedetti Venezia, giovedì 30 marzo 2011 Outline 1 Investimento per un singolo agente

Dettagli

L INTERVENTO PUBBLICO NELLA REALTA

L INTERVENTO PUBBLICO NELLA REALTA Fallimenti dello stato-1 L INTERVENTO PUBBLICO NELLA REALTA NELLA REALTA L INTERVENTO PUBBLICO NON REALIZZA SEMPRE APPIENO LE SUE POTENZIALITA, COME INDICATE DALLA TEORIA NORMATIVA DELLA POLITICA ECONOMICA.

Dettagli

L azienda e le funzioni aziendali

L azienda e le funzioni aziendali UDA 5 TEMA 3 L operatore impresa L azienda e le funzioni aziendali a cura di Lidia Sorrentino Il concetto di azienda. Per soddisfare i propri bisogni, fin dall antichità l uomo si è associato con altre

Dettagli

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE

LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE PER UNA FORZA VENDITA VINCENTE Non c è mai una seconda occasione per dare una prima impressione 1. Lo scenario Oggi mantenere le proprie posizioni o aumentare le quote di mercato

Dettagli

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.

Dettagli

Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione

Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione 1 L attività economica L attività umana diventa attività ECONOMICA quando comporta l uso di beni, risorse ovvero di mezzi scarsi, per la

Dettagli

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte

MD 9. La macroeconomia delle economie aperte. UD 9.1. Macroeconomia delle economie aperte MD 9. La macroeconomia delle economie aperte In questo modulo, costituito da due Unità, ci occuperemo di analizzare il funzionamento delle economie aperte, ossia degli scambi a livello internazionale.

Dettagli

Modello di Stigliz e Weiss (1981)

Modello di Stigliz e Weiss (1981) Modello di Stigliz e Weiss (1981) Esposizione a cura di: Roberto Stefano Nicola Esistenza di un ampia varietà di modelli che portano alla definizione del razionamento del credito: TUTTI HANNO LO SCOPO

Dettagli

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti

Ufficio Scolastico Regionale per l Abruzzo. Rapporto dal Questionari Studenti Rapporto dal Questionari Studenti SCUOLA xxxxxxxxx Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il questionario studenti ha lo scopo di indagare alcuni aspetti considerati rilevanti per assicurare il benessere

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

Regole che cambiano: accordi con i privati, perequazione, diritti edificatori

Regole che cambiano: accordi con i privati, perequazione, diritti edificatori Università IUAV di Venezia Regole che cambiano: accordi con i privati, perequazione, diritti edificatori Ezio Micelli Gli accordi con i privati Gli accordi con i privati nella Lr 11/04 Gli accordi con

Dettagli

Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI

Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI Slides per il corso di ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI Nicola Meccheri (meccheri@ec.unipi.it) Facoltà di Economia Università di Pisa A.A. 2011/2012 ECONOMIA DEI MERCATI FINANZIARI: ASPETTI INTRODUTTIVI

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23. Dott.ssa Rossella Greco

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23. Dott.ssa Rossella Greco Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica Esercitazione di Macroeconomia sui capitoli 21, 22 e 23 Dott.ssa Rossella Greco Domanda 1 (Problema 4. dal Cap. 21 del Libro di Testo) a) Gregorio,

Dettagli

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO DI VALUTAZIONE DEL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con Determinazione del Direttore Generale n. 244 del 20/07/2010 L importanza di un sistema operativo di valutazione comune e riconoscibile

Dettagli

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Silvana Stefani Piazza dell Ateneo Nuovo 1-20126 MILANO U6-368 silvana.stefani@unimib.it 1 Unità 9 Contenuti della lezione Operazioni finanziarie, criterio

Dettagli

MOBILITÀ INTERNAZIONALE PER STUDIO

MOBILITÀ INTERNAZIONALE PER STUDIO MOBILITÀ INTERNAZIONALE PER STUDIO MOBILITÀ INTERNAZIONALE PER STUDIO Fin dalla sua istituzione l Università Iuav di Venezia ha sviluppato le sue attività accademiche in ambito internazionale con l intento

