GIOVEDI 29 MARZO 2007

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1 4-001 GIOVEDI 29 MARZO PRESIDENZA DELL ON. POETTERING Presidente Apertura della seduta Composizione dei gruppi politici: vedasi processo verbale Presentazione di documenti: vedasi processo verbale Trasmissione di testi di accordo da parte del Consiglio: vedasi processo verbale (La seduta inizia alle 9.10) Prospettive della politica estera comune per l Unione europea nel 2007, compreso lo spiegamento di sistemi di difesa antimissile in Europa da parte degli Stati Uniti (discussione) Presidente. L ordine del giorno reca la dichiarazione dell Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, sulle prospettive della politica estera comune per l Unione europea nel 2007, compreso lo spiegamento di sistemi di difesa antimissile in Europa da parte degli Stati Uniti Javier Solana, Alto rappresentante. (ES) Signor Presidente, è un piacere per me intervenire dinanzi all Assemblea. E la prima volta che lo faccio sotto la sua Presidenza. Mi permetta di congratularmi ancora una volta con lei e di augurarle il massimo successo durante la sua Presidenza. Auspico altrettanto successo per le relazioni istituzionali che senza dubbio intratterremo tra noi e con il Parlamento che lei presiede. Mi rimetto alle prove: nel breve periodo in cui ha esercitato la Presidenza del Parlamento, abbiamo svolto diverse riunioni, tutte produttive, e mi auguro che questa sia la norma che continueremo a seguire nel nostro lavoro futuro. Vorrei inoltre congratularmi con il presidente del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei, che ho già incontrato in un occasione, e anche con il nuovo presidente della commissione per gli affari esteri, che ho ricevuto nel mio ufficio solo poco tempo fa. Congratulazioni, buona fortuna e i migliori auguri per una cooperazione fruttuosa. Signor Presidente, onorevoli deputati, sono appena atterrato, in arrivo da Riad, dove si è svolta una riunione molto importante della Lega araba e dove ritengo che l Unione europea abbia svolto un ruolo significativo. La riunione non è ancora terminata e mi auguro di potervi fornire informazioni sugli ultimi sviluppi nel corso della seduta. In questo primo intervento, vorrei dire che sono molto lieto di poter discutere con gli onorevoli deputati i temi di politica estera ai quali so che il Parlamento europeo attribuisce fondamentale importanza, presta attenzione, partecipa e sui quali vorrei continuare a lavorare con il massimo impegno, come abbiamo fatto finora. Stamattina, nel tempo a nostra disposizione, che è abbondante, vorrei discutere con voi alcune delle questioni più scottanti e più importanti della politica estera mondiale, che riguardano gli europei in quanto tali. Ritengo sia un buon momento per farlo, signor Presidente. Pochi giorni fa, a Berlino, abbiamo adottato una dichiarazione sul 50 anniversario dell Unione europea. E stato un atto magnifico, con il quale il Cancelliere Merkel, qui in Aula ieri, ha presentato una dichiarazione che considero importante e che può aprire un varco nel futuro per un maggiore sviluppo dell Unione europea in tutti i campi. Non ho il minimo dubbio, signor Presidente, che una politica estera comune sia una delle grandi sfide che l Unione europea deve affrontare. I motivi sono molti, ma è sufficiente enunciarne due: il primo è che, quando si viaggia per il mondo, si avverte il grande desiderio che l Unione europea svolga un ruolo sempre maggiore in politica estera. Ne siete testimoni eccezionali: anche voi avete viaggiato per il mondo e avete avuto varie occasioni di constatarlo. Chiedono la nostra presenza nei luoghi più diversi e nei conflitti più disparati. Chiedono un modo europeo di fare le cose, con una politica estera che funzioni, e chiedono qualcosa che tutti noi vogliamo. In fin dei conti, penso che dovremmo tutti riconoscere che questo rappresenta un successo. Ce lo chiedono i nostri stessi cittadini. Senza dubbio, un esame sistematico dell Eurobarometro rivela che anche i cittadini europei manifestano il particolare desiderio che la politica estera dell UE sia quanto più europea possibile, quanto più comune possibile, quanto più coordinata possibile e quanto più visibile possibile. Onorevoli deputati, queste sono le cose di cui volevo parlare; ritengo sia un successo che l Unione europea proceda in questa direzione e come tale dovrebbe essere riconosciuto. Per darvi un idea, al momento abbiamo dieci missioni impegnate nel mondo: da Kinshasa alla Bosnia e da Gaza all Iraq. Stiamo per preparare una missione per l Afghanistan e due missioni nel Kosovo, che senza dubbio saranno le più difficili, considerate le loro

2 6 29/03/2007 dimensioni e l importanza che il Kosovo avrà per la futura stabilizzazione dei Balcani. Sono certo che seguiranno altre missioni. Saranno necessarie altre missioni in futuro, dal punto di vista sia civile sia militare o da un punto di vista misto. Dobbiamo quindi essere all altezza di ciò che ci si attende da noi, delle speranze riposte nell Unione europea. Ciò richiede anche risorse adeguate, onorevoli deputati, e parte della responsabilità ricadrà sulle nostre discussioni, perché il Parlamento dovrà senz altro svolgere un ruolo importante in questo ambito. Stamattina vorrei discutere i temi più caldi se mi permettete questa espressione della vita internazionale, come il Medio Oriente, con tutte le sue manifestazioni. Vorrei fare alcune osservazioni sull Iran e sugli ultimi avvenimenti. Dovremo sicuramente parlare dei Balcani e vorrei parlare anche dell Africa e, brevemente, di alcuni temi riguardanti l Europa orientale, che in questo momento stiamo discutendo tra noi. Comincerò dal Medio Oriente. Come ho appena segnalato, penso che il Vertice della Lega araba, cominciato ieri e non ancora terminato, al quale ho avuto l onore di rappresentare l Unione europea, potrebbe essere uno dei vertici più importanti organizzati dalla Lega araba nei suoi 60 anni di storia. Sessant anni di storia che sono stati festeggiati il 3 marzo, pochi giorni fa, mentre la nostra Unione ha festeggiato 50 anni di storia la scorsa settimana. Durante questo periodo, abbiamo sicuramente intrattenuto una stretta collaborazione con la Lega araba per oltre 30 anni. Ritengo sia importante sottolinearlo e penso sia altrettanto importante ribadire all Assemblea che questa cooperazione tra l Unione europea e la Lega araba sarà sempre più importante. Dalla riunione di ieri sono emersi alcuni elementi significativi, che vorrei discutere con voi. Forse il più eclatante, a mio parere, avendo partecipato a molte riunioni della Lega araba, è la chiara leadership esercitata in ogni momento da Sua Maestà il Re dell Arabia Saudita. Come sapete, l Arabia Saudita è un paese importante nella regione, ma non è uno dei paesi più attivi dal punto di vista politico; è più importante dal punto di vista economico. Oggi abbiamo un Re, Abdullah, che per molto tempo è stato, per così dire, reggente a causa della malattia del suo predecessore e che ha iniziato un azione di una certa importanza in seno alla Lega araba, al fine di trovare una soluzione ai problemi presenti nel mondo arabo, tra la sua popolazione e nel suo insieme. Un rilancio della Lega araba, quindi, che ci pare importante, e argomenti di grande rilevanza. Vorrei approfondirne tre, essenzialmente, e vi farò riferimento durante il mio intervento. Il più importante, dal punto di vista del processo di pace, è senza dubbio il rilancio dell iniziativa della Lega araba. Gli onorevoli deputati ricorderanno che, dopo il Vertice di Beirut del 2002, venne avviata un iniziativa araba che proponeva il riconoscimento reciproco tra i paesi arabi e Israele, purché si procedesse al ritiro completo entro i confini del Tale iniziativa, discussa in varie sedi per diversi anni, non fu interamente accettata da Israele e ora è di nuovo sul tavolo, proposta dai paesi arabi con maggiore energia e determinazione. Come sapete, noi europei riuscimmo a inserire l iniziativa nella famosa tabella di marcia, e tale iniziativa costituisce quindi un pilastro fondamentale della possibile soluzione definitiva della questione mediorientale e soprattutto del processo di pace nel suo insieme, non solo del processo di pace in termini israelopalestinese, ma anche per quanto riguarda le questioni che interessano la Libia, il Libano e la Siria. Questo è dunque il primo tema che si sta ancora discutendo stamattina a Riad; a mio parere, il rilancio di questa iniziativa può avere un importanza fondamentale per dare nuovo impulso al processo di pace. Sono state discusse anche le questioni relative al Libano. E interessante osservare che la Lega araba ha anche avviato un dibattito su temi di interesse comune per la Lega araba e l Unione africana: temi che hanno una componente africana e una componente araba, come il Sudan o la Somalia. Tratterò brevemente questi due temi tra un momento. Per cominciare, riguardo al Medio Oriente, vorrei dire che l Unione europea è convinta che il conflitto araboisraeliano sia al centro dei problemi della regione; l Europa ne è totalmente convinta da molto tempo, non dico niente di nuovo. Abbiamo sostenuto l accordo della Mecca, anch esso raggiunto con la mediazione del Re dell Arabia Saudita; riteniamo che tale accordo possa contribuire a porre fine alle lotte tra palestinesi e a trovare una soluzione al conflitto che, come gli onorevoli deputati sanno e come abbiamo ripetuto più volte, deve comportare la fine dell occupazione cominciata nel 1967, la creazione di due Stati e un accordo ampio e globale per la regione. Sosteniamo inequivocabilmente gli sforzi indefessi del Presidente Abbas, con il quale ho avuto la possibilità di passare un ora buona ieri mattina, volti a conseguire gli obiettivi del popolo palestinese, conformemente ai principi che egli stesso ha ribadito incessantemente, in particolare in due momenti chiave: l ultima Assemblea generale delle Nazioni Unite e, di recente, in occasione dell insediamento del nuovo governo palestinese il 17 maggio. Come sapete, questi principi, enumerati dal Presidente stesso, sono tre: il primo è il rispetto degli accordi precedenti, conclusi dall OLP e dall Autorità nazionale palestinese, il secondo è il riconoscimento reciproco e il terzo è la rinuncia alla violenza e l impegno a favore dei negoziati. Come gli onorevoli deputati sanno, l Unione europea non ha abbandonato e non abbandonerà mai il

3 29/03/ popolo palestinese. E un atteggiamento che manteniamo da molto tempo, e continueremo a farlo. Sono sinceramente convinto che abbiamo una nuova opportunità di dare impulso alla risoluzione del conflitto. Tentare di uscire da quella che potremmo definire una fase di gestione della crisi ed entrare in una nuova fase di risoluzione del conflitto. Ritengo che esistano le condizioni oggettive per poter entrare in questa fase e tentare di portare avanti il processo, con l aiuto dei membri del Quartetto. Onorevoli deputati, con l insediamento del nuovo governo di unità nazionale palestinese emergeranno vari problemi che dovremo discutere, che dovremo risolvere. Dovremo affrontare nuovi problemi, quali il modo in cui trattare con questo governo e il modo in cui finanziarlo. Vorrei illustrare molto brevemente la mia posizione, posizione che sono pronto a difendere nel fine settimana, durante il quale i ministri degli Esteri si riuniranno a Chemnitz, convocati dalla Presidenza tedesca. Nel nuovo governo, onorevoli deputati, vi sono persone che conosciamo, che conosciamo bene da molto tempo. Vi sono altre persone che non conosciamo, perché appartengono ad Hamas e, poiché Hamas è nella lista delle organizzazioni terroriste, non trattiamo con loro e non li conosciamo. Tuttavia, vi sono molte persone in questo governo che conosciamo e, come ho detto, le conosciamo bene da molto tempo; io le conosco e molti di voi le conoscono. Dire che il nuovo ministro delle Finanze è uno sconosciuto sarebbe una falsità: trattiamo con lui da molto tempo, abbiamo lavorato con lui in modo molto efficace e ora sarebbe veramente assurdo parlarne come se si trattasse di uno sconosciuto. Il ministro degli Esteri è di Gaza e ho trattato con lui per molti anni: è una persona che non appartiene ad alcuna formazione politica, è un intellettuale, un uomo che ha il passaporto di un altro paese non del paese che di solito figura sul passaporto dei palestinesi che per molto tempo ha organizzato numerose riunioni tra diversi onorevoli deputati e membri dell Autorità palestinese. Ritengo quindi che sarebbe un grave errore interrompere tutti i contatti con persone che fanno parte del nuovo governo e con cui abbiamo collaborato a stretto contatto per molto tempo. Se mi chiedeste anche che cosa faremo o in che modo utilizzeremo le risorse finanziarie, non penso che dovremmo cambiare la nostra posizione in materia di finanziamenti dalla sera alla mattina, ma ritengo che, in ogni caso, uno dei nostri obiettivi debba essere ascoltare il nuovo ministro delle Finanze, un nostro vecchio amico, una persona onesta, una persona della quale conosciamo il percorso politico. Sapere ciò che pensa, sapere come fornire aiuti finanziari nel modo più efficace possibile, perché non contribuiscano solo al maggiore benessere dei palestinesi, ma possano anche contribuire all avanzamento del processo di pace. Ritengo che la nostra posizione debba essere quella dichiarata in seno al Quartetto. Ciò che più conta oggi non sono le parole, ma i fatti. Osservare come si comporta il governo palestinese in questo momento e agire e adeguare la nostra azione al modo in cui si comporta, non solo alle parole che pronuncia. Vorrei dire anche che siamo determinati a compiere un balzo verso la risoluzione del conflitto e a uscire dalla fase di gestione della crisi. Il Quartetto, come sapete, ha acquistato maggiore vivacità in questo periodo, dall inizio dell anno. Ci siamo già riuniti in diverse occasioni e abbiamo svolto alcune riunioni molto importanti, sia con il Presidente Abbas sia con il Primo Ministro Olmert, e vorrei comunicarvi che nelle prossime settimane svolgeremo una riunione nella regione con i paesi a noi più affini, con i quali intratteniamo le relazioni più strette, al fine di risolvere il problema, paesi come l Egitto, l Arabia Saudita, gli Emirati Arabi e Amman. Ritengo siano i paesi più legati a noi ed è con essi che vogliamo incontrarci. In un futuro non troppo lontano, prima dell estate, ci piacerebbe che il Quartetto, insieme ai quattro paesi che ho menzionato, riuscisse a organizzare anche una riunione con le parti, cioè una riunione con i palestinesi e una riunione con Israele. Sarebbe la prima riunione di Israele con il Quartetto. Israele non ha mai partecipato a una riunione con il Quartetto. I palestinesi lo hanno fatto, ma Israele non ancora. Questo è il nostro programma di lavoro per i prossimi mesi, mesi importantissimi, durante i quali so che anche il Presidente del Parlamento farà un viaggio nella regione. Coordinare i nostri sforzi mi sembra quindi assolutamente fondamentale. Sono certo che molte domande e risposte riguarderanno il Medio Oriente, quindi sul processo di pace mi fermo qui e passo all Iran. Ieri mattina, a Riad, ho avuto la possibilità di incontrare anche il ministro degli Esteri iraniano, il signor Motaki. Gli ho detto con grande chiarezza e fermezza che la detenzione dei 15 marinai britannici da parte delle autorità iraniane è inaccettabile per l Unione europea. Non vi è alcun motivo che giustifichi tale misura, non si è verificata alcuna illegalità, e l Unione europea deve essere solidale nei confronti degli amici britannici ai fini della liberazione di tali marinai. Due parole sulla questione del programma nucleare: come gli onorevoli deputati sanno, sabato scorso, 24 marzo, nella notte, mentre eravamo a Berlino, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all unanimità la risoluzione La risoluzione 1747 è la terza risoluzione adottata all unanimità dal Consiglio di sicurezza sulla questione dell Iran, intesa a far sì che l Iran rispetti i suoi obblighi, obblighi derivanti dalle opinioni o relazioni di Vienna,

