Sommario. Editoriale Andrea Sammarco. Sistema camerale. Dossier Credito. Osservatorio. Rubriche. Economia e territorio. Arte.

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2 Sommario i m p r e s a Editoriale Andrea Sammarco Sistema camerale Bilancio di Mandato Alviero Moretti Il Bilancio di Mandato della Camera di Commercio di Perugia Gianfranco Cavazzoni Ferruccio Dardanello è il nuovo presidente di Unioncamere per il triennio S Benvenuti i brevetti Umbria e Perugia a Barcellona Artigianato a portata di clic Maria Elena Milletti A scuola di ceramica nella capitale della ceramica Silvia Angelici Arte Un doppio cubo mistico a Foligno Antonio Carlo Ponti Dossier Credito Una iniezione di liquidità per le imprese Alessandro Bruschetti, un omaggio Massimo Duranti Il credito alle imprese in Umbria Paolo Pasca 12 Interviste ai Presidenti delle banche operanti in Umbria Osservatorio Urge fiducia tra governo e mondo bancario Giuseppe De Rita Economia e territorio Giornata dell economia 2009 settima edizione Umbria: l utilità di una lettura strutturale dell economia Alessandro Rinaldi 27 Gli effetti della crisi sulle imprese Anna Cagnacci Percorsi museali Umbria terra di Musei e di bellezza Giovanni Zavarella Rubriche marchi e brevetti Il digitale e la disciplina del dirito d autore nella normativa comunitaria Giuseppe Caforio cameranotizie Mario Pera note di legislazione regionale Massimo Duranti scaffale Antonio Carlo Ponti

3 Comitato editoriale Alviero Moretti, Andrea Sammarco, Egidio Urbanella, Giuseppe Occhioni, Massimo Duranti, Antonio Carlo Ponti, Giovanni Zavarella Comitato di Redazione Andrea Sammarco, Giuseppe Occhioni, Paola Buonomo, Egidio Urbanella Direttore responsabile Andrea Sammarco Collaboratore di Segreteria Paola Petrioli Obiettivo Impresa (già Nuova Economia ) Rivista della Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura di Perugia Redazione Via Cacciatori delle Alpi, Perugia Tel. 075/ Telefax Autorizzazione del Tribunale di Perugia N. 319 del 7 maggio 1963 ISSN X Abbonamento annuo (sei numeri) Euro 20,00 con versamento su ccp. n Una copia Euro 4,00 Spedizione in abbonamento postale 70% Filiale di Perugia Progetto grafico e videoimpaginazione Fabbri Comunicazione visiva e design, Perugia Fotografie Archivio Camera di Commercio di Perugia, Archivio Studio Fabbri, Daniele Paparelli Stampa Litograf, Todi Anno Maggio-Giugno 2009 Le opinioni espresse impegnano soltanto gli autori. La riproduzione, anche parziale, dei testi è consentita solo citando la fonte. La collaborazione è per invito. I materiali non si restituiscono. In copertina: Elaborazione grafica, Studio Fabbri.

4 Editoriale Negli ultimi quindici anni la Camera di Commercio di Perugia, come l intero sistema camerale, ha vissuto una profonda ed incisiva trasformazione che potremmo definire prima di tutto culturale, perché ha interessato l identità stessa delle Camere, il modo di intendere e interpretare il loro ruolo nell ambito del sistema socio-economico. Si è trattato anche di una trasformazione sul piano gestionale ed operativo, che ha dotato gli enti camerali di innovati modelli di governance e di azione. Emergono, a testimoniare la nuova concezione degli enti camerali, novità quali l autonomia statutaria, la possibilità di ricevere deleghe dallo Stato e dalle Regioni e di stipulare convenzioni internazionali, l attribuzione di funzioni di supporto e di promozione degli interessi generali delle imprese: questo rinnovato contesto ha posto le basi affinché le Camere possano giocare un autorevole ruolo di mediazione fra le imprese e i policy makers territoriali, in rappresentanza degli interessi generali delle categorie economiche. In questi giorni l ente perugino ha portato a compimento la procedura per il rinnovo degli organi che governeranno l ente per i prossimi cinque anni: attualmente la Camera ha dunque un nuovo Consiglio, che si è ufficialmente insediato il 25 giugno scorso, composto di 32 membri, 5 in più rispetto al precedente, per effetto del superamento della soglia delle imprese iscritte alla Camera di Commercio. I prossimi passi istituzionali da compiere porteranno all insediamento di un nuovo presidente alla guida della Camera, affiancato dalla sua nuova squadra, la giunta camerale. E I nuovi amministratori raccoglieranno in eredità una Camera che ha voluto costantemente concepirsi in questi anni, nella volontà dei predecessori, come un approdo per tutti gli imprenditori, un grande serbatoio di e- sperienze, di competenze, di knowhow, di capillare conoscenza del territorio, una casa delle imprese. E per questo vogliamo esprimere un particolare ringraziamento ad Alviero Moretti che, in qualità di presidente, ha portato a compimento un esperienza decennale di governo in questa Camera di Commercio. Un percorso che sarà senza dubbio di stimolo per consolidare la Camera come punto di riferimento sempre più qualificato per il sistema delle imprese provinciali. Una Camera in cui sarà garantito ad ogni associazione, al di là delle dimensioni, il diritto di svolgere appieno le funzioni di rappresentanza degli interessi delle imprese. Andrea Sammarco 3

