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1 In questo numero: SPECIALE CARITAS A che punto siamo pag. 2-3 Essere volontari pag. 9 Dai Centri di Ascolto pag Portate i pesi gli uni degli altri pag. 23

2 Caritas: a che punto siamo? Questo numero del Granello di senape che avete tra le mani, esce non senza qualche fatica. Ci permette però ora di fare un po una fotografia sull esistente, almeno per quello che riguarda la presenza della Caritas nella nostra Parrocchia. Come Caritas, a che punto siamo? Siamo in cammino! Da una parte vuol dire, in positivo che siamo partiti, non siamo fermi! E non è poco! Vuol dire che ci sono persone che si danno da fare, che danno il loro contributo, che lavorano, che cercano di rispondere a problemi e bisogni, attivandosi in prima persona Volendo usare una immagine potremmo dire che abbiamo davanti in questi tempi un percorso stradale con molte curve. Le curve sono pericolose e vanno prese con la giusta velocità per evitare due rischi: da una parte di bloccarsi, per la paura in mezzo alla strada e così stare fermi in attesa ma la strada non si raddrizza da sola neanche dopo un po di tempo: occorre la pazienza e la sapienza di procedere con calma nelle difficoltà, andando avanti. Il rischio opposto, della troppa velocità, è quello di andare fuori strada e lì i guai possono essere anche più seri per chi guida e anche per la macchina. Dall indice degli articoli emerge una immagine sfuocata a macchia di leopardo: alcune cose ci sono, altre no; alcuni settori sono curati, altri no; almeno non come si vorrebbe. Ci sono settori che faticano ad esprimersi, e a rivitalizzarsi: sono un po afasici, faticano a dirsi. Non si tratta di avere visibilità o cercare pubblicità, ma esprimere il desiderio di comunicare e di condividere. Ci sono priorità ed emergenze sulle quali è faticoso impegnarsi, ma forse è necessario;, ci sono realtà nuove per le quali non siamo ancora sufficientemente attrezzati o non riusciremmo a realizzare da soli e per le quali servono assolutamente collaborazioni, indicazioni, persone. Dagli aggiornamenti sulle riviste specializzate, emergono realtà nuove e metodi diversi di intervento nei vari settori della Caritas, rispetto a 15 anni fa, 10 anni fa, 5 anni fa nascono tanti interrogativi che attendono riflessione e risposte adeguate. Di cosa c è bisogno innanzitutto? Abbiamo dei capitoli scoperti, alcuni proprio vistosamente scoperti Oggi come oggi, proprio oggi e più che mai oggi, serve la formazione, nel duplice senso della formazione che si potrebbe chiamare più tecnica : legislativa, di conoscenza e una formazione più profonda a livello di motivazioni e di senso che risponda alle domande: perché? Per chi? L errore più grosso sarebbe quello di dare per scontato questo livello, magari pensando che questo discorso riguarda coloro che sono alle prime armi o che non hanno esperienza Devo dire inoltre che sulla formazione la nostra Caritas diocesana sta lavorando molto e da tempo, con ricchezza di iniziative: Convegni, Corsi, Scuole per operatori Diventa allora, davvero, responsabilità non avvalersi di tutte queste occasioni! Pag. 2

3 Si aggiunga il fatto che abitando noi in Milano città siamo ancora più favoriti (= niente scuse!) Il secondo sentiero da percorrere con più forza è un sentiero birichino che a volte si vede e a volte si nasconde e va cercato a fatica in mezzo al bosco o nella pietraia. E il Decanato. Abbiamo intravisto qualche possibilità di lavorare insieme, fatto qualche tentativo, ma siamo ancora tutti come comunità cristiane lontani dalla conoscenza reciproca di quello che c è, delle forze che abbiamo in campo, delle potenzialità (e non sono poche), offerte dalle mille persone piene di buona volontà e di generosità; siamo però ancora lontano (molto lontano?) da una effettiva razionalizzazione dei servizi, delle risorse etc etc Il terzo sentiero interrotto è un interrogativo che rimane interrogativo da troppo tempo: quale il rapporto tra Caritas e giovani? La stessa Caritas diocesana ci sta riflettendo da tempo e non senza fatica. Qualche timido tentativo di collegamento tra Caritas e Pastorale giovanile fatica a crescere anche in Diocesi, ma c è ancora molta strada da fare. Ciao, don Renzo Da ricordare sempre: State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Vangelo di Matteo, capitolo 6, Pag. 3

4 10 gennaio 2010 Gente che viene. gente che va Questo articolo era pronto da tempo, abbiamo voluto inserirlo per non perdere una preziosa testimonianza Era un giovedì mattina 07 Gennaio, quando ricevetti una telefonata da Carla : C è una persona della nostra parrocchia, ricoverata al Pio Albergo Trivulzio in fase terminale. E una signora albanese di 43 anni, ha una figlia ancora piccola; sarebbe bello farle una visita, a nome della nostra comunità. Subito penso sia giusto andare. Lungo la strada mi interrogo: Come sarà? Cosa potrò dirle? Il Signore mi aiuterà. La trovo al 4 piano, stanza 5. Una infermiera mi accompagna. Ana è là immobile nel suo letto di sofferenza, con flebo e ossigeno, gli occhi immobili. Un nodo mi chiude la gola. Chiedo all infermiera se può sentire: come si può saperlo? Mi risponde. Poi mi dice che posso fermarmi, se voglio! E chiude silenziosamente la porta. Sento una grande pena per questa sorella sconosciuta, e penso: ecco: Gesù in Croce. Non posso fare nulla se non raccogliermi in preghiera. Mi si affacciano alla mente tante domande: perché lei, ancora giovane, una bambina da crescere? E venuta da un altro paese in cerca di una vita migliore e invece! Quanta sofferenza. I disegni di Dio spesso ci sono sconosciuti. Il mondo è pieno di dolore, ma spesso non ci rendiamo conto se non quando lo incrociamo nelle situazioni reali. Allora capiamo quanto sia preziosa la vita! Non so se Ana si è accorta della mia presenza! Per me è stato un incontro importante! In lei ho percepito una sorella che soffriva, e nella sua sofferenza la presenza del Signore. Il giorno dopo Ana è tornata alla casa del Padre. Ho avuto la sensazione di essere arrivata tardi! L ho ricordata nella Messa alla preghiera dei fedeli, così da rendere partecipi anche la nostra comunità cristiana. Questa esperienza mi ha fatto capire quanto dobbiamo essere attenti alle situazioni e ai bisogni degli altri. Persone che vanno e che vengono nelle nostre case, che sono come invisibili eppur presenti, ignorate eppure molto vicine alle nostre vite, delle quali non si sa nulla o quasi; il rischio è di accorgersi troppo tardi. Ho partecipato al suo funerale, anche a nome della nostra comunità. Ringrazio il Signore che non si stanca mai di richiamarci: se lo vogliamo ascoltare ci parla, e lo possiamo riconoscere nel volto dell altro anche se sconosciuto. Il Signore ci aiuti ad avere occhi per vedere e cuore sensibile per poterlo incontrare nei nostri fratelli, non importa da dove vengono. Sono uomini e donne che camminano sulle strade della nostra Parrocchia. Raffaella S. Pag. 4

