CALCIO ESTERO Ancelotti supera Mancini (2-0) Domani c è ET. SERIE B DOPO DUE SCONFITTE Toro: torna Lerda Via Papadopulo Cairo: mollo!

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1 Lunedì 1 marzo e ITALIA REDAZIONE DI MILANO VIA SOLFERINO 8 TEL. 069 REDAZIONE DI ROMA PIAZZA VENEZIA 5 TEL POSTE ITALIANE SPED. IN A.P. D.L. 5/00 CONV. L. 6/00 ART. 1, C1, DCB MILANO ANNO 1 NUMERO 67 DEL PIERO 18 GOL Con la solita magia fa sorridere la Juve «Ritrovato? Non mi ero mai perso» BRAMARDO, CALAMAI, GRAZIANO e OLIVERO ALLE PAGINE TOTTI 01 GOL La doppietta del capitano salva la Roma a Firenze «Dicevano che ero finito. Ora prendo Baggio» CECCHINI, GARLANDO e GOZZINI ALLE PAGINE CECERE, DALLA VITE, ELEFANTE e TAIDELLI ALLE PAGINE il commento di ALBERTO CERRUTI La primavera anticipata di Leonardo sembra il bocciolo di una nuova stagione, per dimenticare l inverno al comando di Allegri. Potenza di due opposti 1-0: quello del Palermo che affonda il Milan e quello contro il Lecce, che alimenta la rincorsa Giampaolo Pazzini, 6 anni: è passato dalla Samp all Inter, a gennaio, per 1 milioni. In nerazzurro ha segnato 6 gol in A INTER DA SORPAZZO Sesta rete in 10 gare dell ex Samp e il Lecce va k.o. (1-0). Lucio ammonito: niente derby TUTTO APERTO: CORSA PER QUATTRO dell Inter, avvicinatasi a punti dalla capolista, per la prima volta a portata di sorpasso nel prossimo derby verità del aprile. Senza sottovalutare Napoli e Udinese. LEGGI IL COMMENTO A PAGINA 10 - NAPOLI DA SOGNO Super Cavani per tornare in corsa vincendo col Cagliari (-1) E l Udinese sale a -6 ALLE PAGINE 1-1 MILAN GATTUSO: «SPERO CHE CASSANO...» Allegri cambia: un tridente per battere Leo BOCCI e DELLA VALLE ALLE PAGINE PARTITE BARI CHIEVO 1- BOLOGNA GENOA 1-1 FIORENTINA ROMA - INTER LECCE 1-0 JUVENTUS BRESCIA -1 LAZIO CESENA 1-0 NAPOLI CAGLIARI -1 PALERMO MILAN 1-0 SAMPDORIA PARMA 0-1 UDINESE CATANIA -0 CLASSIFICA MILAN 6 INTER 60 NAPOLI 59 UDINESE 56 LAZIO 5 ROMA 50 JUVENTUS 5 PALERMO FIORENTINA 1 BOLOGNA* 0 * punti di penalizzazione CAGLIARI 9 GENOA 9 CHIEVO 5 PARMA CATANIA SAMPDORIA 1 CESENA 9 LECCE 8 BRESCIA 6 BARI 17 MOTOGP TRIONFA IN QATAR SU LORENZO E PEDROSA Stoner fa il vuoto Rossi arranca: 7 0 CRUCIANI e FALSAPERLA ALLE PAGINE SERIE B DOPO DUE SCONFITTE Toro: torna Lerda Via Papadopulo Cairo: mollo! BRAMARDO A PAGINA 9 IL ROMPI PALLONE di Gene Gnocchi Gheddafi minaccia l Italia: «Rimando mio figlio a giocare in serie A» CALCIO ESTERO Ancelotti supera Mancini (-0) Domani c è ET GALAVOTTI ALLE PAGINE 6-7 o >

2 R# LUNEDÌ 1 MARZO 011 LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A 0 a GIORNATA INTER 1 0 LECCE GIUDIZIO 77 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Pazzini (I) al 7 s.t. (---1) Julio Cesar; Maicon, Lucio, Chivu, Zanetti; Cambiasso, Thiago Motta; Pandev (dal 8 s.t. Coutinho), Sneijder (dal 9 s.t. Kharja), Eto o (dal 8 s.t. Stankovic); Pazzini. PANCHINA Castellazzi, Materazzi, Nagatomo, Mariga. ALLENATORE Leonardo. AMMONITI Lucio per comportamento non regolamentare, Chivu e Motta per gioco scorretto. ARBITRO Orsato di Schio. NOTE spettatori 6.77 per un incasso di euro. Angoli -6. In fuorigioco -5. Recuperi: p.t., s.t.. POSSESSO PALLA INTER 69% LECCE 1% TIRI IN PORTA IIII INTER MOMENTI CHIAVE PRIMO TEMPO Pandev smarca Sneijder ma il tiro precipitoso risulta centrale 6 Uscita provvidenziale di Julio Cesar su Mesbah sbucato in area solo soletto 17 Corvia al volo su cross di Mesbah: fuori 0 Punizione di Sneijder di poco fuori 6 Giacomazzi manca il tiro a centro area BENEFICIENZA I LECCE 1 Yuto in Giappone per un amichevole (-1--1) Rosati; Tomovic (dal 9 s.t. Donati), Fabiano, Ferrario, Brivio (dal 5 s.t. Piatti); Vives; Olivera, Giacomazzi (dal 8 s.t. Jeda), Bertolacci, Mesbah; Corvia. PANCHINA Benassi, Gustavo, Grossmuller, Coppola. ALLENATORE De Canio. AMMONITI Giacomazzi e Tomovic per gioco scorretto, Rosati per proteste. CROSS INTER 11 LECCE TIRI FUORI IIII INTER SECONDO TEMPO 6 Sneijder dalla trequarti trova sul dischetto Pazzini che incorna ma Rosati gli nega il gol c GOL! 7 Sneijder serve Pandev che di prima appoggia su Pazzini il quale controllando di petto si porta davanti a Rosati e lo brucia 9 Bertolacci calcia un rigore in movimento su assist di Olivera: Julio Cesar vola e respinge MILANO (l.t.) Yuto Nagatomo vola oggi in Giappone per abbracciare i suoi cari e giocare (il 9 a Osaka) l amichevole benefica contro le stelle della J League per le popolazioni colpite da terremoto e tsunami. Poi il derby: «Giocarlo sarebbe un sogno. Vincerlo ancora di più» dice prima di partire. I LECCE 1 Pazzini decide Julio Cesar salva Ora sfida al Milan per il sorpasso I nerazzurri soffrono con il Lecce e passano solo nel tempo. Nel finale miracolo del portiere Sneijder e Pandev «sommergono» in un abbraccio Pazzini, match-winner a San Siro con il Lecce PHOTOVIEWS NICOLA CECERE MILANO dzona sorpazzo. Un guizzo del centravanti e il derby diventa finale scudetto. Se il Milan ha dilapidato (con gravi colpe) un vantaggio che era di tredici punti alla diciottesima giornata, va dato atto all Inter di Leonardo di aver coronato una rincorsa ispirata più dal cuore e dalla determinazione che dalla logica anche perché alla venticinquesima i rossoneri vantavano ancora otto lunghezze. La carica psicologica dell allenatore, il suo entusiasmo contagioso, hanno inciso in modo rilevante sulla rimonta. Da adesso però ci si attende da Leo anche una gestione impeccabile di uomini e moduli: ieri il Lecce è stato in partita sino al 9 quando l allenatore ha mandato in campo Stankovic per guadagnare quei quindici secondi verso il fischio finale... Reduci Stankovic non stava benissimo, d accordo. Però Nagatomo, Mariga e Kharja, se calati a tempo debito nella contesa, avrebbero potuto dare quel necessario contributo atletico a una squadra che schierava nove spremutissimi reduci dall impresa di Monaco. Il non aver adottato in partenza un modulo diverso (escludendo Sneijder o Pandev) e la mancanza di innesti durante la gara (primo cambio dopo 75 ) sono decisioni della panchina che hanno contribuito a creare in campo un clima angoscioso, da imminente beffa. Tipo quella cui San Siro aveva assistito domenica scorsa ad opera dell ormai retrocesso Bari sulla capolista, per intenderci: sempre di formazioni pugliesi trattasi... E se Julio Cesar non avesse avuto un riflesso felino quando Berto-

3 LA GAZZETTA DELLO SPORTR# Giampaolo Pazzini, 6 anni, s infila in area e realizza il gol che decide la partita SANTI lacci ha calciato un rigore in movimento (8 ), staremmo proprio commentando un incredibile frenata nerazzurra arrivata proprio sul più bello. Dorando Ma un occasione del genere proprio non la si poteva fallire e la squadra di Moratti, sia pure soffrendo tantissimo, ha portato a termine la missione. E allora celebriamo a dovere la prodezza di Pazzini che nelle vesti del caritatevole giudice che aiutò lo sfinito Dorando Pietri sul traguardo della maratona olimpica del 1908, ha trascinato l esausta truppa interista al di là del coriaceo ostacolo leccese, innalzato da De Canio col realismo dei disperati: nove uomini dietro la linea della palla e tanti raddoppi sugli esterni. Invasione Questa rinuncia al MANO FATALE Lucio ammonito Salterà il derby (cen) Altri casi di moviola oltre al gol di Pazzini: ok giudicare involontario un mani di Zanetti attaccato al corpo. Orsato, poi, risparmia il giallo a Mesbah e Thiago Motta. Giusto, invece, quello mostrato a Lucio per un netto fallo di mano volontario che blocca una ripartenza pericolosa del Lecce. Il difensore, diffidato, salterà il derby. gioco (ma non ai contropiede, alcuni assai insidiosi) degli avversari ha indotto l Inter a una tattica di invasione della metà campo giallorosa attraverso un possesso palla attuato però a ritmi da allenamento. Il che ha generato un primo tempo assolutamente privo di emozioni. La squadra milanese si muoveva come fosse in apnea: tocchi brevi, scontati. Diciotto uomini raccolti in sedici metri, infilati in un imbuto privo di buchi laterali. A frenare le cadenze era soprattutto Thiago Motta, che peraltro non trovava sbocchi immediati a causa della staticità di Pandev e Sneijder e del pomeriggio tremendo vissuto da Maicon, semplicemente inespressivo. E noto come il terzino brasiliano rappresenti di solito una fonte di gioco fondamentale, alla quale i centrocampisti fanno sovente ricorso. Ieri Mesbah, che presidiava quel fronte, ha fatto un figurone. Concedendosi pure insidiose incursioni. Prodezza Dalla parte del binario mancino Eto o-zanetti le cose hanno preso a funzionare, per merito principale del dinamismo del capitano (assente a Monaco...), soltanto dopo che Pazzini aveva sbloccato, con uno spunto personale, il pericoloso stallo. L episodio decisivo capita al 7, cinquanta secondi dopo che lo stesso Pazzini (al sesto gol in dieci partite) si era visto deviare dal portiere un colpo di testa a botta sicura. Sneijder appoggia su Pandev che smista subito sul Pazzo il quale, con uno stop di petto a seguire, scavalca i difensori e si presenta davanti al portiere, che stavolta non può fare il miracolo. Il resto è tenace resistenza. E così ora l Inter è finalmente padrona del suo destino: se vince il derby, va in testa. LA MOVIOLA di Francesco Ceniti Regolare il gol dell attaccante Ma il Milan protesta: su Ibra valutazione diversa Stesso stadio, stessa area. Cambia, però, il giudizio dell arbitro. Di che cosa stiamo parlando? Del gol segnato ieri da Pazzini (convalidato) e quello realizzato da Ibra otto giorni fa contro il Bari (annullato e svedese ammonito). Il Milan si lamenta, valutando le azioni identiche e facendo notare la diversa interpretazione del regolamento. Chiariamo il nostro pensiero: le due azioni sono diverse e quindi sono corrette le decisioni di Orsato e Brighi. Partiamo dalla rete vincente di Pazzini (foto in alto) contro il Lecce: a creare sospetti in diretta è il movimento del braccio che sembra toccare il pallone. Rivisto alla moviola, però, si capisce come lo stop sia di petto. A voler essere perfezionisti ci sono una paio d inquadrature che lasciano minimi dubbi, ma la sensazione è che non ci sia fallo. La scena si capovolge se la confrontiamo con l azione di Ibra (foto in basso): in quel caso il replay confermava l impressione avuta a velocità normale col braccio del milanista fondamentale per addomesticare il pallone. Il Pazzo e l arte della pazienza «Ce l ha solo chi è così forte» Ha segnato 6 gol su 6 nel secondo tempo, quando l Inter ha guadagnato 19 punti ANDREA ELEFANTE MILANO di gol della perseveranza, la vittoria della pazienza, la rimonta della costanza. Perché questa stagione dell Inter è nata così, e quella di Giampaolo Pazzini anche: tutto è cominciato dopo; molto succede dopo, quando l alba delle partite è già ricordo da un po. Tutto nel secondo tempo Nessuna squadra guadagna punti nella ripresa come l Inter: +19 rispetto ai primi tempi, e Pazzini sa perché. «Perché chi gioca contro di noi prova a mettersi lì, si chiude, spende energie, si stanca: e così, nel secondo tempo, si allarga, si allunga, concede qualche spazio in più». É lì che si butta il Pazzo: 6golcon l Inter, 6 gol segnati nel secondo tempo, 6 gol tutti decisivi, a loro modo. La doppietta all esordio per rimontare il Palermo, la rete di Bari per iniziare a chiudere il sipario, il gol-vittoria a Firenze, quello contro il Genoa per riaprire la partita e far venire giù l argine rossoblù. La pazienza dei forti E poi la sentenza di ieri, quando la salita iniziava a farsi fin troppo ripida: «Prima della partita ce l eravamo detto: "Quest occasione ce la siamo cercata, ce la siamo sudata e ora, dopo tutta sta fatica, non possiamo sprecarla. Sapevamo di dover avere pazienza e l abbiamo avuta. Perché la forza di questa squadra è sapere quanto è forte: è questa consapevolezza che ci permette di non avere fretta». A lui in verità è successo un po tutto in una volta: «In due mesi, un sacco di cose: ho assaggiato il momento più bello della mia carriera e posso sperare di vincere subito qualcosa. Abbiamo fatto una cosa straordinaria recuperando tanti punti al Milan e adesso possiamo giocarcela fino alla fine per lo scudetto». Era petto pieno A cominciare dal derby: «Il mio primo derby e non vedo l ora che arrivi, ma non sarà quella partita a decidere il campionato: dopo, ce ne saranno altre sette. Peccato non ci sia Lucio, la sua è stata una cosa istintiva, ma lo capisco: ero diffidato anche io, e ogni tanto nei contrasti mi veniva da pensarci». Ma non quando è andato a stoppare quella palla, immaginando già l 1-0: «Non mi sono neanche accorto delle proteste del Lecce perché non mi ha neanche sfiorato il pensiero di averla presa irregolarmente: forse a ingannare è stato il movimento che ho fatto con il braccio per darmi la spinta, ma quello era petto pieno, alto, vicino alla spalla». E ora che torna Milito? Era anche l 8 gol personale al Lecce (su 10 gol totali), il 6 segnato a Rosati: «Cerco di prendermi le mie soddisfazioni in campionato, visto che in Champions non posso stancarmi, anche se lo farei volentieri: martedì a Monaco, in tribuna, ho sofferto tanto». Un gol più «sporco» di quelli belli che segna di solito: «Veramente è un po che ne faccio così, e comunque bello o sporco va sempre bene, e vale sempre uno». Varrà anche una maglia per il derby, ora che torna Milito? «Ah perché, volete mettermi a sedere subito?». LO SPRINT VERSO IL TITOLO CLASSIFICA 1. Milan 6. Inter 60. Napoli 59. Udinese 56 CALENDARIO 1ª giornata Milan-Inter ( aprile) Napoli-Lazio ( aprile) Lecce-Udinese ( aprile) ª giornata Fiorentina-Milan Inter-Chievo Bologna-Napoli Udinese-Roma ª giornata Milan-Samp Parma-Inter Napoli-Udinese ª giornata Brescia-Milan Inter-Lazio Palermo-Napoli Udinese-Parma 5ª giornata Milan-Bologna Cesena-Inter Napoli-Genoa Fiorentina-Udinese 6ª giornata Roma-Milan Inter-Fiorentina Lecce-Napoli Udinese-Lazio 7ª giornata Milan-Cagliari Napoli-Inter Chievo-Udinese Q y 8ª giornata Udinese-Milan Inter-Catania Juve-Napoli Giampaolo Pazzini, 6 anni, è alla prima stagione nell Inter ANDREOLI

