n 7/8 7,00 LUGLIO AGOSTO 2011 Anno XII

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1 CN/CONV/0969/2010 Free Service Edizioni - Falconara M. (AN) - Rivista di Informazione e Aggiornamento di Cultura Ambientale - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in postatarget - CN/CONV/0969/2010 n 7/8 LUGLIO AGOSTO 2011 Anno XII 7,00

2 firenze mostra convegno internazionale dellʼenergia sostenibile international show and conference for sustainable energy geothermal applications green-building concentrating solar power ecomobility fortezza da basso settembre SMART CITY alla ribalta... geotermia eco-costruzione solare a concentrazione ecomobility info e preregistrazione energethica.it nellʼambito di in contemporanea a in collaborazione con EXPO POMARANCE IVALSA PROVINCIA DI FIRENZE COMUNE DI FIRENZE PROVINCIA DI SIENA PROVINCIA DI PISA PROVINCIA DI GROSSETO COMUNE DI CASOLE D ELSA COMUNE DI POMARANCE

3 Rivista mensile di informazione e aggiornamento di cultura ambientale Edizioni: Free Service s.r.l. Sede amministrativa, Direzione, Redazione, Grafi ca: Via del Consorzio, Falconara M. / AN tel fax info@regionieambiente.it Aut.Trib. di Ancona n. 1/2000 del 4/1/2000 Direttore Responsabile: Andrea Massaro Grafi ca: Free Service srl Responsabile Marketing: Fabio Bastianelli Stampa: BIEFFE s.r.l. via Zona Industriale P.I.P Recanati (MC) Chi ama l ambiente s informa Una copia: 7,00 Arretrati: 14,00 Abbonamento annuale: 58,00 Versamento su C/C postale n intestato a Free Service s.r.l. Via del Consorzio, Falconara M. (AN) Sped. in postatarget CN/CONV/0969/2010 ABBONAMENTI La Redazione di REGIONI & AMBIENTE si riserva il diritto di modificare, rifiutare o sospendere un articolo a proprio insindacabile giudizio. L Editore non assume responsabilità per eventuali errori di stampa. Gli articoli firmati impegnano solo i loro autori. È vietata la riproduzione totale o parziale di testi, disegni e foto. Manoscritti, disegni e foto, anche se non pubblicati, non vengono restituiti. Tutti i diritti sono riservati. Regioni&Ambiente, Rivista di informazione e aggiornamento, nasce nel 2000 su sollecitazione di operatori del settore ambientale per fornire ad Enti pubblici e privati, imprenditori, amministratori e semplici cittadini, un punto di riferimento per ottemperare agli obblighi derivanti dalle normative in campo ambientale e per esserne adeguatamente e tempestivamente informati. Nome: Ragione sociale (per fatturazione): Modulo di abbonamento alla rivista Regioni&Ambiente Cognome: indirizzo: Via Città: Prov. codice fiscale e/o p.i.: Tel.: Fax: Cell: Nominativo cui inviare rivista se diverso dal sottoscrittore: Abbonamento annuale 58,00 Euro IVA compresa Da inviare compilato via FAX al n Firma e Timbro:

4 In copertina: Il Tarlo asiatico (Anoplophora chinensis e glabripennis) 12 N 7/8 LUGLIO-AGOSTO 2011 ANNO XII 17 6 CAMBIAMENTI CLIMATICI La battaglia psicologica dei negazionisti si combatte con la psicologia Il contributo della psicologia per gestire i cambiamenti climatici SOMMARIO 9 Climate Change Talks di Bonn (6-17 giugno 2011) Se prevedi di ottenere una capra, chiedi un cammello Si vanno dissolvendo le speranze di grossi tagli alle emissioni di CO 2 12 A Lima riunione di esperti sullo stato dell arte delle tecnologie anti CO 2 Geoingegneria: grosse opportunità o grandi incertezze? 14 A Bonn presentato un Rapporto UNEP e WMO Black carbon, ozono e metano Le misure a breve termine su tali inquinanti potrebbero ridurre di 2/3 il riscaldamento 17 INNOVAZIONE E RICERCA Riciclare i metalli per aumentare l efficienza energetica e ridurre il consumo di risorse Deludenti i tassi di riciclaggio di metalli preziosi e terre rare 20 l Unione europea deve aumentare gli investimenti Innovazione e ricerca come antidoto alla crisi economica L italia inclusa tra i Paesi del 3 Gruppo: innovatori moderati

5 MANIFESTAZIONI E CONVEGNI Montichiari (BS), Maggio 2011 METALRICICLO-RECOMAT ENERGIE ALTERNATIVE E RINNOVABILI di Roberta Bordiga Ormai ineludibile per fare esprimere tutte le potenzialità del settore Un Conto Energia per le rinnovabili termiche Da Assolterm la proposta per un solare termico sano e duraturo 26 La Commissione UE ha presentato una nuova Direttiva sull efficienza energetica L energia che costa meno è quella che non consumiamo Difficile, però, conseguire l obiettivo senza misure vincolanti 28 Presentato il WEO 2010 dell Agenzia Internazionale dell Energia Sempre più fosca la prospettiva di mantenere l aumento della temperatura entro i 2 C 30 IL COMMENTO In vigore il Regolamento per la gestione degli PFU Pneumatici fuori uso: finalmente si parte! Risorsa da valorizzare, non rifiuti da introdurre nei cassonetti MATERIALE IN INSERTO Dm Ambiente 11 aprile 2011, n. 82 Regolamento per la gestione degli pneumatici fuori uso (PFU) - Articolo 228 del D. Lgs. 152/ PRO NATURA Una nuova e stimolante collaborazione 34 EQUITÀ E SOSTENIBILITÀ L umanità può e deve fare di più con meno Disaccoppiare il tasso di consumo delle risorse dal tasso di crescita economica 38 Ancora alti i tassi di lavoro minorile pericoloso Le giovani cercatrici d oro del Madagascar ILO: è la povertà la causa primaria del fenomeno di Mauro Furlani 40 A COME AGRICOLTURA, ALIMENTAZIONE, AMBIENTE Troppo cibo viene perso e sprecato inutilmente Ridurre le perdite alimentari anziché aumentare le produzioni 42 Il Progetto del Ministero della Salute per monitorare lo stato nutrizionale dei bambini OKkio alla Salute Allarme obesità in età evolutiva 44 La FAO lancia un nuovo modello Salvare e crescere : nuovo mantra per l agricoltura sostenibile

6 Diminuisci lo stress, allunga la vacanza Vieni a rilassarti nella pace e nel verde dell Umbria, passa un weekend al Resort&Spa San Crispino LA TERZA NOTTE LA OFFRIAMO NOI! tre notti in camera matrimoniale due cene presso il nostro ristorante Rubicondo ingresso giornaliero alla Spa 380,00 Tordandrea - Assisi - Tel info@ assisibenessere.it

