Feriale (Parrocchia) Vigilia di Festa ore Funerali ore 15.15

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2 SOMMARIO 1 Copertina: - Foto San Marco Villongo 2 Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici 3 Foto Festa di San Mauro 4 Editoriale: Incontrarsi per accendere la speranza 6 Calendario e numeri utili 7 Giuseppe Lo Sardo "Diacono" - una gioia per la comunità 8 Il Diaconato permante nella nostra Chiesa di Bergamo 10 Chiesa Universale e Diocesana 14 San Mauro Abate - "TÖte le feste è 'ndade" 19 Questione di soldi 20 Esiste un sommo artefice 22 Oltre l'ammirazione... l'ascolto 24 Si fa o non si fa. Come ricevere, come accogliere 26 Il Porto di Sarnico 28 La sorpresa di Papa Francesco 29 Progetto missionario 2014 "Terra chiama cuore" 30 Fotocronaca 32 Faustino Morotti. Un sarnicese autentico 33 Il soffiare dell'ora nella nostra vita 34 Casa di riposo: Natale per un Classe Gruppo Alpini: Anniversari Le preghiere di un laico 38 AVIS: Tutti insieme appassionatamente 40 I7 Anno Accademico Università per Anziani 41 Implantologia avanzata in sedazione cosciente 42 Francesco Nullo, un grande sconosciuto eroe per sempre 44 Dal Comune 49 Pro Loco: Teatro a Sarnico "Agorà 2014" 50 Natale con i nonni: la nostra vittoria 52 Come eravamo 53 Cuore d'oro dei sarnicesi - Non solo caccia 54...Ancora Sarnico 55 La Bottega dei Sogni presenta "Pinocchio il musical" 57 Anagrafe parrocchiale 60 Redazione Porto per il 45 ORARIO SANTE MESSE Festivo ore 8.00 (Parrocchia) (Ospedale) (Parrocchia) Feriale (Parrocchia) Vigilia di Festa ore Funerali ore Il prossimo numero de il Porto sarà in distribuzione da venerdì 28 Febbraio Si raccomanda l'invio degli articoli in word e delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre lunedì 17 Febbraio 2014, a redazioneporto@parrocchiasarnico.it o la consegna presso la casa parrocchiale. Il materiale pervenuto oltre il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese successivo. Grazie per la collaborazione. GENNAI Direttore responsabile: Giuseppe Valli Amministrazione: don Luciano Ravasio - Casa parrocchiale: Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel Redazione: don L. Ravasio, don L. Fumagalli, don G. Fiorentini, M. Dometti (Civis), R. Gusmini e S. Marini. Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, G.Cadei, C. Casati, G. Dossi, E. Frattini, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina. Progetto grafico: Studio Példy Ufficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale : Tel NUMERI TELEFONICI ED Parrocchia don Luciano Oratorio don Loris don Giuseppe Sacrista Centro pr. ascolto Sala Giochi (Meulì) Cine Junior Centro Quader Centro Famiglia Sito web: sito: sitoweb@parrocchiasarnico.it Sito C.SI.: C.S.I.: info@csioratoriosarnico.it de ilporto: redazioneporto@parrocchiasarnico.it parroco: ravasio.luciano@gmail.com don Loris: donlorisfumagalli@gmail.com don Giuseppe: donbeppe@vodafone.it sacrista: cirodemicco@libero.it c/c postale Parrocchia: Sito web Oratorio:

3 Foto San Marco

4 EDITORIALE a cura del parroco don LUCIANO RAVASIO INCONTRARSI PER ACCENDERE LA SPERANZA Incontrare è una delle parole più gettonate. Si parla di incontri a vari livelli dando alla parola stessa significati diversi. Attraverso lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e la facilità con cui si propongono opportunità di voli a basso costo sembra che oggi sia molto più facile incontrarsi tra le persone e le culture in modo da favorire una maggior intesa e solidità di rapporti. Anche la Chiesa si definisce spesso come incontro Un tempo, invece, era molto più difficoltoso. A volte si accentuava l incontro tra più famiglie dello stesso cortile o della stessa parentela e non si parlava assolutamente di privacy e c era una compartecipazione alla vita. Oggi dovrebbe essere più semplice incontrarsi nell intimità della propria casa o del proprio appartamento, ma alcune volte non ci si è mai divisi così facilmente e si fatica a comunicare. Allora cosa vuol dire incontrare? Il significato più marginale è quello di imbattersi in una determinata realtà, quasi trovare per caso una o più persone davanti a sé o sulla propria strada. Si può includere l idea del vedere o anche quella del fermarsi a parlare con qualcuno: incontrare un amico, o alcune persone con le quali non abbiamo un vero rapporto, ma nelle quali ci imbattiamo e possiamo dire: l ho incontrato in piazza, al bar, sulle scale, mentre tornava dall ufficio; l ho incontrato che usciva proprio allora dal negozio; oppure negativamente ho incontrano certe facce! Più cerco d evitarlo e più l incontro Incontrare non è certo di per sé stesso umano, per dare un aspetto rispettoso della persona bisognerebbe anche solo fermarsi a parlare con qualcuno, rivolgere il saluto o almeno un sorriso altrimenti la gente scorre nell anonimato; si incontrano molte più persone rispetto a un tempo, ma in modo troppo anonimo, si direbbe che non si sono neanche incontrate. Ed emergono nell epoca della comunicazione vaste zone di solitudine. Ho conosciuto un anziano che per incontrare gente trascorreva i pomeriggi nei favolosi centri commerciali, ma tornava a casa sempre più pieno di solitudine è bello incontrare gli occhi, lo sguardo di qualcuno, il suo saluto e il suo sorriso Certo la profondità dell incontro è data dall amore e dall intensità del cuore: chi si vuole bene s incontra! Poi si capisce che per voler bene bisogna cominciare ad incontrarsi. Anche nella comunità cristiana in cui dovrebbe essere manifesta la volontà di mettere al centro il comandamento dell amore, bisogna non aver paura di incontrarsi a tutti i livelli e favorire anche l a- 4 - IL PORTO GENNAIO 2014

5 EDITORIALE scolto, il confronto, la conoscenza, la preghiera, l aiuto quando capita che qualcuno si trova nel bisogno fisico o affettivo. La tentazione è chiudersi in una forma religiosa privata di religione; così superare la formalità di certe preghiere recitate solo come filastrocca per dire che si è fatta una certa pratica di pietà, ma se non si è incontrato Dio e in Lui anche le altre persone non si può parlare di religione. È l incontro che fa sbocciare l amore anche nella religione, nei riti e nelle liturgie scritte proprio per aiutare gli uomini e le donne a incontrarsi con Dio e tra loro. La catechesi dovrebbe aiutare progressivamente i ragazzi, giovani e adulti a incontrarsi: certo che si può leggere (e per qualche aspetto si deve) qualche buon libro da soli, ma è fondamentale abituarsi a incontrarsi perché il Signore stesso ha detto con chiarezza: «Quando due o più persone sono unite nel mio nome IO SONO IN MEZZO A LORO». Occorre incontrarsi! Che splendida realtà: un Dio che ci è venuto incontro per condividere la nostra vita e sollevarci verso la bellezza di una vita che si realizza pienamente facendo proprio incontrare il nostro vissuto quotidiano con il suo orizzonte infinito! Quando incontri persone ricche di Dio, tu trovi il fascino di una luce splendida che rivela la bellezza e il sapore vero della vita. Alcune persone non escono più dalla tua vita perché erano piene di Dio e della luce che solo Lui può donare lasciandoci incontrare. È di questa luce che il mondo ha bisogno. Nell incontro con le altre religioni questo dovrebbe emergere e non tanto le grandi discussioni sulle verità della fede, che sono importanti, ma solo dopo che l incontro è avvenuto. Allora l incontro diventa portatore di speranza perché pian piano si intuisce che quando davvero ci siamo incontrati su diverse cose abbiamo avuto la stessa idea o ci ritroviamo perfettamente d accordo su qualche cosa: i nostri pensieri si incontrano, le anime di affinano e spesso i nostri gusti s incontrano e coincidono. Occorre anche fare un passo più in là: scegliere di andare incontro con la forza della propria volontà a qualcuno anche per fargli festa, o per farlo sentire accettato e benvoluto; trovarsi insieme in seguito a un precedente accordo o per avere un abboccamento. Quanto sarebbe urgente che anche nella nostra comunità ci fosse un gruppetto di persone che accolgono la missione di fare accoglienza per la nuove vite che si sviluppano! Andare incontro, visitare e porgere gli auguri della comunità a tutti coloro che hanno la bella esperienza di mettere al mondo un bambino. Così si incontrerebbero famiglie e coppie nelle più svariate situazioni della vita, di diverse culture e religioni, ma si darebbe un segno bello e luminoso: l importante è accogliersi a vicenda e, per far questo, occorre che qualcuno abbia il coraggio di compiere il primo passo. Proviamo a pensare a una collaborazione tra l aspetto civico e religioso della nostra comunità. Accogliere non costa nulla, ma vuol dire sviluppare un atteggiamento, assumere uno stile di vita e un modo di essere paese che apre anche alle nuove generazioni un futuro di speranza. IL PORTO GENNAIO