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5 LA GAZZETTA DELLO SPORTR SERIE A 0 a GIORNATA LE PAGELLE INTER CHIVU IMPECCABILE AL CENTRO LECCE BERTOLACCI FALLISCE IL PAREGGIO 6 a 6 h7 6 a 6 h6,5 L ALLENATORE IL MIGLIORE L ALLENATORE IL MIGLIORE Doveva vincere e ha vinto: missione compiuta con gran fatica Leonardo Dopo quel primo tempo di stenti ci si aspettava un suo intervento a modificare la situazione. Ma preferisce non toccare nulla: vince soffrendo. Pazzini Premiamo l importanza del suo gol (peraltro di eccellente fattura) che permette all Inter di piombare sui rivali cittadini proprio alla vigilia di un derby che così diventa elettrico Una difesa sempre ordinata e nel finale la palla del clamoroso pareggio De Canio Si affida a un catenaccio mobile, nel senso che ne tiene nove dietro la linea del pallone e poi ne spedisce tre o quattro negli spazi. E crea allarmi. Mesbah Segue Maicon praticamente a uomo, annullandolo. Poi si prende il lusso di insidiosi inserimenti accentrandosi per sfruttare il fattore sorpresa. Pedina preziosa. di NICOLA CECERE 7 Julio Cesar Un uscita su Mesbah nel primo tempo, ma soprattutto la parata su Bertolacci a 6 dalla fine e perciò decisiva. 5 Maicon E quello più giù di corda. Fa mancare alla squadra un fondamentale sbocco nella manovra. Va ricaricato. 5, ,5 6,5 Lucio Si autoesclude dal derby con un fallo di mani forse istintivo. Lascia buchi e rogne da sbrigare al povero Chivu. Chivu Riportato nel ruolo di centrale risulta impeccabile in ogni intervento. Una bella conferma in vista del derby Zanetti Gioca terzino. Primo tempo di rare e scontate scorribande. Si scuote nella ripresa, dove aggredisce e gestisce bene. Cambiasso Il più lucido, continuo e costruttivo in mezzo al campo. Un punto di riferimento costante. Rosati Con un riflesso da felino nega a Pazzini il gol sessanta secondi prima della stoccata decisiva su cui non può niente. 6 Tomovic Quando gli arriva davanti Eto o, ha sempre compagni che lo aiutano. Così se la cava. (Donati s.v.) 5,5 Fabiano Subito rude, poi diventa corretto. Ma concede a Pazzini le occasioni per incidere sul match. 5,5 Ferrario Come il suo compagno di reparto regge bene nel primo tempo, salvo farsi bruciare da Pazzini a inizio ripresa. 6 6 Brivio Dalal sua parte arriva, e nemmeno spesso, la controfigura di Pandev: non è un impresa contenerlo. Vives Centromediano metodista, si sarebbe detto una volta. Ovvero argine supplementare e pure rampa di lancio 5,5 Thiago Motta Tocca tanti palloni di prima, ma in modo banale, spesso all indietro. E la squadra gira sotto ritmo. 5,5 5,5 6 5,5 s.v. 6,5 5,5 5,5 5,5 s.v. Pandev Spento. L eroe di Monaco forse ha festeggiato troppo. L unica buona idea è il passaggio gol. Sneijder Ecco un altro reduce privo di energie prima mentali e poi fisiche. Una punizione, un cross. Pochino. Eto o Spremutissimo. Se la cava con la classe e l orgoglio, ma non incide. (Stankovic s.v.) Coutinho Venti minuti nel finale a confermare la sensazione di precedenti uscite: è troppo leggero. Kharja In campo per 10 minuti. Poteva essere utilizzato prima per rinvigorire un reparto esausto. Olivera Si fa preferire nella fase di contenimento ma sa pure creare l azione del possibile pareggio Giacomazzi Becca il giallo (salta l Udinese) per un eccesso di agonismo inspiegabile. Cicca una palla gol al 6 Bertolacci A 6 dalla fine Olivera gli recapita un assist al bacio: tiro pronto, ma proprio sul palo di Julio Cesar Corvia Un sinistro al volo, non distante dalla porta, su cross di Mesbah. Poi tanto vigore ma Chivu lo frena Jeda Una decina di minuti. Però con lui in campo la squadra crea le premesse del gol dell 1 1 s.v Piatti Se Brivio non ha chiesto il cambio, non si riesce a capire perché uno debba entrare al novantesimo TERNA ARBITRALE: ORSATO 6 Non accoglie, giustamente, la protesta di Rosati sul gol. Poi Musolino commette un errore. La partita non presenta situazioni difficili. Copelli 6,5-Musolino 5,5 GLI EURORIVALI Lo Schalke k.o. A Leverkusen -0 in mezzora In Bundesliga, lo Schalke proprio non va. La prossima avversaria dell Inter nei quarti di Champions incassa la dodicesima sconfitta in campionato: in casa del Leverkusen, che con questa vittoria accorcia a 7 lo svantaggio dalla capolista Borussia Dortmund, lo Schalke affonda in nemmeno mezz ora, stesa dal gol dello svizzero Derdiyok (19 ) e dall autorete di Metzelder (7 ) su un cross di Renato Augusto, restando al decimo posto ma a soli 5 punti dalla zona pericolo. Le parate di Neuer hanno tenuto a galla la squadra di Gelsenkirchen, pericolosa soltanto in avvio con Edu e a inizio ripresa con i tentativi di Gavranovic e Raul. Impossibile vedere la mano di Rangnick, ingaggiato giovedì ma ieri sostituito in panchina dal «secondo» Eichkorn. Il nuovo tecnico guiderà dal campo la squadra soltanto una volta prima di incontrare l Inter, il 1 aprile in casa del St. Pauli, dopo la sosta per le nazionali. Intanto Magath, esonerato dallo Schalke e subito passato al Wolsfburg, ha ricominciato con un 1 1 nello scontro salvezza a Stoccarda. 7 a GIORNATA Ieri: Leverkusen Schalke 0, Stoccarda Wolfsburg 1 1. CLASSIFICA Borussia Dortmund 6; Leverkusen 55; Hannover 50; Bayern 8; Mainz ; Norimberga ; Amburgo 0; Friburgo 7; Hoffenheim 6; Schalke ; Werder, Colonia ; Eintracht, Kaiserslautern 1; Stoccarda 9; St. Pauli 8; Wolfsburg 7; Borussia M.. LECCE IL TECNICO De Canio: «Noi salvi di sicuro» «K.o. per un colpo di un campione» MILANO d«siamo attaccati al treno-salvezza e siccome abbiamo vitalità e voglia di giocare sono sicuro che ne usciremo, che ci salveremo». Luigi De Canio non piange davanti alla sconfitta numero 16. «Se ho un rimpianto? Non abbiamo fatto la partita che avremmo dovuto fare, ma davanti a una grande squadra c è da dire che siamo riusciti a limitare i pericoli e a rimanere sempre in partita. Il gol di Pazzini irregolare? Se l ha toccata col braccio e l arbitro non ha visto, bé, pazienza. Oggi abbiamo perso per l acuto di un grande campione, ecco tutto». Campione che non si è aiutato col braccio. Svirgolata-gol É la sesta sconfitta consecutiva del Lecce a San Siro: ma c è stata sempre sofferenza per i nerazzurri, anche sul finire quando Julio Cesar ha neutralizzato Bertolacci. «Se l avesse svirgolata - dice De Canio riferendosi a quella occasione -, avrebbe fatto gol. Comunque sia, la squadra mi ha molto soddisfatto: ci ha sempre provato e ha appunto avuto anche la possibilità di pareggiare. Ho fiducia, questi ragazzi faranno bene: anche nell andata abbiamo avuto difficoltà, ma sapevamo che questo sarebbe stato il nostro campionato. Troveremo i punti per venirne fuori». m.d.v.

6 R LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A 0 a GIORNATA Leo: «E se vinciamo le prossime 8 gare...» Il tecnico aggiunge: «Non è facile, ma ne siamo in grado Il derby? Dipende dalle nazionali. Un grazie ai giocatori» Leonardo, 1 anni, con una striscia vincente di otto partite di fila in casa, è già entrato nella storia del club nerazzurro LIVERANI MATTEO DALLA VITE MILANO dotto sorrisi su otto a San Siro, 8 gare 8 vittorie: avanti così potrebbero diventare 1 successi in casa come accadde a Invernizzi nella stagione , quella della rimonta sul Milan. Corsi, ricorsi e rincorse. E il resto è già un viaggio sulla macchina del tempo: destinazione aprile 011, Madonnina-Day. Nazionali, serve buon senso Leonardo viaggia alla velocità delle luce, dal -1 del 6 gennaio al - odierno: l interruttore decisivo potrebbe essere Milan-Inter. «Il derby - fa Leo -? Egoisticamente mi dispiace solo che ci sia il giro delle nazionali, quello è il vero problema, anche se ho il massimo rispetto delle gare ufficiali. Però la situazione mi preoccupa, perché qualcuno arriverà due giorni prima del derby, ed è un peccato. Chiedere di risparmiare i nostri giocatori? Non scherziamo: serve buonsenso, lo usiamo qui e speriamo che lo usino anche le nazionali». Derby, né decisivo né finale Naturalmente ci sono idee inerenti all ottava vittoria («Il Lecce ha fatto bene quel che voleva fare, compatta con ripartenze: se non hai testa una partita così non la vinci»); ovviamente c è una difesa di Pazzini («Il suo braccio va all indietro, lui la spinge in avanti col petto: Pazzo fa gol quando c è battaglia!»): ma è altrettanto inevitabile che il derby sia qualcosa di magnetico già da ora. «Il y FILOTTI RECORD IN CASA Ecco gli allenatori dell Inter che hanno ottenuto le strisce vincenti più lunghe in casa in uno stesso campionato: 1 vittorie Cappelli ( 9-50) Invernizzi ( 70-71) 11 vittorie Weisz ( 9-0) Mancini ( 07-08) 10 vittorie Fossati ( 1-) Mancini ( 06-07) 9 vittorie Viola ( 8-9) Olivieri ( 50-51) Herrera ( 60-61) 8 vittorie Weisz ( -) Herrera ( 6-6) Leonardo ( 10-11) V Invernizzi Ha guidato l Inter dal 70 al 7 derby non è una finale, perché dopo mancheranno altre 7 partite. Semmai, se è decisivo, lo è soprattutto a livello mentale, ma non per la classifica». Rispetto e ascolto Siamo arrivati in una posizione ottima, abbiamo fatto una rincorsa bella. Lucio salterà il derby? E un dispiacere, è stato istintivo ma non ha fatto un ingenuità. Però cosa fai: lo lasci giù col Lecce? Oggi era la partita più importante. Ho pensato a Materazzi che si è allenato molto bene, ma poi Lucio e Chivu ha fatto una grande gara. Come ho detto più volte, l Inter c è, ho un gruppo fantastico che oggi ha vinto con rabbia, testa e pazienza. Da quando sono arrivato cosa ho dato e ricevuto? Ho cercato di dare un mio impianto e una mia idea in un gruppo che ha vinto tanto e che ha ancora voglia di fare la "guerra": fra noi si è creata un armonia speciale che i risultati hanno aiutato. Io non ho inventato niente: ho trovato un gruppo aperto a tutto che mi ha dato rispetto e ascolto». Berlusconi e le altre 8 «Se vincere il derby servirebbe a far ricredere Berlusconi? Ma no, io vivo d amore e guardo avanti: se mi volto, vedo quei 1 anni e devo ringraziare, resta tutto dentro di me, solo cose positive». Zanetti dice «adesso dipende tutto da noi, come volevamo», e vincendole tutte... «E vero, ma fare 8 vittorie di fila mica è facile... Però siamo in grado di farle, perché la testa c è e oggi si è vista». Due settimane al derby: si parte.

