Guido Nozzoli e Pier Maria Paoletti. La Zanzara. Cronache e documenti di uno scandalo

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1 Guido Nozzoli e Pier Maria Paoletti La Zanzara Cronache e documenti di uno scandalo

2 Prima edizione: maggio 1966 Copyright by Giangiacomo Feltrinelli Editore Milano

3 Omnia munda mundis I. Lo scandalo giorno per giorno Il pomeriggio del 22 febbraio 1966, il Corriere Lombardo - già in procinto di sospendere le pubblicazioni - annunciava ai suoi ultimi lettori con uno stuzzicante titolo su sei colonne: Suscita scandalo al Parini un inchiesta pubblicata - sul giornale degli studenti. (vedi Appendice 1). E nell articolo, lardellato di frasi di protesta dei pariniani cattolici, si leggeva che le pazzesche affermazioni di alcune studentesse intervistate dalla rivistina interna La Zanzara (Appendice 2 e 3), avevano provocato grande scalpore tra gli allievi e disappunto tra i genitori, che molti di loro si erano recati a protestare dal preside, che alcuni altri avrebbero chiesto il trasferimento dei figli. Una delle più severe ed efficienti scuole milanesi, il liceo prediletto dalla migliore borghesia, dai ragazzi della Milano-bene, dunque, si era improvvisamente trasformato in un covo di immoralismo dove si corrompevano le anime belle dei fanciulli parlando di libero amore e di pillole antifecondative? Nel vigile ufficio della Procura della Repubblica i dottori Lanzi e Carcasio, percossi da questo urlo dei sensi che erompeva dalla scuola, erano già pronti a levarsi in difesa. della società buona e sana contro l ondata di corruzione e di malcostume, sollecitando l intervento della polizia, da parte sua già tempestata - si diceva - dalle telefonate di cittadini sbigottiti, anzi traumatizzati, da questo affronto alla pubblica moralità. In un Paese tanto malizioso e insieme tanto distratto e rassegnato come il nostro, abituato a sopportare senza sussulti la presenza di 1 milione e 300 mila disoccupati, i delitti impuniti della mafia coperti da complicità ad altissimo livello, le evasioni fiscali, le piraterie degli speculatori delle aree fabbricabili, dei sofisticatori di cibi e di bevande, di certi bonzi degli enti caritatevoli e previdenziali, in un Paese dove si sa di religiosi simoniaci dediti al

4 contrabbando di tabacco e di opere d arte sacra, di orfanelli seviziati nei collegi, di pubblici funzionari della Sanità arricchiti concedendo in sub-appalto bambini tubercolotici, è difficile immaginare che qualcuno potesse veramente restare traumatizzato dalle dichiarazioni un po troppo esplicite e disinvolte di due studentesse. Ma il fariseismo pubblico e privato ha le sue esigenze, come il finto patriottismo, specialmente quando diventa un atto di liturgia quotidiana, una specie di professione o addirittura un mestiere. L azione contro gli immoralisti del Parini, a pensarci bene, poteva anche essere un pretesto per mettere il guinzaglio a tutta la stampa studentesca, sempre meno disposta, con l andar del tempo, a seguire gli appelli furbeschi del grande opportunismo nazionale, e guardata con sospetto dagli studenti integralisti della destra clericale che, essendo minoranza, non riescono né a dirigerla né a condizionarla. Infatti, denunciando redattori e stampatori de La Zanzara anche per le violazioni della legge sulla stampa, si tentava di affermare implicitamente il principio che, da quel momento in poi, per non essere illegali, i giornaletti studenteschi avrebbero dovuto registrare la pubblicazione in Tribunale, consegnare quattro copie di ogni numero in Questura, esser diretti da un maggiorenne iscritto all elenco speciale dell Ordine dei giornalisti, rinunciando così al loro carattere di libere espressioni studentesche per rimettersi alla paterna e sterilizzata tutela dei grandi. Un altro attentato contro la libertà di pensiero e di stampa come l arresto dei giovani che avevano distribuito volantini pacifisti e anti-imperialisti sgraditi agli stati maggiori. In ogni modo, con o senza secondi scopi, l inchiesta della magistratura sul Parini aveva trasformato una questioncella scolastica in un problema nazionale seguito con ironia dalla stampa di mezzo mondo. Gli italiani avevano ora un tema nuovo e impreveduto di dibattito, il caso de La Zanzara, che avrebbe diviso il Paese in due come una grande contesa politica. Tutto era cominciato lunedì 14 febbraio, quando i gruppi di Gioventù Studentesca (il cosiddetto Giesse, fondato da don Giussani per raccogliere gli alunni in una specie di brigata d assalto di piccoli missionari), che operano alacremente all interno di tutti gli istituti di istruzione media, con la voce sempre autorevole e favorevol-

5 mente ascoltata dai benpensanti del moralismo ipocrita e col fervore della crociata contro la pericolosa e dilagante decadenza dei costumi, avevano diffuso un manifestino di amara deplorazione per l inchiesta giornalistica de La Zanzara. Firmandosi Pariniani cattolici, i dissidenti stigmatizzavano la estrema superficialità e la scorretta parzialità con cui è stato trattato un tema così importante; la gravità dell offesa recata alla sensibilità e al costume morale comune; la slealtà con cui, una volta di più, si è abusato della scuola e della sua autorevolezza. Così, sollecitato dal gruppo di GS e da numerosissime telefonate di genitori indignati che minacciano di ritirare i ragazzi dalla scuola (gli indignati saranno, poi, 14 su 1200) il Corriere Lombardo esce il 22 pomeriggio col suo titolo a sensazione e sostenendo ovviamente le ragioni, lui sempre finora così dichiaratamente liberale, dell integralismo cattolico. Ma non succede niente. L opinione pubblica per ora non è turbata né il contenuto dell inchiesta si è mostrato ancora idoneo a offendere il sentimento morale dei fanciulli e degli adolescenti e a costituire per essi incitamento alla corruzione. Il costume morale comune offeso continua a circondarli come sempre con i film della violenza più atroce, con certi rotocalchi pieni di nudità, di inchieste sessuali sui giovani e di risposte del medico che circolano per casa e, insomma, con tutte le sollecitazioni delle agenzie pubblicitarie che propongono in chiave erotica anche il buon brodo casalingo. In città, dunque, l opinione pubblica non è affatto turbata, né mobilitata. A mobilitarla ci penserà qualche settimana più tardi il sostituto procuratore Pasquale Carcasio, in una vastità di ceti sociali e con una profondità di interesse come raramente s era verificato nella storia d Italia. Soltanto lo studente Marco De Poli, 17 anni, direttore de La Zanzara, rassegna le dimissioni e si mette a disposizione del preside, prof. Daniele Mattalia. Il quale non ritiene opportuno prendere alcun provvedimento nei riguardi del suo alunno, che conosce fin troppo bene e non gli sembra un pervertito corruttore di minorenni. Per lui è un allievo modello, con i suoi 10 in condotta, la sua media dell 8, i suoi temi meditati, seri, scritti con proprietà e acutezza di linguaggio critico, su Dante, sul Rinascimento, sulla formazione della classe borghese, contemporanea alla crisi dell autorità del principe eccetera. E poi