5 Si avvicinava il periodo dell Avvento. Da un po di tempo nell aria girava l idea che sarebbe stato bello fare Natale insieme alle persone sole. Il Parroco ogni tanto esprimeva il desiderio di fare il pranzo di Natale; alcune persone anziane conosciute, ipotizzavano un Natale triste, nella propria casa davanti alla TV; altri sussurravano che l iniziativa sarebbe stata fattibile e bella.ma.ma!!! L idea è andata avanti, sono state fatte delle ipotesi concrete e siamo partiti. Ma quali le premesse? Natale verso il 2010 Innanzi tutto volevamo ricreare l ambiente famigliare perché tutti insieme potessimo avvertire il calore della mensa condivisa. Allora non pranzo per i poveri, ma pranzo con le persone sole e/o anche povere; non due o tre volontari che servivano i poveri, ma qualche famiglia e persone della comunità che sedessero allo stesso tavolo e condividessero il pranzo alla pari. Ognuno di noi si è raffigurato il pranzo di Natale come un icona che rivelasse una comunità mista di umili e poveri (e lo siamo tutti), in cui si mescola e si confonde chi serve e chi è servito, e dove ognuno trova il suo riconoscimento come in una famiglia. Il pranzo è la condivisione della casa, dell intimità, è mettersi profondamente e veramente vicini. La mentalità corrente, ci insegna a stare con chi mi somiglia, con chi ha le mie idee, con quelli con cui vado d accordo o meglio ancora con chi mi può dare qualche cosa in cambio: pranzare insieme a Natale, in Parrocchia, ha voluto dire sovvertire questa mentalità. Si è così creato un senso di simpatia, un legame che non si perde tanto facilmente, che può essere rivissuto in momenti diversi nel tempo, e che ha creato qualcosa di nuovo. Dio nasce perché gli uomini e i popoli diventino una famiglia. Pag. 5 Abbiamo fatto questo piccolo tentativo. Certamente c è stato chi ha pensato al menu, chi ha fatto la spesa, chi ha preparato i tavoli proprio di Natale : tovaglie rosse, candeline, segnaposti. Non mancava nulla. Neppure un regalino frutto del dono di una Parrocchia vicina. C è stato chi ha individuato le persone da invitare e chi all ultimo momento è andato a prendere con l auto quelle più in difficoltà. Naturalmente non mancavano i presbiteri della Parrocchia e le persone si sono sentite onorate di sedere a mensa vicino a Don Antonio, a Don Renzo, a Don Franco. I ragazzi delle famiglie presenti hanno dato vitalità e allegria con i loro berretti rossi da Babbo Natale. Poi c è stato pure il fotografo! Chi ha partecipato, ha fatto soprattutto la scelta di porre lì il cuore. E questo si è sentito molto chiaramente. Tutti hanno espresso gioia e soddisfazione; alcuni hanno detto di aver scoperto un aspetto della Parrocchia che non conoscevano. Sicuramente sono nate amicizie nuove e sono state rinsaldate quelle esistenti. Molte cose si possono imparare da una esperienza come questa, soprattutto se vogliamo educare ed educarci a essere la grande famiglia di Dio, non solo a Natale, ma ogni giorno, nelle occasioni semplici, quotidiane, dove non c è l evento straordinario ma dove ognuno può esprimere amore e condivisione, amicizia e vicinato, dare attenzione e ricevere sorrisi. Abbiamo sperimentato tutti che la comunione può crescere proprio nella reciprocità delle differenze. Eravamo tutti felici e tra baci e abbracci, ci siamo dati appuntamento.. Vogliamo riprovare e creare tradizione in modo tale che molti possano fare questa esperienza, a turno ogni anno, quando lo ritengano opportuno? Ce la faremo quest anno 2010? Carla O.Z.

6 UNA SCOMMESSA IL PRANZO DI NATALE E partita da lontano questa scommessa, quando un anno fa Don Renzo ha lanciato l idea di organizzare un Pranzo di Natale per le persone sole o in difficoltà della nostra Parrocchia. Piano, piano questa idea è frullata nella testa e a ottobre abbiamo cominciato a vedere se si poteva concretizzare. Chi si occupa di fare la spese, far da mangiare, preparare la sala, invitare le persone, andarle a prendere se necessario. E così tutto è venuto molto spontaneamente. Chi, con molto tatto, si è occupato di parlare con le persone ed invitarle. Chi ha pensato alla cucina, altri hanno predisposto i centrotavola, i segnaposto, si è pensato alle musiche e alla stampa del menù. La Vigilia di Natale, chi poteva, si è trovato per apparecchiare e abbellire la sala da pranzo e molti ragazzi dell oratorio hanno aiutato con entusiasmo. La mattina di Natale eravamo tutti un po tesi Saremmo stati in grado di soddisfare le aspettative dei nostri ospiti? Alcuni sono andati a prendere chi non poteva venire da solo e a qualcuno è stato portato il pasto a casa, perché proprio non potevano muoversi. E poi lentamente sono arrivati i nostri ospiti e fatti accomodare ai tavoli e anche noi ci siamo seduti tra di loro come in famiglia, chiacchierando ed ascoltando quanto ci volevano raccontare. La solitudine, la povertà, la diversità, la malattia erano ciò che avevano portato e noi insieme all antipasto, ai ravioli fatti a mano, alle lasagne ai carciofi, all arrosto con le patate e al cotechino con le lenticchie abbiamo cercato di servire anche accoglienza, amicizia, solidarietà, affetto, serenità. anche di tanta gioia, gioia che abbiamo potuto leggere sui loro volti durante il pranzo, emozione e anche commozione che abbiamo provato salutandoci o accompagnandoli a casa, sentimenti che ci hanno fatto sentire dei privilegiati perché abbiamo passato un Natale veramente speciale. Un grazie particolare a Don Renzo che ci ha coinvolto in questa scommessa e ci ha permesso di poter vivere questo Pranzo di Natale vivendo in comunione la nascita di Gesù Bambino che viene a farsi uomo come uno di noi. Famiglie Cairo, Marchini e Virga Mi chiamo Mariangela e ho 82 anni! S. Natale Anno 2009 Da cinque anni precisamente dal 26/6/2004 a seguito della morte di mia sorella Giuseppina sono rimasta completamente sola in casa e senza parenti. Avendo conosciuto durante l anno l apertura presso la Parrocchia S.Curato d Ars del Centro Anziani Seneca, ho frequentato il gruppo al martedì. In seguito, per la prima volta ho accettato di partecipare al Pranzo Natalizio proprio nel giorno di Natale 2009, con famiglie e anziani e unitamente ai sacerdoti della Parrocchia: don Renzo Marnati, don Antonio Carretta, Mons. Franco Bonfanti. Pur essendo arrivata con le lacrime in tasca sono uscita più rasserenata e per questo ringrazio tutti! Alleluja! Mariangela L incontro con queste persone è stato per tutti noi motivo di riflessione personale, ma Pag. 6

