PANORAMA PER I GIOVANI

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1 COLLEGIO UNIVERSITARIO LAMARO POZZANI - FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CAVALIERI DEL LAVORO PANORAMA PER I GIOVANI Collegio Universitario Lamaro Pozzani - Via Saredo 74 - Roma - Quadrimestrale - POSTA TARGET CREATIVE Aut. n. S/SA0188/2008 valida dal 01/07/ anno XLVII - n. 3 - settembre-dicembre 2014 UN NUOVO RAPPORTO TRA L UNIVERSITÀ E L IMPRESA I GIOVANI COME PROTAGONISTI SQUINZI: DAI GIOVANI UN INIEZIONE DI FIDUCIA E OTTIMISMO IDEE PER IL LAVORO E LA CRESCITA LE STARTUP

2 Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro Eccellenza in formazione. Collegio Universitario Lamaro Pozzani Un Collegio universitario che è più di una residenza: è un idea di futuro. Dal 1971 supporta i giovani più meritevoli preparandoli a posizioni di alta responsailità nel mondo delle aziende, delle istituzioni, della ricerca e dell insegnamento. Formazione, impegno, amore per il sapere, sono i valori che da sempre guidano il Collegio. I borsisti ospitati in totale gratuità, circa 70, hanno libero accesso a tutti i servizi (sale informatica, palestra, campi sportivi). Il calendario delle attività prevede corsi interni a frequenza obbligatoria (economia, diritto, lingue straniere, informatica, tematiche attinenti i singoli corsi di laurea e la loro connessione con il mondo del lavoro) e un fitto programma di iniziative collaterali: stage linguistici e professionali, viaggi di studio all estero, esperienze dirette in campo editoriale e redazionale, e ancora seminari e gruppi di studio, incontri con personalità del mondo politico, imprenditoriale e della cultura. Scopri di più su Eccellenza per passione.

3 EDITORIALE La definizione di start-up offerta dal vocabolario on line Treccani è semplicissima: «la fase iniziale di attività di una nuova impresa, o di un impresa che si è appena quotata in borsa». È vero però che, quando utilizziamo questo termine, non pensiamo semplicemente ad una impresa che, letteralmente, si è appena messa in moto. Intesa in questo significato ampio, l espressione si dovrebbe in effetti applicare ad ogni attività economica attraverso la quale un imprenditore organizza i fattori produttivi al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi, secondo la definizione dell articolo 2082 del codice civile. Il successo simbolico, oltre che economico, delle startup dipende piuttosto dal fatto che di esse si è cominciato a parlare nel contesto dei settori tecnologici più avanzati, per indicare la trasformazione di un idea, di una scoperta scientifica in una opportunità di creazione di ricchezza, in una innovazione che diventa sfida spesso vincente di mercato. Il governo Monti, varando nell ottobre del 2012 il Decreto Legge poi significativamente intitolato alla Crescita 2.0, aveva introdotto esattamente in questa prospettiva alcune misure che avevano l obiettivo di favorire appunto la nascita e lo sviluppo di start-up innovative, cioè di imprese caratterizzate, oltre che da una serie di requisiti che verranno approfonditi in altri contributi di questo fascicolo, dalla loro capacità di realizzare o commercializzare «prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico». Le start-up, insomma, come strumento prezioso di competizione e crescita attraverso l innovazione, da tutti indicata come la via maestra per uscire dalla crisi. È davvero significativo rileggere a partire da questa consapevolezza gli ulteriori requisiti elencati dal provvedimento come indicatori appunto di innovazione, insieme all obbligo per le imprese interessate ad usufruire dei benefici della legge di possederne almeno uno. Si tratta di tre elementi che sottolineano il grave ritardo dell Italia rispetto agli altri paesi più avanzati. Il nostro paese deve lavorare molto per ricostituire un ambiente ospitale per le imprese in generale, costrette a misurarsi quotidianamente con i costi di una burocrazia opprimente, le incertezze di una legislazione confusa e in perenne divenire, la dotazione insufficiente di infrastrutture, mali endemici come la corruzione e la criminalità organizzata. Per le imprese che vogliono introdurre innovazione per così dire di fascia alta si aggiungono altri fattori di svantaggio competitivo, che riguardano direttamente le condizioni senza le quali i talenti capaci di stare sulla prima linea dello sviluppo tecnologico nei vari settori faranno sempre più fatica a nascere e saranno comunque troppo spesso costretti a cercare altrove Le start-up sono un esempio della capacità di innovazione della quale l Italia ha bisogno il terreno, la sensibilità e la cultura adatti a supportare il loro ingegno e la loro passione imprenditoriale. Il primo elemento indicato dal Decreto Legge Crescita 2.0 sono le spese in ricerca e sviluppo. Ad una startup innovativa si chiede che esse siano uguali o superiori al 20 per cento del maggior valore fra costo e valore totale della produzione. Si tratta di un livello di impegno quasi eroico in un paese che occupa stabilmente le ultimissime posizioni delle graduatorie OCSE per la quantità di questo tipo di investimenti in rapporto al PIL. Il secondo indicatore di capacità di innovazione è individuato nella percentuale di dipendenti e collaboratori in possesso di un titolo di dottorato di ricerca o che abbiano comunque svolto, dopo la laurea, un periodo di attività di ricerca certificata di almeno tre anni in istituti italiani o di altri paesi. L Italia, purtroppo, resta lontanissima dalla percentuale di laureati sul totale della popolazione (il 40 per cento) che era stata fissata come obiettivo per il 2020 dalla Commissione Europea e il consolidamento dei progressi che sono comunque stati fatti non è scontato, anche a causa del pesantissimo taglio di risorse subito dal sistema universitario in questi ultimi anni. L ultimo requisito di riconoscibilità di una start-up innovativa è il possesso di brevetti o altre privative industriali. E anche in questo caso le statistiche sono impietose. Le richieste di brevetti all ufficio europeo arrivate dall Italia nel 2013 sono state 60 per milione di abitanti, meno della metà della media europea e a una distanza siderale dalla Svizzera, che guida questa graduatoria con ben 832 domande per milione di abitanti. Si fa innovazione, insomma, con più investimenti in ricerca, più laureati (senza barattare ovviamente la quantità con la qualità) e più capacità di applicare i risultati del lavoro scientifico (senza dimenticare ovviamente che una buona e diffusa ricerca di base è la premessa anche del successo di quella applicata). È anche questo un modo per stare in Europa. Nel marzo del 2000, a Lisbona, il Consiglio Europeo fissò per l Unione l obiettivo di «diventare l economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale». Ogni start-up creata dai nostri giovani è un esempio del dinamismo che crea crescita sostenibile e lavoro. Non basta però chiedere ai giovani di raccogliere l invito rivolto dal Capo dello Stato agli italiani nel suo messaggio di fine anno e mettercela tutta. È compito della buona politica aiutarli a realizzare le loro aspirazioni, aiutando in questo modo l Italia. Stefano Semplici

4 12 N.3 SETTEMBRE - DICEMBRE 2014 Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro 20 LE START-UP IDEE Direttore responsabile Mario Sarcinelli Direttore editoriale Stefano Semplici Impaginazione David D Hallewin Revisione testi Gianvito Masi, Noemi Sabatelli, Giulio Tanzarella, Matteo Zanini Astaldi Coordinamento redazionale Gianmarco Lugli Redazione: S. Berenato, D. Brambilla, F. Cassarà, C. Ciullo, F. Core, V. M. Cormaci, S. Gabrielli, L. Ghilardi, E. Giardina, G. Lugli, B. Muccioli, G. Padua, F. Parlati, G.Rosana, N. Sabatelli, F. Saldi, D. A. Sambugaro, V. Spotorno, G.Tanzarella, C. Tonin, E. Zuddas. Direzione: presso il Collegio Universitario Lamaro Pozzani - Via Saredo Roma, tel fax Internet: segreteria@collegiocavalieri.it Autorizzazione: Tribunale di Roma n del 9/3/1968. Autorizzazione edizione on-line: Tribunale di Roma n. 361 del 13/10/2008 Stampa: Arti Grafiche Boccia Spa Via Tiberio Claudio Felice, Salerno Finito di stampare: gennaio ORIZZONTI NUOVI ALL INNOVAZIONE: INTRODUZIONE ALLE START-UP Come un rinnovamento nel mercato può valorizzare la persona di Davide Brambilla 8. COME FUNZIONA UNA START-UP: GLI INGREDIENTI PER UN BUON BUSINESS I mattoni che formano l impresa di Costanza Nizzi 10. ESSERE START-UP OGGI: CASI ESEMPLARI DI IDEE CHE SI FANNO IMPRESA L importanza di comprendere il mercato e svilupparsi in funzione di esso di Domenico Appugliese 12. START-UP: UN ESTINZIONE DI MASSA? QUANDO LE START-UP FALLISCONO Disamina delle cause del fenomeno di Davide Masi e Fabio Simonetto 14. FLESSIBILITÀ E COMPETENZA: IL FUTURO DEL MERCATO DEL LAVORO Come le start-up cambiano l occupazione di Serena Berenato e Elisabetta Zuddas 17. LA SCELTA VINCENTE Il fenomeno delle start-up in Italia di Cristiano Ciurluini 20. LA DIFFUSIONE DELL IMPRENDITORIA INNOVATIVA IN EUROPA E NEL MONDO Il fenomeno al di là delle Alpi di Gianmarco Lugli 24. START-UP SOCIALI: QUANDO LE BUONE IDEE FANNO IMPRESA Le ricadute positive sulla società di Vittorio Barberio e Davide Di Gioia 26. ECO-START-UP: L AMBIENTE CHE DIVENTA INNOVAZIONE Imprese a tutela dell ambiente di Francesca Rabino 2

