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3 Tuscia Terra degli Etruschi Secondo la tradizione, le antiche popolazioni etrusche che vivevano nei villaggi dell'alto Lazio, intorno all'attuale Viterbo, venivano chiamate i Tusci. La loro raffinata civiltà è testimoniata da preziosi reperti archeologici ed estese necropoli. Tuscia Viterbese è dunque il nome letterario e turistico di questa provincia a nord di Roma, nel cuore dell'italia, tra Umbria, Toscana e mar Tirreno. I paesi che ne fanno parte, depositari di innumerevoli avvenimenti e leggende, s'appostano quasi sempre su primitivi insediamenti strategici, segnalati da inconfondibili tracce di rocche e castelli. Testimonianza di questa millenaria storia sono le numerose necropoli protovillaniane e villanoviane (X-VIII sec. a.c.) che già preannunciavano questa prima grande civiltà italica. Poi furono le grandi comunità, città proiettate in una nuova dimensione economica, pulsanti di attività diverse e di nuovi fermenti sociali, con attorno una miriade di altri centri fortemente arroccati sui bastioni tufacei, che moltiplicarono la vita, l uso sapiente e razionale del territorio. Tuscia, una terra dalle molteplici sfaccettature, culla della civiltà del Lazio, dove si alternano borghi medievali, valli incontaminate e numerose testimonianze d arte. Itinerari turistici tra i più diversificati, ognuno dei quali racchiude un forte legame col territorio. L affinità di ogni Comune con quest area lo porta ad essere un continuum con la sua tradizione, pur evidenziandone la tipicità nei propri colori, sapori e manifestazioni. Percorsi, visite e natura che accontentano una vasta gamma di visitatori. Immergersi in atmosfere fuori dal tempo, estasiarsi di orizzonti sconfinati, recuperare tracce del passato e deliziare ogni senso si può: nella Tuscia. 1

4 Viterbo Città dei Papi 2 Viterbo, capoluogo dell omonima provincia, è situata a ridosso dei Monti Cimini, tra il Lago di Vico e quello di Bolsena. La sua superficie si estende tra l area Maremma e l area Teverina. La Palanzana, monte alto 800 metri, domina la pianura su cui sorge il centro urbano. Città d arte e di cultura, offre al visitatore numerose opportunità: dalle chiese medioevali ai palazzi rinascimentali, dalle aree archeologiche alle terme, dalla buona cucina alle tradizioni culturali. L importanza storica del capoluogo della Tuscia, come città dei Papi, ha fatto sì che, proprio per volere di pontefici e ricche famiglie, si realizzassero edifici religiosi e residenze signorili tuttora visibili all interno del centro cittadino. Una lunga cinta muraria arricchita da porte d accesso racchiude gli antichi rioni di S. Pellegrino, Pianoscarano e Colle del Duomo, che si affaccia sulla splendida Valle Faul; passeggiando per le strade di questi quartieri, nonostante lo scorrere del tempo, il visitatore può rivivere le emozioni dell antica atmosfera medioevale. Fuori le mura la necropoli di Castel d Asso e la città di Ferento testimoniano la presenza sul territorio delle due civiltà a cui è attribuita l origine di Viterbo: etrusca e romana. Diverse località circondano il capoluogo: La Quercia, Bagnaia, S. Martino al Cimino, Tobia, Roccalvecce, Grotte Santo Stefano, Montecalvello; borghi di interesse storico, possiedono ville, chiese, palazzi e giardini di straordinario valore artistico. Rivestono particolare interesse i musei cittadini, allestiti per la maggior parte all interno di antiche residenze storiche o di edifici religiosi, che conservano le memorie dei popoli che vissero la Tuscia. Viterbo occupa un area prevalentemente termale: diverse le sorgenti dalle importanti proprietà curative; scoperte già ai tempi degli Etruschi, furono valorizzate dai Romani, che edificarono numerose strutture, ancora visibili, nei pressi delle sorgenti principali. Le terme, utilizzate per tutto il Medioevo e frequentate da papi e personaggi illustri, offrono cure terapeutiche ma anche opportunità di svago e relax. Tra gli eventi proposti nel capoluogo, i festeggiamenti in onore di Santa Rosa: la forte devozione dei viterbesi nei confronti della patrona cittadina ha dato vita alla tradizione del trasporto della Macchina di Santa Rosa, che si ripete ogni anno la

5 3 notte del 3 settembre, quando una lunga spirale di luce portata a spalla da cento facchini percorre le vie cittadine fino al Santuario delle monache clarisse, dove è conservato il corpo della Santa. Questa guida è articolata secondo un percorso che permette al turista di visitare le principali bellezze storiche cittadine, consigliando un itinerario suddiviso per piazze, vie o quartieri. Nella prima parte è proposta una visita del centro urbano, in seguito sono trattati i borghi, le aree archeologiche, le terme e gli eventi culturali.

6 Saluti Tuscia, terra di benessere. È con questo slogan che si potrebbe racchiudere tutto ciò che offre questo straordinario territorio in cui abbiamo la fortuna di vivere, poiché uno stato di benessere si ottiene quando riusciamo a soddisfare non solo i cinque sensi, ma anche il nostro spirito. E la Tuscia ha questo potere. Dal mare ai laghi, da boschi e colline a piccoli e grandi centri, incastonati come gioielli in questa terra caratterizzata da bellissime testimonianze storiche, artistiche e monumentali. L'enogastronomia, la tradizione, il folklore, la presenza di acque termali, uniche per le loro proprietà terapeutiche, sono il valore aggiunto ad un territorio e alle sue zone speciali, che ha tanto da offrire ai visitatori che, in compagnia della Guida all'ospitalità, potranno apprezzare ogni minimo particolare di Viterbo, Città dei Papi. Impegnarsi nella promozione e valorizzazione del territorio a 360 gradi è, per le Istituzioni, un dovere, al fine di incrementare le presenze turistiche e di sviluppare, di conseguenza, opportunità di crescita economica e occupazionale. Per noi, che operiamo nella Tuscia, di cui Viterbo è capoluogo, il dovere si converte in piacere, poiché presentare la nostra città, della quale conosciamo e amiamo le tipicità, non è soltanto una operazione istituzionale, ma un gesto d amore. Diventa facile allora coinvolgere il visitatore nell atmosfera suggestiva ricca di tanti aspetti, particolarità e luoghi, che meritano ognuno un approfondimento. Se poi queste aree vengono valorizzate singolarmente, pur restando nel contesto generale dell unicità del territorio, attraverso una pubblicazione prestigiosa e ricca di informazioni come la nuova Guida dell Ospitalità, c è da scommettere che l incremento del turismo diventerà presto una concreta realtà. 4 Giulio Marini Sindaco del Comune di Viterbo La Tuscia, terra degli Etruschi e non solo. Terra di tante bellezze, paesaggistiche, storiche, artistiche e folkloristiche. Non uno ma tanti motivi per visitarla, per lasciarsi coinvolgere dai colori, dai profumi e dall atmosfera magica che la nostra provincia emana. È difficile scegliere cosa promuovere perché il territorio offre davvero tanto, compreso l imbarazzo della scelta. Per questo, riteniamo che sia utile proporre ogni area del viterbese, ognuna con le sue proprie specificità. In questo contesto si inserisce Viterbo, città d arte e di antiche tradizioni. Quanti sceglieranno di visitare la provincia ed il capoluogo viterbese, di certo, non resteranno delusi. Alessandro Mazzoli Presidente della Provincia di Viterbo Commissario straordinario APT Fabrizio Purchiaroni Assessore del Comune di Viterbo Dopo il successo della Guida all Ospitalità nelle edizioni 2007 e 2008, la promozione della Tuscia si è arricchita di una serie di opere monografiche utili ad integrare ed approfondire informazioni e contenuti delle aree che compongono la nostra provincia tra cui si segnala Viterbo, cittadina medioevale di grande interesse turistico. Promuovere significa diffondere, far conoscere, esportare un prodotto di grande qualità e l Apt si sta impegnando oltremodo in questo suo ruolo. Siamo certi di fornire ai tanti visitatori un valido strumento di supporto informativo, facile da consultare e piacevole da leggere, un compagno di viaggio silenzioso ma esaustivo da conservare come il ricordo di questa splendida città. Marco Faregna Direttore APT di Viterbo

