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1 Corso di formazione per esperti verificatori Modulo comune 12 ore geom. Luca Chini dott. Marcello Cestari Tecnici della prevenzione APSS UOPSAL Lp. 3/07 P.A.T. Agenzia del Lavoro Trento 10 marzo 2010 La comunicazione 1- metodi, tecniche e strumenti 2- gestione della comunicazione 3- prescrizioni i i sulla segnaletica di sicurezza sul lavoro 1

2 COMUNICARE PER PREVENIRE negli ambienti di vita e di lavoro Il modello partecipato di prevenzione presuppone una profonda consapevolezza dei rischi per la salute negli ambienti di vita e di lavoro. Agire sul piano della comunicazione significa creare uno spazio di incontro tra tutti gli attori della prevenzione, le istituzioni per prime, e i nuovi cittadini competenti, allo scopo di favorire il radicamento di stili di vita salutari e il rafforzamento del valore della sicurezza. Questo è tanto più vero oggi, in una realtà in cui cambiano a ritmo incessante le regole del mercato del lavoro e sfumano i contorni tra responsabilità e diritti. Una comunicazione i efficace, che utilizzi i la vasta gamma di strumenti messi a disposizione dalla tecnologia, avvalendosi al contempo dei media tradizionali, è quanto di meglio le istituzioni possono e devono offrire per rispondere ai bisogni crescenti di informazioni aggiornate, puntuali e su misura, dei lavoratori e dei cittadini che diventano parte attiva e coinvolta del sistema di prevenzione. Comunicare per prevenire significa, in ultima analisi, mettere in atto compiutamente questo processo culturale. 2

3 Comunicazione, dal latino comunico, significa condivisione. Non significa solo "mandare messaggi", ma va intesa come un atto sociale e reciproco di partecipazione, atto mediato dall'uso di simboli significativi tra individui e gruppi diversi. Comunicare = interagire, i mettere in comune, mettere in relazione IL PROCESSO DI COMUNICAZIONE CON I RELATIVI ELEMENTI FONDAMENTALI 3

4 Elementi universali della comunicazione Gli elementi fondamentali di ogni processo comunicativo sono: 1. l'emittente: è il soggetto (o i soggetti) che comunica il messaggio 2. il ricevente: è il soggetto (o i soggetti) che riceve il messaggio 3. il messaggio: è il contenuto di ciò che si comunica. Può essere una informazione, un dato, una notizia o più semplicemente una sensazione 4. il codice: è il sistema di segni che si usa quando si comunica e senza il quale non avviene la trasmissione del messaggio. Può essere sia una lingua, che un gesto, un grafico, un disegno. 5. il canale: può essere inteso sia come il mezzo tecnico esterno al soggetto con cui il messaggio arriva (telefono, fax, posta ecc.) sia come il mezzo sensoriale coinvolto nella comunicazione (principalmente udito e vista) 6. la codifica: è l'attività che svolge l'emittente per trasformare idee, concetti e immagini mentali in un messaggio comunicabile attraverso il codice 7. la decodifica: è il percorso contrario svolto dal ricevente che trasforma il messaggio da codice in idee, concetti e immagini mentali 8. il feed-back: è l'interscambio che avviene tra ricevente ed emittente quando l'informazione di ritorno permette all'emittente di percepire se il messaggio è stato ricevuto, capito ecc. 9. il contesto o ambiente: è il "luogo", fisico o sociale, dove avviene lo scambio comunicativo - può incentivare o al contrario disincentivare la comunicazione 4

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6 Modalità comunicative La comunicazione può essere: Comunicazione verbale: utilizza le parole Comunicazione non verbale: espressione dei volto, gesti, tono della voce, etc. E' meno facilmente sottoponibile a "censura", e quindi tradisce gli effettivi sentimenti, stati d'animo, opinioni. Comunicazione simbolica: il nostro modo di vestire, gli oggetti di cui ci circondiamo, etc, costituiscono una parte molto significativa ifi della nostra comunicazione i Un utilizzo congiunto delle diverse modalità comunicative produce i risultati più efficaci. L'apprendimento varia al variare delle tecniche comunicative e dunque dei diversi canali di percezione. 6

7 Tecniche di comunicazione Canale di percezione % apprendimento verbale Solo udito 20 Grafica gestuale iconica Solo vista 30 mista Udito + vista 50 mista Udito + vista + discussione Mista + sperimentazione Udito+ vista +discussione + uso PRINCIPIO DI WARREN G. BENNIS LA DISTORSIONE Ciò che A comunica ma non è nelle sue intenzioni B1 Ciò che B capisce Arco di distorsione A B Ciò che A ha intenzione di comunicare 7

8 il soggetto vuole dire 100 in realtà dice 80 il ricevente sente 50 (a causa dei disturbi dell'ambiente) capisce 30 ricorda 20 8