7 Dopo il Punteruolo rosso, è arrivato il Tarlo asiatico Colture agrarie, ecosistemi forestali e verde urbano minacciati da nuovi parassiti Dichiarato lo stato di emergenza fitosanitaria per fronteggiare i gravi rischi ambientali 48 QUALITÀ E AMBIENTE Nuovo Studio per limitare il consumo di suolo nell UE-27 A rischio i servizi ecosistemici per l impermeabilizzazione del suolo Scarsa attenzione da parte dei Governi nazionali 50 La Relazione dell Agenzia Europea dell Ambiente Acque di balneazione IN UE: buono stato, ma peggiorano Adottati nuovi segnali e simboli per le acque di balneazione 52 Annuario dei Dati Ambientali - ISPRA Edizione 2010 La crisi abbassa le emissioni ma Kyoto è ancora lontana In calo emissioni e incendi ma è ancora allarme frane e perdita di biodiversità di Agnese Mengarelli 55 BIODIVERSITÀ E CONSERVAZIONE La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale Il valore economico degli ecosistemi quale sprone per incentivare le azioni nazionali 58 Catturato e rilasciato in Friuli con un radiocollare un esemplare di lince Bentornata! 61 CO-FINANZIAMENTI 64 I QUESITI DEL LETTORE 64 AGENDA - Eventi e Fiere AMBIENTE NEWS. Le Istituzioni comunicano CTE NEWSLETTER POLIECO MAGAZINE

8 CAMBIAMENTI CLIMATICI Numero Speciale di American Psychologist LA BATTAGLIA PSICOLOGICA DEI NEGAZIONISTI SI COMBATTE CON LA PSICOLOGIA Il contributo degli psicologi per comprendere e gestire i cambiamenti climatici Il numero di maggio-giugno 2011 di American Psychologist, la Rivista ufficiale dell Associazione degli Psicologi Americani (APA) è dedicato interamente ai rapporti tra Psicologia e Cambiamenti Climatici (cfr: American Psychologist, Vol. 66(4), May-Jun 2011, Special Issue on Psychology and Global Climate Change). In verità la Rivista aveva già pubblicato due anni fa le Conclusioni del Rapporto che una Task Force dell APA aveva presentato al riguardo all annuale Assemblea dell Associazione che si era svolta a Toronto, in cui, dopo aver esaminato ricerche e pratiche psicologiche che erano state applicate in ordine ai cambiamenti climatici, si formulava una serie di raccomandazioni affinché la scienza della psicologia si attivasse per comprendere meglio il ruolo del comportamento umano, le ragioni per le quali la gente non agisce e i modi con cui convincerla ad agire. Prendendo spunto da un sondaggio nazionale effettuato dal Pew Research Center, dal quale si evidenziava che, nonostante il 75-80% degli intervistati avesse dichiarato che i cambiamenti climatici costituisce un serio problema, poi in una lista di altre importanti questioni, come l economia e il terrorismo, veniva relegato all ultimo posto. A dispetto degli avvertimenti di scienziati ed esperti ambientali, la gente non avverte un senso di urgenza. Da qui l indicazione della task force delle barriere psicologiche che andrebbero censurate, tra cui: - l incertezza: la ricerca ha dimostrato che la diffusione di una certa incertezza sui cambiamenti climatici riduce l abitudine ad un comportamento sostenibile; - la sfiducia: la maggior parte delle persone non crede ai messaggi sui rischi che si corrono, inviati da scienziati o governanti; - il diniego: una minoranza consistente di individui crede che non ci sia in corso alcun cambiamento climatico o che le attività umane non abbiano a che fare con l insorgenza del fenomeno; - la sottovalutazione dei rischi: uno studio condotto su oltre persone di 18 Paesi ha dimostrato che molte persone credono che le condizioni ambientali siano peg- Jopling (Missouri). Immagine dell area attorno al St. John s Hospital, prima del passaggio del tornado EF5 il 22 maggio 2011 (fonte: Google) 6

9 giorate negli ultimi 25 anni, ma ritengono che cambiamenti nello stile di vita possano essere intrapresi più tardi; - la mancanza di controllo: la gente pensa che le loro eventuali azioni sarebbero ininfluenti nel fare la differenza, quindi sceglie di non agire; - l abitudine: i comportamenti radicati sono estremamente resistenti al cambiamento permanente, mentre altri si modificano lentamente; l abitudine, secondo il Rapporto, rappresenta l ostacolo più forte ad un comportamento pro-ambiente. Ora, questo nuovo numero speciale costituisce la prosecuzione di quel Rapporto, offrendo nuovi studi e soluzioni per aiutare le persone a contrastare gli impatti socio-economici dei cambiamenti climatici, che stanno già mietendo numerose vittime. Sono 7 i contributi offerti dagli psicologi, il cui ruolo potrebbe essere diverso da quello che si attende la maggior parte della gente. I contributi della psicologia per limitare i cambiamenti climatici non apporterà cambiamenti negli atteggiamenti degli individui, ma concorrerà a rendere più attraenti ed ecosostenibili le tecnologie a basse emissioni di carbonio, più trasparenti e facili da utilizzare gli incentivi economici e più fruibili e pertinenti per le persone che ne hanno bisogno le informazioni - ha scritto nel suo articolo Contributi della psicologia a limitare i cambiamenti climatici, Paul C. Stern del Consiglio Nazionale delle Ricerche - L uso dei veicoli a motore e il riscaldamento sono [negli USA] le cause più significative dei cambiamenti climatici e i più importanti obiettivi di riduzione delle emissioni; [quindi, hanno un peso], le azioni individuali e domestiche con il 38% delle emissioni di anidride carbonica da uso diretto di energia da parte delle famiglie. I cambiamenti climatici rappresentano rischi significativi, e in molti casi è già colpiscono, una vasta gamma di sistemi naturali e umani si legge nell articolo introduttivo Contributi della psicologia per comprendere e gestire i cambiamenti climatici di Janet K. Swim ed altri, in cui le dimensioni psicologiche dei cambiamenti climatici sono state analizzate all interno del più ampio contesto della dimensione umana, tenendo conto sia delle cause umane, delle conseguenze e delle risposte (adattamento e mitigazione) dei cambiamenti climatici sia dei rapporti tra questi aspetti dei cambiamenti climatici e le risposte e i processi cognitivi, affettivi, stimolanti, interpersonali e organizzativi. Gli autori sollecitano, inoltre, gli psicologi ad aumentare la ricerca e a lavorare a stretto contatto con l industria, la pubblica amministrazione, la scuola per affrontare i cambiamenti climatici, perché la psicologia è fondamentale per capirne le cause e le conseguenze, e per contribuire a limitare o mitigare i cambiamenti climatici. La stessa ricercatrice della Pennsylvania State University, nel successivo articolo Contributi del comportamento umano ai cambiamenti climatici: elementi psicologici e contestuali, scritto assieme a Susan Clayton e George S. Howard, ha analizzato come il consumo delle risorse e l aumento della popolazione siano stati i due fattori più importanti Jopling (Missouri). la stessa area dopo il passaggio del tornado che ha devastato la cittadina, provocando 142 vittime e circa dispersi (fonte: NOAA) 7