6 con quella sua aria di primo della classe, un po pallido e allampanato, l occhio vivo dietro le lenti. Ma se il preside è tollerante, o addirittura approva (approva l inchiesta, naturalmente, non le risposte un po ciniche o infantilmente provocatorie di alcune delle ragazze intervistate) la Procura della Repubblica passa subito all attacco. Figurarsi la Procura di Milano, con l eredità lasciatale da Carmelo Spagnuolo, abituata a vedere oscenità e vilipendio, dappertutto. Sempre attenta a scoprire, dovunque, le notizie false e tendenziose, atte a turbare l ordine pubblico. Quell ordine pubblico, infatti, che fu turbato tanto dall articolo della giornalista Merlin sull Unità (puntualmente rinviata a giudizio) per aver raccontato, assai prima della catastrofe, che la popolazione della zona del Vajont era da tempo in allarme e temeva il peggio. Non turbato, certo, l ordine pubblico, a catastrofe avvenuta. Così il 22 stesso, dopo l articolo del Lombardo e le pressioni dei gruppi di GS, il procuratore aggiunto, dottor Oscar Lanzi, incarica il vicequestore dott. Giovanni Grappone, terrore dei criminali più audaci e incalliti, di avviare le indagini sull inchiesta del giornaletto studentesco. Il 23 pomeriggio, mentre la città continua a ignorare lo scandalo denunciato dal declinante giornale del pomeriggio e l opinione pubblica continua a non essere turbata, il preside del Parini, prof. Mattalia e il vicepreside Silvano Stolfa vengono interrogati per varie ore dal dottor Grappone nel suo ufficio in Questura. È naturale che l ambiente abbia intimidito quel brav uomo del preside che cerca di giustificarsi come può e non ha ancora assunto quella posizione esplicita di solidarietà assoluta con l operato dei suoi allievi che gli varrà, poi, l aperta simpatia della stragrande maggioranza dell opinione pubblica. Ammette che il preside ha facoltà di censura sugli articoli del giornale studentesco, che in altra occasione l ha esercitata ma che in questo caso non era stato possibile poiché si trovava in vacanza proprio nel periodo in cui La Zanzara era in via di preparazione. Era andato nel suo ufficio qualche volta per sbrigare qualche pratica urgente, aveva anche trovato sul suo tavolo le bozze del numero-bomba ma non aveva avuto il tempo di scorrerle attentamente. Del resto, il passato di serietà e di impegno del giornaletto del Parini l avevano lasciato del tutto tranquillo.

7 Il vicepreside, professor Stolfa, si mette ancor più fuori causa: il suo compito è quello di occuparsi degli affari ordinari in assenza del preside, non ha visto le bozze della Zanzara e comunque non ha facoltà di prendere iniziative personali. Al provveditorato agli studi, intanto, il caso del Parini che non è ancora l affare Parini, è ignorato ufficialmente: il provveditore, prof. Tornese, è a Roma. Se in città non si parla ancora de La Zanzara, se ne parla a scuola e davanti alla scuola. Centoquaranta genitori che hanno saputo da Il Giorno della convocazione del preside in Questura, gli mandano un telegramma di solidarietà. Sono dieci volte di più, dunque, di quelli che hanno telefonato, senza firma, al Lombardo. Anche i ragazzi, naturalmente, hanno saputo, hanno capito subito da quale parte veniva l attacco, discutono in capannelli davanti all istituto. Che cosa c era scritto, in fondo, nell inchiesta? si chiedono. Sono tutti giovanotti che vivono insieme alle compagne, andando e tornando da scuola o uscendo alla sera, la vita di una metropoli; che seguono dibattiti e conferenze sui più diversi argomenti; che leggono i giornali di papà, i rotocalchi di mamma e le riviste mediche nell anticamera del dentista. E magari traducono Catullo, per esempio quella poesia dedicata a Flavio, quando dice Che tu non ve [ ] dove giaci le notti / la indarno tacita camera il grida / spirando Sirio balsamo e fiori; / l impronta duplice de l origliere / sgualcito, e il tremulo letto che a scosse / arguto scricchiola nel dimenìo... Il primo passo ufficiale, fuori della scuola, lo fa il liberale Giomo, che non sa ancora come più avanti il suo partito si schiererà su posizioni un poco diverse. Così accogliendo subito la tesi di GS, presenta un interrogazione al ministro della P.I. per sapere come il ministro intende intervenire nel caso lamentato, anche perché nel futuro tali avventate iniziative non abbiano a verificarsi altrove, e ciò a tutela della serietà e della moralità della scuola italiana. Fa subito eco all onorevole liberale il Comitato Lombardo dell Associazione nazionale Scuola italiana con un comunicato, il giorno dopo, che vivamente deplora quanto le associazioni interne di istituto compiono, sia con i giornali sia con propaganda in forma lesiva del di-

8 ritto dei genitori alla educazione e formazione morale e spirituale dei propri figli. Siamo alle prime, timide polemiche sulla vicenda e già si contrappongono due concezioni antitetiche della scuola italiana: quella tradizionale, nozionistica, e quella moderna, formativa dell uomo e del cittadino, aperta a tutti i problemi della società in cui i giovani stessi vivono - non si può pretendere con gli occhi chiusi - e si fanno adulti. Così, limitare al minimo la libertà di manifestazione del proprio pensiero, al di fuori dei programmi scolastici, anziché incoraggiarla come suggeriscono ben precise circolari ministeriali. Se le opinioni degli studenti appaiono errate - scrive un lettore su Il Giorno del 26 febbraio - si confutino, non si perseguitino e si metta finalmente alla porta la rispettabilità offesa dei soliti genitori spesso privi del minimo aggiornamento culturale e le cui idee mummificate avrebbero, queste sì, bisogno di una severa revisione. Le polemiche e le notizie, del resto, non escono ancora dal limbo del titolo su una colonna in cronaca, il caso Zanzara continua a non essere, ancora, un affare nazionale. Con echi internazionali. Il giorno 24 ritorna da Roma il provveditore agli studi, professor Tornese, e chiede un colloquio col vice questore Grappone, che dura un ora, dalle 12 alle 13. Intanto il procuratore Oscar Lanzi dà incarico a Grappone di invitare al più presto nel suo ufficio preside e provveditore. Il 25 è una giornata tranquilla. Il 26 Marco De Poli, direttore de La Zanzara, fa la sua prima esperienza di delinquente precoce. Trattato ancora, naturalmente, con formale cortesia. Convocato in Questura, il dott. Grappone gli rivolge molte domande, si informa della situazione e della conduzione del giornale d istituto, gli chiede le ragioni di quell inchiesta. Nient altro. De Poli risponde, tranquillo, che si tratta di un problema attuale, moderno, che interessa la coscienza dei giovani, che in altri paesi di grandi tradizioni civili è normalmente dibattuto senza ipocrisie. L articolo, spiega, riportava gli interventi registrati nel corso di una tavola rotonda con un gruppo di nove studentesse di cui, per correttezza, non riferisce il nome. Pausa domenicale il 27 febbraio, il 28 vengono convocati i redattori dell inchiesta, Marco Sassano e Claudia Beltramo Ceppi. Specialmente dalla ragazza si vuol sa-