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13 Forme di comunicazione La comunicazione come sistema relazionale La comunicazione verbale La comunicazione i non verbale La comunicazione come rappresentazione 13

14 La comunicazione interpersonale può essere uno scambio interattivo tti osservabile tra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione Cfr. L. Paccagnella, Sociologia della comunicazione, Il Mulino, bologna, 2004, p.26 14

15 FUNZIONI della COMUNICAZIONE Funzione EMOTIVA o ESPRESSIVA (sentimenti, pensieri, opinioni, ) Funzione INFORMATIVA (trasmissione i oggettiva di dati, di informazioni) i i) Funzione DI CONTATTO (per entrare in contatto, mantenere il contatto o interrompere il contatto: saluti, esclamazioni, ) Funzione POETICA (per rendere più armonico e piacevole il discorso, elementi non essenziali, poesia) Funzione METALINGUISTICA (capacità della lingua di descriversi, di parlare di sé, dizionario) Funzione PERSUASIVA (per convincere l altro, pubblicità, discorsi politici,.) La comunicazione può essere: Intenzionale cioè rivolta ad uno scopo conscia efficace reciproca cioè basata su una volontà razionale cioè in grado di raggiungere gli obiettivi che si prefigge cioè fondata sull interazione interindividuale 15

16 Parole-chiave Interazione relazione bidirezionalità Intenzionalità e consapevolezza Scambio di significati processo di cooperazione interpretativa Una comunicazione semantica Costruzione simbolica della realtà Paradigma comunicativo relazionale Il sistema comunicativo umano COMUNICAZIONE VERBALE Il segno COMUNICAZIONE VOCALE COMUNICAZIONE NON VERBALE Cfr.L. Paccanella, Sociologia della comunicazione, il Mulino, Bologna, 2004, p.48 16

17 Il Segno I segnali usati nella comunicazione umana sono chiamati segni Sono segni le parole, le immagini, i gesti, i suoni, gli oggetti tutti gli elementi sensibili (cioè percepibili attraverso i sensi, soprattutto la vista e l'udito) in grado di esprimere significati Ogni segno realizza l'unione di un significante (l'elemento sensibile) e di un significato (una cosa concreta, un contenuto concettuale, ecc.) 17

18 Nella comunicazione interpersonale Il codice è analizzato secondo tre punti di vista: 1. Sintassi analisi delle regole grammaticali 2. Semantica analisi dei significati attribuiti ai segni 3. Pragmatica analisi della relazione fra codici, individui che li utilizzano e i comportamenti connessi all uso Volli U., Il libro della comunicazione, Il Saggiatore, Milano, 1994, p. 88 La comunicazione come sistema relazionale Pragmatica Scuola di Palo Alto Gli assiomi della comunicazione 18

19 Paul Watzlawick e la Scuola di Palo Alto La Scuola di Palo Alto ha utilizzato le teorie della comunicazione, in particolare della pragmatica, come sfondo teorico per il lavoro psicoterapeutico. Gli assiomi della comunicazione sono: alcune proprietà semplici della comunicazione che hanno fondamentali implicazioni i i interpersonali P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, trad. it. Astrolabio, Roma, 1971 Scuola di Palo Alto anni 50 Gregory Bateson e Paul Watzlawick applicano la teoria cibernetica all interazione animale e umana e studiano un modello circolare retroattivo della comunicazione 1959 Viene fondato il Mental Research Institute di Palo Alto (California, Usa) 1967 Watzlawick, Helmin e Beacon pubblicano The Pragmatics of Human Communication 19

20 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 1. Non si può non comunicare Chiunque si trovi in una situazione sociale è comunque la sorgente di un flusso informativo, indipendentemente dalla propria intenzionalità, dall efficacia dell atto comunicativo o dalla comprensione reciproca. ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 1. Non si può non comunicare L uomo che guarda fisso davanti a sé mentre fa colazione in una tavola calda affollata, o il passeggero d aereo che siede con gli occhi chiusi, stanno entrambi comunicando che non vogliono parlare con nessuno né vogliono si rivolga loro la parola, e i vicini di solito afferrano il messaggio e rispondono lasciandoli in pace P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Studio dei modelli interattivi delle patologie e dei paradossi, Roma, Astrolabio,

21 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 1. Non si può non comunicare Una proprietà fondamentale del comportamento è che il comportamento non ha un suo opposto NON COMPORTAMENTO = COMPORTAMENTO NON COMUNICAZIONE = COMUNICAZIONE ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE 1. Non si può non comunicare La comunicazione può anche essere: intenzionale conscia efficace involontaria inconscia fraintesa reciproca univoca 21