7 La Terza Età in vacanza a Clusone 1-15 Luglio 2010 Era forse il mese di Maggio quando don Antonio mi chiese di accompagnare anche per quest anno il gruppo della terza età a Clusone per quindici giorni di ferie. Perché no! Così un giorno di Giugno con don Guglielmo e Franco, responsabili del gruppo terza età della Parrocchia del Murialdo siamo andati a fare un giro a Clusone per visitare il luogo che ci avrebbe ospitati e capire come ci saremmo dovuti organizzare. Eccoci il primo Luglio pronti a partire con allegria per questa nuova esperienza, accompagnati nella prima settimana da don Antonio e nella seconda da don Guglielmo. Le giornate sono tranquille, si svolgono fortunatamente all insegna del bel tempo e della spensieratezza, per i giovani della terza età che finalmente possono concedersi dei giorni di vacanza stando in compagnia e scacciando quella solitudine che fa parte della quotidianità. Dopo quindici giorni si torna a casa (tristi) ognuno di noi con il proprio bagaglio che pesa di più di quando siamo partiti, perché è carico della bellezza e dei piacevoli ricordi dei momenti trascorsi insieme. Augurando di rivederci ancora l anno prossimo Maria M. È permesso?.. L esperienza pasti in agosto Buon giorno, sono la volontaria della Caritas, le porto il pasto del mezzogiorno e per augurarle buon appetito mi fermo un po di tempo con lei. Posso entrare? È contenta? Per tutto il mese di agosto, i volontari della Caritas hanno portato quotidianamente il pasto a un buon numero di anziani soli o in difficoltà. Il progetto della Caritas Ambrosiana, aveva previsto, in collaborazione col Comune di Milano, la distribuzione dei pasti nella nostra zona e in particolare nella nostra Parrocchia; ne hanno anche usufruito molti anziani segnalati dal nostro CAA (Centro Ascolto Anziani). Per gli anziani è stata una festa pranzare in compagnia, scambiare due parole, ricevere piccoli servizi. I volontari arrivavano dalla Brianza o da altre zone di Milano. Pieni di entusiasmo salivano anche fino al 5 piano in quelle case prive di ascensore che costringono all isolamento molti anziani in difficoltà. È stato molto edificante vederli quotidianamente presentarsi verso le undici e fare il loro servizio con gioia. Il 27 luglio erano tutti presenti in Caritas per una riunione preliminare, mentre il giorno 8 ottobre dalle 17,30 alle 20 tutti i volontari sono venuti qui nella nostra parrocchia per la Celebrazione Eucaristica e per un momento di verifica e di amicizia con noi. Centro Ascolto Anziani Pag. 7

8 Un pomeriggio insieme: il Martedì. Nell ambito della Caritas Parrocchiale e del Centro Ascolto Anziani, una piccola iniziativa è decollata lo scorso anno pastorale ; consiste nell offrire agli anziani che lo desiderano, il martedì pomeriggio con cadenza quindicinale, uno spazio per passare un pomeriggio insieme. Quattro volontari dell Associazione Seneca e una volontaria della Parrocchia, animano il gruppo, proponendo: giochi, ascolto di poesie in milanese, canti vari, scambi di esperienze e aneddoti di vita delle nostre amiche, che sono in maggioranza schiacciante rispetto agli anziani uomini. Che bello sarebbe se i ragazzi dell oratorio venissero qualche volta a divertirci coi loro show e canti!!! L incontro favorirebbe la vicinanza delle due estreme età della vita, la conoscenza e l integrazione. La merenda non manca mai e anche questo aiuta a rallegrare lo spirito: capita che alle volte si fa la gara a chi fa il dolce più buono e vi garantisco che per qualità e varietà potrebbero competere coi migliori pasticceri. E bello constatare come, con il passare del tempo, siano nate tra le persone anziane tra loro e con noi, affiatamento e amicizia, ed è una gioia sapere che le poche ore che viviamo insieme, danno un pizzico di gioia e serenità alle giornate, che per alcune sono troppo lunghe e solitarie. Così tra un martedì e l altro tutte possono tenersi in contatto con una telefonata o magari con lo scambio di una visita. Per il momento non riusciamo a fare di più; le nostre forze sono limitate, ma non perdiamo la speranza di migliorare nel futuro. Lucia Sesso C è quaaalcuuuunooo? C è qualcuno nella nostra Parrocchia che ha fatto l artigiano, l Assistente Sociale, l autista, l infermiere, il dottore etc. e che, ora che è in pensione, ha voglia di mettere a disposizione la propria professionalità per qualche anziano del nostro quartiere? Basta poco tempo. L importante è essere in tanti! Per dare la tua disponibilità contatta il Centro Ascolto Anziani Martedì e Giovedì dalle 9 alle 11 o direttamente il Parroco. C.A.A. Pag. 8

9 INCHIESTA AL VOLO AD ALCUNI VOLONTARI DELLA PARROCCHIA IN UNA PAROLA: COSA VUOL DIRE PER TE ESSERE VOLONTARIO? Essere disponibile Chiamata Fare del bene Vivere nella gioia Scommettere Aiutare i fratelli Cambiare mentalità Amare il prossimo Vincere la pigrizia Metterci il cuore Uscire Fare insieme Mettersi in gioco aggiungi anche tu la tua parola Carla O.Z. Pag. 9