4 8 29/03/2007 che il dottor El Baradei, in veste di direttore dell Agenzia internazionale per l energia atomica, trasmette al Consiglio dei governatori per la votazione. Vorrei segnalare che è molto significativo che, in quest ultima sessione, l intera comunità internazionale, rappresentata in seno al Consiglio di sicurezza, abbia espresso un voto unanime. La composizione attuale del Consiglio di sicurezza, in linea di principio, avrebbe potuto rendere più complessa la valutazione della questione iraniana, rispetto alla composizione precedente. Al momento, siedono in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite paesi come il Qatar, l Indonesia, un importante paese islamico, e il Sudafrica, che rappresenta in modo simbolico i paesi non allineati, oltre a molti altri paesi, tra cui cinque europei. A mio parere, abbiamo l obbligo di spiegare la nostra posizione in modo molto chiaro, affinché non vi siano divergenze tra noi in termini di comprensione delle difficoltà che il problema della non proliferazione presenta al mondo non solo a un tipo particolare di paesi, ma al mondo in generale e affinché essa sia compresa correttamente e si possa svolgere un buon dibattito con tutti, con i paesi non allineati e con paesi come quelli che ho appena menzionato. Il fatto che si sia riusciti a raggiungere il consenso su questa risoluzione in tempi così brevi rappresenta un successo. Trasmette alle autorità iraniane un messaggio chiaro, ovvero che il loro programma nucleare deve essere compatibile con le risoluzioni del Consiglio di sicurezza. Nel momento stesso in cui la risoluzione veniva resa pubblica, a Berlino si rilasciava una dichiarazione, che ho reso io a nome dei membri europei e anche dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza, per affermare che continuiamo a credere che il modo migliore di risolvere il problema con l Iran sia trovare una soluzione di carattere politico e che siamo disposti ad avviare o proseguire un negoziato, ma l unica soluzione possibile è una soluzione di carattere politico. Quarantotto ore dopo, ho avuto la possibilità di parlare con il dottor Larijani, l interlocutore della parte iraniana, non per risolvere il problema, non per avviare un negoziato né un prenegoziato, ma per trasmettere almeno questo messaggio chiaro da parte nostra, un messaggio che è stato ben accolto dal dottor Larijani. Ci auguriamo che nelle prossime settimane i dirigenti iraniani avranno il buon senso, non solo di risolvere il problema che hanno oggi con il Regno Unito, ma anche di riprendere negoziati che possano condurre a una soluzione definitiva del problema. Non vi è altra via, onorevoli deputati, se non quella dei negoziati, e deve essere riaperta quanto prima possibile. Parlando di Iran, permettetemi di spendere un paio di parole sulla non proliferazione. Come ho detto, il tema della non proliferazione comincia a essere una questione capace di dividere la comunità internazionale. Nulla potrebbe essere più grave che adottare un parere diverso a seconda che si tratti di paesi del nord o del sud, paesi sviluppati o meno sviluppati, su una questione importantissima come la non proliferazione. Dobbiamo quindi compiere ogni sforzo possibile per spiegarlo bene e per condividere le nostre preoccupazioni con gli altri paesi. La non proliferazione è una questione che riguarda tutti, riguarda il mondo nel suo insieme. A mio parere, onorevoli deputati, uno degli obblighi che abbiamo noi europei fondamentale, a mio giudizio è inquadrare il dibattito sulla non proliferazione da tre punti di vista distinti: primo, la non proliferazione propriamente detta. Secondo, la questione del disarmo: ritengo che il tema del disarmo sia stato abbandonato troppo a lungo, in quanto si è posto l accento essenzialmente sulla non proliferazione, senza porlo anche su ciò che afferma il trattato di non proliferazione nucleare sul disarmo; esso dice anche che le potenze che hanno capacità nucleari devono cominciare a pensare al modo in cui disarmarsi, affinché le armi nucleari inizino a sparire dal nostro pianeta. Dobbiamo quindi insistere penso sia un principio fondamentale, che gli europei devono comprendere in modo molto chiaro sul fatto che il tema del disarmo è fondamentale. In terzo luogo, dobbiamo includere in questo dibattito anche la questione del trasferimento di tecnologie, perché è ciò che dà ad alcuni paesi l impressione che si usino due pesi e due misure riguardo all uso dell energia nucleare. Ritengo che elaborare un pacchetto su questi tre elementi, avviare negoziati seri con altri paesi al di fuori dell Unione europea, condotti dall Unione europea, possa essere un grande contributo dell Unione alla costruzione di un mondo di pace e di un mondo nel quale le armi comincino a non essere più un mezzo con cui risolvere i problemi e nel quale i problemi siano risolti con la parola, il dialogo e il linguaggio normale, che è il linguaggio difeso dall Unione europea. Signor Presidente, onorevoli deputati, vorrei fornirvi alcune informazioni anche sugli ultimi avvenimenti nei Balcani, in particolare per quanto riguarda il Kosovo e la Serbia. Come sapete, Martti Ahtisaari, l ex Presidente della Finlandia, una grande persona che tutti conosciamo, un grande Presidente della Finlandia, ha ricevuto dal Segretario generale delle Nazioni Unite l incarico di tentare di risolvere i problemi riguardanti lo status finale del Kosovo. Ha lavorato a lungo tanto con la Serbia quanto con il Kosovo nel tentativo di pervenire a una soluzione negoziata. Vorrei ricordare agli onorevoli deputati che il termine entro cui avviare l ultima fase dei negoziati è stato prorogato al 21 febbraio, al fine di tenere conto delle elezioni che si sarebbero svolte in Serbia in quel periodo. La posizione finale del Presidente Ahtisaari, che fa già parte del documento ufficiale presentato al Segretario generale delle Nazioni Unite, più o meno dice che

5 29/03/ sembra molto difficile, per non dire impossibile, almeno secondo lui, pervenire a una soluzione negoziata accettabile per entrambe le parti. La comunità internazionale potrebbe quindi essere obbligata a cercare un modo per imporre una soluzione. Imporre una soluzione, come sapete, significa una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a norma del capitolo 7. A tal fine è necessario l accordo di tutti i membri e, come sapete, sono cominciate a emergere difficoltà tra alcuni paesi membri del Consiglio di sicurezza, sostanzialmente da parte della Russia e, molto probabilmente, anche della Cina. Il processo entra quindi in una nuova fase. Conclusa la fase guidata dall inviato speciale Ahtisaari, si entra in una fase di discussione in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Come sapete, l Unione europea ha mantenuto contatti costanti con Martti Ahtisaari. Abbiamo lavorato con lui su varie questioni, anche se la responsabilità era sua, e dobbiamo ora definire la nostra posizione. La nostra posizione finora è stata di sostegno totale al Presidente Ahtisaari e al suo processo; ora dobbiamo prendere una decisione sul sostegno alla posizione finale che ha adottato. A questo punto, dobbiamo attendere e vedere come si evolve la situazione in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Vorrei tuttavia rilevare che l Unione europea avrà una responsabilità enorme quando lo status finale del Kosovo sarà stato definito. Il Kosovo fa parte del nostro continente. Ha una prospettiva europea e, di conseguenza, a prescindere dalla soluzione definitiva cui perverrà il Consiglio di sicurezza, avremo alcuni obblighi fondamentali, in relazione con l ufficio di rappresentanza della comunità internazionale in Kosovo, e avremo anche una missione, al di là degli aspetti economici che gli onorevoli deputati conoscono molto bene, una missione di politica estera e di sicurezza comune, giudiziaria e di polizia, per tutto ciò che riguarda la legislazione e l applicazione della legge in Kosovo. Sarà senza dubbio la missione più importante dell Unione europea nella storia della nostra politica estera e di sicurezza. Probabilmente avremo più di persone impegnate nei diversi ambiti che ho appena descritto. Il Parlamento, onorevoli deputati, avrà una responsabilità enorme poiché dovrà stabilire se saremo in grado di trovare le risorse. Abbiamo risorse, ma forse non tutte quelle necessarie per portare a buon fine questo compito difficile, sicuramente il più difficile che l Unione europea abbia mai dovuto svolgere dal punto di vista della gestione sul campo. Onorevoli deputati, non possiamo fallire. Se l Unione europea fallirà nella stabilizzazione dei Balcani, se falliremo nella stabilizzazione del Kosovo e della Serbia, tale fallimento avrà enormi conseguenze, che limiteranno in modo significativo altre possibilità di azione che l Unione europea potrebbe avere nel resto del mondo. Se non riusciremo a risolvere con rapidità ed efficacia i problemi presenti nel nostro vicinato, molto difficilmente saremo in grado di farlo al di là delle nostre frontiere. Una parola sulla Serbia. Onorevoli deputati, la Serbia è un grande paese balcanico, un grande paese al quale dobbiamo dare tutto il nostro appoggio. La Serbia senza dubbio attraverserà momenti difficili: il referendum del Montenegro, la soluzione finale del problema del Kosovo. A mio parere, abbiamo l obbligo di aiutare la Serbia nel modo più efficace possibile. In Serbia, dobbiamo proseguire i negoziati sull accordo di associazione e di stabilizzazione, ma, onorevoli deputati, vorrei che si facesse lo sforzo più generoso possibile per aiutare questo paese. La Serbia, come ho detto, è un grande paese e ha la vocazione e il desiderio di far parte della famiglia dei paesi europei. Se avete seguito l ultima campagna elettorale, avrete notato che la posizione dell attuale Presidente Tadic, una persona che rispettiamo e con la quale manteniamo strettissime relazioni, è stata totalmente pro-europea. Ritengo che, a seguito di ciò che avverrà in questo periodo, dovremo essere capaci di fornire il massimo aiuto possibile al governo, che non si è ancora formato dopo le elezioni, affinché continui a essere un governo pro-europeo, un governo che difenda i nostri valori, un governo che conduca la Serbia verso il destino che le spetta, ovvero verso la prospettiva europea. Gli incontri con il Presidente Tadic sono molto frequenti; è stato qui di recente, è stato anche a Berlino per il 50 anniversario dei Trattati di Roma, è un grande amico dell Europa e, come ho detto, lo incontro con relativa frequenza. Discutiamo tutti questi temi con la massima franchezza e nei minimi particolari. Ho anche occasione di incontrare il signor Kostunica, tuttora Primo Ministro di un governo a interim, è vero, ma pur sempre Primo Ministro del governo, con il quale il Presidente Tadic prima o poi dovrà trovare un accordo, al fine di formare una coalizione che possa governare il paese nel modo migliore possibile, nel modo più stabile possibile, insieme al gruppo G17, cioè la coalizione precedentemente al governo in Serbia. Nella campagna elettorale, il signor Tadic ha anche assunto un impegno di cooperazione totale ed efficace con il Tribunale penale internazionale, perché è fondamentale che le persone chiaramente coinvolte in reati alcune delle quali sono state giudicate colpevoli dal Tribunale penale internazionale dell Aia non molti giorni fa siano catturate e consegnate alla giustizia. Onorevoli deputati, sicuramente continueremo a parlare della questione del Kosovo tutte le settimane: da qui all estate, si dovrà prendere una decisione importante sulla Serbia e sul Kosovo praticamente ogni settimana. Vi comunico che l operazione europea in Kosovo è