9 pere se è d accordo con quanto hanno dichiarato le sue compagne di scuola nell intervista, e anche lei si rifiuta di fare dei nomi. A un certo momento le offrono una sigaretta, che non accetta. Davvero non fumi? le chiedono. Allora non sei poi tanto viziosa come si potrebbe pensare leggendo il tuo giornaletto. Il primo marzo il dott. Grappone ha un lungo colloquio col procuratore aggiunto Oscar Lanzi. Intanto, mentre la risonanza intorno al caso Zanzara è ancora molto circoscritta, si alternano manifestazioni di pubblica solidarietà e di pubblica deplorazione, queste ultime, per la precisione, sempre da una sola parte. Il 2 marzo la sezione milanese dell Associazione nazionale studenti serali, ANSS, proclama per lunedì 7 uno sciopero di protesta e di solidarietà con gli studenti del Parini : gli studenti-lavoratori della provincia si asterranno dal frequentare la prima ora di lezione. Il 5 marzo l Unione Cattolica Insegnanti Medi, sezione di Milano, concorda un documento, al termine di una riunione, in cui si precisa che il diritto primario all educazione spetta alla famiglia e che le associazioni d istituto e le loro manifestazioni si riducono spesso ad espressioni aberranti o diseducative di singoli o di gruppi esigui che pretendono, data l ufficialità delle associazioni, di rappresentare tutti gli studenti. Ben presto si vedrà quanto esigui siano quei gruppi. Intanto che il magistrato studia attentamente il caso Zanzara per decidere o meno il rinvio a giudizio (ma lo deciderà, su questo non c è alcun dubbio) dei corruttori del liceo Parini, un autentico colpo di scena conclude l inchiesta aperta quattro mesi prima a carico di un altro gruppo di giovani, e di due anziani tipografi, imputati di aver stampato e diffuso manifestini sul problema de l obiezione di coscienza e contro la guerra nel Vietnam. L arresto, per tale tipo di reato, non è obbligatorio, ma il Procuratore Capo Carmelo Spagnuolo, che ha affidato, prima di lasciare la sede di Milano, l inchiesta al dott. Gino Alma, ha instaurato in tanti anni un costume ben preciso. E la Procura di Milano, già sconfessata decine di volte dalle sentenze della magistratura giudicante, ma sempre irremovibile su posizioni di assoluta intransigenza quando si tratti di reati d opinione, firma il mandato di cattura. Anche se poi essa stessa si concede qualche licenza procedurale quando i giovani, che do-

10 vrebbero esser processati per direttissima entro cinque giorni dall arresto, vengono citati in giudizio quindici giorni dopo. Un po di galera prolungata oltre il diritto non fa mai male per le teste calde. Così i carabinieri, nella notte fra il 9 e il 10, come s usa fare per gli assassini più pericolosi, i rapinatori e gli sfruttatori di prostitute, suonano al campanello di undici famiglie per bene, aspettandosi, forse, chissà quale reazione a mano armata. Otto dei ricercati sono in casa e passano dal letto a S. Vittore fra l angoscia dei familiari: Andrea Strik Lievers, 18 anni, studente liceale, suo fratello Lorenzo, 22 anni, studente di filosofia, Donatella Borghese, 21 anni, universitaria, Giovanni Zambardieri, 24 anni, impiegato, Luigi Metaldi, 26 anni, attrezzista della Scala, Luigi Mai, 17 anni, studente, Armando Fiorin, 66 anni, titolare della tipografia omonima in via Vignola 3, Vincenzo Cordani, 77 anni, presidente della SpA A. Cordani in via Donatello 36. Gli altri tre, pure colpiti da mandato di cattura, si trovano fuori casa: Piero Cardinali, di 22 anni, Giorgio Soragna, di 27 anni e Tullio Muraro, resistente a Monza. L inchiesta si era aperta il 4 novembre del 1965, quando il Partito Radicale di Milano aveva diffuso fra la cittadinanza un volantino contro la violenza e la guerra e per il riconoscimento dell obiezione di coscienza (un diritto per il quale si sono battuti in numerosi convegni, articoli, conferenze o affrontando lunghi processi anche insigni studiosi cattolici e coraggiosi sacerdoti). Poi l indagine si era ampliata agli inizi di febbraio quando alcune organizzazioni di estrema sinistra, dissidenti del PCI e perciò stesso fuori del gioco, delle indignazioni e delle difese (il Centro antimperialista milanese e la Lega marxista-leninista) avevano diffuso altri tipi di manifestini contro la guerra nel Vietnam. I reati contestati ai giovani e ai due vecchi tipografi sono due ed entrambi abbastanza gravi. Il primo (art. 266) riguarda l istigazione di militari a disubbidire alle leggi o a violare il giuramento dato e comporta una pena da uno a 3 anni (da 2 a 5 se commesso pubblicamente). Il secondo (art. 656) punisce con l arresto fino a tre mesi chi si rende responsabile di pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l ordine pubblico.