7 Indice Tuscia terra degli Etruschi 1 Viterbo Città dei papi 2 REGIONE Lazio PROVINCIA Viterbo (VT) NUMERO RESIDENTI CAP PREFISSO TELEFONICO 0761 Per informazioni: Azienda Provinciale del Turismo Palazzo Doria Pamphilj - Piazza dell Oratorio, S. Martino al Cimino - Viterbo, tel fax IAT Via Romiti (Stazione ferroviaria di Porta Romana) tel Ufficio informazioni via Ascenzi, 4 tel/fax infotuscia@libero.it Saluti 4 Cartina geografica 6 Cenni storici 8 Porta Faul - Piazza della Trinità - S. Faustino 10 Porta Fiorentina - Piazza della Rocca 12 Piazza Giuseppe Verdi 14 Corso Italia - Piazza delle Erbe 15 Sacrario - Piazza Martiri d Ungheria 16 Piazza del Plebiscito 17 Piazza del Gesù 19 Colle San Lorenzo 21 Piazza della Morte 23 Piazza Santa Maria Nuova 24 Via Cardinal La Fontaine 25 San Pellegrino 26 Pianoscarano - Porta San Pietro 28 Porta Romana 30 Piazza Fontana Grande 31 Via Cavour - Via Saffi 32 Porta della Verità 33 Via Mazzini 35 Dintorni 37 Siti Archeologici 43 Terme 45 Eventi 46 Indice 5

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10 Cenni storici Cenni storici 8 Città di origine etrusca, ricca di arte e di storia, fu edificata su un area compresa tra le rovine di Norchia presso Vetralla, Musarna al di sopra di Tuscania, Ferento a nord-est di Viterbo e il Vico Palanziana nei pressi del monte viterbese. Il primo nucleo cittadino sorse sul Colle del Duomo, dove gli Etruschi edificarono l abitato di Surrena o Sorrina, il quale intorno al 310 a.c. fu conquistato dai Romani, che si stanziarono presso Surrena Nova, sulla collina di fronte (Riello) e costruirono ville patrizie nei pressi degli stabilimenti termali lungo la Cassia. In seguito il Colle del Duomo fu occupato dai Longobardi (si stabilirono sul territorio tra il 568 e il 774 d.c.), i quali fortificarono l antico insediamento che prese il nome di Castrum Viterbii: compariva per la prima volta il nome Viterbo. Al tempo di Carlo Magno, la cittadina, con altre località del Lazio (Tuscia), fu ceduta al papa e alla Chiesa. Più tardi la contessa Matilde di Canossa, trovandosi a Roma negli anni , donò a PALAZZO PAPALE

11 papa Gregorio VII tutti i suoi beni, tra cui la città e le sue terre, che entrarono a far parte del Patrimonio di S. Pietro. Tra l XI e il XII secolo, durante le lotte tra papato ed Impero, Viterbo si dichiarò libero comune, periodo di maggior splendore per il capoluogo, che durò anche quando divenne città papale. Il primo papa, combattuto dai romani e che nel 1145 trovò rifugio nella cittadina, fu Eugenio III. Viterbo fu a lungo sede pontificia e centro della Cristianità: nel 1207 sotto il pontificato di Innocenzo III divenne capitale del Patrimonio di S. Pietro; si tenne proprio a Viterbo l evento storico per il quale si attribuì il termine conclave all elezione del pontefice: alla morte di Clemente IV (1268), i viterbesi stanchi di attendere la scelta di un successore da parte dei cardinali, che si era protratta per 33 mesi, decisero di rinchiudere a chiave gli alti prelati (cum clave) nella sala in cui erano riuniti, scoperchiare il tetto e ridurli a pane ed acqua; nel 1271 venne pertanto rapidamente nominato pontefice Gregorio X. Il XIII secolo fu uno dei più turbolenti e allo stesso tempo più significativi per la cittadina, la quale, nella prima metà del secolo, fu sconvolta dalle lotte interne tra casate e le opposte fazioni dei guelfi e dei ghibellini, rappresentate rispettivamente dalle famiglie Gatti e Tignosi; gli scontri, che continuarono anche nel Trecento, accanto alle mire dei baroni della contrada volte ad estendere le signorie sulle terre vicine ed il trasferimento dei papi ad Avignone, crearono un disgregamento del potere. A riportare l ordine sulle terre del Patrimonium, nella seconda metà del secolo, fu il cardinale Egidio Albornoz, inviato da Clemente VI. Le lotte tra casate tuttavia durarono per tutto il XV secolo, fino all intervento di Giulio II, eletto nel 1503, il quale, promovendo una serie di matrimoni tra famiglie rivali, garantì un periodo di pace. Con Paolo III Farnese ( ) Viterbo visse una fase di rinascita dal punto di vista urbanistico e culturale. Palazzi e residenze signorili, simbolo di potere delle nobili famiglie, chiese ed istituti religiosi edificati tra Medioevo e Rinascimento testimoniano il rilievo storico, politico e religioso che Viterbo assunse nel corso dei secoli. Le sorti della città negli anni successivi furono legate alle vicende dello Stato Pontificio. Tra le ultime città ad unirsi al Regno Sabaudo, divenne capoluogo di provincia nel Viterbo fu messa a dura prova durante la seconda guerra mondiale, quando, tra il 1943 e il 1944, ripetuti bombardamenti provocarono vittime e gravi danni al patrimonio artistico cittadino, in seguito in parte ricostruito. Cenni storici 9