10 CENTRO ASCOLTO Mi è stato chiesto di parlare del Centro di Ascolto, un servizio che la nostra Parrocchia da diversi anni offre ai propri parrocchiani. Molte persone non lo conoscono e non sanno di cosa esattamente si occupa. Ora ve lo spiego; E un servizio che viene svolto nei giorni di Martedì e Giovedì dalle ore 9:30 alle 11 da due persone che mettono a disposizione il loro tempo per ascoltare e cercare di aiutare e risolvere i problemi delle persone che si presentano. I problemi sono tanti e di diverso tipo, principalmente di natura finanziaria: arretrati nei pagamenti delle bollette gas e luce, a volte con minaccia di sospesa erogazione, arretrati di affitto. Alcuni chiedono piccoli aiuti per pagare il dormitorio o per l acquisto di medicine La maggior parte delle piccole richieste vengono risolte subito; altre vengono discusse poi con il Parroco. L a t t e g g i a m e n t o n o s t r o è dell accoglienza, della disponibilità, dell ascolto, dell aiutare anche indirizzando le persone che si rivolgono a noi con particolari problemi, che non siamo in grado di risolvere, alle varie istituzioni del territorio (assistenti sociali, Caritas, associazioni caritative ) con le quali teniamo sempre vivo il collegamento. Nel nostro quartiere vivono famiglie con basso reddito, alcune sono straniere, ma molte famiglie sono italiane e in continuo aumento anche a causa della mancanza di lavoro. Verifichiamo di volta in volta le richieste di coloro che desiderano ritirare il pacco viveri, accertandoci che la loro residenza nel territorio della nostra Parrocchia (in alcuni casi abbiamo richiesto alla Caritas la carta equa per la spesa). Si prende nota di coloro che si presentano per cercare lavoro e, quando si verificano delle offerte, si passano i nominativi. La prima domenica di ogni mese si raccolgono in Chiesa offerte per tutte queste necessità. Alcuni parrocchiani da tempo si autotassano e tutti i mesi versano un contributo volontario. Per casi molto particolari ci rivolgiamo alle diverse fonti. tutto quello che avete fatto a uno dei più piccoli, l avete fatto a me (Mt 25,40) e ancora amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi (Gv 15,12) questo è ciò che si cerca di mettere in pratica. Rosella M. Pag. 10

11 ..ero nudo e mi avete vestito.. Il guardaroba è un servizio che la Parrocchia offre dai suoi esordi. All inizio c era la richiesta di indumenti da parte di persone in difficoltà e si rispondeva attingendo alla scorta di qualche vestito e paio di scarpe tenuti da parte. Poi la distribuzione si è strutturata e modificata nei tempi e nei modi, fino a diventare un servizio settimanale, riservato a chi vive in Parrocchia e alle persone senza fissa dimora. Nel Decanato i servizi guardaroba sono attualmente tre su sette parrocchie: da anni, da decenni si pensa, si parla di un servizio centralizzato ma sino ad ora non si è concretizzato. Non è facile trovare spazi condivisibili, modalità identiche in una comunità, figurarsi in una realtà più ampia. Tutti convengono sull utilità del servizio guardaroba per chi ne ha bisogno, ma se si riuscisse a crearlo in spazi secondari, per qualcuno sarebbe meglio. Gli indumenti sono donati da parrocchiani ma anche da gente che ci conosce con il passaparola, con un tam tam a volte molto sorprendente. Gli utenti sono specchio della situazione economica, delle diverse ondate migratorie, delle diverse presenze etniche nel quartiere e del sempre più vasto popolo dei senza fissa dimora. Recentemente alle tre volontarie veterane della Parrocchia se ne sono aggiunte altre due più giovani e quindi più dinamiche. Pag. 11 La persona viene accolta singolarmente; si cerca di creare un momento di incontro, di attenzione per mettere l altro a suo agio: non è sempre facile, ma è bello notare come, di volta in volta, si modifica il comportamento e da un atteggiamento sospettoso, scontroso, diffidente si arriva quasi sempre ad un rapporto più cordiale, ad un sorriso, al buona giornata. Nell arco degli anni è però triste constatare, come alcuni non ce la fanno a riorganizzarsi la vita e vivono sempre più nel degrado fisico e morale. E vero che qualcuno abusa del servizio qualche volta, ma la maggioranza di coloro che incontriamo, è gente che ha bisogno: bisogno di indumenti, di cose, ma grande bisogno di essere ascoltata, accolta, sostenuta. E un esigenza del cuore sapere che almeno qualcuno cerca di far qualcosa per te senza chiederti nulla. Noi ringraziamo quanti ci aiutano e ci consentono di continuare il nostro servizio: ben vengano consigli di diversa natura, per renderlo migliore. Lo scorso anno gli utenti sono stai un migliaio. Sono importanti, a nostro avviso, tutte le collaborazioni con realtà diverse, iniziative di solidarietà Questa è la situazione attuale, vedremo cosa ci riserverà il futuro. Lucia Bertoldi

12 ERANOS Società Cooperativa Sociale PROGETTO MICROCREDITO RELAZIONE DELLE ATTIVITA Ottobre 2010 Il progetto di Microcredito è un servizio di sostegno alle persone e alle famiglie che si trovano in temporanea difficoltà economica, lavorativa e abitativa. Il progetto intende, in primis, accogliere ed accompagnare per un periodo di tempo queste persone cercando di sostenerle nella preparazione e nella realizzazione di un percorso che permetta loro di uscire dalla situazione di temporanea difficoltà. Il progetto si concretizza anche attraverso la strutturazione di un fondo di solidarietà volto a fornire un sostegno economico temporaneo, un prestito che dovrà essere poi restituito. RENDICONTO FINANZIARIO Il fondo ha raggiunto Euro frutto di donazioni a fondo perduto e abbiamo erogato un prestito di Euro. Le altre famiglie seguite stanno utilizzando le risorse arrivate dal Fondo Lavoro della Diocesi di Milano e dalla Dote Lavoro della Regione Lombardia. Non abbiamo ancora iniziato una raccolta sistematica di donazioni per sostenere i progetti. Ricordiamo che la proposta condivisa con il gruppo famiglie consiste in un impegno minimo e costante a fondo perduto da parte di famiglie e/o sostenitori. Una famiglia ha già iniziato ad effettuare una donazione costante ogni mese. RENDICONTO SOCIALE Il progetto di Microcredito agisce in appoggio al Servizio di Sostegno alla Famiglia della Parrocchia del Santo Curato d Ars ed al Fondo Famiglia e Lavoro della Diocesi di Milano. Il Servizio di Sostegno alla Famiglia è attivo dal 20 aprile 2009 ed opera con sportello tutti i lunedì dalle 10 alle 12 presso i locali della casa parrocchiale. Ad oggi si sono rivolti 30 famiglie, per le quali si sono sostenuti mediamente 2 colloqui al fine di raccogliere ed analizzare le relative necessità. Le azioni proposte alle famiglie hanno visto: ottenimento del contributo del Fondo Famiglia Lavoro della diocesi, dal momento che rispettavano i criteri stabiliti dal Fondo ( 7 famiglie); compilazione di una nuova domanda al Fondo Famiglia Lavoro (1 famiglia); invio alla Caritas Parrocchiale, perchè non inseribili in progetti di riqualificazione professionale e con necessità fondamentali ed urgenti (4 famiglie); costruzione di un progetto di sostegno e qualificazione professionale con la possibilità di fornire un sostegno economico (1 famiglia); percorso di rinegoziazione dei debiti e di sostegno allo sviluppo economico per il consolidamento della struttura famiglia (1 famiglia); costruzione di un progetto di qualificazione professionale (1 famiglia); accompagnamento e sostegno nella risoluzione di problemi economici, lavorativi e familiari (15 famiglie) Pag. 12