Dettagli

ESERCITAZIONE 1. 15 novembre 2012

ESERCITAZIONE 1. 15 novembre 2012 ESERCITAZIONE 1 Economia dell Informazione e dei Mercati Finanziari C.d.L. in Economia degli Intermediari e dei Mercati Finanziari (8 C.F.U.) C.d.L. in Statistica per le decisioni finanziarie ed attuariali

Dettagli

Incentivi alla cooperazione Introduzione

Incentivi alla cooperazione Introduzione Incentivi alla cooperazione dellamico@disi.unige.it Sistemi Distribuiti P2P A.A. 2007-08 6-7 dicembre 2007 Outline 1 Cooperazione e free riding Free riding Reciprocità 2 Eliminazione iterata 3 Forma iterata

Dettagli

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only.

Edited by Foxit PDF Editor Copyright (c) by Foxit Software Company, 2004 For Evaluation Only. In un mercato del lavoro competitivo esistono due tipi di lavoratori, quelli con alta produttività L A, che producono per 30 $ l'ora, e quelli con bassa produttività, L B, che producono per 5 $ l'ora.

Dettagli

L organizzazione aziendale

L organizzazione aziendale Università degli studi di Teramo Facoltà di Agraria Lezioni di Economia e gestione delle imprese vitivinicole aziendale Emilio Chiodo Anno Accademico 2014-2015 Le operazioni aziendali Il sistema delle

Dettagli

NETWORKING & BUSINESS: LA CREAZIONE DI UN ALLEANZA DI VALORE IL VALORE DEL NETWORKING PER IL CLIENTE: COME CREARLO E COME COMUNICARLO

NETWORKING & BUSINESS: LA CREAZIONE DI UN ALLEANZA DI VALORE IL VALORE DEL NETWORKING PER IL CLIENTE: COME CREARLO E COME COMUNICARLO S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO NETWORKING & BUSINESS: LA CREAZIONE DI UN ALLEANZA DI VALORE IL VALORE DEL NETWORKING PER IL CLIENTE: COME CREARLO E COME COMUNICARLO ALESSANDRO AUGUSTO 30

Dettagli

Tesina di Gestione Industriale della Qualità (A.A. 2000-2001)

Tesina di Gestione Industriale della Qualità (A.A. 2000-2001) Introduzione Best Tour è un agenzia di viaggi collocata in una località di 25000 abitanti che ospita un fiorente polo industriale. È stato scelto di applicare una tecnica di benchmarking per realizzare

Dettagli

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 11, 12 e 13

Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica. Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 11, 12 e 13 Facoltà di Scienze Politiche Corso di Economia Politica Esercitazione di Microeconomia sui capitoli 11, 12 e 13 Domanda 1 (Problema 3. dal Cap. 11 del Libro di Testo) Curva di offerta degli stereo portatili

Dettagli

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.

Dettagli

Teoria dei Giochi. Anna Torre

Teoria dei Giochi. Anna Torre Teoria dei Giochi Anna Torre Almo Collegio Borromeo 14 marzo 2013 email: anna.torre@unipv.it sito web del corso:www-dimat.unipv.it/atorre/borromeo2013.html IL PARI O DISPARI I II S T S (-1, 1) (1, -1)

Dettagli

Cap.1 - L impresa come sistema

Cap.1 - L impresa come sistema Cap.1 - L impresa come sistema Indice: L impresa come sistema dinamico L impresa come sistema complesso e gerarchico La progettazione del sistema impresa Modelli organizzativi per la gestione Proprietà

Dettagli

Software Libero. Terra Futura - Firenze

Software Libero. Terra Futura - Firenze Cosa è il Software Libero Terra Futura - Firenze Simone Piccardi: piccardi@softwarelibero.it April 10, 2005 1 L Associazione Software Libero L Associazione Software Libero, è una associazione culturale

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Il razionamento del credito

Il razionamento del credito Corso interfacoltà in Economia Politica economica e finanza Modulo in Teoria e politica monetaria Il razionamento del credito Giovanni Di Bartolomeo gdibartolomeo@unite.it Razionamento del credito Razionamento

Dettagli

Lezione 03/03/03 SOCIETA A RESPONSABILITA LIMITATA S.R.L.