11 Non c è niente di più facile, pare, in Italia, che turbare questo sacrosanto ordine pubblico. Nella mattinata del 10 i legali dei pacifisti arrestati (gli avvocati Salinari, Boneschi, Malagugini, Sergio e Giuliano Spazzali) chiedono subito un colloquio con il procuratore aggiunto, dott. Oscar Lanzi, sollecitando spiegazioni sulla cattura notturna e relativa traduzione a S. Vittore dei loro assistiti. Cinque giorni di pausa nel caso Zanzara, che sembra ormai quasi dimenticato dalla stampa, ma si sa quanto siano impenetrabili gli uffici giudiziari (Oscar Lanzi, intanto, si apprende, ricevuto il rapporto conclusivo della polizia, rinvierà a giudizio per direttissima il preside e i tre ragazzi del Parini, oltre ad Aurelia Terzaghi, proprietaria della tipografia di via Boscovich 17 dove si stampa La Zanzara) e il giorno 17 marzo, per una notizia incredibile apparsa su tutti i giornali, l ordine pubblico sarà finalmente davvero turbato. Non da manifestini, questa volta, o da libri o da conferenze. Il caso del Panni, finora circoscritto al mondo della scuola, agli antagonismi fra associazioni d istituto e associazioni cattoliche dissidenti, conosciuto nei particolari da una minoranza di lettori assidui di quotidiani, quelli cui non sfuggono neppure i trafiletti su una colonna in cronaca; esplode improvvisamente in tutta la sua violenza, si trasforma in affare nazionale, dilaga sui giornali stranieri che solitamente dedicano qualche riga all Italia per l esito delle elezioni, mobilita giuristi, parlamentari, segreterie politiche, ministri, intellettuali, associazioni, autorevoli riviste letterarie, pedagogiche, teologiche, scatena correnti avversarie appena sopite nel seno stesso della magistratura, sospinge una lunga ventata di interesse in tutte le classi sociali, fra i bottegai, gli operai, gli impiegati, come soltanto le partite di scudetto, e mai fatti politici o di costume, da noi riescono a suscitare. Accade dunque che i tre redattori de La Zanzara, Marco De Poli, Marco Sassano, Claudia Beltramo Ceppi, vengono invitati nel pomeriggio del 16 marzo, nello studio del sostituto Procuratore della Repubblica. Pasquale Carcasio è un magistrato abbastanza giovane, un po pingue, pacioso, con gli occhiali e l aria prelatizia, di modi ineccepibilmente corretti e discreti. Con un sorriso dice ai ragazzi: L avete combinata bella, non penserete per caso di passarla liscia. Poi con tono già più brusco di voce: Be, chiuso per oggi, perché c è

12 qui il dottore e dobbiamo compilare la scheda minorile medica. Cominciamo da questo qui, dice riferendosi a Sassano. Escano gli altri due e tu togliti il pastrano. Mentre la Beltramo, sconcertata da quell inattesa richiesta, si precipita a telefonare al padre, De Poli, facendo qualche passo nel corridoio, scorge attraverso una delle finestre dell ufficio di Carcasio, prima che il cancelliere accosti le tende, il suo compagno in piedi davanti alla scrivania, già in maniche di camicia. Il dottor Carcasio sa benissimo, per aver letto attentamente il fascicolo della polizia e aver studiato il caso come si conviene a un magistrato della sua scrupolosa meticolosità, che quei ragazzi hanno capacità di intendere e volere, che a scuola hanno buoni voti e De Poli addirittura 10 in condotta, ma poiché la legge, come pensa di interpretarla rettamente lui, gliene dà la facoltà (anche se non gli impone l obbligo) li vuole ugualmente nudi davanti a sé. Come i teppisti, i ricattatori, i violenti da riformatorio per cui il legislatore ha consigliato la ricerca di eventuali tare fisiche o psichiche. Cosa importano i bei voti e l ottima condotta? Incalzano le domande. Prima quelle normali di tutte le visite mediche, varicella, morbillo, orecchioni? Quindi, mentre il medico ausculta e palpa, l interrogatorio per compilare la scheda. Con accenti d ironia. Così lo raccontano i ragazzi. Dato che scrivi queste cose, certo sei abituato a frequentare prostitute. Sassano risponde secco di no. Hai fatto mai la Wasserman? La... cosa? Wasserman. Be, andiamo avanti. I tuoi genitori hanno mai avuto malattie veneree? Un lampo di sdegno negli occhi del ragazzo, che crede di non aver capito bene. Vivono insieme? Certo che vivono insieme. Mah! Sei ben denutrito. Evidentemente i tuoi genitori se ne fregano di te. Quando Sassano esce, finendo ancora di ficcarsi la camicia nei pantaloni, col cappotto buttato sulle spalle ed entra De Poli ( Guarda che ti visitano a fondo gli dice), ci sono davanti all ufficio due giornalisti e un fotografo che gli chiedono particolari sull interrogatorio. Intanto vede Claudia, in fondo al corridoio, che ritorna dopo la telefonata al padre. Le corre incontro, le racconta quel che è successo, lei gli dice che suo padre le

13 ha proibito tassativamente di sottoporsi alla prova (il padre, intanto, telefonerà a Delitala e Delitala a Lanzi: un lungo colloquio). Mentre De Poli è dentro i due ragazzi chiacchierano con i tre giornalisti, esce il segretario (o il cancelliere: il terzo uomo, insomma, che era nell ufficio del dott. Carcasio) e gironzola intorno al gruppetto. Che si allontana di qualche passo. Dopo la visita allo studente-direttore ( Hai malattie veneree? Ma sai cosa voglion dire? - Certo che lo so - E già, con quel che scrivi!... ) esce dall ufficio, dietro il ragazzo, il dottor Carcasio che, rivolgendosi alla Beltramo Ceppi, ingiunge, con cortese fermezza: Adesso, signorina, tocca a lei. No replica Claudia, e i giovani compagni, mettendosi davanti alla porta: No, la ragazza non entra. Il dott. Carcasio insiste, dice che è assolutamente necessario per la compilazione della scheda, ma Claudia e i ragazzi non cedono. Va bene fa il magistrato allora telefoniamo a suo padre ed entra nell ufficio insieme alla Beltramo Ceppi. De Poli e Sassano vedono attraverso una delle finestre dell ufficio la ragazza e il magistrato che parlano, poi il magistrato che telefona. Il padre di Claudia, si saprà in seguito, ribatte il suo no deciso alla visita e il dottor Carcasio, allora, ordina a Claudia di ritornare il giorno dopo, accompagnata dalla madre. Quindi, uscendo e congedando i tre ragazzi: Bene, i vostri genitori se ne impippano di voi, perché non vi hanno neanche accompagnato. A parte il fatto che l invito era formulato molto laconicamente su un foglietto dattiloscritto e diceva: La preghiamo di comparire il giorno 16 marzo nell ufficio del sostituto procuratore dott. Carcasio per fatti inerenti alla giustizia. Non accennava né alla visita né alla necessità che i tre fossero accompagnati dai familiari. I ragazzi escono dal Palazzo di Giustizia avviliti, umiliati e si recano subito nello studio dell avv. Sbisà, difensore del Sassano, che, ascoltando tutta la storia, si mostra esterrefatto. In quarant anni di carriera, dice, non gli era mai capitato un fatto del genere. La sera stessa, naturalmente, i difensori degli studenti rilasciano due dichiarazioni sull atteggiamento della Procura ai cronisti che li assediano per aver con-