5 31 48 PER IL LAVORO E LA CRESCITA 28. START-UP INNOVATIVE: TECNOLOGIA ED ENTUSIASMO PER COMBATTERE LA CRISI Le norme che incoraggiano il fenomeno di Nicola Galvani 31. LE START-UP NEL BIOMEDICALE: FRA TECNOLOGIA E SALUTE Anche la sanità si rinnova di Francesca Tomatis 34. IL CASO UBER: FRA INNOVAZIONE E LEGALITÀ Quando il nuovo preoccupa di Gabriella Marcucci 36. INTERVISTA A LEONARDO AMBROSINI Un intraprendente laureato del Collegio a cura di Edoardo Giardina 38. INTERVISTA A CECILIA OCCHIUZZI Le gioie e le difficoltà di una start-up a cura di Chiara Tonin PRIMO PIANO 38. EBOLA: L EPIDEMIA TRA SANITÀ ED ECONOMIA La malattia minaccia allo sviluppo di Vito Cormaci e Noemi Sabatelli 44. TRA NAZIONE E GLOBALIZZA- ZIONE: PERCHÉ RINASCONO I NA- ZIONALISMI OGGI Nuove velleità di indipendenza di Francesco Saldi 46. IL FAVOLOSO LEOPARDI DI MARTONE: LO SGUARDO DEL POETA SUL GRANDE SCHERMO Recensione del film di Martone di Chiara Ciullo DAL COLLEGIO 48. INAUGURAZIONE DELL ANNO ACCADEMICO Un nuovo anno per il collegio di Sara Gabrielli Potete leggere tutti gli articoli della rivista sul sito: Per commenti o per contattare gli autori degli articoli, potete inviare una all indirizzo: panoramagiovani@cavalieridellavoro.it Agli autori spetta la responsabilità degli articoli, alla direzione l orientamento scientifico e culturale della Rivista. Né gli uni, né l altra impegnano la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. In copertina: Idee dai giovani Sergey Nivens / shutterstock.com 3

6 ORIZZONTI NUOVI ALL INNOVAZIONE INTRODUZIONE ALLE START-UP Today everybody writes about start-up companies: young people want to found them, investors want to fund them, journalists are filling magazines with data about them. What common elements can we find between Leonardo da Vinci, Adriano Olivetti and the last company which Google bought? Are there fatal errors which prevent a promising start-up from developing? Technicalities, cash and passion pave the way for ideas to develop into services and products. di Davide Brambilla I giovani d oggi non rischiano più, manca in loro lo spirito imprenditoriale che ha animato la ricostruzione del paese, dopo la seconda guerra mondiale. Si sentono spesso critiche del genere, oppure altre frasi pronunciate con eccessiva leggerezza in merito alle nuove generazioni: in molti ricorderanno l infelice definizione di choosy. Eppure, non ci troviamo forse in una situazione postbellica anche noi? I risultati della guerra finanziaria sono impressionanti: disoccupazione sopra il 12%, solo 515 mila nascite, ovverosia ai livelli del 1919 e 1861 e quasi la metà rispetto alle oltre un milione del 1963, senza contare la crisi etica e d autorità. CHE? Se filtriamo i dati sui nostri coetanei, poi, c è da mettersi le mani nei capelli: la disoccupazione giovanile, ad esempio, è oltre il 40 per cento, con picchi del 50% in alcune regioni del mezzogiorno. Le risposte, al di là dell inviare curriculum a destra e a manca, sono molteplici: riposo forzato a casa dei genitori, lavoro in nero, emigrare all estero per trovare un lavoro sottopagato o, per i più bravi, per ottenere master e specializzazioni. Ad ogni modo, vale sempre meno il criterio delle raccomandazioni: le aziende cercano i migliori, altrimenti ne andrebbe della loro competitività. Questa chiosa sull importanza degli studi (spesso schernita nei discorsi da bar) è dovuta: nel 2014, infatti, l alta formazione garantisce molto più che nel passato un posto nel mondo global del lavoro. 4

7 Pressmaster /shutterstock.com C è un altra risposta alla provocazione iniziale, che riassume intraprendenza e frustrazione: se loro non ci danno lavoro, ce lo diamo noi, fondiamo una start-up!. La start-up è il luogo dove compagni di liceo o amici d infanzia, dopo aver intrapreso carriere diverse, possono ritrovarsi e apportare ciascuno il proprio contributo, che sia da ingegnere, artista, scienziato, filosofo o elettricista. Persino quello che è andato a lavorare nel negozio del padre sarà d aiuto: cliente dopo cliente, ha studiato marketing meglio di tutti. L idea di avviare un attività imprenditoriale sembra essere venuta a molti nostri connazionali: da gennaio a settembre 2014, per ogni impresa in procedura di fallimento, hanno aperto ben 27 start-up. L alto indice di reattività è confortato da un altro dato: il 92% delle start-up che sopravvivono ai primi tre anni di vita diventano imprese, oltre la media europea all 88%. Il problema, come si analizzerà in seguito, è l efficacia degli incubatori, ovverosia quei luoghi adibiti a trasformare un idea iniziale in un prodotto vendibile: da noi solo 9 idee su 100 si concretizzano. Il tempo che passa dalla fase di progettazione alla distribuzione del prodotto sul mercato può essere molto variabile e lo stesso vale per i ricavi. I sacrifici saranno ricompensati dalle soddisfazioni, talora oltre le attese; spesso, invece, resteranno solo i sacrifici e lo sfizio di averci provato. Il fallimento della società non deve restare quale macchia indelebile, quasi fosse un peccato, ma va considerato come ulteriore esperienza per lavorare con maggiore oculatezza nell avventura successiva. Nella Silicon Valley chiederebbero: quante start-up hai già aperto?. ESTENDERE GLI ORIZZONTI D impresa si iniziò a parlare nell Ottocento, soprattutto con la seconda rivoluzione industriale, quando i rami del sapere applicato si ampliarono, dando alla luce oggetti e servizi, quali l illuminazione e il motore a scoppio, oggi dati per scontati. L innovazione non fu casuale, ma trainata tanto dalle esposizioni universali, ove le migliori aziende venivano premiate, quanto, su scala locale, da numerose gare per il progresso. Camillo Olivetti, padre di Adriano, prese parte nel 1912, con la Cgs (centimetro, grammo, secondo) al concorso triennale dell Istituto lombardo con strumenti di misurazione elettronica; nel contempo, pensava alla macchina per scrivere. Allorché ne ebbe studiato la fattibilità e la possibilità di prototiparla e di realizzarla industrialmente, Camillo presentò la M.1 a Torino nel 1911, in occasione del cinquantenario dell unità d Italia. Il figlio Adriano proseguì, nel dopoguerra, l attività paterna, portandola alla ribalta mondiale. L INNOVAZIONE NON SI INVENTA Che si fondi una società s.a.s. nel 1909 o una start-up nel 2014, dall improvvisazione può nascere qualche buona idea, raramente oggetti connotati di peculiari caratteristiche di genialità scientifica e precisione industriale. Questi sono conseguenza di una cultura d impresa, di un passato in fermento, di un alacre impegno volto a migliorare le tecnologie attuali. A Ivrea, nel 2005, nasce la scheda Arduino, da un team guidato da Massimo Banzi, docente all Interaction design institute. Arduino, la cui struttura rimane open source, si è diffuso tra makers e hobbisti di tutto il mondo: con estrema facilità si può controllare il consumo di un automobile o regolare l irrigazione del giardino. Come se non bastasse, questo nipote della cultura dell innovazione, dal 2013, organizza insieme a Riccardo Luna, il Maker faire Roma, esposizione che ha portato all Auditorium parco della musica, dal 3 al 5 ottobre, 600 inventori e visitatori. Visti gli elementi comuni, non si possono ignorare i rischi che minano la crescita di start-up, anche promettenti. Il mondo delle start-up rivaluta le strette di mano, le telefonate alle persone giuste: le grandi corporation fanno fatica a cogliere le occasioni di innovazione, poiché chi Il fallimento della start-up non deve restare una macchia indelebile, ma una esperienza per la prossima avventura guida un business consolidato teme il cambiamento. Se non si muove il CEO o la prima linea, per far crescere e implementare quella start-up, essa rischia di perdersi nelle seconde linee. Inoltre, a fronte del moltiplicarsi di iniziative (mentre gli incentivi si diluiscono), borse, fondi regionali, talune start-up si limitano ad accontentarsi di erogare servizi; in questo modo, esse durano pochi anni, alimentate da fondi garantiti, non vanno alla ricerca di nuove risorse o collaborazioni e risultano poco inclini a lanciarsi sul mercato. UNA QUESTIONE COMPLESSA Non esiste decreto o iniziativa in grado, da sola, di sanare la mortalità infantile delle start-up, aumentarne i brevetti e le assunzioni; c è sempre la convergenza di più forze, di un sistema, di una cultura. Un proverbio africano suggerisce che per educare un ragazzo ci vuole un intero villaggio. Parimenti, per far crescere una start-up da mera combriccola di amici appena usciti dall università e sostenuti dalle pensioni dei nonni a società per azioni, quotata in un mercato regolamentato, non bastano i soldi che pure sono necessari, né l incubatore, terreno fertile per società in erba, ma limite per un idea disruptive. Nella lizza italiana servono nuovi player che, invece, sono già presenti al di là dell Atlantico. Secondo la Commissione europea, un vero incubatore d impresa è un organizzazione che accelera e rende sistematico il processo di creazione di nuove imprese fornendo loro una vasta gamma di servizi di supporto integrati che includono gli spazi fisici dell incubatore, i servizi di supporto allo sviluppo del business e le opportunità di integrazione e networking. Tali incubatori, luoghi dotati di strumenti e servizi d avanguardia, quali stampanti 3D (delle quali ci si riempie la bocca senza averne mai 5