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6 Sistema camerale La Camera di Commercio di Perugia: un patrimonio di cultura ed esperienza consegnato al futuro 5 Alviero Moretti Quando, ormai dieci anni fa, ho avuto l onore di essere chiamato a presiedere la Camera perugina, l Ente si trovava in un momento molto particolare della propria vita. La grande rivoluzione sancita dalla Legge n. 580/1993 doveva, nella sostanza, ancora conoscere la sua piena attuazione e il sistema camerale si trovava nel mezzo di un guado: da una parte, ancora impastoiato tra le sicurezze, ma anche le inefficienze, del tradizionale modello in auge per decenni; dall altra, proiettato verso una nuova concezione dell istituzione camerale, tanto suggestiva sulla carta anche per il richiamo ad una impostazione manageriale che non poteva trovare indifferente chi, come me, è nato e si è formato nell imprenditoria quanto nebulosa nelle sue modalità attuative. Ciò che più veniva drammaticamente avvertita era l assenza di un prototipo, di un punto di riferimento da seguire, nella consapevolezza che le scelte da fare, pur non irreversibili, avrebbero comunque lasciato un segno indelebile. Il mio primo mandato si è dunque svolto in questo clima ed ha avuto come impegno basilare la costruzione delle fondamenta della nuova Camera di Commercio. Non si è trattato di applicare meccanicamente delle disposizioni normative; piuttosto di coglierne l immagine sottesa, il senso profondo, in maniera da darne una traduzione pratica che fosse coerente con le specificità di un contesto così ricco di storia e di pluralità di espressioni come quello perugino. Grazie al contributo competente e responsabile di molti in primis dei componenti della Giunta la Camera ha saputo cambiare fisionomia ed affacciarsi al nuovo millennio, arrivando al 2004, quando ha avuto inizio il secondo mandato che per intero poteva svolgersi nel rispetto delle regole del nuovo Statuto. Il mio secondo quinquennio di governo, quindi, è stato quello in cui questa rinnovata identità della Camera ha potuto cominciare ad esprimersi appieno. L attenzione, dallo sforzo di disegnare il nuovo modo di essere dell Ente, ha potuto rivolgersi con più intensità verso un nuovo modo di fare, con una dotazione più moderna di strumenti e con un approccio fortemente ispirato a criteri di managerialità. Rientra in questo tentativo di reinterpretazione del modo di governare la Camera, anche l attenzione prestata al tema dell accountability. L idea è quella di concepire il nostro operato come un impegno verso la comunità degli stakeholder, a cui si vuole raccontare, spiegare, mostrare ciò che si è fatto; più sinteticamente: si vuole rendere conto. È da questo spirito che nasce il presente Bilancio di mandato. Si tratta di una grande possibilità, pensata innanzitutto per il lettore che può così entrare dentro la Camera, comprendere le ragioni di talune scelte aziendali, conoscerne le modalità attuative, valutarne gli effetti. Ma si è anche trattato di una occasione per la Camera stessa, per guardarsi allo specchio e poter riappropriarsi del senso strategico e amministrativo dell attività svolta. Dalla lettura di questo documento emerge, in particolare, una Camera che ha voluto costantemente concepirsi in questi anni come un approdo per tutti gli imprenditori. Più che un associazione di tutte le associazioni di categorie, una sorta di casa delle imprese, a cui le stesse potessero accostarsi in caso di necessità e da cui potessero partire per nuove e fruttuose traversate. Oggi il Sistema Camera di Perugia si presenta come un grande serbatoio di esperienze, di competenze, di know-how, di capillare conoscenza del territorio, ma anche di valori coerentemente perseguiti che ne hanno fatto un interlocutore affidabile ed autorevole a tutti i livelli. Con questa consapevolezza e, mi sia permesso, con un pizzico di orgoglio posso così immaginare un proficuo sviluppo futuro delle attività camerali, nel segno della continuità del solco che, con fatica e soddisfazione, è stato tracciato.

7 Sistema camerale I l Bilancio di Mandato della Camera di Commercio di Perugia Una testimonianza di quanto con fermezza e fantasia è stato realizzato da chi ha guidato l Ente 6 Gianfranco Cavazzoni* Il bilancio di mandato è oggi considerato come un importante strumento di rendicontazione sociale nel mondo della Pubblica Amministrazione. Esso è spesso associato al fenomeno del bilancio sociale; quest ultimo ha conosciuto la sua genesi e il suo iniziale sviluppo applicativo nel mondo delle imprese, ricollegandosi particolarmente ai temi della responsabilità sociale e dell etica economica e ha cominciato, negli ultimi anni, ad interessare anche il settore pubblico, tanto da diventare quasi una moda. I profondi cambiamenti socioambientali e normativi verificatisi nel comparto pubblico hanno evidenziato la necessità per le singole amministrazioni di dotarsi di nuovi strumenti gestionali. Il processo di aziendalizzazione, intrapreso a partire dall inizio degli anni 90, e la devoluzione amministrativa in atto hanno favorito l apertura degli enti pubblici verso l esterno, nella ricerca di un rapporto più diretto con la comunità territoriale di riferimento, ed hanno rappresentato una spinta verso l adozione di modelli gestionali più orientati al risultato, nella logica della soddisfazione delle esigenze dei propri stakeholder. In tale contesto il problema della comunicazione e, più specificamente, della rendicontazione ai fini della costruzione e del consolidamento di un rapporto di fiducia con la comunità territoriale di riferimento è destinato ad assumere un ruolo strategico nel governo di ogni ente pubblico. Sinteticamente il bilancio di mandato può essere definito come un documento facoltativo contenente dati quantitativi (monetari e fisici) ed elementi informativi di tipo descrittivo-qualitativo utili a dare il conto dell azione svolta dagli organi di governo durante il proprio mandato, tentando di fornire una rappresentazione del valore sociale creato nel periodo ed elementi utili a supportare una valutazione