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9 LA GAZZETTA DELLO SPORTR SERIE A 0 a GIORNATA LUCA TAIDELLI Il presidente: «Pazzini? L abbiamo preso proprio per "aprire" le partite. Che cosa temo del Milan? L esperienza» MILANO dil calcio è strano perché l inerzia può pesare più della classifica. L Inter viaggia con il vento in poppa mentre il Milan è finito in una zona di bonaccia. Ecco perché lo stesso Massimo Moratti, malgrado il -, si «rassegna» al ruolo di favorito nel derby. «Temo l esperienza del Milan e il fatto di avere il pronostico dalla nostra perché si entra in campo con uno spirito diverso - spiega il presidente -. Lo sento dire in giro, io dico di no anche per scaramanzia, ma in questo momento è abbastanza naturale vederla così. Sarà una partita emotivamente importantissima e difficile per entrambe le squadre». Moratti e il derby: «Mi spaventa essere favorito» «Non vorrei dirlo per scaramanzia, ma è così. Il bello di Leo è che rischia. Peccato per Lucio» Julio Cesar «A volte sbagli, in altre salvi tutto» Julio Cesar salva il risultato a pochi minuti dalla fine respingendo un tiro ravvicinato di Bertolacci KINESMILANO Lucio, Chivu e il ballerino... Contro i rossoneri mancherà Lucio, in diffida e ammonito ieri per un fallo di mano abbastanza inutile a metà campo. Ma vai a comandare l istinto di un braccio alzato quando il pallone ti scavalca. «Peccato, è stato un momento di distrazione - commenta Moratti -, ma con quattro diffidati ci stava che succedesse». Complimenti pure per Pazzini ed Eto o, utile anche senza segnare. «Pazzini l abbiamo preso proprio per "aprire" le partite. Eto o è straordinario come professionalità, continuità, gol, inserimento nel gruppo. Sembra un ballerino, ha questo fisico particolare per cui pensi di doverlo preservare. Ma credo che ami abbastanza se stesso da sapersi conservare». Leo, Ibra e Sanchez Moratti in compenso conserva il sorriso pensando a Leonardo. «Se quando l ho preso mi sarei immaginato di arrivare al derby con la possibilità del sorpasso? Non facevo calcoli, ma avevo molta fiducia in lui e sognare nel calcio non fa mai male. Non so se l ho pensato, ma Leo sì perché a - ci è arrivato. Se è stata una risposta all arrivo di Ibra al Milan? Intanto in cambio è arrivato Eto o. Un po spiace che Ibra sia finito a un avversaria, ma ci ha dato tantissimo, risultando decisivo in tre scudetti. E la sua assenza il aprile può pesare. Ho scelto Leo perché in un momento di poco entusiasmo speravo portasse un aria nuova. E stato pronto a rischiare e per questo lo apprezzo ancora di più». Quasi come Sanchez, gioiellino dell Udinese. «Il cileno è fantastico. Bravo Guidolin a esaltarne le doti. Ora non sarà facile arrivare a Sanchez». Parola di Chivu Chiusura per il migliore in campo. «Chivu è stato strepitoso, speriamo che possa ripetersi nelle prossime gare». L interessato spiega: «Ho sempre detto che in quel ruolo do il meglio. Poi è chiaro che serve sono disposto a fare anche il portiere. Ora arriva la sosta per le nazionali. Speriamo che tutti tornino sani. In passato spesso abbiamo avuto delle brutte sorprese. La partita contro il Lecce è stata molto difficile. Anche perché ha pesato la Champions». La testa però è già al derby. E Chivu lancia un messaggio molto chiaro: «Quella contro il Milan sarà una gara decisiva. Ma anche per loro. Non capisco perché tutti dicono che solo noi non possiamo sbagliarla». Chivu: «Da difensore centrale rendo di più. Derby decisivo, ma a questo punto anche il Milan non potrà sbagliare partita» Julio Cesar conserva A dare fiducia all ambiente c è anche l aver ritrovato il vero Julio Cesar dopo le papere di Coppa. «Grazie ai tifosi, la loro accoglienza dopo Monaco è stata fantastica - spiega il brasiliano -. La parata su Bertolacci? La vita del portiere è così: una volta si sbaglia, l altra si salva il risultato. E questa è una vittoria fondamentale. Ora guardo con fiducia al derby. Il Milan è una grandissima squadra, sarà una partita speciale, ma non decisiva perché mancheranno ancora tante giornate. Certo che vincerlo sarebbe un bel passo in avanti».

10 R LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A il commento di ALBERTO CERRUTI acerruti@gazzetta.it x TUTTO APERTO PER SQUADRE L Inter mai così vicina al Milan ma sognano anche Napoli e Udinese La primavera anticipata di Leonardo sembra il bocciolo di una nuova stagione, per dimenticare il lungo inverno al comando di Allegri. Potenza di due opposti 1-0: quello del Palermo che affonda il Milan, e quello contro il Lecce che alimenta la rincorsa dell Inter, arrivata a punti dalla capolista, per la prima volta a portata di sorpasso nel derby verità del aprile. L ultima sosta, per l impegno della Nazionale in Slovenia, congela l attesa per lo sprint scudetto, ma non i giudizi su questo campionato, tanto modesto per il livello tecnico, quanto appassionante per i continui colpi di scena. E proprio perché il dopo-mondiale ha riservato spesso vincitori inattesi (Roma 8, Napoli 87, Sampdoria 91) oppure diversi dai campioni in carica (Juventus 95, Milan 99), non è giusto sottovalutare il Napoli, che batte il Cagliari con una doppietta di Cavani riportandosi a meno dal Milan. E soprattutto sarebbe pericoloso snobbare la lanciatissima Udinese, unica imbattuta nel 011 e senza gol al passivo nelle ultime 7 gare, salita a meno 6 dalla capolista dopo il -0 al Catania, a parità di punti finali già in vantaggio nei confronti diretti con l Inter, con la possibilità di esserlo anche con il Milan, se lo batterà in casa dopo il - di San Siro. Almeno fino al derby, però, il primato è un affare riservato alle milanesi, mai così vicine da quando Leonardo è subentrato a Benitez, perché alla vigilia della sfida d andata il Milan era a + sui nerazzurri, diventato +6 dopo il rigore di Ibra. Con 8 successi su 8 a San Siro, Leonardo ha eguagliato la serie di Helenio Herrera ( 61 e 6), con la possibilità di raggiungere il record di Invernizzi, a quota 1 nel 1971, anno dello storico sorpasso proprio sul Milan, dopo l esonero di un altro straniero, Heriberto Herrera. Più dei ricorsi storici, a far sperare i nerazzurri ci sono il venticello che aiuta a risolvere partite sofferte come ieri, e soprattutto l improvviso calo della capolista. Già appannato contro la Juve, quando ha vinto l ultima volta con la «ciofeca» di Gattuso, il Milan fatica a segnare con e senza Ibrahimovic. Ma è chiaro che in prospettiva derby la squalifica dello svedese pesa più di quella di Lucio, perché Pato è irriconoscibile, mentre Cassano è fin troppo riconoscibile nei suoi imbarazzanti limiti atletici. Anche se nemmeno il miglior Ibra può inventare gol, se continuano a mancare le accelerazioni di Boateng e soprattutto la fantasia di Pirlo, dimenticato troppo in fretta. Perché la classe non ha età, come insegnano i grandi vecchi Totti e Del Piero. y AGENDA PIENA PER TUTTI Il Milan può cominciare a lavorare per il derby martedì, ma senza molti giocatori, a cominciare dall azzurro Cassano. A RIPOSO Robinho che non è stato convocato dal Brasile d accordo con il giocatore. Con i verdeoro ci sarà Thiago Silva. Il Brasile gioca domenica (amichevole con la Scozia, a Londra). Da valutare Pato DOPPIO TURNO per Van Bommel e Emanuelson, impegnati con l Olanda contro l Ungheria (il 5 a Budapest, 9 ad Amsterdam). Una gara contro la Moldova per Ibrahimovic, squalificato per il derby. Due amichevoli per il colombiano Yepes. I GIOVANI Merkel giocherà due partite con la Germania Under 19, Didac Vilà e convocato dalla Spagna Under 1. AFRICANI Boateng e altri (Strasser della Sierra Leone e il nigeriano Oduamadi) sono impegnati nelle qualificazioni alla coppa d Africa. Rino Gattuso, anni, è al Milan dal In rossonero ha vinto tutto, dallo scudetto al Mondiale ANSA GATTUSO «Sì, c è la paura che lo scudetto ci scappi via» «Spero che Cassano decida il derby: può tirarci fuori da guai. Balotelli al Milan? Meglio Kakà...» DAL NOSTRO INVIATO FABIANA DELLA VALLE MONTECARLO (Monaco) dporto di Fontveille, nel cuore del Principato. Luci soffuse, atmosfera suggestiva, foto e disegni che ricordano la sua Schiavonea. E l Osteria del Mare, il nuovo ristorante che Gennaro Gattuso ha inaugurato ieri con i soci Davide Ranucci, i fratelli Bianchi e Mimmo Tallerico. «Se fossi un pesce vorrei essere un rombo. Anche se qualcuno può pensare che somiglio a uno scorfano». Gattuso, avete paura che lo scudetto scappi via? x ha detto SUL MOMENTO NO A Palermo tutte le volte che abbiamo messo palloni in area non c era nessuno a buttarla dentro. Se i più pericolosi siamo io e Flamini è segno che c è qualcosa che non va «E un dato di fatto. Potevamo andare a +7 e invece ci ritroviamo a + prima del derby. E da 10 giorni che le cose ci vanno per traverso. Se il campionato è riaperto è colpa nostra, però il destino è nelle nostre mani. Il derby sarà decisivo: dobbiamo prepararlo bene più di testa che di gambe». Senza Ibrahimovic s aspettava di più da Pato e Cassano? «Mi aspetto di più da tutta la squadra. E mi fa rabbia che a Palermo tutte le volte che abbiamo messo palloni in area non c era nessuno pronto a buttarla dentro. Se io e Flamini siamo stati i più pericolosi c è qualcosa che non va». L eliminazione dalla Champions ha lasciato il segno? «No, perché col Tottenham abbiamo dimostrato di essere in salute. Con il Bari abbiamo avuto poca fortuna, però quando fai un punto in due partite devi essere preoccupato. Non ci sentiamo svantaggiati, però l Inter ha dalla sua la convinzione che deriva dai risultati». La sorprende che l ex milanista Leonardo abbia conquistato l Inter in così poco tempo, più di quanto fosse riuscito con voi? «Leo con noi aveva fatto un buon lavoro e il valore dell Inter non si discute. Avevano avuto delle difficoltà con Benitez ma non potevano essere diventati dei brocchi. Mi fa un effetto strano vederlo dall altra parte, ma ognuno fa le sue scelte. I risultati gli danno ragione, ma io al derby darò il massimo perché voglio vincere, non perché c è lui in panchina». Alcuni dicono che il gol di Pazzini al Lecce somigli a quello di Ibrahimovic al Bari, quindi fosse da annullare. «Credo nella buonafede degli arbitri». Gattuso un giorno potrebbe andare all Inter? «Va bene tutto, ma questo no. Piuttosto preferirei mettermi a lavorare in cucina. Non si gioca con i sentimenti. Il Milan è casa mia, vorrei restare qui». Mercato: meglio il ritorno di Kakà o l arrivo di Balotelli? «Kakà. Ha fatto la storia del Milan, se è così amato significa che si è comportato bene. Noi lo aspettiamo. Vedo difficile l arrivo di Mario, pochi mesi fa è andato al City per molti soldi, perché dovrebbe tornare indietro così presto?». Ibrahimovic ha raccontato che lei è uno dei pochi a sgridarlo quando sbaglia. «Zlatan pretende molto da se stesso e si aspetta che gli altri diano in campo tanto quanto lui. Ma non è possibile, perché non tutti hanno il suo talento. Io gli ho detto: "Ibra, se tutti fossimo forti come te non guadagneresti così tanto"». Nesta smetterà a giugno? «Lui ci gioca su questa storia degli acciacchi. Smetterà tra due-tre anni, come me». Chi sarà l uomo derby? «Mi piacerebbe che la partita la decidesse Cassano. Ora è sul banco degli imputati però ha le qualità per tirarci fuori dai guai». IL CASO DOPO I FISCHI DI SABATO E LA REAZIONE DELL ALLENATORE Lotito blocca Reja: «Resterà alla Lazio» Ma se la situazione non dovesse cambiare, il tecnico potrebbe mollare STEFANO CIERI ROMA dparadosso Lazio. La squadra biancoceleste è in piena corsa per la Champions, ha l Europa League in cassaforte, ha migliorato di punti la sua classifica rispetto a un anno fa, eppure il suo allenatore è in discussione. Sì, proprio così. A Edy Reja non è bastato il miracolo-salvezza della scorsa stagione e l incredibile campionato in corso per far breccia nel cuore dei tifosi laziali. Non sono bastati qualcosa come 78 punti in 5 partite, alla media di 1,7 a gara. Non è bastato un cammino, in questo torneo, che in tutta la storia del club è inferiore solo a quelli (irripetibili) dell era Eriksson. Non è bastato perché il tecnico goriziano ha perso quattro derby su quattro, un onta che in una città come Roma probabilmente non sarebbe cancellata neppure dalla vittoria dello scudetto. Il tecnico Edy Reja, 65 anni AP Avanti assieme Un paradosso, appunto. Un paradosso che amareggia non poco zio Edy. «Non so quanto potrò reggere questa situazione», si è lasciato scappare nel dopo-gara di sabato. Una partita, quella col Cesena, che era iniziata con i fischi al tecnico e ai suoi giocatori da parte dell Olimpico. Episodio peraltro non nuovo, visto che già nelle settimane scorse sia l allenatore sia alcuni calciatori erano stati bersagliati dalla curva. Ma cosa rimproverano i tifosi all allenatore? L allergia ai derby, innanzitutto. E poi, anche, un gioco troppo prudente che finisce col penalizzare soprattutto l idolo Zarate. Non tutta la piazza è contro Reja, ci mancherebbe. E dalla sua parte, soprattutto, c è la società. Il presidente Lotito è amareggiato quanto l allenatore, ma non ha alcuna intenzione di mollarlo: «Reja è una brava persona e questo a Roma forse è un demerito. Con lui c è totale sintonia. È e resterà il tecnico della Lazio». Parole che non lascerebbero spazio a interpretazioni, anche se il rinnovo contrattuale è ancora da formalizzare. Ma se la situazione ambientale dovesse restare immutata, potrebbe essere il tecnico a togliere il disturbo. LAZIO-CESENA 1-0 Assist di Mauri per Zarate gol Cesena al tappeto LAZIO-CESENA 1-0 (primo tempo 1-0) MARCATORE Zarate al p.t. LAZIO (--1-) Muslera 6,5; Scaloni 6 (dal s.t. Stendardo s.v.), Biava 6,5, Dias 6,5, Garrido 5; Gonzalez 6,5, Matuzalem, Hernanes 5 (dal s.t. Brocchi 6); Mauri 6,5 (dal 1 s.t. Kozak s.v.); Zarate 7, Sculli 6,5. All. Reja 6,5. CESENA (---1) Antonioli 7; Santon 6, Pellegrino 5,5, Von Bergen 5,5, Lauro 6 (dal s.t. Benalouane 5,5); Caserta 5,5 (dal s.t. Riski 6), Colucci 5,5, Parolo 6; Jimenez 6,5, Malonga 6; Bogdani,5 (dal 1 s.t. L. Ceccarelli 6). All. Ficcadenti 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Matuzalem, Brocchi e Lauro. ARBITRO Giannoccaro di Lecce 5.