10 nell accelerazione a livello globale dei cambiamenti climatici e ha sottolineato come le diverse culture e le questioni etiche debbano essere prese in considerazione: Le pratiche culturali influenzano i fattori psicologici, definendo quelli che sono da considerare esigenze rispetto a meri desideri e rendendo le opzioni di comportamento particolare, possibile e auspicabile. I cambiamenti climatici costituiscono una questione particolarmente difficile da affrontare perché presuppone una risposta umana diversa rispetto alle altre crisi globali, secondo Thomas J. Doherty, e la Clayton, autori dell articolo L impatto psicologico dei cambiamenti climatici globali. Risposte altruistiche o comunitarie di supporto sono associate ai disastri naturali, mentre le incertezze e le distinzioni sono associate a disastri tecnologici - scrivono i ricercatori - La risposta umana ai cambiamenti climatici rende confusa la distinzione tradizionalmente presente tra le risposte alle catastrofi naturali e a quelle tecnologiche. Gli psicologi possono utilizzare la psicologia delle catastrofi per quel che concerne l adattamento a lungo termine, riconoscendo le risposte variano a seconda che si tratti di catastrofi naturali o tecnologiche. Gli autori affermano, inoltre che l impatto psicologico dei cambiamenti climatici, associato a condizioni climatiche estreme, disastri naturali e ambienti degradati, costituisce un danno diretto alla salute umana, con conseguenze indirette, quali l ansia e l incertezza, e con un impatto psico-sociale, comprese le violenze correlate al caldo, i conflitti per le risorse, le migrazioni, gli esodi di massa e lo stress ambientale cronico. La maggior parte delle persone ritiene che i cambiamenti climatici e la sostenibilità siano problemi importanti, ma sono pochi i cittadini del mondo che si impegnano con i propri comportamenti per limitare gli effetti di un aumento delle emissioni di gas climalteranti e l insorgere di altre questioni ambientali. Quali le ragioni di tale atteggiamento? Tenta di darne risposta nel suo I draghi dell inerzia: le barriere psicologiche che limitano le azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, Robert Gifford, secondo il quale le barriere strutturali come le infrastrutture di contrasto al clima costituiscono parte della risposta, ma le barriere psicologiche ostacolano pure le scelte comportamentali che faciliterebbero la mitigazione, l adattamento e la sostenibilità ambientale. Sebbene molti individui siano impegnati in azioni per migliorare la situazione, la maggioranza delle persone potrebbe fare di più, ma ne è impedita da 7 categorie di barriere psicologiche o draghi dell inazione: - limitata conoscenza del problema; - visione del mondo ideologica, tendente ad escludere atteggiamenti e comportamenti a favore dell ambiente; - confronto con altre importanti popolazioni; - costi insostenibili per un afflato comportamentale; - diffidenza nei confronti degli esperti e degli amministratori; - rischio connesso al cambiamento; - insufficienza di un cambiamento comportamentale individuale. Le barriere strutturali, per quanto possibile, dovrebbero essere rimosse, ma è improbabile che sia sufficiente - sottolinea Gifford - Mentre è più facile superare quelle psicologiche, sempre che gli psicologi lavorino con gli altri scienziati, esperti e politici per aiutare i cittadini a rimuoverle. Nell ultimo articolo, La comprensione dei cambiamenti climatici da parte del pubblico negli Stati Uniti, Elke U. Weber e Paul C. Stern si pongono questa domanda: Perché, nel momento in cui la comunità scientifica ha accumulato dati e prove dell esistenza e delle cause dei cambiamenti climatici, All origine c è stata una politicizzazione della discussione scientifica che l ha trasformata in una gara tra ideologie e valori, un movimento sociale d élite, dando forma alle percezioni, interpretazioni e preoccupazioni del pubblico, le ha motivate con fini che includono il desiderio di massimizzare i profitti delle società del settore dei combustibili fossili e di opposizione politica ad ogni tentativo di regolamentazione federale. Il movimento negazionista conosce la psicologia di massa: coglie gli elementi di incertezza presenti nella ricerca scientifica e li utilizza per mettere in discussione gli interi presupposti dei cambiamenti climatici: Se il problema potrebbe poi non esser tale, perché preoccuparsene? Se questo fenomeno non sussiste, perché non mettere in discussione l intera premessa? Forse le cose potrebbero andar meglio, se fosse più caldo. Nell articolo si incolpa i media che trattano l argomento in termini di dramma e scontro, gli uni contro gli altri, dando maggior risalto alle posizioni estreme, e che pongono maggior attenzione ai fenomeni più recenti, rispetto a quelli che si verificheranno in un medio-lungo periodo. La disperazione - spiegano gli autori dell APA Special Issue - è una reazione tra le più diffuse di fronte all enormità della crisi indotta dai cambiamenti climatici, ed è, purtroppo, una delle più pericolose. Gli individui che hanno smesso di credere che possa esservi una qualche soluzione al problema, smettono pure di compiere qualsiasi azione. Se siete in un autosalone per comprare un a nuova auto, perché non acquistare un Hummer, se tanto il Pianeta andrà comunque all inferno? Questo è il tipo di pensiero che si paga in seguito, se non viene prevenuto. La battaglia psicologica si combatte con la psicologia, sostengono Weber e Stern: per esempio, riformulare la questione dell incertezza scientifica in una conversazione sui rischi che potrebbero aumentare, rispetto ai fenomeni che si stanno già verificando, e come gestirli al meglio. In altre parole, se si vuole ridurre il profilo del rischio, si potrebbe evitare di fumare a letto, di guidare su strade ghiacciate, di bruciare più combustibili solidi di quanto sia necessario. Si può anche approntare migliori modelli mentali per contrastare i pregiudizi prevalenti. Ad esempio, si tende a credere che nel passato si sono verificate situazioni simili, ma ribattere che in futuro il clima sarà diverso da qualsivoglia altro sperimentato dagli esseri umani negli ultimi anni. In alternativa, spiegare che i processi dei cambiamenti climatici possono richiedere molto tempo per svilupparsi, ma quel che decidiamo di fare o non fare oggi può avere un forte impatto sulle generazioni future. 8