8 Sistema camerale 7 globale delle performance realizzate. In questo senso esso si inserisce, in un rapporto sinergico, nell ambito del complesso della strumentazione informativo-contabile di cui un ente dispone. Credo che sia estremamente significativo che la Camera di Commercio di Perugia, su iniziativa del Presidente Commendatore Alviero Moretti, abbia deciso di intraprendere un percorso di accountability di mandato, dimostrando una non comune consapevolezza di un modo innovativo di concepire la governance camerale e volendo dare un segnale ben preciso alla comunità dei propri stakeholder e a coloro che avranno il compito di guidare l Ente nel prossimo futuro. La Camera ha deciso di accostarsi al fenomeno della rendicontazione sociale promuovendo un progetto che ha, dapprima, previsto la realizzazione e la pubblicazione di due bilanci sociali, riferiti ai bienni e , con l intenzione di sperimentare un percorso metodologico da consolidare nel tempo. Il successivo rendiconto di mandato si pone come un documento di sintesi dell intero periodo di governo, tenendo presente gli elementi di continuità con il precedente quinquennio in cui, sotto la guida del Presidente Moretti, è iniziata l opera di riforma e rinnovamento dei principali profili istituzionali, organizzativi e gestionali della Camera perugina. Il documento, che si riferisce specificatamente al periodo , è da leggersi, pertanto, come una sorta di lascito morale, in cui è possibile leggere e prendere consapevolezza del patrimonio di valori, di competenze e di risorse che nell arco di un decennio gli organi di governo camerali hanno saputo costruire e diffondere. La scelta operata è stata quella di costruire uno strumento che permettesse all ente di guardarsi allo specchio e di raccontarsi. Reinterpretando l impostazione prevalente, accreditata anche dalla teoria, il contenuto del documento è sostanzialmente diviso in quattro parti: I) la rilettura dei principali interventi innovativi promossi nel precedente mandato; II) la ricostruzione dell identità dell ente, nei suoi principali tratti istituzionali, organizzativi, strategici; III) la descrizione dell attività svolta nel quinquennio per ogni asse d intervento, evidenziandone risultati e impatti; IV) l analisi, in chiave sociale, della performance patrimoniale, finanziaria ed economica dell Ente. Nel lavoro sono state prese a riferimento sia le indicazioni rivenienti dai principi elaborati dalla dottrina sia quelle emergenti dalle esperienze applicative in atto nel nostro Paese, anche al fine di superare l inevitabile rischio di autoreferenzialità che i processi di rendicontazione sociale comportano. Per lo stesso motivo è significativo che la Camera abbia sentito l esigenza di ricercare un confronto con un soggetto esterno, concretizzatosi nel rapporto con il Dipartimento di Discipline Giuridiche ed Aziendali dell Università degli Studi di Perugia. Il processo di redazione di un documento di questo tipo è una grande occasione per la struttura interna per ricostruire il senso politico e amministrativo dell attività svolta ed è anche una significativa occasione di scambio ed arricchimento reciproco tra figure interne ed esterne coinvolte nel progetto; senza la disponibilità di una molteplicità di soggetti non è possibile fare di questo impegno una reale possibilità di crescita e pervenire a quei frutti che credo che possano essere riconosciuti a questa e- sperienza. Il risultato è un documento che dà la possibilità al lettore di farsi un giudizio più consapevole sulle scelte politiche della Camera, sulle sue modalità di a- zione e sugli effetti prodotti dall attività svolta. I limiti e l ingenuità tipici di una prima redazione non possono e non vogliono essere nascosti. Occorrerà lavorare ancora per potenziare ed affinare taluni aspetti, soprattutto con riferimento alla valutazione dei risultati conseguiti e alla completezza e verificabilità delle informazioni. Ma l Ente camerale pare dimostrare con adeguata consapevolezza di aver compiuto solo il primo passo di un lungo cammino. D altra parte il bilancio mandato è l espressione di una certa modalità di intendere la governance di un istituzione, è un senso nuovo con cui viene vissuta dall amministrazione la propria respon-

9 Sistema camerale 8 Una seduta del Consiglio camerale. sabilità nei confronti degli interlocutori sociali. Non si tratta, pertanto, solo di assicurare la pubblicazione di un documento, ma di concepirlo all interno di un modo di essere dell ente e nell ente, teso al confronto continuo con l ambiente esterno. Cosicché il bilancio mandato, vissuto come strumento per farsi conoscere, possa diventare l importante occasione per conoscersi, per una virtuosa crescita interna dal punto di vista organizzativo e culturale. Entrando nel merito dei contenuti, che possono essere facilmente fruiti grazie ad uno stile grafico agile e molto leggibile del documento, mi limito a richiamare i cinque assi d intervento attraverso cui abbiamo voluto ricostruire il disegno strategico di questo mandato e dare qualche spunto di riflessione sulla base di alcuni dati contabili estrapolati dalle elaborazioni contenute nel documento. La prima linea d intervento individuata ha riguardato i servizi alle imprese e la regolazione del mercato, cioè quell insieme di attività che esprimono le funzioni dell Ente da considerare più tradizionali, legate al suo profilo amministrativo. La parola d ordine, in questa area strategica, è stata quella di trasformare le procedure burocratiche, in molti casi rese obbligatorie dalla legge, in processi di produzione di servizi al sistema delle imprese e, più in generale, alla collettività; in uno slogan: dall adempi- mento burocratico alla creazione del valore. Un secondo asse strategico è stato rappresentato dal sostegno all iniziativa imprenditoriale e al lavoro, puntando sui temi dell internazionalizzazione, dell accesso al credito e dell orientamento all imprenditorialità. Gli obiettivi di fondo sono stati quelli di sviluppare adeguati strumenti di stimolo e supporto alla presenza delle aziende, soprattutto di piccole dimensioni, nei mercati esteri e, per quanto concerne il credito, oltre ad incentivare i processi di capitalizzazione delle imprese, quello di migliorarne le condizioni di accesso al finanziamento presso gli istituti bancari. Sempre con riferimento allo sviluppo dell economia locale, è stata individuata come ulteriore area d intervento a valenza strategica la valorizzazione della tradizione e delle specificità territoriali. L idea fondamentale seguita è che il territorio non sia interpretabile come una mera ripartizione geografica, ma sia da leggere come un sedimento di ricchezza economica e sociale in cui si intersecano elementi storici, culturali, economici, oltre ad aspetti di tipo naturalistico. Per questo si è scelto di puntare sulla valorizzazione delle attività economiche, sociali e culturali che possono difendere e potenziare le identità territoriali presenti nella provincia. Nella consapevolezza del ruolo che la dotazione infrastrutturale svolge per la crescita economica e sociale di una comunità e della deficitaria condizione in cui da sempre versa il territorio provinciale, è stato individuato come ulteriore asse strategico l investimento nelle infrastrutture. Il potenziamento dell accessibilità di un area vasta e morfologicamente difficile come quella perugina richiede uno sforzo congiunto tra i soggetti istituzionali nazionali e locali. In questo senso l Ente, particolarmente nella figura del Presidente Moretti, si è accollato la responsabilità di partecipare attivamente alla gestione della SASE Spa, avendo l obiettivo di creare le condizioni per una politica di crescita dello scalo e i presupposti per una futura autonomia economica e finanziaria dell azienda. In ultimo l Ente perugino ha continuato