6 10 29/03/2007 pronta e, non appena sarà approvata la risoluzione del Consiglio di sicurezza, saremo in grado di attuarla. Non nutriamo quindi preoccupazioni su questo aspetto, ma ci preoccupa la durata dell operazione e la disponibilità di risorse sufficienti per portarla completamente a termine entro i tempi previsti. Tuttavia, vorrei rassicurarvi sul fatto che il lavoro è finito e pronto e non appena il Consiglio di sicurezza approverà la risoluzione saremo in grado di svolgere la nostra funzione. Due parole su alcune importanti questioni concernenti l Europa orientale. Negli ultimi giorni, nelle ultime settimane, ho avuto occasione di incontrare il Presidente e il Primo Ministro dell Ucraina. Vorrei rendervi partecipi, onorevoli deputati, della mia preoccupazione riguardo agli sviluppi della situazione in Ucraina. Come sapete, l Ucraina, dopo le elezioni, ha tardato a formare un governo. Si è giunti a una coalizione inattesa, che però alla fine si è insediata. La coalizione comincia a operare, ma la questione delle riforme e la questione della stabilità costituzionale continuano a essere problemi preoccupanti. L Ucraina è un paese importantissimo per noi, un grande paese dal punto di vista fisico, un grande paese in termini di potenza economica, ma un grande paese anche dal punto di vista strategico. Dobbiamo quindi dare la massima importanza all Ucraina. Dobbiamo dedicarle parte delle nostre energie. Cerco di dedicare a questo paese le stesse energie che presto alla soluzione di alcuni conflitti congelati nella zona. Il problema cui prestiamo maggiore attenzione è quello della Transdnistria. All ultimo Vertice, siamo giunti a un accordo con il Presidente Putin. Mi auguro che tale accordo sarà rilanciato, anche in cooperazione con la Federazione russa, al prossimo Vertice, che si terrà a maggio, per esaminare la possibilità di imprimere impulso alla soluzione del problema della Transnistria in tempi relativamente brevi. Vi è un nuovo piano a tal fine, un maggiore coinvolgimento delle due parti, nonché una maggiore partecipazione del governo ucraino, e mi auguro si possano ottenere successi nella risoluzione di questi conflitti congelati nella parte orientale dell Europa. Lo stesso si può dire della Bielorussia. Il Cancelliere Merkel ha parlato ieri con grande competenza e grande calore della Bielorussia, e lo ha fatto anche in occasione del 50º anniversario. Mi associo completamente alle sue parole. Onorevoli deputati, ritengo che in questo momento non si possa svolgere uno scambio di pareri sulla politica estera senza parlare dell Africa e, sostanzialmente, di due grandi problemi con conseguenze umanitarie potenzialmente gravi. Il primo è il vecchio, o almeno datato, problema del Darfur, al quale abbiamo dedicato buona parte del nostro tempo ieri a Riad, perché è un problema con una componente africana, come ho già detto, ma anche una componente della Lega araba. La partecipazione di queste due grandi unioni, l Unione africana e la Lega araba, insieme alla comunità internazionale, è fondamentale. Noi europei possiamo provare, non dico orgoglio, perché nessuno può essere orgoglioso di ciò che sta accadendo in tale regione, ma almeno una certa soddisfazione poiché, sin dal principio, ci siamo impegnati a trovare una soluzione al problema del Darfur. Abbiamo lavorato sodo per gli accordi di Abuja, abbiamo finanziato nel modo più generoso possibile la forza dell Unione africana dispiegata sul campo, ma, come sapete, la situazione rimane estremamente allarmante. Ieri, abbiamo di nuovo parlato con il Presidente del Sudan al-bashir per esaminare la possibilità che le Nazioni Unite rilevino la forza di sicurezza dell Unione africana in Darfur. Non si è giunti a un accordo totale, ma, dato che ieri, a Riad, era presente anche il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, spero che le decisioni adottate in tale sede possano andare nella giusta direzione. In ogni caso, per noi europei, la questione del Darfur deve essere una delle nostre massime preoccupazioni dal punto di vista umanitario, e non solo umanitario, ma anche per quanto riguarda la ricerca di una formula che permetta di stabilizzare il paese. Ciò riguarda il problema, per così dire, est-ovest del Darfur, ma esiste un altro problema fondamentale, che sarà di nuovo sul tavolo: il problema nord-sud. Per quanto riguarda il problema nord-sud, si è giunti a un accordo, come sapete, ma siamo ancora in attesa di un referendum, che potrebbe dividere il paese in due parti. Se questa fosse la soluzione definitiva, si assisterebbe alla spaccatura di un paese molto grande, molto importante, qual è il Sudan, che possiede riserve energetiche fondamentali, e ciò sarebbe una catastrofe per tutti noi. In questo contesto, le relazioni con la Cina sono fondamentali, così come le relazioni con l India. Sono due paesi che ricevono dal Sudan la maggior parte, o una quota molto cospicua, del loro fabbisogno energetico di petrolio. Il contributo di entrambi i paesi alla stabilizzazione del Sudan è assolutamente fondamentale e la nostra politica estera nei riguardi della Cina e dell India deve quindi integrare questo tema in tutti i nostri negoziati, un tema importante per i diritti umani e per la stabilità di una regione importante dell Africa. Onorevoli deputati, non so quanto tempo ho ancora a disposizione, ma vorrei accennare brevemente a due questioni: in primo luogo, la struttura di gestione delle crisi che stiamo approntando, per la quale il Consiglio sta realizzando una delle operazioni strutturali più moderne per la gestione delle crisi. In certa misura, l abbiamo già messa alla prova nel caso di Kinshasa, con la generosità dei nostri amici tedeschi responsabili dell operazione, ma stiamo cercando di creare una struttura che comprenda, sin dall inizio, tutti gli elementi di una possibile gestione delle crisi, sia civili sia militari.

7 29/03/ Dobbiamo quindi creare un organismo di pianificazione delle operazioni che, come ho detto, comprenda tutte le componenti, al fine di evitare il tipo di situazioni in cui ci siamo trovati altrove in passato, situazioni di sfasamento tra la componente civile e la componente militare, gli aspetti economici e gli aspetti legati alla costruzione della società. Tutto deve essere ben congegnato, sin dal principio. In una seduta speciale, se gli onorevoli deputati lo desiderano, o in seno alla commissione per gli affari esteri, sarebbe interessante svolgere un analisi più dettagliata di un aspetto che è all avanguardia delle attuali riflessioni dell Unione europea e va al di là di ciò che alcuni paesi membri dell Unione europea, o paesi terzi al di fuori dell Unione europea, stanno cercando di fare in questo campo. Onorevoli deputati, secondo il titolo della discussione, è vostro desiderio conoscere il mio parere sul tema del sistema di difesa antimissile. Con sommo piacere, esporrò alcune brevi riflessioni in materia. L Unione europea non ha ancora preso una decisione. E molto probabile che nelle prossime riunioni del Consiglio si svolgeranno discussioni al riguardo, ma vorrei riassumere le mie idee su tre punti a mio parere molto chiari. Il primo è che l Unione europea non è un alleanza militare come sappiamo molto bene ma ha una politica estera e una politica di sicurezza e può e deve discutere questo tema. Sarei quindi favorevole a discutere la questione in seno all Unione europea. Ritengo che debba essere discussa. Il secondo è che l Unione europea, come ho detto, non è un alleanza di difesa e di sicuro non è la sede in cui si possa adottare una decisione in materia, in quanto si tratta di una questione di stretta competenza di un alleanza militare, ma penso che sarebbe un errore non confrontarci e discutere tra noi su questi temi nel modo più chiaro e più aperto possibile. In terzo luogo, l intero sistema può influire sulle nostre relazioni con un paese terzo, la Russia. Per fortuna, ieri si è registrato uno sviluppo positivo tra la Russia e gli Stati Uniti. Per la prima volta, il Presidente Bush e il Presidente Putin hanno discusso l argomento. L ultima cosa che vorrei dire è che, conformemente ai Trattati in vigore, le questioni legate alla sicurezza continuano a essere di competenza degli Stati membri, ma in ogni caso considero essenziale garantire che questo diritto di sovranità dei paesi sia compatibile con l interesse generale dell Unione europea in materia di sicurezza. Raccomanderò quindi di discutere la questione del sistema di difesa antimissile, non solo in questa sede, ma anche, se necessario, in seno all Alleanza atlantica. Ritengo sia ciò che la maggioranza dei leader politici dell Unione europea desidera e sono convinto della necessità di agire in tal senso. Onorevoli deputati, mi fermo qui. Il programma di politica estera e di sicurezza per l anno appena cominciato, il 2007, sarà molto fitto. I mesi che ci attendono prima dell estate saranno enormemente importanti, già solo con le quattro o cinque questioni che ho trattato in Aula: enormemente importanti. Ritengo inoltre che, se, con la volontà della Presidenza e del Cancelliere, saremo capaci di dare impulso anche ai temi istituzionali, dovremo anche compiere uno sforzo significativo per dare il massimo sostegno possibile alla politica estera e di sicurezza. Onorevoli deputati, concludo dicendo che, da parte nostra, faremo tutto il possibile per portare a buon fine, in cooperazione con il Parlamento europeo, tutte queste importanti questioni, che senza dubbio ci riguardano ogni giorno di più. L Unione europea è nata 50 anni fa come progetto di pace e deve continuare a essere un progetto di pace. E nata come progetto di pace tra noi e d ora in poi deve essere un progetto di pace non solo tra noi, ma nel mondo. Abbiamo valori, abbiamo risorse, abbiamo capacità, abbiamo livelli di ricchezza sufficientemente alti, e pertanto non dobbiamo chiudere gli occhi su ciò che accade nel mondo. Abbiamo quindi l obbligo fondamentale di essere soggetti sempre più attivi, sempre più coesi, sempre più visibili nella comunità internazionale, in questo mondo globalizzato in cui viviamo. Se non saremo in grado di farlo, a mio parere, sarà un grande fallimento per l Unione europea, una cosa che nessuno di noi desidera; tutti desideriamo il successo. (Applausi) Presidente. Alto rappresentante Solana, la sua relazione esauriente ha illustrato l enormità del compito che l attende e le porgiamo quindi i nostri migliori auguri in questa impresa. Lei ha fatto riferimento ai 15 marinai britannici e, a nome del Parlamento europeo, vorrei rivolgere un appello al Presidente iraniano e alle autorità del paese, affinché rilascino i 15 marinai britannici e smettano di distruggere la fiducia nelle autorità che governano l Iran. Il Parlamento europeo è solidale con i 15 marinai e con il Regno Unito Meglena Kuneva, Membro della Commissione. (EN) Signor Presidente, mi permetta innanzi tutto di scusarmi per essermi persa i primi minuti della relazione estremamente interessante e importante dell Alto rappresentante. La Commissione concorda con gli argomenti esposti dall Alto rappresentante nel programma annuale che ha presentato. I cittadini europei a volte possono essere ambivalenti nei riguardi dell Unione. Tuttavia, in un mondo di crescenti sfide per la pace e la sicurezza e in cui i nostri valori sono minacciati, i singoli Stati membri possono fare poco da soli. Festeggiamo ora il 50 anniversario del Trattato di Roma e l Unione europea è diventata un soggetto globale: con una popolazione di mezzo

8 12 29/03/2007 miliardo di persone in 27 paesi, rappresenta un quarto del reddito mondiale, più di un quinto degli scambi commerciali mondiali e circa il 60 per cento dell assistenza allo sviluppo globale. Abbiamo le risorse per svolgere il nostro ruolo nel mondo. Il mercato interno è la fonte principale della nostra forza. E anche stato il fattore chiave per l allargamento, l iniziativa di pace e sicurezza più riuscita che sia mai stata realizzata in Europa, e per la politica europea di vicinato, che mira a ravvicinare a noi e ai nostri valori i paesi dell Europa orientale e i paesi del Mediterraneo. Per rispondere alle nuove sfide a lungo termine, in particolare la lotta contro il terrorismo e la proliferazione delle armi, la povertà e le malattie, la criminalità organizzata e l immigrazione clandestina, i cambiamenti climatici e i rischi per il nostro approvvigionamento energetico, abbiamo bisogno di una politica estera organica e uniforme, che comprenda gli aspetti di politica estera e di sicurezza comune, ma si spinga anche ben oltre. Il punto di partenza deve essere una maggiore coerenza nell uso dei nostri strumenti. Come abbiamo affermato nella comunicazione della Commissione L Europa nel mondo, l efficacia complessiva e quindi l influenza globale dell Unione europea dipendono dall utilizzo ottimale di tutte le capacità disponibili a sostegno degli obiettivi esterni. La Commissione lo sta già facendo. L esperienza dimostra che affrontare le crisi non significa solo inviare soldati e forze di polizia. Significa ricostruire e rafforzare le istituzioni, migliorare la governance, potenziare i diritti umani e la democrazia e stabilire le condizioni per la vita economica. Sono compiti a lungo termine e devono portare sicurezza insieme ad aiuti umanitari e allo sviluppo, scambi commerciali, investimenti e ogni altro aspetto esterno delle politiche interne. Siamo presenti in quasi tutti i punti caldi. Rimarremo un soggetto importante in Afghanistan, dove negli ultimi cinque anni abbiamo speso più di un miliardo di euro, in Medio Oriente, dove stiamo usando il meccanismo internazionale temporaneo per sostenere i palestinesi, e in Iraq, dove ci stiamo preparando per un impegno a lungo termine. A livello istituzionale, esistono molti esempi recenti di sinergie positive: il contributo dell Unione al processo di pace di Aceh è un misto di politica estera e di sicurezza comune e di strumenti comunitari; le missioni di assistenza alle frontiere nei Territori palestinesi e in Moldavia e Ucraina dimostrano come l assistenza comunitaria contribuisca a rafforzare l impatto della PESC e viceversa. In Kosovo e in Afghanistan, le importanti operazioni di politica europea in materia di sicurezza e di difesa in corso di preparazione saranno sostenute da iniziative comunitarie. Contribuiremo anche a finanziare il futuro Ufficio civile internazionale in Kosovo. Ciò detto, le maggiori sfide per la politica estera e di sicurezza comune sono ancora tutte da affrontare. E molto più facile decidere di creare meccanismi per far fronte all instabilità nei paesi in via di sviluppo e sostenere un multilateralismo efficace che prendere decisioni comuni che influiscono sulle relazioni bilaterali cruciali degli Stati membri al di fuori dell Unione europea. Il rischio di divisioni è sempre presente. Dobbiamo avere fiducia nella nostra forza. Le mie conclusioni sono semplici: quanto più saremo coerenti, e quanto più parleremo chiaramente con una voce sola, tanto più saremo forti Joseph Daul, a nome del gruppo PPE-DE. (FR) Signor Presidente, Alto rappresentante Solana, signora Commissario Kuneva, onorevoli colleghi, siamo determinati a costruire le fondamenta della pace e della sicurezza e garantire la stabilità nel nostro continente. Gli allargamenti sono stati uno dei grandi successi della nostra politica estera, in quanto hanno incoraggiato i nuovi paesi a uscire da decenni di totalitarismo. Siamo compiaciuti del ritmo dei negoziati con la Croazia e abbiamo fiducia nel fatto che sia tale paese sia l Unione europea saranno pronti a permettere ai cittadini croati di partecipare alle elezioni europee del Dopo dieci anni di conflitti etnici nei Balcani, l Unione europea ha il dovere di contribuire alla pace e alla stabilità in tale regione. Il nostro gruppo sostiene il piano presentato da Martti Ahtisaari, essenziale per la creazione di un Kosovo politicamente stabile ed efficiente sotto il profilo economico, che rispetti anche i diritti delle minoranze. Dobbiamo inoltre compiere ogni sforzo possibile per sostenere l opposizione democratica in Bielorussia. Mi preoccupano, in particolare, le macchinazioni delle forze armate a Minsk domenica e il modo in cui sono stati malmenati Alexander Milinkevitch, il vincitore del Premio Sacharov del Parlamento, e sua moglie. Ciò detto, Alexander sa di poter contare sul nostro sostegno. L Europa deve continuare a battersi sul fronte dei diritti umani. Il nostro gruppo ne deplora la continua violazione in Corea del Nord e condanna l incarcerazione di più di prigionieri politici. Tale paese sviluppa armi e mira alla supremazia nucleare, mentre la sua popolazione soffre di malnutrizione. Soprattutto, non dobbiamo allentare la nostra vigilanza. Per quanto riguarda il Darfur, abbiamo a che fare con un vero e proprio genocidio. Il governo sudanese deve disarmare le milizie, collaborare con il Tribunale penale internazionale e cooperare con la comunità internazionale. L Unione europea deve intervenire quanto prima a favore di un rafforzamento del contingente distaccato in tale regione.