14 ferma del singolare provvedimento. La visita per la compilazione della cosiddetta scheda minorile, spiega il prof. Delitala, è prevista effettivamente da una vecchia circolare fascista (n del 21 settembre 1933) la quale prevede che una colonna del modulo debba essere riempita da un medico in concorso con il magistrato. Tale circolare, però, aggiunge l illustre penalista, è da ritenersi annullata dall articolo 13 della Costituzione, per cui la libertà personale è inviolabile e non è ammessa alcuna ispezione personale se non per atto motivato dall autorità giudiziaria nei modi voluti e previsti dalla legge. Per questo motivo il dott. Pasquale Carcasio, per procedere alla compilazione della scheda, avrebbe dovuto stendere un atto motivato soprattutto per spiegare a che cosa gli serviva un esperimento del genere in riferimento a un reato squisitamente di stampa. La circolare del 1933, tramutata successivamente in legge, e i riflessi su di essa della Costituzione repubblicana saranno successivamente approfonditi prima e durante il processo. Il prof. Alberto Dall Ora, da parte sua, annuncia un ricorso alla Procura Generale della Repubblica per tutti i provvedimenti del caso in relazione alla violazione patente dei diritti e della dignità del cittadino, non essendo lecito riesumare norme che risalgono al tempo fascista e che sono state travolte dalla lettera e dallo spirito della Costituzione. In serata, una novantina di insegnanti delle scuole medie superiori milanesi inviano al Provveditore agli Studi un documento (App. 4) in cui, riferendosi al caso del liceo Parini, esprimono apertamente il loro parere favorevole a una libera circolazione dei giornali studenteschi di istituto. I giovani studenti - riporta fra l altro il testo - hanno oggi una serietà che è ignota a molti adulti e una consapevolezza dei problemi che sarebbe stolto voler soffocare. Il che è verissimo, e basta parlare con qualsiasi liceale per accorgersi dell abisso di serietà che li divide dai coetanei d un tempo. Ma i giornaletti d allora, le battute a doppi sensi, le caricature dei professori, le vignette maliziose, l assenza totale di qualsiasi argomento politico o sociale, attuale o scottante (sia pure trattato con la giovanile inesperienza dell inchiesta su La Zanzara) il goliardismo qualunquista da quattro soldi non portavano certo i compilatori, guar-

15 dati dagli adulti con occhio indulgente, sul banco degli imputati. Lo scandalo dilaga, i giornali, anche quelli che non hanno approvato la crudezza di linguaggio dell inchiesta de La Zanzara, sono ormai quasi tutti schierati dalla parte degli studenti del Parini. Lo spogliarello in Procura, come ormai viene definita la visita a sorpresa di De Poli e Sassano e la mancata visita della Beltramo Ceppi, ha indignato l opinione pubblica, la stampa e - come vedremo nei giorni seguenti - gran parte della magistratura. Mai s era visto in Italia un simile fronte tanto compatto a difesa della Costituzione. Forse anche perché si trattava di una difesa facile, di principi generali, ovvi, comunemente accettati, e la politica, per il momento, restava nelle retrovie. Il Procuratore Oscar Lanzi deve aver avvertito questa ondata di ostilità montante, deve aver letto le centinaia di fogli più o meno importanti ammonticchiati sul suo tavolo di lavoro, qualche espressione irriguardosa - o anche qualche interpretazione giuridica inesatta, e così, per le 5 del pomeriggio di giovedì 17 marzo convoca una conferenza stampa che si risolve - come scrive anche Giornalismo, organo dell Associazione Lombarda dei Giornalisti - in un lungo monologo-stampa. Eccezionale l avvenimento, tuttavia, se si pensa al riserbo consueto dei magistrati durante la fase istruttoria d un processo. Alto, quasi calvo, dal volto abbronzato, dai sottilissimi e curatissimi baffetti alla Douglas Fairbanks sotto il grosso naso, il dottor Oscar Lanzi comincia a parlare con studiata pacatezza, di fronte a una piccola folla di cronisti. Le notizie apparse sui quotidiani - dice - circa il procedimento penale a carico. del professor Mattalia e dei tre studenti De Poli, Sassano e Beltramo, e in particolare circa la compilazione della scheda degli imputati minori disposta da questa Procura, rappresentano una realtà deformata, alterata e male interpretata. Detta lentamente, come un maestro, il testo che ha lungamente meditato (prima non aveva voluto che qualche giornalista prendesse appunti). L obbligo per il giudice e per il P.M. - continua - di procedere alla compilazione della scheda nei confronti di imputati minorenni senza particolari formalità discende dall articolo 11 del RD 20 luglio 1934 n. 1404, modificato dal RD legge I1 novembre 1938 n. 1802, convertito nella legge 16 gennaio 1939 n. 90, legge 25 luglio 1956 n. 888 e legge 27

16 dicembre 1956 n Detto articolo recita: Nei procedimenti a carico di minori, speciali ricerche devono essere rivolte ad accertare i precedenti familiari e personali dell imputato, sotto l aspetto fisico, psichico, morale e ambientale. Il PM, il Tribunale e la sezione della Corte d Appello possono assumere informazioni e sentire pareri di tecnici senza alcuna formalità di procedura, quando si tratti di determinare la personalità del minore e la causa della sua irregolare condotta. Appaiono pertanto ingiustificate e gratuite - scandisce solennemente Oscar Lanzi - le allarmistiche interpretazioni e i minacciati ricorsi riportati dalla stampa come formulati da noti avvocati, ammesso che il pensiero di tali illuminati professionisti sia stato fedelmente riportato dai redattori degli articoli pubblicati. Appare opportuno far conoscere come questo ufficio, tenuta presente la minore età dell imputata Claudia Beltramo, constatato che quest ultima si era presentata senza essere accompagnata dai genitori, ha provveduto a interpellare telefonicamente il padre della minore pregandolo di riaccompagnare la ragazza o di farla accompagnare dalla mamma per il giorno successivo a quello in cui l imputata si era presentata. Tutto uno scandalo, dunque, nato da una realtà deformata, alterata e male interpretata dai giornalisti. Ma subito, il 17 sera, il prof. Delitala risponde chiaramente alla conferenza-monologo di Oscar Lanzi. L invocato articolo 11 della legge sul Tribunale dei minorenni - dice - ammette soltanto sommarie indagini per stabilire le capacità di intendere e di volere dei minorenni sottoposti a giudizio penale, e non visite mediche vere e proprie. Principio confermato dalla Cassazione. Il tipo di indagine adottato, invece, è previsto soltanto dalla circolare illiberale del 21 settembre 1933, firmata dall allora ministro di Grazia e Giustizia De Francisci, che disponeva visite mediche, ma soltanto per soggetti traviati. Tale circolare, perciò, deve ritenersi superata dall art. 13 della Costituzione che dispone come nessun cittadino possa essere sottoposto a ispezione corporale senza motivato provvedimento della stessa autorità giudiziaria. Nella stessa giornata del 17 viene indirizzato alla Procura della Repubblica e trasmesso per conoscenza al Presidente Saragat, un esposto del prof. Dall Ora: Eccellentissimo signor Procuratore Generale, in data di ieri, in Milano, è avvenuto un fatto che per la sua gra-