10 Sistema camerale 9 ad attribuire un significato strategico a questo profilo d intervento, dedicando risorse ed energie alle attività di formazione, ricerca ed innovazione. Conoscere in maniera analitica e corretta le dinamiche economiche in atto nella propria area geografica di riferimento significa avere a disposizione fondamentali elementi di riflessione per indirizzare e monitorare l efficacia della propria azione ed offrire a tutta la Comunità una preziosa base informativa. Accanto a ciò, è stata ribadita la necessità di investire nella formazione professionale e nello sviluppo delle capacità imprenditoriali. Passando ai risultati contabili che riflettono la performance realizzata dall Ente nel periodo, è da rilevare che l analisi dei bilanci dei cinque anni considerati mostra una sostanziale stabilità di valori, sia in senso assoluto che in termini di percentuali di composizione. Si conferma così un quadro che vede l istituzione camerale solida in termini patrimoniali e connotata da buona liquidità. Un discorso a parte va fatto per l interpretazione della dinamica economica. È, infatti, da segnalare l impatto sui valori dei rendiconti camerali prodotto, nel corso del quinquennio, dal passaggio dal sistema di contabilità finanziaria al sistema di contabilità economico-patrimoniale, per cui, alla luce della nuova impostazione, il risultato economico di gestione va visto come misura della ricchezza generata e potenzialmente destinabile alla realizzazione degli scopi istituzionali dell Ente. In tal senso è utile rimarcare il fatto che la Camera, nel corso dei cinque anni, ha realizzato un valore globale della produzione pari ad oltre 73,5 milioni di euro, ottenuto soprattutto grazie alla maturazione del diritto annuale (più di 54 milioni) e dei diritti di segreteria e oblazioni (quasi 14 milioni). Al netto dei costi di struttura (circa 16 milioni), risulta un valore aggiunto globale lordo pari ad oltre 59 milioni, che sta ad indicare la ricchezza prodotta grazie ai processi gestionali interni. Grazie all utilizzo di risorse precedentemente accumulate, il valore aggiunto lordo distribuito nello stesso periodo è stato addirittura superiore, raggiungendo quasi i 63 milioni. Le principali destinazioni d impiego di tale flusso di ricchezza sono state rappresentate dal sistema economico-produttivo (71,9%), dagli altri enti del sistema camerale (15,4%), più una parte trattenuta dalla Camera stessa (7,4%). Un analisi più approfondita della quota impiegata a favore del sistema economico-produttivo evidenzia che per il 56,7% le risorse in questione sono state utilizzate per interventi di promozione del sistema imprenditoriale, prevedendo come voci principali di spesa la promozione integrata e lo sviluppo dei territori, l accesso al credito, la formazione, l innovazione e la qualità. Per quanto riguarda la restante parte, per il 29,8% si è trattato di spese per servizi amministrativi a favore del tessuto economico, per il 9,2% di costi riguardanti la funzione di regolazione del mercato e per il 4,3% di oneri legati alla modernizzazione di strutture camerali direttamente strumentali allo sviluppo del sistema economico. Si ricava, dunque, l immagine di una Camera viva, attiva, molto sinergica con il territorio, proiettata a stimolare e coordinare lo sviluppo della comunità economica locale. In conclusione, credo che si possa considerare questo documento come una significativa testimonianza che chi ha guidato la Camera di Perugia in questi anni ha voluto investire in un modello di governo che enfatizzi i valori della responsabilità, della trasparenza e della partecipazione. Molto dipenderà dal profilo morale e culturale con cui l amministrazione riuscirà a supportare questo progetto: qualsiasi strumento di rendicontazione sociale funziona solo se ci si crede. Ma molto dipenderà anche dagli stimoli e dalla maturità con cui tutti gli stakeholder utilizzeranno l occasione offerta. *Direttore Dipartimento Discipline Giuridiche e Aziendali Facoltà di Economia - Università di Perugia

11 Sistema camerale 10 F erruccio Dardanello è il nuovo presidente di Unioncamere per il triennio È stato eletto il 9 giugno 2009 dai presidenti delle Camere di Commercio, riuniti a Roma in occasione del II Consiglio Generale di Unioncamere, e succede ad Andrea Mondello. Dardanello, che è presidente della Camera di Commercio di Cuneo e dell Unioncamere Piemonte, è presidente dell Unione del Commercio della provincia di Cuneo, nonché membro di Giunta e consigliere di Confcommercio Nazionale. Nella sua relazione, tenuta in occasione della 130esima assemblea dei presidenti delle Camere di Commercio d Italia il 1 luglio scorso, ha ribadito il proseguimento dell impegno per lo sviluppo delle imprese e per il rafforzamento del sistema, sottolineando come l anima della crescita del paese sia basata anche sulle virtù produttive e sulla vitalità delle piccole e medie imprese. Il presidente ha inoltre ricordato che la rete delle Camere di commercio è lo specchio di questo paese reale, cui dà Ferruccio Dardanello è nato a Mondovì, in provincia di Cuneo, il 29 giugno È coniugato e ha una figlia. Laureato in Scienze Politiche, dal 9 giugno 2009 è Presidente di Unioncamere. Dal 1993 è Presidente della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura della provincia di Cuneo e dal novembre 2008 è Presidente di Unioncamere Piemonte. Commerciante, dal 1984 è Presidente dell Unione del Commer-cio, del Turismo e dei Ser-vizi della provincia di Cu-neo. Dal 1987 è membro di Giunta e consigliere di Confcommercio Nazio-nale. Dal 1988 al 1993 è stato Consigliere Regionale del Piemonte. Altri incarichi Dal 1994 è Amministratore delegato dell E- UROCIN Geie Le Alpi del Mare/Les Alpes de la Mer (primo gruppo europeo di interesse economico costituito in Europa fra Camere di Commercio transfrontaliere). Dal 1998 è Presidente della CTST, Cooperativa di Garanzia degli operatori del Terziario, che conta circa 9000 soci. Dal febbraio 2007 è Vice Presidente del CEIP (Centro Estero per l Internazionalizzazione del Piemonte). Dal maggio 2007 è Vice Presidente del polo universitario nazionale CRESAM (Centro Ricerche Economiche, Sociali, Aziendali e Manageriali). Dal 2000, fa parte del Rotary Club Cuneo - Alpi del Mare. Nel 2003 è stato insignito dell onorificenza di Grand Ufficiale della Repubblica Italiana. voce e corpo. Ponendo al centro dello sviluppo il valore sociale dell impresa e del lavoro. Superando i vecchi campanilismi e l immagine di un Italia delle questioni Settentrionale o Meridionale in nome di una società diversa, più solidale e coesa. In cui ha spazio anche quell Italia di mezzo che silenziosamente produce ricchezza e occupazione.