13 BILANCIO DEL PRIMO ANNO E MEZZO DI ATTIVITA Il Progetto è nato con l intento di dare un sostegno alle persone e alle famiglie che si trovano in temporanea difficoltà economica, lavorativa, abitativa e relazionale anche attraverso la strutturazione di un fondo di solidarietà volto a fornire un sostegno non solo economico. La maggior parte delle persone e delle famiglie che abbiamo incontrato durante l anno però presentano situazioni che necessitano di un sostegno molto più ampio di quello economico-finanziario. Il bisogno di essere accolto, ascoltato, accompagnato nella comprensione e nel tentativo di risoluzione di una serie di problemi che vanno dal lavoro alle relazioni famigliari, ampliano notevolmente il campo delle richieste e ci chiedono di costruire una rete di relazioni con altre organizzazioni per poter rispondere alle varie richieste delle persone. Ad oggi abbiamo lavorato per la risoluzione di alcune situazioni con: Fondazione San Bernardino, Siloe, Fondazione Don Gnocchi, Mestieri consorzio S.I.S., Aler, Fondazione San Carlo, Organizzazioni Sindacali, Avvocati per Niente, ASl MI 1, Patronato ACLI. Sempre più pressante è la necessità di trovare delle possibilità di inserimenti lavorativi per le persone che sono disoccupate. Claudio Barbieri Come sostenere il progetto Si può sostenere il progetto contribuendo al fondo di solidarietà Parrocchiale attraverso donazioni deducibili dal reddito mediante bonifico bancario sul conto corrente intestato a: ERANOS Società Cooperativa Sociale Via Gonin, 69/ Milano P. IVA e Cod. Fisc BANCA POPOLARE DI MILANO AGENZIA n MILANO IBAN: IT49 Y Oppure si può scegliere di consegnare dei contanti in busta chiusa a don Renzo Marnati con indicazione Progetto Microcredito Pag. 13

14 Il servizio viveri della Caritas Come in ogni buona famiglia all inizio del nuovo anno si fa il resoconto dell anno terminato, così anche noi del servizio alimenti della nostra Caritas tramite il Granello di senape vogliamo far partecipi, ringraziare, e spronare. Ringraziare TUTTI per quanto abbiamo ricevuto e quindi abbiamo potuto dare. Ringraziare in modo particolare alcuni gruppi, i ragazzi della catechesi che in momenti significativi come la Prima Comunione, la Cresima, l Avvento, con le catechiste hanno promosso raccolte. Ringraziare le persone che hanno organizzato e partecipato alla raccolta a livello Parrocchiale nei supermercati nel territorio della Parrocchia. Ringraziare le persone ma soprattutto gli adolescenti perché (una ventina) hanno collaborato alla raccolta nazionale annuale del Banco Alimentare in un supermercato di zona. Ringraziare le amiche della Parrocchia di San Babila per il loro contributo mensile. Ringraziare la Fondazione Banco Alimentare che ci ha assegnato ogni 40 giorni circa, alimenti da distribuire. Ringraziare le persone che ogni settimana, a Pasqua e Natale portano a domicilio i pacchi a persone che non possono uscire di casa. Tutto quanto abbiamo ricevuto ci ha permesso nel 2009 di distribuire ben 2591 pacchi viveri contenenti come pacco base, pasta, riso, pelati, biscotti, legumi, tonno, più altri generi quando disponibili. burro, provolone, grana, olio, zucchero, latte, caffè. A chi li abbiamo dati? A 241 nuclei familiari composti in maggioranza da una persona, ma anche da 3,4,5 persone per un totale di 480 persone; tutte della nostra Parrocchia. Guardando le nostre statistiche e previsioni, notiamo oltre all aumento costante di richieste, c è un aumento degli Italiani, molte volte non proprio anziani. Il numero dei pacchi consegnati sono in costante aumento: Anno media mensile 125 Anno media mensile 138 Anno media mensile 155 Anno media mensile 168 Anno media mensile 194 Anno media mensile 201 Anno media mensile 190 Anno media mensile 216 Persone di diversa nazionalità Italia 122, Ecuador 40, Romania 35, Perù 25, Bolivia 14, Ucraina 12 Nostro dovere e compito è solo di ringraziare il Buon Dio, e con Lui anche tutte le persone che con modi diversi hanno reso possibile tutto questo. Il Signore che tutto vede, saprà ricompensare noi con tutto il cuore diciamo GRAZIE! Pag. 14