17 vità sembra meritare l immediato e fermo intervento di codesto onorevole ufficio. Dopo aver raccontato con dovizia di particolari, così come del resto era stato riferito dalla stampa, lo spogliarello nell ufficio del sostituto Procuratore Carcasio, il prof. Dall Ora continua: Incredibile che ciò possa accadere nel 1966, dopo tanti anni dall andata in vigore della Costituzione e in una città come Milano, in un paese che si ritiene civile. Il penalista prosegue nel sua esposto parlando di fatti degradanti, di inutile, vessatoria mortificazione, anche più grave se si tien conto che esso è accaduto in relazione a una procedura che ha per oggetto il giornale studentesco e che già appaiono discutibili le ragioni dell eventuale incriminazione per reato di stampa, posto che ictu oculi, nessun carattere di oscenità è dato ravvisare nello stesso giornale. I ragazzi del Parini non sono soli. Intorno a loro c è una vera sollevazione dell opinione pubblica. L inchiesta giornalistica de La Zanzara un po maldestra o incauta o acerba secondo la si vuol definire, sembra ormai dimenticata, si muovono partiti, deputati, associazioni, si sente che sono in gioco valori fondamentali di civiltà e di costume democratico. Ed è un fatto significativo che soltanto il MSI neghi una sia pur minima parte di solidarietà o di indulgenza (concessa da molti giornali cattolici) agli studenti del Parinf e concordi pienamente con i provvedimenti della Procura. Il 17 stesso, così denso di avvenimenti e di notizie, le segreterie provinciali del PSI e del PSDI concordano una dichiarazione (App. 5) e inviano telegrammi di protesta al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Vicepresidente Nenni, al Guardasigilli Reale, al Presidente della Commissione Giustizia della Camera Antonio Greppi. Da parte sua il Consiglio Superiore della Magistratura delibera di assumere immediate informazioni circa i fatti denunciati e in particolare circa le modalità dell intervento del sostituto procuratore relativamente alle ispezioni personali. Chi dovrà fornire le notizie, richieste telegraficamente, è lo stesso Procuratore Generale di Milano Piero Trombi: un preparatissimo e rigido magistrato della vecchia guardia, arrivato a Milano nel 1961, superiore ideale, per tanti anni, di Carmelo Spagnuolo.

18 Intanto alla Camera il sottosegretario agli Interni, Leonetto Amadei, dichiara che il fatto, così come è stato riferito dalla stampa, esce talmente dalla norma da apparire incredibile. Se fosse vero, il magistrato avrebbe palesemente e gravemente violato la norma di procedura penale e, quel che è più grave, un principio fondamentale della Costituzione. Che siano graditi o no, i principi costituzionali devono essere osservati da tutti, in particolare dai pubblici poteri e soprattutto dai magistrati che usufruiscono d un amplissima discrezionalità non sempre controllabile e contenibile... Incredibile quanto sta succedendo a Milano anche per il socialista Ballardini, presidente della Commissione per gli Affari costituzionali. È chiaro - dice - che la parte più retriva della magistratura italiana si sottrae al rispetto della Costituzione e viola in modo clamoroso i diritti elementari dei cittadini. L on. Bozzi, del PLI, afferma che le pubblicazioni scolastiche sono, più che utili, necessarie quali strumenti dialettici di formazione della coscienza morale e civile dei giovani. Ferruccio Parri afferma: La cosa mi indigna profondamente. Casco dalle nuvole per l ingiunzione del magistrato. Se ha un intenzione provocatoria non può non essere riprovata nel modo più categorico. Davide Lajolo, del PCI, chiede chiarimenti affinché la famiglia e gli studenti siano rassicurati sul costume democratico all interno della scuola. Altre interrogazioni vengono presentate alla Camera dagli onorevoli Cacciatore, Basso, Alimi e Naldini del PSIUP. La Costituzione è dovunque invocata, richiamata, additata: non si credeva che il suo spirito fosse così profondamente radicato nella coscienza dei cittadini. Liberali e comunisti, questa volta (in cui la politica è dissimulata dietro un problema di costume) possono ancora cimentarsi a difenderla insieme. I quotidiani grandi e piccoli, di Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Palermo, dei cento capoluoghi di provincia italiani dedicano ormai colonne e colonne di piombo con titoli su cinque, sei, sette colonne o a tutta pagina al caso Zanzara, seguendo ora per ora gli avvenimenti, registrando lo stupore, lo sbigottimento, l indignazione per gli uni o per gli altri, il turbamento dell opinione pubblica.

19 Venerdì 18 marzo, vigilia di S. Giuseppe, con relativo ponte per scuole e pubblici uffici. Il telefono squilla inutilmente nella casa di Marco De Poli, direttore de La Zanzara. Un vecchio, vasto appartamento pieno di libri, di pubblicazioni e riviste disseminate fra i tavoli, di quadri moderni, alcuni importanti, e di mobili misti, un po d antiquariato, un po di tradizionale rispettabilità borghese. Il ragazzo è partito con il suo compagno di incriminazione, Marco Sassano, per il villaggio turistico La Francesca vicino a Bonassola. Anche Claudia Beltramo Ceppi si è allontanata da Milano, dopo il rifiuto a sottoporsi all ispezione corporale davanti alle lenti del giovane magistrato oltre che sotto l occhio esperto del medico. Non subirà, dunque, l onta di quello spogliarello richiesto dall interpretazione gretta e formalistica - come ha detto Delitala - di una norma illiberale nata in ben altro clima politico e destinata del resto a ben altri tipi di ragazzi traviati. Si è presentato ieri al Palazzo di Giustizia il padre, dottor Marco Beltramo Ceppi, direttore di una società pubblicitaria e già vice questore di Milano dopo la Liberazione, convocato appunto dal magistrato. Il colloquio è durato circa mezz ora. Pare che gli sia stato chiesto nuovamente se accondiscendeva a quell interrogatorio particolare della figlia per la compilazione di questa benedetta scheda minorile e che abbia risposto: Non parliamone neanche. Continua intanto la polemica, sempre più aspra, fra i difensori dei tre studenti e la Procura, soprattutto nella persona del Procuratore aggiunto Oscar Lanzi, quello che ieri ha tenuto la conferenza-monologo rilasciando le sue dure dichiarazioni sull interpretazione allarmistica (aggettivo quant altri mai carissimo nel corso dei secoli ai benpensanti) data dalla stampa all interrogatorio particolare e agli interventi degli illuminati professionisti. I quali illuminati ribadiscono parola per parola il loro pensiero così come riportato dalla stampa che l aveva rettissimamente interpretato. Anzi, il prof. Delitala, in aperto contrasto con quanto dichiarato dal dott. Lanzi, insiste sul fatto che Claudia non era stata affatto spontaneamente invitata dal sostituto procuratore - quasi meravigliato che non fossero presenti - a telefonare ai propri genitori per la visita di controllo. La ragazza era stata fatta solo uscire momentaneamente dall ufficio e, sapendo la sorte che