11 Climate Change Talks di Bonn (6-17 giugno 2011) SE PREVEDI DI OTTENERE UNA CAPRA, CHIEDI UN CAMMELLO Si vanno dissolvendo le speranze di grossi tagli alle emissioni di CO 2 Il progresso umano non è automatico, né inevitabile. Dobbiamo accettare il fatto che domani è oggi, confrontarci con la furiosa urgenza del presente. In questo groviglio di vita e di storia che si sta dipanando, potrebbe essere troppo tardi [ ] Potremmo implorare il tempo di interrompere per un attimo il suo viaggio, ma il tempo è sordo a ogni richiesta e corre via. Sulle ossa sbiancate e i resti abbandonati di numerose civiltà, vi è una triste scritta: troppo tardi. (Martin Luther King Jr. Dove stiamo andando: verso il caos o la comunità? Torino, SEI, 1970) secolo, quella che lega l oggi al domani, la chiave dello sviluppo umano della nostra generazione e di quelle a venire, costituita dalla questione dei cambiamenti climatici, non sembra essere tra le priorità dell agenda politica dei policy makers, stante gli scarsi progressi che si sono dovuti registrare nei Climate Change Talks di Bonn (6-17 giugno 2011) e che avrebbero dovuto definire le basi per un accordo sul futuro del Protocollo di Kyoto e sull eventuale trasposizione in vincoli dei Cancún Acuerdos. Nel suo discorso di apertura ai lavori di quelle che tecnicamente sono state under the Convention (AWF-LCA) e dell Ad Hoc Working Group on Further Commitments for Annex I Parties under the Kyoto Protocol (AWG-KP), il Segretario Esecutivo dell UNFCCC Christiana Figueres aveva sottolineato come sui Governi incombesse la responsabilità ineludibile di progredire nel 2011 verso gli obiettivi climatici che erano stati concordati a Cancún, in particolare quello di limitare entro i 2 C l aumento della temperatura globale alla fine del secolo. Ora, più che mai, è fondamentale che tutti gli sforzi siano orientati verso progetti che danno vita a questo impegno. Una delle poche manifestazioni di ambientalisti svoltasi di fronte all Hotel Maritim, sede dei colloqui (fonte: IISD) Seppur pronunciate in un sermone sulla giustizia sociale più di quarant anni fa, le parole di M. L. King mantengono la loro autorevolezza e attualità. Ma la furiosa urgenza del nostro la 34 a Sessione del Subsidiary body for Implementation (SBI) e del Subsidiary body for scientific and technological advice (SBSTA), e la II Parte della 16 a Sessione dell Ad Hoc Working Group on Long-term Cooperative Action Ricordando le valutazioni preoccupanti sulle emissioni del WEO 2010, presentato dall IEA la settimana prima (cfr: Sempre più fosca la prospettiva di mantenere l aumento della temperatura entro i 2 C, a 9

12 pag. 28 di questo stesso numero di Regioni&Ambiente) e quelle del Mauna Loa laboratory del Governo USA alle Hawaii, uno dei key scientific monitor del cambiamento climatico globale, che la settimana precedente aveva rivelato che le concentrazioni di CO 2 avevano raggiunto un nuovo picco a maggio, la Figueres ha sottolineato che i negoziatori avrebbero dovuto lavorare seriamente e velocemente per fornire un architettura chiara del futuro regime climatico internazionale per ridurre le emissioni globali, e per progettare un disegno finanziario, tecnologico e istituzionale, quale concordato a Cancún (Green Fund) che dovrà permettere ai Paesi in via di sviluppo di costruire il proprio futuro sostenibile e di adattarsi ai cambiamenti climatici con successo. I Governi hanno un programma molto ambizioso, che va fino in fondo sia su questioni procedurali che politiche. Essi giungono qui con la volontà decisa di uscire da Bonn, con progressi significativi - ha dichiarato il Segretario UNFCCC, anche se ha dovuto poi riconoscere che Potrebbe essere già troppo tardi per trovare un successore di Kyoto prima che il trattato esistente si esaurisca. Anche se fossimo in grado di accordarci su un testo giuridico per un secondo periodo di impegno che richieda una modifica del Protocollo di Kyoto, che richiederebbe la ratifica legislativa da parte dei tre quarti delle Parti, è da dare per scontato che non c è tempo di farlo tra Durban e la fine del Il dissidio, al momento insanabile, che avevamo già analizzato dopo i Climate Change Talks di aprile a Bangkok (cfr: Alla ricerca di un improbabile compromesso, in Regioni&Ambiente, n. 5-6 maggio-giugno 2011, pagg. 6-8) è che le economie ricche sono riluttanti a fare tagli sostanziali delle loro emissioni oltre il 2012 senza eguali impegni da parte delle grandi economie emergenti come Cina e India, che sono ormai diventate grandi emettitrici di gas serra. I Paesi BASIC (Brasile, Sudafrica, India e Cina) alla fine di maggio si erano riuniti a Durban per concertare una posizione comune nelle sessioni negoziali che precedono la Conferenza di fine anno. In tale occasione, i Ministri dell Ambiente, i negoziatori climatici ed gli esperti dei 4 Paesi hanno ribadito che un secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto è fondamentale perché la 17 a Conferenza delle Parti (COP 17) che si terrà in Sudafrica, tra novembre e dicembre, possa avere successo. Inoltre, veniva riproposto il problema del finanziamento e del trasferimento delle clean technologies. L adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare da parte dei Paesi meno sviluppati che dovrebbero essere i più colpiti dagli effetti del cambiamento climatico, deve essere posto maggiormente al centro dei negoziati sulla mitigazione si affermava nel documento finale - Questo deve riflettersi nelle strutture in fase di progettazione per il sostegno del trasferimento tecnologico e finanziario. Il 6 giugno l UE aveva fatto sapere, tramite le dichiarazioni del Capo negoziatore UE, Artur Runge-Metzger che era disposta ad accettare una seconda fase di Kyoto e che sarebbe sbagliato se le altre Parti aderenti al Protocollo ritenessero che non ci siano le condizioni, aggiungendo tuttavia che l Unione europea rinnoverà la sua adesione a Kyoto solo se non ci sarà un altro accordo che includa tutte le maggiori economie, dal momento che l UE rappresenta solo l 11 o il 12% delle emissioni globali, quindi a Durban bisognerebbe trovare una soluzione per il restante 88 o 89%. Ha poi affermato che Il 2014 o 2015 darebbe un tempo più realistico per un quadro giuridico completo. Se le Parti riuscissero a concordare anticipatamente, l UE sarebbe felice di poter fare altrettanto. Questa posizione non è stata gradita da una parte dei G77 che sperava in un azione da leadership dell UE per convincere i Paesi più recalcitranti, Canada, Giappone e Russia su tutti, dal momento che gli USA non hanno mai ratificato il Protocollo, i quali, tuttavia, hanno insistito che non entreranno in un ulteriore accordo per le riduzioni delle emissioni se i tagli non coinvolgeranno anche Cina e India. Mi chiedo quanto sia saggio sottoporre a critiche la posizione che senza alcun paragone offre di più, invece di cercare di aiutarci a mettere pressione a tutti gli altri attori in campo che non prendono impegni, ha dichiarato Connie Hedegaard, Commissario UE di Azione per il Clima. C è da osservare, tuttavia, che l Unione europea non può permettersi un fallimento del processo negoziale, che metterebbe a serio rischio il mercato globale del carbonio e con esso l ETS che non sta certamente attraversando un buon periodo. Ai Paesi dell Alleanza dei Piccoli Stati Insulari (AOSIS), infatti, non dispiacerebbe un secondo round del Protocollo di Kyoto che includa l UE e qualche altra piccola nazione: È meglio aver qualcosa piuttosto che niente, ha affermato il Presidente Dessima Williams, posizione che Mohamed Adow di Christian Aid ha sintetizzato in un proverbio somalo, come ha riferito l Agenzia Reuters, Se prevedi di ottenere una capra, chiedi un cammello, che denuncerebbe la situazione di dissolvenza delle ambizioni dei Paesi in via di sviluppo circa i grossi tagli alle emissioni dei Paesi ricchi, sempre più convinti che solo una forte mediazione al ribasso potrà salvare il Protocollo di Kyoto dopo il La responsabilità maggior per la situazione di stallo che si è creata viene addebitata ai Paesi ricchi, soprattutto agli USA che non vogliono o non possono, per la ferma ostilità del Congresso, aumentare la riduzione delle emissioni di più di quel 17% entro il 2020, rispetto al 2005, che hanno formalizzato a seguito degli impegni di Cancún. Asad Rehman, a Capo del Programma per il Clima di Friends of the Earth International ha detto che Nella gara per arrestare i cambiamenti climatici che distruggono case, colture e vite umane in tutto il mondo, i Paesi in via di sviluppo si accingono a porsi sui blocchi di partenza, mentre i Paesi sviluppati sembrano rimanere imboscati, nel tentativo di evitare di pagare il conto per l inquinamento che hanno causato. Pur apprezzando le azioni intraprese da Cina ed India per rallentare la crescita delle proprie emissioni, Jonathan Pershing, Capo delegazione USA a Bonn, ha affermato che tali azioni Dovrebbero essere più trasparenti, ribadendo che queste nazioni dovrebbero accettare dei controlli sugli impegni volontari presi. 10

