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1 Il codice deontologico tra continuità e innovazione Inf. Plebani Simona Segretario Collegio IPASVI Bergamo

2 Significato di deontologia Il termine coniato da J. Bentham nel 1834 deriva da to deon Indica ciò che deve essere e che si deve fare

3 Articolo L infermiere è l operatore sanitario, che in possesso del diploma abilitante e dell iscrizione all Albo professionale, è responsabile dell assistenza infermieristica 2009 L infermiere è il PROFESSIONISTA sanitario responsabile dell assistenza infermieristica

4 Professionista sanitario responsabile dell assistenza infermieristica Il PROFILO precisa: Ambiti operativi Natura dell intervento Metodologia di lavoro Interrelazione con gli altri Approfondimento culturale e operativo Prevenzione Tecnico Processo di nursing Integrazione disciplinare Sanità pubblica Pediatria Palliazione Riabilitazione Relazionale Educativo FORMAZIONE E RICERCA Geriatria Psichiatria Area critica

5 Professionista sanitario responsabile dell assistenza infermieristica E QUINDI SANZIONABILE. Prima DPR 225/74 Competenza medica Dopo Competenza medica Profilo Competenza infermieristica

6 SISTEMA SANZIONATORIO Responsabilità penale Responsabilità civile Responsabilità amministrativo-disciplinare RESPONSABILITA DEONTOLOGICA!

7 L atto infermieristico Complesso dei saperi, delle attività, delle competenze e delle responsabilità negli ambiti professionali e nelle diverse situazioni assistenziali Si delinea nettamente il rapporto infermiere/persona-assistito assistito Un patto valido e operante senza mediazioni da parte di altre professionalità

8 L infermiere e la relazione con la persona/assistito La relazione si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e di natura intellettuale, tecnico-scientifica, gestionale relazionale ed educativa Specifici sta per propri, in quanto patrimonio di peculiari competenze ed esperienze infermieristiche Autonomi sta per di decisione propria rispetto ad altre figure professionali Natura intellettuale sta per saperi disciplinari che sostengono le funzioni infermieristiche e per l irrinunciabilità della relazione, educazione, formazione

9 A proposito di riabilitazione. Articolo 7 del nuovo codice deontologico 2009 specifica: L infermiere orienta la sua azione al bene dell assistito di cui attiva le risorse sostenendolo nel raggiungimento della maggiore autonomia possibile, in particolare, quando vi sia disabilità, svantaggio, fragilità

10 L infermiere e la relazione con la persona/assistito: come si sviluppa Si basa sull ASCOLTO Sul CONFRONTO rispettoso Sul DIALOGO da mantenere anche quando vi sia un contrasto etico Qui si entra in merito alla questione relativa alla clausola di coscienza : Concetto definito dal Comitato nazionale di Bioetica nel 2004 come principio guida al quale ispirare il comportamento etico degli operatori sanitari in quei casi dove l obiezione di coscienza propriamente detta non sia contemplata per legge. (es. La pillola del giorno dopo) Nell ordinamento giuridico dello Stato, l obiezione di coscienza è prevista solo in relazione all interruzione di gravidanza, alla sperimentazione animale, e alla procreazione medicalmente assistita La tutela dell assistito verrà garantita dall infermiere che si adopererà perché lo stesso riceva attraverso l intervento di altri colleghi, le prestazioni necessarie per la sua incolumità e la sua vita

11 Articolo 8 L infermiere nel caso di conflitti determinati da diverse visioni etiche, si impegna a trovare la soluzione attraverso il dialogo. Qualora vi fosse e persistesse una richiesta di attività in contrasto con i principi etici della professione e con i propri valori, si avvale della clausola di coscienza, facendosi garante delle prestazioni necessarie per l incolumità e la vita dell assistito

12 Riguardo la formazione e la ricerca 1999 Art. 3.1 L infermiere aggiorna le proprie conoscenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull esperienza e la ricerca, al fine di migliorare la sua competenza Art. 11 L infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull esperienza e la ricerca. PROGETTA, SVOLGE e PARTECIPA ad attività di formazione. PROMUOVE, ATTIVA e PARTECIPA alla ricerca e cura la diffusione dei risultati.