20 l attendeva, corse di sua iniziativa a telefonare al padre e quindi, per consiglio dello stesso Delitala, si rifiutò decisamente all umiliante prova. Esiste dunque, da oggi, una totale divergenza fra la posizione ufficiale della Procura e quella dei difensori non soltanto in linea di diritto ma anche di fatto. Per il prof. Carlo Smuraglia, difensore col Dall Ora del De Poli, la ragazza e i ragazzi erano assolutamente impreparati al genere di interrogatorio che li attendeva. Erano stati convocati con quel semplice invito dattiloscritto a presentarsi in Procura. Se Claudia ha deciso di andarsene e di telefonare al padre, i ragazzi che non sapevano di potersi rifiutare all esperimento imposto dalla circolare fascista (ma solo ammesso dalla successiva legge), sono stati invece sottoposti alle speciali ricerche consigliate per i ragazzi traviati. Quali segni di traviamento fisico o psichico e di tare familiari si proponesse di scoprire il magistrato sui corpi nudi dei due giovanetti è piuttosto difficile da capire. Anche da parte di coloro che, in principio, non avevano del tutto approvato l inchiesta del giornaletto e le risposte troppo disinvolte di alcune intervistate. Forse credeva di vedervi tatuate le frasi più oscene? Eppure appariva certo a chiunque avesse preso in mano una sola volta La Zanzara che lo scopo dell inchiesta (perché questo è il punto del reato: l intenzione patente di oscenità) non era né immorale né goliardicamente sconcio e malizioso. E del resto, per rendersi conto della personalità dei ragazzi, senza bisogno di denudarli, bastava pensare agli altri problemi trattati da La Zanzara: la religione nella civiltà contemporanea, la pace del mondo, la libertà del cittadino, eccetera. La scuola formativa, insomma, che tanto vanno raccomandando le circolari ministeriali, al posto della scuola nozionistica che l Italia ha avuto per almeno un secolo. Senza dire che anche i temi di Marco De Poli dimostrano l estrema serietà del ragazzo da riformatorio, la sua maturità intellettuale e la sua preparazione non meramente scolastica. Vincitore di numerose borse di studio, collazionatore di altissimi voti in tutte le materie, smilzo, occhialuto, potrebbe sembrare il tipico primo della classe se la definizione non sembrasse poco simpatica: perché invece è simpatico, moderno, parla tre lingue, si interessa di sociologia, ha l hobby del giornalismo, studierà filosofia delle scienze,

21 e in più gioca anche a tennis. La sua professoressa di italiano, Maria Teresa Rossi, lo considera un allievo eccezionale ed è stata lei a farsi promotrice del comunicato di protesta sottoscritto dagli insegnanti delle medie superiori milanesi. Meno grave e meditativo, ma forse più vivace e temperamentale, è Marco Sassano, figlio di Fidia il giornalista, bravissimo nelle materie classiche, meno diligente nelle altre: il che dimostra una scelta, un orientamento precisi, non la volontà di essere il primo della classe a tutti i costi. Si interessa molto di cinema e con la sua macchina da presa ha girato molti film sperimentali, per lo più di intonazione surrealista. E legge moltissimo, a qualsiasi ora e in qualsiasi occasione della giornata. Claudia Beltramo Ceppi ha 17 anni anche lei, frequenta la seconda liceale, è primogenita di tre fratelli, è una ragazza aperta, leale, sincera, anticonformista con moderazione, di una bellezza sana, pulita, che ispira subito simpatia. È appunto il contrasto quasi grottesco tra la personalità dei tre ragazzi e la gravità di un ispezione corporale che lo stesso spirito della legge fascista aveva previsto, in fondo, per i soggetti traviati, che ha colpito maggiormente la sensibilità dell uomo della strada, ne ha suscitato l indignazione, gli ha insinuato il dubbio che qualcosa, negli ordinamenti del nostro Paese non andava, che la legge potesse anche essere stata fraintesa, che, insomma, ci fosse del marcio in Danimarca. La stampa periodica, stimolata dall avvenimento, si sente spinta a indagare sull ambiente scolastico di questi giovani, sul liceo dello scandalo, compiendo sondaggi fra gli allievi. Cosi si viene a sapere che il 56 per cento degli studenti del Parini si occupa di politica con un certo impegno, anche se soltanto meno di uno su cinque di loro ritiene opportuno iscriversi ad un partito, che un po tutti considerano inadeguate e forse storicamente superate le strutture dei vari partiti, che la quasi totalità di loro avversa il fascismo e giudica positivamente l opera di Giovanni XXIII e del Concilio benché manifestino qualche disagio per i criteri con cui viene impartito l insegnamento religioso. Dai sondaggi escono anche informazioni curiose: per esempio si viene a sapere che il pariniano medio ogni cento lire di cui dispone ne spende 40 per i dischi, 30 per il cinema e le sigarette, 15 per i libri e giornali. Pochi, in verità, i gior-