13 Il fatto che si tratta di una battaglia difficile molto di più di una discussione in salita mi suggerisce che il problema non sono gli USA - ha affermato Pershing - ma gli altri che non sono ancora pronti a proseguire sugli accordi che hanno sottoscritto. Forse il giudizio più obiettivo e la soluzione più appropriata sono state espresse dall ex Segretario esecutivo Yvo de Boer, che può ora parlare con maggior libertà, essendosi dimesso dall UNFCCC per andare a lavorare nella KPMG, una Società di consulenza e revisione. This process is dead in the water, ha sentenzionato idiomaticamente per indicare che il negoziato non approda da alcuna parte o, se si preferisce, non fa alcun progresso, sottolineando che la maggiore speranza per un positivo proseguimento è che venga riformulata la battaglia contro il riscaldamento globale, come parte di una lotta più ampia per stimolare la crescita economica rispettosa dell ambiente, con il coinvolgimento maggiore del settore privato. Nel discorso a conclusione dei Colloqui, l attuale Segretario UNFCCC ha sì ribadito, quale prassi ormai consolidata, che a Bonn sono stati fatti progressi su questioni tecniche, specialmente per quanto concerne il Green Fund da 100 miliardi di dollari che le Nazioni ricche si sono impegnate a versare entro il 2020 per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare i cambiamenti climatici, da lei definito il centro di gestione finanziaria del futuro regime climatico, ma ha dovuto pure ammettere che permangono profonde divergenze sui tagli alle emissioni di CO 2. Secondo la Figueres, il Protocollo di Kyoto rimane senza dubbio importante perché vi sono contenute le regole-chiave che consentono di quantificare e monitorare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra, e gli importanti meccanismi di mercato che consentono di valutare costi-efficacia della mitigazione. Inoltre, ha strettamente legato il Protocollo di Kyoto e il suo destino ai progressi dei negoziati paralleli dell UNFCCC, facendo esplicito riferimento ai negoziati sulla mitigazione ai cambiamenti climatici. I Governi si stanno rendendo conto che questo legame deve essere affrontato per poter giungere ad una soluzione globale e che ciò richiederà durante l anno una leadership politica di alto profilo - ha affermato la Figueres - I Governi possono raddoppiare i loro sforzi e presentare soluzioni di compromesso e opzioni che siano accettabili per tutte le Parti. Dicono le cronache che davanti all Hotel Maritim dove si svolgevano i Colloqui, non ci sono più state le numerose manifestazioni degli attivisti, che avevano caratterizzato i precedenti Talks sul Clima a Bonn, come peraltro sono notevolmente diminuiti i corrispondenti delle varie testate giornalistiche e radio-televisive internazionali che dovevano spesso essere contenuti nel loro ingresso nella sede dei lavori nel tentativo di carpire indiscrezioni ed immagini su quel che stava accadendo, tant è che è stato difficile trovare articoli e commenti su queste ultime sessioni di lavori. Queste assenze sembrano indicare che non vi sono in vista adeguate soluzioni negoziali. Comunque, il prossimo incontro sarà costituito dalla riunione dei Capi di Stato organizzata dal Messico in settembre, a margine dell Assemblea Generale delle nazioni Unite. Vedremo quali orientamenti e quali impegni saranno presi. La seduta plenaria conclusiva dell AWG-LCA: al centro e sullo schermo il Presidente del Gruppo di Lavoro lo statunitense Daniel A. Reifsnayder; all estrema sinistra del tavolo dei relatori, il Segretario UNFCCC, Christiana Figueres (fonte: IISD) 11