8 Una stampante 3D home-made, elemento fondamentale per la prototipazione rapida. per educare i soci alle dure leggi del mercato (redigere un business plan, reperire finanziamenti, management e via discorrendo) per spiccare infine il primo volo. Uno dei primi player in Italia a seguire questa logica di selezione tra incubazione, accelerazione e lancio, è stata Italeaf. Nata nel 2005 come start-up, è stata definita dal suo amministratore delegato Stefano Neri, nel corsi del meeting annuale tenuto a Palazzo mezzanotte il 31 ottobre scorso, company builder, ovverosia agente in grado di ridurre il gap tra imprese neonate e grandi corporation. vista una), taglio laser, broadband, cloud computing, sorgono ormai in tutta Europa. Mentre i tedeschi ne hanno 6 e gli inglesi 10, noi primeggiamo per numero di Bic (Business incubation centre): ad oggi operano, sul territorio della repubblica, ben 24 di essi con vari sponsor e vari nomi: FabLab di Bologna, Luiss EnLab, Italia Un incubatore accelera la creazione di nuove imprese fornendo loro spazi fisici, servizi di supporto allo sviluppo del business e opportunità di integrazione e networking Camp e altri ancora. Ne aprirà uno anche a Sulbiate (Monza), grazie al finanziamento di Regione Lombardia (bando Aster) e Fondazione Cariplo: 1,6 mln di euro per restaurare e dotare l ex-filanda di tutte le tecnologie sopracitate. Saranno luoghi di incontro accessibili alla cittadinanza, per la circolazione di idee e la collabora- zione tra start upper. Un bando per l assegnazione degli spazi, curato dal Politecnico di Milano, è aperto alle imprese del territorio, ai neolaureati desiderosi di testare la loro creatività e agli artigiani, che potranno aggiornare le proprie attività. Le aspettative degli start upper sono variegate: vi è chi vuole rivoluzionare il mercato degli elettrodomestici, chi è sicuro di poter creare un nuovo settore e, allo stesso tempo, chi si accontenta di prestare servizi a livello locale. A questo punto entra in gioco il gestore dell incubatore, al quale spetta il compito di selezionare le migliori e più promettenti start up, dotate di un idea disruptive, per imprimere loro un ritmo di sviluppo più elevato, trasferendole negli acceleratori, ove viene fornita assistenza tecnica di alto livello, mentoring e coaching FABBRICA DI FABBRICHE Il company builder va incontro alla start-up prima della cosiddetta bankability, momento in cui la banca è disposta a erogare credito: rischia di essere già troppo tardi. Si assume il compito di selezionare a monte le migliori, coprendo loro le spalle, dotandole di realismo e rendendo meno rischioso l investimento di private equity. Non si tratta di un business angel, poiché mentre questi danno credito a start-up potenzialmente rivoluzionarie a fondo perduto, un company builder le segue nella crescita, mettendo a disposizione il suo industrial estate. Un caso è il Terni innovation centre (Tic), dove Terni energia offre logistica, test in catena di montaggio, collaborazione coi propri tecnici, alla ricerca di start-up affini al proprio core business. Una sperimentazione diretta vale più di molte previsioni, mette a nudo le criticità e prova migliorie. CASH IS KING Molte start-up non accedono agli incubatori, né riescono a vincere i bandi Horizon 2020 della Commissione Europea per le Pmi. Ciò nondimeno, esse non restano ferme, ma si ingegnano, cercando finanziamenti attraverso strade alternative. Le piattaforme online di crowdfunding sono un ottimo esempio di tale fenomeno: è sufficiente registrare un 6

9 designed by freepik.com video, descrivere l idea e il budget minimo per realizzarla; poi l attesa. Su Kickstarter, i GrowlerWerks si proponevano di fare una borraccia, ukeg TM, in acciaio inox, isolata a vuoto, per tenere la birra al fresco on the go, con un budget di 75 mila dollari; ne sono stati raccolti più di 560 mila! Un alternativa più formale, ma non per questo meno accattivante, è costituita dai barcamp. Qui, i giovani start upper hanno a disposizione pochi minuti per convincere gestori, banchieri e filantropi della bontà delle proprie idee e, magari, persuaderli a staccare un assegno o consentire l entrata in società di un private equity. COME VA A FINIRE? Cresciute, capaci di generare valore e di attrarre investimenti, le start-up hanno tre vie. La prima è di essere ingooglate, ovverosia acquistate dalle grandi multinazionali, com è accaduto alla Titan aerospace, che realizza droni alimentati ad energia solare capaci di restare in volo per 5 anni. In alternativa, si può restare nell azienda che ti ha fatto crescere; è stato il caso di Greenled, incorporata nel 2012 da Italeaf. Infine non resta che aprirsi e quotarsi in borsa: il flottante andrà a finanziare gli investimenti. Tale strada viene oggi intrapresa da un numero crescente di soggetti, come dimostra una ricerca di EnVent basata su un campione di 172 Ipo (Initial public offering), ovverosia le offerte al pubblico dei titoli di società che intendevano quotarsi per la prima volta in borsa tra il 2012 e i primi nove mesi del Il numero di Ipo per start-up innovative è quasi triplicato, da 33 a 88, e la raccolta media è più che raddoppiata (da 16 a 35 milioni di euro). Il 60% delle start-up proviene dal settore biotech, e si aggiudica l 80% dei capitali. CERCO EURO O DOLLARI? Un altro dato significativo, pressappoco costante, è la distribuzione geografica: oltre il 50% delle quotazioni avviene negli Usa, il 35% in Europa, il Medio Oriente si aggira intorno all 8%. Si tratta di una fotografia che mostra come la rigidità del sistema europeo, focalizzato sui dati di bilancio, rischia di perdere occasioni, rispetto a un modello americano, dove venture capital e investitori danno credito sulla qualità. LAVORO E FUTURO Se il tasso di disoccupazione, le nascite e l emigrazione rimangono ai livelli attuali e l integrazione di chi arriva in Italia non progredisce, chi pagherà la pensione ai nostri vecchi? Più in generale, è ancora sostenibile l attuale welfare state? Si potrebbe articolare un discorso più ampio sulle prospettive future dell occupazione: quanti lavoreranno in un mondo più robotizzato (si stima che il 50% dei lavori attuali sia automatizzabile in 20 anni)? Si concilierà meglio il tempo tra lavoro e famiglia? Le start-up innovative riusciranno ad assorbire la forza lavoro inutilizzata, aprendo nuovi settori, lanciando mode o instillando bisogni? Nel 2012, per ogni start-up aperta, in Italia, si è creato un posto di lavoro, mentre la media europea è il doppio Lungi dall aver esaurito gli argomenti e le questioni, si rinvia agli articoli che seguono per lo sviluppo dell intero filone start-up. Non abbiamo neanche provato a definire la start up. Può esser vista come un Il company builder va incontro alla start-up prima della cosiddetta bankability agente di cambio (non quelle iscritte al ruolo unico!), o, meglio, innesto d innovazione. Definirla sarebbe un controsenso: la start-up è flessibile, in evoluzione, continuo fermento dal quale può nascere un portento! Come abbiamo scritto, l innovazione che passa attraverso le start-up è un fenomeno studiato da poco, enfatizzato e portato alla ribalta delle maggiori piazze finanziarie, ma ben radicato nell indole umana. Essa è una fiammella pronta a divampare laddove alimentata dalla cultura tecnica e umanista che metta al centro le persone e le valorizzi. 7