6 Febbraio 2014 SAB 01 Giornata della vita vicariale a Paratico DOM 02 ore Battesimi comunitari ore Family Day prima comunione ore Preghiera per la vita LUN 03 ore Ministri straordinari dell'eucarestia MAR 04 ore Catechesi adulti ore Incontro "La Casa" per separati divorziati risposati a Villongo S. Filastro MER 05 ore Catechesi adulti GIO 06 ore Confessioni classe 5^ elementare - A ore Scuola Vicariale a Villongo VEN 07 Confessioni Medie - B SAB 08 Reliquie di S. Giovanni Bosco a Bergamo DOM 09 ore Santa Messa adolescenti MAR 11 Giornata mondiale dell'ammalato ore Catechesi adulti MER 12 ore Catechesi adulti GIO 13 ore Confessioni classe 5^ elementare - B ore Scuola Vicariale a Villongo VEN 14 Confessioni Medie - C DOM 16 Family day cresimandi Giornata del Seminario MAR 18 ore Catechesi adulti MER 19 ore Catechesi adulti ore Redazione de "il Porto" ore Ufficio comunitario ore Gruppo Missionario GIO 20 ore Centro di primo ascolto ore Gruppo lettori VEN 21 Confessioni Medie - A DOM 23 ore Incontro Vicariale Chierichetti a Villongo S. Filastro ore Associazione Santo Rosario MAR 25 ore Catechesi adulti MER 26 ore Catechesi adulti VEN 28 Confessioni 2^ media - B NUMERI UTILI UFFICI COMUNALI tel fax Uffici Amministrativi (anagrafe) tel da lunedì a venerdì lunedì martedì giovedì Ufficio Tecnico Comunale Urbanistica/Edilizia Privata tel Lavori Pubblici/manutenzione tel Polizia municipale tel da lunedì a venerdì / Ufficio assistente sociale tel lunedì mercoledì/giovedì Ufficio tributi tel lunedì - IL PORTO mercoledì GENNAIO venerdì giovedì PROTEZIONE CIVILE Sede operativa: tel Responsabile operativo: tel e.mail: protezionecivilesarnico@gmail.com EMERGENZA Ambulanza - Carabinieri - Vigili del fuoco - Polizia: tel. 112 Caserma Carbinieri: tel Guardia medica: tel Ospedale: Farmacia: orari / BIBLIOTECA COMUNALE tel lunedì chiuso Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì Sabato / Foto Vezzoli

7 a cura di CIVIS COMUNITÀ GIUSEPPE LO SARDO "DIACONO" LA CHIESA SI APRE AL MONDO Grande emozione e stupore ha suscitato nei fedeli presenti la celebrazione dell ordinazione a "Diacono Permanente" del nostro concittadino, nonché maresciallo della locale stazione dei carabinieri, Giuseppe Lo Sardo. Un grande dono che conferma il mistero della impenetrabile Misericordia del Signore. Questa chiamata al servizio è stata ancor più significativa in quanto avvenuta lo scorso mercoledì 22 gennaio, giorno di San Vincenzo, martire e diacono, nel Duomo di Bergamo di fronte alla sua bella famiglia, a tante persone, amici e colleghi. Presenti, oltre al vescovo Mons. Francesco Beschi, che ha presieduto la celebrazione, Mons. Attilio Bianchi, direttore per la formazione del Diaconato permanente della nostra diocesi, il nostro parroco don Luciano Ravasio, altri sacerdoti collaboratori del Vescovo e molti diaconi di Bergamo e Brescia che, con Giuseppe hanno condiviso il suo cammino di preparazione e il sindaco Franco Dometti. La presenza del coro Effatà ha inoltre dato un ulteriore valore al servizio della celebrazione e al supporto dell assemblea. Nella celebrazione liturgica, l arte della musica è realmente a servizio del mistero che si celebra. Liturgia e musica sono imprescindibili. L introduzione del diaconato come valorizzazione di tutti i gradi del Ministero ordinato, nella nostra Diocesi rivela l impegno del Vescovo a far crescere e dare un immagine della Chiesa più completa e rispondente al disegno di Cristo. La disponibilità di Giuseppe Lo Sardo a rispondere a questa chiamata è anche un messaggio forte per tutti. «È Cristo che ci invita ad essere sempre fra la gente, a far parte del popolo di Dio, ognuno con la propria speciale vocazione, che trova il suo fondamento principalmente nel Battesimo». L essere diacono permanente ricorda alla Chiesa, ai vescovi e ai sacerdoti, il servizio gratuito e disinteressato ad ogni uomo e in particolare ai crocifissi della terra, agli ultimi, ai poveri e a quanti soffrono tutte le sofferenze del Cristo sulla croce. Per Giuseppe e tutti i diaconi consacrati è un dono che costa ancora più fatica e che si solleva solo guardando il Signore ed attingendo da Lui la forza per servire la famiglia e la Chiesa. Avere al servizio di una collettività - qualunque essa potrà essere - un diacono permanente, sposato con figli, è gioia grande per tutta la comunità e un motivo in più affinché essa sia considerata sempre più una vera famiglia. Molte persone, dopo la solenne celebrazione del rito, hanno fatto oggetto al nuovo diacono delle loro felicitazioni con l intento di riconoscergli il merito in questa vicenda che, in un certo senso, lo ha visto apparentemente protagonista. Realmente però, l unico vero protagonista è stato lo Spirito Santo di Dio e la Sua Grazia che hanno fatto comprendere l autenticità della chiamata del Signore e che ha fatto rispondere positivamente ad essa, senza opporre resistenze al Suo disegno d amore tracciato da sempre su di lui come su tutti i Suoi figli. Ed è stato proprio lo Spirito Santo che, nel corso dell intera celebrazione dell ordinazione ed in maniera particolare nella fase della così detta prostrazione (quando si è steso completamente a terra) ha operato in Giuseppe quel cambiamento del proprio essere che lo ha reso ministro sacro del Signore. Questa particolarissima e personale chiamata del Signore non è però rivolta soltanto a lui. Se Dio lo ha chiamato, ha inevitabilmente chiamato anche sua moglie, che ha accettato l "inimmaginabile vocazione" a sostenerlo nel Ministero. Solo lui ha ricevuto il diaconato, ma la Grazia prodotta da questo Sacramento è traboccata in pienezza in quella della persona che, col Sacro vincolo del Matrimonio, ha scelto; un'unione che in questo modo si è ulteriormente perfezionata e consolidata. IL PORTO GENNAIO