12 Porta Faul / Piazza della Trinità 10 Porta Faul Piazza della Trinità San Faustino PORTA FAUL Risale alla metà del Cinquecento, ricavata all interno della duecentesca Torre Faul, fu eseguita su disegno del Vignola; si affaccia sull omonima vallata e costituisce una delle principali porte d accesso alla città. Fu fatta aprire da Alessandro Farnese nel 1568 (dopo aver chiuso la vicina Porta Vallia), come ricorda una lapide sull esterno della costruzione. In alto si possono ammirare gli stemmi del Comune, del vice legato Ansoino Polo e il giglio farnesiano. Secondo la leggenda, l appellativo FAUL nacque dalle iniziali dei quattro castelli da cui ebbe origine Viterbo: Fanum, Arbanum, Vetulonia e Longola. Tale monogramma compare anche nello stemma cittadino, costituito da un leone che tiene sotto la zampa un globo su cui si leggono proprio queste lettere. Lungo la cinta muraria, poco distante da Porta Faul, si ergono la Torre di Sassovivo e la Torre Porta Bove. TORRE DEL BRANCA Si innalza alla destra di Porta Faul, meglio conosciuta come Torre della Bella Galiana, fu eretta alla fine del Duecento su commissione del podestà Corrado del Branca, come attesta un epigrafe sulla torre stessa. Il cronista viterbese Niccolò della Tuccia (XV secolo) riporta la storia leggendaria di Galiana: donna di straordinaria bellezza, fu la causa dell assedio cittadino da parte delle truppe di Giovanni Di Vico, il quale, per un rifiuto da parte della giovane, attaccò Viterbo. Per liberare la città dall assedio, Di Vico chiese di vedere Galiana per un ultima volta. I viterbesi la fecero affacciare proprio in questo tratto di mura (episodio dal quale la torre prese il nome). Ed in questa occasione, la donna rimase vittima di un dardo scagliato dai seguaci del Di Vico. PORTA DI VALLE Piccola porta collocata a fianco della Torre del Branca. Già Porta Eulalia, utilizzata dal XII secolo, fu poi denominata Porta di Valle. Percorrendo via S. Giovanni Decollato si raggiunge piazza della Trinità. CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITÀ Il complesso della Santissima Trinità, costituito da una chiesa e da un convento, fu edificato per volere dei Padri Eremitani Agostiniani nel La chiesa, consacrata da Papa Alessandro IV nel 1257, è caratterizzata da una facciata barocca (1787) arricchita da statue di santi e da una grande cupola. Dalla parte destra dell edificio si accede al chiostro realizzato nel XVI secolo dal viterbese Pier Domenico Ricciarelli. La chiesa, a croce latina, è divisa in tre navate. Affreschi e tele, di un periodo compreso tra

13 Trecento ed Ottocento, decorano l interno dell edificio. Una cappella custodisce l immagine miracolosa della Madonna Liberatrice, alla quale, dal XVI secolo, viene dedicata una processione lungo le vie cittadine. CHIESA DEI SANTI FAUSTINO E GIOVITA Risale al XIII secolo, ma la struttura attuale è frutto di un rifacimento settecentesco e di restauri eseguiti nel Novecento. Divisa in tre navate che terminano in un coro absidato sormontato da una cupola, custodisce per lo più dipinti barocchi di scuola viterbese. Tra le opere di maggior pregio si segnala la Madonna di Costantinopoli, donata dai Cavalieri Gerosolimitani a ricordo del loro soggiorno a Viterbo dal 1523 al FONTANA DI SAN FAUSTINO Realizzata nella prima metà del Duecento, dagli scultori Iacopo di Andrea e Gemino di Mastro Francesco, come si apprende dall incisione sulla fontana, fu più volte restaurata nel corso dei secoli. Presenta una vasca circolare, al centro della quale si sviluppa una struttura a fuso decorata da teste di leone dai cui sgorga l acqua attraverso dei bocchettoni. Al centro del fuso si notano stemmi a bassorilievo. In cima foglie d acanto racchiudono una pigna. FONTANA DI SAN FAUSTINO San Faustino 11

14 Porta Fiorentina Piazza della Rocca Porta Fiorentina 12 MUSEO NAZIONALE ETRUSCO Il museo è allestito all interno della monumentale Rocca Albornoz, costruzione voluta dal cardinale spagnolo Gil Alvarez Carrillo de Albornoz alla metà del 300. L edificio ha subito numerose modifiche nel corso dei secoli. La Rocca, edificata a scopo difensivo, ospitò diversi pontefici, come Giulio II della Rovere, che nel 1506 affidò i lavori di ristrutturazione del palazzo all architetto Donato Bramante, il quale progettò il cortile con loggiato e fontana al centro. I lavori continuarono su commissione di Paolo III Farnese, in seguito ai quali l edificio assunse le sembianze di una fortezza.il museo si sviluppa su tre piani; finalità dell allestimento è ripercorrere le fasi storiche più significative dell Etruria Meridionale, in particolare del popolo etrusco. Al piano terra sono esposti i reperti rinvenuti nella campagna di scavo condotta dall Istituto Svedese nei siti di S. Giovenale (Blera) e di Acquarossa (Vt), che permettono di ricostruire la storia e l evoluzione degli abitati etruschi dei secoli VII e VI a.c. Il primo piano accoglie due sezioni dedicate agli insediamenti etrusco-romani di Ferento e Musarna; proprio da Ferento provengono le sculture delle Muse, esposte nella prima sala, che erano collocate nelle nicchie del teatro cittadino. All ultimo piano sono conservati corredi funerari provenienti dalle necropoli di Blera, Norchia, Barbarano Romano e Castel d Asso. Dal loggiato che si affaccia sulla piazza cittadina, realizzato per volere di Paolo III, si accede alla sala dedicata alla tomba della biga rinvenuta ad Ischia di Castro (Vt). Indirizzo: P.zza della Rocca 21b; tel.: Orario di apertura: dal martedì alla domenica ore 8,30-19,30. Chiuso il lunedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio. PORTA FIORENTINA Porta nord d accesso alla città, chiamata Fiorentina poiché posta in direzione di Firenze, venne sostituita all antica Porta Santa Lucia, appellativo che risale al 1254, la quale, nel corso dei secoli, fu varcata da illustri personaggi storici quali: Federico II, Ludovico il Bavaro, Carlo VIII; fu anche sede di scontri ed PIAZZA DELLA ROCCA