10 COME FUNZIONA UNA START-UP GLI INGREDIENTI PER UN BUON BUSINESS In spite of the difficult economic contingency, which has caused great harm to several businesses, some newly formed enterprises, called start-up, seem to have thrived in the past few years. Such enterprises are based on innovative ideas, strong motivation of entrepreneurs and attractive business plans. New kinds of lenders and government initiatives makes such business ideas more achievable than ever. di Costanza Nizzi All origine di ogni iniziativa manageriale c è sempre la propulsione di un idea di potenziale successo Nel panorama economico attuale, caratterizzato da profonde problematiche, le imprese vivono un periodo di grande difficoltà. Nonostante il clima poco favorevole, alcune imprese innovative, conosciute nel linguaggio comune come start-up, riescono a farsi strada e, in certi casi, ad avere anche un notevole successo. Tecnicamente, per start up si intende la fase di avvio di un impresa lanciata per la prima volta sul mercato oppure l acquisizione di una esistente e il suo rilancio da parte di un nuovo avviamento. Ma come funzionano queste imprese? E soprattutto come riescono a sopravvivere considerando l ambiente poco favorevole in cui spesso si trovano a operare? I tre elementi basilari per la nascita di una start-up sono la figura dell aspirante imprenditore, la sua idea imprenditoriale e il progetto d impresa, ovverosia l obiettivo di elaborare in modo chiaro e organico le idee, i vincoli, le opportunità, i rischi e i programmi di sviluppo del business. All origine di ogni iniziativa manageriale c è sempre la spinta propulsiva di un idea di potenziale successo che funge da costante stimolo all investimento di energie e di risorse. Le motivazioni dell aspirante imprenditore possono essere le più svariate e tra queste è fisiologico che vi siano in prima linea il desiderio di profitto e di successo professionale. Prima di intraprendere la propria attività, è indispensabile che l imprenditore compia la cosiddetta analisi di fattibilità : un attenta e obiettiva valutazione iniziale sul sistema di produzione, il segmento di mercato e la struttura aziendale. Dal punto di vista manageriale, occorre accertarsi di possedere le competenze adeguate e il know-how richiesto per svolgere quel particolare tipo di attività; eventuali mancanze di competenze (knowledge gap) possono essere colmate con l ausilio di figure professionali specializzate e corsi di formazione. Chiarita la combinazione tra gli elementi base dell esperienza imprenditoriale, si rende prioritario un progetto d impresa (business plan) che definisca contenuti, obiettivi e tempistica dell attività in questione. La stesura del business plan deve, quindi, attuare il passaggio dallo status ipotetico a quello progettuale, adottando una prospettiva realistica e attenta alle esigenze del mercato e programmando la produzione, la logistica, l organizzazione del personale, l amministrazione, la fiscalità, la tutela della proprietà intellettuale, il rispetto della normativa ambientale e qualsivoglia altro elemento si riveli essere necessario. Un altro aspetto importante è la definizione della forma giuridica d impresa, che influenza concretamente l assetto di governo con cui verrà svolto tutto il lavoro successivo. Essa può, a rigore, essere comunque cambiata nel tempo, ma ciò comporterebbe costi aggiuntivi, per cui è conveniente coordinarla fin dall inizio con le caratteristiche, le necessità e gli obiettivi del business che si ha in mente. In fase di start-up l orientamento al mercato diventa imprescindibile: solo individuando il tipo di clientela e interpretando gusti, tendenze e desideri, che pure sono in compfight.com 8

11 Vector Graphics by VectorOpenStock.com continua evoluzione, si possono ricercare le risposte più adeguate ad assicurare al processo di start up un mercato di riferimento ben definito verso il quale far convergere i propri sforzi. Occorre, quindi, studiare con la massima attenzione ciò di cui il mercato necessita, interpretandone anche i bisogni potenziali e inespressi. Di fondamentale importanza è anche la ricerca di una fonte di finanziamento adeguata, senza la quale l impresa non dispone dei mezzi atti ad intraprendere l attività, a gestire la produzione e a generare reddito. Le start-up, come le altre aziende che producono per il mercato, nascono con un fabbisogno finanziario che deve essere opportunamente analizzato e coperto. Ciò può avvenire attraverso diverse modalità, utilizzabili in base alla fase in cui si trova l impresa e al suo specifico ciclo economico-finanziario. Questo è un aspetto di grande rilevanza, poiché una scelta errata potrebbe ripercuotersi sul ciclo economico dell impresa e comprometterne in modo irreversibile la sopravvivenza. Le tipologie di fonti di finanziamento cui le imprese di nuova costituzione possono attingere sono in buona sostanza capitale proprio, capitale di credito o strumenti ibridi. Nelle prime fasi, è consigliabile privilegiare l utilizzo di capitale di rischio piuttosto che capitale di credito. Esso, difatti, ha il pregio di essere paziente ovverosia a remunerazione residuale, di non essere oneroso e di legarsi in maniera durevole all impresa. La preferenza per questa tipologia di fonte sorge dalla ragionevole ipotesi che, nei primi anni di vita, sia naturale per l impresa non essere in grado di produrre flussi di cassa da destinare al rimborso dei finanziamenti a titolo di debito. L imprenditore deve poter svolgere le prime fasi di attività mediante un finanziamento costituito da capitale legato all azienda in modo durevole, ricorrendo alle proprie disponibilità di capitale e appellandosi ad altri soggetti. Il fatto che sia l imprenditore stesso il primo finanziatore costituisce un elemento decisivo per attirare l attenzione di altri investitori e dare credibilità al progetto: d altronde, chi finanzierebbe un iniziativa in cui nemmeno il promotore principale è disposto ad investire? Tra i potenziali soggetti conferenti capitale di rischio figurano i business angels e i venture capitalists. I primi sono investitori privati che seguono le giovani imprese in cui individuano una potenzialità di crescita, investendo nelle prime fasi di vita per ottenere in futuro elevati rendimenti. Nelle fasi successive o nel caso in cui un impresa risulti essere particolarmente promettente, essa potrà rivolgersi a un venture capitalist, ovverosia un investitore istituzionale specializzato nell apporto di con- siderevoli somme di capitale in imprese di piccole dimensioni e a forte carattere innovativo. Un ulteriore possibilità per le start-up innovative consiste negli equity crowdfunding, ovvero nella possibilità di raccogliere capitale di rischio attraverso portali online specializzati, che permettono Un importante possibilità per le start-up innovative è quella di accedere a campagne di equity crowdfunding investimenti di piccole somme di denaro nelle start-up in cambio di azioni di quel progetto imprenditoriale. Un altra tipologia di fonte di finanziamento è il capitale di credito, certamente la più onerosa e variegata. Il ricorso a questa fonte deve essere opportunamente valutato in base alla fase della vita aziendale e al tipo d impiego previsto. È tuttavia necessario considerare che, specialmente negli ultimi tempi, i sistemi di rating, le difficoltà delle banche a valutare in maniera corretta i business innovativi e la mancanza di idonee garanzie rendono difficoltoso l accesso al credito per le startup e in generale per tutte le imprese (si tratta del fenomeno noto come credit crunch). Infine, gli strumenti ibridi o innovativi vantano caratteristiche comuni alle due tipologie precedentemente citate. Considerando il panorama italiano, si può osservare che esso è da anni caratterizzato da imprese sottocapitalizzate; ciò è giustificato dal fatto che in passato risultava più vantaggioso ricorrere a capitale di credito piuttosto che a capitale di rischio. Lo stato è intervenuto intorno alla metà degli anni 90 per cercare di invertire questa tendenza, rendendo gli interessi indeducibili per il calcolo della base imponibile Irap. Più di recente, il legislatore ha creato alcuni strumenti fiscali volti a incoraggiare gli investimenti da parte dei privati nelle start-up innovative. 9