8 CHIESA DIOCESANA a cura di DON GIUSEPPE FIORENTINIO IL DIACONATO PERMANENTE NELLA NOSTRA CHIESA DI BERGAMO Nello scorso numero del nostro Periodico, preparandoci all'ordinazione Diaconale del fratello Giuseppe, spiegavamo chi sono i diaconi permanenti e quali servizi svolgono nella Chiesa. Nella nostra Chiesa di Bergamo questo ordine permanente è stato reintrodotto dal vescovo Roberto Amadei nel 2003, quindi molto di recente, e in questi anni si sta consolidando la sua collocazione all'interno del cammino della nostra Chiesa. Ecco qui di seguito, ad integrazione di quanto già visto sul diaconato in generale, quanto la nostra Chiesa dice oggi di chi viene ordinato diacono per tutta la vita (cfr Diocesi di Bergamo, Il diaconato permanente nella Chiesa e nella nostra Diocesi, Bergamo 2013). In primo luogo, il diaconato nasce da una vera vocazione ed è dono di grazia per chi lo riceve, per la sua famiglia (se è sposato, come il diacono Giuseppe), e per tutta la comunità cristiana. Il diacono non è un sacerdote (come invece il prete e il vescovo), dunque non riceve il «carattere» nell'ordinazione: in altri termini, non agisce «nella persona di Cristo» (più semplicemente, non «rende presente nella sua persona Gesù») come invece fa il sacerdote, per esempio nell'istante in cui pronuncia le parole della consacrazione o dell'assoluzione. Ma di certo ha il «carattere» di Cristo! È quello ricevuto nel Battesimo e nella Confermazione, quello che rende tutti noi battezzati strettamente uniti a Cristo, veri e propri alter Christus ("altrettanti Gesù" perché amati da Lui e a Lui uniti). La sua caratteristica specifica, tra i battezzati, è quella di essere se stesso nel servire con e come Cristo, compito di tutti i cristiani, ma proprio per questo la presenza del diacono nella Comunità è per tutti un richiamo alla gioia di servire con Gesù. È infatti tutta qui la santità del diacono: la gioia di servire, di lavare i piedi ai fratelli come Gesù li ha lavati a lui e agli apostoli (cfr. Gv 13, 15). Poter vivere tutta la vita in questa gioia generosa richiede, accanto e come prova della specifica vocazione diaconale, anche una solida maturità umana: sincerità, lealtà, rispetto e senso della giustizia, fedeltà, compassione, coerenza; a queste qualità si accompagnano quelle legate alla buona relazione interpersonale, il desiderio della comunione e del servizio e una sicura maturità affettiva, necessaria tanto ai candidati sposati quanto a quelli celibi. Così, il diacono, ministro ordinato della Chiesa, non può non essere uomo di solida fede e di fervente preghiera, appassionato alla Chiesa di Bergamo e del mondo, e con un amore preferenziale per i piccoli e i poveri. Negli anni scorsi i diaconi permanenti della nostra Diocesi venivano destinati quasi esclusivamente al servizio della carità, nei vari ambiti in cui questa si esercita (Caritas, pastorale familiare, carcere, sollievo ai sofferenti e agli anziani, ecc ); ora si sta pensando anche alle forme di un loro specifico ministero nelle parrocchie e nelle unità pastorali. Affinché il loro ministero sia vissuto in piena comunione, perciò, è richiesto a loro quanto viene richiesto a tutti i membri del clero: docilità allo Spirito e alla Chiesa nell'obbedienza, sobrietà di vita e disponibilità ad imparare, oltre ad una doverosa preparazione teologica (come ministro ordinato, infatti, il diacono dà voce alla Chiesa quando proclama e spiega il Vangelo nella liturgia e nella catechesi, oltre ad essere ministro ordinario dell'eucaristia e guida della preghiera della comunità). Il cammino di preparazione all'ordinazione diaconale prevede almeno cinque anni di formazione, segnati dallo studio della teologia nell'istituto di Scienze Religiose diocesano, dal confronto con il 8 - IL PORTO GENNAIO 2014

9 rettore della comunità diaconale diocesana e con gli altri diaconi e aspiranti, e dall'accompagnamento costante e puntuale del direttore spirituale (ed eventualmente del confessore ordinario, ove le due figure non coincidessero), affinché il discernimento della volontà di Dio sul candidato sia il più possibile attento e segnato dal «religioso ascolto della Parola» - Concilio Vaticano II, Costituzione Dogmatica Dei Verbum sulla Divina Rivelazione (18/11/1965), n Si tratta indubbiamente di un percorso impegnativo ed esigente, che richiede per gli sposati anche il coinvolgimento diretto della moglie e il favore dei figli, ma è un cammino segnato dalla grazia e dalla delicatezza di Dio, ricco di sfide e di doni, un cammino di meraviglia. Auguriamo al nostro fratello Giuseppe, diacono della nostra Chiesa, e alla sua famiglia con lui, che questo percorso di meraviglia non lo abbandoni più per tutti i suoi giorni! CANTIAMO PASQUA Cerchiamo volontari per animare col canto la Santa Messa delle ore del giorno di Pasqua: chi desidera partecipare è invitato alle prove in Sala Papa Giovanni, ogni lunedì alle 20.45, a partire dal 17 febbraio. Vi aspettiamo! don Giuseppe IL PORTO GENNAIO