15 assedi come quello dei Lanzichenecchi nel maggio del 1527, i quali, dopo averla abbattuta, saccheggiarono la città. La struttura attuale, realizzata sotto il pontificato di Clemente XIII, il cui stemma domina sull estremità della porta, risale al CHIESA DI S. FRANCESCO Il complesso di S. Francesco, che comprende la chiesa ed il convento ad essa adiacente, risale al XIII secolo. Si erge su un terreno che il pontefice Gregorio IX volle cedere ai Francescani. A seguito dei danni subiti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, l edificio venne restaurato ed in parte ricostruito riportando la chiesa all originale struttura romanico-gotica, eliminando alcuni rifacimenti barocchi. Sul lato della facciata si scorge un pulpito eretto nel 1428, sul quale predicò S. Bernardino da Siena. La chiesa, a croce latina, termina con un abside quadrata; il soffitto a capriate ha sostituito dopo i restauri le volte seicentesche. Gli affreschi del Trecento che decoravano le pareti sono andati perduti. Tra le opere architettoniche da menzionare: i resti dei monumenti funebri di Pietro di Vico e di Clemente IV (morto nel 1268), realizzati da Pietro di Oderisio, rispettivamente nel 1269 e nel 1270, quelli del monumento funebre del cardinale Marco da Viterbo e il mausoleo di Adriano V (morto nel 1276) attribuito ad Arnolfo di Cambio. FONTANA DELLA ROCCA S. Pietro alla Rocca, fontana medioevale, fu restaurata nel XV secolo con l aggiunta di una vasca; tuttavia nel Cinquecento venne totalmente sostituita con una nuova, sotto la committenza del cardinale Alessandro Farnese, su progetto del Vignola. In un primo momento la struttura risultò poco stabile, pertanto subì nuovi interventi. Dopo i bombardamenti la fontana venne restaurata. La struttura ottagonale dell opera è arricchita da una gradinata che conduce ad una vasca, anch essa ottagonale, sormontata da due vasche concentriche; sulla sommità della fonte è collocato il giglio farnesiano. PALAZZO GRANDORI Risale alla metà del XIX secolo, fu sede di un albergo voluto dall ingegnere Luigi Grandori; all interno del palazzo il Cinematografo Eden offriva spettacoli musicali e di intrattenimento. PRATO GIARDINO Prato Giardino è il parco pubblico cittadino; situato fuori Porta Fiorentina, è ricco di alberi ed impreziosito da due laghetti ed alcuni monumenti artistici. Il parco ha origini antichissime; nel XIV secolo dopo la costruzione della Rocca Albornoz, divenne il giardino dei castellani papali. Prima di diventare di pubblica proprietà, appartenne a diverse famiglie quali: Monaldeschi, Gatti, Chigi. Recentemente è stato dedicato a Lucio Battisti in occasione del decennale della sua scomparsa: viali ed ingressi portano il titolo di canzoni dell artista. CHIESA DI SAN FRANCESCO Piazza della Rocca 13

16 Piazza Giuseppe Verdi Piazza Verdi 14 TEATRO UNIONE Inaugurato nell agosto del 1855, la struttura ottocentesca subì alcune modifiche nel corso dei restauri eseguiti nel 1949 dopo i bombardamenti; un altro importante restauro, che ha riportato la facciata all antico splendore, è stato eseguito recentemente. La parte esterna, ornata da una serie di colonne sormontate da capitelli dorici, in basso, e ionici in alto, termina con una terrazza. L interno è composto da quattro ordini di venticinque palchi e sormontato da piccionaia. Il progetto si deve all architetto Vespignani in collaborazione con l architetto Oddi. I dipinti del soffitto della sala appartengono al Samoggia e al Dalpane, le dorature e gli stucchi al Sasselli e al Damico. CHIESA DI S. MARCO Chiesa cistercense, fino al XVIII secolo fu sotto il controllo del monastero di S. Salvatore sul Monte Amiata. Da quanto si legge sull epigrafe della facciata, fu consacrata da papa Innocenzo III nel Edificio di modeste dimensioni, a pianta rettangolare, conserva un abside spostata sulla sinistra, che riporta l affresco raffigurante il Padre Eterno tra i Santi Pietro e Paolo; nel corso dei restauri è emerso, accanto alla porta d ingresso, un secondo affresco attribuito alla scuola del Pastura (XVI secolo), con la Vergine, il Bambino e un angelo. PALAZZO SANTORO Sorge di fronte alla chiesetta di S. Marco, sul lato destro del Teatro Unione; di stile rinascimentale, più volte ristrutturato, è caratterizzato da una loggia a triplice arcata e sormontato dallo stemma della famiglia Santoro, a cui appartenne il palazzo. Attualmente è sede della Biblioteca degli Ardenti. TEATRO UNIONE

17 Corso Italia Piazza delle Erbe CHIESA DEL SUFFRAGIO La chiesa di Santa Maria del Suffragio si trova lungo via del Corso, tra piazza Verdi e piazza del Plebiscito. Prende il nome dalla Confraternita a cui appartenne per un lungo periodo a partire dal XVII secolo. La struttura barocca per volere del cardinale e vescovo di Viterbo Brancaccio, il cui stemma lo ricorda sulla facciata, sostituì quella medievale della chiesa dedicata a S. Quirico. L interno ha un unica navata ed il soffitto è interamente coperto da una tela raffigurante Dio in Gloria tra la Madonna e Gesù con le anime del Purgatorio. La chiesa conserva dipinti di Luigi Vanvitelli, Francesco Maria e Anton Angelo Bonifazi. PALAZZO MAZZATOSTA Si trova in via dell Orologio Vecchio, via a cui si accede da piazza delle Erbe. Risale al XIII secolo, fu acquisito dalla famiglia Mazzatosta nel Quattrocento. La scala di accesso ed il parapetto del balcone furono ricostruiti agli inizi del Novecento e i restauri degli anni Trenta hanno riportato alla luce l arco a sesto ribassato che caratterizza l edificio. FONTANA DI PIAZZA DELLE ERBE La medievale fontana a fuso che abbelliva la piazza fu sostituita da quella di stile barocco (1621) disegnata dal pittore viterbese Caparozzi. Nel 1625 venne rifatta la vasca dallo scalpellino Antonio Pieruzzi. Nel 1877 fu aggiunta una ringhiera in ferro ed i leoni marmorei che sovrastano la fontana, scolpiti dall artista Pio Fedi. Dagli scalini ottagonali si accede alla fontana ornata da stemmi come quello del Comune; ne compaiono altri sotto le mensole poste a sostegno delle sculture leonine. Interessante il globo sotto la zampa dei leoni con su scolpita la scritta FAVL: iniziali dei quattro castelli da cui la città ebbe origine. PALAZZO GATTI FONTANA DI PIAZZA DELLE ERBE È situato agli inizi di via del Corso. Risale al XIV secolo, conserva sulla facciata gli stemmi della omonima famiglia. Nel XVI secolo si estendeva oltre la superficie attuale. È sede del Monte dei Paschi di Siena. Percorrendo via del Macel Gattesco, via che prende il nome da un cruento scontro avvenuto tra le famiglie Gatti e Tignosi, si giunge a piazza del Sacrario. Corso Italia / Piazza delle Erbe 15

18 Sacrario / Piazza Martiri d Ungheria 16 Sacrario Piazza Martiri d Ungheria CHIESA DI S. GIOVANNI BATTISTA detta DEGLI ALMADIANI Fu edificata per volere del protonotaro di Leone X Giovanni Battista Almadiani nel La struttura dell edificio ha subito nel corso del XIX secolo notevoli cambiamenti rispetto all assetto rinascimentale: nulla si conserva dell antico monastero che affiancava la chiesa ed il campanile originale è stato abbattuto e sostituito da una torre a bande policrome. L interno, diviso in tre navate, attualmente è utilizzato per ospitare mostre ed eventi culturali. TEMPIETTO DI SANTA MARIA DELLA PESTE delle Poste è situata Santa Maria della Salute, edificata intorno al 1320 per volere di mastro Fardo d Ugolino, esponente dell Arte dei Notai, che alla morte fu sepolto proprio all interno dell edificio. Nel XIV secolo ospitò l Arte degli Speziali ed in seguito quella degli Avvocati, Procuratori, Notari e Letterati, a cui venne affidata la chiesa. Il portale in marmo, di scuola senese, fu eseguito nel 1337 su disegno dell architetto Lorenzo Maitani. Diverse le tematiche scolpite: dalle 14 opere di Misericordia, alla Discesa di Cristo al Limbo, alla Sepoltura dei Morti. All interno erano custoditi dipinti, per lo più di stile barocco, di artisti viterbesi. Rimangono frammenti di affreschi, un altare centrale in peperino e pietre tombali. Il tempietto, dal 1936 Sacrario dedicato ai Caduti, fu edificato nel 1492, segno di devozione e gratitudine dei viterbesi alla Vergine, a cui era stato attribuito il miracolo di aver liberato la città da un epidemia pestilenziale. Di struttura ottagonale, all interno mattonelle in terracotta smaltata coprono il pavimento. Presente un altare con ciborio ed affreschi rinascimentali. CHIESA DI SANTA MARIA DELLA SALUTE Percorrendo via Filippo Ascenzi, sul lato destro della strada, di fronte al palazzo SACRARIO