12 ESSERE START-UP OGGI CASI ESEMPLARI DI IDEE CHE SI FANNO IMPRESA Start-up companies must face an ever-evolving reality. In order to survive in the fierce competition, they must be able to innovate with courage, perfect timing and competence. However, the most important resource for a new-born enterprise is the capability to understand and analyse the main vectors of development, tackling those challenges, which the economic context routinely offers. di Domenico Appugliese La storia insegna che i grandi cambiamenti economici, sociali e culturali sono spesso guidati da direttrici dettate dallo sviluppo scientifico e tecnologico. Lo scenario globale contemporaneo è caratterizzato da un grande fermento innovativo che ha dato slancio alla crescita di nuovi settori economici e commerciali, nonché all evoluzione del contesto competitivo nei settori della telematica, della comunicazione, dell informazione e del digitale. L ambiente economico in cui le imprese moderne si confrontano, di conseguenza, è influenzato da una grande innovazione dei servizi, dei prodotti e dei processi, in un contesto di spostamento del valore aggiunto dalla tradizionale produzione industriale di beni fisici alla creazione di beni immateriali e servizi a forte contenuto intellettuale, con un significativo contenuto di know-how tecnico e di processo. Le rinnovate spinte del contesto competitivo e il fermento tecnologico hanno dato adito a un ambiente favorevole alla crescita e allo sviluppo di nuove imprese e di start-up innovative, caratterizzate da una struttura estremamente flessibile. Le start-up, infatti, sono imprese che, nella fase embrionale del proprio ciclo vitale, partendo da una modesta dotazione iniziale di risorse, cercano di costruire la propria fortuna attorno a un idea di business vincente, una pietra angolare che consenta di attrarre finanziamenti e capitali, incentivando lo sviluppo e la crescita della società. Sono numerosi i casi in cui, a partire da un idea poi tradotta in un prodotto commerciale, il nostro modo di guardare e di concepire il mercato è stato del tutto innovato, andando ad alte- rare non solo l insieme di preferenze, gusti e scelte, ma anche il nostro lavoro, le relazioni sociali, la comunicazione, nonché la diffusione e lo scambio di proprietà intellettuale e di servizi. Apple, Amazon e Facebook sono solo tre fra i casi più famosi di imprese che, grazie alla prorompente forza innovatrice delle proprie idee, hanno caratterizzato il nostro tempo, esercitando un indubbia ed evidente influenza sulla nostra vita quotidiana. Esaminando le loro storie, si possono riscontrare alcune caratteristiche e peculiarità che chiariscono come sia stato possibile ottenere un tale successo: alla base della loro forza vi sono indubbiamente la capacità di analisi e di interpretazione delle tematiche competitive del tempo, l abilità nel captare i segnali di evoluzione del settore e il saper investire nel momento giusto. L industria della musica digitale, il mondo del commercio per via telematica altrimenti detto e- commerce e il mondo dei social network sono settori di estremo interesse ai fini della nostra disamina poiché, oltre a essere in una fase di intensa crescita, sono tutti casi esemplari di settori economici in cui l ambiente competitivo è stato sconvolto dall impatto di unità imprenditoriali di spiccato contenuto innovativo. L industria della musica digitale è stata dominata per circa sessant anni dalle grandi major Emi, Cbs, Bmg, PolyGram, Warner e Mca, le quali erano in grado di condizionare e di indirizzare le sorti del comparto controllando l intera catena del valore, incluse la distribuzione e la promozione di tutta la musica registrata. Agli inizi del nuovo millennio, tuttavia, le major dovettero confrontarsi con la grande rivoluzione che sconvolse l industria musicale: la diffusione dei sistemi di condivisione 10

13 Giulio Napolitano / shutterstock.com basati sulla tecnologia peer-to-peer, che permettevano lo scambio di file e contenuti digitali e portarono alla creazione di una rete comune mediante la quale milioni di utenti potevano scambiarsi musica gratuitamente. I numerosi tentativi delle industrie di creare modelli di business alternativi basati sull utilizzo estensivo della rete nella produzione e distribuzione della musica si rivelarono, tuttavia, troppo timidi e inefficaci; i canali tradizionali erano diventati, nel giro di pochi anni, costosi e obsoleti. Fu proprio in questo contesto di radicale cambiamento che Apple riuscì a inserirsi nel mercato musicale e a trasformare la distribuzione digitale legale di musica. L Apple music store fu la grande idea innovativa che permise di creare, con la partnership delle major per l acquisizione dei diritti d autore, una piattaforma digitale che consentiva agli utenti di acquistare legalmente in formato mp3 singole canzoni o interi album. Così facendo, Apple, guidata dal visionario Steve Jobs e fondata nella Silicon Valley, patria ideale per le start-up di tutto il mondo, riuscì con coraggio e abilità a cambiare il mondo della produzione e del commercio della musica. Le evoluzioni nell ambito del commercio per via telematica non si limitano, tuttavia, al caso dell industria musicale. Un altra storia di successo molto interessante ed emblematica è quella di Amazon, impresa leader nel settore delle vendite online fondata nel 1995 a Seattle da Jeff Bezos. In un primo tempo, il core business dell impresa era la vendita di libri. L idea di mercato consisteva nell offrire una scelta di titoli molto maggiore di qualsiasi grande negozio o ditta di vendita per corrispondenza, sfruttando le grandi opportunità offerte dal web per vendere libri di ogni genere ai lettori di tutto il mondo. Anche Amazon si è mossa con grande tempismo e astuzia, in un tempo in cui la vendita online era ancora un fenomeno di nicchia, arricchendo il proprio catalogo con categorie di prodotti di ogni tipo: abbigliamento, agro-alimentare, tecnologia e altro ancora. L idea di business è, al giorno d oggi, offrire una estesissima gamma di prodotti, diminuendo i prezzi di offerta rispetto al mercato, personalizzando l esperienza d acquisto per i clienti e offrendo un servizio rapido, sicuro ed efficiente. La mission aziendale consiste nel cercare di essere una compagnia del tutto incentrata sul cliente, costruendo una piattaforma tramite la quale gli individui possano trovare e scoprire qualsiasi cosa essi vogliano acquistare. Sin dai primi anni della sua storia, Amazon è riuscita a cogliere i segnali di evoluzione del settore, analizzando e, a sua volta, influenzando le esigenze della clientela moderna. L impresa ha saputo interpretare in modo opportuno le spinte ambientali, approfittando delle grandi possibilità che venivano via via offerte in questo settore in continua crescita ed evoluzione. Il successo ottenuto è eccezio- Apple Store sulla Fifth Avenue a New York. nale: Amazon attualmente conta più di novantamila dipendenti, con un fatturato che è arrivato a toccare l incredibile cifra di settanta miliardi di dollari nel giro di appena vent anni. Un altro esempio di grande successo nel mondo delle start-up è sicuramente quello di Facebook, nato nel 2003, per opera di Mark Zuckerberg. Inizialmente, l intento del creatore era di costituire una sorta di raccolta di foto di riconoscimento degli studenti di Harvard, Apple, Amazon, Facebook sono casi di imprese che, grazie alla forza delle loro idee, hanno caratterizzato il nostro tempo, esercitando una indubbia ed evidente influenza sulla nostra vita quotidiana prendendo spunto dall abitudine propria delle università americane di catalogare e di elencare gli studenti iscritti. Il successo di tale iniziativa crebbe rapidamente: il sito era elaborato sempre più dalle innovazioni proposte da Zuckerberg e l interesse suscitato in un vasto pubblico si tradusse in nuovi capitali e investimenti. Grazie alla ricchezza e alla qualità del servizio offerto, Facebook è diventato, nel giro di una decina di anni, leader pressoché incontrastato nel settore dei social network, al punto che gli utenti superano abbondantemente il miliardo, di cui quasi un quarto accede al proprio account almeno cinque volte al giorno, e il fatturato è di circa due miliardi e mezzo, con oltre 10 milioni di applicazioni sviluppate per pc, tablet e smartphone. Il messaggio che queste storie di impresa ci lasciano è chiaro: il genio, la creatività, la passione e la dedizione sono da sempre chiavi del successo ma, al giorno d oggi, devono essere combinate con una approfondita e sapiente lettura dello sviluppo del contesto sociale, culturale e tecnologico, in modo tale da poter investire in idee innovative adeguate alle esigenze del tempo e trionfare nella dura e incessante lotta competitiva. 11