10 CHIESA UNIVERSALE da AVVENIRE VOCAZIONE DELL'UOMO ALLA FRATERNITÀ Pubblichiamo alcuni spunti del Messaggio di Papa Francesco per la celebrazione della XLVII Giornata Mondiale della Pace In questo mio primo Messaggio per la Giornata della Pace, desidero rivolgere a tutti, singoli e popoli, l augurio di un esistenza colma di gioia e di speranza. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna alberga, infatti, il desiderio di una vita piena, alla quale appartiene un anelito insopprimibile alla fraternità, che sospinge verso la comunione con gli altri, nei quali troviamo non nemici o concorrenti, ma fratelli da accogliere ed abbracciare. «Dov è tuo fratello?» (Gen 4,9). Per comprendere meglio questa vocazione dell uomo alla fraternità, per riconoscere più adeguatamente gli ostacoli che si frappongono alla sua realizzazione e individuare le vie per il loro superamento, è fondamentale farsi guidare dalla conoscenza del disegno di Dio, quale è presentato in maniera eminente nella Sacra Scrittura. E voi siete tutti fratelli (Mt 23,8). Sorge spontanea la domanda: gli uomini e le donne di questo mondo potranno mai corrispondere pienamente all anelito di fraternità, impresso in loro da Dio Padre? La fraternità, fondamento e via per la pace. Ciò premesso, è facile comprendere che la fraternità è fondamento e via per la Pace. Le Encicliche sociali dei miei predecessori offrono un valido aiuto. Fraternità, premessa per sconfiggere la povertà. Nella Caritas in veritate il mio Predecessore ricordava al mondo la mancanza di fraternità tra i popoli e gli uomini sia una causa importante della povertà. La riscoperta della fraternità nell economia. Le gravi crisi finanziarie ed economiche contemporanee - trovano la loro origine nel progressivo allontanamento dell uomo da Dio e dal prossimo, nella ricerca avida dei beni materiali. La fraternità spegne la guerra. Nell anno trascorso, molti nostri fratelli e sorelle hanno continuato a vivere l esperienza dilaniante della guerra, che costituisce una grave ferita inferta alla fraternità. La corruzione e il crimine organizzato avversano la fraternità. L orizzonte della fraternità rimanda alla crescita in pienezza di ogni uomo e donna. La fraternità aiuta a custodire e a coltivare la natura. La famiglia umana ha ricevuto dal Creatore un dono in comune: la natura. La visione cristiana della creazione comporta un giudizio positivo sulla liceità degli interventi sulla natura per trarne beneficio, a patto di agire responsabilmente. Conclusione: La fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, annunciata e testimoniata. Ma è solo l amore donato da Dio che ci consente di accogliere e di vivere pienamente la fraternità. Il PAPA PELLEGRINO IN TERRA SANTA A 50 anni dallo storico incontro tra Paolo VI e Atenagora Sarà un «pellegrinaggio di preghiera», per commemorare lo «storico incontro» di cinquant anni fa, a Gerusalemme, fra Paolo VI e il patriarca Atenagora. Ad annunciarlo è stato lo stesso Papa Francesco, subito dopo la recita dell Angelus, di fronte alla piazza stracolma come sempre di pellegrini. «Nel clima di gioia, tipico di questo tempo natalizio - ha detto Papa Francesco - desidero annunciare che dal 24 al 26 maggio prossimo, a Dio piacendo, compirò un pellegrinaggio in Terra Santa. Scopo principale - ha sottolineato - è commemorare lo storico incontro tra i Papa Paolo VI e il patriarca Atenagora, che avvenne esattamente il 5 gennaio, come oggi, di cinquanta anni fa. Le tappe saranno tre: Amman, Betlemme e Gerusalemme. Tre giorni. Presso il Santo Sepolcro celebreremo un incontro ecumenico con tutti i rappresentanti delle Chiese Cristiane di Gerusalemme, insieme al Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli. Fin da ora vi domando di pregare per questo pellegrinaggio, che sarà un pellegrinaggio di preghiera». Solo tre giorni, dunque, per questo viaggio che, sulle orme di Paolo VI, Giovanni Paolo II (nel 2000) e Benedetto XVI (nel 2009), Papa Francesco compirà la prossima primavera con la specifica e dichiarata intenzione di celebrare l incontro che nel 1964 segnò l inizio del disgelo tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa, che avrebbe portato l anno successivo alla revoca delle specifiche scomuniche dopo lo scisma del E significativo, in questo scenario, è che l invito a questo nuovo incontro a Gerusalemme sia partito dal patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I in una circostanza altrettanto inedita, ovvero la sua presenza a Roma in occasione della Messa d inizio pontificato di Papa Bergoglio, primo patriarca ortodosso a partecipare a una tale cerimonia. La prossima visita in Terra Santa, come Papa Francesco ha voluto mettere in rilievo con le stesse parole per annunciarla, sarà così dunque essenzialmente spirituale e non è un caso che durerà esattamente quanto quella di Paolo VI. Non mancheranno i momenti ufficiali, certamente, ma sicuramente all interno di una agenda per forza di cose ridotta, e nella quale l incontro al Santo Sepolcro tra le Chiese cristiane di tutte le denominazioni - cattolici, ortodossi, anglicani, luterana, riformate - sarà indiscutibilmente il momento centrale IL PORTO GENNAIO 2014

11 CHIESA UNIVERSALE PASTORALE GIOVANILE APPUNTAMENTO A GENOVA «Vogliamo concentrarci in particolare sulla cura educativa» LO SPIRITO DI TAIZÉ SOFFIA SU STRASBURGO 3000 giovani al pellegrinaggio di fiducia Frère Alois: costruire comunione nella Chiesa Chi per curiosità, chi per il desiderio di trascorrere un Capodanno differente portando davanti alla Croce attese, dubbi e domande. Con la semplicità della fiamma di una candela e dei dolci canoni di Taizé. È Strasburgo a ospitare i giovani per la nuova tappa del "pellegrinaggio di fiducia sulla Terra", la strada tracciata una trentina d anni fa dal fondatore della comunità monastica della Borgogna francese, Frère Roger. In trentamila hanno risposto quest anno, Polacchi, ucraini, francesi, tedeschi, italiani e croati i più numerosi in un crocevia di culture e lingue che vede rappresentate ben 53 nazioni. Trasformando così la città in una "capitale dell amicizia". Un tema che sta facendo lo sfondo agli incontri e che prepara i giovani alle veglie e alle «feste dei popoli» nelle parrocchie. Diecimila le famiglie che hanno aperto le porte delle proprie case, un organizzazione che ha mobilitato non solo la città, ma pure villaggi francesi e tedeschi più periferici, oltre confine. "Tutti hanno trovato posto". Come già sperimentato lo scorso capodanno, anche stavolta si è fatto ricorso non solo ai saloni della fiera ma anche alle chiese della città - la Cattedrale di Notre Dame e la chiesa protestante di Saint Paul - per le preghiere, soprattutto quelle serali. «L apertura ecumenica ha una lunga tradizione in Alsazia - è stata la riflessione del priore, Frère Alois - e durante il prossimo anno ci domanderemo che cosa dobbiamo fare perché la Chiesa sia maggiormente in comunione. Tante persone, sofferenti dello stress dell esistenza quotidiana, cercano un conforto spirituale, hanno sete di pace interiore - ha detto - che cosa dobbiamo fare affinché, con la sua vita, la Chiesa renda più accessibile la sorgente del Vangelo dove le persone possono accostarsi per dissetarsi?» Un interrogativo da riprendere nel 2014, a Praga, sede della prossima tappa del "Pellegrinaggio di fiducia" della comunità di Taizé. Ritrovarsi, dopo tante esperienze condivise e fermarsi a riflettere per poi ripartire o sperimentandone di nuove, guidati da una luce sicura, verso un orizzonte sconfinato e affascinante. È questo l obiettivo del Convegno nazionale di pastorale giovanile «Tra il porto e l orizzonte» che si terrà a Genova. Non a caso nel capoluogo ligure, alcuni elementi come il porto, la Lanterna - punto di riferimento per gli abitanti - e l orizzonte che si apre al suo sguardo curioso rappresenta in modo plastico, oltre che simbolico, il cammino educativo. «In linea con gli Orientamenti per il decennio, anche la pastorale giovanile si unisce al cammino della Chiesa italiana intessendo una riflessione sul tema dell educazione», spiega don Gero Manganello, del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della Cei. «Vogliamo - aggiunge il giovane sacerdote - fare tesoro di ciò che si è fatto per dare nuovo slancio e andare avanti nel percorso concentrandoci in particolare sulla cura educativa». Che ha a che fare soprattutto con il «saper essere» prima che con il «saper fare». Ecco perché i delegati provenienti da tutte le diocesi e per i rappresentanti delle aggregazioni laicali l appuntamento genovese sarà l occasione per approfondire la tematica scelta, incontrarsi e trovare insieme spunti per rilanciare la pastorale giovanile sul territorio e nella quotidianità. Ad aprire i lavori sarà Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, mentre nelle giornate di martedì e mercoledì le provocazioni di alcuni esperti e testimoni si alterneranno a visite guidate, e allo spettacolo «La penultima cena». Giovedì sarà invece don Michele Falabretti, responsabile del Snpg, a tirare le conclusioni dell evento prima della Messa celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. IL PORTO GENNAIO