22 2 Assioma della comunicazione Gli esseri umani comunicano sia in modo digitale che analogico COMUNICAZIONE ANALOGICA La comunicazione analogica è essenzialmente ogni tipo di comunicazione non verbale Si riferisce all aspetto di relazione della comunicazione si basa su una semantica precisa, ma è priva di una sintassi utile a definire la natura delle relazioni che propone 22

23 COMUNICAZIONE ANALOGICA Non solo il movimento del corpo (cinesica), ma anche i gesti, le espressioni del viso, le inflessioni della voce, la sequenza, il ritmo e la cadenza delle stesse parole, e ogni altra espressione non verbale di cui l organismo sia capace, come pure i segni di comunicazione immancabilmente presenti in ogni contesto comunicativo Esempio: È sempre fondamentale non trascurare mai limportanza l importanza che ha il contesto per la comunicazione Chiunque si lavasse i denti in una strada affollata invece che nel proprio bagno rischierebbe di essere portato in gran fretta al commissariato o al manicomio COMUNICAZIONE ANALOGICA Analogici sono quei segnali che contengono una qualche rappresentazione o immagine del significato a cui si riferiscono Un disegno, ma anche l abbraccio protettivo di una madre 23

24 CNV - comunicazione non verbale Tutto quel complesso di segnali, gesti, movimenti del corpo,posture, espressioni del volto, direzione dello sguardo,vicinanza e posizione spaziale, contatto corporeo,orientazione, toni di voce ed altri aspetti non verbali del discorso, abiti e ornamenti del corpo. INFORMATIVA: segnali con significato condiviso che provocano interpretazioni simili in alcune tipologie di osservatori COMUNICATIVA: segnali con i quali si intende trasmettere un preciso segnale INTERATTIVA: segnali volti a modificare e influenzare il comportamento interattivo delle altre persone FUNZIONI DELLA CNV Esprimere e comunicare il vissuto emotivo (espressione del volto, postura, tono della voce, ) Trasmettere messaggi di relazione (espressione del volto, ) Regolare l'interazione (sguardo, gesti, movimenti,pause, ), Sostenere o sostituire la comunicazione verbale(espressione del volto, postura, gesti, ) -> regole sociali -> differenze culturali -> differenze sessuali RIPETIZIONE: conferma la CV, rafforzandola (annuisco con il capo e dico di essere d accordo) CONTRADDIZIONE: si contrappone quanto viene affermato verbalmente (si dice di esser rilassati e felici e ci spuntano le lacrime) SOSTITUZIONE: sostituisce la CV (uno sbadiglio o gli occhi che si chiudono comunicano noia o stanchezza) ACCENTUAZIONE: rimarca e rafforza la CV (si dice vai fuori e si indica la porta con la mano) 24

25 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE ANALOGICA analogica La comunicazione analogica ha radici arcaiche e la sua validità ld àè molto più estesa e generale perché non si basa sull apprendimento di un codice ma su una capacità espressiva congenita COMUNICAZIONE DIGITALE La comunicazione digitale ha una sintassi logica assai complessa e di estrema efficacia ma manca di una semantica direttamente ispirata alla natura delle relazioni che propone Numerici o simbolici sono quei messaggi che rimandano a un sistema simbolico codificato e formalizzato di segni, la cui relazione con il significato di cui sono portatori è del tutto arbitrario 25

26 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE DIGITALE LEONE digitale non c è nulla di specificatamente simile al cinque nel numero cinque; non c è nulla di specificatamente simile a un leone nella parola leone Esempi di Comunicazione digitale L icona I segni detti iconici: sono culturalmente l t codificati non hanno le 'stesse' proprietà fisiche dell'oggetto, ma stimolano una struttura percettiva 'simile' a quella che sarebbe stimolata dall'oggetto imitato Un segno è iconico quando "può rappresentare il suo oggetto soprattutto per via di similarità" il ità" (Charles Sanders Peirce, Collected Papers, Cambridge, Harvard University Press, , 2.276) La similarità è PRODOTTA e deve essere APPRESA (James J. Gibson, The Senses Considerd as Perceptual Systems, London 1966) 26

27 Il segnale Deriva dal latino signalis, che deriva a sua volta dal sostantivo signum Presuppone una forte strutturazione e la produzione di qualcosa che il ricevente sia in grado di vedere e/o di sentire Ha un grado zero di connotazione, in quanto equivale all ordine di fare qualcosa Nonostante sia caratterizzato da immediatezza necessita comunque di una decodifica Il simbolo Il simbolo esprime una relazione tra un certo segno e il significato attribuito a questo segno, relazione di tipo arbitrario, generale e convenzionale 27

28 3 Assioma della comunicazione Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione. Dal punto di vista pragmatico, la natura della relazione condiziona le conseguenze comportamentali di un certo contenuto comunicativo Metacomunicazione = comunicazione sulla comunicazione 28