11 LA GAZZETTA DELLO SPORTR SERIE A Svolta Milan: ecco il piano anti-inter Allegri studierà qualche novità tattica: senza Ibrahimovic servono variazioni in attacco ALESSANDRA BOCCI MILANO dinutile rimuginare sul tempo e soprattutto sui punti perduti. Massimiliano Allegri spera che la sosta servirà per riordinare le idee e rialzarsi in piedi subito. Lui, almeno, cercherà di fare così; resta da vedere se il suo pragmatismo contagerà i suoi giocatori, assai abbacchiati. Forma giù A parte Pato, che pare dotato di un buonumore a prova di sconfitta, c era poca gente che aveva voglia di ridere sul volo di ritorno da Palermo. La sensazione è che si stia compiendo quello che molti si aspettavano da settimane, e ora il pericolo è vicinissimo. «Ma questa sconfitta ci può far bene, ci può rendere più compatti», diceva Clarence Seedorf. Ecco, Seedorf potrebbe essere rilanciato nel derby davanti alla difesa, posizione ricoperta a Londra in Champions e a Palermo quando è uscito Van Bommel. Un ballottaggio fra olandesi con caratteristiche assai diverse: Seedorf regalerebbe qualità, e assicurerebbe una copertura minore. D altra parte, i due macroscopici errori in difesa compiuti contro Bari e Palermo da Van Bommel sono segnali di un calo di forma prevedibile visto che l ex del Bayern ha cominciato a allenarsi e giocare a pieno ritmo appena arrivato. E il doppio impegno dell Olanda contro l Ungheria non aiuterà: la nazionale oranje è forte abbastanza (e soprattutto ha un tale vantaggio nella classifica del girone) da non preoccuparsi, ma certo il suo capitano non tornerà a casa riposato. Alexandre Pato, 1 anni, con Massimiliano Allegri, anni IMAGE SPORT milkadv.it NON GUIDO IL SUV E SONO SINGLE. Flamini e Gattuso. Così non si può sperare di battere i campioni di tutto. Incertezze e azzardi Il tecnico non spera certo di riavere Ibrahimovic per il derby (il ricorso alle tre giornate di squalifica si discuterà venerdì), ma sa che recupererà Pato, che ha subito sabato una lieve distorsione alla caviglia sinistra. Ma il vero problema è Cassano, che non riesce più a incidere come era successo nelle prime partite con la maglia rossonera. Su questo dovrà lavorare Previsti esperimenti: Pato da prima punta non va. E il tecnico potrebbe anche decidere di tornare al vero tridente Allegri, ma è probabile che nel derby Cassano riparta dalla panchina. L altra possibilità sarebbe il ritorno deciso al -- abbozzato a inizio stagione e poi accantonato. Boateng era già stato provato anche nel ruolo di esterno destro. Ma la prima cosa da curare in questi giorni sarà la condizione psicologica: per questo non saranno tollerati eccessi, ritardi e piccoli strappi alle regole. D ora in poi, chi sgarra è davvero fuori dal Milan. Perché il derby, nonostante quello che dicono Allegri e soprattutto Moratti e Leonardo, è decisivo: se l Inter mette il muso davanti il controsorpasso sarà quasi impossibile, visto il calendario del Milan. Per questo da domani a Milanello si lavorerà senza alzare mai la testa. Novità Ma Allegri, che non avrà molta scelta a livello di uomini, sa di doversi inventare qualcosa per quanto riguarda la disposizione in campo: Boateng, che ha già fatto l attaccante contro il Palermo, potrebbe agire da prima punta, vista l idiosincrasia di Pato per il gioco d area. Il ragazzo funziona da prima punta nel Brasile, ma non nel Milan. E il dato che sconforta di più Allegri è questo: fra Bari e Palermo, zero tiri in porta degli attaccanti brasiliani, e sabato sera soltanto due tentativi dai mediani EPPURE SONO UN CALCIATORE. PALERMO-MILAN 1-0 Super Migliaccio più il gol di Goian Rossoneri a fondo PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Goian al 10 p.t. PALERMO (---1) Sirigu 7; Muñoz 6,5, Goian 7, Migliaccio 7,5; Darmian 6, Bacinovic 6,5 (dal s.t. Acquah 6), Nocerino 6, Balzaretti 6,5; Ilicic 6,5, Pastore 5,5 (dal 9 s.t. Miccoli 6); Pinilla 7 (dal s.t. Hernandez sv). (Benussi, Andelkovic, Liverani, Kurtic). ALLENATORE Cosmi 6,5. MILAN(--1-) Abbiati 6; Abate 6, Nesta 6, T. Silva 6, Jankulovski 5,5 (dal 17 p.t. Antonini 6); Gattuso 6, Van Bommel,5 (dall 8 s.t. Boateng 5), Flamini 5,5; Seedorf 5,5; Pato,5 (dal 19 s.t. Robinho 6), Cassano. (Amelia, Yepes, Bonera, Emanuelson). ALLENATORE Allegri 5. ARBITRO Tagliavento, di Terni, 6,5. ESPULSI nessuno AMMONITI Pinilla (P), Van Bommel e Flamini (M) per gioco scorretto. Kronos. Calcio vero per persone vere. IN FOOTBALL WE TRUST.

12 R LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A 0 a GIORNATA DOPPIO EDINSON Al San Paolo si parla uruguaiano V SECONDO TEMPO Freddezza e precisione: Edinson Cavani porta avanti il Napoli per la prima volta trasformando un rigore causato da un intervento di Ariaudo su Lavezzi CUOMO 16 SECONDO TEMPO L uruguaiano concede il bis pochi minuti dopo, vanificando il momentaneo pareggio di Acquafresca: stavolta Agazzi viene superato con un pallonetto CUOMO DAL NOSTRO INVIATO SEBASTIANO VERNAZZA NAPOLI dmeno tre dal Milan capolista, grazie a quei tre. Siamo a Napoli, la città di Troisi che ricominciava da tre, e non potrebbe essere diversamente. Il tre come numero dominante. Milan, Inter e Napoli in fila indiana. Lavezzi, Hamsik e Cavani apriscatole del Cagliari rompiscatole. La scaramanzia, per una notte, vada a farsi un giro, per gli scongiuri ci sarà tempo: il Napoli gioca per lo scudetto, e che cavolo. Se non ora, quando? Mazzarri non ha una rosa sterminata come Inter e Milan, di campioni veri intesi come gente che fa la differenza ne possiede tre di numero, tanto per non cambiare il tema alfanumerico, però la fame è tanta, la capacità di soffrire elevata al cubo e provarci non costa nulla. Anzi, è doveroso. Male che vada si finirà in Champions. CAVANI OLÈ Rigore, pallonetto: il Matador riparte E il Napoli va a - L uruguaiano, a secco da 6 gare, contro il Cagliari si sblocca: dopo l 1-1 di Acquafresca, colpisce ancora e decide. Gli azzurri s avvicinano al Milan Hamsik, Dossena e Lavezzi festeggiano Cavani dopo il secondo gol CUOMO I tre tenori Hanno fatto tutto loro, i tre tenori: Lavezzi, Hamsik e Cavani. All inizio della ripresa il Pocho si è procurato il rigore che ha scongelato lo 0-0. Un accelerazione violenta, tipica sua, con Ariaudo che non ha resistito alla tentazione di allungare un braccio. Trattenuta plateale e inevitabile rigore, che Cavani ha capitalizzato come doveva. Un gol che al Matador mancava da più di un mese. Una rete che però non ha impressionato il Cagliari. La squadra di Donadoni si è rimessa in pista nel giro di 5 minuti, bravo Acquafresca a sfruttare un mezzo pasticcio di Cannavaro. Però non c è niente da fare, il Napoli là davanti, con quei tre, può colpire a piacimento e a tradimento. Assist di Hamsik per Cavani sul filo del fuorigioco e pallonetto delizioso per il -1, col Matador che sale a quota gol, meno tre (ridagli) dal capocannoniere Di Natale. NAPOLI (---1) De Sanctis; Santacroce, Cannavaro, Ruiz; Zuniga, Pazienza, Yebda, Dossena (dal 7 s.t. Aronica); Hamsik (dal s.t. Mascara), Lavezzi; Cavani. PANCHINA Iezzo, Cribari, Blasi, Sosa, Lucarelli. ALLENATORE Mazzarri. GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Cavani (N) su rigore al, Acquafresca (C) all 11, Cavani (N) al 16 s.t. ARBITRO Damato di Barletta. ESPULSI nessuno. AMMONITI Conti (C), Ariaudo (C) e Biondini (C) per gioco scorretto, Lavezzi (N) per simulazione. NOTE paganti.677, incasso 71.6,1 euro; abbonati 11.80, quota non comunicata. Tiri in porta (un palo)-. Tiri fuori 7-. In fuorigioco -5. Angoli 5-1. Recuperi: 0 p.t., s.t. CAGLIARI 1 (---1) Agazzi; Perico, Canini, Ariaudo, Agostini; Biondini, Conti, Nainggolan (dal 6 s.t. Lazzari); Missiroli (dal s.t. Ragatzu), Cossu; Acquafresca. PANCHINA Pelizzoli, Laner, Dametto, Magliocchetti, Ceppelini. ALLENATORE Donadoni. MOMENTI CHIAVE PRIMO TEMPO 0-0 Acquafresca in fuga verso De Sanctis, ma a tu per tu mette a lato. SECONDO TEMPO c GOL! Cavani trasforma il rigore concesso per atterramento di Lavezzi da parte di Ariaudo. c GOL! 11 Perico crossa, Cannavaro interviene, ma la palla resta lì e Acquafresca beffa De Sanctis. c GOL! 16 Hamsik per Cavani sul filo del fuorigioco e splendido pallonetto. 6 Dossena crossa e Mascara di testa colpisce il palo. Forza e limiti La partita col Cagliari ha confermato quel che già si sapeva. La forza del Napoli è concentrata nel tridente, altrove ci sono limiti. Ieri sera mancava Maggio e la corsia destra è andata a singhiozzo. In mediana la circolazione della palla, per tutto il primo tempo, non è stata pulita. A un certo punto Lavezzi veniva a prendersi il pallone nella sua metà campo perché né Pazienza né Yebda interagivano a dovere con i tre solisti. La difesa non è sembrata a tenuta stagna, ha concesso ad Acquafresca tre palle gol. Il centravanti rossoblù ha buttato via la prima, alla fine di una lunga corsa che l ha portato davanti a De Sanctis. A seguire ha accarezzato un incrocio. Dai e dai un gol Acquafresca l ha trovato. Non vogliamo dire che il Napoli abbia rubato qualcosa. Anzi. Verso la fine Mascara di testa ha scosso un palo. Il risultato è lecito, senza ombre, ma il modo in cui ci si è arrivati alimenta le solite perplessità. Togliete uno dei tre e il volume s abbassa. Due settimane fa il Brescia ha strappato lo 0-0 al San Paolo perché Lavezzi era squalificato: con quei due punti oggi il Napoli sarebbe secondo, a un punto dal Milan e davanti all Inter. Dignitoso Cagliari Per un tempo il Cagliari ha ingolfato il Napoli. Linee strette e aggressività a centrocampo, con pressing portato «alto», nella metà campo altrui. Per 5 minuti è andata così, poi il Napoli ha «strappato» e l intensità del Cagliari è scemata, eccetto i sussulti dell arrembaggio finale. Roberto Donadoni, il grande ex, può essere moderatamente soddisfatto, il Cagliari ha perso con dignità. Pallone rosa DEL PIERO SUPERA PAZZINI E TOTTI Il «Pallone rosa» di «GazzaTeo», lo show con Teo Teocoli su Gazzetta.it, è stato vinto dal capitano della Juventus Alessandro Del Piero. Ha battuto Giampaolo Pazzini e Francesco Totti. Il programma si potrà rivedere per tutta la settimana sul nostro sito SPONSORED BY LE PAGELLE HAMSIK CRESCE ANCORA, ASSIST DECISIVO. ACQUAFRESCA IL PIÙ ATTIVO DEI SUOI NAPOLI 7,5 DE SANCTIS 6 Perde l imbattibilità interna, ma in compenso è arrivata la vittoria che alimenta il sogno napoletano. SANTACROCE 6 Prende Cossu quando si allarga sulla fascia e prova a fermarlo con tutti i mezzi a sua disposizione. CANNAVARO 6 Si perde Acquafresca in occasione del gol del pareggio. Un errore veniale considerati i punti. RUIZ 6 Dopo un inizio imbarazzante, si riabilita nella ripresa: il finale di stagione gli servirà per integrarsi meglio. ZUNIGA 6 Non è Maggio, e si vede. S è perso in tanti dribbling, mentre avrebbe fatto meglio a cercare qualche cross in più. YEBDA 6 Fa fatica a tenere Missiroli nella fase iniziale. Si riscatta, poi, con alcuni recuperi quando gli altri calano. PAZIENZA 6 Senza Gargano tocca a lui cercare la giocata tecnica. E la cosa gli riesce a fasi alterne. DOSSENA 6,5 Una spina nel fianco per Biondini e Perico: sulla sinistra ha spinto senza sosta. Esce per crampi. (Aronica s.v.). HAMSIK 6,5 Il suo rendimento migliora di partita in partita. Suo l assist per il gol vincente di Cavani. MASCARA 6 Appena mette piede in campo è pronto a girare di testa l ennesimo cross di Lavezzi: il pallone sbatte sul palo. LAVEZZI 7 È un bel vedere, il Pocho. Quando va via in velocità, lo spettacolo è garantito: il rigore se lo procura lui. h 7,5 IL MIGLIORE CAVANI Il matador è ritornato dopo 6 partite senza gol. La doppietta lo rilancia anche nella classifica marcatori. All. MAZZARRI 6,5 Non è stato un grande Napoli, ma sul piano della concretezza è da primato. CAGLIARI 6 AGAZZI 5,5 E troppo fuori dai pali in occasione del secondo gol di Cavani che lo supera con un pallonetto. PERICO 5,5 Gli resterà l incubo vissuto nel dover rincorrere Lavezzi. Inoltre, è lui a tenere in gioco Cavani sul raddoppio. CANINI 5,5 Anche lui nel secondo tempo va in sofferenza per le accelerazioni continue del Pocho che manda in tilt l intera difesa. ARIAUDO 5 Trattiene Lavezzi in area e provoca il calcio di rigore. Poi, salva su Hamsik. AGOSTINI 6 Si preoccupa maggiormente a coprire la posizione e soltanto raramente spinge sulla sinistra. NAINGGOLAN 5,5 Il passo è troppo lento per tenere la marcatura su Zuniga. Viene sostituito. LAZZARI 5 Ha poco tempo a disposizione per dare un contributo importante. CONTI 6 Tiene bene per tutto il primo tempo, quando il Cagliari ha il controllo del centrocampo: si perde un po nella ripresa. BIONDINI 6 Grande lavoratore, chiude su Dossena e si accentra spesso per raddoppiare su Hamsik. MISSIROLI 6 Qualche buon numero sulla destra, motivato pure dalla lentezza di Ruiz. Cala sensibilmente nella ripresa. (Ragatzu s.v.) COSSU 6 Ci prova ad ispirare la fase offensiva, ma lì davanti hanno sbagliato tanto. h di MIMMO MALFITANO IL MIGLIORE 6,5 ACQUAFRESCA Sbaglia due gol nel primo tempo e segna il momentaneo pareggio: è il più attivo tra i suoi. All. DONADONI 5,5 Un altra sconfitta che rende anonima la stagione del Cagliari. TERNA ARBITRALE: DAMATO 6,5 Decisioni ineccepibili, le sue. Il rigore fischiato al Napoli c è tutto, come non c è il fuorigioco sul raddoppio di Cavani. Ottimo il contributo dei suoi assistenti. Marzoloni 7; Iannello 6,5