19 Piazza del Plebiscito Conosciuta dai viterbesi come piazza del Comune, è il fulcro politico-istituzionale della città; conserva infatti importanti palazzi come quello comunale e della Prefettura. PALAZZO DEI PRIORI Iniziato nel 1460 per ospitare la nuova sede del Governatore della Provincia del Patrimonio, nel 1510 ne presero possesso i Priori. Dopo diversi rifacimenti, assunse l aspetto attuale verso la metà del XVI secolo. Il porticato che si affaccia sulla piazza, di stile duecentesco, è costituito da nove arcate sostenute da colonne; la facciata rinascimentale è suddivisa in due ordini di finestre: a croce guelfa quelle in basso e con mensole ad arco quelle in alto. Al centro compare lo stemma di Sisto IV della Rovere, che sovvenzionò parte dei lavori dell edificio (1481). Si accede al palazzo tramite un giardino da cui è possibile ammirare Valle Faul; la fontana che orna il cortile fu realizzata nel 1626 su disegno del Caparozzi. Salendo lo scalone per accedere alle sale, si nota un sarcofago etrusco risalente al III secolo a.c. Sulla sommità della scala, sulla destra si trova la Cappella del Magistrato, iniziata alla fine del Cinquecento da Domenico del Fattore e Filippo Artesanta e terminata nel Il soffitto ligneo, elegantemente intagliato e dorato è costituito da cassettoni. Gli affreschi con le Storie della Vergine appartengono a Filippo Caparozzi e a Marzio Ganassino. Da segnalare anche gli stucchi e l altare realizzati dallo Spinzio. Continuando la visita del palazzo si attraversa la Sala della Madonna, in cui tutti gli affreschi sono riferiti alla Vergine, in particolare ai Miracoli della Madonna della Quercia. Vi è custodita la Carrozza dei Priori. Più avanti la Sala Regia conserva dipinti cinquecenteschi di Baldassarre Croce. Il soffitto affrescato da Tarquinio Ligustri mostra i territori assoggettati a Viterbo. Sulle pareti sono rappresentate le origini mitiche della città, i paesi della Tuscia ed illustri personaggi viterbesi. Nella Sala del Consiglio si possono ammirare dipinti a soggetto mitologico eseguiti nella metà del Cinquecento da Teodoro Siciliano. Il soffitto a cassettoni PIAZZA DEL PLEBISCITO Piazza del Plebiscito 17

20 Piazza del Plebiscito 18 risale al XV secolo e i banchi in legno alla prima metà del Seicento; da notare gli stemmi di Paolo V Borghese, Alessandro VII Chigi e del cardinale Alessandro Farnese. La sala successiva, denominata Sala delle Bandiere, utilizzata per celebrare matrimoni civili, è decorata con dipinti che rappresentano paesaggi della Tuscia, eseguiti da Giuseppe Torriani (XVIII secolo). La Sala Rossa, che prende il nome dal colore della tappezzeria che ricopre le pareti, contiene mobili di pregio, la mazza metallica, simbolo del potere dei Priori, e il bossolo utilizzato per le votazioni. La Pinacoteca è stata allestita nel corridoio che collega Palazzo dei Priori con il Palazzo del Podestà. PALAZZO DEL PODESTÀ Attualmente sede degli uffici comunali, vi si accede da via Ascenzi. Fu edificato nel 1264 come Palazzo del Capitano del Popolo; subì diversi rifacimenti e nel Settecento venne realizzato il balcone che si affaccia sulla piazza. A fianco dell edificio si trova la Torre dell Orologio, ricostruita alla fine del XV secolo sulle rovine di una torre più antica. È ornata da un quadrante in ceramica e da stemmi in peperino. La campana in alto risale al All angolo dell edificio, sotto alla torre, si trova la colonna con il leone e la palma, simboli di Viterbo; più in alto si notano gli stemmi del cardinale d Este e del vescovo Ardinghelli. CHIESA DI SANT ANGELO IN SPATHA Situata tra piazza del Plebiscito e via Roma, dedicata a S. Michele Arcangelo, prese il nome dalla famiglia Spatha, che l acquisì nell XI secolo. Consacrata da Eugenio III nel 1145, subì diversi rifacimenti; in seguito a quello realizzato nel XVIII secolo, la chiesa mutò radicalmente struttura. L ultimo restauro è stato eseguito recentemente. Sulla facciata, tre stemmi, appartenenti a Pio IV, Piccolomini Baldini e al Comune, sormontano le finestre. A fianco del portale è situata una riproduzione di un sarcofago romano, utilizzato come monumento funebre della Bella Galiana, figura leggendaria viterbese (cfr. pagina 10). L interno ad un unica navata è costituito da un transetto ed un presbiterio a pianta quadrata con abside; sui lati si aprono delle cappelle. La chiesa custodisce dipinti di artisti viterbesi. PALAZZO APOSTOLICO Attualmente Palazzo della Prefettura, fu edificato nel 1247 come sede del Capitano del Popolo e dei Priori; in seguito ospitò il Podestà. Affidato nel 1546 all Ordine dei Cavalieri del Giglio (fondato a Viterbo da Paolo III), fu anche residenza dei delegati apostolici e successivamente del Governatore dello Stato Pontificio. Il palazzo subì due importanti restauri: uno tra il XVI e il XVII secolo, il quale eliminò l originaria struttura duecentesca e un altro nel 1779, per volere di Pio VI, come si legge sulla facciata dell edificio. PALAZZO DEI PRIORI - SALA REGIA

21 Piazza del Gesù PALAZZO CHIGI Prima di raggiungere piazza del Gesù, lungo via Chigi, che si apre sulla destra di via S. Lorenzo, si può ammirare Palazzo Chigi.L edificio, che risale alla seconda metà del Quattrocento, fu fatto costruire da Carlo d Antonio Caetani, commerciante di allume di origine pisana. Nel primo Cinquecento venne acquisito da Francesco Mariano Chigi, famiglia da cui il palazzo prese il nome. Sulla facciata, dove compare lo stemma dei Chigi della Rovere, finestre bugnate ornano il primo piano, quelle a tutto sesto occupano il piano più in alto. L interno è caratterizzato da un cortile con portico e loggia. Sotto il portico si nota un edicola con l immagine della Vergine col Bambino, affrescata dal Pastura. Dalla porta del cortile si accede al Giardino Chigi, in fondo al quale si trova una fontana che conserva lo stemma della famiglia proprietaria del palazzo. In piazza del Gesù sono diverse le bellezze architettoniche da segnalare, giacché nel Medioevo la piazza era sede comunale, prima che venissero edificati i palazzi a piazza del Plebiscito. Piazza del Gesù 19 PIAZZA DEL GESÙ