14 A Lima riunione di esperti sullo stato dell arte delle tecnologie anti CO 2 GEOINGEGNERIA: GROSSE OPPORTUNITÀ O GRANDI INCERTEZZE? Meglio ridurre le emissioni anziché studiarne la cattura Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian il 5 giugno 2011, alla vigilia dei Climate Change Talks di Bonn, il Segretario esecutivo dell UNFCCC Christiana Figueres, sottolineando la necessità di far presto nel trovare soluzioni condivise per il controllo delle emissioni che l Agenzia Internazionale dell Energia (IEA) ha recentemente indicato che sono tornate a risalire dopo una breve pausa (cfr: Sempre più fosca la prospettiva di mantenere l aumento della temperatura entro i 2 C, a pag. 28 di questo stesso numero), ha dichiarato che Ci stiamo immettendo in uno scenario in cui dovremo sviluppare tecnologie più potenti per catturare le emissioni in atmosfera. Oltre ad una ammissione implicita che difficilmente si potrà trovare un consenso a Durban, il riferimento alla riunione di esperti di Geoingegneria, che l IPCC ha organizzato a Lima dal 20 al 22 giugno, è sembrato palese ai più. La riunione dovrebbe fornire ai Governi una valutazione scientifica sullo stato dell arte delle tecnologie geoingegneristiche in grado di poter manipolare il global warming, riducendo le emissioni di carbonio in atmosfera. Se teoricamente l idea potrebbe funzionare, al momento non si è in grado di valutare le eventuali conseguenze che, pur non volute, potrebbero risultare irreversibili. Tant è che a Nagoya l anno scorso alla Conferenza delle parti della Convenzione sulla Diversità Biologica (18-29 ottobre 2010), era stato raggiunto un Accordo per una moratoria sulla geoingegneria e su qualsiasi sperimentazione pubblica o privata che, per contrastare gli effetti collaterali indesiderati delle attività umane, soprattutto quelle avveniristiche per la riduzione del riscaldamento globale, potrebbero avere enormi impatti sugli ecosistemi e sulla biodiversità. Alla sottoscrizione di 193 Paesi si era giunti dopo che era stato trovato un compromesso che escludeva dal blocco le tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS). Proprio a tale Accordo fanno riferimento le 125 Organizzazioni nazionali ed internazionali di oltre 40 Paesi, che, riunitesi a Parigi, il 15 giugno 2011 hanno inviato una lettera aperta al Presidente dell IPCC, Rajendra Pachauri, in cui criticano il ruolo assunto in questa occasione dal Comitato Scientifico Direttivo (SSG) del Gruppo Intergovernativo di esperti sui Cambiamenti Climatici, che ha organizzato la riunione che, di fatto, rinnega l impegno dell organismo da lui presieduto di voler rimanere politicamente neutrale. Chiedere ad un gruppo di scienziati esperti di geoingegneria se debba esser fatto di più per la ricerca sarebbe come chiedere agli orsi se a loro piace il miele, hanno scritto nella lettera le Organizazzioni firmatari tra le quali figurano Friends of the Earth, ETC Group, Global Forest Coalition, Via Campesina, e per le quali la geoingegneria non è una questione scientifica, bensì politica, dal momento che alcune Nazioni che non vogliono ridurre le proprie emissioni hanno finanziato studi e ricerche per non sottostare ad impegni vincolanti e desiderano ora che le ricerche in tale direzione siano sostenute finanziariamente anche dalla collettività mondiale. Nel momento in cui il mondo intero osserva le linee aeree del Sud America e dell Australia trascinate questa settimana nel caos a seguito delle ceneri emesse dal vulcano cileno, è assurdo che l IPCC stia considerando la possibilità di fare 12

15 la stessa cosa di proposito - ha affermato Ricardo Navarro di Friends of the Earth International - Il potenziale di unilateralismo e speculazione privata è grande; mentre la probabilità che la geoingegneria provvederà ad una soluzione sicura, duratura, democratica e pacifica della crisi climatica è esigua. L allusione era ad una delle misure in discussione a Lima ovvero immettere aerosol di zolfo nella stratosfera, così come avviene in occasione delle attività di vulcanesimo. Il fenomeno venne studiato in occasione dell eruzione nel 1991 del Pinatubo, nelle Filippine. Allora si osservò che grandi quantitativi di SO 2 espulsi dal vulcano generarono una biancastra foschia in cielo, determinando una minore insolazione solare in grado di produrre un raffreddamento dell atmosfera. Seguirono esperimenti e studi in laboratorio, ma il Working Group I nel suo contributo alla redazione dell AR3 (2001) dell IPCC aveva concluso che mentre il forcing radiativo dovuto ai gas serra può essere determinato con un ragionevole livello di precisione, le incertezze relative al forcing radiativo dell aerosol rimangono grandi e si affidano, in larga misura, a stime su studi di modellazione globale che sono difficili da verificare al momento attuale. Vedremo se gli studi fatti nell ultimo decennio sono in grado di eliminare ogni dubbio in merito. Un altro aspetto che dovrebbe costituire oggetto di verifiche a Lima è la fertilizzazione degli oceani, l unica tecnica che è stata testata a scala e formalmente analizzata dalla comunità scientifica. Si tratterebbe di contrastare l effetto dell acidificazione degli oceani, fenomeno che influenza fortemente la concentrazione di CO 2 in atmosfera, immettendo nutrienti (ferro e fosfato) sulle acque superficiali per promuovere la crescita delle alghe, di fitoplancton e piante microscopiche, che assorbono l anidride carbonica. Tuttavia, esperimenti condotti dall AWI (Alfred Wegener Institute for Polar and Marine Research) nell ambito del progetto LOHAFEX (2009) hanno offerto come risultato che solo una modesta quantità di carbonio è stata sottratta alle acque superficiali. Anche gli studi geoingegneristici sulle colture dai colori più chiari per riflettere la luce solare e sulla soppressione dei cirri che enfatizzano l effetto serra, saranno probabilmente motivo di interesse e discussione per i 60 scienziati che sono stati invitati alla riunione. Alcuni di loro hanno lasciato trapelare dubbi ed incertezze, come è il caso di Catherine Redgwell, Professoressa di Diritto Internazionale presso l University College of London (UCL) che in una lettera al The Guardian, pubblicata il 16 giugno ha affermato che senza strutture di governance internazionale, presto potrebbero essere adottati schemi senza le necessarie garanzie. Tuttavia, la Redgwell ha affermato che in Perù non consiglierà di adottare delle leggi in merito, perché Un trattato multilaterale sulla geoingegneria non è probabile né desiderabile, dal momento che il desiderio di un processo legislativo sui cambiamenti climatici è scarso. Comunque, ha suggerito che il principio fondamentale della geoingegneria dovrebbe essere quello di bene comune, che prevede la partecipazione del pubblico ai programmi e una valutazione indipendente degli impatti. Già, ma la SSG non ha permesso alle organizzazioni della società civile di partecipare a Lima, neanche come osservatori, nonostante l IPCC avesse affermato che affronterà anche le questioni legate alla governance e ai fattori, sociali, legali e politici.