13 LA GAZZETTA DELLO SPORTR zupping di VINCENZO CITO LA MOVIOLA di Elisabetta Russo Gargano che non c è ma è a disposizione P Ariaudo strattona Lavezzi: rigore ok. E sul -1 Cavani è tenuto in gioco da Perico Buona la direzione di Damato e dei suoi collaboratori. Al 5 Qualche dubbio sul fallo di Ruiz su Perico che sembra lasciarsi cadere. Acquafresca è in fuorigioco al 6 e 7, bravo Marzaloni. Damato ci pensa un po, ma Conti merita il giallo perché entra con la gamba alta sulla pancia di Yebda. La ripresa inizia col botto, con il rigore per il Napoli (foto ANSA). Damato vede bene: tacco di Zuniga per Lavezzi, Ariaudo strattona il Pocho per un braccio, rigore e giallo. Qualche dubbio al 1 quando Hamsik anticipa Perico e poi finisce a terra in area: l arbitro non se la sente di fischiare ancora. Il 1 del Napoli: Perico tiene in gioco Cavani di un pelo, bene Marzaloni, non era facile. 0 : Damato fischia un gioco pericoloso di Cannavaro che non c è. 9 : Santacroce protesta, ma dà un ancata a Cossu, punizione giusta. Bravo Damato al : Lavezzi sembrava essere stato steso da Biondini, ma si lascia cadere e viene ammonito per simulazione. Subito dopo giallo anche per Biondini per un intervento su Lavezzi da dietro. L «habitas» naturale di Materazzi, il «livello livellato» della B e c è anche la «Dinamov Kiev» w I NUMERI 00 presenze in campionato con le maglie di Brescia e Napoli per Hamsik, autore ieri dell assist vittoria a Cavani reti per Cavani in questo campionato: eguagliato il record di Vojak stabilito nella stagione - «Noi, tanto vicini a un grande sogno» Cavani torna al gol in A dopo turni: «Li dedico a Dio, a mia moglie ed alla moglie di Gargano» DAL NOSTRO INVIATO GENNARO BOZZA NAPOLI dsei partite senza gol, quattro in campionato e due in Europa League. Per Edinson Cavani, «atleta di Cristo», è stato come attraversare il deserto. Poi, dalla sabbia, sgorga una fonte miracolosa, quella di Lavezzi, che gli regala un rigore. Lui segna e, subito dopo, liberato, inventa una vera magia, con quel pallonetto. Sa benissimo quanto sono importanti questi gol. «Tanto perché ci hanno dato una vittoria che abbiamo cercato con tutte le forze. Li dedico a Dio, a mia moglie e alla moglie di Gargano che non sta molto bene». Si parla di scudetto. «Siamo vicini a un sogno. Non dobbiamo mollare». Una novità: il balletto dopo il gol. «E il simbolo dell unione che c è nel gruppo. Lo avevamo provato in settimana ed è stato bello farlo in partita». Cavani eguaglia il record di gol con la maglia del Napoli, stabilito da Vojak nel -, irraggiungibile anche da Maradona e Careca. Un esultanza corpo a corpo per Lavezzi e Cavani REPORPRESS I conti alla fine Aurelio De Laurentiis si gode la vittoria: «Tutto è ancora possibile, è il bello del calcio sorride il presidente del Napoli. Qualcuno non ci vuole in alto in classifica? Parliamone a fine stagione, non si parla mai dei designatori finché un campionato non è finito». Stesso concetto poi espresso anche da Mazzarri. Donadoni non cerca scuse: «Bravi loro, niente da rimproverarsi, hanno sfruttato bene le occasioni. Non è vero che siamo stati meno motivati. Gli episodi spesso cambiano una gara. Il Napoli s è difeso con ordine e davanti ha giocatori che fanno la differenza». Lavezzi prolunga? Prima della partita, due fatti da segnalare. Gargano ha lasciato il ritiro per motivi familiari. Aurelio De Laurentiis ha incontrato Alejandro Mazzoni, procuratore di Lavezzi, e ha discusso del prolungamento del contratto, che scade nel 0. Mazzoni ha proposto un anno in più, ma con sostanzioso aumento economico già dalla prossima stagione. Fabio Caressa (Sky) «Pinilla aveva una marcatura importante sui calci piazzati ed ancora non sono riusciti a farsi cambiare sul campo, sul cambio. Non sono riusciti a farsi capire». Neppure lui. Mario Mattioli («Novantesimo minuto», serie B) «Si può dire che il livello di questo campionato è sempre più livellato» Il senso giornalistico di «Stadio sprint» (Rai Due). L inviato Emiliano Cirillo «Ho una notizia su Pellissier!». Il conduttore Enrico Varriale «Dopo». Linea a un altro campo. Le donne e le coppe europee. Vanessa Leonardi (Sky sport ) «Ecco le squadre qualificate ai quarti di Champions League, ci sono due inglesi»: Manchester United, Chelsea e Tottenham. Daiana Di Nuzzo (Sportitalia) e gli ottavi di Europa League. «Vediamo quali sono le possibilità di qualificazione della Dinamov Kiev» Massimo Mauro (Sky) in Bayern-Inter dà una spiegazione tecnica sulla punizione di Sneijder andata fuori «Io dicevo scendi scendi scendi, ma la palla non è scesa abbastanza». A «Novantesimo minuto» (Rai) Dario Di Gennaro si sbilancia. «Io direi così, un pareggio quasi annunciato», Gianni Bezzi si confonde «Simeone porta in panchina Maxi Lopez diffidato, domenica c è il derby». No, domenica non si gioca. E Carlo Paris ci lascia nel dubbio «Non c è Gargano, è stato lasciato a disposizione per dei suoi problemi personali». Gioca o non gioca? Simone Pepe sulla Juventus. «Qualche tifoso tra virgolette ha un po sognato» (Sky). «Senza togliere nessun merito al Lecce» (Antonio Cabrini, Rai) «E ora Matteo Materazzi torna nel suo habitas naturale» (Simona Ventura, Rai) Un amareggiato Edi Reja alla Rai. «Ho ricevuto offese dal punto di vista verbale» «Bellissima, bellissima. Una sopraffineria, se posso dire» (Franco Casalini, Caserta-Brindisi di basket, Sky)

14 R LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A 0 a GIORNATA Il bellissimo sinistro al volo di Gokhan Inler, 6 anni, che dà il vantaggio all Udinese. Poi il rigore di Di Natale chiuderà la gara FERRARO Udinese al risparmio Ma fa cose da grande I friulani contro il Catania non brillano, però colpiscono lo stesso con Inler e Di Natale su rigore. La distanza dal Milan si riduce a -6 DAL NOSTRO INVIATO FABIO BIANCHI UDINE dedy Reja si è portato avanti con lo studio. Approfittando della partita è tornato a casa, vive a Gorizia, ed è venuto a prendere appunti sull Udinese. Sul taccuino non deve aver scritto buone notizie. Il Totò team sta davanti alla sua Lazio, veleggia sempre più sicuro in zona Champions, e adesso potrebbe addirittura lottare per lo scudetto: a meno sei dal Milan, con tutti gli scontri diretti da giocare. Vince le partite insidiose, come questa contro un discreto Catania, anche quando non si esprime al massimo e dà segni di stanchezza. In aggiunta è fortunato, il che non guasta. Sono segnali importanti. C era in un tempo non tanto La squadra di Simeone concede poco, ma in avanti non punge. L arbitro Russo ingannato da Sanchez sul rigore lontano un Udinese che doveva costruire un mare di occasioni per segnare, adesso è capace di portare a casa il risultato con un discreto cinismo. Vedi Cesena. E vedi Catania. UDINESE CATANIA GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Inler (U) al p.t.: Di Natale (U) su rigore al 9 s.t. UDINESE (-5-) Handanovic; Benatia, Zapata, Domizzi; Isla, Pinzi, Inler, Asamoah, Armero; Di Natale (dal ' s.t. Corradi), Sanchez. PANCHINA Belardi, Coda, Pasquale, Cuadrado, Abdi, Denis. ALLENATORE Guidolin. CATANIA (---1) Andujar; Augustyn, Silvestre, Spolli, Marchese; Carboni, Lodi; Schelotto (dal 6 p.t. Morimoto), Ricchiuti, Gomez (dal s.t. Lllama); Bergessio (dal 17 s.t. Maxi Lopez). PANCHINA Kosicky, Terlizzi, Ledesma, Pesce. ALLENATORE Simeone. ARBITRO Russo di Nola. AMMONITI Gomez, Spolli, Llama (C), Pinzi (U) per gioco scorretto. NOTE paganti 6.75, incasso di euro; abbonati 11.1, quota non comunicata. Angoli 5-. Tiri in porta 5-. Tiri fuori -7. In fuorigioco -. Recuperi: 1 p.t., ' s.t. Bellezza e fatica Segnano Gokan Inler e il solito Totò, su rigore più che generoso. Segnano nomi agli antipodi, simbolo delle due facce dell Udinese, quel mix di talenti pescati dappertutto (anche vicino ai confini nel caso dello svizzero) e, pochi, uomini buoni di casa nostra. Un rete per tempo. E nel mezzo, temporale e geografico, un po di sofferenza. La gasata banda di Guidolin è partita forte, con la solita ottima cifra stilistica. Si sono viste azioni di prima da applausi, come quella tra Inler, Armero e Di Natale che va in rete ma in fuorigioco. O quella dove sul cross finale di Isla, Gomez respinge goffamente con la palla che finisce anche sul braccio. L arbitro Russo ha optato per l involontarietà. Solo che l Udinese è andata avanti a folate, ha il volto segnato dalla stanchezza per questa rincorsa ai quartieri alti. D altronde giocano più o meno gli stessi. E il Catania c era, ha concesso poco, ha provato a rendersi pericoloso in contropiede grazie alle continue intuizioni di Ricchiuti. Solo che non trovava chi potesse buttarla dentro. Bergessio, preferito ancora a Maxi Lopez, non sembra in grado. In questa specie d impasse s è infilata la rete del vantaggio, tanto bella quanto casuale: da una palla che scendeva dal cielo, il mastino elvetico si è inventato uno stupendo tiro al volo d esterno sinistro. Catania, solito problema Nel frattempo, l infortunio di Schelotto ha consentito a Simeone di spendere Morimoto, per rinforzare l attacco. Il giapponese si è dato da fare e qualche tiro almeno si è visto. Per larghi tratti del secondo round, è piaciuto di più il Catania, superiore a centrocampo e molto ordinato: non si scopriva mai ai contropiede e attaccava con giudizio. Ma c era il solito problema: tranne un tiro di Marchese di poco a lato, non ha mai creato pericoli veri ad Handanovic. Nemmeno con l entrata di Maxi Lopez per Bergessio. L Udinese vivacchiava sugli spunti di un grande Isla e di un alterno Sanchez, capace di belle serpentine ed errori banali in rifinitura. Ma è stato il Niño Maravilla a chiudere la sfida, quando si è buttato sull invito di Benatia (ottimo dietro e in ripartenza), ha dribblato Spolli ed è atterrato in area sulla pressione di Marchese. Dal vivo sembrava rigore ma non lo era: l arbitro Russo lo ha concesso e Di Natale ha firmato il gol numero 5 in campionato e 109 con l Udinese. Grandi cifre. Cifre da Champions. LA GRANDE RINCORSA GUIDOLIN PREDICA CALMA, IL FIGLIO DEL PATRON NON SI PONE LIMITI. SIMEONE PROTESTA PER IL RIGORE Pozzo jr: «Scudetto? Sognare non costa nulla» MASSIMO MEROI UDINE d«sanchez! Sanchez!». I 18 mila del Friuli gridano il suo nome pochi minuti dopo che l Udinese ha messo il coperchio sulla partita grazie ai suoi fuoriclasse: il Niño Maravilla si procura il rigore, Di Natale lo trasforma. -0, Catania a casa, quarto posto riconquistato dopo il momentaneo sorpasso della Lazio e ridotto a 6 il margine dalla capoclassifica Milan. Tricolore Domanda. Ma anche l Udinese è in corsa per lo scudetto? Alexis Sanchez, a due tv arrivate per lui dal Cile risponde: «È un mio obiettivo vincere un trofeo in Italia. Adesso siamo a -6 dal Milan, è un sogno, pensiamo a una partita alla volta». Gli chiedono: ma quanto vale il tuo cartellino? Sorride: «Non lo so e non ci penso. Solo Pozzo lo sa, bisogna chiedere a lui». Oggi Sanchez è forse il giocatore più decisivo del campionato. Guidolin quando sente pronunciare la parola scudetto sbianca e risponde in friulano «Stin calmuz». Stiamo calmi. E poi. «Dai, per favore, lo sapete che è un traguardo irraggiungibile». Antonio Di Natale, 5 gol F.PRESS Francesco Guidolin, 55 anni, sembra dire ai suoi: «Calma!» LAPRESSE 0 Europa Giusto così. Ai tifosi il compito di sognare, all allenatore quello di tenere la squadra con i piedi per terra. «Continuando a lavorare con questa applicazione faremo grandi cose. Noi pensiamo all Europa e guardiamo sia davanti, sia dietro. Juventus e Palermo hanno vinto e questo significa che abbiamo mantenuto invariate le distanze». Gino Pozzo fa un passo avanti: «Sognare non costa niente, siamo in pista per ballare e balliamo». Catania In casa siciliana tiene banco il rigore su Sanchez. Simeone, che ha allenato il Niño al River, spiega: «È un azione che fanno i ragazzini a calcetto quando trascinano la gamba e colpiscono l avversario. Anche in Argentina Sanchez ne ha presi così. Adesso è diventato un fuoriclasse, qui a Udine godetevelo finché potete, non so quanto resterà». Simeone ha poco da rimproverare al Catania: «Abbiamo messo in difficoltà l Udinese, non siamo stati brillantissimi, ma se avessimo segnato per primi la gara sarebbe cambiata». LE PAGELLE di FA.BI. BENATIA NON SBAGLIA NULLA MAXI LOPEZ, CHE INVOLUZIONE UDINESE 6,5 HANDANOVIC 6 Una giornata al sole, qualche innocuo spiffero. BENATIA 7 La vera rivelazione stagionale. Non sbaglia un anticipo, contrasta ed è sempre presente nell azione d offesa. ZAPATA 6,5 Sicuro, autorevole, copre pure falle dei colleghi. DOMIZZI 5 Giornata no: sbaglia interventi e lanci. Anello debole. h 7 IL MIGLIORE ISLA Copre e spinge senza sosta, con gran qualità. Più preciso di Sanchez, più presente di tutti nelle azioni. PINZI 6 Ha bisogno di rifiatare. Sosta e squalifica arrivano a puntino. Comunque. INLER 6,5 L architetto svizzero sforna un capolavoro d esterno al volo. Poi dirige il traffico ed è il più tosto in mezzo. ASAMOAH 6 Uno dei più stanchi. Ma il suo apporto è prezioso. ARMERO 5,5 Meno dirompente del solito. In mezzo soffre, come gli altri d altronde. Sbaglia un paio di passaggi di troppo. DI NATALE 6,5 Un gol annullato, il rigore che lo porta a 109 reti con l Udinese, i soliti colpi di classe (Corradi s.v.). SANCHEZ 6,5 Il solito imprendibile peperino. Ma a volte esagera e stavolta parte troppo dietro. Furbo nell occasione del rigore. ALL. GUIDOLIN 6,5 La sosta arriva a puntino. Udinese sempre bella, ma col fiato un pochino corto. Può pensare a qualche ricambio. CATANIA 6 ANDUJAR 6 Il siluro di Inler manco lo vede, il resto lo prende. AUGUSTYN 6 Qualche incertezza, non va in affanno. SILVESTRE 6 Tutto sommato, i pericoli non son venuti dal centro. SPOLLI 6 Come sopra. Di Natale è pericoloso quando s allarga. MARCHESE 5,5 Una legnata d esterno che sorprende Handanovic, discrete sgroppate, irruente nell entrata su Sanchez che inganna Russo. CARBONI 6 Lotta in mezzo, recupera e tiene alta la squadra. LODI 5,5 Più operaio che altro, dai suoi piedi ci si aspetta di più. SCHELOTTO 6 Attivo. Prende una botta al viso e deve uscire. MORIMOTO 6,5 Dà vivacità davanti, è l unico che tira in porta. IL MIGLIORE h 6,5 RICCHIUTI Il più lucido di tutti. L offesa parte quasi sempre da lui, mette in difficoltà il centro udinese. GOMEZ 5,5 Cerca di dare una mano a Ricchiuti, si muove ma è leggero nella fase finale, quando bisogna concretizzare. Un mani da brividi. LLAMA 6 Più solido dell argentino, ma non è uomo da rimonte. BERGESSIO 5,5 La squadra costruisce, entra poco nelle azioni. MAXI LOPEZ 5,5 O dell involuzione. Il Maxi della prima parte di stagione è evaporato. ALL. SIMEONE 6 La squadra non gioca male, anzi. Ma tira poco in porta. TERNA ARBITRALE: RUSSO 5 Non c è il rigore su Sanchez, giudica involontario quello su Gomez. Dosbosz 5,5. Passeri 6