14 START-UP: UN ESTINZIONE DI MASSA? QUANDO LE START-UP FALLISCONO In Italy, more or less half of the start-ups fail within the first five years of their life: poor cooperation between the founder and the team or a lack of adequate funding may be among others the causes which lead to failure. Young people who want to create a new start-up should be more realistic and must balance their enthusiasm with the rationality of the good entrepreneur. di Davide Masi e Fabio Simonetto Al giorno d oggi, è abbastanza semplice per giovani imprenditori volenterosi costituire una start-up, ma l entusiasmo che accompagna la realizzazione della stessa è spesso destinato a spegnersi nel giro di pochi anni. Nell immaginario collettivo, le start-up sono viste come un miracolo imprenditoriale che nasce dall implementazione d idee talmente innovative da apparire necessariamente esenti da qualsivoglia rischio di fallimento. Analizzando la questione da un punto di vista squisitamente giuridico, la composizione e la gestione della crisi di un impresa innovativa, classificabile come start-up, è oggetto del Decreto Legge 18 ottobre 2012 n. 179, che prevede l esclusione della startup dall eventualità di essere soggetta a procedure concorsuali con l unica eccezione rappresentata dai procedimenti di composizione della crisi da sovra indebitamento e di liquidazione del patrimonio. Il termine fallimento appare, dunque, quasi inappropriato se adoperato in riferimento ad incubatori aziendali. Eppure, sono davvero tante le start-up che muoiono : nell ambito del proprio ciclo di vita, molte non raggiungono l ultima fase definita scaling, ovverosia quella che, almeno in teoria, dovrebbe essere la più importante, essendo caratterizzata dalla crescita esponenziale del valore dell azienda e della quota di mercato. Volgendo lo sguardo alla realtà italiana, recentemente l Istat ha pubblicato un rapporto sulla demografia delle start-up nate tra il 2006 e il 2011, in cui sottolinea che la percentuale di quelle che non sopravvivono si attesta in media al 37,9 % a tre anni dall avvio, al 46,5% dopo quattro anni e al 52,9% dopo cinque anni. Esemplificativa è, a tal proposito, l espressione utilizzata dal celebre settimanale londinese The Economist per descrivere il fenomeno: un estinzione di massa di carattere trasversale, proprio perché interessa tutti i settori del mercato A Su 100 start-up ne falliscono: 38 entro tre anni 9 entro il quarto anno 6 entro il quinto anno 47 sopravvivono oltre il quinto anno Molti economisti si sono cimentati nella ricerca puntuale delle principali ragioni che concorrono a determinare l insuccesso di una neo-impresa: un analisi accurata è stata condotta dall imprenditore veronese Andrea Dusi che, in poco più di un mese, ha elaborato il primo sito italiano dedicato alle startup fallite. Nel 2003, la prima startup dello stesso Dusi è fallita, ma lui non si è arreso e, dopo soli tre anni, si è prodigato nella creazione di Wish days, una neo-impresa che ha lanciato sul mercato un prodotto tanto innovativo quanto competitivo: pacchetti- vacanza da vendere in libreria. Oggi l azienda può vantare ben 50 milioni di euro di fatturato e 120 dipendenti. Innumerevoli sono le cause di fallimento di una start-up: tra le più frequenti si annoverano le difficoltà incontrate quando vengono collocati sul mercato prodotti che non rispondono adeguatamente alle aspettative dei potenziali consumatori. Per essere in grado di influenzare il mercato, infatti, le imprese devono valutare necessariamente la domanda di riferimento, proponendo offerte che siano in grado di soddisfarla. È proprio questo il caso di Pay By Touch, una start-up fondata da John P. Rogers, che ha permesso ai consumatori di pagare beni e usufruire di servizi semplicemente avvicinando il dito ad un sensore biometrico: tramite il riconoscimento delle impronte digitali, una piattaforma permette l accesso sicuro ai dati relativi alla carta di credito, all assistenza sanitaria e ad altre informazioni personali. Sebbene la società potesse contare su ben 800 dipendenti e avesse raccolto milioni di dollari in equity, il 19 marzo del 2008, Pay By Touch, senza alcun preavviso per i propri clienti, ha dichiarato la chiusura. L insuccesso del founder è stato determinato da problemi legali e accuse di frode. Peraltro, i consumatori ai quali si rivolgeva la start-up erano ancora abituati all impiego di carte di credito e di debito per le loro transazioni finanziarie e, probabilmente, avevano poca dimestichezza con una tecnologia così all avanguardia. Nondimeno, l esponenziale crescita delle start-up ha generato nel tempo un alto livello di concorrenza e i margini di profitto si sono ridotti sempre più: ciò giustifica il motivo per cui, se da un lato le imprese hanno cominciato a offrire prodotti di qualità sempre più alta, dall altro si sono messe alla ricerca di nicchie di mercato ancora non troppo sature. Ai problemi di pianificazione di medio e lungo periodo si aggiungono quelli relativi alla gestione e alle risorse umane, ovverosia il founder e il team che lo affianca. In merito a ciò, Cassandra Philips, fondatrice di Failcon, un associazione nata con l obiettivo di condividere le esperienze degli 12

15 Nonwarit / shutterstock.com Bilanci, dati e statistiche: quando i calcoli non tornano si rischia il fallimento. startuppers, chiosa: È possibile che si sia fondata una start-up con gli amici di sempre, che però non hanno competenze complementari, oppure che si sia fondata una nuova impresa con persone aventi competenze totalmente complementari tra loro, ma che non sono in grado di comunicare efficacemente all interno del team. Non bisogna dimenticare che, tra i motivi che possono ostacolare il successo di una start-up, vi è anche la necessità di elaborare un modello teorico di strategia dal quale partire, nonché le difficoltà associate alla ricerca di finanziamenti: difatti, pochi sono disposti a mettere capitale a disposizione di giovani privi di esperienza aziendale e di garanzie. Non da ultimo, è importante considerare un aspetto di carattere motivazionale: una start-up che nasce a partire da un idea potenzialmente valida e di successo ha bisogno di tempo per conseguire i primi risultati positivi. Il lavoro di squadra, la passione e l impegno profuso nell iniziativa sono gli ingredienti che non devono mai venir meno, soprattutto all inizio, in quella fase che in economia e gestione dell imprese è conosciuta come selezione naturale. Proprio nel primo periodo di vita, la start-up deve essere in grado di resistere alle ingenti pressioni concorrenziali e di affermare le ragioni della propria esistenza. Dunque, quand è che si può definire, da un punto di vista tecnico, una start-up fallita? I pareri sono piuttosto contrastanti. Carmelo Cennamo, responsabile del corso Imprenditorialità e business planning, impartito al Master in management presso l Università Bocconi di Milano, sostiene che è opportuno valutare la tipologia di attività svolta dall impresa prima di poter stabilire quando la crisi sia irreversibile. Più precisa è l analisi condotta da Mario Cantamessa, fondatore della start-up I3P del Politecnico di Torino, per il quale i tempi variano da qualche mese a pochi anni, ponendo l accento sul fatto che il fallimento incorre quando i founders non riescono più ad individuare un posizionamento strategico sostenibile o anche solo adeguato alle loro attese. Talvolta, l ostinazione con cui spesso i giovani imprenditori sostengono a ogni costo la propria business idea è controproducente: come afferma, Alberto Onetti, professore associato di economia e gestione delle imprese presso l Università degli studi dell Insubria, se un impresa deve fallire è bene che ciò accada il prima possibile. Il principio è quello del fail fast, che consente di limitare le perdite dovute a investimenti a fronte dei Se un impresa deve fallire è bene che ciò accada il prima possibile: il principio è quello del fail fast quali non si conseguirà alcun ricavo. Nonostante che le statistiche siano piuttosto scoraggianti, gli aspiranti startuppers non devono demordere, ma è piuttosto opportuno mirare alla ricerca di quell equilibrio tra il fervente sogno di realizzare la propria idea imprenditoriale e la necessità di conservare una buona dose di razionalità economicache rappresenta uno dei principi fondamentali del bravo manager. 13

16 FLESSIBILITÀ E COMPETENZA IL FUTURO DEL MERCATO DEL LAVORO Start-ups have deeply changed the job market in a way that might seem revolutionary. On the one hand, they encourage flexibility, on the other hand, they reward young, motivated, highly qualified and inventive workers. The Italian parliament is now attempting to readjust the legal system in order to better suit such dynamic and innovative companies. di Serena Berenato e Elisabetta Zuddas Nonostante che il termine sia entrato solo di recente nel nostro vocabolario, la presenza delle start-up rappresenta una realtà sempre più significativa nell economia italiana: il numero di posti di lavoro creati dal settore si aggira, infatti, intorno ai ventimila (dati di Italia Start-up), cifra che appare ancor più considerevole dato il perdurare della crisi economica. È fondamentale che i dipendenti siano motivati e credano nel progetto imprenditoriale di cui entrano a far parte per la realizzazione dell idea iniziale Il profilo del dipendente tipo di una start-up è quello di un individuo intorno ai trent anni, con un livello di istruzione medio-alto e che, nonostante la giovane età, ha alle spalle un paio di anni di esperienza lavorativa. Si tratta, perciò, di una categoria che, pur incontrando difficoltà crescenti a entrare nel mondo del lavoro, trova in questo campo opportunità sempre maggiori. Spesso si richiedono caratteristiche professionali molto specifiche: le figure più apprezzate, e nel contempo difficili da trovare, sono gli esperti di amministrazione e di finanza, gli sviluppatori di applicazioni per tablet e smartphone, i designer, gli esperti di programmazione, i project manager e gli esperti di marketing. Inoltre, come avviene anche in molti altri campi lavorativi, al candidato ideale è richiesta una buona conoscenza della lingua inglese, dal momento che, anche se la start-up nasce in territorio nazionale, il suo prodotto è destinato al mercato globale e alla fruizione da parte di un pubblico eterogeneo. Sebbene il curriculum vitae e la formazione dei candidati abbiano un peso considerevole nella scelta di chi assumere, gli imprenditori cercano per le loro start-up persone il cui atteggiamento nel corso del colloquio dimostri anche una serie di caratteristiche quali flessibilità, attitudine a lavorare sia in gruppo che in autonomia e buone capacità logiche. Si attribuisce, poi, grande importanza alla disponibilità del candidato a scommettere sul futuro dell impresa, accontentandosi di uno stipendio inizialmente modesto. La start-up, infatti, che per definizione è un impresa esordiente, non garantisce un profitto certo a breve termine, ma solo a lungo termine (posto ovviamente che l impresa decolli); perciò, è fondamentale che i dipendenti siano motivati e credano nel progetto imprenditoriale di cui entrano a far parte per la realizzazione dell idea iniziale. Considerato l alto tasso di disoccupazione, il mondo delle start-up rappresenta una grande opportunità di lavoro e secondo i dati dell Osservatorio startupper s voice (creato dalla holding LVenture Group con la collaborazione di Swg) il 40% di esse sta cercando personale, mentre il 38% prevede di fare nuove assunzioni entro sei mesi. Esse incontrano, però, grandi difficoltà nel trovare dipendenti con le giuste caratteristiche; da indagini statistiche emerge che solo una percentuale del 15% afferma di aver trovato dipendenti con le competenze richieste, mentre il 65% ritiene che le competenze dei candidati siano, nella maggior parte dei casi, inadeguate, riscontrando e lamentando una significativa carenza di manodopera qualificata. Per ovviare alla necessità d incontro tra una domanda di lavoro che si caratterizza per la ricerca di profili ben individuati e un offerta che, pur presentando le peculiarità desiderate dagli imprenditori, resta spesso sommersa nell indeterminatezza, sono nati numerosi siti internet. Questi siti, i più famosi tra i quali sono I want my start-up, Startup Italia Jobs, Startinup e LinkedIn, rivestono il fondamentale ruolo di grandi contenitori, in cui confluiscono start-up e curriculum vitae, consentendo agli utenti di trovare rapidamente ciò che risponde alle proprie esigenze e favorendo l incontro tra domanda e offerta di lavoro. Essi offrono la possibilità di creare un profilo personale e pubblicare il curriculum, una lettera di presentazione e altri elementi utili ai selezionatori per la valutazione del candidato, raggruppando spesso gli utenti per area d interesse. L importanza di questi siti per un ulteriore sviluppo del settore e, più in generale, per un efficace sistema di collocamento è sottolineata dalle parole di Luigi Capello, amministratore delegato di Lventure Group: La creazione di un ecosistema che metta in circolo virtuoso start-up, capitali privati e know-how accademico potrebbe aiutare decisamente lo sviluppo di queste nuove realtà e favorire la realizzazione di un Italia più meritocratica, innovativa ed efficiente che è in cima ai desideri di chi opera nelle nuo- alphaspirit / shutterstock.com 14

