Saluto di Vincenzo Consoli Amministratore Delegato di Veneto Banca Holding. Assemblea Unindustria Treviso Villa Spineda Gasparini Loredan
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- Rocco Albanese
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1 Saluto di Vincenzo Consoli Amministratore Delegato di Veneto Banca Holding Assemblea Unindustria Treviso Villa Spineda Gasparini Loredan venerdì 25 giugno 2010
2 Buon pomeriggio. Un cordiale saluto al Ministro Sacconi, al Governatore Zaia, al Presidente Vardanega, alle Autorità e a tutti i presenti. Il peggio è passato ma la crisi, almeno così mi pare, non ancora. Da alcuni mesi siamo entrati in una nuova fase: le criticità del sistema bancario e finanziario internazionale si sono spostate al debito degli stati sovrani. I Governi europei stanno attuando manovre per il controllo della spesa pubblica che non potranno non incidere sulla ripresa ancora debolmente avviata in Europa. Il mio animo non può di certo essere sereno: il 2008 e il 2009 lasceranno per lungo tempo il segno. In due anni abbiamo perso il 25% della produzione industriale e il 6,5% del PIL. Il reddito reale delle famiglie si è ridotto del 3,4%, i consumi del 2,5. Le esportazioni hanno segnato un - 22%, gli investimenti un -16%. Una caduta senza precedenti che ha toccato, in misura più o meno grande, tutte le attività, con riflessi importanti anche sul credito. 2
3 In Veneto nel solo 2009 i finanziamenti al settore produttivo sono diminuiti del 5,2% su base annua, con una riduzione più forte per le imprese di maggiore dimensioni e particolarmente nel settore manifatturiero (-10,6%). Quasi due terzi della diminuzione dei finanziamenti registrata nei 12 mesi ha interessato le imprese delle province di Vicenza (-7,6%), Treviso (-71,%) e Belluno (- 11,5%). Una dinamica, questa, che di sicuro ha riflesso la debolezza della domanda dei finanziamenti, ma che è stata determinata anche, è inutile negarlo, da tensioni dal lato dell offerta. La crisi di liquidità, la necessità di procedere ad un rafforzamento patrimoniale indispensabile per fronteggiare il maggior livello di rischio presente nel mercato, hanno portato parte del sistema bancario a restringere il credito proprio nel momento di maggior difficoltà e quindi di maggior necessità. Dico parte, perché a tale dinamica negativa hanno contribuito soprattutto i grandi gruppi bancari italiani. Invece i prestiti concessi dalle altre banche hanno continuato a crescere, a prescindere dalle condizioni economico-finanziarie delle imprese. Un ruolo importante è stato svolto dalle popolari, che nel 2009 hanno aumentato i finanziamenti alle PMI del 5,2%. 3
4 So che non basta e che soprattutto non basta a voi. Le nostre PMI ricorrono con molta riluttanza a fonti di finanziamento alternative al credito bancario, quindi noi banche rappresentiamo davvero la linfa vitale per la loro sopravvivenza. Le banche di territorio nel corso di questi due anni sono state i veri e propri bastioni della tenuta del sistema. Lo ha riconosciuto anche recentemente il nostro Governatore Mario Draghi a Vicenza, in occasione di una lectio magistralis tenuta al Cuoa. Nel 2009 il Gruppo Veneto Banca ha erogato credito per irca un 9% in più rispetto all anno precedente (17,7 miliardi di euro). Di questo, il 34% è andato alle famiglie e il 66% alle imprese. Abbiamo aderito alla moratoria dell ABI per le piccole e medie imprese, accogliendo richieste per un valore vicino ai 500 milioni di euro. E il giusto modo per essere banca di territorio: la nostra missione è essere vicini alle aziende. Certo, abbiamo aiutato e aiutiamo quelle che avevano e che hanno la possibilità di stare sul mercato. 4