29 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE In sostanza ogni tipo di comunicazione fra due o più individui può avere livelli diversi di: a. notizia b. comando Il i tt ( ) t tt i d ti il Il primo aspetto(a) trasmette i dati, il secondo(b) il modo in cui si deve assumere tale comunicazione 29

30 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Ad esempio, i messaggi E importante togliere la frizione gradatamente e dolcemente oppure Togli di colpo la frizione, rovinerai la trasmissione in un momento recano lo stesso tipo di contenuto (aspetto di notizia), ma hanno un livello estremamente differente di relazione (aspetto di comando) ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Il concetto di metacomunicazione riguarda la possibilità di comunicare dati sull atto stesso di comunicare. Ad esempio: un uomo che dice Sto scherzando! un cartello con la scritta Ignorate questa indicazione Quest ultimo esempio, in particolare, può generare la comunicazione paradossale 30

31 Che cos è il Paradosso Nell ambito della sintassi logica Scorrettezza della correttezza di un ragionamento logico un contenitore che contenga tutto non può esistere perché dovrebbe contenere anche se stesso Nell ambito della semantica Scorrettezza della correttezza di un significante veicolato Io sto mentendo è una frase vera se è falsa, falsa se è vera Nell ambito della pragmatica Scorrettezza della correttezza di un comportamento suggerito, ordinato, perseguito Dovresti amarmi Voglio che tu mi domini Non essere così ubbidiente Ad esempio, le seguenti affermazioni costituiscono esempi chiarissimi di comunicazione paradossale Sii spontaneo!! Ti ordino di non obbedirmi!!! 31

32 4 Assioma della comunicazione La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione i fra i partecipanti La punteggiatura Fa riferimento ad una comunicazione circolare e bidirezionale, Evidenzia il carattere convenzionale e arbitrario Incide sulla natura della relazione fra gli interlocutori fa riferimento i ai processi interpretativi t ti i innescati dagli interlocutori su atteggiamenti metacognitivi dell altro 32

33 Problemi di reazioni determinati dalla punteggiatura Marito Lui si arrabbia Moglie causa Lei mette il broncio effetto Marito Lui si arrabbia rinforzo Moglie Lei mette il broncio Marito Lui si arrabbia Moglie Lei mette il broncio Marito Lui si arrabbia Lei mette il broncio Moglie -gli scambi comunicativi non sono una sequenza ininterrotta di messaggi, bensì seguono una sorta di raggruppamento (punteggiatura) attraverso cui è possibile identificare le sequenze di chi parla e di chi risponde, e definire quello che si considera come causa di un comportamento, distinguendolo dall effetto. - a causa della circolarità dell interazione in corso, in ogni scambio relazionale tutti gli interlocutori sono contemporaneamente causa ed effetto di ciò che accade durante la relazione. - la punteggiatura definisce in sostanza il ruolo dei comunicanti nell ambito di una determinata relazione. Le definizioni del ruolo non sono altro che il prodotto della disposizione naturale di un soggetto ad accettare quel particolare sistema di punteggiatura. - accade facilmente che le persone etichettino erroneamente i loro interlocutori t i e sulla base di ciò si comportino di conseguenza. - le discrepanze inerenti la punteggiatura si manifestano di solito in tutti quei casi in cui almeno uno degli interlocutori non ha lo stesso grado di informazione dell altro, senza esserne a conoscenza. 33

34 Comprendere questo assioma è basilare per cogliere la dinamica dei conflitti. esempi - due lavoratori hanno un problema del quale sono entrambi responsabili al 50%, reagiscono il primo con un atteggiamento di chiusura in se stesso, mentre l altro con un atteggiamento critico nei confronti del collega. Quando riescono ad esprimere il loro disagio, uno dichiara che chiudersi in sé rappresenta l unica difesa contro la critica dell altro, mentre l altro etichetta questa spiegazione come una distorsione di ciò che realmente accade nella loro relazione e cioè che l interlocutore si comporta in modo arrogante. In conclusione i loro contrasti si riducono a uno scambio ripetitivo dei messaggi Io mi chiudo perché tu mi critichi e Io ti critico perché tu ti chiudi. RISVOLTI NELL AMBIENTE DI LAVORO D.L./lavoratore/qualsiasi individuo che ha un atteggiamento di difesa e di ostilità tenderà a rinforzare nei dipendenti e in coloro con i quali si relaziona questo tipo di atteggiamento mentre un modo di essere aperto, comprensivo, comunicativo dei propri p punti di vista e delle proprie p conoscenze, nonché responsabile e accettante (cioè di stima, privo di pregiudizi) porterà le persone a diventare più comprensive nei confronti degli altri e verso un atteggiamento di maggiore crescita e responsabilità. miglioramento relazioni aziendali ed esterne, diminuzione dei conflitti. Per evitare incomprensioni, distorsioni dei messaggi e atteggiamenti non collaborativi, che inciderebbero negativamente sul clima della relazione e sui comportamenti dei lavoratori, è necessario comunicare in modo chiaro, aperto e leale e, in caso di conflitto, è fondamentale individuare la vera causa (non il colpevole), per discuterne insieme in maniera costruttiva. 34