9 29/03/ Inoltre, la crisi in Zimbabwe merita tutta la nostra attenzione. Il trattamento brutale riservato ai rappresentanti del Movimento per il cambiamento democratico è un affronto a tutti noi. Se non reagiamo, l intero Zimbabwe rischia di precipitare nel caos. Il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici cristiani) e dei Democratici europei sostiene l idea di un Europa più forte in un mondo più sicuro. La proliferazione nucleare rende il nostro pianeta ancora più pericoloso. Dobbiamo proseguire i nostri sforzi a favore di una soluzione negoziata per il programma nucleare iraniano. L Iran diventerà membro a pieno titolo della comunità internazionale soltanto se si conformerà pienamente alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza. La cattura, la scorsa settimana, di 15 marinai britannici da parte delle forze armate iraniane è un fatto inaccettabile e oltremodo inquietante. Occorre fare tutto il possibile per liberare al più presto i marinai britannici. Infine, dobbiamo rafforzare il partenariato con gli Stati Uniti, compiere nuovi passi verso un mercato transatlantico e, soprattutto, concludere il ciclo di Doha in seno all Organizzazione mondiale del commercio. Questo ciclo deve effettivamente essere portato a termine, perché è un ciclo di sviluppo per i paesi più poveri del mondo, e mi auguro che a questo proposito troveremo molto rapidamente una soluzione. Signor Solana, abbiamo fiducia in lei e sosteniamo i suoi tentativi di compiere maggiori progressi verso la pace per quanto riguarda la questione palestinese. Come ha detto stamattina, è molto importante per noi. A nome di tutti gli europei, la ringrazio per la sua azione Martin Schulz, a nome del gruppo PSE. (DE) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto rivolgere una breve osservazione all onorevole Daul. Anche noi vogliamo che la Croazia possa partecipare alle elezioni europee del 2009, ma la condizione essenziale a tal fine sulla quale credo si sia ancora d accordo stamattina, dato che lo eravamo ieri pomeriggio è che non vi potranno essere nuove adesioni all Unione prima che siano state introdotte le necessarie riforme. Ciò significa che chi vuole che la Croazia possa aderire nel 2009 e partecipare alle elezioni europee, dovrà dire al Presidente Kaczyński e al Presidente Klaus che devono rompere gli indugi nel dibattito costituzionale, altrimenti non sarà possibile. Mi auguro che questa visione sia ancora valida stamattina. (Applausi) Alto rappresentante Solana, le sono molto grato per la descrizione esauriente che ha fornito del ruolo svolto dall Unione europea nella politica internazionale. A nome del mio gruppo, vorrei riprendere due punti, sui quali le assicuriamo piena solidarietà e totale sostegno. In primo luogo, lei ha fatto riferimento ai militari britannici attualmente prigionieri in Iran e le sono grato per la sua chiara espressione di solidarietà. A nome del mio gruppo, voglio dire all Iran che il valore di ogni impegno verbale a favore della pace, a prescindere da come lo si adempia, si può misurare in base al fatto che tali militari vengano liberati o meno. Si può dare prova di essere pronti a partecipare a un dialogo politico costruttivo a livello internazionale in tempi velocissimi. Ha anche rilevato che l Unione europea non è un alleanza di difesa, ma un alleanza che tenta, innanzi tutto, di risolvere i conflitti internazionali attraverso il dialogo. Una politica estera che possiamo elaborare per noi, che ci dia un senso di identità, è quella che considera la priorità delle soluzioni civili e diplomatiche anziché militari come il modello europeo. Il suo esplicito impegno in tal senso dimostra che la linea da lei proposta merita veramente di essere sostenuta, almeno dal mio gruppo. Tuttavia, ciò significa anche che, se si vuole condurre un dialogo, e se si vuole dare priorità al dialogo, esso deve essere avviato con tutti. Per questo motivo, sono davvero lieto di averla sentita dire all Assemblea che non possiamo rifiutare la possibilità di dialogo con il nuovo governo di unità nazionale della Palestina, del quale ha menzionato il ministro delle Finanze e il ministro degli Esteri, persone con le quali manteniamo relazioni da anni. Come potremmo dichiarare ora di non essere disposti a parlare con loro, solo perché appartengono a un governo che comprende rappresentanti di Hamas? Le siamo molto grati per essere stato molto diretto al riguardo. Il nostro gruppo invierà una delegazione in Palestina, che dialogherà anche con questi partner. Ha menzionato un intera serie di questioni. Ha riferito sulla riunione di Riad, ha parlato del problema del Kosovo, della situazione nei Balcani, dell Iran, dell Ucraina e della crisi del Darfur. Ha descritto una vera e propria pletora di sviluppi inquietanti, che in qualche maniera interessano l Unione europea. Mentre la ascoltavo con grande attenzione, signor Solana, mi sono chiesto: quale di questi problemi sarà effettivamente risolto con l installazione di un sistema antimissile in Polonia e nella Repubblica ceca? Nessuno! (Applausi) Tuttavia, tantissime cause dei problemi riguardano il fatto che noi e per noi intendo il mondo occidentale ci permettiamo di spendere miliardi a livello mondiale per tutto tranne che per eliminare le cause di questi conflitti, che sono, come sempre, la povertà, la fame, le epidemie, le malattie e il sottosviluppo. Abbiamo fondi per tutto e, se il Presidente americano, come ho letto stamattina, è disposto a dialogare con il Presidente russo, penso si tratti di uno sviluppo meraviglioso. E ciò che vogliamo, ma, anziché parlare del luogo in cui ciascuno installerà i propri sistemi antimissile, dovrebbero parlare della necessità di non installare affatto tali sistemi, perché le bombe a grappolo russe, alle quali si dà poco peso, vanno condannate tanto quanto un sistema antimissile illegale.

10 14 29/03/2007 Signor Alto rappresentante, ci ha fornito una descrizione formidabile del suo lavoro, ma una cosa per noi è chiara, cioè che qualsiasi sistema antimissile, a prescindere da come sia installato a livello bilaterale, sotto l egida della NATO o dell Unione europea, o in qualsiasi altro modo non può che alimentare una nuova spirale nella corsa agli armamenti, il che significa spendere fondi, i fondi che mancano per risolvere i conflitti che lei ha descritto. (Applausi) Graham Watson, a nome del gruppo ALDE. (EN) Signor Presidente, sin dall inizio del suo mandato, l Alto rappresentante ha posto il Medio Oriente al centro del suo lavoro. Ci congratuliamo con lei per questa scelta, signor Alto rappresentante. Ammiriamo la sua energia indefessa e le sue capacità diplomatiche e ci auguriamo che, con un nuovo governo in Palestina, l Unione europea possa davvero contribuire a indirizzare stabilmente tale paese verso una pace duratura e una coesistenza pacifica con Israele. Signor Alto rappresentante, lei dice che le azioni contano più delle parole e che dobbiamo stabilire il nostro comportamento nei confronti del nuovo governo palestinese in funzione delle sue azioni, ma vorrei invece esortarla a prendere l iniziativa con questo nuovo governo. Ha grande necessità di istituire un amministrazione funzionante nel suo territorio. Il meccanismo di intervento temporaneo è complesso e costoso e l impegno dello Stato di Israele a permettere al nuovo governo di lavorare è tutt altro che chiaro. Dobbiamo prendere l iniziativa, perché, se esitiamo, potremmo perdere l occasione di garantire una pace duratura e una coesistenza pacifica. Signor Alto rappresentante, di sicuro non le manca il coraggio. I suoi sforzi per tentare di garantire la pace in Medio Oriente e lo sviluppo della democrazia e dello Stato di diritto avvengono nelle circostanze verosimilmente più difficili in assoluto. Il mio gruppo è d accordo con lei sul fatto che una soluzione politica sia il miglior obiettivo cui mirare nelle nostre relazioni con l Iran sulla questione nucleare. Apprezziamo i suoi tentativi di rilanciare i negoziati con il dottor Larijani. Consideriamo le sanzioni delle Nazioni Unite come un ultima risorsa e la esortiamo, nei contatti e nelle relazioni che sta costruendo, a dedicare ogni sforzo dell Unione al rilascio dei marinai e dei marine britannici trattenuti in tale paese. La HMS Cornwall è di stanza nel mio distretto elettorale. Molte persone coinvolte sono miei elettori. Vogliamo vederli liberi il più presto possibile. Forse può anche tornare a rivolgere la sua attenzione alla Libia, per verificare se sia possibile ottenere il rientro in Bulgaria delle infermiere bulgare in tempo per le elezioni europee il 20 maggio. (Applausi) Ha parlato del Darfur. La questione deve essere in cima alla nostra agenda, non solo per i motivi di sicurezza che lei ha menzionato, ma anche perché la nostra incapacità di prevenire il primo genocidio di questo secolo trasmetterebbe il segnale sbagliato sul ruolo e sul potenziale dell Europa nel mondo. La esorto a lavorare insieme agli Stati Uniti e ad altri importanti paesi per cercare una soluzione, in particolare per quanto riguarda l invio di truppe delle Nazioni Unite per garantire la sicurezza che l Unione africana non riesce a stabilire. Accogliamo con favore il nuovo accento da lei posto sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari. Se il Regno Unito e la Francia rinnovano le loro armi nucleari, se gli Stati Uniti costruiscono uno scudo antimissile, il messaggio che trasmettiamo ai russi e agli altri paesi è che stiamo cominciando una nuova corsa agli armamenti. Al di là del fatto che questo figlio di guerre stellari potrebbe diventare una linea Maginot dello spazio, non dovremmo dedicarci a questo genere di diplomazia. Lei dice che l Unione europea non ha poteri giuridici, ma dobbiamo discutere la questione dello scudo antimissile. Tuttavia, se lei non prende l iniziativa e fissa il programma, di fatto tale programma sarà fissato per lei dalle azioni dei singoli Stati membri. Abbiamo accolto con favore l iniziativa del Commissario Rehn, quando, di fronte alle crescenti difficoltà con la Turchia, ha previsto sanzioni sospendendo i capitoli dei negoziati e ha persuaso gli Stati membri a sostenerlo. Vorremmo che lei intervenisse per garantire che si dia una risposta comune allo sviluppo di questo scudo antimissile. Signor Alto rappresentante, lei è responsabile dell accesso ai documenti. Abbiamo parlato a lungo della necessità di un accordo sull accesso ai documenti nel secondo e nel terzo pilastro. Questi documenti non rientrano nella sfera di competenza dei parlamenti nazionali e l accordo Solana-Brok non ci offre una base giuridica solida. Quando la nostra commissione temporanea sulla consegna straordinaria di detenuti l anno scorso le ha chiesto il processo verbale del gruppo di esperti giuridici degli Stati membri, ha ricevuto un documento di due pagine. Abbiamo poi scoperto che esiste un documento più completo, di sei pagine, e oggi vorrei solo chiederle se, nello spirito di cooperazione leale di cui all articolo 10, può chiarire all Assemblea o forse alla Conferenza dei presidenti se il processo verbale ricevuto dal presidente della nostra commissione temporanea è il resoconto completo delle deliberazioni di tale riunione o solo una versione parziale. Sono certo che comprenderà l importanza della questione Konrad Szymański, a nome del gruppo UEN. (PL) Signor Presidente, è chiaro che la politica estera dell Unione europea potrebbe generare alcune tensioni nel Tuttavia, tali tensioni non vanno ricondotte al programma relativo allo scudo antimissile di per sé. Il problema è che alcuni Stati membri hanno adottato il parere dei russi sulla questione. La Russia usa intenzionalmente falsi argomenti.