12 CHIESA DIOCESANA da L'ECO DI BERGAMO «I CRISTIANI SIANO LUCE PER TUTTI GLI UOMINI» Il vescovo all Epifania: «dobbiamo essere una comunità che cresce non a causa del proselitismo ma per attrazione, come una stella» «I cristiani siano luce paziente di Dio per ogni uomo e per chi è in ricerca sincera di una speranza credibile. Come la stella dei Magi, i cristiani siano una luce che brilla nella notte». In Cattedrale, nella solennità dell Epifania, che ricorda la visita dei Re Magi e la manifestazione del Salvatore all intera comunità, il vescovo Francesco Beschi ha presieduto una Concelebrazione eucaristica. «Guidati dalla stella - ha esordito il vescovo nell omelia - i Magi giungono per adorare il Figlio di Dio nato. In loro vediamo spalancarsi l annuncio gioioso del Vangelo a tutti gli uomini. Anche i cristiani sono chiamati a spalancare il cuore al Vangelo e all uomo che incontrano». Monsignor Beschi ha ripreso il brano del profeta Isaia, dove afferma che tutti i popoli salgono verso Gerusalemme. «Attraverso le parole del profeta, emerge la consapevolezza del popolo di Israele sulla propria fede ed elezione, destinate al mondo intero, perché tutti gli uomini possano incontrare la bontà di Dio. Noi cristiani lo riconosciamo in modo esclusivo nel Figlio Gesù Cristo, che è venuto per tutti: per chi lo seguirà e per chi sceglierà di non seguirlo. È questo il messaggio della visita dei Magi e, attraverso loro, la manifestazione del Salvatore a tutta l umanità». Il vescovo ha parlato della stella cometa che ha guidato il cammino dei Magi. «Giungono davanti al Salvatore nel segno della stella, che rappresenta le diverse realtà dell umanità. Dobbiamo ricordare le persone che per noi sono state luce, facendoci incontrare la bellezza del Vangelo e la brillantezza nel seguirlo». Monsignore Beschi ha citato sia il poeta Dante Alighieri, che paragona la fede a una stella che brilla nell intimo, che Papa Francese nella sua enciclica «Lumen fidei», quando scrive cha la stella è segno di una luce paziente». Il vescovo ha anche ripreso il Vangelo che ricorda l ostilità del potere. «Erode e l autorità religiosa rappresenta l ostilità dell umanità, il rifiuto drammatico di fronte alla novità di Dio che destabilizza i loro pensieri e convinzioni. Invece c è una ricerca sincera di una speranza credibile da parte di chi è fuori, come i peccatori e gli impuri. Ancora di più si vede la meraviglia di Dio che è venuto per tutti e viene riconosciuto per prima dagli esclusi». Che cosa insegna l Epifania? «Dobbiamo essere una comunità che cresce non per proselitismo ma per attrazione, per essere stella che attrae tutti al Signore. Non si tratta di cristianizzare il mondo, ma di essere stelle che testimoniano il Salvatore all uomo di oggi». Capovilla, segretario fedele e memoria vivente del Papa Bergamasco L elezione alla porpora nell anno della canonizzazione del Beato Giovanni XXIII Monsignor Francesco Beschi: Con grande gioia la nostra diocesi accoglie la notizia che il Santo Padre ha voluto creare cardinale il carissimo monsignor Loris Francesco Capovilla. Innanzitutto a nome mio personale, a nome dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose e di tutte le donne e gli uomini capaci di Vangelo porgo le più vive felicitazioni a monsignor Capovilla, che per noi è il prezioso testimone fedele della santità di Papa Giovanni XXIII. Tutti lo consideriamo un «padre saggio» della nostra Chiesa di Bergamo, non solo perché ha scelto di vivere qui, ma per il suo legame forte di affetto con la nostra terra e con la nostra comunità ecclesiale. Ancor più ora sarà per noi un «punto cardinale» per orientare i passi sulla strada della santità che Papa Giovanni ci indica. La nomina a cardinale di monsignor Capovilla la vivo e invito a sentirla come un dono per la nostra diocesi. Benediciamo il Signore per questa decisione del Santo Padre che ci riempie di gioia e di onore, ma che con il nuovo cardinale Capovilla ci invita a guardare ancora di più alla santità di Papa Giovanni preparandoci intensamente alla prossima canonizzazione come momento di rinnovamento spirituale ed ecclesiale. «Stupore e insieme impegno per la nostra diocesi» Una grande gioia ed emozione. E un grande grazie. Sono i sentimenti diffusi in diocesi dopo l annuncio dato nell Angelus da Papa Francesco, che fra i 19 cardinali che saranno creati nel concistoro del 22 febbraio prossimo ci sarà anche l arcivescovo Loris Capovilla, 98 anni, segretario particolare del Beato Papa Giovanni XXIII. «Esprimo la mia grandissima gioia per il gesto di Papa Francesco - sottolinea il vicario generale monsignor Davide Pelucchi -. È un gesto che dice l ammirazione e la gratitudine del Pontefice verso l arcivescovo Capovilla, la sua persona e la sua opera nella Chiesa e accanto al Beato Papa Giovanni. È un gesto che è anche riconoscenza verso il bene e la santità diffusi dai Santi, come è stato Papa Giovanni. Il gesto di Pontefice - aggiunge il vicario generale - è stupore, meraviglia, impegno e luce per la nostra Chiesa di Bergamo. Grandi felicitazioni sono espresse anche dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII. «Sono molto contento e riconoscente al Pontefice per la nomina a cardinale dell arcivescovo Capovilla - sottolinea il direttore don Ezio Bolis -. È un gesto che dà onore alla figura e all opera di monsignor Capovilla come custode fedele del magistero e della spiritualità del Beato Papa Giovanni. Il Cardinale Capovilla può definirsi un documento vivente, è sempre aggiornato su studi ecclesiastici e storici, fornendo pareri o testimonianze fondamentali IL PORTO GENNAIO 2014