22 Piazza del Gesù 20 TORRE DEL BORGOGNONE Risale al XIII secolo; così denominata perché alla sua base era tracciata la lunghezza del piede di Messere Angelo Borgognoni, la quale moltiplicata per dieci, formava l unità di misura utilizzata dal Comune. Detta anche Torre Artemi, poiché vi abitò Pietro Artemi, canonico della Cattedrale di S. Lorenzo. Ha subito diversi interventi di restauro, soprattutto sulla parte frontale rivolta verso la piazza. FONTANA DI PIAZZA DEL GESÙ Probabilmente già esisteva una fonte nel XIV secolo; da quanto si apprende dai documenti, nel 1450 fu stipulato un contratto tra Mastro Cecco da Mugnano ed il Comune per il restauro ed il rifacimento della fontana. Nel XVIII secolo divenne di proprietà della famiglia Chigi, che provvide a farla riparare. Agli inizi del Novecento la Soprintendenza decise di sostituire la fontana con una nuova realizzata con le parti della fonte del convento di S. Domenico; si scelsero i progetti di Giovanni Pizzichetti e della Cooperativa dell Arte Edilizia. La struttura che si può ammirare attualmente è il risultato di tali progetti ed è costituita da vasche sovrapposte: la prima, più grande, è sostenuta da un pilastro sormontato da un capitello corinzio, la seconda, di minori dimensioni, è caratterizzata da un sostegno decorato con sculture di animali. CHIESA DEL GESÙ Di stile romanico, dai documenti già menzionata nell XI secolo. La chiesa è legata ad uno degli episodi più cruenti che la storia ricordi: l uccisione di Enrico di Cornovaglia, il 13 marzo 1271, per mano di Guido di Montfort. In quell anno infatti giunsero a Viterbo Carlo I d Angiò, re di Sicilia e Filippo III, re di Francia, per accelerare i tempi dell elezione pontificia, giacché il conclave in atto da anni tardava a concludersi; al seguito del d Angiò era Enrico di Cornovaglia, cugino di re Edoardo I d Inghilterra. Arrivarono a Viterbo anche Guido e Simone de Montfort, figli del conte di Leichester, ucciso pochi anni prima da Edoardo I. Durante un rito religioso all interno della chiesa, Guido e Simone de Montfort, per vendicare l uccisione del padre, assassinarono il principe Enrico. Nel XV secolo l edificio fu sede delle Arti degli Ortolani e dei Calzolai; nel XVI secolo passò poi ai Carmelitani e nel 1643 il cardinale Brancaccio l affidò alla Confraternita del SS. Nome di Gesù e di Sant Anna. La facciata è sormontata da un campanile a vela e due leoni. All interno si trova un affresco del 1450 con il Noli me tangere tra Sant Andrea e S. Silvestro e l Eterno tra angeli musicanti. La chiesa è stata più volte restaurata.

23 Colle San Lorenzo Sorge sul Colle del Duomo il primo nucleo cittadino, abitato fin dal tempo degli Etruschi, come testimoniano alcune pietre sul lato destro dell accesso alla piazza. PALAZZO FARNESE Lasciata piazza del Gesù, percorrendo via dei Pellegrini ed attraversando il ponte, innalzato su basamenti etruschi, si raggiunge Palazzo Farnese. La costruzione, realizzata sulle fondamenta di un edificio duecentesco, voluta da Ranuccio Farnese, capitano della Chiesa, risale al XV secolo; è caratterizzata da un cortile e sulla facciata compare un doppio ordine di bifore ornate da gigli farnesiani. Un liocorno decora la porta di accesso. CASA DI VALENTINO DELLA PAGNOTTA Occupa il lato sinistro della piazza. Residenza di Valentino della Pagnotta, priore della città nel 1458, ha uno stile duecentesco anche se risale al XV secolo. Anni dopo il Palazzo passò alla famiglia Erculei. La facciata è costituita da due archi a tutto sesto sorretti da una colonna e da finestre a bifora, più in alto. I bombardamenti della seconda guerra mondiale causarono il crollo di una parte dell edificio. MUSEO COLLE DEL DUOMO Il museo è situato accanto alla cattedrale ed ospitato presso le strutture medioevali che un tempo furono sede capitolare. Al suo interno il giardino archeologico accoglie manufatti di diverso tipo, rinvenuti durante i lavori di allestimento del museo. La galleria espone opere di importanti artisti viterbesi come Bartolomeo Cavarozzi, Domenico Corvi e Pietro Vanni. Tra i dipinti da segnalare una Madonna con Bambino detta Madonna della Carbonara (XIII sec.); vi sono poi paramenti sacri, reliquiari e calici appartenuti a papi e cardinali. Indirizzo: P.zza S. Lorenzo 8A; Tel.: Orario di apertura: estivo: 10,00-13,00 e 15,00-20,00; invernale: 10,00-13,00 e 15,00-18,00. CATTEDRALE DI S. LORENZO Costruita sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Ercole. Già pieve nel 775, nel 1192 cominciarono i lavori che trasformarono la chiesa in edificio romanico. Il campanile, costruito nel 1369, presenta le caratteristiche del gotico toscano. La facciata fu realizzata per volere del Cardinale Giovan Francesco De Gambara nel La cattedrale fu più volte ristrutturata, in particolare i rifacimenti seicenteschi eliminarono l originaria struttura medioevale. Anche il duomo, come molti edifici storici viterbesi, fu colpito dai Colle San Lorenzo 21

24 Colle San Lorenzo 22 bombardamenti del 1944, pertanto parte della chiesa è stata ricostruita. L interno è suddiviso in tre navate. La parte centrale è ricoperta da un pavimento cosmatesco. Nella navata destra si possono ammirare: il fonte battesimale del XV secolo, le Cappelle di Santa Caterina verso l entrata e quella dei Santi Valentino ed Ilario a metà della navata, e diversi dipinti del XVII secolo, tra cui quello di Giovan Francesco Romanelli con la Sacra Famiglia e S. Bernardino. Nel Cappellone, che si apre dietro il presbiterio, si trova la volta affrescata da Giuseppe Passeri (XVII secolo) con il Giudizio Universale e le Virtù Cardinali e una tela del Romanelli con S. Lorenzo in gloria. La navata sinistra conserva il monumento funebre di Giovanni XXI e le lastre tombali di Alessandro IV (1261) e Clemente IV (1268). Da menzionare anche la riproduzione della Madonna della Carbonara, conservata in originale al Museo Colle del Duomo. Seguono: la Cappella di S. Lucia con affreschi barocchi ed altre tele eseguite tra XVII e XVIII secolo. Alla fine della navata è collocata la tavola del Redentore Benedicente tra S. Giovanni Evangelista, S. Leonardo, S. Benedetto e S. Giovanni Battista (1472). PALAZZO PAPALE PALAZZO PAPALE Costruito nel 1266 su commissione del capitano del popolo Raniero Gatti, come dimora - fortezza per i pontefici, divenne il centro della vita religiosa e diede fama e prestigio alla città. Più volte rimaneggiato tra Quattrocento e Cinquecento, furono i restauri eseguiti nel 1897 a ridonare al palazzo l antico aspetto medioevale. Notevoli differenze si riscontrano tra il lato rivolto verso la piazza e quello interno che si affaccia su Valle Faul: più signorile il primo, caratterizzato dall aspetto di fortezza il secondo. Tramite una scalinata, si accede sulla sinistra alla Sala del Conclave e al palazzo vescovile, sulla destra alla loggia, la quale in origine era circondata su tutti i lati da archetti intrecciati a traforo e probabilmente coperta. Nella Sala del Conclave sono stati eletti ben cinque papi: Urbano IV (1261), Gregorio X (1271), Giovanni XXI (1276), Niccolò III (1277) e Martino IV (1281).