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16 R LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A 0 a GIORNATA LE PAGELLE BUFFON ESCE FUORI TEMPO EDER BRAVO MA EGOISTA JUVENTUS 6 di L.CAL. BUFFON 5 Esce fuori tempo sul gol di Eder. Che cosa succede a Gigi? Dopo l intervento alla schiena non riesce più a fare miracoli. SORENSEN 5,5 Grande impegno, ma non ha il passo dell esterno. BONUCCI 6 Caracciolo manca al Brescia e anche al centrale bianconero che deve fronteggiare avversari rapidi. Comunque, tiene. CHIELLINI 5 Sbanda sul gol di Eder e impedisce a Krasic di segnare la seconda rete. TRAORÈ 5,5 Partita da soldatino. Dovrebbe avere più coraggio. BARZAGLI 6 Fisico e personalità. Prezioso in un paio di anticipi. KRASIC 6 Splendida la volée che sblocca il risultato. Imperdonabili due errori davanti al portiere. Il solito Krasic: geniale o deludente. MARCHISIO 6,5 Prova a dare geometrie a una squadra che avanza a testa bassa. AQUILANI 6 Entra ed esce dalla partita. Geniale un apertura che libera Krasic davanti ad Arcari. Maldestri alcuni tiri dalla distanza. PEPE 6,5 Non ha nel dna calcistico gradi di nobiltà. Ma si batte come una furia su tutti i palloni. h IL MIGLIORE 7,5 DEL PIERO Unico. Ale non tradisce mai. Anche stavolta accompagna per mano la sua Juve fuori dal tunnel. Il gol, poi, è un numero da far invidia a Messi. (Martinez s.v.) MATRI 5,5 Serve, quasi involontariamente, l assist per il primo gol di Krasic. Poi scompare. TONI 6 Entra e sfiora il gol con un bel colpo di testa. All. DELNERI 6 Dovrebbe fare un monumento a Del Piero. BRESCIA 6 ARCARI 6 Non ha colpe sui gol. Compie un mezzo miracolo su una conclusione aerea di Toni. ZOBOLI 6 Fa prigioniero uno spento Matri. MARECO 5 Due falli inutili per due giusti cartellini gialli. ACCARDI 6 Grinta ed esperienza. ZAMBELLI 6,5 Un moto perpetuo sulla corsia di destra. Qualche incertezza nell ultimo passaggio. KONÈ 5,5 Impalpabile. BAIOCCO 6 Prova a riaccendere un Brescia ormai rassegnato. CORDOVA 6 Regia ordinata. Ma dopo un ora è già in riserva. LANZAFAME 5,5 Ha lo spazio per affondare, ma non incide mai. VASS 6,5 Il cross per il colpo vincente di Eder. Molta quantità. DAPRELÀ 5,5 Gara senza lampi. DIAMANTI 5,5 La qualità c è. Ma stavolta non si vede. JONATHANS 6 Pochi minuti, ma con intensità. h 7 IL MIGLIORE EDER Oltre al gol un paio di buone opportunità. Mezzo voto in meno per qualche eccesso di egoismo. All. IACHINI 6 Il suo Brescia se la gioca alla pari contro la Juve. TERNA ARBITRALE: CELI 5,5 Torna ad arbitrare la Juve dopo alcuni anni. Grave non aver fischiato in partenza il fallo di Chiellini su Eder. Poteva addirittura scapparci il rosso. Giusta invece l espulsione di Mareco. Carrer 5,5; Di Fiore 6 GENIALE Magia di Del Piero La Juve fa fatica, viene contestata ma torna a vincere Bianconeri avanti con Krasic, l errore di Buffon causa l 1-1 del Brescia. E decisivo il capitano DAL NOSTRO INVIATO LUCA CALAMAI 5R PRODUZ ONE RISERVATA TORINO dc è Del Piero e c è la Juve. In questo momento sono due mondi diversi. Ale è un gigante, è come urlano i tifosi «l unico capitano», è la storia bianconera che non accetta di scivolare fuori dal calcio che conta. In un Olimpico avvelenato, con cori e striscioni polemici, è il numero 10 a tirare fuori la Juve dai guai con un guizzo da fenomeno che decide la gara: Ale, al del secondo tempo, recupera la palla nella lunetta di centrocampo. E parte, ondeggiando, con l eleganza di sempre. Del Piero salta Vass, si beve in velocità Mareco, entra in area, resta in equilibrio precario in mezzo a quattro avversari e di sinistro batte il portiere Arcari con un tocco che sembra un colpo di biliardo. Una prodezza che non c entra niente con la gara, ma che vale il definitivo -1. La firma del fuoriclasse. Il gol del campione bianconero riesce a portare, per qualche minuto, tutto il mondo Juve dalla stessa parte della barricata. Di questi tempi un altra grande impresa. Cosa aspetta il presidente Andrea Agnelli ad annunciare il nuovo matrimonio con Ale? Del Piero non può essere il futuro, ma può aiutare a vivere meglio il presente. Per il momento grazie alla magia di Ale la Juve interrompe una striscia negativa che durava dal 1 febbraio scorso: tre sconfitte e un pareggio. Sarebbe assurdo guardare alla zona Champions, ma l Europa League è a portata di mano e restare nelle coppe è importante. Se non per i soldi almeno per il prestigio. L altra Juve Del Piero è una storia. Avvincente. L altra Juve, invece, è una squadra ancora in stato confusionale. Stavolta tradiscono anche i vecchi eroi. Buffon commette un errore clamoroso in occasione del pareggio del Brescia uscendo fuori tempo e consentendo a Eder di appoggiare di testa in rete. Chiellini e Bonucci vanno spesso in affanno davanti alle incursioni avversarie: è un campanello d allarme pure per il c.t. Prandelli, che intende schierarli titolari nella sfida contro la Slovenia. Non è finita. Matri, la scommessa di gennaio, non riesce mai a fare la differenza e Krasic, dopo aver realizzato con un gran gol con un destro al volo, ne sbaglia due molto più facili, dimostrando di attraversare un momento di confusione. Non sarebbe opportuno permettergli di tirare il fiato dopo quasi due anni senza vacanze? Certo, la Juve ha delle attenuanti. Non è facile giocare contro gli avversari e anche contro i propri tifosi, le assenze in mezzo al campo di Felipe Melo e Sissoko e di Quagliarella in attacco sono pesanti. Ma quello che sorprende, in negativo, è la mancanza di un idea comune. La Juve sembra non avere né idee né anima. E questa è, per il momento, la sconfitta più grave del contestatissimo Delneri. Il tecnico ORGOGLIO LA CONTESTAZIONE DEI TIFOSI CONTINUA, MA IL TECNICO NON SI SCOMPONE «Non sono pentito di aver escluso Del Piero dai titolari per 5 partite. Ora gioca perché sta bene, non perché è un simbolo» JUVENTUS BRESCIA 1 GIUDIZIO 77 PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Krasic (J) al 8, Eder (B) al p.t.; Del Piero (J) al s.t. JUVENTUS (--) Buffon; Sorensen, Bonucci, Chiellini, Traorè (dal s.t. Barzagli); Krasic, Marchisio, Aquilani, Pepe; Del Piero (dal s.t. Martinez), Matri (dal 7 s.t. Toni). PANCHI- NA Storari, Grygera, Salihamidzic, Boniperti. ALLENATORE Delneri. BRESCIA (-5-) Arcari; Zoboli, Mareco, Accardi; Zambelli, Konè (dal 1 s.t. Baiocco), Cordova (dal 1 s.t. Lanzafame), Vass, Daprelà; Diamanti (dal s.t. Jonathans), Eder. PANCHINA Sereni, Kalamu, Possanzini, Lasik. AL- LENATORE Iachini. ARBITRO Celi di Campobasso. ESPULSI Mareco al 6 s.t. per doppia ammonizione (entrambe gioco scorretto). AMMONITI nessuno. NOTE paganti.87, incasso di 1.50 euro; abbonati 1.90, quota di euro. Tiri in porta 6-. Tiri fuori 5-. In fuorigioco -. Angoli 9-. Recuperi: p.t., s.t. 5. Delneri: «Chi fischia cambierà idea» Luigi Delneri, 60 anni LAPRESSE DAL NOSTRO INVIATO G.B. OLIVERO 5R PRODUZIONE RISERVATA TORINO dé rimasto seduto quasi tutta la partita: «Avevamo già parlato parecchio in settimana, non servivano altre parole». Gigi Delneri è scattato in piedi soltanto quando Alessandro Del Piero si è inventato il gol decisivo. Il tecnico ha vissuto una domenica particolare, stretto tra la contestazione dei tifosi e la paura di prolungare la striscia senza vittorie. Forse la scelta di restare confinato in panchina era un messaggio ai giocatori: sapete cosa dovete fare, dimostrate a me e alla gente che avete le qualità per reagire. E la Juve ha risposto: magari in modo confuso, ma l ha fatto, trovando nella gemma di Del Piero la forza per tornare a vincere. Contratto e fiducia Delneri vuole dare il giusto valore non solo al successo, ma anche alla prestazione: «Il Brescia è in forma, ma non gli abbiamo concesso nulla: il gol di Eder è stata una nostra disattenzione. Abbiamo creato tanto e vinto grazie alla splendida azione di Del Piero. Non sono pentito di aver escluso Ale dai titolari per cinque partite: adesso sta bene e gioca per questo motivo, non perché è il nostro uomo simbolo». E grazie al capitano la Juve può guardare con più fiducia alle ultime giornate: «Dopo la sosta, che ci consentirà di recuperare energie nervose e fisiche, ci presenteremo a Roma con la stessa voglia di vincere mostrata contro il Brescia. Resto convinto che senza infortuni reggiamo il confronto con tutti e comunque la maglia della Juve è pesante e qualche giocatore l ha sofferta. In classifica ci manca qualche punto per colpa di episodi sfortunati e degli infortuni. Io vorrei andare in Champions e rimanere sulla panchina della Juve e non è detto che le due cose siano consequenziali. Ho un contratto e soprattutto la fiducia della società». Spensieratezza La fiducia dei tifosi, invece, proprio non c è: «Siamo stati forti a vincere in un ambiente ostile conclude il tecnico e continueremo a lottare per far cambiare idea a chi ci contesta. Di sicuro dispiace che i tifosi siano delusi, ma i fischi fanno parte del gioco. Nelle ultime partite voglio vedere i ragazzi spensierati: Del Piero che fa un azione come quella del gol al Brescia, Krasic che attacca gli spazi, Pepe che si sacrifica come è successo oggi». Delneri vuole vedere la Juve che c era in autunno e che poi, all improvviso, è sparita. bianconero ha ancora otto gare a disposizione per cancellare questa sensazione e riproporre una squadra in grado di offrire un calcio «da Juve». Delusione Brescia I ragazzi di Iachini perdono la partita nel momento in cui si sono illusi di averla in pugno. Il gol decisivo di Del Piero ha interrotto una serie di contropiede che, in avvio di ripresa, avevano portato l ottimo Eder e Vass a un passo da Buffon. Dopo la prodezza di Ale, è l espulsione per doppia ammonizione di Mareco a scrivere la parola fine sulla gara. Tra i rimpianti degli ospiti anche un intervento, a inizio gara, di Chiellini su Eder che poteva essere punito, addirittura, con il cartellino rosso. Il Brescia resta al penultimo posto in classifica. Inguaiato, certo. Ma non ancora con la B marchiata sulle maglie. Iachini, dopo la sosta, ritroverà Caracciolo, ieri assente per squalifica e la coppia Caracciolo-Eder può garantire i gol-salvezza. IL D.T. CORIONI Brescia furioso «Noi con Celi in 10 contro 1» TORINO A fine partita Fabio Corioni alza la voce. Nelle parole del direttore tecnico, figlio del patron Luigi, c è tutta la rabbia del Brescia: «Quando arbitra Celi siamo sempre molto sfortunati, ogni volta facciamo zero punti. Iniziamo in 1 contro 11, poi si finisce quasi sempre con un espulso, in 1 contro 10. Nell azione del primo gol della Juve c è stata un entrata assassina su Konè. Chiellini meritava il rosso dopo per un fallo su Eder. Mareco è stato espulso, Chiellini invece ha picchiato dall inizio alla fine e non ha rimediato nemmeno un giallo». Anche Iachini si lamenta, ma stringe sportivamente la mano a Celi. «L espulsione di Chiellini avrebbe cambiato la partita. Peccato, ma non piangiamoci addosso. Siamo a dalla salvezza, possiamo farcela. Dobbiamo essere più cinici e sfruttare meglio le occasioni». Alberto Mauro