17 ve imprese. Poiché il modello della start-up è un elemento relativamente nuovo, non solo nel panorama economico italiano ma anche in quello normativo-giuridico, esso ha richiesto una particolare attenzione del legislatore, che ha deciso di intervenire disciplinando sia il fenomeno nel suo complesso che alcuni particolari aspetti. Le misure normative adottate hanno manifestato la volontà di sottoporre gli aspetti giuridici attinenti ai rapporti lavorativi creati tra dipendenti e società a una serie di norme derogatorie rispetto alla disciplina ordinaria. Solitamente, i dipendenti della startup vengono assunti con contratti a tempo determinato o a progetto, particolarmente adatti alle esigenze dei datori di lavoro, che mirano alla qualità del contributo prodotto dalla forza lavoro e al raggiungimento di uno specifico obiettivo, ponendo in secondo piano le modalità di svolgimento della mansione, le sedi e gli orari. Le forme di co.co.co. (collaborazione coordinata e continuativa) e co.co.pro (contratto di collaborazione a progetto) assicurano il giusto equilibrio tra l autonomia di una prestazione lavorativa caratterizzata da un apporto personale e creativo al progetto aziendale e l inserimento in un organizzazione produttiva complessa, soggetta al potere di coordinamento dell imprenditore. Il nostro ordinamento, notoriamente, cerca di scoraggiare il ricorso a questo tipo di contratto che favorisce il precariato, tanto che la riforma sul diritto del lavoro promossa dal Governo Renzi mira a intervenire proprio su questo aspetto dal panorama normativo. 15

18 La ratio che ha ispirato i recenti interventi legislativi ha avuto come punto focale la conciliazione della flessibilità richiesta dagli imprenditori con i diritti dei lavoratori Tuttavia, il legislatore ha accordato alle start-up, soprattutto quelle innovative, un più ampio margine di manovra su tipi contrattuali a tempo determinato. La ratio che ha ispirato i recenti interventi legislativi ha avuto come punto focale la conciliazione della flessibilità richiesta dagli imprenditori con i diritti dei lavoratori. La volontà di favorire lo sviluppo di queste realtà imprenditoriali ha giocato un ruolo fondamentale nella stesura dei testi normativi e ha richiesto una limitazione parziale dei diritti normalmente garantiti ai dipendenti, in favore, appunto, di una maggiore flessibilità. Il risultato perseguito e ottenuto è stato quello di consentire alle start-up di ridurre i costi derivanti dal personale, poiché i ricavi sono difficili da prevedere e non sempre è possibile coprire i costi nel breve periodo, preservando il nocciolo duro della tutela dei lavoratori a La possibilità di mettere in atto senza soluzione di continuità i progetti di dottorato permette di costruire un ponte tra ricerca e università, tra imprenditoria e mondo del lavoro tempo determinato. Così è possibile concentrare tutte le energie dell impresa nella realizzazione del progetto imprenditoriale, sottraendo ad esso la minor quantità possibile di risorse economiche. D altra parte, è interesse del lavoratore che la start-up abbia successo, poiché il suo fallimento implica, nella stragrande maggioranza dei casi, la perdita del posto di lavoro. Le agevolazioni in deroga al regime ordinario dei contratti di lavoro riguardano in generale la possibilità di assumere in modo più semplice lavoratori a tempo determinato e la riduzione significativa del costo del lavoro. Fa parte di tale processo di semplificazione l ipotesi che i requisiti di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostituitivi necessari ad apporre il termine al contratto di lavoro subordinato si ritengano implicitamente soddisfatti nel caso delle start-up innovative. Anche la retribuzione è caratterizzata da una parte fissa, legata agli accordi raggiunti in sede di contrattazione collettiva che può comunque essere modificata per essere adattata alle esigenze delle imprese giovani e innovative, garantendo il salario minimo del limite tabellare previsto e una parte variabile, che lega la prestazione del lavoratore in maniera più diretta alla start-up. Sul versante dell abbattimento del costo del lavoro, una delle misure adottate è l esenzione dal contributo addizionale dell 1.4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, che invece è previsto per gli altri redditi da lavoro subordinato. Quest ultima possibilità, infatti, insieme ad altre tipologie di esenzioni fiscali, come l accesso prioritario alle agevolazioni per l assunzione di personale altamente qualificato, rappresenta il reale e pragmatico incentivo all assunzione di lavoratori a tempo determinato, più ancora che la semplificazione, la quale attiene maggiormente alle fasi costitutive dell impresa. È particolarmente indicativo il riconoscimento legislativo del bacino di lavoratori cui una start-up intende attingere: il personale complessivo deve essere costituito in maniera significativa da lavoratori in possesso di un dottorato di ricerca o di una certificazione di svolgimento di attività di ricerca o, almeno, da personale in possesso di una laurea magistrale. Tale requisito è una condizione imprescindibile per la qualificazione di un impresa come start-up innovativa e tale prerogativa, insieme alla flessibilità, caratterizza questo peculiare mercato del lavoro attento ai giovani e alla ricerca. La possibilità di mettere in atto senza soluzione di continuità i progetti di dottorato e le ricerche certificate svolte presso istituti di ricerca, pubblici o privati, permette finalmente di costruire un ponte tra ricerca e università, tra imprenditoria e mondo del lavoro, concretizzando l aspirazione condivisa e legittima di lavorare su argomenti oggetto della propria formazione. Lo sviluppo di queste nuove realtà aziendali potrebbe rappresentare una soluzione alla fuga di quei cervelli che, attratti dalle opportunità di lavoro ben retribuite all estero e scoraggiati dalle scarse prospettive di un futuro in Italia, abbandonano il nostro paese. Le start-up consentono, quindi, di rivoluzionare gli orizzonti occupazionali dei giovani, coniugando realizzazione personale e flessibilità, caratteristica che meglio si concilia con l inclinazione all innovazione e al desiderio di cimentarsi in sfide sempre nuove. Non è inoltre da sottovalutare l instaurarsi di un legame più profondo e proficuo tra il lavoratore e la start-up, considerata la comunione d intenti tra l imprenditore e il lavoratore, che contribuiscono con mansioni differenti alla realizzazione di un oggetto sociale fatto proprio da entrambi. Le novità offerte da un esperienza lavorativa nel mondo delle start-up e l attenzione che il legislatore ha tributato intuendo le potenzialità di questo mercato occupazionale testimoniano lo spostamento dei classici paradigmi attraverso i quali si esplica il mercato del lavoro italiano. L imprenditoria giovanile non può esprimersi attraverso lo schema legale offerto dal contratto a tempo indeterminato. Essa ha bisogno che nuovi modelli siano perfezionati e resi efficienti, come quelli degli stage e delle collaborazioni coordinate continuative o a progetto, e che gli interessi dei lavoratori convergano con quelli dei datori di lavoro. 16