15 CENTRO ASCOLTO ANZIANI Il Centro Ascolto Anziani è attivo da circa due anni, nella nostra Parrocchia, e ha lo scopo di conoscere la situazione degli anziani, la realtà del territorio e le sue risorse. Il martedì e giovedì mattino, dalle ore 9 alle ore 11, al Centro siamo presenti in tre per accogliere e ascoltare gli anziani che hanno bisogno o i volontari che desiderano confrontarsi. La richiesta più frequente che riceviamo è la compagnia, per cui si rende necessaria la presenza di volontari con una certa disponibilità di tempo. Spesso gli anziani esprimono la necessità che qualcuno vada in farmacia, dal medico per le ricette, o a fare qualche piccola spesa. Altre volte vorrebbero qualcuno che li accompagni per visite mediche o altro perché hanno paura a uscire da sole. Capita che ci sia bisogno anche dell auto; in questo caso collaboriamo con il CMA (Centro Multiservizi Anziani) e viceversa, e cerchiamo soluzioni alternative: un taxista che fa risparmiare, un volontario con auto, un associazione che fa questo tipo di prestazione. La ricerca delle risorse ci obbliga ad attivare la fantasia, fare conoscenze e inventarci strategie di intervento. E così che abbiamo conosciuto l esistenza dei servizi della zona: CMA che opera attraverso le Assistenti Sociali, i custodi sociali, le cooperative per i servizi domestici e di igiene personale, e il p e r s o n a l e d i c o l l a b o r a z i o n e sociosanitaria. In collaborazione col nostro Centro d Ascolto e con il servizio indumenti si cercano badanti o vestiario indispensabile. La ricerca è andata oltre i confini del territorio e siamo venute in contatto con Associazioni di volontariato e convenzionate col comune che fanno interventi sia di riabilitazione, sia di sostegno alla famiglie che non reggono la fatica di un assistenza domiciliare ad un familiare malato di Alzheimer o altro. In alcuni casi di degrado sociale e ambientale siamo intervenute in modo radicale e soprattutto con l aiuto dei volontari della Parrocchia siamo riuscite a rimettere in piedi l esistenza di qualcuno, pur nella precarietà. Gli artigiani della Parrocchia sono i più preziosi e speriamo di conoscerli meglio, per intervenire e risolvere piccole cose che danno però speranza all anziano. Gli aiuti economici indispensabili arrivano alle volte dal CMA, dai volontari stessi, dal Centro Ascolto. Il telefono serve anche per fare quattro c h i a c c h i e r e e i n t e r r o m p e r e l incomunicabilità della persona sola. Quando vediamo in giro qualcuno dei nostri anziani un po perso, ci viene la tristezza di chi vorrebbe fare di più ma non ce la fa. Portare gli uni i pesi degli altri allora, vuol dire portare e lasciare davanti al Signore la nostra povertà. In fondo siamo molto contente degli incontri che facciamo e speriamo sempre che qualcuno si unisca ai volontari che già operano e ci danno non una, ma due mani, per moltiplicare le forze e dare più gioia ai nostri nonni. Enrica S. Pag. 15

16 Società di San Vincenzo de Paoli Per noi della San Vincenzo si sta per concludere l anno Giubilare Vincenziano, il 350 anniversario della morte di S.Vincenzo dè Paoli, icona e profeta della carità, sotto cui il patrocinio è posta la Società di San Vincenzo dè Paoli, una organizzazione cattolica internazionale di laici tesa a combattere con empatia e concretezza la povertà e il grave disagio. Nel mondo del volontariato milanese è rappresentata oggi da 1000 volontari, divisi in un centinaio di gruppi, chiamati conferenze, presenti in modo capillare in tutta la città. L evento di quest anno ci sollecita a mantenere viva la sua eredità, ad essere testimoni nel mondo d oggi e ad interrogarci. Se Vincenzo fosse in mezzo a noi oggi, come leggerebbe la situazione attuale? Quali parole ci rivolgerebbe? Come risponderebbe alle nuove situazioni che ci sfidano oggi? Quali scelte farebbe? Il nostro è un mondo radicalmente diverso in molti aspetti da quello di Vincenzo. Nuovi problemi si impongono a noi. In un mondo che ha generato nuove forme di povertà, quali dovrebbero essere le nostre priorità? Come dobbiamo rileggere il sogno di Vincenzo? Noi Vincenziani abbiamo l imperativo categorico di rinnovarci: perché sono tutt altro che realizzate le grandi istanze di San Vincenzo: la promozione dell uomo e la metodologia dell amore; perché sono tuttora valide le sue intuizioni: la visita dell uomo in difficoltà, la missione originaria dei laici alla carità e al sevizio, l organizzazione al servizio del bene. Perché stanno aumentando le povertà vecchie e nuove; la povertà economica, la povertà dell essere, la povertà dell amore. Siamo consapevoli che occorre molta umiltà per riconoscere i nostri errori e molto coraggio per non sbagliare. Occorre molta docilità per imparare il nuovo e molta inventiva per tracciare una strada mai Pag. 16 percorsa e molta pazienza di fronte a risultati inizialmente molto modesti. Tuttavia ci sforziamo di orientare il nostro piccolo conforme al disegno grande di Dio. Con questo spirito e con entusiasmo noi della conferenza di San Vincenzo di San Babila lavoriamo a fianco e collaboriamo fraternamente con la Parrocchia Santo Curato d Ars, con la quale siamo gemellati dal Continua la nostra visita alle persone anziane sole che si traduce nella condivisione del tempo, del sapere, della capacità di ascolto e di vicinanza, per rompere il silenzio della loro solitudine. Attraverso il Centro di Ascolto aiutiamo dei fratelli poveri con la raccolta della Messa di Carità ed elargendo un contributo mensile. Sosteniamo il nuovo progetto Io cresco insieme a Te che si pone in rapporto di continuità rispetto al progetto Tabità ed è rivolto a bambini, adolescenti e giovani. Nella convinzione che la prima carità è l educazione, con l ausilio di educatori e insegnanti volontari, il progetto è finalizzato a raggiungere due obiettivi specifici: - formazione di giovani-adoloscenti per un volontariato più consapevole ed adeguato alle necessità della Parrocchia - servizio di sostegno allo studio, attento a rafforzare le competenze scolastiche per alunni con situazioni di disagio di qualsiasi natura che non permette loro un buon inserimento sociale e relazionale. Quest anno la nostra collaborazione alla Spazio studio si è arricchita della presenza, come volontaria, di Sara Monajem, medico e docente universitaria americana, che oltre a dare un supporto alla conoscenza delle lingue straniere, potrà offrire la sua competenza in campo medico-scientifico con momenti specifici di incontro con le famiglie su varie problematiche. Conferenza San Babila

17 Cerchiamo sentinelle L idea è piccola ma grande. E un seme piccolo, quello della prossimità, da spargere in una zona grande, il nostro quartiere. Nasce da una piccola comunità, la ns Parrocchia, e vuole raggiungere i tanti anziani in difficoltà che ci vivono accanto. Ma come? Creando una RETE DI AMICI, attenti ai bisogni del prossimo e pronti a chiedere aiuto alla Comunità; una nuova mentalità di collaborazione e di relazione per rompere isolamento e solitudine. La sentinella ci richiama la figura di colui che sul monte, o in cima a una torre, o in una portineria delle nostre case, veglia affinché tutti nella città, nel caseggiato si sentano sicuri e protetti anche nel buio della notte o della vita. Cosa deve fare una sentinella? Vigilare, Proteggere, Vedere, Sentire, Custodire, Segnalare l imprevisto. Deve avere un occhio attento e amorevole per accorgersi delle tante persone anziane sole che hanno bisogno di compagnia e di fraternità. Spesso l isolamento nasce dalla paura di disturbare, dalla soggezione a chiedere aiuto, dai pregiudizi che alzano muri di diffidenza tra le famiglie. La sentinella è chiamata ad avere fiducia, a sperare sempre e con tenacia, che un sorriso, un saluto, una occasione sporadica, possano creare il primo passo per rompere queste barriere. Il lavoro della sentinella è anche quello di mandare un allarme, di comunicare cioè i bisogni emergenti o i cambi di situazione, che per una malattia o altro possono venirsi a creare. Questa RETE DI COMUNICAZIONE è indispensabile perché solo lavorando insieme si può rispondere adeguatamente e capillarmente ai tanti bisogni degli anziani più fragili. Fare la sentinella non richiede un impegno eccessivo, ma crediamo sia una importante forma di vigilanza per rompere l anonimato e l indifferenza. Il sogno è che presto ci sia una sentinella in ogni caseggiato. Per questo CHIEDIAMO L AIUTO DI TUTTI. Per dare la tua disponibilità contatta il: Centro Ascolto Anziani o direttamente il Parroco. Il lavoro è appena cominciato e per mantenere alta la guardia è necessario essere in tanti e coordinati. Cristina L. Pag. 17