17 LA GAZZETTA DELLO SPORTR 81 Milos Krasic, 6 anni, dopo il gol abbraccia Alessandro Del Piero, 6 anni RAMELLA I GOL DI DEL PIERO CON LA JUVE Del Piero (nella foto Mosca a destra) è a un passo da Giuseppe Meazza che è il giocatore che nel calcio italiano ha segnato il maggior numero di reti con una singola squadra, 8 reti nella sua militanza nell Inter. Il capitano bianconero ha segnato ieri il 81 gol con la Juventus, il 18 in A dove tra i giocatori in attività è secondo solo a Totti (che in tutto ne ha segnati 55). Sono 10 le reti totali di Del Piero, Nazionale e Under 1 comprese. w I NUMERI 671 le presenze ufficiali in bianconero (9 in questa stagione), con una media realizzativa di 0,18 reti a incontro le reti realizzate nel , la sua stagione migliore: 1 in campionato, 10 in Champions e una in Coppa Italia DAL NOSTRO INVIATO MIRKO GRAZIANO TORINO dvedi Del Piero a 6 anni e capisci come in giro ci siano molti, moltissimi «usurpatori» dell etichetta di fuoriclasse. Piedi e numeri da fenomeno se ne vedono abbastanza in giro, non sono una rarità. Il fuoriclasse lascia invece indietro i comuni mortali per testa, professionalità, qualità morali e capacità di prendersi le responsabilità nei momenti senza ritorno, in quei frangenti in cui attorno a te abbonda gente con gambe tremanti. Insomma, il paradiso del calcio è per pochi. Di sicuro, è casa di Alessandro Del Piero. Capolavoro Ieri ha di fatto tirato fuori dai guai un ambiente intero. Pesante (e scattata subito) la contestazione nei confronti della società e di Delneri. Imbarazzante il calo psicologico di gran parte dei compagni dopo il pareggio di Eder. Un altro passo falso avrebbe reso un inferno il mondo Juve. Si era ormai al tilt generale quando il Capitano del secondo tempo ha deciso di regalare alla «plebe» l ennesimo capolavoro di una carriera senza fine. Roba da manicomio: rete numero 18 in Serie A, 81 con la maglia della Juventus, 10 in carriera (Nazionali comprese). Bandiera vera, come Totti, «ma prima dei confronti, Francesco pensi a segnare quanto me», scherza Del Piero davanti alle telecamere Sky. Rabbia con stile Ha tutti ai suoi piedi («Il mio segreto? Gioco e mi alleno ancora con l entusiasmo di «Mi sarei ritrovato? Non mi ero mai perso» Stoccata di Del Piero a Delneri: «Ma accetto tutto» un bambino»), lo stadio gli ha appena tributato una standing ovation da tempi d oro, l occasione giusta per togliersi magari qualche sassolino dalle scarpe. Ma Del Piero è appunto un fuoriclasse, ha stile, sempre. «Delneri mi ha definito un giocatore ritrovato? Onestamente non credo di essermi mai perso. Avrei certamente voluto giocare di più anche in passato, ma in un gruppo di lavoro bisogna accettare le decisioni di chi sta sopra di te. E io l ho fatto in maniera serena. Siamo professionisti, questo comporta la massima disponibilità, il massimo impegno, in ogni circostanza. La testa va pulita da ogni altra cosa, soprattutto in un grande club come la Juventus. Ho esultato con rabbia dopo il -1 solo perché non ne potevo più di questo periodo senza vittorie». Un esplosione figlia anche di un prolungamento che ancora non arriva? «No conclude Ale. Le mie parole, quelle del presidente e della società sono state molto chiare già tempo fa, non vedo altre soluzioni e quindi sarò felicissimo di giocare ancora qui. La firma? Adesso ci sono cose ben più importanti a cui io e la società dobbiamo pensare. Per esempio, come uscire da questo momento». E comunque il contratto fino al 01 è già pronto, ogni formalità verrà sbrigata a inizio aprile. L ALTRO GOLEADOR JUVENTINO Krasic: «I tre punti ci daranno la spinta» Il serbo: «E la fine della crisi». Matri: «Anche la Nazionale ci ridarà morale» FRANCESCO BRAMARDO TORINO dil sapore della vittoria è quello di un thè alla menta in mezzo al deserto, caldo per rinfrancare una carovana che si era persa tra le dune del campionato, travolta dalla tempesta di sabbia, dalle contestazioni dei tifosi e della critica. Da un mese a questa parte, ovunque andassero, per i bianconeri erano schiaffi (tre sconfitte e un pareggio). Nessun gol da 6 all Olimpico prima della rete di Krasic. La firma, pesante, è del capitano, ma Milos ci ha messo lo zampino, un gol che ha gettato acqua sulla contestazione, sui cori della curva. «Oggi contava soltanto la vittoria ammette il centrocampista serbo, convocato in nazionale. Una vittoria che ci voleva per mettere fine a un momento negativo, che ci può dare la giusta spinta per finire al meglio la stagione». Portafortuna Ogni volta che Krasic segna, la Juve vince. É successo con Cagliari, Genoa e Lazio. Contro la squadra di Reja c è stata l ultima rete in campionato di Krasic, il 1 dicembre. «Era da un po che non segnavo, ci sono andato molte volte vicino». Ale due Una doppietta a Cesena, inutile vista la rimonta degli avversari, un assist contro il Brescia, sufficiente per uscire a testa alta dall Olimpico, uno dei pochi bianconeri insieme a Del Piero e Buffon ad aver dribblato negli ultimi tempi gli insulti dei tifosi. «Di Ale ho soltanto il nome sorride Matri. Del Piero è unico, un campione dentro e fuori lo spogliatoio, la sua presenza è sempre importante, sia che giochi sia che stia in panchina. É un campione, non è facile in certi momenti segnare gol così». L ex attaccante del Cagliari è entrato nel cuore dei tifosi bianconeri per la rete pesante alla nemica storica Inter. «Contava vincere. Ora abbiamo due settimane per lavorare con tranquillità». Qualche giorno in meno per lui e per altri cinque compagni convocati in nazionale. «Ringrazio Prandelli per la fiducia, può servire per ridarci un po di morale. L assist? Contava buttarla dentro, tre punti servivano come l aria per il morale e per la classifica. Venivamo da una situazione non facile, capisco i tifosi, la loro voglia di vincere è la nostra». Alberto Aquilani non si nasconde dopo lo scampato pericolo. «In momenti come questi se non vai sul -0 non sei tranquillo. Quando il Brescia ha trovato il pari tutto è diventato più delicato e difficile, ma ho visto una Juve diversa. Il domani? Ci aspetta la Roma, torno all Olimpico dopo due anni di assenza, sarà dura. Cerchiamo di portare a casa il massimo dalle ultime otto gare senza guardare la classifica». A PRODUCTION: 5 DAYS BEFORE «THE DREAM WAVE» online shop at

18 R LA GAZZETTA DELLO SPORT SERIE A 0 a GIORNATA GALLERIA Quante magie nella carriera in giallorosso V 1 Primo gol di una straordinaria carriera: davanti al suo pubblico, il settembre 9, contro il Foggia ANSA 50 Il primo traguardo, quello delle 50 reti, lo ottiene il 1 gennaio 001, contro il Bari di Cassano GMT 100 La tripla cifra la trova contro l Inter (-), il ottobre 00, direttamente su punizione LAPRESSE Totti fa 01 Roma sta su Doppietta e traguardo: è pari con la Fiorentina Prima Mutu, poi Gamberini portano in vantaggio i viola. Ma il leader giallorosso è scatenato: con gol diventa «bicentenario» DAL NOSTRO INVIATO LUIGI GARLANDO FIRENZE dal 7 della ripresa, mentre Riise crossa da sinistra, il protettivo Rosi è a bordo campo pronto a sostituire l offensivo Taddei. Perché se la Roma sta perdendo -1? Perché pochi secondi prima, Vargas, con il gesto tecnico più bello della giornata, ha raccolto un traversone al volo e incrinato la traversa. Perché per tutto il primo tempo Burdisso e Taddei, invisibile, hanno sofferto gli assalti dell ottimo Vargas e di Pasqual. E perché oltre al vantaggio, la Fiorentina ha all attivo due traverse e due palle gol nitide di Gilardino. Se la Roma, inquietante a centrocampo e sovrastata a centrocampo, è ancora viva è grazie allo sciagurato La squadra di Mihajlovic comanda a lungo il gioco, però non è assistita dalla buona sorte e colpisce traverse intervento di Comotto su Riise, che ha consentito a Totti di inserire il suo storico gol numero 00 in Serie A (rigore al 8 ) tra il vantaggio di Mutu ( ) e il raddoppio di Gamberini (5 ). Totti-gol Montella insomma, al 7 della ripresa, si preoccupa di sopravvivere più che di rincorrere. Ma torniamo a seguire il cross di Riise che sta spiovendo a destra tra i piedi di Totti, solo come se avesse una malattia contagiosa. Ma si può lasciare solo uno che ha appena festeggiato il 00 gol in Serie A? L unico che nel primo tempo abbia reagito al dominio viola. Infatti Totti controlla e tuona in rete il suo gol numero 01, quello del -. O, meglio: Fiorentina-Totti -. Poi il capitano spaventa il Franchi con un paio di punizioni e trascina il resto della ciurma a un orgoglioso finale, approfittando del vento a favore, che legittima in parte il punto. Mea culpa In parte, perché la verità del match è questa: la Fiorentina, che ha giocato meglio e costruito di più, ha lasciato sul prato la vittoria per colpe sue. Prima colpa: i suicidi individuali (Comotto) e collettivi sui gol. Seconda: lo spreco di match-ball sui due vantaggi, anche perché il miglior carnefice di casa (Gilardino) era in giornata balorda. Terza colpa: farsi trovare sbilanciati o fuori posizione quando la Roma ripartiva o cambiava gioco. Montella ci ha campato sugli spostamenti del pallone da fascia a fascia, ricavando il rigore del vantaggio e il -. Più che buona invece la fase di possesso dei viola nel primo tempo, grazie alla spinta di Vargas, ma anche alle buone idee di Santana tra le linee e all incisività di Mutu. Nel complesso, circolazione fluida e veloce. Nella ripresa, contro vento, l onda viola si è spegne poco a poco. Borriello Nei gol della Fiorentina ci sono responsabilità di quattro quinti della difesa giallorossa: si salva solo Riise, che si procura il rigore e assiste il - di Totti. Ma è il centrocampo il reparto che determina la lunga sofferenza della Roma e, in particolare, il tridente creativo che crea ben poco. Poco più che comparsa De Rossi, forse depresso dalle vicende azzurre, di sicuro frenato dal dolore la tendine. Oltre a Totti quasi solo Pizarro, pur pressato da Santana, prova a venirne fuori con grinta e pensiero. Nella ripresa, con il calo viola, una crescita generale sempre sull asse Pizarro-Totti. Grande, storico Totti, certo: quattro gol in due partite. Ma tre su quattro da fermo. Davvero si può rinunciare a Borriello, giovane e forte? Non è uno spreco tenerlo seduto? In questa pausa il compito a casa per mister Montella è trovare il modo per metterli insieme. La Roma forse ne ha bisogno. LE PAGELLE VARGAS, È TORNATO L URAGANO. MEXES E JUAN: UNA GIORNATA STORTA FIORENTINA 6,5 BORUC 6 Difficile opporsi ai due siluri vincenti di Totti. Un paio di uscite da brividi. COMOTTO 5 Perde Riise e rimedia abbattendolo: il rigore guasta una partita che la Fiorentina aveva in pugno. Non si riprende più. GAMBERINI 6,5 Aveva ricordato il suo ultimo gol tre anni fa, proprio alla Roma: sortilegio riuscito. NATALI 6 Cerca di intercettare Totti che fa, ma non doveva essere lui, lungagnone, a sigillare la fascia. PASQUAL 5,5 Sgombra la fascia e Totti ne approfitta per il. A suo merito molte sovrapposizioni a Vargas. BEHRAMI 6 Inizio arrembante, poi la sua prestazione si riduce soprattutto all interdizione. MONTOLIVO 6 Determinante la sua direzione del traffico nel buon primo tempo. Cala nella ripresa e anche questo la Roma cresce. VARGAS 7 Innesca il gol di Mutu, una traversa fantastica, corre e crossa: intensità pazzesca. Meritata standing ovation. (D Agostino s.v.). SANTANA 6,5 Buona interpretazione da trequartista, assist limpido per Gila. Utile anche in pressing su Pizarro. LJAJIC 5,5 Non porta il cambio di marcia che si augurava Mihajlovic per tornare per la terza volta in vantaggio. h 7 IL MIGLIORE MUTU Accende il match: suo il primo tiro, suo il primo gol. Sponda per il 1, traversa. Molto concreto. Si spegne col passare del tempo. GILARDINO 5 Delle tre palle gol il vero Gila una almeno la fa. Avrebbe chiuso il match. Fatica a tener palla, specialità della casa. (Babacar s.v.). All. MIHAJLOVIC 6 Bella Fiorentina, Ma anche quando domina perde equilibrio e soffre dietro, c è lavoro da fare ai Campini. ROMA 6 DONI 5 Becca il primo gol tra le gambe. Uscite da pelle d oca. BURDISSO 5,5 La fascia non è il suo mondo. E si vede. La Viola sfonda lì. MEXES 5 Perde il primo duello con Mutu che fa gol. Sbaglia altro e rischia il rosso per una manata a Natali. JUAN 5 Bruciato da Mutu sul gol, perde anche Gamberini che raddoppia. RIISE 6,5 Si procura il rigore e trova Totti per il. Concede la sponda aerea a Mutu per l 1. Ma è uno migliori. PIZARRO 6,5 Soffre all inizio, come gli altri, ma si sbatte più degli altri per venirne fuori. Guida il buon finale. DE ROSSI 5,5 La Roma va agonisticamente sotto e lui stranamente assiste. Strano per un guerriere del genere. Esce per un pestone (Greco s.v.). TADDEI 5 Un tempo da spettatore in campo, senza soccorrere Burdisso in affanno. Sostituito presto. ROSI 6 Porta gamba e solidità in fascia. Aiuta la Roma a prendere campo. PERROTTA 6 Crea poco come i compagni di linea, ma almeno aiuta a difendere. Sfortunata deviazione per il gol di Gamberini (Brighi s.v.). MENEZ 5 Spreca un invenzione di Totti. Non gli riesce nulla. Non è il talentino rampante d inizio stagione. Triste, poi spiega perché. h di LU. GAR. IL MIGLIORE 8 TOTTI Il voto non premia simbolicamente i 01 gol. Prestazione vera: gol, assist, perfino corsa. A tratti sembra solo contro tutti. All. MONTELLA 6 Presenta una brutta Roma che però cresce e alla fine corre più degli altri, segno che il lavoro c è. Ora però deve recuperare Borriello. TERNA ARBITRALE: MAZZOLENI 5 Il rigore su Riise c è, ma glielo segnala il collaboratore. Dubbi quando ferma Gila. Tirchio sui gialli. Tognolini 6; De Luca 6.