13 CHIESA DIOCESANA «PER COSTRUIRE LA PACE È NECESSARIO GUARDARE GLI ALTRI COME FRATELLI» IN SAN PAOLO IL RICORDO DI MONSIGNOR AMADEI: «GUIDA SICURA» «Come una stella, il vescovo Roberto Amadei è stato una guida sicura» «Come una stella, il vescovo Amadei è stato una guida sicura e un punto di riferimento nel cammino della Chiesa di Bergamo e anche in questa parrocchia». Con queste parole, monsignor Alessandro Locatelli, ha ricordato il vescovo che ha guidato la nostra diocesi dal 1992 al 2009 nel quarto anniversario della morte (29 dicembre 2009). Numerosi i fedeli presenti, fra loro anche il gruppo Alpini. «Ancora una volta siamo riuniti per ricordare il vescovo Amadei - ha esordito monsignor Locatelli nell omelia. Il Vangelo parla della stella che ha guidato i Magi verso il Salvatore». «Quante volte nella vita è capitato di seguire qualcuno, come una stella, come un punto di riferimento - ha spiegato don Alessandro -. Per la nostra Chiesa il vescovo Roberto è stato un punto di riferimento nella fede». Monsignor Locatelli ha citato un omelia del vescovo Amadei nell Epifnia dell anno 2003, centrata sui personaggi al centro del Vangelo. «Erode rappresenta il potere che vede nemici ovunque e insieme la paura della Parola di Dio e dell accoglienza dell altro. Gli esperti della legge sono informati, ma le loro informazioni restano nella testa senza raggiungere il cuore, creandosi un Dio a propria immagine. I Magi sono inquieti, ma è l inquietudine di chi è consapevole che la felicità e la libertà sono più belle di ogni traguardo che si possa raggiungere e così si mette in ricerca del Signore e, quando l hanno trovato, lo accolgono e decidono di metterlo al centro della propria vita sociale ed ecclesiale». Al termine, sempre in memoria del vescovo Roberto Amadei, si è tenuto un «concerto per la pace». L appello del vescovo Beschi al Tempio votivo - Il riferimento al beato Papa Giovanni: «È disumana una convivenza che sia basata sui rapporti di forza» «È necessario uno sguardo di fraternità nella famiglia, nelle relazioni sociali, nell economia. La fraternità non è un peso che si aggiunge ad altri pesi, ma è la strada che porta alla pace». Un forte appello a vincere il tarlo di una visione utopistica e rassegnata della pace è stato lanciato dal vescovo Francesco Beschi nella concelebrazione eucaristica nella solennità di Maria Madre di Dio e 47a Giornata mondiale della pace, nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia - tempio votivo. Una chiesa, come ha ricordato il vescovo, sorta come «segno di fede e riconoscenza a Dio dopo una guerra devastante e lacerante». All omelia, riprendendo il messaggio «Fraternità, fondamento e via per la pace», scritto da Papa Francesco per la Giornata mondiale, monsignor Beschi ha ricordato che la fraternità «è un desiderio di amore che ogni persona porta nel cuore. Rimaniamo spauriti e sconcertati di frante alle contraddizioni verso la fraternità nella storia umana e nelle nostre esistenze. Avvertiamo la chiamata alla fraternità, ma ci rendiamo conto che Caino e Abele abitano insieme nel nostro cuore». La relazionalità è sinonimo di fraternità. «Oggi - ha affermato il vescovo - ci sono tante forme di povertà, fra cui la povertà relazionale, che si accompagna al venir meno dell importanza del costruire insieme una comunità e una società. Le disuguaglianze diventano disequità, cioè mancano di equità». La fraternità deve avere uno sguardo sulla vita umana. «È necessaria nelle famiglie, tra coniugi e figli, perché la famiglia è la prima scuola di fraternità e accoglienza. Serve uno sguardo fraterno nelle relazioni sociali». Monsignor Beschi ha invitato a respingere il clima rassegnazionale riguardo alla fraternità. «L indifferenza - ha aggiunto il vescovo - viene percepita come necessità o difesa di noi stessi». Monsignor Beschi ha invitato i credenti a meditare sulla pace, dono di Dio. «La preghiera per la pace non è una cosa da fare, quasi che resti soltanto questa da fare. Pregare per la Pace significa conversione, forza, fraternità e impegno». Infine, riprendendo il messaggio di Papa Francesco, il vescovo ha ricordato il Beato Papa Giovanni e la sua opera in favore della pace, per esempio quando afferma che «la convivenza umana fondata sui rapporti di forza non è umana». Fra i celebranti, il vicario generale monsignor Davide Pelucchi, monsignor Alberto Carrara e monsignor Vittorio Nozza e don Cristiano Re. IL PORTO GENNAIO

14 SOLENNITÀ a cura di CIVIS A SAN MAURO ABATE TÖTE LE FESTE È 'NDÀDE Foto San Marco E così, per fortuna, anche quest'anno si è ripetuto nella nostra cittadina il tradizionale appuntamento con i festeggiamenti in onore del compatrono. Una festa che, da sempre, rappresenta un'importante occasione di devozione, di riflessione e incontro; momenti che ci permettono di riscoprire, sull'esempio di San Mauro, una vita dedicata al prossimo. In questo periodo storico difficile, caratterizzato da una crisi economica severa e dolorosa (non dico niente di nuovo affermando che si tratta di qualcosa di ben peggiore di una crisi economica, siamo di fronte ad una crisi a tutto tondo, oltre che economica, è anche politica e sociale) a cui si somma l agonia di un quadro politico definito, dagli anni 90, come Seconda Repubblica, ritrovarsi accanto al compatrono San Mauro suscita ancora in tanti, sentimenti di pace, serenità e gioia ed aiuta, se non proprio a superare, almeno ad attenuare i problemi della quotidianità. Stringersi insieme, dandoci reciproco sostegno, significa prendere coraggio con la volontà di perseguire il bene comune con tolleranza, civiltà e rispetto. Credo che partendo da questi valori, tutti insieme, possiamo veramente contribuire alla creazione di una paese migliore. Sono convinto che l festù dè San Mauro sia ancor oggi un occasione unica di concordia e di condivisione e rappresenti, soprattutto per agli ammalati, per coloro che soffrono o che vivono in condizioni di indigenza, una testimonianza di fiducia per il futuro. I proverbi rappresentano una saggezza antica ma sempre attuale; in passato sono stati dei valori che hanno influenzato molte generazioni anche se oggi, purtroppo, ci si ispira ai nuovi modelli, non sempre educativi, imposti da una cultura che sta decadendo e che addormenta le coscienze. La saggezza popolare, impregnata di sentimenti religiosi, civili, sociali e morali, si compendia nei proverbi che, anche se a volte in modo magari rude e usando sostantivi o verbi inopportuni, riescono comunque a rendere opportuni i messaggi che vogliono trasmettere. Il mio amico Bruno Agazzi, Liber Primm, Duca di piazza Pontida e i puristi del dialetto bergamasco mi vorranno quindi scusare se ho sarnicizzato nel titolo un vecchio proverbio che a Bruntino (frazione di Villa d Almè dove, anche lì, si festeggia San Mauro) recita così: «A San Mauro abate töce i feste i è 'ndàce» IL PORTO GENNAIO 2014

15 SOLENNITÀ UN PO DI STORIA Montecassino lo accoglie come priore. È benedettino di miracolosa obbedienza. Prediletto e amato Mauro prega, legge, lavora. I suoi passi attraversano terre e attraversano tempi, lo portano in Francia dove sorgono monasteri, sono monaci Maurini, Monaci, soldati del Re Celeste come Mauro divenuto santo. Mauro miracoloso. Mauro che sa di prodigio... Secondo la leggenda, San Mauro e l amico Placido furono i primi due discepoli di San Benedetto e vennero affidati al celebre uomo di fede dai loro stessi genitori. Mauro, nato a Roma nel 512, apparteneva ad una famiglia senatoriale romana. Fin dai suoi esordi in ambito monastico Mauro rivelò sorprendenti qualità taumaturgiche. Un giorno venne condotto a Montecassino un bimbo muto e ammalato: si voleva che lo benedicesse S. Benedetto; ma l'abate non c'era ed ecco Mauro che tornava dal lavoro nei campi, con la zappa sulle spalle. Presentatogli il fanciullo lui lo benedice e lo guarisce, ponendo su di lui la stola diaconale. L'episodio più noto, riportato anche dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, racconta che quando il monaco Placido cadde in un lago vicino al con- vento, Benedetto, avendo visto ciò che stava accadendo in una visione, esortò Mauro a correre in aiuto del giovane compagno, ed egli lo salvò camminando sulle acque. Scrive padre Donato Calvi (1600): «E costumano i monaci far la benedizione di S. Mauro a moltissime infermità giovevole e specialmente alla sciatica, e dispensan olio, e coralli benedetti contro le stregarie». San Mauro è onorato nella nostra zona e la sua venerazione è dovuta ai Benedettini insediatisi nella nostra provincia con gli antichi conventi di Pontida, S. Paolo d'argon, Fontanella e Sarnico (zona ex Manifattura Sebina). La statua del Santo La statua di San Mauro che oggi veneriamo fu commissionata nel 1936 dall allora parroco Mons. Pietro Bonassi allo scultore bergamasco Giovanni Manzoni (Manzù, da non confondersi con il più famoso Giacomo) che doveva realizzarne per la Parrocchia una nuova, in quanto quella vecchia era stata dichiarata, assieme ad altre sculture di gesso o di legno, fuori uso dal Vescovo Mons. Bernareggi nel corso della sua ultima visita pastorale. La motivazione di questa rottamazione, oggi semplice da spiegare, era a quel tempo invece piuttosto complessa da realizzarsi. Bene o male, quelle statue rappresentavano per gran parte della popolazione un qualcosa di sacro e, quindi, di intoccabile. Le indicazioni del Vescovo furono comunque precise e non bisognava sottrarsi ad esse. Molte statue erano per il Vescovo «un insulto al culto», «bastoni vestiti», «manichini con solamente testa, braccia e gambe, ma di nessun valore né artistico né religioso». IL TRIDUO DI PREPARAZIONE Anche la musica ha avuto un ruolo importante nei festeggiamenti in onore dell abate benedettino così amato a Sarnico. D'altronde è il linguaggio con il quale Dio incoraggia l uomo a comunicare con il cuore e che parla al corpo (ritmo), all anima (melodia) ed allo spirito (armonia). I concerti Il via sabato 11 gennaio nella Parrocchiale con Dedicato a San Mauro, due corali polifoniche: Il Castello e Le Voci di Marone dirette dai Maestri Mario Carminati e Alessandro Casari e impreziosite dalla Confraternita de Disciplini - Alessandro Simonato (alto), Alessandro Casari e Stefano Venturelli (tenori) e Simone Mora (basso) -. Una collaborazione che ha deliziato il pubblico presente e che si spera possa avere un prosieguo anche in futuro. Il giorno successivo, Domenica 12 il coro polifonico Vox Lucis diretto dal Maestro Armando M. Rossi, con Dario Bonardi all organo, ha presentato Natale di Luce (La luce e la divinità - la notte e il bambino). Si sono ascoltati brani di Mozart, Bach, Couperin, Perosi Ramiraz, Murray, Adam e Gruber. Bravissimi e com- IL PORTO GENNAIO