35 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Questi esempi dimostrano che: - non esiste una punteggiatura oggettiva - anche la punteggiatura fa parte degli aspetti di relazione della comunicazione Idea di comunicazione come sistema ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Un osservatore esterno può ritenere che una serie di comunicazioni rappresenti una serie ininterrotta di scambi. In realtà ogni atto comunicativo rappresenta contemporaneamente uno stimolo, una risposta, un rinforzo 35

36 ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Ad esempio, un ricercatore che cerca di addestrare una cavia, associa alla risposta della cavia (abbassare la leva di una gabbietta) ) un rinforzo (fornire alla cavia un pezzo di formaggio) ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Allo stesso modo, però, la cavia può arrivare alla conclusione di aver addestrato un ricercatore perché tutte le volte che gli fornisce uno stimolo (abbassare la leva di una gabbietta) ) ottiene dal ricercatore la medesima risposta (un pezzo di formaggio) 36

37 5 Assioma della comunicazione Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull uguaglianza o sulla differenza 37

38 In generale In generale, uno scambio simmetrico avviene fra interlocutori che si considerano sullo stesso piano, svolgendo funzioni comunicative e ruoli sociali analoghi In generale, uno scambio complementare fa incontrare persone che hanno una relazione ma non sono sullo stesso piano per potere, ruolo comunicativo, autorità sociale, interessi. Applicando questo concetto al campo dei mezzi di comunicazione di massa sarebbe possibile definire: una Comunicazione complementare quella che avviene attraverso il tradizionale medium televisivo (one many) una Comunicazione simmetrica quella che avviene attraverso Internet (one one) 38

39 Modelli culturali Logica del dominio Logica organicistica Comunicazione non verbale Sistema paralinguistico Sistema cinesico Prossemica Aptica 39

40 Sistema paralinguistico Sistema vocale non verbale Indica l insieme dei suoni emessi durante una conversazione a prescindere dal loro significato Ad esempio: il tono della voce la frequenza e l intensità della voce Il ritmo (la velocità delle frasi e le pause) Le variabili incidenti sul sistema paralinguistico incidono: fattori fisiologici ad es. il tono dell uomo è più grave di quello della donna fattori sociali ad es. ad uno status sociale più elevato si associa un tono di voce più grave 40

41 Il sistema cinesico Riguarda la comunicazione espressa dalla mimica facciale, espressioni, dai movimenti degli occhi e del corpo (movimento delle mani, postura), colori, respiro, trasmissione di sensazioni, Ad esempio il guardare qualcuno negli occhi è spesso interpretato come segnale del fatto di voler iniziare una conversazione o interazione 41

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44 Prossemica gestione spazio e territorio nella comunicazione spazio suddiviso i in 4 zone principali i (Hall 1966): La zona intima (<45cm, facile contatto, percezione odori, tono voce basso, incontri con familiari più intimi e partner) La zona personale (45-120cm, possibile contatto, no odori, tono medio, incontri con familiari, amici e colleghi ) La zona sociale ( 120cm-3m, assenza contatto, tono voce sostenuto, interlocutori casuali, incontri formali e professionali) La zona pubblica (>3/4m, apparizioni in pubblico, conferenze, comizi,..) Aptica Si riferisce alle diverse forme di contatto anche se è un campo ancora poco esplorato Contatto formale (stretta di mano, bacio accademico, doppio bacio) Contatto informale (abbraccio, pacca sulla spalla) Intensità del contatto intensità del legame: stretta di mano <-> bacio Cfr.L. Paccanella, Sociologia della comunicazione, il Mulino, Bologna,

45 Il sistema comunicativo umano COMUNICAZIONE VERBALE Sistema cinesico Mimica facciale Sguardo Gestualità postura Linguaggio verbale Sistema paralinguistico Tono di voce Volume di voce Pause e ritmo Aptica Prossemica COMUNICAZIONE VOCALE COMUNICAZIONE NON VERBALE Cfr. L. Paccagnella, Sociologia della comunicazione, il Mulino, Bologna, 2004, p.48 45

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47 FILTRI Modalità di reazione alle comunicazioni 47