12 Dossier Credito 11 Uuna iniezione di liquidità per le imprese La Giunta della Camera di Commercio ha deliberato di rendere immediatamente disponibili ,00 euro, anticipazione del 50% del fondo destinato per l anno 2009 ai Consorzi Fidi. In questo modo potranno essere garantiti flussi di finanziamento di notevole importanza per le imprese impegnate nel fronteggiare gli effetti della crisi economica Stare vicino alle imprese : a questo concetto la Camera di Commercio di Perugia ha ispirato le Linee Programmatiche per il 2009, che mettono in campo azioni e interventi quanto più concreti ed incisivi a sostegno del tessuto imprenditoriale provinciale investito dalla crisi economica e finanziaria. Il Credito è tra le macro linee di priorità seconda soltanto alle Infrastrutture su cui la Camera di Commercio ha investito di più, due milioni di euro, di cui oltre la metà ,00 euro da destinare ai Consorzi Fidi operanti in provincia di Perugia. Per rendere ancor più efficace questo provvedimento la Giunta della Camera di Commercio perugina ha deliberato di rendere immediatamente disponile e quindi fruibile in tempi brevissimi il 50% dello stanziamento a favore dei Consorzi Fidi previsto per il Si tratta di ,00 euro che andranno ad implementare le disponibilità del Fondo Rischi dei Consorzi e che, da subito, potranno attivare flussi di finanziamento estremamente interessanti. L altro 50% dei fondi destinati ai Consorzi verrà invece liquidato a consuntivo dell attività effettivamente svolta nel corso dell anno In questo momento così complesso e difficile Stare vicino alle Imprese vuol dire capirne i problemi, individuare le possibili soluzioni e predisporre interventi concreti e spendibili con facilità e rapidità. La nostra azione risponde ad ognuna di queste caratteristiche: ,00 di liquidità fresca immessa nel circuito dei Consorzi Fidi, possono dare origine a flussi di finanziamento di entità ben superiore, capaci di dare ossigeno a un tessuto produttivo che, peraltro, sta dimostrando di saper reggere all impatto della crisi. Rendere più agevole l accesso al credito vuol dire anche assecondare quella voglia di fare impresa che in provincia di Perugia dimostra di non risentire, se non in minima parte, degli effetti della crisi. Vero è che nel primo trimestre del 2009 forse il momento apicale delle dinamiche recessive in provincia di Perugia sono nate nuove imprese, appena 23 in meno rispetto a un anno fa quando nessuno nemmeno immaginava ciò che sarebbe successo di lì a qualche mese. Senza credito o con credito limitato e fortemente condizionato, queste realtà imprenditoriali rischiano un avvio debole, sofferto che potrebbe addirittura pregiudicarne la stessa sopravvivenza.

13 Dossier Credito I l credito alle imprese in Umbria Un comparto fondamentale per il superamento della crisi Paolo Pasca* 1. L andamento del credito alle imprese umbre La fase di espansione del credito alle imprese regionali, in atto dal 2002, si è interrotta nel Il rallentamento, intensificatosi nell ultimo trimestre dell anno, è proseguito nei primi mesi del 2009: alla fine di marzo i prestiti 1 erano aumentati su base annua del 4,0 per cento a fronte del 10,8 per cento registrato dodici mesi prima (Tavola 1). Il tasso di crescita dei finanziamenti è stato particolarmente contenuto per le piccole imprese (0,7 per cento; società con meno di 20 addetti e famiglie produttrici); per quelle di maggiori dimensioni la crescita, ancorché in sensibile diminuzione, è rimasta più sostenuta (5,3 per cento, dal 13,1 di marzo 2008; Tavola 2). La decelerazione è stata più marcata per l industria manifatturiera (dal 12,3 all 1,3 per cento), a motivo soprattutto del calo dei prestiti alle imprese operanti nei comparti della meccanica, che nel precedente biennio avevano fatto regi- Tavola 1. Prestiti bancari (1) (variazioni percentuali sui dodici mesi) 12

14 Dossier Credito Tavola 2. Prestiti bancari alle imprese per settore di attività economica e dimensione (1) (variazioni percentuali sui dodici mesi) 13 strare gli incrementi più significativi. In presenza di una ridotta propensione agli investimenti, sono diminuiti i finanziamenti destinati all acquisto di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto: le erogazioni del 2008 sono state inferiori del 7,6 per cento rispetto a quelle dell anno precedente. I finanziamenti alle imprese dei servizi sono aumentati del 4,2 per cento a fronte del 9,7 del marzo 2008; alla decelerazione rilevata per le aziende del commercio (dal 7,0 al 4,6 per cento) si è associata la riduzione dei prestiti de-stinati agli alberghi e pubblici esercizi e alle imprese di trasporto (-2,9 e -2,5 per cento, rispettivamente). Il rallentamento risente del calo della domanda di finanziamenti per gli investimenti ma anche del restringimento dell offerta da parte delle banche. I fattori di offerta hanno assunto un peso crescente con l acuirsi della crisi. - la domanda Un indagine condotta tra marzo e aprile dalla Banca d Italia presso 14 banche, alle quali è riconducibile oltre il 70 per cento dei prestiti erogati in regione, conferma che la domanda di credito è sensibilmente calata a partire dall autunno scorso. Sono diminuite in particolare nell ultimo trimestre del 2008 le richieste di affidamenti da parte delle imprese medio-grandi e di quelle operanti nell edilizia; il calo delle istanze si è poi esteso agli altri settori, manifatturiero in primo luogo. All origine vi è principalmente il ridimensionamento dei piani di investimento delle imprese, legato al mutato quadro congiunturale e ai crescenti margini inutilizzati di capacità produttiva. Per fronteggiare le accresciute esigenze di finanziamento del capitale circolante e la minore capacità di autofinanziamento, le aziende hanno sovente concordato con le banche piani di ristrutturazione, volti ad allungare i termini di pagamento e attenuare l onere di rimborso. - l offerta Alla base del restringimento dell offerta da parte delle banche vi sono anzitutto le difficoltà di provvista a medio e lungo termine e l aumento del rischio di credito. Nella fase più acuta della crisi del sistema bancario e finanziario internazionale il venir meno della fiducia reciproca tra gli intermediari ha comportato, anche per le banche italiane, un brusco calo della capacità di reperire fondi sui