11 29/03/ E evidente che dieci stazioni di intercettazione in territorio polacco non costituiscono una minaccia per la difesa russa. Diversamente da quanto è stato insinuato, si sono svolte e si svolgono consultazioni con la Russia. Utilizzando falsi argomenti, è chiaro che la Russia vuole solo provocare divisioni all interno dell Unione europea. Paradossalmente, l installazione di componenti dello scudo in Europa può solo accelerare la realizzazione di piani analoghi della NATO in questo campo. Questo sarebbe un risultato non intenzionale, ma molto vantaggioso. La Polonia rimarrà aperta a questo tipo di iniziative, come lo è oggi. Per questo motivo, mi stupisce che la SPD tedesca il partito dell ex Cancelliere Schröder sia così incline a ripetere gli argomenti usati dal Presidente Putin in materia. Sarebbe più normale che i socialdemocratici ascoltassero i loro partner danesi, cechi, britannici e polacchi in seno all Unione europea Daniel Cohn-Bendit, a nome del gruppo Verts/ALE. (DE) Signor Presidente, vorrei innanzi tutto ribadire la mia solidarietà nei confronti dei marinai britannici prigionieri e delle infermiere bulgare. Dobbiamo esercitare pressioni sull Iran, ma anche sulla Libia, affinché tutte queste persone siano liberate (FR) Signor Presidente, passo ora al francese, in modo che il signor Solana possa comprendermi senza problemi. Dobbiamo dire sì al disarmo nucleare. Tuttavia, è risaputo che qualsiasi grande paese che disponga della tecnologia nucleare civile vorrà anche avere la tecnologia nucleare militare. La chiave del disarmo nucleare è lo smantellamento degli impianti nucleari civili, senza il quale non si arriverà mai al disarmo nucleare. Lo abbiamo constatato nel caso della Corea, e ora lo constatiamo, per esempio, nei casi dell Iran, dell India e del Pakistan. In molti paesi i due aspetti sono collegati, e questo non sempre viene compreso. Vi assicuro che è questo il problema con cui dobbiamo confrontarci. Passando al Darfur, l Unione europea deve prendere l iniziativa. Sono d accordo, e il nostro gruppo è d accordo, con il nostro ex collega, Chris Patten, che ha scritto un ottimo articolo al riguardo, e sono d accordo con gli intellettuali che hanno chiesto all Unione europea di prendere l iniziativa. Non si tratta più di discutere. Si tratta di impedire che ogni giorno centinaia di persone siano uccise, massacrate dalle forze sudanesi. Questo va detto. Mentre passiamo le giornate a parlare, loro muoiono! Per questo sono d accordo con l onorevole Watson: è necessario che le Nazioni Unite prendano l iniziativa. Bisogna almeno proteggere i campi profughi e stabilire una zona di interdizione al volo, come si è fatto per i curdi in Iraq, al fine di impedire agli elicotteri di atterrare, ammazzare, stuprare e ripartire. E il minimo che possiamo e dobbiamo fare per il Darfur! Al tempo stesso, bisogna trovare una soluzione. Questi sono i termini in cui dobbiamo parlare ai cinesi, che accettano qualsiasi massacro perché vogliono il petrolio. Le vite umane sono vendute a litro di petrolio! E un fatto inaccettabile per l Unione europea. Passo ora allo scudo antimissile. Anche su questo punto bisogna essere chiari. Non so se questo sistema antimissile sia diretto contro la Russia. Non so contro chi sia diretto, ma, se è diretto contro l Iran, è assolutamente ridicolo! E ridicolo! Se gli iraniani volessero attaccarci oggi, come farebbero? Con attentati suicidi! Quale diamine di sistema antiattentato suicida pensate di inventare nella guerra stellare? Non può funzionare! Costerebbe miliardi, per che cosa? Per niente! Il problema, ancora una volta, è che gli americani definisco in modo unilaterale ciò che è necessario per una parte dell Europa. E questo il problema politico. Gli europei, i polacchi, i cechi, i francesi, i tedeschi devono comprenderlo: l unione politica europea è la ragione di fondo ed è anche l unica possibilità di garantire la nostra indipendenza, al fine di affermare un mondo multilaterale. Questa discussione è politica perché, di fatto, è in gioco l esistenza stessa dell Unione europea. Vi rimando all articolo 16 dei nostri Trattati. In politica estera, gli Stati membri devono consultarsi, per impedire che in Europa si imponga l unilateralismo Francis Wurtz, a nome del gruppo GUE/NGL. (FR) Signor Presidente, Alto rappresentante Solana, limiterò il mio intervento a un solo argomento, che tuttavia è centrale: il Medio Oriente. Solo qualche settimana fa, vi era motivo di temere il peggio, in considerazione del blocco dell intera questione politica relativa a un occupazione diventata intollerabile per il popolo palestinese e dell emergere dello spettro della guerra civile. Questo terribile pericolo è stato scongiurato, ma mi spiace dirlo non grazie agli sforzi della comunità internazionale, Unione europea compresa. Al contrario, l embargo deciso dal Quartetto non ha fatto altro che causare nuove sofferenze per le vittime e fomentare gli estremisti. L inatteso barlume di speranza è dovuto agli autori del documento dei prigionieri, in particolare a Marouane Barghouti, agli sforzi instancabili del Presidente Mahmoud Abbas, come lei ha detto, all azione concertata di tutte le forze democratiche palestinesi e, come ha ricordato anche lei, al rilancio delle iniziative diplomatiche dei paesi arabi. Il risultato è visibile a tutti. L accordo della Mecca ha aperto la via alla formazione del governo di unità nazionale. Inoltre, in questo momento, abbiamo l onore di ospitare un illustre rappresentante delle forze democratiche, oggi ministro di tale governo, il signor Bassam al Salhi, segretario generale del Partito popolare palestinese, in visita al Parlamento europeo. Sta seguendo la discussione dalla tribuna d onore e vorrei cogliere

12 16 29/03/2007 l occasione per salutarlo e, per suo tramite, salutare il governo di unità nel suo insieme. (Applausi) Questo accordo di governo è stato concluso sulla base di impegni politici di vasta portata assunti dal governo nel suo insieme, impegni che rispecchiano le condizioni del Quartetto e che purtroppo non trovano corrispondenza in impegni equivalenti da parte israeliana. A mio parere, a nostro parere, e penso a parere di numerosi colleghi, sarebbe un grave errore, signor Alto rappresentante, non cogliere questa occasione per ravvivare la speranza. Chiediamo quindi all Unione europea di riprendere gli aiuti diretti all Autorità palestinese, riconoscere il nuovo governo di unità nazionale e intervenire, in seno al Quartetto, a favore di tale riconoscimento. Questa richiesta è al centro di un appello dei deputati al Parlamento europeo, i cui primi firmatari rappresentano uno spettro politico molto ampio e spesso si assumono notevoli responsabilità in relazione con la situazione in Medio Oriente. Signor Alto rappresentante, nella speranza che, in seguito all adozione della dichiarazione di Berlino, i 27 prendano a cuore la necessità di dare espressione concreta alla loro ambizione di essere un soggetto mondiale al servizio della pace, ho l onore di consegnarle direttamente il testo dell appello Bastiaan Belder, a nome del gruppo IND/DEM. (NL) Signor Presidente, si può agire nell interesse della sicurezza dell Europa solo conducendo un dibattito equilibrato, basato sui fatti, sull intenzione degli Stati Uniti di installare dieci dispositivi di difesa antimissile in Polonia e un sistema radar collegato nella Repubblica ceca. Forti reazioni negative all interno dell Unione, basate soprattutto sulla paura della Russia di Putin, non solo acuiscono la nostra vulnerabilità, ma creano anche nuove tensioni politiche tra gli Stati membri, una prospettiva che, in seguito alla crisi europea sull Iraq, di sicuro riempirà di orrore l Alto rappresentante Solana. Quali sono i fatti che intervengono a favore del progetto missilistico? Innanzi tutto, l ostinata intenzione della Repubblica islamica dell Iran di disporre nel futuro prossimo di un arsenale di missili balistici moderni, con una gittata fino a km. Se a ciò si aggiungono gli ambigui sforzi nucleari di Teheran, la minaccia imminente, non ultimo per l Europa, è reale. In breve, è senza dubbio necessario trasmettere all Iran un messaggio transatlantico incisivo. L installazione di un sistema di difesa antimissile nel nostro continente è un azione preventiva legittima contro le pericolose ambizioni di potenza persiane. Per realizzare tali ambizioni nazionali, Teheran dipende a sua volta in larga misura dalle capacità tecniche russe e cinesi. Signor Alto rappresentante, sono certo che lei ricorderà a Mosca e a Pechino la loro responsabilità di garantire la pace mondiale in quanto membri del Consiglio di sicurezza, con specifico riguardo per questa questione Daniela Buruiană-Aprodu, în numele grupului ITS. Uniunea Europeană a încheiat la 1 ianuarie 2007, prin aderarea României şi Bulgariei, o importantă etapă a dezvoltării sale, sporindu-şi influenţa pe plan internaţional, ceea ce impune şi o regândire a organizării sale instituţionale, care să permită dezvoltarea statelor membre într-o lume aflată în plin proces de globalizare. Apariţia şi acutizarea în viaţa internă a Uniunii Europene a unor probleme cum ar fi energia şi mediul impun o regândire a strategiilor care să întărească rolul său de super-putere pentru promovarea intereselor cetăţenilor statelor membre. O Uniune Europeană puternică şi influentă la nivel internaţional implică, pe de o parte, o regândire a mijloacelor şi metodelor de obţinere a informaţiilor necesare, asigurării securităţii cetăţenilor statelor membre şi, pe de altă parte, protejarea intereselor acestora. În prezent, ameninţările asimetrice nu mai vizează o ţară, un obiectiv anume sau o categorie socială, ci au devenit globale, urmărind distrugerea instituţiilor şi valorilor democratice în ansamblul lor. Terorismul, traficul de persoane şi arme, precum şi cel de narcotice şi de substanţe de distrugere în masă necesită răspunsuri colective, care să permită identificarea cu anticipaţie a ameninţărilor la adresa statelor membre. Apreciez, domnule preşedinte, oportunitatea lansării unor teme de analiză asupra modului de redimensionare a inter-operabilităţii între serviciile de informaţii naţionale, eventual într-o structură de comunitate de informaţie, cu o componentă preventivă puternică, fapt ce ar determina creşterea capacităţilor comune de acţiune, pentru a face faţă cu eficienţă magnitudinii şi complexităţii ameninţărilor asimetrice. Urmare a înfiinţării acestei structuri informative, apreciez că s-ar face mari economii de resurse umane şi materiale, care ar putea fi redirecţionate spre alte sectoare deficitare Jana Bobošíková (NI) (CS) Onorevoli colleghi, sono un eurodeputata della Repubblica ceca, un paese che sta esaminando la possibilità di installare un sistema radar di difesa antimissile statunitense nel suo territorio. Vorrei sottolineare che, al riguardo, accolgo con grande favore l osservazione fatta dal signor Solana, ovvero che spetta ai singoli paesi prendere una decisione sul sistema antimissile statunitense. Sono fermamente convinta che al mondo d oggi non esistano alternative al sistema di difesa statunitense. Gli avvenimenti in Jugoslavia hanno dimostrato chiaramente che l Unione europea non era in grado, né politicamente né militarmente, di fermare il massacro. Vi è anche l esperienza storica del secolo scorso, in cui il mio paese è stato consegnato ai nazisti da un insieme di paesi europei. Tutto questo conferisce alla Repubblica ceca e alla Polonia il diritto legittimo di decidere da sole in merito alla propria difesa.

13 29/03/ Vorrei quindi invitare i nostri vicini, che minacciano di dividere l Europa sui radar, a ricordare chi ha diviso l Europa in passato e in che modo. Quanto agli altri, che vogliono darci lezioni in materia, chiedo loro, nelle parole del Presidente Chirac, di non perdere l occasione di tacere. Vi ringrazio José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra (PPE-DE). (ES) La presenza dell Alto rappresentante Solana al Vertice della Lega araba è, a mio parere, un successo di per sé. E un successo che giunge in un momento particolare, come ci ha fatto notare ieri la Presidente in carica del Consiglio dell Unione europea, in cui l Unione sta ricercando un consolidamento interno, attraverso il dibattito costituzionale e, come ci ha detto Javier Solana, anche una sua proiezione esterna, attraverso una politica visibile ed efficace. Alla luce del quadro dipinto dal signor Solana, vorrei fare alcune osservazioni e formulare alcuni quesiti riguardo ai temi che ha trattato. Ritengo che ciò che ha affermato riguardo al governo di unità nazionale e alla nuova situazione in Palestina sia molto prudente, nel senso che dobbiamo applicare la massima evangelica li riconoscerai dai loro frutti e non cambiare l atteggiamento dell Unione europea dalla sera alla mattina, ma rimanere aperti e attenti al modo in cui la nuova situazione può evolversi. Al di là della questione del Kosovo e della Serbia, signor Solana, in questa discussione sulle prospettive della politica estera e di sicurezza comune per l Unione europea, forse potrebbe illustrarci, molto brevemente, le prospettive europee dei Balcani occidentali. So che non abbiamo molto tempo a disposizione, ma forse sarebbe utile ricevere alcune informazioni al riguardo. Quanto alla questione del sistema di difesa antimissile, lei si è rallegrato per i colloqui svoltisi ieri tra il Presidente Bush e il Presidente Putin e, in considerazione della mancanza di competenze dell Unione, da lei ricordata in questa discussione, sarebbe utile sapere se l Unione europea intenda svolgere il tipo di consultazioni avvenute tra la Russia e gli Stati Uniti. Se possibile, vorrei anche chiederle di esprimere il suo parere sulle dichiarazioni fatte ieri dal ministro kazako, in presenza della troika comunitaria, nel senso che, se gli occidentali pensano di poter aprire un corridoio energetico nel Mar Caspio senza l accordo di Mosca e Teheran, le complicazioni saranno enormi. Infine, signor Presidente concludo qui vorrei sapere quando si prevede che saranno disponibili le linee guida per i negoziati relativi agli accordi di associazione con la Comunità andina e centroamericana e se il Consiglio intenda invitare il Parlamento al prossimo Vertice ministeriale del gruppo di Rio, come ha fatto in altre occasioni, perché non abbiamo ancora ricevuto alcun invito Jan Marinus Wiersma (PSE). (NL) Signor Presidente, vorrei ringraziare il signor Solana per le osservazioni che ha fatto sullo scudo antimissile, in particolare per la sua conclusione che di sicuro è un argomento da discutere in seno all Unione europea, in quanto può influenzare anche la strategia di sicurezza cui il signor Solana ha dedicato grande impegno negli ultimi anni, e a nostro parere è precisamente ciò che fa. I negoziati tra gli Stati Uniti e due Stati membri dell Unione relativi all installazione di un sistema antimissile in Europa destano enorme preoccupazione. Non siamo persuasi della necessità di tale sistema; in realtà, temiamo che tali piani possano dare origine a divisioni e compromettere seriamente gli sforzi internazionali intesi a porre fine alla proliferazione delle armi nucleari. La diffusione di armi di distruzione di massa costituisce una crescente minaccia per la pace e la sicurezza internazionale e sono soddisfatto delle osservazioni generali formulate al riguardo dall Alto rappresentante Solana. L Unione europea ha inserito la non proliferazione tra le sue massime priorità e sappiamo che è impossibile salvaguardare il sistema di non proliferazione se non agiamo in sintonia a livello multilaterale. La cooperazione multilaterale non è un alternativa, è una necessità, ed è proprio per questo che i piani di Washington suscitano grande preoccupazione. Insistere sullo sviluppo di un sistema di difesa antimissile che, giusto o sbagliato che sia, è considerato come una provocazione da altre potenze nucleari riconosciute è controproducente. Potrebbe persino portare a una nuova corsa agli armamenti. E superfluo dire che anche le ambizioni nucleari di paesi come la Corea del Nord e l Iran sono per noi motivo di grande preoccupazione e sosteniamo quindi gli sforzi dell Unione e delle Nazioni Unite, fondati sul dialogo, ma anche su sanzioni politiche ed economiche, intesi a contrastare i loro piani. Secondo gli americani, lo scudo antimissile offrirebbe protezione contro eventuali attacchi da parte dell Iran. Questo non compromette tuttavia la credibilità della comunità internazionale al tavolo dei negoziati? Dopo tutto, è in contrasto con l intenzione di impedire all Iran di sviluppare un nuovo arsenale di armi nucleari. In breve, siamo molto contrariati dai recenti piani di difesa degli Stati Uniti e dal modo unilaterale in cui hanno trattato la questione, ma siamo anche molto preoccupati per la disponibilità della Polonia e della Repubblica ceca ad accettare tale dialogo fazioso. Il Cancelliere federale Merkel ha ragione a invitare i due paesi a discutere la questione in seno alla NATO. Pur sostenendo la proposta della Presidenza tedesca, vorremmo chiedere anche al signor Solana di