18 Spunti di riflessione da L animatore Caritas Nel servizio di animazione Caritas si può cogliere la funzione prevalentemente pedagogica della Caritas a diversi livelli: essa cerca in primo luogo di sensibilizzare la Chiesa locale e i singoli fedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni dei tempi. L identità dell animatore si fonda sull essere portatore di un mandato : la Chiesa incarica alcuni suoi figli perché lo esercitino in modo competente e continuativo. Essere animatore Caritas, non è quindi solo una questione di carisma personale. Lo stile del dono caratterizza il servizio dell animatore Caritas: si tratta di un servizio in gratuità e libertà capace di articolare amore e giustizia e radicato nell ascolto con una disponibilità alla formazione continua e ad un gioco di squadra. Freschezza motivazionale e entusiasmo sono tipici di chi vive un servizio ai poveri in termini gratuiti.. uniti ad un cuore grande e a uno spirito universale libero da ogni settarismo. L animatore Caritas si lascia graffiare dalla vicinanza del povero; si mette in cammino per scoprire e riscoprire le radici spirituali del proprio impegno, è disponibile a un serio cammino di formazione e di purificazione motivazionale, pensa al suo servizio non in modo isolato, ma impara ad agire in squadra per restituire regolarmente a tutta la comunità parrocchiale quanto intuito sulle povertà presenti nel proprio territorio. Compito dell animatore sarà anche quello di favorire il coordinamento e l orientamento dei diversi servizi alla crescita della comunità cristiana nella carità. Inoltre sarà importante il raccordo tra Caritas parrocchiale e Caritas diocesana, per un servizio pronto, puntuale e ordinato. Ognuno può trovare questo e molto altro su l animatore Caritas - opuscolo di Caritas Ambrosiana, disponibile per chi vuole saperne di più, presso il Centro Ascolto Anziani della Parrocchia. La fortuna di essere utili agli altri All inizio delle mie attività di volontariato con i giovani, ho vissuto e anche un po affermato la retorica del volontariato, inteso come una attività eccezionale riservata a persone speciali, quelle particolarmente buone e generose. Mi sbagliavo. Con il tempo sono sempre più convinto che per essere volontari occorre essere persone normali e che le persone normali sono naturalmente volontari. Una persona, secondo me è normale, quando coglie al volo la possibilità di dare una mano, non si fa sfuggire l occasione per aiutare chi ha bisogno, di visitare un anziano solo, curare una persona che sta male, un bambino abbandonato. Una persona normale non ha fretta di giudicare le condizioni o i comportamenti di chi si trova in stato di bisogno. Ascolta (tanto), guarda, dialoga. Cerca di capire cosa è successo e se può dare una mano utile. Non solo si informa, ma anche cerca formazione per poter rispondere in maniera competente. Perché il volontario parte con il cuore e costruisce una relazione, ma poi mette rapidamente in moto la mente perché la risposta sia quella giusta, quella che fa crescere le persone. Dopo tanti anni un termine che associo convinto al volontariato è la parola fortuna. Perché è una fortuna poter dare una mano, togliere un dolore, offrire una occasione di serenità e di crescita. Una bella fortuna. di Don Gino Rigodi Da Corriere della Sera lunedì 21 giugno 2010 Pag. 18

19 e il Decanato? Ogni volta che ci si ritrova come gruppo Caritas il Parroco pone questa questione: e il decanato? Cosa si fa per lavorare insieme, prendere decisioni comuni, unire le forze, risparmiare energie e soprattutto incanalare i nostri servizi in una prospettiva comune? Che tipo di esperienze stanno vivendo le altre Parrocchie a proposito della Carità? Quale tipo di preghiera comunitaria viviamo per imparare a vivere la Carità? Quale formazione si mette in conto per fare meglio? Quale approccio alla Carità che coinvolga le nuove generazioni? La Caritas potrebbe incontrare il gruppo giovani? Guardandoci in faccia: tutti sentiamo la pesantezza e la fatica della vita. Forse si potrebbe cominciare incontrandoci a livello di gruppi Caritas e discuterne. Forse si potrebbe ipotizzare un secondo corso di formazione con una informazione più capillare e incisiva. C è un Consiglio pastorale decanale: potremmo portare in quella sede i nostri interrogativi. Siamo convinti che un modo per risolvere il problema ci sia. Alla radice bisognerà superare la mentalità campanilistica e la certezza che ognuno di noi fa già bene tutto quello che può, e non ha bisogno di confrontarsi. Il problema va risolto, aspettiamo anche qualche suggerimento fantasioso e innovativo. da chi ha idee, o esperienze. Pag. 19