15 Dossier Credito Tavola 3. Tassi di interesse bancari alle imprese(1) (valori percentuali) 14 mercati esteri: nel 2008, i depositi e le obbligazioni detenuti da intermediari non residenti sono diminuiti, per il sistema bancario italiano nel suo complesso, di 48 miliardi. Ne è derivato un accentuato ricorso al mercato interno e una più forte concorrenza, che tra l altro hanno, in particolare nei primi nove mesi dell anno, accresciuto sensibilmente il costo della provvista, successivamente calato per effetto della diminuzione dei tassi ufficiali e del ritorno di condizioni più ordinate sui mercati. La contrazione del credito è anche la reazione delle banche alla difficoltà e maggiore onerosità della raccolta. Il rapido e forte deterioramento della congiuntura ha inoltre indotto le banche a valutare con maggiore attenzione e accresciuta severità rispetto al passato le richieste di finanziamento, in particolare se provenienti da imprese caratterizzate da accentuate tensioni finanziarie. L analisi dei dati di fonte Centrale dei bilanci e Cerved evidenzia che le condizioni finanziarie delle società umbre avevano mostrato segnali di peggioramento già nel 2007, alla vigilia della crisi, in particolare per quelle di piccole dimensioni. Tale peggioramento si è riflesso in una crescente difficoltà di rimborso dei prestiti bancari (cfr. par. 3). Circa i tre quarti delle banche interessate dall indagine della Banca d Italia in regione, in particolare le più grandi, hanno segnalato un moderato e progressivo irrigidimento dei criteri per l approvazione dei prestiti alle imprese, più accentuato per quelle di minori dimensioni e per i settori dell edilizia e dei servizi (in particolare per il commercio). Ne è risultato un aumento degli spread più che richieste di garanzie addizionali. I tassi di interesse a breve praticati in media alle imprese erano a dicembre 2008 sostanzialmente invariati rispetto allo stesso periodo dell anno precedente (7,85 per cento; +5 punti base), in presenza di una riduzione dei rendimenti di mercato (l Euribor a sei mesi è sceso nello stesso periodo di 44 punti base); il divario risulta ancora più marcato nel primo trimestre del 2009: i tassi a breve sono scesi di 1,22 punti rispetto allo stesso periodo dell anno precedente (al 6,46 per cento), l Euribor a sei mesi si è ridotto di 2,5 punti (Tavola 3). Le politiche di concessione del credito sono divenute più selettive soprattutto per le banche principali ( maggiori e grandi ), che nel 2008 hanno diminuito i prestiti a favore di imprese regionali del 4,3 per cento, continuando a perdere quote di mercato a favore degli intermediari di minori dimensioni con forte radicamento territoriale (i cui prestiti sono aumentati dell 11,6 per cento), in grado di sfruttare i vantaggi derivanti dalla maggiore vicinanza alla clientela locale.

16 Dossier Credito 15 I timori di possibili ricadute sulla qualità del portafoglio prestiti delle difficoltà del mondo produttivo hanno indotto alcuni tra i principali intermediari presenti in regione a ridurre le deleghe concesse ai responsabili di filiale, così da accentrare una quota maggiore di pratiche; è aumentato in tal modo il rilievo attribuito agli indicatori andamentali e di bilancio, alla base dei rating assegnati. Le indagini condotte dalla Banca d Italia su 585 imprese industriali e dei servizi forniscono evidenza delle accresciute difficoltà di accesso al credito. Il 32 per cento del campione ha rilevato un inasprimento delle condizioni complessive di indebitamento, accompagnato nel 13 per cento dei casi da richieste di rientro da esposizioni in essere. In risposta alle peggiorate condizioni creditizie, le imprese hanno assunto decisioni volte prevalentemente al contenimento dei costi di produzione (65 per cento) e alla riduzione degli investimenti programmati (53 per cento); una quota significativa di esse ha inoltre modificato le politiche di credito commerciale praticate verso la clientela (38 per cento). 2. Il ruolo dei confidi Il divario tra domanda e offerta di credito potrebbe essere attenuato, a giudizio sia degli intermediari creditizi sia delle imprese produttive, dall attività dei confidi. In Umbria il numero dei confidi che o- perano direttamente nei confronti delle imprese è passato da 14 nel 2005 a 8 nel 2008; ulteriori aggregazioni sarebbero necessarie per la costituzione di soggetti in grado di trasformarsi in entità vigilate, alle cui garanzie sono associati requisiti patrimoniali più favorevoli per le banche finanziatrici. In base a un indagine condotta su un campione di 467 aziende dell industria e dei servizi con meno di 50 addetti, l intervento di tali organismi è giudicato utile per l ottenimento del credito (80 per cento delle aziende) e per il contenimento del costo del finanziamento (67 per cento). Oltre i tre quarti delle imprese ritiene che i confidi possano svolgere un ruolo importante per il superamento della crisi. Alla fine del 2008 il volume delle garanzie rilasciate dai confidi aventi sede in regione, cui aderiscono quasi 43 mila imprese umbre (in larga parte di piccole dimensioni), ammontava a 310 milioni di euro, a fronte di crediti per 655 milioni, pari al 19,1 per cento del totale dei prestiti alle piccole imprese. Sulla base dei fondi disponibili, i confidi regionali potrebbero erogare garanzie addizionali fino a quasi 500 milioni di euro. Le principali banche operanti in regione hanno formulato un giudizio nel complesso favorevole sul ruolo dei confidi, non solo per l aspetto legato alle garanzie, ma anche per la selezione e il monitoraggio nel continuo delle iniziative, che si affiancano alle valutazioni svolte in autonomia dagli enti creditizi; il numero di istanze presentate dai confidi rifiutato nell ultimo biennio è in effetti molto contenuto (2,5 per cento del totale). Tra i punti di debolezza dei confidi, le banche hanno indicato anzitutto la ridotta dimensione, che rende problematica la trasformazione in soggetti vigilati e quindi non consente di tenere conto delle garanzie nell ambito della nuova regolamentazione prudenziale. Qualche criticità è stata rilevata anche relativamente all efficacia delle funzioni di valutazione del merito creditizio e delle procedure di attivazione della garanzia: la percentuale di recupero sulle posizioni messe a sofferenza negli ultimi due anni (pari al 5,6 per cento di quelle in essere all inizio del periodo) è stata