14 18 29/03/2007 approfondire la questione con i suoi colleghi in seno al Consiglio. Alcuni ritengono che gli Stati membri siano liberi di unire le forze con paesi terzi a livello bilaterale nel settore della difesa. Gli effetti politici di un sistema di questo tipo, tuttavia, non si limitano alla Polonia e alla Repubblica ceca e l installazione di uno scudo antimissile del genere avrà ripercussioni negative sulla sicurezza dell intera Unione europea Annemie Neyts-Uyttebroeck, a nome del gruppo ALDE. (NL) Signor Presidente, signor Alto rappresentante, onorevoli colleghi, il ritorno di Chamberlain e Daladier da Monaco nel 1938 e le parole pronunciate all epoca, Nel nostro tempo regnerà la pace, appartengono all ora più buia della storia non solo europea, ma anche mondiale. Che non vi siano dubbi: lo sappiamo sin troppo bene. Ciò detto, questa discussione, per la quale ringrazio l Alto rappresentante e tutti gli onorevoli colleghi in seno al Parlamento, è molto interessante, perché dimostra, attraverso l intervento dell uno o dell altro partito, quanto sia grande il rischio di essere strumentalizzati da Washington, da un lato, o dalla Russia, dall altro. A voi la scelta. Comunque sia, corriamo il grosso rischio di essere messi gli uni contro gli altri da queste due superpotenze. L importante ora è impedire che ciò accada. Dobbiamo evitare di finire per l ennesima volta nella situazione di dover scegliere senza indugi da che parte stare, senza margini di manovra, e assistere impotenti allo sviluppo di una spirale che potrebbe culminare in una nuova corsa agli armamenti. Siamo a un punto in cui potremmo prevenire tale situazione, se evitassimo di farci usare come pedine e valutassimo che cosa sia meglio per noi tutti insieme e che cosa sia meglio per il mondo e per la pace nel mondo. Non sono una pacifista, ma appartengo a una generazione che ha dato grande importanza a termini quali disarmo, controllo degli armamenti e non proliferazione e ha anche cercato di agire con coerenza. Vorrei quindi ringraziarla, signor Alto rappresentante, per aver parlato con franchezza dell argomento; le faccio i miei migliori auguri e le confermo che può contare sul nostro sostegno. Una cosa che mi ha colpito della sua presentazione è l eleganza con la quale ha appena sfiorato le discussioni in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite riguardo alla futura risoluzione sul Kosovo. Forse può dirci qualcosa di più al riguardo? Ģirts Valdis Kristovskis (UEN). (LV) Signor Presidente, Alto rappresentante Solana, vorrei ringraziarla per aver accennato al fatto che i più alti organismi dell Unione europea si preparano a discutere l installazione di un sistema antimissile nell Unione europea ma, d altro canto, a mio parere tali preparativi sono ormai tardivi, in quanto non è un segreto che il processo è già in via di sviluppo in Europa e i cittadini cominciano a irritarsi. Penso che dovrebbe essere molto più attivo nel controbattere gli argomenti o le illazioni della Russia al riguardo. Si parla di guerra fredda e si esercitano pressioni sulla Polonia e sulla Repubblica ceca. Penso sia assolutamente inaccettabile; l Unione europea deve adottare una posizione chiara. Altrimenti, politici falliti come l ex Cancelliere Schroeder, che è ovviamente sul libro paga di Putin, compaiono all improvviso e fanno dichiarazioni che irritano i cittadini europei. Considero altrettanto insoddisfacente permettere che la questione sia trattata dal Segretario generale della NATO, poiché senza dubbio gli Stati Uniti d America parlano veramente di difesa dell Europa, e molto meno di difesa degli Stati Uniti d America. Gli Stati Uniti parlano della difesa dell Europa! Ciò che i cittadini d Europa si attendono da lei, signor Solana, in quanto responsabile della politica estera e di sicurezza comune dell Europa, è una posizione chiara. Questo è ciò che anch io mi aspetto personalmente da lei. La ringrazio Angelika Beer (Verts/ALE). (DE) Signor Presidente, l interessante contributo del signor Solana a mio parere ha chiarito quale sia il vero dilemma in Europa. Parliamo molto di politica estera e di sicurezza comune, ma alla fine non riusciamo mai ad adottare una posizione comune su nulla. Signor Solana, accolgo con favore ciò che ha detto sul Medio Oriente. Se cerchiamo di negoziare con Stati come l Iran o quelli della Lega araba, dobbiamo farlo anche con Hamas, che almeno è stata eletta. Ha parlato di disarmo nucleare, una questione che sta a cuore all Assemblea, ma dov è la voce unita che dovrebbe criticare il Regno Unito per il rinnovo del programma Trident? I governi di due paesi gli Stati Uniti e il Regno Unito destinati a essere sconfitti alle elezioni in un futuro ormai prossimo, vogliono comunque minacciare il mondo con un nuovo riarmo. Riguardo al Kosovo, lei dice di sostenere il signor Ahtisaari, ma che forma assume tale sostegno? Perché l Europa non ha il coraggio di dire che cosa occorre fare ora? Perché non esce allo scoperto? Dobbiamo garantire un indipendenza vigilata, eppure evitiamo di usare questo termine come il diavolo con l acqua santa. E ora che l Europa e il Parlamento europeo che voterà sulla questione oggi dicano infine che non si può tornare indietro, che il Kosovo non sarà riconsegnato alla Serbia, che lo status quo non funziona più e che dobbiamo imboccare questa via difficile, invece di organizzare missioni di polizia e aspettare che altri chiariscano la situazione. E necessaria una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; la vecchia risoluzione 1244, tuttora in vigore, deve essere annullata. E necessario un mandato per la missione PESD. Non è sufficiente aspettare che altri chiariscano la situazione. Apprezzo il suo intervento, ma vorrei che si spingesse

15 29/03/ oltre e ci dicesse anche se sostiene la lettera del signor Ahtisaari al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in cui parla di indipendenza vigilata, e la dichiarazione del signor Ban Ki-moon. Perché l Europa cerca di eludere le sue responsabilità in questo ambito? Jiří Maštálka (GUE/NGL). (CS) Onorevoli colleghi, devo dire che l installazione di basi militari statunitensi al momento è il tema più controverso sulla scena politica ceca. Vi sono due aspetti legati alla questione. Innanzi tutto, la chiara disponibilità del governo ad accettare la base, nonostante le apprensioni manifestate dai cittadini: gli ultimi sondaggi indicano che il 60 per cento degli interpellati è contrario alla base e il 25 per cento favorevole. Il secondo aspetto è la divisione presente tra le linee di partito, con l opposizione di sinistra favorevole a un referendum e contraria alla base e il governo di destra contrario al referendum e favorevole alla base. Dico questo perché considero essenziale che l Unione europea adotti una posizione chiara in materia. Lavarsene le mani affermando che la questione riguarda le relazioni bilaterali tra la Repubblica ceca o la Polonia e gli Stati Uniti equivale a eludere una questione che molto presto comincerà ad assumere una dimensione europea. L Unione deve essere capace di dire cose sgradite. Apprendiamo che sono in corso negoziati con la Russia. Tuttavia, le indicazioni attuali sono che tali negoziati servono solo a nascondere il fatto che il sistema di difesa globale antimissile è già in costruzione. Anche il signor Solana aveva negoziato prima che fosse dato l ordine di bombardare la Jugoslavia. Sono stati condotti negoziati anche prima dell intervento in Iraq. L esperienza dimostra che i negoziati sono inutili se non vi è alcuna disponibilità ad accettare compromessi. Non dobbiamo dimenticare che nel 1997 è stato firmato l atto istitutivo Russia-NATO, che prevede l astensione dalla minaccia o dall uso della forza Gerard Batten (IND/DEM). (EN) Signor Presidente, sembra che il signor Solana stia cercando un nuovo lavoro. A livello personale, le faccio i migliori auguri per qualsiasi nuova carriera intenda abbracciare, signor Solana, ma sono lieto che il ruolo di ministro degli Esteri europeo non sia più disponibile, dal momento che la Costituzione europea proposta è stata respinta nel L idea è sempre stata destinata a fallire. Non potrà mai esistere una politica estera comune europea, perché abbiamo tutti storie, interessi, alleati e impegni internazionali diversi. Prendiamo ad esempio il Regno Unito. Non condividiamo necessariamente le stesse prospettive sulle crisi internazionali che dobbiamo affrontare oggi con i nostri vicini europei. Come ben sapete, il Regno Unito deve affrontare una situazione molto grave in Iran, dove sono illegalmente detenuti alcuni militari britannici. Sarebbe ridicolo se un ministro degli Esteri dell Unione europea tentasse di negoziare il rilascio di membri delle forze armate di Sua Maestà. Tuttavia, il Regno Unito si trova ora in una posizione altrettanto ridicola, in conseguenza della nostra appartenenza all Unione europea. Se con gli sforzi diplomatici non si riuscirà a ottenere il rilascio dei militari britannici, è ben possibile che si debba rispondere alle azioni illegittime dell Iran con l imposizione di sanzioni. Tuttavia, il Regno Unito non potrebbe imporre sanzioni all Iran, nemmeno se lo volesse, perché non ha più il controllo delle sue regole commerciali. La politica commerciale è ora sotto il controllo dell Unione europea. Questo è l ennesimo esempio, se ve ne fosse bisogno, del motivo per cui il Regno Unito deve uscire dall Unione europea e riprendere il controllo dei propri affari Presidente. Dovrebbe apprezzare la solidarietà dell Unione europea nei confronti dei 15 marinai Ashley Mote (ITS). (EN) Signor Presidente, il Mahatma Gandhi, il padre coraggioso, pacifista e determinato dell indipendenza indiana, una volta entrò nell ufficio del governatore generale ai tempi del Raj e lo accusò apertamente del fatto che i britannici agivano da padroni in casa altrui. Noi britannici ora sappiamo come si sentiva, e alcuni di voi potrebbero persino provare una certa soddisfazione al riguardo. Tuttavia, quando vediamo l Unione europea e i suoi funzionari spadroneggiare nel mondo, come gli ultimi arrivati su una scena sempre più vasta, sappiamo come andrà a finire. Sappiamo dove porterà infine questa presuntuosa affermazione di potenza. Ho tre domande da rivolgerle, Alto rappresentante Solana. Chi ha detto all Unione che può infliggere ammende alle imprese estere senza alcun riguardo per le conseguenze sugli scambi commerciali, la creazione di ricchezza e la tutela dei posti di lavoro in paesi che nemmeno appartengono all Unione europea? Gli accordi di partenariato economico dell Unione procurano enormi danni a famiglie reali nei paesi del Terzo mondo e, mentre i loro leader ingrassano grazie a questi accordi, i produttori e i commercianti locali lottano per competere con importazioni a basso prezzo. Lo stesso vale per i pescatori al largo delle coste dell Africa: mentre i ministri dei governi locali ingrassano, le loro acque costiere sono saccheggiate dalle nostre reti a strascico e i pescatori locali non riescono più a guadagnarsi da vivere. Gandhi aveva ragione. L Unione non ha alcun diritto di agire da padrone in casa altrui Roger Helmer (NI). (EN) Signor Presidente, sono nato nel 1944, poco prima della fine della Seconda guerra mondiale. Per tutta la mia vita, la NATO e l Alleanza transatlantica hanno mantenuto la pace in Europa. Non sono state l Unione europea o la Commissione a sconfiggere l Unione sovietica e ad abbattere il muro di Berlino. Sono stati il coraggio e la determinazione di leader come Ronald Reagan e Margaret Thatcher. La politica estera e di sicurezza