Lezione 03/03/03 SOCIETA A RESPONSABILITA LIMITATA S.R.L. Lezione 03/03/03 SOCIETA A RESPONSABILITA LIMITATA S.R.L. Forma giuridica per piccole imprese il capitale sociale deve essere minimo 10000. La proprietà è suddivisa in quote, ogni socio è detentore di

Dettagli

Università di Parma Facoltà di Ingegneria. Polo Tecnologico Nettuno

Università di Parma Facoltà di Ingegneria. Polo Tecnologico Nettuno Università di Parma Facoltà di Ingegneria Polo Tecnologico Nettuno Guida ai servizi FINALITÀ...2 COORDINATORE...3 SEGRETERIA DIDATTICA E CEDI...4 TUTORI...5 DATI UTILI...6 Finalità L obiettivo di questa

Dettagli

Aspettative, Produzione e Politica Economica

Aspettative, Produzione e Politica Economica Aspettative, Produzione e Politica Economica In questa lezione: Studiamo gli effetti delle aspettative sui livelli di spesa e produzione. Riformuliamo il modello IS-LM in un contesto con aspettative. Determiniamo

Dettagli

CALCOLO COMBINATORIO

CALCOLO COMBINATORIO CALCOLO COMBINATORIO 1 Modi di formare gruppi di k oggetti presi da n dati 11 disposizioni semplici, permutazioni Dati n oggetti distinti a 1,, a n si chiamano disposizioni semplici di questi oggetti,

Dettagli

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di

Dettagli

Capitolo 22: Lo scambio nel mercato dei capitali

Capitolo 22: Lo scambio nel mercato dei capitali Capitolo 22: Lo scambio nel mercato dei capitali 22.1: Introduzione In questo capitolo analizziamo lo scambio nel mercato dei capitali, dove si incontrano la domanda di prestito e l offerta di credito.

Dettagli

LA CONDIZIONE DEL DOTTORATO DI RICERCA A BOLOGNA NEL 2000

LA CONDIZIONE DEL DOTTORATO DI RICERCA A BOLOGNA NEL 2000 ASSOCIAZIONE DOTTORANDI E DOTTORI DI RICERCA ITALIANI LA CONDIZIONE DEL DOTTORATO DI RICERCA A BOLOGNA NEL Nel dicembre del la sezione di Bologna dell ADI ha condotto un questionario tra gli iscritti ai

Dettagli

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE.

IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. IL RISCHIO D IMPRESA ED IL RISCHIO FINANZIARIO. LA RELAZIONE RISCHIO-RENDIMENTO ED IL COSTO DEL CAPITALE. Lezione 5 Castellanza, 17 Ottobre 2007 2 Summary Il costo del capitale La relazione rischio/rendimento

Dettagli

MIFID Markets in Financial Instruments Directive

MIFID Markets in Financial Instruments Directive MIFID Markets in Financial Instruments Directive Il 1 1 Novembre 2007 è stata recepita anche in Italia, attraverso il Decreto Legislativo del 17 Settembre 2007 n.164n.164,, la Direttiva Comunitaria denominata

Dettagli

Gli attributi di STUDENTE saranno: Matricola (chiave primaria), Cognome, Nome.

Gli attributi di STUDENTE saranno: Matricola (chiave primaria), Cognome, Nome. Prof. Francesco Accarino Raccolta di esercizi modello ER Esercizio 1 Un università vuole raccogliere ed organizzare in un database le informazioni sui propri studenti in relazione ai corsi che essi frequentano

Dettagli

I COSTI DELL OPPORTUNISMO E I BENEFICI DELLA COOPERAZIONE

I COSTI DELL OPPORTUNISMO E I BENEFICI DELLA COOPERAZIONE Erasmo Santesso I COSTI DELL OPPORTUNISMO E I BENEFICI DELLA COOPERAZIONE Opportunismo Il governo dell impresa è imperniato: Nella definizione della strategia competitiva; Nella organizzazione dei contributi