20 Un GRAZIE a tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della Festa Patronale 2010 don Renzo Pag. 20

21 Ministri straordinari della Comunione La Chiesa, e, in particolare ogni Parrocchia, è chiamata a provvedere alle necessità pastorali degli ammalati e degli anziani. Alcuni anni fa, anche nella nostra Parrocchia del S.Curato d Ars, il Parroco, don Antonio, ha sentito il dovere di scegliere e di affidare ad alcuni laici, uomini e donne, dopo una adeguata preparazione presso il Centro Diocesano dell'ufficio per i sacramenti e il culto divino, l'incarico di portare la comunione agli infermi e alle persone che non possono uscire di casa, e di distribuire l'eucarestia durante la Celebrazione Eucaristica nei casi di necessità. La possibilità di questo servizio è un gesto di squisita bontà della Chiesa "perchè non restino privi della luce e del conforto di questo sacramento i fedeli ammalati che desiderano partecipare al banchetto eucaristico e ai frutti del sacrificio di Cristo. Ora siamo un gruppo di 9 ministri, che in occasione dell Assemblea Parrocchiale hanno avuto il modo di farsi conoscere, ma soprattutto di raccontare in che cosa consiste il loro mandato. Siamo stati anche chiamati dalle catechiste per raccontare ai ragazzi chi siamo e cosa facciamo. Abbiamo chiesto ad uno dei primi ministri come si è sentito quando gli è stato chiesto di diventare ministro dell Eucaristia. Effettivamente mi son sempre domandato perché questa scelta, questa immensa grazia di Dio sia caduta proprio su di me. E se ricordo la meraviglia, la paura, la titubanza, le obiezioni, le miserie, le Pag. 21 pochezze che adducevo per evitare tale servizio e ministero, tuttavia, oggi, anche se sempre indegnamente e con tremore per il mio fardello di umanità, sento il dovere gioioso di essere riconoscente a Dio, a tutta la comunità e, soprattutto, ai cari ammalati, per questo grande dono. E un altra parrocchiana, ancora più titubante: Perché proprio a me? Ce la farò ad avvicinarmi a delle persone che soffrono? Io che faccio fatica a vivere le mie difficoltà fisiche e spirituali affidandomi sempre e solo a Lui? Riuscirò a superare la mia timidezza e trasmettere loro l'amore di Dio? e...e... Interrogandomi tante volte mi sono però resa conto che erano tutte scuse, che a poco a poco, sono cadute una a una, anche perché questo ministero è di richiamo alla formazione spirituale e dottrinale dei ministri stessi e di stimolo a collaborare il più possibile con i sacerdoti, a intensificare il rapporto malaticomunítà, a informare i malati delle iniziative della comunità, a coinvolgerli mediante la richiesta della loro preghiera e dell'offerta della loro sofferenza. E sempre dì grande arricchimento la visita agli ammalati e la constatazione che la comunione frequente produce in loro forza, pazienza e speranza nel sopportare le sofferenze "a favore del Corpo mistico che è la Chiesa". Quanti esempi di persone sante abbiamo incontrato! Ognuno con una particolarità, con una peculiarità, con una finezza, con una sensibilità materiale e spirituale affinata dalla malattia, dal dolore, dalla solitudine. E tanti non ci sono più: si sono addormentati nel Signore in attesa della risurrezione.

22 Da loro tutta la comunità può imparare a pregare, a soffrire, a saper condividere e amare, a trovare tempo e disponibilità, a essere meno egoista, a offrire una carezza, un bacio, un servizio primario, a tessere un rapporto cordiale, affettuoso, paziente. Nella nostra comunità, come dicevamo, ci sono nove ministri straordinari. Tutti potrebbero raccontare, a maggior gloria di Dio e a edificazione di tutti, infiniti fioretti di tante persone che abbiamo incontrato. Riportiamo quanto una nostra parrocchiana ha confidato ad uno di noi, quando negli ultimi mesi di malattia, si era fatto piu intenso il desiderio di comunione con Gesu : ogni giorno le portavamo Gesu Eucaristia e nei suoi occhi vedevamo la gratitudine e la gioia per questo dono sempre desiderato. Tutta la giornata offro le mie preghiere. Al mattino presto dico il primo rosario, durante il giorno, secondo le possibilità, dico altre preghiere. Ad esempio adesso che è Quaresima, non sto ad aspettare solo il venerdì per la via Crucis, ma la faccio anche in settimana. Qualche volta il giovedì mi sforzo di fare un ora di adorazione, sempre per la pace nel mondo e per la Chiesa. Per me la prima cosa è la conversione dei peccatori, la Chiesa e i sacerdoti. Per superare tanti momenti di solitudine e di sofferenza, l unica cosa è quella di rivolgersi al Signore e dire: Signore aiutami!. Io vedo che Lui mi sente! Momento per momento, non so quante volte al giorno, dico al Signore Signore ti ringrazio. Non che lo dica così per dire, lo dico proprio con coscienza. Non è carattere mio, non è la mia forza ma è Lui che mi dà la forza! Ognuno di noi cerca di stare vicino agli ammalati e alla famiglia il più possibile, avvisando i sacerdoti quando si aggravano, in modo che possano essere confortati e accompagnati da tutta la comunità con amore nell ultimo periodo della vita. Seguiamo in questo nostro compito una trentina di parrocchiani. I Ministri straordinari della Comunione Tanti auguri a don Luigi Perduca che quest anno ricorda i 15 anni di ordinazione Presbiterale Pag. 22

23 Pag. 23

24 NOVEMBRE 2010 DICEMBRE Dom 8 Lun 9 Mar 10 Mer N.S. Gesù Cristo, re dell universo Giornata diocesana Caritas Iniziano le benedizioni delle Famiglie ore 21 CPP ore 15 incontro anziani ore 21 tutte le catechiste/cae 11 Gio ore 16 Catechesi adulti 1 Mer 2 Gio ore 16 e 21 Catechesi adulti 3 Ven ore 21 PerCorso fidanzati 4 Sab 5 Dom IV domenica di Avvento 6 Lun 7 Mar S. Ambrogio 12 Ven ore 16,30 Adorazione Eucaristica ore 21 PerCorso fidanzati 8 Mer Immacolata Concezione Festa Patronale Frattini 13 Sab ore 20 una CENA da favola 9 Gio ore 16 e 21 Catechesi adulti 14 Dom 15 Lun 16 Mar 17 Mer I domenica di Avvento Giornata diocesana nuove Chiese ore 11,30 Ingresso Parroco S. Vito ore 15,30 Preghiera cimitero Musocco ore 21 incontro formazione Battesimi 10 Ven ore 21 PerCorso fidanzati 11 Sab 12 Dom V domenica di Avvento 13 Lun 14 Mar 15 Mer 18 Gio ore 16 e 21 Catechesi adulti 19 Ven ore 21 PerCorso fidanzati 20 Sab 21 Dom II domenica di Avvento 22 Lun Assemblea Oratori FOM Pranzo Seneca 23 Mar ore 15 incontro anziani 24 Mer 25 Gio ore 16 e 21 Catechesi adulti 26 Ven ore 21 PerCorso fidanzati 16 Gio ore 16 e 21 Catechesi adulti 17 Ven Feria Prenatalizia 18 Sab Feria Prenatalizia 19 Dom Divina Maternità di Maria Festa di Natale in Oratorio 20 Lun Feria Prenatalizia 21 Mar Feria Prenatalizia 22 Mer Feria Prenatalizia 23 Gio Feria Prenatalizia 24 Ven Feria Prenatalizia 25 Sab S. NATALE di Gesù 27 Sab 28 Dom 29 Lun 30 Mar Raccolta banco alimentare ore 21 spettacolo Sarajevo, mon amour III domenica di Avvento ore 10,30 Ingresso Parroco Murialdo 26 Dom S. Stefano Primo Martire 27 Lun 28 Mar 29 Mer 30 Gio 31 Ven

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