17 Dossier Credito 16 del 37,0 per cento, oltre dieci punti in meno della copertura media fornita alle banche (prossima al 50 per cento); inoltre il tempo necessario per l incasso è giudicato eccessivamente lungo (10 mesi). 3. La rischiosità del credito alle imprese La qualità del credito ha cominciato a risentire nell ultima parte del 2008 del peggioramento ciclico. Il ritardo con il quale la congiuntura produttiva si ripercuote in genere sulla solidità delle imprese fa presagire ulteriori appesantimenti in corso d anno. Nel 2008 il flusso di nuove sofferenze rettificate relativo alle imprese è stato in Umbria pari all 1,82 per cento dei prestiti di inizio periodo (1,52 nel 2007), superiore a quello registrato in Italia (1,58 per cento). Nel quarto trimestre, esso ha toccato il suo punto di massimo dell ultimo quinquennio (2,29 per cento su base annua). Tra i settori, alla riduzione nell industria manifatturiera si è contrapposto l aumento nel terziario e soprattutto nelle costruzioni, dove i nuovi ingressi in sofferenza sono saliti di 0,7 punti (al 2,09 per cento; 3,02 nell ultimo trimestre). L aumento degli incagli e dei crediti scaduti è un ulteriore indizio che il deterioramento degli attivi è destinato a proseguire: i crediti scaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni (past due) e i crediti ristrutturati sono aumentati del 39,6 per cento nei dodici mesi terminanti a dicembre 2008; i finanziamenti concessi a clientela in temporanea difficoltà (incagli) hanno ripreso a crescere (4,4%) dopo un triennio in calo 2. Nel complesso l incidenza dei finanziamenti deteriorati diversi dalle sofferenze sul totale degli impieghi è salita nel corso del 2008 dal 3,9 al 4,5 per cento; con l acuirsi degli effetti della crisi, nel marzo scorso il rapporto ha raggiunto il 5,8 per cento. 4. Conclusioni Sul tema cruciale dei rapporti tra banche e imprese per il superamento della recessione, la più forte dal secondo dopoguerra, è intervenuto più volte il Governatore Draghi. Nel discorso alla Associazione Bancaria Italiana dell 8 luglio scorso, tra l altro, affermava: Le banche sono determinanti nel rendere la crisi che stiamo affrontando più o meno duratura, più o meno profonda. Bisogna conciliare il perseguimento di prudenti equilibri economici e patrimoniali con l esigenza di non far mancare il sostegno finanziario alle imprese con buone opportunità di crescita, reali capacità di superare la crisi. Tanto le banche quanto la Vigilanza mancherebbero di assolvere ai propri compiti, alle proprie responsabilità se si allontanassero dal sentiero della rigorosa valutazione del merito di credito. Un sistema bancario sano è condizione necessaria per lo sviluppo; è presidio del risparmio affidato agli intermediari. Ma è altrettanto importante che le banche nel decidere sul credito da dare usino tutta l informazione loro disponibile; integrino i risultati dei metodi statistici di scoring che perdono parte della loro capacità predittiva in momenti eccezionali con la conoscenza diretta del cliente, delle sue effettive potenzialità di crescita e di redditività nel lungo periodo. Il radicamento territoriale del sistema bancario è prezioso; va utilizzato, dove è stato perso va ricostruito. Occorre valorizzare quanto è più possibile le conoscenze sul campo, evitando un eccesso di automatismi. Esistono ampi margini di miglioramento. Il presente articolo ripropone, con gli aggiornamenti resisi disponibili successivamente, i temi trattati nel paragrafo Il finanziamento dell economia del capitolo Il mercato del credito del volume L economia dell Umbria nell anno 2008 pubblicato dalla Banca d Italia nel giugno scorso. 1 Al netto delle sofferenze e delle operazioni pronti contro termine. 2 Elaborazioni su dati della Centrale dei Rischi. * Direttore della Filiale di Perugia della Banca d Italia

18 Dossier Credito I nterviste ai Presidenti delle banche operanti in Umbria 17 L annus horribilis delle banche sembra non avere fine. Prima lo tsunami finanziario, partito dagli Stati Uniti, con i risparmiatori di tutto il mondo sommersi da titoli-spazzatura, ora la crisi economica con gli attacchi al nostro sistema bancario(ma anche,più in generale, a quello europeo) che sibilano un po da tutte le parti e con un unico capo di imputazione: quello di non assistere a sufficienza le imprese che in questo momento hanno particolare bisogno di sostegno e di finanziamenti. Nutritissimo, ed anche qualificato, il coro degli accusatori: dal governatore della BCE Trichet, al ministro dell economia Tremonti, dal mondo imprenditoriale al Governatore della Banca d Italia Draghi ed anche i Prefetti, con l istituzione degli Osservatori per il Credito, sono stati chiamati a monitorare e vigilare sulla consistenza dei flussi creditizi che dagli Istituti giungono alle imprese ed alle famiglie. Se da un lato la politica prudente delle banche appare giustificata anche dagli ultimi dati dell ABI sul peggioramento della qualità del credito, dall altro lato le stesse banche con i loro troppo cauti comportamenti sembrano essersi relegate in un ruolo di antagoniste del sistema economico che è contrario alla loro principale funzione istituzionale e sociale. Ma questo discorso, che ha una sua validità se si osserva la politica erogatrice del sistema bancario nella sua generalità e nelle sue più grandi espressioni, ha bisogno di qualche distinguo per quanto concerne quegli istituti più piccoli e più radicati sul territorio che hanno mantenuto saldi i lagami con il tessuto produttivo e sono apparsi più vicini alle reali esigenze degli imprenditori. Obiettivo Impresa si è voluta interessare all accesso al credito nella sua scottante attualità dando spazio alle voci istituzionali ed a quelle di alcune delle banche che da più tempo operano sul nostro territorio e che costituiscono pertanto un osservatorio privilegiato sull attuale situazione economica umbra in generale e del perugino in particolare. G.O.