5 Avremmo voluto fare di più, ma non sempre abbiamo potuto. Abbiamo lavorato anche noi, come voi, in condizioni davvero difficili. Oltre alla crisi economica che ha inciso pesantemente sulla nostra azienda per le perdite sui crediti, ci siamo scontrati con un pregiudizio negativo diffuso, che non ha di sicuro facilitato il nostro compito. Alcune leggi certamente non ci hanno agevolato. Ad esempio la Robin Tax, che ha sancito l indeducibilità del 4% degli interessi passivi e ridotto allo 0,30 la deducibilità delle svalutazioni sui crediti. Equivale a dire che al panettiere si impedisce di considerare la farina come un costo E tutto questo, mentre la crisi stava mordendo più ferocemente sul versante delle sofferenze. Abbiamo operato in questo quadro congiunturale e normativo difficile cercando di garantire, al contempo, sostegno all economia, sicurezza al denaro dei depositanti, giusta remunerazione ai nostri azionisti. A questo riguardo non possiamo dimenticare che noi vendiamo fiducia e che quando questa viene meno le banche si sciolgono come neve al sole - ricordiamoci di cosa è successo a Lehman -. 5
6 Oggi, a che punto siamo? Per quanto ci riguarda, nonostante le tensioni siano tutt altro che superate, a livello regionale sembra che la situazione stia evolvendo in modo positivo, sia sul versante della domanda di credito che su quello dell offerta, per la seppur lenta evoluzione del ciclo economico. Proprio il vostro Centro Studi ha in questi giorni confermato l esistenza di timidi ma incoraggianti segnali di ripresa. Anch io penso ci possano essere buoni motivi per guardare avanti con fiducia, purché si sappia mettere a frutto quanto imparato dalla crisi. Il nostro Paese ha bisogno di correggere i conti pubblici ma, soprattutto, di rilanciare la crescita, perché ad essa è legato il benessere, lo sviluppo, il futuro nostro come aziende e quello delle nuove generazioni. Nel 2009 la disoccupazione nella fascia di età tra i 20 e i 34 anni ha raggiunto il 13% e nel 2008 la diminuzione della quota di occupati tra i giovani è stata quasi sette volte quella dei più anziani Non sono dati ammissibili per una delle più importanti potenze industriali del mondo! Sono necessarie politiche mirate, che ci permettano di ripensare il futuro. 6
7 Molto potete fare voi imprenditori, se alleggeriti dai lacci e dai lacciuoli nei quali è imbrigliata la vostra attività. Di questo il Governo sta discutendo, e mi auguro che al più presto si vedano i benefici della discussione. Io credo che la nostra regione e la nostra provincia possano continuare ad avere un ruolo trainante nell intero sistema produttivo. Per far questo abbiamo bisogno di lavorare insieme e di poter contare, in modo certo e incontrovertibile, su una politica alta e fattiva, che inizi a risolvere i problemi anziché continuare semplicemente ad additarli. Questa crisi ha insegnato molto anche a noi banche. Abbiamo capito che le regole della finanza devono essere riformate con una disciplina che vada oltre i confini nazionali, che il ricorso ad una leva finanziaria troppo spinta può avere prezzi altissimi per la collettività. Che il controllo dei rischi, in particolare di quelli di liquidità, è di fondamentale importanza per un corretto andamento della nostra attività. Abbiamo capito che è necessario per tutti cambiare il passo. La situazione che stiamo vivendo richiede uno salto culturale e morale. 7
8 Nell erogazione del credito le imprese del tessuto economico nel quale lavoriamo non possono essere valutate solo secondo i freddi parametri di Basilea 2 o sulla sola base degli score assegnati attraverso i sistemi di rating interni. Si meritano di meglio e si meritano di più. Dobbiamo affinare la capacità di cogliere il loro potenziale anche nelle condizioni difficili, avere coraggio e saper guardare lontano, come facevano i banchieri di una volta o, forse, come sanno fare solo i banchieri veri! Una dote che in questi ultimi mesi spesso ci è venuta a mancare, ma che è indispensabile ritrovare per fondare uno nuovo patto tra banche e imprese, necessario per riprendere lo sviluppo. Noi, per quanto ci compete, siamo pronti. Buona serata. 8
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