Dettagli

Benessere Organizzativo

Benessere Organizzativo Benessere Organizzativo Grazie per aver scelto di partecipare a questa indagine sul benessere organizzativo. Rispondere alle domande dovrebbe richiedere non più di 15-20 minuti. Attraverso il questionario

Dettagli

AUDIT. 2. Processo di valutazione

AUDIT. 2. Processo di valutazione AUDIT 2. Processo di valutazione FASE ATTIVITA DESCRIZIONE Inizio dell'audit Inizio dell attività Costituzione del gruppo di valutazione sulla base delle competenze generali e specifiche e dei differenti

Dettagli

Pianificazione urbanistica La rendita fondiaria

Pianificazione urbanistica La rendita fondiaria Università di Pisa Facoltà di Ingegneria AA 2015/2016 CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA Luisa Santini TECNICA URBANISTICA I Pianificazione urbanistica La rendita fondiaria LA PROPRIETÀ PRIVATA

Dettagli

Tesina per il corso di Psicotecnologie dell apprendimento per l integrazione delle disabilità

Tesina per il corso di Psicotecnologie dell apprendimento per l integrazione delle disabilità Tesina per il corso di Psicotecnologie dell apprendimento per l integrazione delle disabilità ANALISI DEL TITOLO Per prima cosa cercheremo di analizzare e capire insieme il senso del titolo di questo lavoro:

Dettagli

Valutazione degli investimenti aziendali

Valutazione degli investimenti aziendali Finanza Aziendale Analisi e valutazioni per le decisioni aziendali Valutazione degli investimenti aziendali Capitolo 18 Indice degli argomenti 1. Definizione e classificazione degli investimenti 2. I profili

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea

Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea Testo alla base del Pitgame redatto dal prof. Yvan Lengwiler, Università di Basilea Funzionamento di un mercato ben organizzato Nel Pitgame i giocatori che hanno poche informazioni private interagiscono

Dettagli

Il consumo e il risparmio come forme di partecipazione

Il consumo e il risparmio come forme di partecipazione Finanza Etica Il consumo e il risparmio come forme di partecipazione Gli strumenti che permettono ai cittadini socialmente responsabili forme di partecipazione dal basso sembrano essere particolarmente

Dettagli

Calcolo delle probabilità

Calcolo delle probabilità Calcolo delle probabilità Laboratorio di Bioinformatica Corso A aa 2005-2006 Statistica Dai risultati di un esperimento si determinano alcune caratteristiche della popolazione Calcolo delle probabilità

Dettagli

Perspectiva: previdenza professionale con lungimiranza. Fondazione collettiva per la previdenza professionale

Perspectiva: previdenza professionale con lungimiranza. Fondazione collettiva per la previdenza professionale Perspectiva: previdenza professionale con lungimiranza Fondazione collettiva per la previdenza professionale Un futuro sereno grazie a Perspectiva Sfruttare completamente le opportunità di rendimento e

Dettagli

Richiami di teoria della domanda di moneta

Richiami di teoria della domanda di moneta Richiami di teoria della domanda di moneta Parte seconda La teoria della preferenza della liquidità di Keynes Keynes distingue tre moventi principali per cui si detiene moneta. Transattivo Precauzionale

Dettagli

Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale

Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale Capitolo 4 - Teoria della manutenzione: la gestione del personale Con il presente capitolo si chiude la presentazione delle basi teoriche della manutenzione. Si vogliono qui evidenziare alcune problematiche

Dettagli

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali

Nota interpretativa. La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Nota interpretativa La definizione delle imprese di dimensione minori ai fini dell applicazione dei principi di revisione internazionali Febbraio 2012 1 Mandato 2008-2012 Area di delega Consigliere Delegato

Dettagli

Indice. pagina 2 di 10

Indice. pagina 2 di 10 LEZIONE PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA DOTT.SSA ROSAMARIA D AMORE Indice PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA---------------------------------------------------------------------------------------- 3 LA STRUTTURA

Dettagli