16 20 29/03/2007 comune, che con il suo orientamento militare minaccia di compromettere l Alleanza transatlantica, nasce dalla gelosia, dal risentimento e dall antiamericanismo. E sovraccarica di strategie, documenti di pianificazione e scuole militari, ma assolutamente carente di uomini e navi, carri armati, fucili e aeroplani. La PESC minaccia i fondamenti stessi della sicurezza occidentale e ci lascia tutti pericolosamente esposti a un mondo imprevedibile. Questo è l ennesimo motivo per cui il mio paese starebbe meglio fuori dall Unione europea Karl von Wogau (PPE-DE). (DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, il dibattito sul sistema antimissile mi dà sempre l impressione di avanzare a tentoni nella nebbia e, quando si conduce una discussione in questo modo, esiste sempre una buona scusa per la polemica. Innanzi tutto, qui non si tratta di uno, bensì di due sistemi antimissile. Uno appartiene agli Stati Uniti ed è un sistema per il quale sono già stati spesi 100 miliardi di dollari e del quale fanno parte i dispositivi che dovrebbero essere installati in Polonia e Repubblica ceca. Quest anno sono già stati spesi 9 miliardi per il sistema antimissile. Dobbiamo chiederci che cosa ciò significhi per la sicurezza dell Europa, in quanto noi, in veste di rappresentanti eletti, siamo responsabili della sicurezza del continente europeo. Mi domando quindi se questo sistema sia in grado di proteggere i paesi europei e, qualora lo sia, se sia effettivamente in grado di proteggerli tutti. Ciò che non possiamo permettere è che l Europa sia divisa in due zone, con una meno sicura dell altra, e dobbiamo quindi impedirlo. La seconda questione riguarda il sistema di difesa antimissile della NATO, che, finora, non è andato oltre uno studio di fattibilità. Che cosa farà la NATO, che cosa farà l Europa, sulla base di tale studio di fattibilità? Senza dubbio, è la NATO, non l Unione europea, ad avere la responsabilità in materia, ma, se vogliamo procedere lungo questa strada, dobbiamo riflettere sul modo in cui i paesi europei devono operare nel quadro della NATO, perché, se, per esempio, su tali basi dovessimo prendere decisioni in materia di sviluppo o di industria, dovremo scegliere se trattare con gli Stati Uniti come 27 paesi nel quadro della NATO, oppure insieme come Unione europea. Nel primo caso, di sicuro non saremo partner degli Stati Uniti; nel secondo lo saremmo, sia pure in condizioni di inferiorità, ma in ogni caso avremmo la possibilità di essere loro partner Véronique De Keyser (PSE). (FR) Signor Presidente, Alto rappresentante Solana, l accordo concluso alla Mecca tra Fatah e Hamas era inimmaginabile a dicembre, quando una delegazione del Parlamento si è recata in Palestina e in Israele. La formazione di un governo di unità nazionale è quasi un miracolo, ma è evidente che non è dovuta al caso, se ben conosciamo alcuni suoi membri. Molti hanno accolto con favore questo progresso politico. Anche il Parlamento europeo ha risposto. La scorsa settimana, la commissione per gli affari esteri ha approvato un progetto di parere in cui si chiede l abolizione delle sanzioni economiche imposte al popolo palestinese. Ha inoltre adottato la relazione Rocard sulle relazioni tra l Europa e il mondo arabo, che sarà votata oggi a mezzogiorno ed è intesa a promuovere, ancora una volta, il dialogo e l apertura. Ieri, una lettera firmata da parlamentari europei a favore del riconoscimento del nuovo governo è stata trasmessa al ministro della Cultura palestinese, in visita a Bruxelles. I firmatari, tra cui Josep Borrell, ex Presidente del Parlamento, non sono degli scalmanati, né dei nemici di Israele. Sono uomini e donne che amano la pace, che sanno che gli spiragli di speranza sono talmente rari che non bisogna perderli di vista. E vero, il discorso inaugurale del Primo Ministro Haniyeh non si è attenuto alla lettera alle condizioni stabilite dal Quartetto, ma ne rispecchia lo spirito. E necessario cogliere questa opportunità. Tutte le strade portano alla pace se la si desidera veramente, sia quella della tabella di marcia sia quella dell iniziativa di Beirut. Lei è appena tornato da Riad, signor Solana, e la ringraziamo per ciò che ha fatto. Lei sa che questa volta l offerta è seria e che dobbiamo saper cogliere questa opportunità. E necessario convincere Israele e gli americani, ed è ciò che le chiediamo. Non sarebbe corretto adottare misure selettive nei riguardi del nuovo governo palestinese per tentare di separare il grano dal loglio e isolare Hamas da Fatah. Equivarrebbe a minacciare di nuovo l unità palestinese, che è la garanzia contro le guerre civili. Signor Solana, non le nascondo il fatto che l anno scorso siamo rimasti sconcertati dalla politica europea nei confronti dei Territori palestinesi. Non volevamo che accadesse. Non volevamo tutto quel caos, tutte quelle sofferenze inutili, tutta quella distruzione. A volte era difficile guardarsi allo specchio la mattina. Vogliamo essere di nuovo fieri dell Unione europea. Per favore, trasmetta questo messaggio al Consiglio István Szent-Iványi (ALDE). (HU) Una delle sfide più importanti per la politica estera quest anno è la necessità di definire le basi per una politica estera comune nel settore dell energia. Sarebbe un errore pensare che gli interessi a breve termine di uno Stato membro possano divergere dall interesse comune dell Unione europea per la sicurezza energetica o comprometterlo. Abbiamo bisogno di una strategia armonizzata, di un coordinamento efficace e di meccanismi decisionali. Un compito importante è creare e rafforzare i necessari partenariati, al fine di diversificare le nostre fonti di energia. Non dobbiamo rafforzare la nostra politica estera solo nei confronti delle regioni classiche, ovvero il Medio Oriente e l Europa orientale, ma anche riguardo al Caucaso, l Asia centrale, l Africa e l America Latina.

17 29/03/ Si parla del gasdotto Nabucco ormai da anni. Da marzo è considerato un progetto prioritario. E ora di passare infine alla fase di pianificazione e realizzazione concreta. Ogni Stato membro ha la grande responsabilità di non compromettere questo progetto di estrema importanza con la sua azione unilaterale, in quanto l impresa serve a diversificare le fonti energetiche dell Unione europea. E nell interesse fondamentale dell Europa sviluppare o migliorare le competenze necessarie per difendere il suo territorio e proteggerlo da potenziali minacce. Tuttavia, per il momento, l UE non è in grado o non è pronta a farlo e, finché la situazione non cambierà, gli Stati membri hanno il diritto di agire autonomamente. Questo diritto non può essere negato alla Polonia e nemmeno alla Repubblica ceca. Naturalmente, sarebbe meglio riuscire a trovare soluzioni comuni per proteggerci da queste gravi minacce. Infine, il fondamento più importante della politica estera europea è la solidarietà. E molto importante che abbiamo tutti espresso la nostra solidarietà nei confronti dei 15 marinai britannici e chiesto la loro liberazione immediata, ma dobbiamo esprimerlo anche con i fatti, non solo con le parole Mirosław Mariusz Piotrowski (UEN). (PL) Signor Presidente, la questione dello scudo antimissile è attualmente al centro di una proposta presentata dagli Stati Uniti ad alcuni paesi membri della NATO. E oggetto di un analisi approfondita. Tuttavia, va sottolineato che la decisione in materia è di competenza esclusiva dei paesi e dei governi interessati. Il signor Solana oggi lo ha già ricordato. Il rifiuto definitivo del Trattato costituzionale da parte della Francia e dei Paesi Bassi ha mandato all aria i piani di condurre una politica estera e di sicurezza comune europea. Sarebbe increscioso se alcuni Stati membri che non accettano questo fatto volessero nascondersi dietro l Unione europea per tentare di influenzare le decisioni sovrane dei governi dei paesi cui è stata fatta la proposta. Vorrei anche lanciare un monito contro un rigurgito di antiamericanismo in Europa, del tipo cui abbiamo assistito di recente in conseguenza della strana relazione sui voli della CIA Dimitrios Papadimoulis (GUE/NGL). (EL) Signor Presidente, l installazione di nuovi sistemi di difesa antimissile sul suolo europeo deve essere impedita. Danneggerà l Europa e danneggerà la pace. Porterà a una nuova corsa agli armamenti. Risusciterà la divisione della guerra fredda. L amministrazione statunitense ignora l Unione europea e questo è un insulto. Agisce persino alle spalle della ΝΑΤΟ. Concordo con tutti i sondaggi; la stragrande maggioranza dei cittadini, anche in Polonia e nella Repubblica ceca, è preoccupata e radicalmente contraria a questo flirt con il destino. L ostruzionismo tardivo del signor Solana non è sufficiente. Il Consiglio non può fingere di essere cieco e sordo o agire come Ponzio Pilato. L Unione europea deve chiarire immediatamente la sua posizione. Il Consiglio europeo può essere rapido e persuasivo adottando una posizione chiara. Sono lieto che quasi tutti i gruppi politici condividano la posizione comune e siano contrari a questi piani dell amministrazione Bush. Il mio gruppo politico chiede una risoluzione in materia Alessandro Battilocchio (NI). Signor Presidente, onorevoli colleghi, parlo a nome del nuovo PSI. Ieri il Cancelliere Merkel ci ha presentato il risultato degli incontri tenutisi lo scorso week-end a Berlino, che hanno portato ad un impegno da parte di tutti gli Stati membri e delle tre istituzioni europee con l obiettivo di rinnovare le basi giuridiche dell Unione entro il Oggi Javier Solana ci presenta, in maniera largamente condivisibile, le linee per rafforzare il ruolo dell Unione in ambito internazionale. Io sono convinto che le due questioni vadano affrontate in modo congiunto e che una credibile politica estera non possa prescindere da una base giuridica forte e condivisa da tutti gli attori che ad essa fanno riferimento. Per questo ritengo che la data del 2009 non possa essere prorogata e che, anzi, una soluzione sostenibile dovrebbe essere forse individuata in tempi minori. La sfida energetica così come le diverse attuali situazioni di instabilità geopolitica, alcune delle quali ai nostri confini, non possono prescindere da un Europa che parli, con una voce sola e ferma, all ONU e in tutte le altre sedi internazionali Jacek Saryusz-Wolski (PPE-DE). (EN) Signor Presidente, ho incontrato l Alto rappresentante per la prima volta quando era il ministro degli Esteri della Spagna e poi quando rappresentava la Presidenza. A prescindere dalla sorte del Trattato costituzionale, signor Solana, lei è il nostro ministro degli Esteri. La ringrazio per la sua relazione esauriente e per l analisi approfondita. Dobbiamo dedicare tutti i nostri sforzi alla definizione di una vera politica estera e di sicurezza comune dell Unione, commensurata alle ambizioni dell Unione, alla sua importanza quale soggetto globale e alla sua influenza in termini di valori proclamati nella dichiarazione di Berlino per il 50 anniversario. In questo contesto, lo sviluppo e il consolidamento della democrazia e dello Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali devono essere i fondamenti della nostra politica estera. Perché sia veramente europea, deve essere una politica fondata sui valori. La nostra diplomazia parlamentare contribuisce a creare tale dimensione. Le nostre discussioni in seno al Parlamento devono mirare al consenso, anziché creare ulteriori divisioni, come è avvenuto in questa discussione. Non dobbiamo limitarci

18 22 29/03/2007 a esprimere i nostri pareri sulla questione; dobbiamo agire insieme e con rapidità quando è necessario. In questo preciso momento, i nostri pensieri devono essere rivolti alla Bielorussia. Dobbiamo rispondere a ciò che è avvenuto lo scorso fine settimana: mentre festeggiavamo il 50 anniversario dell integrazione europea, i democratici bielorussi erano malmenati e incarcerati alle porte di casa nostra. La politica estera e di sicurezza comune oggi è una questione che presenta molte sfaccettature. Comprende gli elementi esteri e di sicurezza classici, tra cui la questione delle armi nucleari, ma riguarda anche una vasta serie di minacce non convenzionali per la democrazia, la pace e la sicurezza, legate a problemi quali il terrorismo, la povertà, la sicurezza energetica, i cambiamenti climatici e così via. Tuttavia, in termini generali, e senza riprendere tutti i punti che lei ha sollevato, signor Alto rappresentante sarebbe impossibile nel tempo a disposizione condividiamo e sosteniamo la linea che ha adottato su tutte le questioni scottanti di politica estera nel mondo. Il messaggio che vorrei rivolgere al Consiglio e a lei personalmente è il seguente: il Parlamento vuole svolgere un ruolo influente nella politica estera e di sicurezza comune; è nell interesse dell Unione, non solo del Parlamento. Non vogliamo nuovi poteri. Anzi, vogliamo fare tesoro delle esperienze maturate e rafforzare la nostra influenza nel campo della politica estera, in accordo e cooperazione con lei e con la Commissione, al fine di conferirle maggiore legittimità e di ravvicinarla ai cittadini europei, rendendola più comprensibile e fondata e sostenuta su basi più ampie e democratiche. Vogliamo farlo in cooperazione con le Istituzioni europee: il Consiglio e la Commissione. Come sa, con il suo sostegno e con quello della Commissione, stiamo intensificando i contatti con il Consiglio. Cogliamo l occasione per assicurare ai nostri partner che attribuiamo grande importanza a relazioni regolari e proficue e per dire loro che dobbiamo lavorare insieme, creare sinergie, integrarci a vicenda e fornire il nostro contributo in questo ambito di capitale importanza, difficile e molto delicato delle politiche dell Unione. Brevemente, riguardo al sistema di difesa antimissile, come ha detto, non abbiamo l autorità per prendere decisioni in materia di difesa, ma abbiamo l autorità per discutere le questioni di difesa. Per questo motivo, la commissione per gli affari esteri propone di svolgere una discussione sul sistema di difesa antimissile e sulla gestione delle crisi il 7 maggio, in sua presenza, con i presidenti di tutte le commissioni per la politica estera e di difesa dei parlamenti nazionali e, se possibile, con il signor de Hoop Scheffer. Il 28 giugno, la commissione per gli affari esteri e la sottocommissione per la sicurezza e la difesa parteciperanno a un altra riunione sul sistema di difesa antimissile con il generale Obering degli Stati Uniti Hannes Swoboda (PSE). (DE) Signor Presidente, vorrei congratularmi con l Alto rappresentante per il suo impegno in Medio Oriente. Signor Solana, il suo compito nella regione è assolutamente fondamentale e le auguro il massimo successo in proposito. Naturalmente, è vero che noi deputati al Parlamento possiamo pensare in modo più flessibile e libero e vorrei quindi riprendere ciò che ha affermato l onorevole De Keyser. Siamo i rappresentanti della democrazia. La scelta è tra la democrazia o una democrazia parziale. Per questo motivo, dobbiamo valutare in modo molto critico ciò che abbiamo fatto in seguito alle elezioni in Palestina, che avevamo chiesto noi. Sono assolutamente d accordo con chi afferma che dobbiamo chiedere al governo palestinese di impegnarsi nel processo di pace ed essere disposto a rinunciare al terrorismo. Abbiamo ora la possibilità di avere proprio questo tipo di governo. Non chiediamo a Israele di rinunciare definitivamente a ogni tentativo di insediamento. Anche Israele in realtà non riconosce i confini del 1967 come frontiera tra due Stati che si riconoscono a vicenda. Proprio perché Israele non lo fa, nonostante le nostre richieste in tal senso, dobbiamo adottare un approccio equo e imparziale, chiedendo a ciascuna parte di contribuire alla pace e sostenere entrambe le parti in questo percorso. Per questo motivo, anche l Unione europea deve dimostrare chiaramente di seguire questa direzione. A prescindere da quanto possano essere antipatici alcuni suoi rappresentanti e devo dire che Avigdor Liebermann, da parte israeliana, non mi è molto simpatico non dobbiamo lasciarci sfuggire la possibilità offertaci da questo governo. Per quanto possano essere antipatici alcuni individui, dobbiamo cogliere questa opportunità di pace, non ultimo nell interesse dell Europa. In secondo luogo, dal momento che parlo di democrazia, abbiamo tutti serie difficoltà quando, nell interesse della pace, dobbiamo cooperare con paesi che non sono organizzati in modo democratico. Oggi è stata menzionata l Arabia Saudita e mi auguro che questo paese riesca a dare un importante contributo alla pace. Lo stesso vale per l Egitto. Questo, però, non deve essere un motivo per rinunciare alla nostra campagna a favore della democrazia. Dobbiamo, per esempio, dire chiaramente all Egitto che consideriamo inaccettabile quanto è avvenuto di recente, ovvero una modifica della costituzione tramite un cosiddetto referendum indetto con soli pochi giorni di preavviso, al quale in ogni caso ha partecipato solo il 30 per cento degli aventi diritto. Dobbiamo intervenire sia a favore della pace sia a favore della democrazia in Medio Oriente; dobbiamo mantenerle unite. Questo è il compito dell Europa Anneli Jäätteenmäki (ALDE). (FI) Signor Presidente, 50 anni dopo la firma del Trattato di Roma, la politica estera e di sicurezza comune dell Unione sta solo compiendo i primi passi. Questo settore di cooperazione intergovernativa limita l autorità di tutti i soggetti dell Unione. Al momento, gli atteggiamenti verso lo scudo antimissile statunitense sono un fattore molto