25 Piazza della Morte PALAZZO DI S. TOMMASO Lasciata piazza S. Lorenzo, dirigendosi verso piazza della Morte, si giunge al Palazzo di S. Tommaso, il quale, realizzato su commissione della famiglia Tignosi (XIII secolo), è abbellito da una loggia. FONTANA DELLA MORTE O DI S. TOMMASO Prende il nome dalla piazza che la ospita, costruita nel XIII secolo, è una delle più antiche della città. Possiede la struttura a fuso tipica delle fontane viterbesi. Specchiature rettangolari circondano la vasca. Il fuso, sostenuto da una colonna, nella parte in basso è decorato da protomi leonine da cui sgorga l acqua, in alto da sculture a foglia stilizzata; è sormontato da un ornamento a forma di pigna. CHIESA DI SANTA GIACINTA E MONASTERO DI S. BERNARDINO Il monastero e la chiesa, dedicati a S. Bernardino, furono edificati nella seconda metà del Quattrocento. Nel Cinquecento il complesso monastico si ingrandì con l acquisizione di diversi edifici fino a piazza S. Carluccio. Lavori di ristrutturazione vennero eseguiti nel secolo successivo; poco rimane dell antica struttura, bombardata durante la guerra. La chiesa in seguito fu dedicata a Santa Giacinta (secolo XVII), nobildonna ospitata nel convento, le cui spoglie sono conservate in una cappella proprio all interno della chiesa. Piazza della Morte 23 FONTANA DELLA MORTE

26 Piazza Santa Maria Nuova 24 Piazza Santa Maria Nuova Lasciata piazza della Morte, attraversando un breve tratto di via Cardinal La Fontaine, si giunge a piazza Santa Maria Nuova. CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA La chiesa, fondata nel 1080, sostituì una costruzione precedente; Santa Maria Nuova pertanto è uno degli edifici religiosi più antichi della città. Importante il ruolo istituzionale che la chiesa ricoprì nel Medioevo: custodiva le casse con le finanze comunali, i documenti riguardanti le esenzioni pontificie ed imperiali di dazi e gabelle, accoglieva adunanze popolari, elezioni di priori ecc. Nel Cinquecento le casse vennero trasferite nella nuova sede del Comune e la chiesa passò ai Carmelitani. La facciata è ornata nella parte in alto da un immagine di Giove; il portale laterale è caratterizzato da una lavorazione a punta di diamante. All angolo si trova un pulpito reso celebre dalla predicazione di S. Tommaso d Aquino nel L interno è diviso in tre navate. Santa Maria Nuova conserva importanti testimonianze pittoriche come l icona del Santissimo Salvatore del XIII secolo: tavola con un Cristo Benedicente al centro, ispirato all immagine acheropita del Sancta Sanctorum; ai lati la Vergine e S. Giovanni e i Santi Pietro e Paolo negli sportelli. Interessanti gli affreschi sulle pareti laterali: nella navata di destra, all interno della prima nicchia è raffigurato Cristo in croce compianto dagli angeli tra Maria, Giovanni, Sant Ambrogio e un altro santo, affresco attribuito al Balletta (XV secolo). La seconda nicchia conserva il Cristo crocifisso, tra Maria, Giovanni, S. Nicolò e Santa Barbara del 1293; le nicchie della navata sinistra: Madonna in trono con il Bambino, Giovanni Battista e il Cristo Eucaristico, attribuito al Balletta, Cristo crocifisso tra Maria, la Maddalena, S. Giovanni Battista, S. Giovanni Evangelista e S. Giacomo Maggiore, di Matteo Giovanetti, artista viterbese della scuola di Simone Martini, infine S. Giovanni Battista, S. Girolamo, S. Lorenzo e il committente, del Pastura. Dietro la chiesa è possibile visitare il chiostro di cui sono rimasti soltanto due dei quattro lati, quello più lungo caratterizzato da colonne con capitelli a forma di stampella.

27 Via Cardinal La Fontaine PALAZZO GATTI CHIESA DEL GONFALONE Dedicata a S. Giovanni Battista, di stile barocco, fu fatta costruire dalla Confraternita del Gonfalone, alla metà del XVII secolo. La facciata, realizzata su disegno di Francesco Ferruzzi, a forma concava, è divisa in due ordini. Sul portale, a cui si accede tramite una scalinata, si trova lo stemma di Adriano Sermattei, vescovo di Viterbo (XVIII secolo), e, più in alto, quello di Benedetto XIII. L altare maggiore divide la chiesa in due ambienti differenti: quello per i fedeli e quello dell Oratorio dei confratelli. Nella lunetta dell altare S. Giovanni Battista davanti ad Erode, dell artista Falaschi; nella lunetta sopra l organo la Decapitazione del Battista, di Domenico Corvi. L Empireo, di Vincenzo Strigelli, domina il soffitto a volta. Altari in stucco adornano le pareti della chiesa. PALAZZO GATTI Costruito nel 1266 per volere del capitano del popolo Raniero Gatti. In origine il palazzo comprendeva almeno sei torri, di cui ne è pervenuta solo una, la quale, divisa su tre livelli, termina con un terrazzo. Finestre a bifora e stemmi delle famiglie Gatti ed Anguillara decorano l esterno dell edificio. Sul lato destro un profferlo conduce al primo piano del palazzo. Via Cardinal La Fontaine 25

28 San Pellegrino San Pellegrino 26 Percorrendo via Cardinal La Fontaine, attraverso via S. Pellegrino si accede all omonimo quartiere, in cui profferli (elemento tipico dell architettura viterbese, costituito da una scala che costeggia la facciata dell edificio), torri e palazzi riportano alla Viterbo del Duecento. CHIESA DI S. PELLEGRINO Documenti storici attestano la presenza della chiesa a partire dall XI secolo. Ristrutturata nel XV secolo, affidata all Arte degli Albergatori, passò in seguito alla Confraternita del Santissimo Sacramento. La facciata fu eseguita nel 1899 su commissione del vescovo Antonio Maria Grasselli: l interno di un arco a sesto acuto è decorato da un rosone e da un portale con lunetta. La chiesa è stata ricostruita a seguito dei bombardamenti, che colpirono il tetto ed il presbiterio. Da segnalare un affresco del XV secolo con l Annunciazione, rinvenuto durante i restauri del dopoguerra. MUSEO DEL SODALIZIO DEI FACCHINI DI SANTA ROSA Custodisce materiale relativo al trasporto della Macchina di Santa Rosa, l evento più significativo della tradizione viterbese. Il museo, allestito nella sede del Sodalizio dei Facchini, espone alcuni modellini in scala delle macchine che si sono succedute dal 1924 ed una mostra fotografica. Indirizzo: Via S. Pellegrino 60; tel.: Orario di apertura: estivo: dal martedì alla domenica ore 10,00-13,00 e 15,00-20,00; invernale: 10,00-13,00 e 15,00-18,00. PALAZZO DEGLI ALESSANDRI Di proprietà della famiglia Alessandri, risale al XIII secolo. Ristrutturato nel corso del Novecento, è caratterizzato da un profferlo chiuso ad arco, forma ripresa dalle finestre in alto ed ornato da una UNO SCORCIO DI SAN PELLEGRINO IN FIORE