48 PROBLEMI DI RECEPIMENTO DELLA COMUNICAZIONE Nella CV abbiamo già visto degli ostacoli all efficacia della comunicazione: -alone/rumore collegati al messaggio -filtri collegati al destinatario Esistono inoltre delle trappole meno evidenti, i cd TUNNEL MENTALI. si sta giocando una partita di calcio tra ragazzi di anni, molto fallosa e maschia. Uno dei giocatori viene atterrato per l ennesima volta infortunandosi in modo serio. L allenatore vede che il ragazzo non riesce a stare in piedi, quindi caricato in barella viene portato al pronto soccorso. Il medico di guardia visita l infortunato e dice: secondo me il ragazzo va operato subito al ginocchio altrimenti rischia di perdere la funzionalità della gamba. Ma io sono un medico generico chiediamo un consulto ad un chirurgo. Il chirurgo viene chiamato e dopo la visita conferma la diagnosi ma dice di non poter operare il ragazzo in quanto egli è suo figlio. Il chirurgo non è il padre del ragazzo. Chi è? 48

49 Consigli per una gestione cosciente della comunicazione Per sfruttare coscientemente le possibilità offerte dalla comunicazione, è sempre necessario definire con esattezza: 1. A chi ci rivolgiamo (quali sono i soggetti, quali interessi hanno, cosa si aspettano,..) 2. L obiettivo (cosa deve cambiare dopo? Pensiero, comportamento, conoscenze, capacità?) 3. Cosa comunicare (punti fondamentali, risalto del focus) 4. Come comunicare (quali strumenti comunicativi è meglio utilizzare) SAPER COMUNICARE EFFICACEMENTE - CAPIRE IL NOSTRO INTERLOCUTORE - CONOSCERE LA TEMATICA - ADATTARE IL LINGUAGGIO - CONTROLLARE IL TONO DELLA VOCE - CONTROLLARE LE PAUSE E LA VELOCITA DELL ELOQUIO - CONTROLLARE LA POSTURA E LA MIMICA - CONTROLLARE LA PARTECIPAZIONE EMOTIVA 49

50 Prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Decreto legislativo 3 agosto 2009, n. 106 Articoli Allegati Decreti 81/2008 e 106/2009 Correzioni errori Modifiche alle prestazioni di volontari Cambiamenti alla disciplina che regola i DVInterferenze (DUVRI) Introduzione del sistema di qualificazione delle imprese Modifiche per la data certa Formazione, informazione e addestramento Estensione della prescrizione obbligatoria Proroga per la valutazione del rischio stress Maggiore integrazione tra Servizio Sanitario Nazionale e INAIL Modifica delle procedure di comunicazione del nominativo RLS all INAIL Potere di sospensione dell attività imprenditoriale Stop alle catene di deleghe Reintroduzione della visita medica preassuntiva Valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali Rivisitazione del sistema sanzionatorio Responsabilità Amministrativa dell impresa 50

51 Cenni sulla responsabilità amministrativa delle società Introdotta dal D.Lgs. 231/01 In caso di reati di particolare natura o/e particolarmente gravi commessi da un lavoratore o dal ddl, oltre alla responsabilità penale personale del reo, viene identificata una responsabilità amm.va della società con pesanti sanzioni pecuniarie in quote Il TU ha allargato il campo del decreto 231 anche all omicidio colposo e alle lesioni gravi commesse con violazione alle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro Titolo v capo 1 disposizioni generali art. 161 co. 1 Prescrizioni per la segnaletica di sicurezza e di salute sui luoghi di lavoro Non per segnaletica stradale ferroviaria Non per segnaletica stradale ferroviaria. 51

52 Lasciare accadere un male che si può impedire, vuole dire praticamente commetterlo (Friedrich Nietzsche) Art. 162 definizioni A) segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro: segnaletica che riferita ad un oggetto, attività o ad una situazione determinata fornisce indicazioni o prescrizioni utilizzando secondo i casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico comunicazione verbale o gestuale B) segnale di divieto: che vieta comportamenti potenzialmente pericolosi C) segnale di avvertimento: avverte di un rischio o di un pericolo 52

53 Continua il 162 D) segnale di prescrizione: prescrive un determinato comportamento; E) segnale di salvataggio o di soccorso: fornisce indicazioni relative ad uscite di di sicurezza o a mezzi di salvataggio o soccorso; F) segnale di informazione: indicazioni diverse da quelle ai punti precedenti; G) cartello: segnale combinazione di forma e di colore, simboli fornisce informazioni la cui visibilità deve essere garantita; E ancora segnaletica H) cartelli supplementari che assieme ai precedenti forniscono informazioni supplementari; I) colore di sicurezza: al quale e assegnato un significato determinato; L) simbolo: immagine che rappresenta situazioni o prescrizioni; M)segnale luminoso; N) acustico; O) comunicazione verbale; P) segnale gestuale: movimento convenzionale per guidare in manovre rischiose; 53