13 E un grande passaggio relazionale. Gli infermieri diventano parte attiva nel progettare la propria formazione Fino a pochi anni fa la formazione infermieristica e l aggiornamento erano riservati ai medici L infermiere diventa parte integrante nella ricerca affermando una nuova sfera di professionalità acquisita

14 Il rispetto della volontà dell assistito 1999 Art Si adopera affinchè la persona disponga di informazioni globali e non solo cliniche e ne riconosce il diritto alla scelta di non essere informato Art. 25 L infermiere rispetta la consapevole ed esplicita volontà dell assistito di non essere informato sul suo stato di salute, purché la mancata informazione non sia di pericolo per sé o per gli altri

15 Il dolore 1999 Art L infermiere assiste la persona. Qualunque sia la sua condizione clinica e fino al termine della vita, riconoscendo l importanza del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale Art. 35 L infermiere presta assistenza, qualunque sia la condizione clinica e fino al termine della vita dell assistito, riconoscendo l importanza della palliazione e del conforto ambientale, fisico, psicologico, relazionale, spirituale.

16 L infermiere, la volontà e la dignità dell assistito nei processi di cura e assistenza Perseguire la centralità dell assistito significa, per l infermiere, riconoscere la dignità in ogni fase della malattia Significa impegnarsi per PREVENIRE e CONTRASTARE il dolore e la sofferenza Ricordiamoci che l Italia secondo dati pubblicati, è molto in basso nella classifica dei paesi che somministrano terapie antalgiche

17 2009 Nel rispetto della volontà dell assistito Art. 36 L infermiere tutela la volontà dell assistito di porre dei limiti agli interventi che non siano proporzionati alla sua condizione clinica e coerenti con la concezione da lui espressa della qualità di vita

18 Riguardo al tema dell eutanasia 2009 Art.37 L infermiere, quando l assistito non è in grado di manifestare la propria volontà, tiene conto di quanto da lui chiaramente espresso in precedenza e documentato 2009 Art. 38 L infermiere non attua e non partecipa a interventi finalizzati a provocare la morte, anche se la richiesta proviene dall assistito

19 Riflessioni Il fine della vita è un momento che l infermiere guarda con rispetto e sensibilità ponendosi dalla parte dell assistito, dei suoi bisogni e delle sue volontà in merito alle prestazioni da erogare L infermiere tutela la volontà dell assistito e contrasta ogni forma di accanimento terapeutico e assistenziale L infermiere tiene conto di quanto l assistito ha chiaramente espresso e documentato in precedenza, pur ribadendo con fermezza, che non attuerà e non parteciperà a interventi finalizzati a provocarne la morte, anche se la richiesta proviene da lui stesso

20 Agosto 2009: Torino, infermiera sospettata di eutanasia attiva LA STAMPA E arrivato in pronto soccorso in condizioni disperate, in coma irreversibile dopo che S.L. 42 anni, ha tentato il suicidio con un overdose di oppiacei. I medici dell ospedale San Giovanni Bosco di Torino dicono che il destino fosse segnato: Non aveva alcuna possibilità di sopravvivere e i genitori lo sapevano. Ma qualcuno avrebbe aiutato S. a morire prima del tempo. Con una dose letale di calmante iniettata in rianimazione. Eutanasia attiva. Questo è il sospetto, la procura di Torino ha aperto un inchiesta ipotizzando il reato di omicidio volontario. Nel registro degli indagati è stata iscritta un infermiera. La denuncia contro l infermiera è firmata da uno dei medici della rianimazione. L infermiera che è stata intervistata si è difesa: Sì, ho fatto una dose extra di farmaco oltre a quella che da giorni gli veniva iniettata per endovena. Ma l ho fatto solo per evitare che provasse dolore nelle ore di vita che ancora gli restavano

21 Colleghi infermieri commentano rispettare la dignità di un moribondo che non vede l ora di andarsene per sempre e non soffrire più è anche questo da ateo e pro-eutanasia non so se l infermiera ha fatto bene o male. Ma so che queste situazioni potrebbero essere evitate con una buona legge io ho solo una domanda: il paziente in questione voleva l eutanasia? Se la risposta è sì allora l infermiera ha rispettato la volontà del malato, se la risposta è no, è stato solo un atto egoistico si potrebbe obiettare che il defunto si trovava in una situazione disperata perché aveva tentato il suicidio, certificando implicitamente con questo atto la sua volontà di morire: ma il suicidio talvolta può essere dovuto a un momento di disperazione, mentre il consenso all eutanasia richiede, nelle legislazioni dei paesi più evoluti, una manifestazione ponderata e cosciente, spesso da riconfermare a distanza di tempo. L eutanasia è un argomento troppo importante per essere liquidato in termini faziosi; certamente non si può lasciare il diritto di applicarla a un singolo individuo, sebbene mosso dalla pietà verso il morente, in assenza di garanzie certe e di un altrettanto certo riscontro sulle volontà dell interessato.