19 LA SCELTA VINCENTE Start-up companies are setting a new pace in the world economy and, if it wants to keep up with it, Italy must encourage such enterprises. The process has already started and incubators have sprouted across the country in order to help raise new competitive start-up companies. However, the entire economic system should gear up for the challenge and adapt to a new market where small, innovative companies thrive. di Cristiano Ciurluini Dell ormai diffusissimo termine start-up potremmo oggi dare due definizioni: la prima, fenomenologica e riduttiva, serve a circoscrivere il concetto e vede le start-up come la fase di avvio di una nuova impresa, cioè quel periodo nel quale un organizzazione cerca di rendere profittevole un idea attraverso l applicazione di processi ripetibili e scalabili; la seconda, più ampia, si riferisce invece, a quello che le start-up come fenomeno possono rappresentare per il futuro dell economia globale, cioè un radicale cambio di impostazione del concetto di impresa. Per comprendere la rivoluzione insita in questo fenomeno sempre più contagioso, prendiamo in considerazione, a titolo esemplificativo, il caso italiano. Innanzitutto, start-up significa idee, innovazione e prodotti ad alto o altissimo contenuto tecnologico. Questo spiega l attuale distribuzione geografica delle start-up sul suolo italiano: il 44% delle nuove imprese, iscritte al registro negli ultimi 4 anni, ha sede e centro di ricerca e sviluppo nel Nord del paese; il 42% al Centro e solo il 13% al sud. Questo dato è indice della difficoltà che il Sud incontra nel mercato delle idee e dell innovazione, anche se ciò non esclude la presenza di giovani imprenditori o di centri tecnologici all avanguardia. D altro canto, è vero che, senza una rete di supporto, costituita in primo luogo da servizi fondamentali al progredire tecnologico ad esempio, la diffusione della banda larga tali esempi rischiano di rimanere delle cattedrali nel deserto. Il problema per queste nuove e coraggiose realtà è che devono no, l Incubatore Firenze, la Città della scienza a Bagnoli, l H-FARM di Treviso, il consorzio Arca di Palermo e molti altri, legati anche al mondo universitario. Lo stretto legame fra ricerca e mondo delle start-up non deve sorprendere: in primo luogo, perché sancito dallo stesso ordinamento italiano in materia, che definisce un azienda start-up solo se un terzo dei dipendenti assunti è impegnato nello svolgimento di dottorati di ricerca presso una qualunque università italiana; in secondo luogo, perché l alto valore intellettuale dei prodotti realizzati da queste aziende richiede un patrimonio culturale di base molto elevato. Appare pertanto evidente, anche prendendo in considerazione le disparità che emergono dal confronto tra il dato relativo al Nord e al Centro e quello relativo al Sud, che un altro servizio essenziale, che lo Stato dovrebbe erogare in pari misura su tutto il territorio del paese, è quello dell istruzione. Le start-up italiane sono al vertice del sistema economico nazionale, si occuil 44% delle nuove imprese, iscritte al registro negli ultimi 4 anni, ha sede e centro di ricerca al Nord letteralmente scontrarsi con un paradigma antiquato d impresa, associato soprattutto ad industria pesante e ecologicamente non sostenibile. È importante sottolineare che le idee non fioriscono mai dal nulla, ma affondano spesso le loro radici nel contesto sociale, economico e privato di chi le ha avute. Ecco spiegata, quindi, l importanza dei cosiddetti acceleratori di start-up, programmi per lo sviluppo di un azienda, con la finalità di renderla autonoma, e degli incubatori di startup, cioè i luoghi fisici nei quali queste giovani imprese risiedono. Queste strutture rappresentano, mutatis mutandis, rispettivamente il software e l hardware dell indotto che permette all idea di crescere, svilupparsi e divenire economicamente produttiva. In Italia, i maggiori incubatori sono l I3P del politecnico di Tori- Riunione fra giovani startupper. 17

20 pano per lo più di servizi, ottimizzazione e prodotti immateriali, per i quali l investimento è minimo nel breve termine (spesso basta un computer), ma deve essere massiccio nel lungo termine, per garantire la valorizzazione della creatività delle persone. L iniziale disparità di prospettive culturali fra Nord e Sud è la fonte della mancata omogeneità nella distribuzione delle start-up e rappresenta uno dei problemi strutturali del sistema italiano, poiché non consente a generazioni di giovani promettenti la possibilità di esprimere il proprio talento. Quello tra start-up e giovani risulta, infatti, essere un accostamento essenziale: in Italia, la maggior parte delle start-up con un fatturato al di sopra del milione di euro è stata ideata da persone al di sotto dei quaranta anni ed assume personale appena uscito dalle università. Talvolta i laureandi non hanno nemmeno bisogno di uscire dalle università, poiché vengono contattati ed inseriti nel mondo del lavoro direttamente mediante gli incubatori presenti nelle loro facoltà. A questo punto, sorge una domanda: quanto è diffuso il fenomeno oggi? Al registro delle imprese italiane sono iscritte circa 2100 start-up e, tra queste, quelle milionarie sono solo ventuno, di cui solo sei con fatturato superiore ai due milioni di euro. In base ai dati di Info Camere, le regioni con il maggior numero di nuove aziende sono: Lombardia (350), Emilia Romagna (159), Lazio (129), Campania (102), Toscana (91) e Veneto (90). La percentuale di start-up innovative, sulla variazione tra 2013 e 2014, è estremamente incoraggiante: Lom- bardia (164%), Umbria (244%), Emilia (130%) e soprattutto le regioni del sud Italia, in particolare Calabria (263%) e Sicilia (243%). È vero che nel Meridione le nuove start-up sono ancora poche, ma questi dati testimoniano un inversione di tendenza. Grazie a questa forma d impresa più snella e a misura d uomo, l Italia si sta riappropriando del genio e della creatività che l hanno contraddistinta per tutta la sua storia millenaria. È chiaro che, col crescere del fatturato, qualunque realtà imprenditoriale necessita di una struttura interna maggiormente articolata; eppure, potrebbe essere positivo il fatto che, nei primi anni di vita, la direzione sia dettata principalmente dall istinto e dall intuito. Non è un caso, infatti, che molti pionieri di questa nuova formula si riconoscano nel mantra di Steve Jobs Stay hungry, stay foolish. Emblematiche e rivelatrici della grinta con la quale questi nuovi imprenditori si affacciano sul mercato sono le parole di Riccardo Donadon fondatore di H-Farm in occasione dell incontro Dall incubatore al mercato sulle start-up del Veneto: Saranno i millennials, la generazione digitale, che detteranno le regole dell economia. Adesso siamo nell era dell innovazione, l economia di scala è finita, come sottolineano gli analisti, e le aziende italiane non danno ancora il giusto peso al problema dell innovazione. È veramente un peccato che l industria italiana mainstream non creda in tale possibilità, anche perché, a livello normativo, lo Stato ha puntato molto a favorire gli incentivi per i finanziamenti alle start-up attraverso l introduzione di ben sei vantaggi fiscali: 1. Niente più imposta di bollo e diritti di segreteria. Nessun tipo di pagamento è richiesto alle start-up e agli incubatori certificati per entrare a far parte del Registro delle Imprese, neanche quello annuale dovuto alla Camera di Commercio. 2. La disciplina prevede che si quantifichi il reddito del soggetto e si calcoli su di esso l imposta dovuta: le start-up, invece, non saranno sottoposte a controlli di questo tipo. L esclusione decadrà trascorsi quattro anni dall iscrizione. 3. Gli amministratori, i dipendenti e i collaboratori continuativi possono essere remunerati con il cosiddetto work for equity, vale a dire il pagamento dei propri dipendenti attraverso le quote della società. Il reddito così percepito non ha rilevanza fiscale. 4. Per favorire gli investimenti nelle imprese innovative, una parte dell ammontare immesso nel capitale sociale sarà detassato. A beneficiare dell agevolazione potrà essere solo chi ha quote inferiori al 30%. Non vengono esonerati gli investimenti a fondo perduto. Ad ogni modo, nessun investimento sarà detassato se sarà superiore ai 2,5 milioni di euro. Se gli investimenti provengono da singoli investitori, le agevolazioni riguarderanno il 19% del totale dell investimento. La soglia si alza al 25% nel caso si tratti d imprese sociali o operanti nel settore delle energie rinnovabili. L ammontare complessivo non può superare i 500 mila euro annui. Nel caso di società, il 20% dell importo investito non viene tassato, percentuale che arriva al 27% se si finanziano start-up sociali e del settore energetico. L investimento non può essere superiore a 1,8 milioni di euro annui. 5. Le prestazioni di consulenza qualificata potranno essere retribuite in modo esentasse con quote o azioni della società. 6. Le start-up che assumeranno personale qualificato a tempo indeterminato pagheranno meno tasse. L agevolazione corrisponde al 35% del costo sostenuto per l assunzione e non può superare i 200 mila euro designed by freepik.com 18

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