19 LA GAZZETTA DELLO SPORTR Giocatori in festa per il 00 gol in A di Totti LAPRESSE y BOMBER IN ATTIVITÀ FIORENTINA FIORENTINA ROMA GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO -1 MARCATORI Mutu (F) al, Totti (R) su rigore al 8, Gamberini (F) al 5 p.t, ; Totti (R) al 7 s.t. FIORENTINA (--1-) Boruc; Comotto, Gamberini, Natali, Pasqual; Behrami, Montolivo, Vargas (dal 8 s.t. D Agostino); Santana (dal s.t. Ljajic); Mutu, Gilardino (dal s.t. Babacar). PANCHINA Neto, De Silvestri, Donadel, Camporese. ALLENATORE Mihajlovic. ROMA (---1) Doni; N. Burdisso, Mexes, Juan, Riise; Pizarro, De Rossi (dal 5 s.t. Greco); Taddei (dall 8 s.t. Rosi), Perrotta (dal s.t. Brighi), Menez; Totti. PANCHINA Lobont, Castellini, Simplicio, Borriello. ALLENATORE Montella. ARBITRO Mazzoleni di Bergamo. ESPULSI nessuno. AMMONITI Comotto, Natali (F) per gioco scorretto. Mexes, Menez (R) per comportamento non regolamentare. NOTE paganti 7.557, incasso 19.75,60; abbonati , quota abbonati ,00. Tiri in porta 7-6. Tiri fuori:5-. In fuorigioco 6-. Angoli 6-. Recuperi: 1' p.t.; 5' s.t. 0 Il 0 sigillo arriva il 7 maggio 007, Roma-Messina -. Doppietta per Totti (il 1 vale la festa) REUTERS E sono Totti trova il gol del momentaneo 1-1 con la Fiorentina su calcio di rigore ANSA «Mi davano per finito... E ora punto Baggio» Il capitano: «Se qualcuno vuole salire sul mio carro c è posto» Montali: «Come Michael Jordan» DAL NOSTRO INVIATO MASSIMO CECCHINI FIRENZE dsedetevi comodi perché non è ancora finita. La sua doppietta, infatti, ha il passo lungo di chi vede davanti un cammino in discesa. Nel giorno in cui sfata il tabù dello stadio di Firenze - non vi aveva mai segnato Francesco Totti si consegna alla storia del calcio allargando di fatto il Club dei Cinque Piola, Nordahl, Meazza, Altafini e Baggio, cioè quelli che hanno messo nel sacco più di 00 gol in Serie A. Il capitano della Roma ha scalato due gradini e ora è a gia a quota 01. Il prossimo obiettivo è semplice: scalzare il Codino dal 5 posto e provare a guardare avanti, verso traguardi che solo un paio d anni sembravano impossibili per chi è era considerato soprattutto un uomo assist. 00 Tutti sul carro Ma Totti col passare degli anni ha cambiato anche alcuni stereotipi del pallone e così - dalla prima rete segnata nel settembre 199 a Mancini (Foggia) sino ai due destri di ieri che hanno piegato Boruc - la sua vocazione da goleador è stata santificata. Non a caso ieri dai colleghi campioni (Del Piero su tutti) ai «dichiaratori» di professione della politica i complimenti sono giunti a pioggia. «Sono contento per la seconda doppietta consecutiva dice il giallorosso e anche perché qui a Firenze non avevo mai segnato. Aver superato i 00 gol in Serie A conta tanto perché arricchisce una carriera che ho voluto fortemente legare solo alla Roma: sono orgoglioso di questa scelta di vita. Fino a un mese fa qualcuno mi dava per finito, ma io sono sempre stato cosciente delle mie possibilità. Ora se c è qualcuno che vuole montare sul 01 E stavolta è il - definitivo: il capitano giallorosso colpisce con un grande esterno destro ANSA carro io lo porto, tanto è parecchio grande. Sono felice, ma non mi fermo qui. Adesso voglio superare Roberto Baggio e, se continuo di questo passo, lo supererò già quest anno». Caccia alla Champions Fondamentale è stato il cambio di posizione. «Giocando più vicino alla porta le occasioni aumentano, l attuale è una posizione in cui mi trovo sicuramente a mio agio. Ranieri però non c entra, io con lui ho avuto un ottimo rapporto, ma quando le cose non vanno si può cambiare solo l allenatore e noi l abbiamo fatto. Con Montella ora sono mutate tantissime cose, soprattutto abbiamo ritrovato i risultati e i miei gol. Adesso però penso già alla Juventus. L obiettivo rimane l aggancio alla zona Champions e per noi ogni gara sarà decisiva. Qui a Firenze abbiamo conquistato un buon pari. Nel primo tempo era difficile giocare per via del vento, ma poi siamo cresciuti e abbiamo sfiorato la vittoria. Comunque siamo contenti per il risultato. La dedica per questa giornata? È la stessa, a quella persona che è sempre unica (la moglie Ilary, ndr)». Montali & Montella In un giorno speciale per Totti, irrita tutti l attacco di Menez (in una intervista a L Èquipe) a Montella, reo di averlo messo in panchina e di non essere sincero. L allenatore quasi lo ignora e la società, che lo multerà, pensa alla cessione. Nessuno ne fa un dramma. Così i titoli di coda sono a cura di Montali & Montella su Totti. «È come Michael Jordan», dice il dirigente. «Io di aggettivi ne so pochi aggiunge l allenatore, ma per lui li ho usati tutti». Non si preoccupi, è in buona compagnia. 01 gol Totti 18 Del Piero 5 Filippo Inzaghi Crespo 18 Gilardino 11 Di Vaio 17 Di Natale 119 Cristiano Lucarelli 100 Toni 95 Mutu Francesco Totti, anni, INSIDEFOTO Sinisa Mihajlovic, anni LAPRESSE Della Valle: «Mihajlovic lavora bene, avanti con lui» ALESSANDRA GOZZINI FIRENZE dnon sembra un idea destinata a cambiare, pare piuttosto una certezza: «Il futuro di Mihajlovic? Sinisa ha un contratto e gli accordi si rispettano: andremo avanti con lui a lungo. Da quando sono rientrati giocatori importanti sta dimostrando quanto vale». È un messaggio che ha grande valore, perché arriva da Andrea Della Valle, azionista di riferimento del club. Il futuro si costruisce a primavera e oggi la Fiorentina riparte da altre certezze, continua Della Valle: «I rinnovi di contratto? Non c è grande ottimismo, la distanza resta nonostante le nostre offerte siano importanti». Se finirà così a giugno si libereranno Comotto, Donadel e Santana (oltre ad Avramov). Dedica Il futuro passerà ancora da Mutu (convocato dalla Romania, che a fine partita ha un pensiero speciale per Andrei, il ragazzo che dopo essere uscito dal coma aveva chiesto di lui: «Il mio gol è per lui». Sulla partita e sui prossimi obiettivi: «Per me sono due punti persi, sapete come ragiono io. L Europa? Dobbiamo crederci per rispetto della società e dei tifosi. Ora è vietato mollare. Quando metterò la testa a posto? Quando chiuderò col calcio. Scherzo, voglio rispettare la promessa che ho fatto al presidente di comportarmi bene». L analisi finale tocca a Mihajlovic: «Non abbiamo chiuso la partita e i loro campioni ci hanno punito, avremmo meritato di più». De Rossi si difende La convocazione saltata per punizione, poi, è ancora indigesta per De Rossi, che così replica al fatto che la Figc sia rimasta irritata per le sue frasi del dopo derby («vorrà dire che mi riposo, lo considero un premio»). «Era una battuta e ci sono i filmati a dimostrarlo. Quando parlo non sono stupido e non lo faccio mai a sproposito. Era una cosa detta per sdrammatizzare. Se la sospensione dovesse durare solo una giornata, come spero, tornerò ben volentieri in Nazionale. Ho letto sui giornali che il c.t. c è rimasto male, ma non è che lui deve chiamarmi. C è un codice che ho infranto con questo gesto "orribile", come lo hanno definito tutti. Spero che la sospensione du- NAZIONALE TRA I CONVOCATI AZZURRI CI SONO I DUE INTERISTI A RISCHIO, CHE DOVRANNO SOTTOPORSI ALLE VISITE DI CONTROLLO ri un solo turno per tornare in Nazionale». Ranocchia e Motta dubbi di Prandelli De Rossi fuori: «Ma sul riposo premio era una battuta». Parolo è la novità DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE dsi fa sul serio. Come previsto, la Nazionale di Cesare Prandelli in ossequio al codice etico liberamente adottato fa a meno di De Rossi e Balotelli, autori di comportamenti anti-sportivi in Champions ed Europa League. Ma il nuovo corso non intende fare sconti a nessuno e così serpeggia anche una certa irritazione dello staff dell Italia nei confronti di un Inter considerata già in clima derby. I nerazzurri hanno a forte rischio Ranocchia e Thiago Motta (entrambi per problemi d infiammazione alle ginocchia operate) e per il club non sarebbero disponibili. Il difensore non ha neppure giocato col Lecce, mentre il centrocampista ha accusato fastidi. In ogni caso, le regole sono uguali per tutti e perciò anche i due si uniranno agli altri compagni per il raduno previsto a Coverciano entro le 1.0. Poi toccherà al professor Castellacci che già si è sentito col suo collega Combi, responsabile medico dell Inter dare il verdetto. Il rientro anticipato è probabile. Daniele De Rossi e Prandelli ANSA In preallarme Ma anche altri sperano nel ritorno, magari immediato. Con Ranocchia e Thiago Motta quasi out, non è escluso che Prandelli possa sostituirli. Più difficile che accada per il difensore (il gruppo sembra andar bene così) mentre a centrocampo un innesto sembra possibile. Col forfeit dell interista, in prima linea può esserci il ripescaggio di uno fra Lazzari (favorito) o Candreva, ma c è uno spiraglio (niente di più) per Daniele Conti, anche se l età non più verde sembra essere un handicap. In questo reparto da segnalare l ingresso di Parolo che in tandem con Santon porta il Cesena nel gruppo azzurro. Toccherà a Slovenia e Ucraina dimostrare che la strada intrapresa di Prandelli è quella giusta. ma. cec. I CONVOCATI Venerdì sfida in Slovenia Il 9 test a Kiev I convocati per la doppia sfida con Slovenia (venerdì, qualificazioni Euro 01) e Ucraina (il 9, amichevole). Portieri: Buffon (Juve), Sirigu (Palermo), Viviano (Bologna). Difensori: Astori (Cagliari), Balzaretti (Palermo), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juve), Criscito (Genoa), Gastaldello (Sampdoria), Maggio (Napoli), Ranocchia (Inter), Santon (Cesena). Centrocampisti: Aquilani (Juve), Marchisio (Juventus), Mauri (Lazio), Montolivo (Fiorentina), Thiago Motta (Inter), Nocerino (Palermo), Parolo (Cesena). Attaccanti: Cassano (Milan), Gilardino (Fiorentina), Giovinco (Parma), Matri (Juve), Pazzini (Inter), Rossi (Villarreal).

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