54 Obblighi del datore di lavoro art. 163 Quando a seguito della valutazione dei rischi il datore di lavoro individua rischi che non possono essere evitati o limitati con misure, metodi ovvero sistemi di organizzazione del lavoro o con DPC il ddl sopperisce con segnaletica conformemente alle prescrizioni rif. allegati XXIV-XXXII Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare (Seneca) 54

55 163 2 comma Se le situazioni di rischio non sono contemplate negli all.ti di cui sopra il ddl anche in conformità alle norme di buona tecnica, adotta le misure necessarie, secondo le particolarità del lavoro, l esperienza e la tecnica 163 comma 3 Il ddl per regolare il traffico in azienda fa ricorso, se del caso, alla segnaletica relativa al traffico stradale, ferroviario, fluviale, marittimo o aereo, purché nel rispetto allegato XXVIII (prescrizioni per la segnalazione di ostacoli e di punti pericolosi e per le vie di circolazione) 55

56 Art.164 informazione e formazione Rls e lavoratori devono essere informati sulle misure da adottare in riferimento alla segnaletica di sicurezza impiegata e formati con istruzioni precise sul significato della segnaletica di sicurezza, soprattutto quando questa implica l uso di gesti o di parole nonché i comportamenti generali e specifici da seguire Allegato XXIV Prescrizioni generali per la segnaletica di sicurezza 56

57 Verba movent, exempla trahunt le epaoe parole muovono, o o, gli esempi trascinano Considerazioni generali sulla segnaletica di sicurezza Conforme ai requisiti specifici degli allegati da XXV a XXXII Questo allegato descrive i requisiti, le utilizzazioni della segnaletica e le intercambiabilità e complementarietà della segnaletica. Inoltre la segnaletica deve essere utilizzata solo per trasmettere il messaggio o l informazione precisata all art. 162 c.1 57

58 Modi di segnalazione Segnalazione permanente Segnalazione occasionale Segnalazione permanente Quella che si riferisce a divieti, avvertimenti, obblighi, che serve ad indicare ed identificare mezzi di salvataggio.cartelli o colore di sicurezza Segnaletica su contenitori o tubature(all.to to XXVI ) Segnaletica rischi da urto, caduta Segnaletica vie di circolazione 58

59 Segnalazione occasionale di pericoli, la chiamata di persone, lo sgombero fatti in modo occasionale per mezzo di segnali luminosi, acustici, verbali. la guida di persone in manovre rischiose occasionale per mezzo di gesti o voce intercambiabilità e complementarietà della segnaletica; a pari efficacia e informazione specifica è ammessa la scelta fra: colore di sicurezza o cartello per rischio di inciampo o caduta da dislivello; segnali luminosi, acustici, verbali, gestuali. si possono usare integrati più modi di segnalazione. Colori di sicurezza Colore Significato o scopo Indicazioni e precisazioni 59

60 D1.gif D1.gif Rosso segnali di divieto atteggiamenti pericolosi Pericolo Allarme Alt.. Attrezzature antincendio 60

61 Giallo o giallo arancio Avvertimento Attenzione Cautela verifica Segnali di i i prescrizione Comportamento Azione specifica azzurro 61

62 verde Salvataggio, soccorso Porte Uscite Percorsi Materiali Postazioni Locali Situazioni di sicurezza L efficacia della segnaletica non deve essere compromessa Dalla presenza di troppa segnaletica Cattiva progettazione Scarsa manutenzione.. 62

63 Prescrizioni generali per i cartelli segnaletici Caratteristiche intrinseche Forma e colori definiti Pittogrammi semplici Materiale resistente Dimensioni e colore che garantiscano buona visibilità ibilità (A>L 2 /2000) Vedi norme UNI per caratteristiche cromatiche e fotometriche Condizioni di impiego Sistemati tenendo conto del contesto, oggetto da segnalare, ostacoli,.. Altezza, angolo di visuale Immediate adiacenze del rischio specifico o all entrata se rischi generici Ben illuminati o in alternativa colori fosforescenti, materiali riflettenti o illuminazione artificiale 63

64 All.to XXVII prescrizioni per la segnaletica destinata ad indicare le attrezzature antincendio Dette attrezzature t sono identificate t con apposita colorazione rossa e cartelli indicanti l ubicazione o colorazione delle posizioni in cui sono sistemate o degli accessi a tale posizione i Rispettare all.to XXV All.to XXVIII prescrizioni per la segnalazione di ostacoli o punti pericolosi e per le vie di circolazione Per segnalare i rischi di urto, di cadute di oggetti, di persone entro le aree di lavoro, si usa il giallo alternato al nero o rosso e bianco. Di dimensioni proporzionate all ostacolo 64