22 nali letti, e quasi sempre diversi da quelli del padre. Si vede benissimo che non è proprio il caso di pensare al Parini con apprensione. In un ampio servizio su Epoca, Giuseppe Grazzini riassume e commenta numerosi dibattiti promossi dal settimanale a Milano, a Torino e in altre città ai quali sono intervenuti studenti di diversi istituti, di diversa età, di diverse estrazione sociale, di diversa opinione politica. Si parla, naturalmente, del caso Zanzara e i punti di vista sono contrastanti: c è chi sostiene l inchiesta del giornale del Parini, chi la giustifica, chi la respinge. E si parla di altri argomenti riguardanti la vita sociale dei giovani, i giornali d istituto ma anche l insegnamento, la disciplina, le associazioni, il tempo libero, le vacanze. Alla base di questi problemi - scrive l articolista - c è il metodo della nostra scuola di Stato: `La Scuola è neutralista e come tale tende semplicemente a informare. A noi non basta. Noi vorremmo diventare degli uomini capaci di formulare un giudizio: e invece siamo soltanto delle memorie. Memorie che durano appena quanto è necessario, fino a quando abbiamo preso il voto. Ci danno da imparare dieci cose, riusciamo a dimostrare di ricordarne sei, gabbiamo la sufficienza e tutto va bene. A che cosa serve tutto questo? Questa critica è forse l unico punto sul quale abbiamo incontrato una totale concordia. Le reazioni dell uomo della strada e le opinioni qualificati di uomini di legge, di scienza, di cultura su tutta la faccenda cominciano a finire sui giornali in attesa degli sviluppi giudiziari della vicenda. Fra i primi, Il Giorno, in data 19 marzo, pubblica interviste di cui è interessante riportare qualche passo più significativo. II Prof. Pietro Nuvolone, per esempio, ordinario di diritto penale all Università di Pavia, dopo avere acutamente analizzato se esista o meno il contrasto, dato per certo da tutti i difensori, fra l articolo 13 della Costituzione e l articolo 11 della legge minorile del 1934 invocato dalla Procura ( io sarei molto cauto nell affermare che la norma costituzionale escluda la legittimità dell altra dal momento che, per esempio, l articolo 13 della Costituzione non esclude altre leggi in materia di prevenzione sociale... ) conclude affermando che si tratta di vedere se la legge sui minorenni possa essere

23 considerata applicabile ai particolari reati addebitati ai tre ragazzi del Parini. Che è, in fondo, proprio il dubbio che assilla l uomo della strada. Per quanto la legge minorile - prosegue Nuvolone - non distingua quando si debba procedere a ispezione medica, mi sento senz altro di affermare che il legislatore non ha voluto generalizzare bensì limitare l applicazione nei casi con spiccata tendenza a delinquere, nelle ipotesi, cioè, di delitti classici, naturali e non di reati d opinione come quello di cui si discute che è tipico reato di stampa... La legge d altro canto parla di esami di carattere medico e non d ispezioni corporali. Al massimo, dunque, i tre giovani imputati avrebbero potuto essere sottoposti a esami psicologici. La psicanalisi dà la carica polemica e, per qualcuno, provocatoria nella risposta del professor Franco Fornari. Mi sono posto il problema di cosa voglia dire tutto ciò. Presso i popoli primitivi vengono praticati riti d iniziazione che sono dei veri e propri maltrattamenti contro gli adolescenti... Mi sono domandato se per caso, in questa reazione così clamorosa di fronte al fatto che alcuni adolescenti abbiano osato, così pubblicamente, ma con tanta pulizia morale e schiettezza, affrontare problemi di carattere sessuale, vi siano radici di questo tipo come reazione, sia pure inconscia, intimidatoria a una volontà di umiliare dei giovani che si affacciano alla vita. Anche nella visita medica ordinata dal magistrato, ci doveva essere un certo riserbo. Invece pare di esser rimasti fermi al Lombroso, alla scuola naturalista. Quando la coscienza umana ha la sensazione di un abuso, è lecito pensare che, in chi lo pratica, esistono allo stato inconscio elementi di colpa che egli proietta nel presunto reo come per punire se stesso. Conseguenza di inibizioni, di pressioni autoritarie, magari paterne, che ne compressero le manifestazioni sessuali. Ora, se i popoli primitivi adottano i riti cui prima ho accennato per soffocare la sessualità infantile, per sciogliere i legami dell adolescente con la madre, il moralismo non ha altro scopo che intimidire nell adolescente un attività essenziale alla sua esistenza. Tende cioè a intralciare la sua ricerca di un oggetto sessuale adulto, premessa, del resto, per la formazione di un suo nucleo familiare. Di qui il disagio della nostra cultura, l imbarazzo ad affrontare certi problemi, la mancanza di istituzioni sociali che definiscano in modo sereno il pro-

24 blema. L adolescente, così, da una parte riceve tutta una serie di sollecitazioni da una civiltà di consumi che fa leva sugli stimoli sessuali, dall altra è costretto a subire ogni sorta di frustrazioni. La preoccupazione della nostra società, perciò, dovrebbe consistere in una effettiva educazione sessuale dei giovani. Assai esplicito contro l etica bugiarda il prof. Riccardo Bauer, presidente della Società Umanitaria. Non riesco a comprendere perché dei giovani dabbene debbano essere minacciati di gravi sanzioni solo perché hanno mostrato di volere, alla luce del sole, discutere problemi che li toccano in profondo e che in passato, nell atmosfera di ipocrisia e di stupido conformismo, erano lasciati agli equivoci chuchotements dei peggiori compagni o alle più torbide esperienze... Quanti credono di imporre ai giovani una sana disciplina mentale e morale, minacciandoli di sanzioni quando cerchino di evadere liberamente e sinceramente dalle soffocanti muraglie di un etica bugiarda, sono dei diseducatori, e il fatto che contro gli allievi del `Parini si sia scatenata la pruderie di cosiffatti tutori è triste indice dello stagnare nella vita italiana di tendenze che nemmeno dirò di cieco conservatorismo ma semplicemente ottuse, e della assenza di un profondo senso della libertà proprio nelle generazioni che ai giovani dovrebbero essere di esempio e di guida... Conciso ma tutt altro che laconico nell esprimere il suo giudizio sull ispezione corporale, il prof. Caio Mario Cattabeni, rettore dell Università di Milano: La circostanza che rende più perplessi non è tanto il fatto in sé che un minorenne di età compresa tra i 14 e i 18 anni venga interrogato ed esaminato da un medico per la compilazione della cosiddetta scheda minorile in caso di procedimento penale, quanto le modalità con le quali si sarebbe adempiuto a tale incombenza. Padre Mario Merlin, rettore dell Istituto Leone XIII, distingue in due categorie i difensori della libertà che hanno fatto sentire così plebiscitariamente in questi giorni le loro voci. Rivolgendosi ai difensori buoni, sinceri, dice: Andiamo piano con un esaltazione a oltranza di questo sommo valore umano. I giornali studenteschi sono espressione di giovani ancora in formazione. La scuola vuol formare e non solo istruire, e ha quindi il dovere di controllare e intervenire quando l esuberanza giovanile porta ad affermazioni in se stesse

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