16 SOLENNITÀ plimenti. La serata di adorazione, proposta per martedì 14, è stata un momento importante di spiritualità ed anche qui musica e immagini hanno avuto la capacità di trasmettere sti, rispettivamente vescovi emeriti di Siena e di Brescia. Nutrita la partecipazione di sacerdoti: oltre al parroco don la giusta atmosfera di lode e adorazione. Tre iniziative fortemente volute dal parroco don Luciano, consapevole che la musica aiuta a dare impulso alla parola di Dio, offrendo emozioni che, con sensibilità e gioia, orientano all ascolto La Santa Messa in Ospedale Sempre nell ambito del triduo di preparazione alla festa del San Mauro, si è tenuta per il decimo anno consecutivo la Santa Messa presso l Ospedale Habilita. Quest anno la concelebrazione è stata presieduta da Mons. Vittorio Nozza che nel corso dell omelia ha sottolineato che, «così come San Mauro, chiamato a favorire la costruzione della comunità ecclesiale e sociale, ciascuno di noi, partecipando alla festa per onorare la sua capacità di essere a protezione nostra, si sente impegnato ad agire nella stessa direzione, quella di dare alla comunità un volto dignitoso, vivibile, umano, ricco di relazione per noi, soprattutto all interno di questo luogo in cui siamo sotto l attenzione di persone che hanno competenza e sensibilità e chiamati a spaziare prima o poi dentro i nostri contesti ordinari, perché la vita possa essere per noi in pienezza anche se aggravata da difficoltà o da situazioni di salute». Erano presenti, oltre ai sacerdoti celebranti Don Luciano, Don Giuseppe e Don Paolo, anche il sindaco Franco Dometti con la vice Romy Gusmini, il v.comandante della Guardia di Finanza Domenico Gagliarde, il presidente di Habilita dott. Roberto Rusconi, il figlio dott. Andrea, direttore amministrativo, e il dott. Giovanni Taveggia, direttore sanitario di Habilita Sarnico. Al termine della celebrazione ai presenti è stata consegnata un immagine raffigurante Papa Francesco. 15 GENNAIO: LA SANTA MESSA SOLENNE Tanti fedeli hanno assistito alla Santa Messa in onore di San Mauro. Una concelebrazione presieduta da S.E. Mons. Gaetano Bonicelli e da Mons. Bruno Fore- Luciano, don Loris e don Giuseppe, i nostri Mons. Pierino Sacella, don Giovanni Mongodi, Padre Daniele Belussi, don Paolo Belussi, Padre Sergio Gamberoni, don Guglielmo Micheli e don Gianpietro Esposito ed alcuni sacerdoti del vicariato. Le autorità civili e militari erano rappresentate dal sindaco Dometti con la vice Gusmini, dal Maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Lo Sardo e dal Vice comandante della Guardia di Finanza Domenico Gagliarde. S.E. Mons. Gaetano Bonicelli al termine dell omelia ha detto: «Che significato può avere per tutti noi la festa di San Mauro? Due impegni che il Santo rinnova ad ogni festa: il primo è l assoluta obbedienza e fedeltà al Signore; un monaco non sarebbe tale se non si fidasse totalmente di Dio e San Mauro era stato educato per questo da San Benedetto. Fratelli e sorelle, non c è bisogno che il Signore venga di giorno o di notte a parlare, il Signore parla anche attraverso il cuore e il cuore non ha bisogno di voci o di parole 16 - IL PORTO GENNAIO 2014

17 SOLENNITÀ e allora fidiamoci di Lui, abbandoniamoci a Lui, invochiamolo e preghiamolo. E il secondo? La devozione a Dio non ci esime ad essere impegnati nella nostra vita. Si sente dire Sì io vado a Messa la domenica, io vado in chiesa, credo in Dio ma una volta messo da parte Dio ho tutte le mie faccende da fare. Come se queste fossero completamente sganciate dalla nostra vocazione cristiana. San Mauro, con la zappa sulle spalle, ci insegna che anche il lavoro, l impegno materiale, sociale e anche quello politico può avere questa trasparenza, questa capacità di portare Dio nella nostra vita. Dobbiamo cogliere nella festa di oggi, tanto bella e tanto simpatica, le due lezioni che San Mauro ci ha lasciato e credo che ci si senta sollevati il sapere che l amore di Dio ci impegna in famiglia e nella società ad essere veramente costruttori di bontà e di pace». LA TRADIZIONALE FESTA DEVOZIONE E FOLKLORE Il cattivo tempo ha dato qualche ora di tregua e così, nonostante il giorno lavorativo, la gente non è mancata nemmeno quest'anno all'appuntamento sul sagrato per curiosare tra le bancarelle di un mercato variopinto e stuzzicante. Anche se non sono più quelle di una volta, lo spirito è rimasto lo stesso. E poi l'immancabile visita in chiesa per sfiorare la statua di San Mauro con la mano o un fazzoletto con cui poi toccarsi il volto e segnarsi dopo aver invocato la sua protezione. Religiosità popolare, che genera nuovi valori da praticare nella vita quotidiana e folklore, un binomio indissolubile e consolidato nei secoli del gennaio sarnicese, che si incontrano e si esprimono in partecipazione sentita di popolo. "Gocce di solidarietà" ed "Alpini" nello scaldarci il cuore e lo spirito, ci ricordano che la "via dolorosa" per riassettare il bilancio parrocchiale è ancora lunga. La bellezza della nostra parrocchiale restaurata ci dà la forza di andare avanti e gesti di solidarietà, pur modesti, possono generare grandi emozioni. Il concerto degli auguri del Corpo Musicale Cittadino e il "Premio San Mauro" Ormai il nostro corpo bandistico - o meglio la nostra orchestra - non ci stupisce più e il concerto di quest'anno diretto dal maestro Pino Magistri, ha ulteriormente confermato la volontà di continuare ad affrontare un repertorio che guarda in maniera curiosa la musica originale per banda, cercando attraverso gli arrangiamenti - sempre di tipo bandistico - di proporre la propria musica discostandosi dai canoni classici così da offrire emozioni moderne ed originali. Un pubblico soddisfatto e che ha manifestato il proprio assenso con applausi e ripetute richieste di bis. Nel corso della pausa, applausi anche per il nostro sindaco Franco Dometti che, con giustificata emozione, ha salutato i suoi Foto San Marco cittadini - per lui, in Amministrazione Comunale da quarant'anni, è l'ultimo San Mauro come primo cittadino, almeno per il prossimo quinquennio -. Credo sia doveroso anche da parte nostra ringraziarlo così come ha fatto il presidente Sandro Bellini nell'invitarlo a dirigere l'inno di Mameli conclusivo. "Grazie Franco!" Foto San Marco IL PORTO GENNAIO