16 A Bonn presentato un Rapporto UNEP e WMO BLACK CARBON, OZONO E METANO INCIDONO SUL GLOBAL WARMING Le misure a breve termine su tali inquinanti potrebbero ridurre di 2/3 il riscaldamento Il 14 giugno, nel corso dei Climate Change Talks di Bonn, è stato presentato congiuntamente dall UNEP (United Nations Environment Programme) e dalla WMO (World Meteorological Organization), il Report Integrated Assessment of Black Carbon and Tropospheric Ozone, in cui si evidenzia che una tempestiva azione su alcuni inquinanti quali il nero di carbonio (black carbon), l ozono troposferico e il metano, può contribuire a limitare a breve termine l aumento della temperatura globale e ad aumentare sensibilmente le probabilità di mantenere l aumento della temperatura sotto i 2 C e, forse, anche sotto 1,5 C. Il black carbon è una componente importante dello smog, che si forma a seguito della combustione incompleta di combustibili fossili, legno, biocarburanti e biomassa. Le fonti principali sono le emissioni degli autoveicoli, le cucine a legna, gli incendi boschivi e gli impianti industriali. Influenza il clima assorbendo la luce solare, depositandosi su neve e ghiaccio, agendo sulla formazione delle nuvole. I suoi impatti sono particolarmente significativi nell Artico e nella regione dell Himalaya, dove i livelli di deposito di questo inquinanti sono tali che l aumento di assorbimento della luce solare scioglie il ghiaccio più velocemente con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di innalzamento del livello dei mari, di disastrose alluvioni e di insicurezza dei rifornimenti idrici. Le concentrazioni delle particelle di black carbon hanno ripercussioni anche sul regime dei monsoni, causando difficoltà alle colture agricole. Anche l ozono troposferico (quello che si forma nei bassi strati dell atmosfera tra i 10 e i 18 Km sopra la superficie terrestre) è una componente importante dello smog, che si crea quando i gas inquinanti emessi dalle automobili, dalle industrie, dalle raffinerie, ecc., reagiscono in presenza della luce solare (smog fotochimico). Le più alte concentrazioni si rilevano infatti nei mesi più caldi e nelle ore di massimo irraggiamento solare, provocando gravi disturbi irritativi all apparato respiratorio. Tra i vari gas con cui interagisce chimicamente, c è il metano, gas serra ben più potente della CO 2 nell incidere sul riscaldamento globale, che viene emesso da sorgenti quali discariche, allevamenti di bestiame, industrie petrolifere e del gas. Proteggere il clima a breve termine, si dice nel Rapporto, è fondamentale per tagliare in modo significativo il rischio di cambiamento climatico globale amplificato collegato con una perdita rapida e massiccia del ghiaccio artico sia sulla terra che in mare. Tale rapida azione potrebbe anche ridurre le perdite dei ghiacciai di montagna, connesse in parte con il deposito L immagine mostra i livelli di deposito di black carbon sulle superfici dei vecchi continenti 14

17 di black carbon, riducendo il riscaldamento previsto nella regione artica nei prossimi decenni di 2/3. I 50 scienziati che hanno redatto il Rapporto, sottolineano anche i benefici per la salute pubblica che ne conseguirebbero, nonché le numerose opportunità per la sicurezza alimentare, oltre agli effetti di mitigazione dei cambiamenti climatici. Le forti riduzioni nelle emissioni di black carbon migliorerebbero la qualità dell aria, riducendo conseguentemente i ricoveri ospedalieri e le giornate di lavoro perse per malattia. Sono circa 2,5 milioni le morti premature dovute all inquinamento dell aria che potrebbero essere evitate, ogni anno in tutto il mondo entro il 2030, la maggior parte delle quali in Asia, e ridurre da 1 al 4% i danni ai raccolti di mais, riso, soia e grano. Ci sono ormai chiari, forti, numerosi e convincenti motivi per ridurre i livelli di sostanze inquinanti come il black carbon e l ozono troposferico insieme al metano: il loro crescente contributo ai cambiamenti climatici Le fornaci tradizionali di mattoni dell Asia meridionale sono le principali fonti di emissioni di black carbon (fonte: UNEP - foto di Kevin Hicks) 15

18 è solo uno di questi - ha affermato Achim Steiner, Sotto-Segretario Generale ONU e Direttore esecutivo dell UNEP - Il Rapporto sottolinea come la scienza dei fattori climatici di breve durata si è evoluta ad un livello di maturità che richiede ora una risposta politica forte da parte delle nazioni. Gli esperti riflettono sugli obiettivi di un piccolo numero di misure di riduzione delle emissioni quali, recuperare metano dal carbone, petrolio e gas attraverso la fornitura di stufe per cucinare a combustione pulita; dotare di filtri antiparticolato i veicoli diesel; vietare la combustione all aperto dei rifiuti agricoli: misure queste in grado di offrire eccezionali benefici per la sanità pubblica, l agricoltura, l economia e l ambiente. A differenza dell anidride carbonica (CO 2 ) che può rimanere nell atmosfera per secoli, il black carbon, per esempio, persiste solo per alcuni giorni o al più qualche settimana. Tuttavia i ricercatori hanno anche sottolineato il fatto che se l azione rapida sul black carbon e l ozono troposferico potrebbe svolgere un ruolo chiave nel limitare il global warming a breve termine, un azione immediata e sostenuta per ridurre le emissioni di CO 2 è altrettanto fondamentale per contenere l aumento delle temperature globali nel lungo termine. È la combinazione delle azioni sui gas ad effetto serra di breve durata e su quelli longevi che aumenta la possibilità di conseguire l obiettivo di mantenere l aumento della temperatura globale al di sotto di 2 C entro la fine del secolo. Questo rapporto ha portato chiarezza sulla complessità del riscaldamento e raffreddamento e sugli effetti di una serie di inquinanti, utilizzando la scienza per dimostrare che ci sono misure chiare e concrete che possono essere intraprese per aiutare a proteggere il clima globale nel breve e medio termine - ha sottolineato Drew Shindell del NASA Goddard Institute for Space Studies - Forse il legame più intrigante è tra le emissioni di metano e la formazione di ozono troposferico. Il metano è un potente gas serra a sé stante, ma è emerso che potrebbe anche innescare un riscaldamento più globale, contribuendo alla formazione di livelli significativi di ozono al suolo, più di quanto si supponesse. I benefici per tutti dalla limitazione dei cambiamenti climatici e dal miglioramento della qualità dell aria sono evidenti e i modi per conseguirli sono diventati molti più chiari, è il risultato di questo Rapporto. Nel Rapporto vengono indicate le misure più importanti da intraprendere per ridurre il black carbon e l ozono troposferico, che potrebbero essere da subito realizzate poiché le tecnologie sono esistenti, con costi relativamente bassi. Tra quelle proposte per la riduzione del black carbon sono: - filtri antiparticolato per veicoli diesel nel quadro di norme integrate sulle emissioni dei veicoli e dei carburanti; - sostituzione delle stufe a legna nei Paesi in via di sviluppo con stufe a pellet e caldaie che utilizzano combustibile da legno riciclato e segatura; - stufe a legna a biomassa pulita per cucinare e per riscaldarsi nei Paesi in via di sviluppo; - divieto di bruciare all aperto i residui agricoli; - sostituzione delle fabbriche tradizionali di mattoni e dei forni Hoffman a ciclo continuo. Tra le azioni individuate per affrontare l ozono troposferico, che includono anche quelle collegate alle emissioni di metano, figurano i: - incoraggiare il compostaggio e le altre azioni volte a limitare il conferimento dei rifiuti organici in discarica; - adeguato trattamento delle acque, compreso il recupero del gas; - misure volte a ridurre le emissioni di metano proveniente dalle industrie del carbone, petrolio e gas, compresa la riduzione delle perdite da condutture di gas a lungo distanza; - promuovere la digestione anaerobica di letame provenienti da allevamenti di bovini e suini; - aerazione intermittente ma continuata degli invasi delle risaie allagate. Il Rapporto suggerisce che le azioni potrebbero essere svolte non solo tramite il processo di Convenzione delle Nazioni Unite sul Clima (UNFCCC), ma anche attraverso, ad esempio, il rafforzamento a livello nazionale e regionale degli accordi esistenti sulla qualità dell aria. La maggior parte dell attenzione per combattere il cambiamento climatico si focalizza sulla riduzione del principale gas ad effetto serra (CO 2 ) - ha sottolineato Michel Jarraud, Segretario generale del WMO -Tuttavia negli ultimi anni è diventato chiaro che una serie di altri inquinanti come il black carbon e l ozono troposferico stanno aggravando la sfida. Questo Rapporto sottolinea la necessità di una base più solida di osservazione e uno sforzo della ricerca per aumentare la comprensione scientifica del ruolo di questi altri inquinanti nel sistema climatico che cambia. 16