22 Colleghi infermieri commentano credo che occorra ben distinguere tra eutanasia passiva ( evitare l accanimento terapeutico per una morte più serena) ed eutanasia attiva (morire per evitare sofferenze). In un paese civile ben venga l eutanasia passiva ma non dovrebbe essere tollerata quella attiva, tanto più che nel caso specifico la volontà non era stata espressa ( non si può desumerla da un tentato suicidio). E vero che talvolta il confine tra eutanasia attiva e passiva è labile, ma nel dubbio occorre tenere un comportamento prudente da professionista operante nell ambito dell emergenza esistono molti operatori ( infermieri e medici) che condividono la necessità di evitare l accanimento terapeutico e impostare le cure necessarie che aiutino a lenire il dolore e accompagnino l assistito verso quella che viene definita come la buona morte

23 Articolo L infermiere nell interesse primario degli assistiti, compensa le carenze e i disservizi che possono eccezionalmente verificarsi nella struttura in cui opera. Rifiuta la compensazione, documentandone le ragioni, quando sia abituale o ricorrente o comunque pregiudichi sistematicamente il suo mandato professionale Questo articolo è la trasposizione aggiornata dell Art. 6.2 (1999) che, nel codice oggi in vigore, indica con molta chiarezza che l infermiere quando è chiamato a compensare situazioni di emergenza lo deve fare; ma deve opporsi quando ciò è richiesto di fronte a situazioni croniche

24 Per commentare L infermiere, nella logica dei diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario, con l obiettivo di garantire il rispetto dei diritti degli assistiti, l utilizzo equo ed appropriato delle risorse e la valorizzazione del ruolo professionale Di fronte a carenze o disservizi, ne dà comunicazione ai responsabili professionali della struttura in cui opera e si impegna nella compensazione se verificatasi eccezionalmente, ma si rifiuta ove vi sia non l eccezionalità ma la consuetudine di disagi ricorrenti e costantemente irrisolti

25 Concludendo il codice deontologico Si pone come alto strumento per perseguire la qualità dell assistenza infermieristica e per manifestare le modalità con cui gli infermieri vogliono impegnarsi, nell agire professionale, per gli assistiti e per l intera collettività Non è semplicemente uno strumento estetico ma è di fatto uno dei parametri che vengono utilizzati, in casi di incidenti professionali, per stabilire RUOLI e RESPONSABILITA di un professionista sanitario

26 Il codice deontologico Il codice deontologico contiene le esigenze etiche di una professione Rappresenta il suo documento d identità E lo strumento attraverso il quale un professionista si presenta alla società E lo strumento che guida il professionista nelle scelte di comportamento poiché fornisce i criteri per affrontare i dilemmi etici e deontologici

27 E ancora L infermiere è a tutti gli effetti un professionista della salute Ogni cittadino vi si può rivolgere in un rapporto diretto, senza mediazioni, con l opportunità di ricevere un assistenza infermieristica: 1. Professionalizzata 2. Pertinente 3. Personalizzata La relazione infermiere/assistito si manifesta come una realtà in grado di dare risposte innovative e competenti capaci di coniugare al meglio la capacità di presa in carico, di risposte strutturate ai bisogni del singolo e della collettività, di continuità assistenziale

28 Le norme di questo nuovo codice deontologico Manifestano l impegno di noi infermieri Per un saper essere ad alta valenza etica Per un saper assistere ad alta valenza professionale E per attuarli al meglio ovunque!

29 Bibliografia Dal xv Congresso della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi: il nuovo codice deontologico commento della Presidente Annalisa Silvestro Francesco Falli, Presidente Collegio Ipasvi La Spezia : un commento al nuovo codice deontologico Dr. Luca Benci Le professioni sanitarie non mediche Mc Graw Hill La ricerca infermieristica in Italia Ed. Ipasvi nazionali (Michele Piccoli, Francesco Falli, Laura Rasera)

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