29 San Pellegrino PIAZZA SAN PELLEGRINO 27 decorazione a stella. Un edificio successivo venne collegato a quello principale attraverso un arco rampante, la cui facciata è costituita da un portico formato da archi a tutto sesto, sorretti da colonne. Sul retro si scorgono la Torre Alessandri e la Torre Scacciaricci. VIA S. PELLEGRINO Proseguendo il percorso lungo via S. Pellegrino, si attraversa piazza Scacciaricci, dove si possono ammirare l omonima torre, appartenuta alla famiglia Scacciaricci, e due profferli. Di seguito, lungo la strada si scorgono: l arco di un abitazione, Palazzo Faerni (XVI secolo) e più avanti il palazzo di Niccolò Perotti, governatore della città (1480). PIAZZA S. CARLUCCIO Sulla destra è collocata una fontana del XIII secolo, addossata ad un palazzo che appartiene alle suore Venerini, ornata da un leone da cui sgorga l acqua e da stemmi delle famiglie Gatti ed Anguillara. Più avanti la chiesa che fu detta di S. Carluccio, da cui prese il nome la piazza, ed un chiostro, retro, un tempo, del complesso monastico di Santa Giacinta.

30 Pianoscarano Porta San Pietro Pianoscarano 28 Via delle Piaggiarelle congiunge S. Pellegrino al quartiere di Pianoscarano, un tempo Vico Squarano. Si presenta come un piccolo borgo racchiuso entro le mura cittadine, dove edifici ed abitazioni mantengono l antico aspetto medioevale. FONTANA DI PIANO Oltrepassato il Ponte di Paradosso, proseguendo sulla salita di Pianoscarano, si raggiunge piazza Fontan di Piano, conosciuta proprio per l antica fonte che vi si erge al centro. La fontana fu costruita nel 1376, in sostituzione della precedente, distrutta a seguito di uno scontro cittadino. Restaurata nel XIX secolo, subì altri interventi dopo la guerra. Da tre scalini si accede alla vasca decorata da riquadri intervallati da colonnine; al centro si innalza il fuso a forma esagonale sorretto da una colonna, in cui sono incassati dei leoni. I bassorilievi più in alto rappresentano dei santi, probabilmente S. Nicola e Sant Andrea. CHIESA DI S. CARLO Attualmente il complesso di S. Carlo ospita la facoltà di Scienze Politiche dell Università della Tuscia. La chiesa, di origine medioevale, fu sede nel Seicento dell Ospizio dei Convalescenti. La chiesa è caratterizzata da una semplice facciata sormontata da un campanile a vela; l interno, a tre navate, è diviso da colonne con capitelli a corona. Del monastero medioevale rimane soltanto il chiostro adiacente. PORTA DI PIANOSCARANO O DEL CARMINE Denominata del Carmine nel 1268, quando furono edificati la chiesa ed il convento (adiacenti alla porta stessa) dedicati alla FONTANA DEL PIANO

31 Madonna del Carmine. Nel Medioevo vi si accedeva tramite un ponte levatoio. Costituita da un arco a tutto sesto ed uno a sesto ribassato, presenta un affresco seicentesco con la Madonna in trono con S. Nicola e Sant Andrea. CHIESA DI SANT ANDREA Costruita alla fine del XII secolo, fu sede dell Arte degli Ortolani nel Trecento e degli Speziali nel secolo successivo. Nei primi anni del Novecento, per volere del vescovo Grasselli venne recuperata la cripta. Ben poco rimane dell originale struttura medioevale; la chiesa infatti è stata quasi del tutto ricostruita dopo i bombardamenti. La facciata, che presenta tracce di stile romanico, abbellita da un portico, è sormontata da un campanile a vela. L interno è ad un unica navata; una scalinata conduce al presbiterio che termina in tre aperture absidali illuminate da strette monofore. Due ingressi ai lati del presbiterio conducono alla cripta: ambiente ben conservato, presenta caratteristiche tipiche dello stile gotico. Nel catino dell abside centrale sono visibili resti di un affresco raffigurante l Agnello Eucaristico ed i simboli degli Evangelisti. CHIESA DELLA VISITAZIONE Si trova in via San Pietro. Consacrata nel 1614, edificio ad un unica navata, conserva dipinti eseguiti tra XVII e XVIII secolo, come la pala con il Martirio di S. Bartolomeo, copia del Guercino, attribuita ad Annunziata Verchiani (1774) o la tela del Falaschi con la Madonna e il Bambino con S. Benedetto e S. Bernardo. Da menzionare anche l opera seicentesca di Filippo Cavarozzi con la Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta. PALAZZO PAMPHILI Sorge accanto a Porta S. Pietro; edificato nel 1220 per volere dei monaci cistercensi che lo utilizzarono come rifugio, prese il nome di Palazzo dell Abbazia di S. Martino al Cimino; fu poi denominato Palazzo dell Abate, poiché vi alloggiò l abate Baldassarre Gatti. Con il cardinale Francesco Todeschini Piccolomini (papa Pio III nel 1503), la costruzione venne ampliata nel tratto tra la torre merlata e Porta S. Leonardo. Dal 1645 fece parte del principato di Donna Olimpia Maidalchini Pamphili e nel XVIII secolo passò ai Doria Landi. La facciata, ornata da finestre a bifora, è stata rifatta nel PORTA S. PIETRO Già Porta Salicicchia, quando venne costruita la chiesa di fronte prese il nome di Porta S. Pietro. Merlature con feritoie testimoniano che la porta doveva difendere Viterbo da attacchi nemici. CHIESA DI S. PIETRO È situata fuori Porta S. Pietro. La sua struttura attuale risale al XVII secolo, quando furono eseguiti i lavori di restauro per volere del cardinale Scipione Cobelluzzi, ricordato da uno stemma sulla facciata della chiesa. L interno, a croce latina, è coperto da un soffitto a volta; nelle vele della cupola si scorgono le figure degli Evangelisti. Nella prima cappella di destra si trova un dipinto del Settecento con la Madonna e S. Giuseppe con il Bambino tra Santa Elisabetta, S. Zaccaria e S. Giovanni Battista. Da segnalare anche gli affreschi che decorano la terza cappella con una Crocifissione, la Vergine incoronata dalla SS. Trinità, la Decollazione del Battista e la Madonna delle Grazie. Sull altare maggiore è posta una tela del Cinquecento con la Crocifissione di S. Pietro. Porta San Pietro 29

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