19 29/03/ importante, che si ripercuote sul futuro dell Unione e dei paesi europei. La risposta dell Unione è unanime o quando il Segretario di Stato Rice chiama l Europa riceve risposte diverse? Questo è il modo in cui l Unione permette agli Stati Uniti d America di decidere che cosa sia bene per l Unione e i suoi Stati membri. In queste circostanze, non sarebbe d aiuto nemmeno avere una nuova Costituzione in vigore e un ministro degli Esteri dell Unione europea, perché senza una volontà comune, non può esistere una politica comune. Vorrei anche sollevare l altra questione, quella dell immigrazione clandestina e della politica in materia di immigrazione. Si sono recentemente create aspettative di una più stretta cooperazione nell Unione per prevenire l ingresso di immigrati clandestini presso i punti di controllo alle frontiere. Non c è da stupirsi che l estate scorsa, nelle acque dell Oceano Atlantico che circondano le isole Canarie, siano morte più persone, immigrati clandestini, delle vittime provocate dalla guerra in Libano. Occorre quindi fare molto nell ambito della politica di vicinato, perché il benessere e la sicurezza offerti dall Unione aumentino e prevalgano Seán Ó Neachtain (UEN). A Uachtaráin, is pobal seacht mballstát agus fiche an taontas Eorpach anois agus dá réir, tá seasamh níos láidre againn ar an ardán idirnáisiúnta. Creidim gur chóir go mbeadh ról mar idirghabhálaí macánta ag an Aontas Eorpach in aighneas an Mheánoirthir agus go háirithe sna hiarrachtaí atá á ndéanamh chun síocháin a chothú idir muintir na Palaistíne agus muintir Iosrael. Ar an gcuma chéanna, ba chóir dúinn súil a choinneáil ar an bpolaitíocht san Iaráin, mar tá sí sin ag déanamh imní agus mioscaise sa Mheánoirthear trí chéile. Níos gaire do bhaile, caithfimid ár ndóigh cabhair a thabhairt do na tíortha balcánacha lena chinntiú go ndéanfar dul chun cinn eacnamaíochta agus polaitíochta iontu agus go neartófar an ceangal eadrainn. Caithfidh an taontas Eorpach a bheith ina cheannródaí i gcur chun cinn spriocanna forbartha na Mílaoise, agus sa chomhthéacs seo a chinntiú go mbeidh muintir na hafraice neamhspleách i gcúrsaí forbartha agus i gcearta daonna. (Bualadh bos) Charles Tannock (PPE-DE). (EN) Signor Presidente, accolgo con favore il riferimento dell Alto rappresentante Solana all Africa e al Darfur e alla mancanza di diritti umani in Darfur, ma purtroppo ha dimenticato lo Zimbabwe. La Lega araba a Riad, dove si trovava ieri, ha promesso una nuova iniziativa sul conflitto arabo-israeliano, ma continua a insistere sul diritto di rimpatrio di tutti i profughi palestinesi, quindi nulla di nuovo, a mio parere. Sul Kosovo, temo che sottrarlo in modo unilaterale alla sovranità della Serbia un paese che sta ancora assimilando la separazione dal Montenegro genererà maggiore instabilità nella regione e creerà un precedente che la Russia sfrutterà al massimo in relazione ai conflitti congelati nel sud del Caucaso, e persino nei confronti della Crimea. L Ucraina è un paese che ora ha bisogno di maggiore sostegno. Non è ora che il Consiglio le riconosca lo status di candidato potenziale, come ai Balcani occidentali? Riguardo al Medio Oriente, esorto a essere prudenti in merito alla ripresa degli aiuti diretti al nuovo governo di unità nazionale palestinese prima che Hamas accetti espressamente le tre condizioni, compreso il riconoscimento del diritto di esistere dello Stato di Israele. Vorrei inoltre ringraziare tutti gli onorevoli colleghi, in particolare il Presidente del Parlamento, che hanno manifestato solidarietà nei confronti dei 15 marinai britannici sequestrati in acque territoriali irachene, dove erano pienamente autorizzati a stare in forza delle risoluzioni delle Nazioni Unite e per espresso consenso del governo iracheno. L Iran rimane un problema serio, in quanto sfida la comunità internazionale con la sua intenzione ostinata di acquisire armi nucleari, questione sulla quale mentirà spudoratamente, come ha fatto di recente affermando di conoscere la posizione esatta in cui si trovavano i marinai britannici al momento della cattura. Non è ora che l Unione europea, insieme agli Stati Uniti, applichi sanzioni economiche severe contro questo regime brutale, che fa giustiziare in pubblico persone che hanno commesso trasgressioni sessuali e il cui Presidente Ahmadinejad ha giurato di spazzare via Israele dalla faccia della Terra? Sopprimere le garanzie del credito all esportazione della Germania sarebbe un ottimo inizio Ana Maria Gomes (PSE). (PT) Signor Solana, dov è finito il multilateralismo efficace per il quale ha lottato con il sostegno del Parlamento europeo, se i piani unilaterali americani di installare il sistema antimissile nel territorio dell Unione sono solo una questione bilaterale o, come ha detto oggi, una questione di competenza di un alleanza di difesa? Questi piani mirano a indebolire la politica estera e di difesa dell Europa. Anche se fossero concordati nell ambito della NATO e non lo sono ancora stati essi avrebbero conseguenze negative per l industria della difesa dell Unione. Come può dunque il Consiglio evitare di affrontare la questione in modo concordato tra tutti gli Stati membri? Come può accettare piani apparentemente intesi a proteggere l Europa, che si basano su una tecnologia dubbia e dividono l Unione escludendo alcuni Stati membri? Quale minaccia è più pericolosa per la Polonia e per la Repubblica ceca che per la Grecia, Cipro, la Spagna o il Portogallo? Signor Solana, come ha rilevato oggi, in seno all Unione vogliamo combattere la proliferazione, ma questi piani, al di là delle ripercussioni sulle relazioni con la Russia,

20 24 29/03/2007 possono solo incoraggiarla. Per questo motivo, sono molti negli Stati Uniti, in seno al Congresso americano, a respingerli. E con queste persone che dobbiamo lavorare Jan Zahradil (PPE-DE). (CS) Grazie, signor Presidente. Ho ascoltato con interesse la relazione dettagliata del signor Solana, per la quale lo ringrazio. E un tema forte, interessante. Se me lo consentite, vorrei fare alcune osservazioni. Innanzi tutto, riguardo al Kosovo, il signor Solana ha sottolineato che l Unione non può permettersi di fallire nel suo vicinato. Sono assolutamente d accordo e mi esprimerei in questi termini: l Unione europea deve innanzi tutto dimostrare di saper risolvere i problemi nel suo immediato vicinato e di essere in grado di contribuire alla stabilità e alla prosperità della regione circostante e, di conseguenza, deve dimostrare nella pratica di saper realizzare ambizioni più vaste e globali; in caso contrario, resteranno solo parole vuote. In secondo luogo, per quanto riguarda le basi antimissile statunitensi o, nel caso della Repubblica ceca, le basi radar, ieri il governo ceco ha deciso ufficialmente di avviare negoziati con gli Stati Uniti sulla costruzione della base radar come sistema di difesa. Il governo ceco è naturalmente disposto a informare i colleghi e partner in seno all Unione sui progressi compiuti in materia, ma è indubbio che spetta ad esso prendere la decisione definitiva. Sono fermamente convinto che, quando la base sarà operativa, vi sarà maggiore sicurezza non solo per l Europa centrale, ma anche per l Europa nel suo insieme. Sappiamo tutti che la base non è diretta contro la Russia, e la Russia lo sa altrettanto bene. Questo argomento è quindi un diversivo. Sono del parere che questa misura contribuirà anche a rafforzare le relazioni transatlantiche. E ovvio che contribuirà anche a elevare il profilo internazionale della Repubblica ceca e della Polonia. Sono certo che nessuno si preoccupi per questa prospettiva. Vorrei ricordare all Assemblea che l Unione ha i suoi limiti in termini di sicurezza e di politica e in questo caso ha incontrato uno di tali limiti. Vi ringrazio Libor Rouček (PSE). (CS) Onorevoli colleghi, il signor Solana stamattina ha detto in Aula che i cittadini europei vogliono una politica estera e di sicurezza comune dell Unione. Sono assolutamente d accordo; i cittadini d Europa, compresi quelli dei nuovi Stati membri, si attendono che l Unione coordini la sua politica estera e di sicurezza, anche su questioni quali l installazione di un sistema di difesa antimissile statunitense nel territorio dell Unione. Questo sistema, tuttavia, non è un esercizio bilaterale tra gli Stati Uniti e la Polonia o la Repubblica ceca, come alcuni onorevoli colleghi vorrebbero farci credere. Per sua stessa natura, riguarda la politica estera e di sicurezza comune, le relazioni all interno dell Unione, le relazioni dell Unione con gli Stati Uniti, la NATO e la Russia e vari processi di disarmo e di arresto della diffusione di armi di distruzione di massa. Vorrei quindi chiedere al signor Solana di fornire al Parlamento un analisi di tutti questi aspetti e del modo in cui risolvere le questioni dal punto di vista della politica estera e di sicurezza comune. E mia ferma convinzione che questo sia esattamente ciò che i nostri cittadini si attendono dall Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune Stefano Zappalà (PPE-DE). Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei ringraziare il signor Solana per le informazioni dateci questa mattina, tuttavia dalla nostra discussione emerge ancora una volta l assenza di una politica estera e di conseguenza di una politica di sicurezza e di difesa comune dell Unione europea. Esprimo pertanto tutta la mia solidarietà alla Gran Bretagna per il problema dei marinai sequestrati in Iran, una solidarietà che va espressa anche ad altri paesi. Tuttavia rilevo che se noi disponessimo di una politica estera e di difesa comune avremmo certamente ben altro peso nella soluzione dei problemi internazionali. L assenza di una politica estera comune comporta altresì che in alcuni Stati il mio è uno di questi a causa di posizioni individuali, anche i fatti di politica interna assumano una rilevanza alquanto grave. Se proseguiamo sulla via del trattato costituzionale, avviato dal Cancelliere Merkel, faremo a mio avviso qualcosa di molto positivo. Al signor Solana vorrei evidenziare un aspetto fondamentale. Questa mattina si è accennato più volte al problema dell ipotetico scudo spaziale americano, da posizionare sul territorio della Repubblica polacca e su quello della Repubblica ceca. Mi risulterebbe tra l altro ma non so se ciò corrisponda a verità che alcuni Stati dell Unione non saranno probabilmente presi in considerazione nell ambito di un siffatto scudo spaziale, ad esempio l Italia e la Grecia. Ho sentito al riguardo posizioni diversificate ed è legittimo che sia così. Sebbene io sia personalmente favorevole a questo sistema, io credo signor Solana, che sia importante ottenere informazioni vere, non quelle che lei si è astenuto dal darci. La invito pertanto a fornire senza indugio alla nostra sottocommissione tutte le informazioni possibili Adrian Severin (PSE). (EN) Signor Presidente, signor Alto rappresentante, ho quattro riflessioni telegrafiche da esporre in un minuto. Uno: è ora di sostituire il nuovo conservatorismo negli affari internazionali con il realismo e di sostituire l approccio ideologico estremo che abbiamo sentito oggi in Aula con un pragmatismo guidato dai nostri principi e valori.

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