19 INNOVAZIONE E RICERCA La Commissione UE ha presentato un Rapporto dell International Resource Panel RICICLARE I METALLI PER AUMENTARE L EFFICIENZA ENERGETICA E RIDURRE IL CONSUMO DI RISORSE Deludenti i tassi di riciclaggio di metalli preziosi e terre rare Nel corso delle manifestazioni correlate all 11 a Settimana Verde Europea (24-27 maggio 2011), la Commissione UE ha presentato a Bruxelles il Rapporto Tassi di riciclaggio dei metalli (Recycling Rates of Metals), compilato dall International Resource Panel (ndr: per le notizie relative alle finalità e composizione di questo Gruppo di lavoro del Programma Ambiente delle Nazioni Unite, si vedano le notizie riportate nell Articolo L umanità può e deve fare di più con meno, a pag. 34 di questo stesso numero). Secondo la relazione Riciclare i metalli è da due a dieci volte più efficiente dal punto di vista energetico che fonderli dopo l estrazione dalle miniere. Eppure, meno di un terzo dei 60 metalli studiati hanno un tasso di riciclaggio alla fine del ciclo di vita al di sopra del 50% e ben 34 elementi sono sotto l 1%, anche se molti di loro sono fondamentali per le tecnologie pulite, dalle batterie per le auto ibride ai magneti per le pale eoliche. Secondo il Commissario all Ambiente dell UE, Janez Potočnik, Dalla relazione emerge che è urgente ripensare l economia in termini di uso efficiente delle risorse. Le sfide che ci aspettano sono enormi, ma sono convinto che saremo all altezza. La Commissione sta finalizzando una tabella di marcia per un uso efficiente delle risorse in Europa, che stabilisce un calendario modulare e prepara il terreno per le misure da adottare in futuro. Occorre un dialogo effettivo tra gli Stati membri perché ci aspettano decisioni gravi in settori come le riforme fiscali e la soppressione dei sussidi inefficaci. Accolgo anche con favore l invito a promuovere maggiormente il riciclaggio. 17

20 Nonostante i notevoli sforzi effettuati in vari Paesi e regioni - ha proseguito Potočnick - i tassi di riciclaggio di molti metalli sono decisamente scoraggianti e la speranza di una società del riciclaggio appare ancora lontana. La debole performance è particolarmente frustrante perché, a differenza di altre risorse, i metalli sono del tutto riciclabili. In teoria, i metalli possono essere utilizzati più e più volte, riducendo al minimo la necessità di estrazione e trattamento dei materiali vergini, risparmiando notevoli quantità di energia e di acqua e minimizzando al contempo il degrado ambientale - ha affermato alla presentazione del Report Achim Steiner, Sottosegretario dell ONU e Direttore esecutivo dell UNEP - L aumento dei livelli di riciclaggio a livello mondiale può, quindi, contribuire ad una transizione verso un economia low carbon, ad un uso efficiente delle risorse, mentre aiuta a dar vita a lavori verdi. Il Rapporto costituisce il primo tentativo di raccogliere informazioni accurate e coerenti circa le misure con cui i metalli sono raccolti, trattati e riutilizzati in nuovi prodotti. I tassi sul riciclaggio pubblicati in precedenza sono stati definiti in modi differenti e molto variabili, tali che non potremmo fare paragoni tra i numeri diversamente tratti - ha affermato, Thomas Graedel, Professore di Ecologia Industriale all Università di Yale e Coordinatore del Gruppo di lavoro sui Flussi Globali dei Metalli ed autore principale del Report - Il lavoro compiuto sarà utile per valutare i tassi di riciclaggio in futuro e i modi per valutare i progressi compiuti. Dal Rapporto si evince che il piombo è il metallo più riciclato: quasi l 80% dei prodotti che contengono piombo - principalmente le batterie - sono riciclati quando raggiungono il loro fine vita. Più della metà del ferro e degli altri componenti principali dell acciaio e acciaio inossidabile viene riciclato, come pure platino, oro, argento e gli altri metalli più preziosi. Ma anche qui ci sono grandi differenze: ad esempio, dal 70% al 90% dell oro usato nei processi industriali viene riciclato, contro il 10-15% di quello dei prodotti elettronici. Nel frattempo, a livello globale non c è praticamente riciclo di tanti altri metalli come l indio utilizzato nei semiconduttori, nei diodi emettitori di luce (LED) per un uso efficiente dell energia, negli strumenti medicali e nei pannelli fotovoltaici. Non diversa è la sorte degli metalli speciali, come tellurio e selenio, utilizzati per le celle solari ad alta efficienza, neodimio e disprosio usati per la costruzione dei magneti per le turbine eoliche, lantanio per le batterie dei veicoli ibridi e gallio usato per i LED. Omettendo di riciclare e smaltire semplicemente questi tipi di metallo, le economie rinunciano ad importanti vantaggi ambientali e fanno aumentare le possibilità della scarsità di tali risorse - ha proseguito Graedel - Se non si dispone di questi materiali facilmente reperibili a ragionevoli prezzi, gran parte delle moderne tecnologie non potrebbero aver luogo. Non è ancora possibile stimare quanto l industria sia vicina alla carenza di questi metalli o metalli delle terre rare, soprattutto perché si sa poco circa la disponibilità estrattiva, quale loro principale fonte di reperimento. Non pensiamo che la penuria, fortunatamente, sia immediata - ha 18

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