18 SOLENNITÀ Assegnato dall'amministrazione Comunale a Padre Sergio Gamberoni il "Premio San Mauro 2014". Nello scusarsi per l'assenza alla consegna, il nostro ex curato (in un'inedita versione italo-boliviana di Indiana Jones - vedi foto a pagina 31-), ha comunque inviato il suo «Grazie per la pazienza con me e per il contributo da tutto il paese di Sarnico. I soldi serviranno per dare la dignità ad ogni uomo e vivere concretamente la fede curando 150 bocche di bambini poveri, visitando 1000 studenti dei miei quartieri e realizzando progetti di ginecologia e di prevenzione o cura del cancro. Sono gesti possibili per la generosità di Sarnico. Grazie». Immancabile come ogni anno l'omaggio colorato di rosso Ferrari che Severino Fenaroli non ha fatto mancare a Sindaco, Vice Sindaco, Parroco, don Loris, presentatore, presidente e maestro della Banda. Un gesto che non è vero "non faccia più notizia". In una società che rischia di chiudersi in mille egoismi c'è un bisogno vitale di gesti semplici e meravigliosi, che non cambiano la vita a chi li riceve ma aiutano a vedere le persone con occhi diversi e con maggiore fiducia e fanno capire il grande tesoro che possediamo, ma che per paura a volte teniamo nascosto. Coro "Vox Lucis" "Quintetto di ottoni" Cori "Il Castello" e "Le Voci" di Marone Maestro Giancarlo Corna foto Zanchi 18 - IL PORTO GENNAIO 2014

19 a cura del CONSIGLIO PASTORALE AFFARI ECONOMICI RESTAURI QUESTIONE DI SOLDI OPERE DI RESTAURO E CONSERVAZIONE CHIESA PARROCCHIALE Ringraziamo come di consueto tutti i benefattori anonimi, che con qualsiasi somma hanno versato il loro contributo anche durante questo periodo. Ringraziamo in modo particolare: - le persone ammalate che mensilmente non lasciano mancare la loro offerta - Il gruppo Gocce di solidarietà che, come al solito, versano il ricavato della vendita di oggetti vari preparati da mani assai abili e solerti - l Associazione Pensionati e Anziani che ogni anno a Natale è presente con la propria offerta ormai dal 2008, quando sono iniziati i lavori di restauro della chiesa - il ragazzo che ha versato i suoi risparmi Forza ragazzi, seguite l esempio del vostro coetaneo!!! Durante il mese di Ottobre, Novembre e Dicembre 2013 le offerte pervenute alla parrocchia registrano l importo di:... Euro ,00 che aggiunte a quelle pervenute dall inizio dei lavori di restauro di:... e ai depositi infruttiferi (prestiti) dei privati di:... Euro Euro , ,00 al 31 Dicembre 2013 ammontano a:... Euro ,00 Alla stessa data risultano spesi:... SITUAZIONE DEBITORIA AL 31 DICEMBRE ancora da pagare ai fornitori... - debito bancario residuo del mutuo (dopo 10 rate trimestrali pagate su 40)... - debito bancario del fido di conto corrente... - debito verso privati per PRESTITI (vedi sopra)... Totale debiti con varie scadenze ammontanti al 31 DICEMBRE 2013:... Euro ,00 Euro Euro Euro Euro Euro , , , , ,00 NUOVA VESTE GRAFICA PER "IL PORTO" Con il numero di gennaio "il Porto" si presenta con una nuova veste grafica. Pur mantenendo le nostre caratteristiche principali abbiamo apportato un doveroso restyling grafico che speriamo sia di gradimento ai lettori. Interessante è l assegnazione di un colore diverso a ogni sezione del quotidiano: Parrocchia, Comunità, Associazioni e Pagine del Comune. Un balzo in avanti del nostro mensile che dal 2008 è stato affiancato da un altra fondamentale iniziativa come il varo de "il portale", il sito internet Nuovo giornale e portale, insieme, ognuno nel suo ambito ma anche in sinergia, permettono di fornire alla popolazione e non solo, un offerta informativa e di approfondimento ampia e diversificata. Per qualsiasi suggerimento potete scriverci al nostro indirizzo mail redazioneporto@parrocchiasarnico.it. Grazie a Romy Gusmini e allo Studio Peldy per la consulenza grafica offerta alla redazione. IL PORTO GENNAIO

20 COMUNITÀ a cura di PIER LUIGI BILLI ESISTE UN SOMMO ARTEFICE Tutte le cose del mondo e l uomo stesso hanno perfezioni limitate, mutevoli e di grado diverso; l uomo è limitato nella potenza e nell intelligenza. Sempre maggiormente limitati nelle perfezioni sono: l animale, il vegetale, il minerale. Le stesse cose limitate nelle perfezioni sono limitate anche nella loro esistenza, sicché potevano anche non esistere. Si chiamano in filosofia Esseri contingenti, cioè non hanno ragione della propria esistenza, potevano esistere e non esistere. Da ciò la nostra mente ri- sale ad Uno, pieno di esistenza e di perfezioni, senza limiti, che comunica l esistenza e le per- fezioni a chi vuole, quando vuole e come vuole. La terra, il sole, la luna, le stelle si muovono con velocità sbalorditiva ed è provato scientificamente che la materia è inerte. Chi dunque ha tanta potenza da muo- vere le innumerevoli ed immense sfere e farle roteare negli sconfinati spazi del cielo? Chi ha infuso nel creato quella meravigliosa forza che lo mantiene in continua trasformazione e sviluppo? «Un motore immobile», secondo il filosofo greco Aristotele, che muove tutte le cose secondo la loro natura ma che noi chiamiamo Dio. L ordine meraviglioso che regna costantemente nel creato suppone un ordinatore intelligentissimo e personalissimo. L universo è come una complicatissima macchina le cui parti funzionano costantemente in perfetta armonia: gli astri si muovono velocissimi senza mai oltrepassare la linea del loro corso e gli scienziati posso- no predire con sorprendente esattezza le diverse eclissi. I giorni e le notti si succedono con perfetta regolarità, le stagioni si avvicendano costantemente. Ora tutto questo ordine, la legge, l armonia di tutte le cose non vengono dall uomo che ha già trovato l universo organizzato, non dalla materia che non ha intelligenza, non dal caso che combina le cose senza finalità prestabilita, ma da un Essere intelligentissimo e sapientissimo: Dio. La nostra ragione comprende dunque che deve esistere un Sommo Artefice il quale ha dato l esistenza a tutte le cose, le muove e le dirige verso un fine da Lui stabilito. Egli è Dio. Anche la nostra coscienza ci conferma che Dio esiste. Sentiamo infatti nell intimo del nostro cuore la misteriosa voce del dovere che ci comanda di fare il bene e di fuggire il male. Essa non viene da noi, perché spesso è contraria alle nostre tendenze, al nostro piacere. Quando poi compiamo il male, anche se nessuno ci vede o ci punisce, sentiamo la coscienza che ci rimprovera, ci tormenta, ci fa sentire colpevoli. Vorremmo sfuggirla, soffocarla e invece non ci lascia IL PORTO GENNAIO 2014

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