65 All.to XXVIII prescrizioni per la segnalazione di ostacoli e di punti di pericolo e per la segnalazione delle vie di circolazione Segnalazione vie di circolazione Strisce continue di colore bianco o giallo Tenendo conto degli ingombri di sicurezza Per le vie di circolazione Quando sia necessario le vie di circolazione devono essere ben evidenziate con strisce continue. Le strisce dovranno tenere ben in conto degli ingombri. Le vie permanenti situate all esterno vanno segnalate se non idonee. 65

66 Cartelli utilizzabili 66

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68 68

69 All.to XXVI prescrizioni segnaletica dei contenitori e delle tubazioni I recipienti e le tubazioni contenenti sostanze pericolose vanno muniti dell etichettatura (pittogramma o simbolo) sui lati visibili o cartelli di avvertimento con stesso contenuto e ulteriori info su formula e nome della sostanza e dettagli sui rischi connessi; 69

70 segnaletica CE prevista per il trasporto Il deposito di un certo quantitativo di sostanze può essere indicato con il cartello di pericolo generico Etichette sui lati visibili, in forma rigida autoadesiva o verniciata All.to XXIX prescrizioni per i segnali luminosi Deve produrre contrasto senza abbagliare Di colore uniforme o con simbolo Segnale intermittente livello più elevato di pericolo.. Munito di lampada ausiliaria 70

71 All.to XXX prescrizioni per i segnali acustici Livello sonoro adeguato Facilmente riconoscibile Frequenza variabile per segnalare livello più elevato di pericolo Il segnale di sgombero continuo All.to XXXI prescrizioni per la comunicazione verbale Testi brevi, frasi,.parole in codice Capacità verbale ed uditiva sufficienti Se si integra con segnali gestuali uso di parole chiave: via, alt, ferma 71

72 All.to XXXII prescrizioni per i segnali gestuali Precisi, semplici, ampi Soggetti: segnalatore, operatore Il segnalatore deve vedere le manovre Rivolto solamente a segnalare Se l operatore non puo eseguire in sicurezza sospende Il segnalatore indossa o impugna elementi di riconoscimento adatti Segnali gestuali INIZIO Attenzione Presa di comando Le due braccia sono aperte in senso orizzontale, le palme delle mani rivolte in avanti 72

73 Segnali gestuali ALTinterruzioneFinedelmovimento Il braccio destro è teso verso l'alto, con la palma della mano destra rivolta in avanti Segnali gestuali FINE delle operazioni Le due mani sono giunte all'altezza del petto 73

74 Movimenti verticali SOLLEVARE Il braccio destro, teso verso l'alto, con la palma della mano destra rivolta in avanti, descrive lentamente un cerchio Movimenti verticali ABBASSARE Il braccio destro, teso verso il basso, con la palma della mano destra rivolta verso il corpo, descrive lentamente un cerchio 74

75 Movimenti verticali DISTANZA VERTICALE Le mani indicano la distanza Movimenti orizzontali AVANZARE Entrambe le braccia sono ripiegate, le palme delle mani rivolte all'indietro; gli avambracci compiono movimenti lenti in direzione del corpo 75

76 Movimenti orizzontali RETROCEDERE Entrambe le braccia piegate, le palme delle mani rivolte in avanti; gli avambracci compiono movimenti lenti che s'allontanano dal corpo Movimenti orizzontali A DESTRA rispetto al segnalatore Il braccio destro, teso più o meno lungo l'orizzontale, con la palma della mano destra rivolta verso il basso, compie piccoli movimenti lenti nella direzione 76

77 Movimenti orizzontali A SINISTRA rispetto al segnalatore Il braccio sinistro, teso più o meno in orizzontale, con la palma della mano sinistra rivolta verso il basso, compie piccoli movimenti lenti nella direzione A SINISTRA rispetto al segnalatore Il braccio sinistro, teso più o meno in orizzontale, con la palma della mano sinistra rivolta verso il basso, compie piccoli movimenti lenti nella direzione Movimenti orizzontali A SINISTRA rispetto al segnalatore Il braccio sinistro, teso più o meno in orizzontale, con la palma della mano sinistra rivolta verso il basso, compie piccoli movimenti lenti nella direzione 77

78 Movimenti orizzontali DISTANZA ORIZZONTALE Le mani indicano la distanza Segnali di pericolo PERICOLO Alt o arresto di emergenza Entrambe le braccia tese verso l'alto: le palme delle mani rivolte in avanti 78

79 pericolo MOVIMENTO RAPIDO I gesti convenzionali utilizzati per indicare i movimenti sono effettuati con maggiore rapidità pericolo MOVIMENTO LENTO I gesti convenzionali utilizzati per indicare i movimenti sono effettuati molto lentamente 79

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