19 Dossier Credito Le domande: In questo momento congiunturalmente difficile per la nostra economia il sistema bancario è un osservatorio privilegiato per analizzare andamenti e difficoltà di mercato delle imprese e per valutare la loro capacità di ripresa. L OCSE di recente ha affermato che si cominciano ad intravedere elementi di ripresa dell economia a livello europeo e mondiale ma presso i nostri imprenditori permane un certo scetticismo relativamente a tutto il Insomma si teme un autunno difficile. Quale è il ruolo che la sua banca riveste sul territorio e, dal suo osservatorio, quali sono le reali difficoltà, interne e di mercato, che le nostre imprese incontrano? Il Credit crunch e la stasi registrata nell erogazione del credito. Secondo il Governatore della Banca d Italia il fenomeno è dipeso più da ridotte esigenze finanziarie delle imprese che da comportamenti restrittivi del sistema bancario. Insomma, come si suol dire, l acqua c è ma il cavallo non beve. Di diverso avviso il mondo della rappresentanza imprenditoriale, nazionale e locale, ed il Ministro Tremonti che parlano invece di atteggiamenti e criteri penalizzanti per le imprese da parte delle banche sia nella concessione di nuovo credito che nel mantenimento dei finanziamenti esistenti. Dal suo punto di vista dove sta la verità? Il rapporto banca-impresa, da sempre conflittuale, con l attuale crisi dell economia reale e con la bolla finanziaria ha assunto una diversa configurazione. Le imprese lamentano in particolare le onerose condizioni di tasso e commissioni praticate ed il sistema bancario ribatte che non vi sono differenze rispetto all Europa con quanto applicato in Italia e che i tassi non sono mai stati così favorevoli. Le banche comunque aggiungono che, nella fissazione delle condizioni, devono tenere conto dell aumentato livello di rischio del credito concesso. Quale è il suo pensiero in merito, anche in riferimento ai recenti provvedimenti del Governo sul massimo scoperto? Dal punto di osservazione del suo Istituto, fortemente radicato sul territorio, quale è attualmente il profilo del cliente-impresa in Umbria e quali requisiti ritenete necessari per un facile accesso al credito? Giovanni Antonini Presidente BPS Banca Popolare di Spoleto 1. La previsione del tasso di decrescita dell economia, previsto per il 2009 intorno al -6%, determina un peggioramento delle condizioni delle aziende ed una conseguente decelerazione dei finanziamenti alle imprese. Per i prossimi mesi, a detta anche del Governatore Draghi, ci si aspetta una ulteriore riduzione di occupazione e redditività, volatilità sui mercati finanziari, riflessi negativi sui consumi e sugli investimenti. Il ruolo di una banca locale come la nostra deve essere soprattutto quello di assicurare la sostanziale tenuta delle disponibilità del credito sul territorio, garantendo al contempo, proprio grazie al legame e all attenzione ai mercati locali, una sostanziale qualità del credito. Si ricordi come le difficoltà del sistema bancario italiano sono state attenuate proprio dalla buona salute delle piccole e medie Banche; il forte legame di queste con il territorio in cui operano implica infatti un rapporto di reciproco sostegno e di reciproca forza. Il nostro apporto con il territorio è fondamentale e forte, dimostrato anche nonostante tutto e più di altri da una vivacità commerciale che ha fatto acquisire circa nuovi clienti nei primi 6 mesi dell anno. 2. Come al solito la verità sta nel mezzo. La decelerazione dei prestiti erogati è particolarmente intensa e l aumento del rischio di credito si è tradotto in una crescita del divario nel costo del credito tra piccole e grandi imprese, con effetti negativi per chi adesso ha più bisogno di accedere al finanziamento bancario. Le banche stanno continuando a fare il loro mestiere in modo adeguato, avendo come obiettivo quello di conservare il maggiore numero di imprese sul mercato, pronte per la ripresa, senza discostarsi da una parte dalla rigorosa valutazione del rischio di credito e migliorando, dall altra, la conoscenza dei propri clienti e le loro potenzialità. In definitiva le banche devono salvaguardare i soldi dei loro depositanti e hanno il

20 Dossier Credito 19 dovere di soddisfarli e di dare credito, non a tutti, ma solo alle aziende sane che, anche se in difficoltà, abbiano le potenzialità di superare questo difficile momento. 3. Bisogna valutare che le attuali difficoltà patrimoniali di alcune banche nascono dalla rigidità e forse dall inadeguatezza delle regole di Basilea 2, infatti è peggiorata sensibilmente la qualità del credito con riflessi sui bilanci; è quindi normale che oggi esse siano più caute nella concessione del credito e che tengano conto del rischio nella fissazione delle condizioni; comunque i tassi d interesse continuano ad essere molto bassi. C è quindi una crescente preoccupazione in tutte le banche che i rischi creditizi si trasformino in sofferenze e poi in perdite, a fronte di un meno agevole approvvigionamento di risorse liquide soprattutto sul mercato interbancario. Il complesso delle iniziative che il Ministro Tremonti ha recentemente illustrato potrebbe aiutare le banche ad uscire da questo circolo vizioso: l aumentata deducibilità fiscale dei crediti in sofferenza darà indubbiamente maggiore serenità, così come la revisione di Basilea 2 renderà più adeguata l erogazione del credito. È in questa prospettiva più globale e più positiva che bisogna valutare anche la riduzione della commissione sul massimo scoperto. 4. Siamo e siamo sempre stati una banca retail; ci rivolgiamo quindi a famiglie e a piccole-medie imprese, con prodotti targati proprio per questa tipologia di clientela, e ciò naturalmente in tutti i territori in cui siamo presenti, non solo in Umbria. Crediamo fortemente che l intervento delle Associazioni di categoria e dei Consorzi fidi, e la loro collaborazione con gli Istituti bancari, e quindi naturalmente con noi, avrà un effetto molto positivo sull accesso al credito e quindi sul nostro sostegno all economia reale. Antonio Marinelli Presidente della Banca di Mantignana Credito Cooperativo Umbro 1. La Banca di Mantignana opera seguendo i principi distintivi del Credito Cooperativo costituiti dalla solidarietà e dalla mutualità, attuati attraverso una relazione di prossimità col territorio e con la vicinanza ai sistemi economico/ sociali. Queste caratteristiche permettono al suo Consiglio di Amministrazione di monitorare, valutare e fronteggiare l attuale congiuntura proponendo, sia in proprio che di concerto con gli Enti locali, interventi concreti ed immediati a favore dell economia. Il nostro ambito operativo, esteso a quasi tutta la provincia di Perugia, ci ha consentito di individuare quale fattore di criticità per le imprese locali un sostanziale calo (anche dell ordine del 30%) del fatturato in tutti i settori e soprattutto in quelli legati all esportazione, con la sola eccezione di quello vitivinicolo. Un altra difficoltà riscontrata è stata quella dell abnorme dilazionamento con cui le imprese vedono pagati i propri crediti dai clienti. 2. In entrambe le opinioni eiste un punto di verità, ma crediamo che fondamentalmente la stasi nell erogazione del credito dipenda dal contesto economico che condiziona i comportamenti di tutte le imprese e, quindi, anche di quelle bancarie per le quali nelle fasi recessive aumenta la domanda di pretesti finalizzati non agli investimenti ed ai progetti di sviluppo, ma alla ristrutturazione del debito. È quello che si verifica sempre più spesso anche presso la nostra Banca dove pervengono frequentemente richieste di finanziamenti per la ristrutturazione di debiti accesi anche con altri Istituti. In questi casi riteniamo assolutamente indispensabile adottare comportamenti rigorosamente professionali basandoci sulla dimostrazione da parte dei richiedenti di reali potenzialità di crescita e redditività affinché l allocazione delle risorse cada ad effettivo beneficio del sistema sociale. Salvaguardando occupazione e crescita economica. Alla luce di quanto sopra appare poi priva di fondamento la critica del presunto ecces-

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